Diocesi di Roma Azione Cattolica dell`Istituto “Maria Immacolata

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Diocesi di Roma
Azione Cattolica
dell’Istituto “Maria Immacolata”
Via Tor de’ Schiavi 150 - Roma
ADORAZIONE EUCARISTICA
diocesana
24 marzo 2012
Chiesa Maria Immacolata
Mentre il Vescovo e i concelebranti e i ministri si avviano
all’altare l’assemblea canta il
Canto d’inizio: San Damiano
Ogni uomo semplice
porta in cuore un sogno
con amore ed umiltà
potrà costruirlo.
Se davvero tu saprai
vivere umilmente
più felice tu sarai
anche senza niente.
Se vorrai ogni giorno
con il tuo sudore
una pietra dopo l’altra
in alto arriverai.
Nella vita semplice
troverai la strada
che la calma donerà
al tuo cuore puro.
E le gioie semplici
sono le più belle
sono quelle che alla fine
sono le più grandi.
dai e dai ogni giorno
con il tuo sudore
una pietra dopo l’altra
in alto arriverai.
INTRODUZIONE
E
OMAGGIO
BENVENUTO
“Padre, fa che ogni famiglia diventi più forte
di ogni debolezza e di ogni crisi!”
Con queste parole, usate dal Beato Giovanni Paolo II
durante l’incontro delle Famiglie, nel Giubileo del 2000,
vogliamo dare inizio a questo nostro speciale momento di
preghiera e salutare il nostro Vescovo e pastore, Sua
Eccellenza Mons. Giuseppe Marciante che, fedele alle sue
promesse, torna tra noi per testimoniarci la fedeltà e la
presenza di Cristo.
Ognuno di noi è qui per un motivo diverso ed ha una sua
storia. Il nostro stare insieme vuole riunire tutti i vissuti
e farli diventare un’unica grande storia familiare con Dio
come Padre, Maria come Madre e tutti noi figli che, alla
scuola dell’Amore e del sacrificio, cercano di “diventare
grandi insieme”.
Con questa speranza, che davanti a Te diventa certezza,
Ti chiediamo:
Mostrati a noi, Signore Gesù
e cambia i nostri cuori secondo la Tua volontà.
ESPOSIZIONE E ADORAZIONE EUCARISTICA
Canto d’esposizione: Pane del cielo
Il Vescovo:
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo .
R. Amen.
La pace sia con voi.
R. E con il tuo spirito.
DI
Rit.: Pane del cielo, sei Tu Gesù,
via d’amore, Tu ci fai come Te.
No, non è rimasta fredda la terra,
tu sei rimasto con noi per nutrirci di Te,
pane di vita ed infiammare col Tuo amore
tutta l’umanità. Rit.
Sì, il cielo è qui su questa terra
Tu sei rimasto con noi ma ci porti con Te,
nella Tua casa dove vivremo insieme a Te
tutta l’eternità . Rit.
No, la morte non può farci paura
Tu sei rimasto con noi e chi vive di Te
Vive per sempre: sei Dio con noi sei Dio per noi,
Dio in mezzo a noi . Rit.
Silenzio per l’adorazione e la preghiera personale
GIANNA BERETTA MOLLA
Dell’amore divino Gianna Beretta Molla fu semplice, ma quanto
mai significativa messaggera. Pochi giorni prima del matrimonio,
in una lettera al futuro marito, ebbe a scrivere: "L’amore è il
sentimento più bello che il Signore ha posto nell’animo degli
uomini".
“Sull’esempio di Cristo, che "avendo amato i suoi … li amò
sino alla fine" (Gv 13,1), questa santa madre di famiglia si
mantenne eroicamente fedele all’impegno assunto il giorno
del matrimonio
Il sacrificio estremo che suggellò la sua vita, testimonia
come solo chi ha il coraggio di donarsi totalmente a Dio e ai
fratelli realizzi se stesso.
