Appunti

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CAPITOLO 1
NP-completezza
1. La classe P
Iniziamo con le seguenti semplici definizioni.
Definizione 1.1. Un linguaggio sull’alfabeto Σ è un sottoinsieme di Σ∗ (l’insieme delle
stringhe di lunghezza finita su Σ).
Tipicamente, l’alfabeto Σ coincide con l’insieme {0, 1}. La teoria dell’NP-completezza e
le definizioni delle classi P e NP sono invarianti rispetto alla scelta dell’alfabeto purché questi
contenga almeno due simboli.
Definizione 1.2. Un algoritmo A decide il linguaggio L se
A(x) = 1 se e solo se x ∈ L.
Definizione 1.3. Il linguaggio L appartiene alla classe P (in simboli L ∈ P) se esiste un
algoritmo A tale che
(1) A decide L;
(2) esistono una costante n0 ed una una costante c tali che per ogni x ∈ {0, 1}∗ di
lunghezza almeno n0 , A si ferma dopo al più |x|c passi.
1.1.
(1)
(2)
(3)
Esempi. È facile verificare che ciascuno dei seguenti linguaggi appartiene a P.
L = {x|x ha un numero pari di 0};
L = {x|x è la rappresentazione binaria di una potenza di 2};
Il linguaggio L di tutte le quadruple (G, u, v, k) tali che
• G è la rappresentazione di un grafo (ad esempio, G è la matrice di adiacenza di
un grafo). Per comodità, e con un piccolo abuso di notazione, indicheremo con
G sia il grafo che la sua rappresentazione.
• u e v sono due vertici di G che si trovano a distanza al più k.
2. La classe NP
In questa sezione definiamo la classe di linguaggi NP. Informalmente un linguaggio L
appartiene alla classe NP, se è possibile verificare in tempo polinomiale l’appartenenza di una
stringa x ad L. Formalmente abbiamo la seguente definizione.
Definizione 1.4. Un linguaggio L appartiene alla classe NP se esiste un algoritmo A(·, ·)
tale che
(1) esistono costanti n0 e c tale che per ogni x, y ∈ {0, 1}∗ con |x| ≥ n0 , A(x, y) si ferma
in al più |x|c passi;
(2) per ogni stringa x ∈ L esiste una stringa y ∈ {0, 1}? tale che A(x, y) = 1;
1
2
1. NP-COMPLETEZZA
(3) per ogni x 6∈ L e per ogni y ∈ {0, 1}? , A(x, y) = 0.
In altre parole se L ∈ NP allora per ogni x ∈ L esiste un certificato y di lunghezza
polinomiale nella lunghezza di x che è “verificato” da A in tempo polinomiale e se x 6∈ L non
esiste alcun certificato y. L’algoritmo A è anche chiamato algoritmo polinomiale di verifica.
Nota che, poiché il tempo di esecuzione di A è polinomiale nella lunghezza del primo input, y
ha a sua volta lunghezza polinomiale.
Consideriamo ad esempio il seguente linguaggio
Clique= {(G, k)|G è un grafo che ha un sottografo completo di taglia k}.
Per provare che Clique∈ NP dobbiamo esibire un algoritmo polinomiale A che soddisfa la
Definizione 1.4.
Consideriamo il seguente algoritmo.
A((G, k), (v1 , · · · , vl ))
01.
02.
03.
04.
05.
06.
07.
08.
09.
10.
10.
if l 6= k then
return 0;
for i = 1 to k
for j = i + 1 to k
if vi = vj then
return 0;
for i = 1 to k
for j = i + 1 to k
if (vi , vj ) non appartiene all’insieme degli archi di G then
return 0;
return 1;
L’algoritmo riceve una coppia (G, k) ed un certificato (v1 , · · · , vl ) per l’appartenenza di (G, k)
al linguaggio Clique. L’algoritmo A verifica che il certificato consiste di k vertici (righe 0102), che tutti i k vertici del certificato sono differenti (righe 03-06) e che i vertici del certificato
costituiscono un sottografo completo di G (righe 07-10). Se tutte le verifiche hanno successo
l’algoritmo restituisce 1; altrimenti l’algoritmo restituisce 0. Osserviamo che se G ha un sottografo completo di taglia k costituito dai vertici (v1 , · · · , vk ) allora l’algoritmo A con input
(G, k) e (v1 , · · · , vk ) restituisce 1. Quindi la condizione 2 della Definizione 1.4 è soddisfatta.
