Alberto Di Fabio - Arte Scienza e Conoscenza

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ANTROPOSFERA, NUOVE FORME DELLA VITA
ALBERTO DI FABIO
Neurone rosa 2
Arte
Alberto Di Fabio (1966, L’Aquila; vive tra Roma e New York) rivolge la sua sensibilità
pittorica agli elementi di base che compongono la natura. Le sue forme richiamano il
fascino del micromondo, indagato attraverso immagini di grande bellezza, raffinati
acrilici su carta giapponese o su tele di grandi dimensioni. In questi lavori
l’infinitamente piccolo rivela la sua affinità con l’infinitamente grande, atomi come
pianeti, strutture di cellule come galassie, micro e macro intrecciati indissolubilmente in
una sorta di apertura della visione sulla grandezza che governa la vita, sulle intime
sintassi che governano gli elementi. Appassionato di neurologia e biologia cellulare,
l’artista ricerca da una parte il rigore scientifico e dall’altra si avvale dell’approccio
profondamente evocativo e sensuale reso possibile dalla pittura. Un duplice livello di
lettura stratifica così forme e colori. Pulsante e vivo anche nella scelta dei colori,
psichedelici e squillanti, Neurone rosa è l’ingrandimento di un’unità cellulare del
tessuto nervoso, tra ramificazioni e sinapsi. L’apparente astrazione rimanda invece
delle forme reali, studiate con l’aiuto di un neurologo: scienza che influenza la
creazione artistica, arte che con la sua estasi visiva consente uno sguardo più
partecipato ai temi della ricerca scientifica.
Scienza
Dai movimenti di un’ameba alla speculazione filosofica umana, il comportamento e il
pensiero nascono da una rete di cellule nervose – i neuroni – unite fra loro da un
grandissimo numero di connessioni attraverso le quali vengono scambiati dei segnali. Il
cervello possiede qualcosa come 100 miliardi di neuroni, ciascuno dei quali connesso
anche ad altre migliaia di neuroni: per questo è l’oggetto più complesso che esista
nell’Universo. Le reti neuronali biologiche sono capaci di prestazioni molto più
sofisticate di quelle dei computer. Mentre questi hanno bisogno di istruzioni
assolutamente precise, le reti biologiche sono più flessibili e tolleranti agli errori, ma
soprattutto possono imparare dall’esperienza. Per questo si cerca oggi di simularne il
funzionamento con le reti neurali artificiali, modelli matematici delle reti biologiche che
“girano” in un computer o vengono trasformati in circuiti elettronici. Il bello di una rete
neurale artificiale è che cambia la propria configurazione mentre “impara” a compiere
un particolare compito, ad esempio riconoscere una voce o un’immagine, oppure
dirigere il comportamento di un robot. Le prestazioni di queste “menti” elettroniche
sono naturalmente molto primitive rispetto a quelle dei sistemi nervosi naturali. Ma
anche la vita ha avuto origini semplici.
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