Possa la nostra epoca riscoprire, attraverso l’esempio di
Gianna Beretta Molla, la bellezza pura, casta e feconda
dell’amore coniugale, vissuto come risposta alla chiamata
divina!”
Con queste parole Giovanni Paolo II ha ricordato la figura di
Gianna Beretta Molla, da lui stesso canonizzata.
Presente alla celebrazione anche il novantunenne marito di
Gianna, Pietro Molla, colto da un leggero malore dovuto
all’emozione e accompagnato dai figli. Quei figli posti dalla Santa
sempre al primo posto, oltre la propria vita, oltre il proprio amore
coniugale, e per i quali scelse consapevolmente di compiere il dono
totale di sé. Affetta da un fibroma all’utero, infatti, si impose su
medici e familiari per portare comunque a termine la sua quarta
gravidanza. Un gesto in cui riecheggia quel “sì” alla vita nuova, al
progetto di Dio su ciascuno, al sacrificio, che rende grande la sua
figura di madre e di donna di Azione Cattolica, così da costituire
un esempio per tante famiglie e per tutta l’AC che guarda a lei con
orgoglio.
Silenzio per l’adorazione e la preghiera personale
Per la meditazione personale:
Gianna Beretta Molla nasce a Magenta (Milano) il 4 ottobre 1922 da
Alberto e Maria De Micheli, decima di tredici figli. Già dalla prima
giovinezza accoglie con piena adesione il dono della fede e
l’educazione limpidamente cristiana che riceve dagli ottimi genitori
che, con vigile sapienza la accompagnano nella crescita umana e
cristiana e la portano a considerare la vita come un dono meraviglioso
di Dio, ad avere fiducia nella Provvidenza, ad essere certa della
necessità e dell’efficacia della preghiera. La Prima Comunione, all’età
di cinque anni e mezzo, segna in Gianna un momento importante,
dando inizio ad un’assidua frequenza all’Eucaristia, che diviene
sostegno e luce della sua fanciullezza, adolescenza e giovinezza.
In quegli anni non mancano difficoltà e sofferenze: cambiamento di
scuole, salute cagionevole, trasferimenti della famiglia, malattia e
morte dei genitori. Tutto questo però non produce traumi o squilibri
in Gianna, data la ricchezza e profondità della sua vita spirituale, anzi
ne affina la sensibilità e ne potenzia la virtù. Negli anni del liceo e
dell’università è giovane dolce, volitiva e riservata e, mentre si dedica
con diligenza agli studi, traduce la sua fede in un impegno generoso di
apostolato tra le giovani nell’Azione Cattolica e di carità verso vecchi
e bisognosi, nelle Conferenze di S. Vincenzo, sapendo che “a Dio piace
chi dona con entusiasmo” (2 Cor. 9,7).
Laureata in Medicina e Chirurgia nel 1949 nell’Università di Pavia,
apre nel 1950 un ambulatorio medico a Mesero (un comune del
Magentino); si specializza in Pediatria all’Università di Milano nel
1952 e predilige, tra i suoi assistiti, poveri, mamme, bambini e vecchi
. Mentre compie la sua opera di medico, che sente e pratica come una
“missione”, premurosa di aggiornare la sua competenza e di giovare al
corpo e all’anima della sua gente, accresce il suo impegno generoso
nell’Azione Cattolica, prodigandosi per le “giovanissime” e, al tempo
stesso, sfoga con la musica, la pittura, il tennis, lo ski e l’alpinismo la
sua grande gioia di vivere e di godersi l’incanto del creato.
Gianna si interroga, pregando e facendo pregare, sulla sua vocazione,
che considera anch’essa un dono di Dio. Inizialmente pensa di farsi
missionaria laica in Brasile per aiutare il fratello, Padre Alberto,
medico missionario a Grajaù. Ma il Signore la chiama alla vocazione
del matrimonio e Gianna l’abbraccia con tutto l’entusiasmo e
s’impegna a donarsi totalmente “per formare una famiglia veramente
cristiana”.
