Allegato 7 Schede chimico-tossicologiche (radionuclidi) Generalità e destino ambientale Livelli ed esposizione Effetti Informazioni generali. Il Pu è un elemento metallico radioattivo (primariamente alfaemittente) con numero atomico 94, scoperto dall’ Università di Berkeley nel 1940. Il Pu è fondamentalmente di origine antropogenica (industria bellica o civile). Nella produzione del Pu i due isotopi più abbondanti sono il 239Pu e 241 Pu, per assorbimento di neutroni da parte dell’238U, con emivite rispettivamente di 24000 e 14.4 anni. L’isotopo naturale è il 244Pu, con emivita di 8.00 × 107 anni. I livelli più elevati ambientali si riscontrano nelle zone che sono state soggette a esplosioni/bombardamenti nucleari, o sotto impatto di centrali nucleari. Il mare Mediterraneo è generalmente considerato un punto di fondo ambientale del Pu, con l’eccezione delle zone in cui sono stati sganciati in passato accidentalmente ordigni termonucleari (Palomares, Spagna). Livelli nei prodotti ittici. I livelli di fondo nelle acque del Mediterraneo si attestano intorno ai 2 Bq/m3: in vicinanza di siti esposti si passa a 12 Bq/m3 per presenza di 239Pu e 240Pu. In tale regione geografica, non sono riportati dati recenti sulla presenza degli isotopi artificiali del Pu negli alimenti. Indagini effettuate dall’UK MAFF nel 2005 riportano livelli negli alimenti di origine animale nell’ordine di 1 × 10-5 Bq/g. La US FDA, in seguito agli incidenti nucleari, nel 2005 ha stabilito un Livello di Intervento Derivato (DIL) per stabilire la provenienza degli alimenti da luoghi geografici irradiati. Il DIL per 238Pu + 239Pu + 241Am è di 2 × 10–3 Bq/g. Effetti sulla salute/endpoints tossicologici. Di fatto il Pu è un potenziale genotossico per la sua radioattività sul sistema scheletrico, epatico e linfopoietico. Non è possibile al momento indicare valori guida per l’esposizione alimentare a Pu, per la mancanza di adeguati dati tossicologici in animali e esseri umani, data la bassissima biodisponibilità per via orale. Destino ambientale. Il Pu si può ritrovare nella colonna d’acqua in mari sottoposti a impatto di reflui da centrali nucleari. La catena trofica partendo dall’acqua, passa al fitoplacton, allo zooplancton e ai pesci. Nello zooplancton si ritrova circa il 50 % del Pu legato alla frazione corpuscolata. Nei pesci, la maggiore concentrazione si ritrova nelle branchie, a dimostrare l’origine acquatica dell’esposizione. Esposizione. La principale fonte di esposizione al Pu è rappresentata dalla via respiratoria, dove il Pu, in forma di ossido, ha una biodisponibilità del 20–60 %, in ragione delle dimensioni del particolato. La via alimentare non sembra rilevante. Il Pu assorbito di solito si localizza a livello di linfonodi. Se assunto per via sistemica, per esempio attraverso ferite, si distribuisce al fegato e al tessuto osseo. Bibliografia Sanchez-Cabeza et al. (2003). Sci Tot Env 311, 233–245. United States Nuclear Regulatory Commission (2003). Plutonium Fact sheet. US Agency for Toxic Substances and Disease Registry (ATSDR) Toxicological Profile for Plutonium. FDA (2005). FDA/ORA CPG 7119.14, Sec. 560.750 Guidance Levels for Radionuclides in Domestic and Imported Foods (CPG 7119.14). Plutonio Pu CAS # 7440-07-5 Progetto F.I.S.R. Valorizzazione del prodotto ittico nazionale mediante tipizzazione geografica dell’esposizione ambientale a microcontaminanti, della composizione acidica delle carni e delle condizioni di benessere delle specie allevate Enti partecipanti Istituto Superiore di Sanità, CNR Venezia, IZS Roma, Istituto Mario Negri, Università di Bologna Con il supporto di COOP Italia e FEDERPESCA Contatti [email protected] [email protected] [email protected] Generalità e destino ambientale Livelli ed esposizione Effetti Informazioni generali. Il Th è un metallo pesante radioattivo, di