Se invece G non ha nessun sottografo completo di taglia k allora per ogni sequenza di
vertici (v1 , · · · , vl ) almeno una delle seguenti tre condizioni deve essere soddisfatta:
(1) l 6= k; in questo caso A restituisce 0 alla riga 02;
(2) qualche vertice di G appare due volte nella lista; in questo caso A restituisce 0 alla
riga 06;
(3) i k vertici sono distinti ma per qualche coppia (i, j) l’arco (vi , vj ) non è un arco di G;
in questo caso A restituisce 0 alla riga 10.
Quindi se (G, k) 6∈Clique, non esiste nessun certificato per cui A restituisce in output il valore
1. La condizione 3 della Definizione 1.4 è pertanto soddisfatta.
Nel prossimo teorema proviamo che L ∈ P allora L ∈ NP.
3. LA CLASSE NP − COMPLETE
3
Teorema 1.5. P ⊆ NP.
Dimostrazione. Sia L ∈ P. Allora esiste un algoritmo deterministico A che, su input x,
restituisce 1 se e solo se x ∈ L. Si consideri il seguente algoritmo B.
B(x, y)
01. return (A(x));
Osserviamo che se x ∈ L allora B(x, 0) = A(x) = 1 e quindi 0 è un certificato. Se invece x 6∈ L
allora per ogni possibile certificato y abbiamo che B(x, y) = A(x) = 0.
Non è noto se P 6= NP. Sebbene la maggior parte degli studiosi creda che P 6= NP non
abbiamo ancora una prova. La Teoria dell’NP-completezza (che verrà discussa nella prossima sezione) identifica i linguaggi più difficili di NP. Se almeno uno di essi ha un algoritmo
polinomiale che lo decide allora P = NP.
3. La classe NP − COMPLETE
Abbiamo le seguenti definizioni.
Definizione 1.6 (Riduzione). Sia L1 e L2 due linguaggi. Diciamo che L1 si riduce a L2
(in simboli L1 ≤p L2 ) se esiste un algoritmo polinomiale R tale che
R(x) ∈ L2 se e solo se x ∈ L1 .
Definizione 1.7 (NP-completo). Un linguaggio L è NP-completo se
(1) L ∈ NP;
(2) per ogni linguaggio L0 ∈ NP abbiamo che L0 ≤p L.
Denotiamo con NP − COMPLETE la classe dei linguaggi NP-completi.
Si noti la similarità della definizione di linguaggio NP-completo con la definizione di massimo di un insieme I definito come quell’elemento x ∈ I tale che, per ogni y ∈ I, vale y ≤ x.
La nozione di linguaggio NP-completo esprime formalmente il concetto di linguaggio più difficile di NP. Il seguente teorema rafforza la nostra intuizione dicendoci che se un linguaggio
NP-completo appartiene a P allora tutti i linguaggi in NP possono essere decisi in tempo
polinomiale.
Teorema 1.8. Sia L un linguaggio NP-completo. Se L ∈ P allora P = NP.
Dimostrazione. Sia L0 un linguaggio in NP. Mostriamo un algoritmo polinomiale A0 che
decide L0 .
Poiché L ∈ P allora esiste un algoritmo polinomiale A che decide L. Inoltre, siccome L è NPcompleto e L0 ∈ NP allora esiste un algoritmo polinomiale R che riduce L0 a L. Consideriamo
ora il seguente algoritmo A0
A0 (x)
01. y ← R(x);
02. return (A(y));
4
1. NP-COMPLETEZZA
Chiaramente l’algoritmo A0 è polinomiale. Supponiamo che x ∈ L0 . Allora, per le proprietà
della riduzione R, y ∈ L e quindi A(y) = 1. Supponiamo ora che x 6∈ L0 . Allora y 6∈ L e quindi
A(y) = 0. Possiamo quindi concludere che A0 è polinomiale e decide L0 e quindi L0 ∈ P.
Un altro modo di leggere il teorema precedente è che se un linguaggio L è NP-completo
allora L è da considerarsi “difficile”. Infatti se P 6= NP, allora non esiste alcuna algoritmo
polinomiale che decide L.
Il prossimo teorema è particolarmente utile per provare che un linguaggio è NP-completo.
Infatti, seguendo la definizione, per provare che un linguaggio L è NP-completo dobbiamo
provare che ogni linguaggio in NP si riduce ad esso il che può essere particolarmente difficile.