Si fidanza con l’Ing. Pietro Molla e gode il periodo del fidanzamento,
radiosa nella gioia e nel sorriso. Ringrazia e prega il Signore.
E’ chiarissima nei suoi propositi e nelle progettazioni della nuova
famiglia e, al tempo stesso, è meravigliosa nel trasmettere al
fidanzato la sua gran gioia di vivere, nel chiedergli cosa deve fare e
come deve essere per renderlo felice, nell’invitarlo a ringraziare con lei
il Signore per il dono della vita e di tutte le cose belle della vita.
Gianna si sposa con Pietro il 24 settembre 1955, nella Basilica di San
Martino in Magenta ed è moglie felice. Nel novembre 1956, è mamma
più che felice di Pierluigi; nel dicembre 1957, di Mariolina; nel luglio
1959, di Laura.
Sa armonizzare, con semplicità ed equilibrio, i doveri di madre, di
moglie, di medico e la gran gioia di vivere. In questa armonia,
continua a vivere la sua grande fede, conformando ad essa il suo
operare e ogni sua decisione, con coerenza e gioia. Nella comunione di
vita e d’amore della famiglia, che la nascita dei figli rende ancora più
ampia ed impegnativa, Gianna si sente sempre pienamente appagata.
Continua ad esercitare la professione di medico nell’ambulatorio di
Mesero e, a partire dal1956, a Ponte Nuovo di Magenta dove abita
con la famiglia, svolge con dedizione il compito di responsabile del
Consultorio delle mamme e dell’Asilo nido facenti capo all’Opera
Nazionale Maternità e Infanzia (ONMI). Presta, inoltre, come
volontaria, assistenza medica alle Scuole Materna ed Elementare di
Stato di Ponte Nuovo.
Nel settembre 1961, verso il termine del secondo mese di gravidanza,
è raggiunta dalla sofferenza e dal mistero del dolore: insorge un
voluminoso fibroma all’utero.
Prima dell’intervento operatorio, eseguito nell’Ospedale S. Gerardo di
Monza (Milano), pur ben sapendo il rischio che avrebbe comportato il
continuare la gravidanza, supplica il chirurgo di salvare la vita che
porta in grembo e si affida alla preghiera e alla Provvidenza. La vita è
salva. Gianna ringrazia il Signore e trascorre i sette mesi che la
separano dal parto con impareggiabile forza d’animo e con immutato
impegno di madre e di medico. Trepida e teme anche che la creatura
che porta in grembo possa nascere sofferente e prega Dio che così non
sia.
Alcuni giorni prima del parto, pur confidando sempre nella
Provvidenza, è pronta a donare la sua vita per salvare quella della
sua creatura e dice al marito Pietro: “Se dovete decidere fra me e il
bimbo, nessuna esitazione: scegliete – e lo esigo – il bimbo. Salvate
lui”.
Pietro, che conosce benissimo la generosità di Gianna, il suo spirito di
sacrificio, la ponderatezza e la forza delle sue scelte e delle sue
decisioni, si sente nell’obbligo di coscienza di doverle rispettare, anche
se possono avere conseguenze estremamente dolorose per lui e per i
figli.
Per Gianna la creatura che porta in grembo ha gli stessi diritti alla
vita di Pierluigi, Mariolina e Laura e lei sola, in quel momento,
rappresenta per la creatura stessa, lo strumento della Provvidenza per
poter venire al mondo; per gli altri figli, la loro educazione e la loro
crescita, fa pieno affidamento sulla Provvidenza attraverso i
congiunti.
La scelta di Gianna è dettata dalla sua coscienza di madre e di
medico. Può essere ben compresa soltanto alla luce della grande fede
di Gianna, della sua ferma convinzione del diritto sacro alla vita,
dell’eroismo dell’amore materno e della piena fiducia nella
Provvidenza.
