Appunti di Economia - Libero Community Siti Personali

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A p p u n t i d i E c o n o mi a
Capitolo 6
Mi s u ra d el p rod otto e d el red d i to n azi on al e
Introduzione .................................................................................................................. 2
Il prodotto nazionale lordo (PNL)................................................................................. 2
Metodi di misura del prodotto nazionale lordo ................................................................. 2
Metodo del flusso dei prodotti...................................................................................... 3
Metodo del flusso dei guadagni .................................................................................... 4
Equivalenza dei due metodi ......................................................................................... 4
Contabilità delle imprese e PNL ...................................................................................... 5
Il problema del doppio computo ...................................................................................... 6
Il metodo del “valore aggiunto” ................................................................................... 6
PNL reale e PNL nominale.............................................................................................. 7
Panoramica della contabilità nazionale ........................................................................... 9
Investimenti e formazione di capitale ........................................................................... 9
Investimenti netti ed investimenti lordi.................................................................... 10
Il settore pubblico ..................................................................................................... 11
I trasferimenti pubblici........................................................................................... 11
Il debito pubblico ............................................................................................... 11
Il bilancio pubblico ufficiale ............................................................................... 12
Imposte ................................................................................................................. 12
Panoramica sulle imposte .................................................................................... 12
Esportazioni ed importazioni ..................................................................................... 14
Esempio numerico ................................................................................................. 15
PNL e prodotto nazionale netto (PNN) ........................................................................... 15
Prodotto interno lordo (PIL) ......................................................................................... 16
Riepilogo sul PNL ........................................................................................................ 16
PNL e PNN: uno sguardo alle cifre del 1988 .................................................................. 16
Metodo del flusso dei prodotti.................................................................................... 16
Metodo del flusso dei costi ........................................................................................ 18
Reddito nazionale disponibile (RND) ............................................................................. 19
Reddito personale disponibile (RD) ............................................................................... 20
Identità tra risparmio e investimenti .............................................................................. 21
Benessere economico netto (BEN) ................................................................................. 23
Incrementi del BEN: valore del tempo libero ed economia sommersa ............................ 23
Decrementi del BEN: danni all’ambiente .................................................................... 24
Appunti di “Economia ed organizzazione aziendale” – Capitolo 6
Introduzione
La teoria economica concentra la propria attenzione su concetti economici che si
possono misurare effettivamente, ossia su grandezze economiche: i prezzi del
grano, le quotazioni delle azioni, i tassi di interesse, il numero di persone occupate,
il livello dei prezzi. In questa sede ci occupiamo dell’importantissimo problema della
contabilità del reddito nazionale e del prodotto nazionale. In particolare, la nostra
attenzione è rivolta alla misura del prodotto nazionale lordo (brevemente PNL),
che, in poche parole, è il valore totale, in moneta (cioè in lire per quanto
riguarda l’Italia), della produzione nazionale .
IIll p
prrood
doottttoo n
naazziioon
naallee lloorrd
doo ((P
PN
NL
L))
Il PNL è da molti considerato come una delle grandi invenzioni di questo secolo: i
dati relativi al PNL aiutano i responsabili della politica economica a pilotare il
sistema verso gli obbiettivi del paese.
Il PNL designa il valore totale, in moneta, dei beni e servizi finali prodotti da
una nazione durante uno specifico anno . Si tratta dunque di una cifra, espressa
generalmente in migliaia di miliardi, alla quale si perviene applicando il “metro
monetario” ai diversi beni e servizi che il paese produce sfruttando le risorse a
disposizione ( 1).
Il PNL viene usato per molti scopi, il più importante dei quali è sicuramente la
misura delle prestazioni globali di un sistema economico.
In termini più concreti, il PNL è uguale alla somma dei valori monetari di:
1) i beni di consumo;
2) gli investimenti lordi;
3) gli acquisti di beni e servizi da parte del settore pubblico;
4) le esportazioni nette verso altri paesi.
Per comprendere bene a cosa corrispondano queste voci e come venga
effettivamente calcolato il PNL adotteremo il seguente metodo: partiremo dal calcolo
del PNL in un modello di sistema semplificato in cui siano in circolazione solo i beni
di consumo; successivamente, perfezioneremo il nostro modello aggiungendo via via
le varie voci citate e giungendo ad una espressione definitiva del PNL.