numero atomico 90, emettitore alfa per quanto riguarda l’isotopo 232 Th, il più abbondante (> 99.99 %) e stabile, con un tempo di emivita di 1.4 × 1010 anni. Gli altri isotopi del Th costituiscono una frazione minore (< 0.01 %) e hanno emivite notevolmente più brevi. Livelli nei prodotti ittici. I valori di riferimento per il 232Th nel pesce Europeo sono di 10 mBq/kg, valori circa 10 volte superiori ai corrispondenti riferimenti per la carne. Pesci pescati in fiumi in vicinanza di miniere di rame, hanno rilevato concentrazioni di 572 mBq/kg. Effetti sulla salute/endpoints tossicologici. Studi su animali di laboratorio e di medicina occupazionale hanno dimostrato che i polmoni, il fegato, il tessuto osseo e il sistema ematopoietico sono gli organi bersaglio, specie per esposizioni per via inalatoria. Esposizioni croniche possono essere correlate con l’insorgenza di tumori, specie a carico dell’apparato scheletrico e del polmone, dove il composto si rileva alle concentrazioni maggiori. Un NOAEL di 0.55 nCi/m3 è stato individuato dopo esperimenti di tossicità cronica in animali da laboratorio, per effetti sistemici sul sistema ematopoietico, epatico, renale, muscoloscheletrico e respiratorio. Destino ambientale. Il 232Th è presente come costituente naturale della crosta terreste a livelli di fondo nell’intervallo di 25–50 Bq/kg; particolarmente concentrato nelle rocce magmatiche, quali i graniti, cui spesso si trova associato ad altri radionuclidi, quali l’238U. In Italia sono le rocce vulcaniche, presenti ad esempio nelle aree ad elevata radioattività naturale di Toscana, Lazio e Campania, che possono costituire la principale sorgente di 232 Th. Nel mare Mediterraneo, un sito geologicamente rilevante per la presenza di sabbie di Monazide (fosfato di Th e terre rare, con presenza tra il 3 e il 12 % di ossido di Th) è il delta del Nilo. La sua immissione nell’ambiente è associata all’industria mineraria, specialmente a quella del Cu, alle terre e sabbie utilizzate per l’estrazione di tale metallo, che se utilizzate per uso agricolo o zootecnico, o se dilavate nell’acqua, possono dare luogo a contaminazioni degli alimenti sia di origine vegetale che di origine animale. Il 232 Th trova anche applicazione nell’industria della ceramica e aerospaziale, nelle lampade per l’illuminazione e quale combustibile per le reazioni nucleari. Esposizione. La principale via di esposizione non professionale è costituita dall’inalazione (2/3 della dose assunta), in quanto la biodisponibilità gastroenterica è scarsa (0.1–1 % su circa 1/3 della dose assunta) e varia sia con l’età (individui giovani maggiormente esposti) sia con la forma chimica (i nitrati hanno una biodisponibilità quattro volte superiore agli ossidi). Tra i prodotti alimentari, i maggiori contributi sembrano essere dovuti ai vegetali. L’esposizione alimentare per il 232Th viene stimata nell’intervallo 1–10 Bq/anno (Q.10–Q.90), con una media di 1.7 Bq/anno nei paesi Europei, ed è di fatto ritenuta sostanzialmente priva di effetti sulla salute. Bibliografia Agency for Toxic Substances and Disease Registry - U.S. Public Health Service (1990). Toxicological Profile for Thorium. UNSCEAR (2002). Exposures from natural radiation sources. Torio Th CAS # 7440-29-1 Progetto F.I.S.R. Valorizzazione del prodotto ittico nazionale mediante tipizzazione geografica dell’esposizione ambientale a microcontaminanti, della composizione acidica delle carni e delle condizioni di benessere delle specie allevate Enti partecipanti Istituto Superiore di Sanità, CNR Venezia, IZS Roma, Istituto Mario Negri, Università di Bologna Con il supporto di COOP Italia e FEDERPESCA Contatti [email protected] [email protected] [email protected] Generalità e destino ambientale Livelli ed esposizione Effetti Informazioni generali. L’U è un elemento