Il pomeriggio del 20 aprile 1962, venerdì santo, Gianna viene
nuovamente ricoverata nell’Ospedale S. Gerardo di Monza, reparto di
Ostetricia e Ginecologia, dove le viene provocato il parto, per
espletarlo per vie naturali, ritenuta la via meno rischiosa.
Il mattino del 21 aprile 1962 nasce Gianna Emanuela per via cesarea.
Già dopo qualche ora le condizioni generali di Gianna si aggravano:
febbre sempre più elevata e sofferenze addominali atroci da peritonite
settica le fanno invocare ad ogni istante sua madre. Nonostante tutte
le cure praticate, le sue condizioni peggiorano di giorno in giorno.
Nella sua agonia Gianna ripete più volte: “Gesù ti amo, Gesù ti amo”.
All’alba del 28 aprile Gianna viene riportata, come da suo desiderio
precedentemente espresso, nella sua casa di Ponte Nuovo di Magenta,
dove muore, alle ore 8 del mattino, dopo aver uditola voce dei suoi
“tesori”, svegliatisi per il subbuglio. Ha solo 39 anni.
I suoi funerali sono una grande manifestazione unanime di
commozione profonda, di fede e di preghiera. Viene sepolta nel
Cimitero di Mesero, mentre rapidamente si diffonde la fama di santità
per la sua vita e per il gesto di amore grande, incommensurabile, che
l’ha coronata. GIANNA
BERETTA MOLLA DIVENTA SANTA
Dalla lettera del Beato Giovanni Paolo II alla Famiglia:
La famiglia ha la sua origine da quello stesso amore con
cui il Creatore abbraccia il mondo creato, come è già
espresso «al principio», nel Libro della Genesi (Gn 1,1).
Gesù nel Vangelo ne offre una suprema conferma: «Dio
ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito»
(Gv 3, 16). Il Figlio unigenito, consustanziale al Padre, «Dio
da Dio e Luce da Luce», è entrato nella storia degli uomini
attraverso la famiglia: «Con l'Incarnazione il Figlio di Dio
si è unito in certo modo ad ogni uomo. Ha lavorato con
mani d'uomo, ha amato con cuore d'uomo. Nascendo da
Maria Vergine, Egli si è fatto veramente uno di noi, in
tutto simile a noi fuorché nel peccato». Dunque, se Cristo
«svela pienamente l'uomo all'uomo», lo fa a cominciare
dalla famiglia nella quale ha scelto di nascere e di
crescere. Si sa che il Redentore ha trascorso gran parte
della sua vita nel nascondimento di Nazaret,
«sottomesso» (Lc 2, 51) come «Figlio dell'uomo» a Maria,
sua Madre, e a Giuseppe, il falegname. Questa sua
«obbedienza» filiale non è già la prima espressione di
quell'obbedienza al Padre «fino alla morte» (Fil 2, 8),
mediante la quale ha redento il mondo? Il mistero divino
dell'Incarnazione del Verbo è dunque in stretto rapporto
con la famiglia umana.
A Cana di Galilea, dove Gesù fu invitato ad un banchetto
di nozze, la Madre, anch'essa presente, si rivolge ai servi
dicendo: «Fate quello che vi dirà» (Gv 2, 5). Anche a noi,
Maria rivolge le stesse parole. E quanto Cristo ci dice, in
questo particolare momento storico, costituisce un forte
appello ad una grande preghiera con le famiglie e per le
famiglie. La Vergine Madre ci invita ad unirci con questa
preghiera ai sentimenti del Figlio, che ama ogni singola
famiglia. Questo amore Egli ha espresso all'inizio della
sua missione di Redentore, proprio con la sua presenza
santificatrice a Cana di Galilea, presenza che tuttora
continua.