Metodi di misura del prodotto nazionale lordo
In questo primo paragrafo sul calcolo concreto del PNL, faremo vedere che esistono
due metodi del tutto equivalenti di calcolo:
•
metodo basato sul flusso dei prodotti;
•
metodo basato sul flusso dei guadagni.
Per illustrare questi due metodi, cominciamo a considerare, così come anticipato
in precedenza, un mondo estremamente semplificato, nel quale non ci sono né il
1
Ricordiamo che per “risorse” a disposizione della produzione di beni e servizi si intendono sempre tre componenti: la
terra, il lavoro ed il capitale.
Autore: Sandro Petrizzelli
2
Misura del prodotto e del reddito nazionale
settore pubblico (per cui sostanzialmente non ci sono imposte da pagare e non ci
sono “azioni economiche” in generale da parte degli enti pubblici) né la possibilità per
gli individui di effettuare investimenti di alcun tipo. Questo significa che il nostro
sistema economico semplificato consiste banalmente nella produzione dei beni e
servizi finali di consumo, ossia beni e servizi prodotti dalle imprese (tramite i fattori
produttivi) e acquistati dalle famiglie (che a loro volta sono le fornitrici dei servizi
produttivi).
Possiamo allora costruire una sorta di circuito economico che descriva il flusso,
di prodotti e di guadagni ( 2), tra sistema delle imprese e sistema delle famiglie:
spese per i consumi
(in lire)
Famiglie
Beni e servizi
finali
Imprese
servizi
produttivi
guadagni e costi
(in lire)
In questa figura si evidenzia il fatto che le famiglie, fornendo alle imprese i servizi
produttivi (lavoro, terra, ecc.) di cui hanno bisogno, consentono ad esse di produrre
beni e servizi finali (pane, automobili, ecc.) che le famiglie stesse acquistano (spese
per i consumi); con i ricavi ottenuti dalle vendite (utili), inoltre, le imprese possono
remunerare le famiglie per le prestazioni offerte (salari, rendite) nonché ricavare dei
guadagni netti (profitti).
M
Meettood
doo d
deell ffllu
ussssoo d
deeii p
prrood
doottttii
Le famiglie consumano, ogni anno, un’ampia varietà di beni (come mele, arance e
pane) e di servizi (come assistenza sanitaria, taglio di capelli, ecc.). Includiamo qui
solo i beni e servizi finali, cioè quelli che vengono acquistati ed usati dai
consumatori. Per acquistare e quindi usufruire ( 3) di questi beni e servizi finali, le
famiglie spendono il loro reddito ( 4). Allora, la somma di tutte le lire spese (in un
anno) per questi beni di consumo finali corrisponde al PNL totale, di questo
sistema economico semplificato, nell’anno considerato . Con riferimento alla figura
di prima, quindi, il PNL corrisponde al valore monetario (cioè in lire) della voce
“spese per i consumi” riportata in alto.
2
Si tenga conto della nota differenza tra flusso economico (o reale) e flusso monetario.
Funzione del consumo
4
In particolare, nel nostro modello semplificato, esse spendono tutto il loro reddito per questo scopo.
3
3
Autore: Sandro Petrizzelli
Appunti di “Economia ed organizzazione aziendale” – Capitolo 6
In questo sistema economico semplice, dunque, è possibile calcolare facilmente il
prodotto nazionale lordo, che sarà la somma dei flussi monetari annuali di beni e
servizi finali:
PNL = (prezzo arance × numero delle arance) + (prezzo mele × numero delle mele) + …
In realtà, come vedremo più avanti e come si è già detto, il calcolo completo del
PNL non può considerare solo le spese per i consumi, ma deve includere tutti i
possibili beni e servizi finali, che comprendono, oltre i consumi, anche gli
investimenti privati, la spesa pubblica per beni e servizi e le esportazioni nette verso il
resto del mondo.
Una parte importante del calcolo delle “spese per i consumi” è l’uso dei prezzi di
mercato come unità di misura nella valutazione dei differenti beni: gli economisti
usano i prezzi di mercato in quanto essi rispecchiano il valore economico relativo dei
diversi beni e servizi.