metallico ubiquitario caratterizzato da debole radioattività naturale. Esistono diversi isotopi caratterizzati da differente radioattività. I principali sono: 238U (99.274 %), 235U (0.720 %), 234U (0.005 %). Tutti decadono emettendo particelle α. L’isotopo 235U ha particolare importanza nella tecnica nucleare per le sue caratteristiche fissili, mentre l’isotopo 238U ha particolare rilievo nella produzione di 239Pu. Rispetto ad altri radionuclidi, l’U ha bassa attività specifica a causa dell’emivita estremamente lunga. Tale elemento è stato tradizionalmente utilizzato nella produzione di coloranti, nell’industria nucleare e delle armi nucleari, direttamente o dopo arricchimento nell’isotopo 235U. Il sottoprodotto del processo di arricchimento è chiamato U “depleto” (DU, contenente l’isotopo 235U in quantità intorno allo 0.2 % o inferiore). Sorgenti nell’ambiente sono la dissoluzione di depositi naturali, emissioni dell’industria nucleare, fertilizzanti, combustione di carbone e altri combustibili. Livelli nei prodotti ittici. Nonostante la scarsità di dati esistenti, si può affermare che negli alimenti i livelli più elevati di U si riscontrano in molluschi e crostacei di origine Statunitense e dal Regno Unito (da 9.5 a 31 µg/kg). Campioni derivanti dal mare Irlandese hanno fornito i seguenti livelli di 238U: merluzzo 0.3–0.7 µg/kg, molluschi 70–140 µg/kg. Effetti sulla salute/endpoints tossicologici. Sebbene esista il rischio di effetti tossici radiologici per ingestione di uranio naturale, il principale effetto sulla salute è dovuto a tossicità di tipo chimico. L’U tende a formare composti insolubili, non facilmente assorbibili dall’organismo. La frazione assorbita si deposita nel tessuto osseo ove rimane con un’emivita di circa un anno. Viene lentamente escreto tramite il rene ove, ad alte dosi, può causare effetti tossici. (principale organo bersaglio). Proprio sulla tossicità renale in ratti maschi esposti ad U per 91 gg, è stato stabilito un LOAEL di 0.6 mg/kg, da cui è stato derivato il TDI. Tra gli effetti riscontrati in test di laboratorio a dosi elevate: alterazioni riproduttive e nello sviluppo, diminuita crescita ossea e neurotossicità. Destino ambientale. Sebbene i livelli in suoli agricoli possano raggiungere i 15 mg/kg a causa dell’utilizzo di fertilizzanti fosforati, l’U non viene trasferito facilmente dal suolo alle colture e ha un basso fattore di trasferimento dal foraggio agli animali. Esposizione. L’esposizione avviene per inalazione di polveri contaminate o per ingestione di alimenti e bevande contaminati. In alcuni casi, l’acqua potabile può fornire il principale contributo all’esposizione (50 %). Il WHO ha stabilito un TDI di 0.6 µg/kg-bw die per U solubile, che risulta avere una maggiore biodisponibilità (1.2 %) rispetto all’U insolubile (0.2 %). Secondo l’EFSA, l’esposizione della popolazione generale europea adulta varia tra 0.05 e 0.28 µg/kg-bw die. Anche sotto l’ipotesi più conservativa (alti consumi in siti contaminati), comunque l’esposizione si mantiene sotto il TDI, oscillando tra 0.39 (lower bound) e 0.45 (upper bound) µg/kg-bw die. Bibliografia EFSA (2009). The EFSA Journal 1018, 1–59. UK FSA (2004). Uranium-238 in the 2001 Total Diet Study. Agency for Toxic Substances and Disease Registry - U.S. Public Health Service (2011). Toxicological Profile for Uranium. Uranio U CAS # 7440-61-1 Progetto F.I.S.R. Valorizzazione del prodotto ittico nazionale mediante tipizzazione geografica dell’esposizione ambientale a microcontaminanti, della composizione acidica delle carni e delle condizioni di benessere delle specie allevate Enti partecipanti Istituto Superiore di Sanità, CNR Venezia, IZS Roma, Istituto Mario Negri, Università di Bologna Con il supporto di COOP Italia e FEDERPESCA Contatti [email protected] [email protected] [email protected]