Momento di meditazione personale
Per la meditazione personale
Beato Papa Giovanni Paolo II
Karol Józef Wojtyła, divenuto Giovanni Paolo II con la sua elezione
alla Sede Apostolica il 16 ottobre 1978, nacque a Wadowice, città a 50
km da Kraków (Polonia), il 18 maggio 1920. Era l’ultimo dei tre figli di
Karol Wojtyła e di Emilia Kaczorowska, che morì nel 1929. Suo fratello
maggiore Edmund, medico, morì nel 1932 e suo padre, sottufficiale
dell’esercito, nel 1941. La sorella, Olga, era morta prima che lui
nascesse. Fu battezzato il 20 giugno 1920 nella Chiesa parrocchiale di
Wadowice dal sacerdote Franciszek Zak; a 9 anni ricevette la Prima
Comunione e a 18 anni il sacramento della Cresima. Terminati gli studi
nella scuola superiore Marcin Wadowita di Wadowice, nel 1938 si
iscrisse all’Università Jagellónica di Cracovia. Quando le forze di
occupazione naziste chiusero l’Università nel 1939, il giovane Karol
lavorò (1940-1944) in una cava ed, in seguito, nella fabbrica chimica
Solvay per potersi guadagnare da vivere ed evitare la deportazione in
Germania. A partire dal 1942, sentendosi chiamato al sacerdozio,
frequentò i corsi di formazione del seminario maggiore clandestino di
Cracovia, diretto dall’Arcivescovo di Cracovia, il Cardinale Adam
Stefan Sapieha. Nel contempo, fu uno dei promotori del "Teatro
Rapsodico", anch’esso clandestino. Dopo la guerra, continuò i suoi studi
nel seminario maggiore di Cracovia, nuovamente aperto, e nella Facoltà
di Teologia dell’Università Jagellónica, fino alla sua ordinazione
sacerdotale avvenuta a Cracovia il 1° novembre 1946, per le mani
dell’Arcivescovo Sapieha. Successivamente fu inviato a Roma, dove,
sotto la guida del domenicano francese P. Garrigou-Lagrange, conseguì
nel 1948 il dottorato in teologia, con una tesi sul tema della fede nelle
opere di San Giovanni della Croce (Doctrina de fide apud Sanctum
Ioannem a Cruce). In quel periodo, durante le sue vacanze, esercitò il
ministero pastorale tra gli emigranti polacchi in Francia, Belgio e
Olanda. Nel 1948 ritornò in Polonia e fu coadiutore dapprima nella
parrocchia di Niegowić, vicino a Cracovia, e poi in quella di San
Floriano, in città. Fu cappellano degli universitari fino al 1951, quando
riprese i suoi studi filosofici e teologici. Nel 1953 presentò
all’Università cattolica di Lublino la tesi: "Valutazione della possibilità
di fondare un'etica cristiana a partire dal sistema etico di Max Scheler".
Più tardi, divenne professore di Teologia Morale ed Etica nel seminario
maggiore di Cracovia e nella Facoltà di Teologia di Lublino. Il 4 luglio
1958, il Papa Pio XII lo nominò Vescovo titolare di Ombi e Ausiliare di
Cracovia. Ricevette l’ordinazione episcopale il 28 settembre 1958 nella
cattedrale del Wawel (Cracovia), dalle mani dell’Arcivescovo
Eugeniusz Baziak. Il 13 gennaio 1964 fu nominato Arcivescovo di
Cracovia da Papa Paolo VI, che lo creò e pubblicò Cardinale nel
Concistoro del 26 giugno 1967, del Titolo di S. Cesareo in Palatio,
Diaconia elevata pro illa vice a Titolo Presbiterale.
Partecipò al Concilio Vaticano II (1962-1965) con un contributo
importante nell’elaborazione della costituzione Gaudium et spes. Il
Cardinale Wojtyła prese parte anche alle 5 assemblee del Sinodo dei
Vescovi anteriori al suo Pontificato.
I Cardinali, riuniti in Conclave, lo elessero Papa il 16 ottobre 1978.
Prese il nome di Giovanni Paolo II e il 22 ottobre iniziò solennemente il
ministero Petrino, quale 263° successore dell’Apostolo.