M
Meettood
doo d
deell ffllu
ussssoo d
deeii ggu
uaad
daaggn
nii
Il metodo alternativo di calcolo del PNL è basato sul considerare tutti i costi che si
sostengono nell’attività di produzione: per una impresa, questi costi comprendono i
salari pagati al lavoro, le rendite pagate alla terra, i profitti pagati al capitale e così
via. Dato che questi costi economici corrispondono anche ai guadagni che le famiglie
ricevono dalla imprese (cioè la voce “guadagni e costi” riportata in basso nella figura
di prima), ecco un altro modo di calcolare il PNL: il PNL, sempre nel modello
semplificato che stiamo considerando, corrisponde al totale dei guadagni dei
fattori produttivi (salari, interessi, rendite e profitti) o, ciò che è lo stesso, al
totale dei costi di produzione dei prodotti finali della società .
E
dii
meettood
uee m
du
deeii d
nzzaa d
uiivvaalleen
Eqqu
Al fine di comprendere l’identità tra i due metodi, consideriamo un sistema
economico semplice, costituito da un barbiere: quest’ultimo va visto sia come
impresa, il cui servizio fornito è il taglio di capelli, sia come famiglia, che percepisce
le remunerazioni (o parte di esse) del taglio. Supponiamo, in particolare, che il
barbiere non abbia alcuna spesa diversa dal lavoro (ad esempio niente imposte da
pagare). Supponiamo che egli venda 10 tagli di capelli a 6000 lire al taglio, per un
totale di 60000 lire:
•
con il metodo del flusso dei prodotti, dato che il valore monetario totale del
servizio finale offerto è 60000 lire, deduciamo che PNL = 60000 lire;
•
con il metodo del flusso dei guadagni, il totale delle remunerazione del
barbiere (in salari o in profitti) è ancora di 60000, per cui anche qui PNL =
60000 lire, a testimonianza dell’uguaglianza tra i due metodi.
Dov’è l’ “inghippo” ? E’ evidentemente nel fatto che, nella voce “guadagni e costi”
della figura di prima, abbiamo aggiunto i profitti insieme ai salari ed alle
rendite . Il profitto è dunque ciò che rimane dopo la vendita di un prodotto o un
servizio, al netto quindi dei costi di tutti gli altri fattori (ossia dopo aver pagato
salari, interessi e rendite). In questo senso, dunque, il profitto è quella quantità che
garantisce che i costi o i guadagni risultino esattamente pari al valore dei beni
consumati .
Autore: Sandro Petrizzelli
4
Misura del prodotto e del reddito nazionale
Riepiloghiamo, dunque, nel modo seguente: il PNL può essere misurato sia come
flusso (in termini monetari) di prodotti finali sia come totale dei costi o dei guadagni
dei fattori produttivi usati per generare i prodotti. Dato che il profitto è un residuo,
entrambi i metodi danno lo stesso PNL totale .
Contabilità delle imprese e PNL
Continuiamo a considerare il nostro sistema economico semplificato e vediamo
come passare dai conti economici delle imprese alla contabilità del reddito e del
prodotto nazionale.
Cominciamo col dire che la contabilità di una impresa o di un paese è la
registrazione numerica di tutti i flussi (prodotti, costi, ecc.) relativa ad un dato
periodo di tempo . Nella seguente tabella sono riportati, a titolo di esempio, i
risultati di un anno di operazioni di una singola tipica impresa agricola:
Conto profitti e perdite di una tipica impresa agricola
(in migliaia di lire)
Produzione nell’attività agricola
Vendite di beni
(grano, mele, ecc.)
Totale
Redditi
Costi di produzione:
1000 Salari
Rendite
Interessi
Profitti (residuo)
1000
Totale
800
100
25
75
1000
Nella colonna di sinistra sono riportate le vendite dei prodotti finali (utili), mentre
nella parte destra sono riportati i vari costi di produzione (redditi). Il totale delle due
colonne è chiaramente uguale (£ 1000000), in virtù del fatto di aver ancora una volta
incluso i profitti veri e propri (£ 75000) insieme ai salari (£ 800000), alle rendite (£
100000) ed agli interessi (£ 25000).
A questo punto, diventa semplice costruire la contabilità del PNL per un semplice
sistema economico agricolo in cui non ci siano né settore pubblico né investimenti.