Invece grazie al prossimo teorema basterà mostrare che un linguaggio NP-completo si riduce a
L. Iniziamo con il provare il seguente lemma.
Lemma 1.9 (Transitività della relazione ≤p .). Sia L, L1 e L2 tre linguaggi tali che L2 ≤p L1
e L1 ≤p L. Allora L2 ≤p L.
Dimostrazione. Per ipotesi esistono due riduzioni polinomiali R1 e R2 tali che
• x ∈ L2 se e solo se R2 (x) ∈ L1 ;
• x ∈ L1 se e solo se R1 (x) ∈ L.
Consideriamo il seguente algoritmo.
R(x)
01. y1 ← R2 (x);
02. y ← R1 (y1 );
03. return (y);
Per le proprietà degli algoritmi R1 e R2 abbiamo che se x ∈ L2 allora y1 ∈ L1 e quindi y ∈ L;
inoltre se x 6∈ L2 allora y1 6∈ L1 e quindi y 6∈ L. Pertanto per l’algoritmo R vale la proprietà
x ∈ L2 se e solo se R(x) ∈ L. Inoltre l’algoritmo R è polinomiale e quindi abbiamo che
L2 ≤p L.
Abbiamo quindi il seguente teorema.
Teorema 1.10. Sia L un linguaggio NP e sia L1 un linguaggio NP-completo tale che
L1 ≤p L. Allora L è NP-completo.
Dimostrazione. Sia L2 un qualsiasi linguaggio NP. Allora L2 ≤p L1 . Applicando il
Lemma 1.9 abbiamo che L2 ≤p L. Inoltre per ipotesi abbiamo che L ∈ NP e quindi L è
NP-completo.
Grazie al Teorema 1.10, per provare che un linguaggio è NP-completo basta provare che
un altro linguaggio (che già sappiamo essere NP-completo) si riduce ad esso. Abbiamo però
bisogno di un primo linguaggio NP-completo da cui partire.
4. Il linguaggio CNFSAT
Una formula booleana Φ sulle variabili (x1 , · · · , xn ) è una formula che contiene i connettivi
logici ∧ (AND), ∨ (OR) e ¬ (NOT) e le variabili x1 , · · · , xn . Indichiamo invece con il termine
di letterale le variabili in forma negata e forma non negata. Ad esempio Φ = (((x1 ∧ x2 ) ∨ (x1 ∧
¬x3 )) ∧ (x1 ∨ x4 )) è una formula booleana sulle variabili (x1 , · · · , x4 ). Un assegnamento di
5. IL LINGUAGGIO 3SAT
5
verità t assegna ad ogni variabile della formula Φ un valore booleano ed induce naturalmente
un valore booleano t(Φ) della formula Φ. Ad esempio, l’assegnamento t tale che t(x1 ) = 0,
t(x2 ) = 1, t(x3 ) = 1 e t(x4 ) = 0 rende la formula formula Φ falsa (cioé t(Φ) = 0). Una formula
Φ si dice soddisfattibile se esiste un assegnamento di verità t tale che t(Φ) = 1; in questo
caso diciamo che t rende Φ vera. Definiamo il linguaggio SAT come il linguaggio che consiste
delle formule booleane Φ che sono soddifacibili. Indichiamo invece con CNFSAT il linguaggio
delle formule booleane in forma congiuntiva normale (AND di OR) che sono soddifacibili. Ad
esempio la formula Φ = (x1 ∨ x2 ∨ x3 ) ∧ (¬x1 ∨ x2 ∨ x4 ) ∧ (x2 ∨ ¬x4 ) ∧ (x2 ∨ x3 ∨ ¬x4 ∨ x5 )
è in formula congiuntiva normale e consiste di 4 clausole. La prima e la seconda clausola
contengono 3 letterali, la terza clausola contiene 2 letterali mentre la quarta clausola contiene
4 letterali.
Teorema 1.11. [Cook-Levin] Il linguaggio CNFSATè NP-completo.
5. Il linguaggio 3SAT
In questa sezione proviamo che il linguaggio 3SAT consistente di tutte le formule in forma
congiuntiva normale ove ogni clausola contiene esattamente 3 letterali è NP-completo.
Teorema 1.12. 3SAT∈ NP − COMPLETE.
Dimostrazione. Riduciamo CNFSAT a 3SAT e quindi, grazie al Teorema 1.10, otteniamo il teorema.