Il suo pontificato è stato uno dei più lunghi della storia della Chiesa ed è
durato quasi 27 anni. Giovanni Paolo II ha esercitato il suo ministero
con instancabile spirito missionario, dedicando tutte le sue energie
sospinto dalla sollecitudine pastorale per tutte le Chiese e dalla carità
aperta all’umanità intera. I suoi viaggi apostolici nel mondo sono stati
104. In Italia ha compiuto 146 visite pastorali. Come Vescovo di Roma,
ha visitato 317 parrocchie (su un totale di 333). Più di ogni Predecessore
ha incontrato il Popolo di Dio e i Responsabili delle Nazioni: alle
Udienze Generali del mercoledì (1166 nel corso del Pontificato) hanno
partecipato più di 17 milioni e 600 mila pellegrini, senza contare tutte le
altre udienze speciali e le cerimonie religiose [più di 8 milioni di
pellegrini solo nel corso del Grande Giubileo dell’anno 2000], nonché i
milioni di fedeli incontrati nel corso delle visite pastorali in Italia e nel
mondo.
Numerose anche le personalità governative ricevute in udienza: basti
ricordare le 38 visite ufficiali e le altre 738 udienze o incontri con Capi
di Stato, come pure le 246 udienze e incontri con Primi Ministri. Il suo
amore per i giovani lo ha spinto ad iniziare, nel 1985, le Giornate
Mondiali della Gioventù. Le 19 edizioni della GMG che si sono tenute
nel corso del suo Pontificato hanno visto riuniti milioni di giovani in
varie parti del mondo. Allo stesso modo la sua attenzione per la famiglia
si è espressa con gli Incontri mondiali delle Famiglie da lui iniziati a
partire dal 1994. Giovanni Paolo II ha promosso con successo il dialogo
con gli ebrei e con i rappresentati delle altre religioni, convocandoli in
diversi Incontri di Preghiera per la Pace, specialmente in Assisi.
Sotto la sua guida la Chiesa si è avvicinata al terzo millennio e ha
celebrato il Grande Giubileo del 2000, secondo le linee indicate con la
Lettera apostolica Tertio millennio adveniente. Essa poi si è affacciata al
nuovo evo, ricevendone indicazioni nella Lettera apostolica Novo
millennio ineunte, nella quale si mostrava ai fedeli il cammino del
tempo futuro.
Con l’Anno della Redenzione, l’Anno Mariano e l’Anno dell’Eucaristia,
Giovanni Paolo II ha promosso il rinnovamento spirituale della Chiesa.
Ha dato un impulso straordinario alle canonizzazioni e beatificazioni,
per mostrare innumerevoli esempi della santità di oggi, che fossero di
incitamento agli uomini del nostro tempo: ha celebrato 147 cerimonie di
beatificazione - nelle quali ha proclamato 1338 beati - e 51
canonizzazioni, per un totale di 482 santi. Ha proclamato Dottore della
Chiesa santa Teresa di Gesù Bambino.
Ha notevolmente allargato il Collegio dei Cardinali, creandone 231 in 9
Concistori (più 1 in pectore, che però non è stato pubblicato prima della
sua morte). Ha convocato anche 6 riunioni plenarie del Collegio
Cardinalizio. Ha presieduto 15 assemblee del Sinodo dei Vescovi: 6
generali ordinarie (1980, 1983, 1987, 1990; 1994 e 2001), 1 assemblea
generale straordinaria (1985) e 8 assemblee speciali (1980, 1991, 1994,
1995, 1997, 1998 [2] e 1999).
Tra i suoi documenti principali si annoverano 14 Lettere encicliche, 15
Esortazioni apostoliche, 11 Costituzioni apostoliche e 45 Lettere
apostoliche.
Ha promulgato il Catechismo della Chiesa cattolica, alla luce della
Tradizione, autorevolmente interpretata dal Concilio Vaticano II.