Ad esempio, supponendo che tale sistema sia formato da 10 milioni di aziende
agricole identiche a quella della tabella precedente, si ottiene quanto segue:
Contabilità del prodotto nazionale
(in miliardi di lire)
Flusso di prodotti
Prodotto finale
(10 × 1000)
PNL totale
Flusso di redditi
Costi o redditi:
10 000 Salari (10×800)
Rendite (10×100)
Interessi (10×25)
Profitti (10×75)
10 000
PNL totale
5
8000
1000
250
750
10 000
Autore: Sandro Petrizzelli
Appunti di “Economia ed organizzazione aziendale” – Capitolo 6
Come si vede, la contabilità nazionale effettua semplicemente la somma di tutti i
prodotti (colonna di sinistra) e di tutti i costi (colonna di destra) dei 10 milioni di
imprese agricole identiche, per ottenere in entrambi i casi un PNL di 10000 miliardi
di lire.
Il problema del doppio computo
Fino ad ora, abbiamo definito il PNL sostanzialmente come valore della
“produzione totale di beni e servizi finali”, dove con quest’ultima dizione intendiamo
ciò che viene generato e venduto per consumo o investimento. Di conseguenza, per
definizione il PNL esclude i cosiddetti beni intermedi, ossia quei beni che
vengono usati per produrre altri beni : per esempio, il PNL include il pane ma non il
grano usato per produrlo, così come include le automobili ma non il vetro o l’acciaio
usati per il loro assemblaggio.
Se calcoliamo il PNL mediante il flusso dei prodotti (cioè come equivalente
monetario dei prodotti finali consumati dalle famiglie), è abbastanza evidente che
l’esclusione dei prodotti intermedi non crea complicazioni: infatti, le famiglie
ricevono direttamente il pane e le automobili, mentre invece non hanno a che fare
con il grano e con la farina oppure con il vetro e con l’acciaio, che vengono usati solo
in seno alle imprese e non compaiono quindi mai come prodotti finali nel PNL.
Se invece calcoliamo il PNL tramite il flusso dei guadagni, allora è opportuno fare
qualche considerazione in più, di cui ci occupiamo nel prossimo paragrafo.
IIll m
nttoo””
un
deell ““vvaalloorree aaggggiiu
doo d
meettood
Quando si calcola il PNL attraverso il flusso dei guadagni, è necessario
considerare solo il cosiddetto valore aggiunto di ciascuna impresa: il valore
aggiunto è la differenza tra le vendite complessive di una impresa ed i suoi
acquisti di materiali e servizi da altre imprese .
In altre parole, il calcolo del PNL tramite il flusso dei guadagni deve includere tutti
i costi relativi a fattori diversi dalle imprese, mentre invece deve escludere tutti gli
eventuali pagamenti fatti ad altre imprese: il calcolo deve perciò includere i costi
delle imprese sotto forma di salari, di pagamenti di interessi e di dividendi,
mentre invece deve escludere gli acquisti di grano o di acciaio o di energia
elettrica o altro . Il motivo di questa esclusione appare evidente: tali acquisti
compariranno sicuramente nel calcolo del PNL attraverso il valore aggiunto delle
altre imprese, dalle quali provengono questo tipo di beni o servizi.
In altre parole, una azienda che produce automobili utilizzando acciaio entra nel
calcolo del PNL solo tramite le automobili vendute, mentre invece una azienda che
produce acciaio entrerà nel PNL tramite le quantità di acciaio vendute: nel primo
caso, l’acciaio è un bene intermedio e quindi non serve ai fini del calcolo del PNL,
mentre invece nel secondo caso è il bene finale venduto e quindi deve essere
conteggiato.
Il metodo del valore aggiunto ha dunque il principale pregio di eliminare le spese
intermedie che figurano nei conti profitti e perdite di agricoltori, mugnai, fornai e
negozianti di generi alimentari. Possiamo anche fare un esempio dettagliato per
illustrare ancora meglio tale metodo. Consideriamo perciò i diversi stadi di
produzione del pane, che consistono sostanzialmente nel passare dal grano alla
farina all’impasto cotto al pane, che è il prodotto finale venduto. La tabella seguente
illustra l’applicazione del metodo del valore aggiunto, calcolando appunto il valore
aggiunto ad ogni stadio della produzione:
Autore: Sandro Petrizzelli
6
Misura del prodotto e del reddito nazionale
Ricavi, costi e valore aggiunto nella produzione del pane
(in lire alla pagnotta)
Stadio di
Produzione
Grano
Farina
Impasto cotto
Pane al minuto
Totale
Ricavi delle
vendite
Valore aggiunto
(salari, profitti, ecc.)