Sia Φ una formula in forma CNF. Costruiamo in tempo polinomiale una formula Φ0 in
forma 3CNF (cioè in forma CNF ove ogni clausola contiene esattamente 3 letterali) tale che
Φ0 è soddisfattibile se e solo se Φ è soddisfattibile. La costruzione considera ogni clausola C di
Φ separatamente e per ognuna di esse costruisce una sequenza S di clausole. La sequenza S
di clausole ha la proprietà che un assegnamento di verità soddisfa C se e solo soddisfa S. La
formula Φ0 è ottenuta legando insieme con l’operatore ∧ tutte le clausole ottenute. Pertanto
abbiamo che Φ0 è soddisfattibile se e solo se Φ è soddisfattibile. La costruzione distingue i
seguenti casi.
(1) La clausola C contiene un solo letterale a.
In questo caso l’insieme S consiste delle seguenti clausole (a∨y1 ∨y2 ) (a∨¬y1 ∨y2 )
(a ∨ y1 ∨ ¬y2 ) (a ∨ y¬1 ∨ ¬y2 ).
(2) La clausola C contiene due letterali (a1 ∨ a2 ).
In questo caso l’insieme S consiste delle seguenti clausole (a1 ∨a2 ∨y1 ) (a1 ∨a2 ∨¬y1 )
(3) La clausola C contiene tre letterali (a1 ∨ a2 ∨ a3 ). In questo caso l’insieme S consiste
della sola clausola C.
(4) La clausola C contiene k > 3 letterali (a1 ∨ a2 ∨ a3 ∨ · · · ∨ ak ).
In questo caso l’insieme S consiste delle clausole
(a1 ∨ a2 ∨ y1 ), (¬y1 ∨ a3 ∨ y2 ), . . . , (¬yk−3 ∨ ak−1 ∨ ak ).
Consideriamo per esempio la formula
Φ = (x1 ∨ x2 ∨ x3 ) ∧ (¬x1 ∨ x2 ∨ x4 ) ∧ (x2 ∨ ¬x4 ) ∧ (x2 ∨ x3 ∨ ¬x4 ∨ x5 ).
La formula Φ0 ottenuta è la seguente
Φ0 = (x1 ∨x2 ∨x3 )∧(¬x1 ∨x2 ∨x4 )∧(x2 ∨¬x4 ∨y1 )∧(x2 ∨¬x4 ∨¬y1 )∧(x2 ∨x3 ∨y2 )∧(¬y2 ∨¬x4 ∨x5 ).
6
1. NP-COMPLETEZZA
6. Il linguaggio Clique
In questa sezione mostriamo che il linguaggio Clique è NP-completo mostrando una
riduzione da 3SAT.
Teorema 1.13. Clique∈ NP − COMPLETE.
Dimostrazione. Sia Φ una formula in forma CNF ove ogni clausola contiene esattamente
3 letterali. Sia inoltre k il numero di clausole di Φ. La riduzione restituisce la coppia (G, k)
ove il grafo G è costruito nel modo seguente. Il grafo G ha un vertice per ogni occorrenza
di un letterale: Se il letterale xi appartiene alla j-esima clausola di Φ, il grafo G conterrà il
vertice v(i, j); diremo in questo caso che il vertice v(i, j) appartiene alla j-esima clausola. Se
il letterale ¬xi appartiene alla j-esima clausola di φ allora il grafo G conterrà il vertice n(i, j);
diremo in questo caso che il vertice n(i, j) appartiene alla j-esima clausola di φ. Ogni vertice
di G ha un arco verso ogni altro vertice di G con le seguenti eccezioni:
(1) non ci sono archi tra vertici della stessa clausola;
(2) non ci sono archi tra vertici corrispondenti ad un letterale ed al suo negato, anche se
appartengono a clausole differenti.
Dimostriamo che Φ ∈ 3SAT se e solo se (G, k) ∈ Clique.
(1) Supponiamo che Φ ∈ 3SAT.
Allora esiste un assegnamento di verità t tale che per ogni clausola esiste almeno
un letterale vero. Consideriamo quindi k vertici (uno per clausola) di G corrispondenti
a letterali di Φ veri per l’assegnamento t e mostriamo che constituiscono una clique
in G. Infatti, questi k vertici appartengono a clausole differenti e non abbiamo tra
questi vertici v(i, j) e n(i, j 0 ) cossipondenti ad una variabile xi ed al suo negato ¬xi
(altrimenti t non sarebbe un buon assegnamento di verità). Pertanto i k vertici
costituiscono un sottografo completo di taglia k e quindi (G, k) ∈ Clique.