Ha riformato i Codici di diritto Canonico Occidentale e Orientale, ha
creato nuove Istituzioni e riordinato la Curia Romana. A Papa Giovanni
Paolo II, come privato Dottore, si ascrivono anche 5 libri: “Varcare la
soglia della speranza” (ottobre 1994); "Dono e mistero: nel
cinquantesimo anniversario del mio sacerdozio" (novembre 1996);
“Trittico romano”, meditazioni in forma di poesia (marzo 2003);
“Alzatevi, andiamo!” (maggio 2004) e “Memoria e Identità” (febbraio
2005).
Giovanni Paolo II è morto in Vaticano il 2 aprile 2005, alle ore 21.37,
mentre volgeva al termine il sabato e si era già entrati nel giorno del
Signore, Ottava di Pasqua e Domenica della Divina Misericordia.
Da quella sera e fino all’8 aprile, quando hanno avuto luogo le Esequie
del defunto Pontefice, più di tre milioni di pellegrini sono confluiti a
Roma per rendere omaggio alla salma del Papa, attendendo in fila anche
fino a 24 ore per poter accedere alla Basilica di San Pietro.
Il 28 aprile successivo, il Santo Padre Benedetto XVI ha concesso la
dispensa dal tempo di cinque anni di attesa dopo la morte, per l’inizio
della Causa di beatificazione e canonizzazione di Giovanni Paolo II.
La Causa è stata aperta ufficialmente il 28 giugno 2005 dal Cardinale
Camillo Ruini, Vicario Generale per la diocesi di Roma.
Il primo maggio del 2011 è stato beatificato.
Silenzio per l’adorazione e la preghiera personale
Canto
Lodi all’ Altissimo
TESTIMONIANZA DI UNA COPPIA DI SPOSI
PROCLAMAZIONE DEL VANGELO:
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv.15,12-17)
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli
altri come io ho amato voi. Nessuno ha amore più grande
di questo: dare la vita per i propri amici.
Voi siete miei amici, se fate ciò che vi comando. Non vi
Tu sei Santo, Signore Dio,
Tu sei forte, Tu sei grande.
Tu sei l’Altissimo, l’Onnipotente.
Tu Padre Santo, Re del cielo.
Tu sei Trino, Uno Signore,
Tu sei il bene, tutto il bene.
Tu sei l’Amore, Tu sei il vero,
Tu sei umiltà, Tu sei sapienza.
chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il
Tu sei bellezza Tu sei la pace,
la sicurezza, il gaudio, la letizia.
Tu sei speranza, tu sei giustizia,
Tu temperanza ed ogni ricchezza.
Tu sei il Custode, Tu sei mitezza,
Tu sei rifugio, Tu sei fortezza.
Tu carità, fede e speranza,
Tu sei tutta la nostra dolcezza.
Tu sei la Vita, eterno gaudio,
Signore grande, Dio ammirabile.
Onnipotente, o Creatore,
o Salvatore di misericordia
Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.
padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che
ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi
avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti
perché
andiate
e
portiate
frutto
e
il
vostro
frutto
rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel
mio nome, ve lo conceda.
C. Parola del Signore.
R. Lode a Te, o Cristo
OMELIA DEL VESCOVO
Silenzio per l’adorazione e la preghiera personale
Dio, dal quale proviene ogni paternità in cielo e in terra,
Padre, che sei Amore e Vita,
fa che ogni famiglia umana sulla terra diventi,
mediante il tuo Figlio, Gesù Cristo, "nato da Donna"
e mediante lo Spirito Santo, sorgente di divina carità
un vero santuario della vita e dell'amore
per le generazioni che sempre si rinnovano.
Fa' che la tua grazia guidi i pensieri e le pene dei coniugi
verso il bene delle loro famiglie e di tutte le famiglie del mondo.
Fa' che le giovani generazioni trovino nella famiglia
un forte sostegno per la loro umanità
e la loro crescita nella verità e nell'amore.
Fa' che l'amore, rafforzato dalla grazia del sacramento del matrimonio,
si dimostri più forte di ogni debolezza e di ogni crisi, attraverso le quali,
a volte, passano le nostre famiglie.