(2) Supponiamo che (G, k) ∈ Clique.
Allora esiste un sottografo completo C di k vertici in G. Per costruzione di G
abbiamo che
(a) ogni vertice di C appartiene ad una differente clausola di Φ ed ogni clausola di
Φ contiene un vertice di C;
(b) se v(i, j) appartiene a C allora certamente n(i, j 0 ) non appartiene a C.
Consideriamo quindi l’assegnamento di verità t che pone a vero tutti letterali corrispondenti a vertici di C. L’assegnamento t è certamente legale per la proprietà (2b)
e, per la proprietà (2a), soddisfa tutte le clausole di Φ. Quindi Φ ∈ 3SAT.
7. Il linguaggio 3Col
Il linguaggio 3Col consiste di tutti i grafi i cui vertici possono essere colorati usando 3
colori in modo tale che due vertici adiacenti sono colorati con colori diversi. È facile verificare
che 3Col ∈ NP.
Riduciamo 3SAT a 3Col usando i tre gadget descritti dalla Figura 1. In particolare la
riduzione per la formula Φ sulle variabile x1 , · · · , xn costruisce un grafo che contiene:
(1) un gadget per il vero e falso;
8. ESERCIZI
~
~
.........
..X
..... .........
.....
.....
.....
.....
.
.
.
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.....
.....
.....
.....
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...
V
F
~
7
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..X
..... .........
.....
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.....
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...
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.....
.
a...
¬a
~
~
Il gadget per il vero ed il falso
~
Il gadget per la variable a
~
V
.........
..... .........
.....
.....
.....
.....
.....
.....
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..
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... .....
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...
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...
..
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...
.
..
...
.
.
..
...
~
~
~
b
a
~
Il gadget per la clausola (a ∨ b ∨ c)
~
c
Figura 1. I tre gadget per la riduzione di 3SAT a 3Col.
(2) un gadget per ciascuno delle variabile; nota che i gadget delle variabili condividono il
vertice X con il gadget per il vero e il falso;
(3) un gadget per ogni clausola; nota che il gadget per la clausola (a ∨ b ∨ c) condivide il
vertice a con il gadget della variabile a, il vertice b con il gadget della variabile b, il
vertice c con il gadget della variabile c ed il vertice V con il gadget per il vero e falso.
Notiamo che il gadget per le variabili impone che i vertici a e ¬a devono essere colorati uno con
V ed uno con F. Possiamo inoltre verificare che se i tre vertici dei letterali di una clausola C
sono colorati con F allora non è possibile colorare i restanti vertici del gadget di C. Se invece
almeno uno di essi è colorato con V allora è possibile completare la colorazione del gadget di
C. Abbiamo quindi il seguente
Teorema 1.14. 3Col ∈ NP − COMPLETE.
8. Esercizi
Esercizio 1. Se L è un linguaggio, definiamo L̄ (il complemento di L) come la differenza
simmetrica
L̄ = Σ∗ \ L.
Provare che se L ∈ P allora L̄ ∈ P .
8
1. NP-COMPLETEZZA
Esercizio 2. Denotiamo con co-NP la classe dei linguaggi L tali che L̄ ∈ NP. Provare che
se NP 6= co-NP allora P 6= NP.
Esercizio 3. Sia L1 , L2 ∈ NP. Provare che L1 ∪ L2 e L1 ∩ L2 sono entrambi in NP.
Esercizio 4. Sia L un linguaggio. Definiamo il linguaggio L? come il linguaggio di tutte
le stringhe w tali che esistono w1 , · · · , wk per cui
(1) w = w1 ◦ · · · ◦ wk (“◦” denota la concatenazione di stringhe);
(2) w1 , · · · , wk ∈ L;
Provare che se L ∈ NP allora L? ∈ NP.
L?
Esercizio 5. Usando la notazione dell’esercizio precedente, provare che se L ∈ P allora
∈ P.
Esercizio 6. Si consideri il linguaggio Hamilton dei grafi hamiltoniani. Un grafo è
detto hamiltoniano se esiste un cammino che visita tutti i vertici una sola volta. Provare che
Hamilton∈ NP.
Esercizio 7. Provare l’equivalenza tra il problema decisionale e il problema di ricerca per
il linguaggio Clique.