Fa', infine, te lo chiediamo per intercessione della Sacra Famiglia di
Nazareth, che la Chiesa in mezzo a tutte le nazioni della terra
possa compiere fruttuosamente la sua missione
nella famiglia e mediante la famiglia.
Tu che sei la Vita, la Verità e l'Amore,
nell'unità del Figlio e dello Spirito Santo. Amen
Beato Giovanni Paolo II
BENEDIZIONE EUCARISTICA
Tantum ergo Sacraméntum
venerémur cérnui:
et antíquum documéntum
novo cedat rítui:
praestet fides suppleméntum
sénsuum deféctui.
Genitóri, Genitóque laus et jubilátio,
salus, hónor, virtus quoque
sit et benedíctio:
procedénti ab utróque
cómpar sit laudátio
Orazione
Il Vescovo:
Signore Gesù Cristo,
che nel mirabile sacramento dell'Eucaristia
ci hai lasciato il memoriale della tua Pasqua,
fa' che adoriamo con viva fede
il santo mistero del tuo corpo e del tuo sangue,
per sentire sempre in noi i benefici della redenzione.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
R. Amen.
Il Vescovo imparte la benedizione eucaristica.
ACCLAMAZIONI
Dio sia benedetto.
Benedetto il suo santo nome.
Benedetto Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo.
Benedetto il nome di Gesù.
Benedetto il suo sacratissimo Cuore.
Benedetto il suo preziosissimo Sangue.
Benedetto Gesù nel santissimo Sacramento dell'altare.
Benedetto lo Spirito Santo Paraclito.
Benedetta la gran Madre di Dio, Maria santissima.
Benedetta la sua santa e immacolata concezione.
Benedetta la sua gloriosa assunzione.
Benedetto il nome di Maria, vergine e madre.
Benedetto san Giuseppe, suo castissimo sposo.
Benedetto Dio nei suoi angeli e nei suoi santi.
Mentre si ripone il Santissimo Sacramento l’assemblea canta
Canto: Sono solo un uomo
Io lo so Signore che vengo da lontano
prima nel pensiero e poi nella tua mano
io mi rendo conto che Tu sei la mia vita
e non mi sembra vero di pregarti così.
“Padre di ogni uomo” e non ti ho visto mai
“Spirito di vita” e nacqui da una donna
“Figlio, mio fratello” e sono solo un uomo
eppure io capisco che tu sei verità.
E imparerò a guardare tutto il mondo
con gli occhi trasparenti di un bambino
e insegnerò a chiamarti “Padre nostro”
nostro”
ad ogni figlio che diventa uomo.
(2 v.)
Io lo so Signore che tu mi sei vicino,
luce alla mia mente guida al mio cammino.
Mano che sorregge sguardo che perdona
e non mi sembra vero che tu esista così.
Dove nasce amore tu sei la sorgente,
dove c’è una croce tu sei la speranza.
Dove il tempo ha fine tu sei vita eterna:
e so che posso sempre contare su di te.
E accoglierò la vita come un dono
e avrò il coraggio di morire anch’io
e incontro a te verrò col mio fratello
. (2 v.)
che non si sente amato da nessuno
Il Vescovo consegna quindi un simbolo che è stato messo a
contatto con le Reliquie del Beato Giovanni Paolo II.
Canto finale: Chi ci separerà
Chi ci separerà dal suo amore
la tribolazione, forse la spada?
Né morte o vita ci separerà
dall’amore in Cristo Signore.
Chi ci separerà dalla sua pace
la persecuzione, forse il dolore?
Nessun potere ci separerà
da Colui che è morto per noi.
Chi ci separerà dalla sua gioia
chi potrà strapparci il suo perdono?
Nessuno al mondo ci allontanerà
dalla vita in Cristo Signore.
ADORAZIONE EUCARISTICA
diocesana
24 marzo 2012
Chiesa Maria Immacolata
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