Esercizio 8. Supponiamo che esista un oracolo O per decidere il linguaggio NP-completo
L. Provare che esiste un algoritmo polinomiale che usa O come oracolo, effettua un numero
polinomiale di chiamate ad O e risolve il problema di ricerca associato ad L.
Esercizio 9. Abbiamo un trasmettitore che vuole inviare un messaggio ad un insieme
D = {d1 , · · · , dm } di m destinazioni. Il trasmettitore è collegato ad n coppie di ripetitori
(ai , bi ), i = 1, · · · , n ed ogni ripetitore ai (rispettivamente bi ) è collegato ad un sottoinsieme
Ai (rispettivamente Bi ) di destinazioni. Per evitare interferenze per ogni coppia di ripetitori
(ai , bi ) possiamo avere esattamente un solo ripetitore attivo. Diciamo che è possibile trasmettere il messaggio se esiste un modo di attivare i ripetitori in modo tale che per ogni coppia solo
un ripetitore è attivo ed ogni destinazione è adiacente ad almeno un ripetitore attivo.
Provare che decidere se una trasmisisone è possibile è NP-completo.
Esercizio 10. Provare che il problema di determinare se una formula Φ in forma congiuntiva normale con esattamente 3 letterali per clausola ammette un assegnamento di verità
tale che per ogni clausola esistono almeno due letterali veri è decidibile in tempo polinomiale.
Esercizio 11. Provare che il problema di determinare se una formula Φ in forma congiuntiva normale con esattamente 3 letterali per clausola e dove ogni letterale compare esattamente
3 volte ammette un assegnamento di verità che la soddisfa è decidibile in tempo polinomiale.
Esercizio 12. Abbiamo provato che Max2SAT è completo. Questo non significa che
Max2SAT è difficile per tutte le classi di input.
Provare che è possibile decidere in tempo polinomiale se (Φ, m − 1) ∈ Max2SAT, dove m
è il numero di clausole di Φ. Estendere questo risultato al caso (Φ, m − c) per ogni costante
c > 0.
Esercizio 13. Un monomio è un AND di letterali. Una formula è in forma disgiuntiva
normale (DNF in breve) se è un OR di monomi. Ad esempio la seguente formula è in forma
DNF Φ = (x1 ∧ x2 ∧ x3 ) ∨ (¬x1 ∧ ¬x2 ∧ x4 ).
NOTE BIBLIOGRAFICHE
9
Definiamo il linguaggio DNFSAT come il linguaggio delle formule in DNF che sono
soddisfattibili. Provare che DNFSAT ∈ P.
Esercizio 14. Data una formula in 3CNF possiamo usare la legge distributiva per construire una formula equivalente in DNF. Ad esempio abbiamo che
(x1 ∨ x2 ∨ ¬x3 ) ∧ (¬x1 ∨ ¬x2 ) ≡ (x1 ∧ ¬x1 ) ∨ (x1 ∧ ¬x2 ) ∨ (x2 ∧ ¬x1 ) ∨ (¬x3 ∧ ¬x1 ) ∨ (¬x3 ∧ ¬x2 ).
Poiché abbiamo visto che DNFSAT∈ P (Esercizio 13) abbiamo che P = NP. Dove è l’errore?
Note bibliografiche
La teoria dell’NP-completezza è stata introdotta da S. Cook in [2] (che ha provato che il
linguaggio delle formule in forma disgiuntiva normale che non sono una tautologia è completo)
e da L. Levin in [6] (che ha provato la completezza di diversi linguaggi). La prova dell’NPcompletezza di Clique e dei Grafi di Hamilton è stata data da Karp [5]. Il libro di Garey e
Johnson [4] è un’ottima guida alla teoria dell’NP-completezza.
Versione: 1.38 del 18 novembre 2005.
Capitolo tratto dagli appunti del corso avanzato di Algoritmi e Strutture Dati di G. Persiano.
Versione corrente disponibile all’URL
http://libeccio.dia.unisa.it/ASDII/2005/Appunti/PNP.pdf.
Bibliografia
[1] Stephen A. Cook. The complexity of theorem-proving procedures. In Proceedings of the third annual ACM
symposium on Theory of computing, pages 151–158. ACM Press, 1971.
[2] M.R. Garey and D.S. Johnson. Computers and Intractability. Freeman, 1979.
[3] R. M. Karp. Reducibility among combinatorial problems. Complexity of Computer Computations, pages
85–103, 1972.
[4] L. Levin. Universal sequential search problems. Problemy Peredachi Informatsii, 9(3):265–266, 1973.
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