Costo dei materiali o
dei beni intermedi
24
33
60
90
- 0
- 24
- 33
- 60
=
=
=
=
24
9
27
30
207
- 117
=
90
Nella prima colonna a sinistra compaiono i prodotti di ogni stadio della
produzione: tranne l’ultimo stadio (il cui prodotto è il pane poi effettivamente
venduto), tutti gli altri sono prodotti intermedi.
Nella seconda colonna sono riportati i corrispondenti ipotetici ricavi: “ipotetici” in
quanto i prodotti intermedi non saranno effettivamente venduti, per cui l’unico
ricavo effettivo è quello del pane (£ 90 alla pagnotta).
Nella terza colonna troviamo sostanzialmente l’essenza dell’applicazione del
metodo del valore aggiunto: per ciascuno stadio di produzione, ai ricavi vengono
sottratti tutti i costi di materiali e prodotti intermedi non ottenuti in quello stadio
ma acquistati da altre imprese . In questo modo, si ottiene il valore aggiunto
dell’impresa ad ogni stadio della produzione. Ad esempio, dalla vendita della farina
(£ 33) viene sottratto il costo del grano (£ 24), ottenendo il corrispondente valore
aggiunto (£ 9).
Così facendo, basta sottrarre i costi totali (£ 117) ai ricavi totali (£ 207), in modo
da ottenere il valore aggiunto totale (£ 90 alla pagnotta), non a caso corrispondente
esattamente ai ricavi relativi al solo prodotto finale (il pane).
Possiamo dunque riassumere nel modo seguente: il metodo del valore aggiunto
prevede che, per evitare doppi computi (o duplicazioni), si proceda ad includere
nel PNL soltanto i beni finali ed a escludere i beni intermedi per produrre i beni
finali . Misurando quindi il valore aggiunto in ogni stadio, badando cioè a sottrarre le
spese per l’acquisto di beni intermedi da altre imprese, si evita ogni duplicazione,
registrando una sola volta i salari, gli interessi, le rendite ed i profitti.
PNL reale e PNL nominale
Si è detto più volte che il PNL è, per definizione, il valore monetario di beni e
servizi. Si è detto anche che, per misurare questo valore monetario, si usano i prezzi
di mercato dei vari beni e servizi. Sorge allora il problema per cui, come noto, i
prezzi variano nel tempo (essenzialmente a causa dell’azione dell’inflazione), mentre
invece sarebbe opportuno avere una misura del prodotto nazionale e del reddito
nazionale che usi un metro rigido ed invariante. Si riesce allora a riparare a questo
inconveniente tramite l’uso del cosiddetto indice dei prezzi, ossia una misura del
prezzo medio di un paniere di beni.
Un indice dei prezzi è sostanzialmente una media pesata dei prezzi. L’indice dei
prezzi usati per eliminare l’inflazione (ossia per “deflazionare” il PNL) è detto
deflatore del PNL ed è, per definizione, una media pesata dei prezzi di tutti i beni
7
Autore: Sandro Petrizzelli
Appunti di “Economia ed organizzazione aziendale” – Capitolo 6
compresi nel PNL, dove il “peso” di ciascun bene è pari alla sua importanza
percentuale nel PNL totale .
Si possono allora calcolare due “tipi” di PNL:
•
calcolando il PNL di un particolare anno usando i prezzi di mercato effettivi
di quell’anno, si ottiene il cosiddetto PNL nominale (detto anche PNL ai
prezzi correnti);
•
calcolando invece il PNL di un particolare anno usando dei prezzi di mercato
costanti e invariabili (potremmo dire di riferimento), si ottiene il cosiddetto
PNL reale. Il PNL reale si ottiene dal PNL nominale dividendolo per
l’indice deflatore del PNL prima introdotto.
Indicando con Q il PNL reale e con P l’indice deflatore dei prezzi, è dunque
evidente che il PNL nominale vale P×
× Q.
Facciamo un esempio che possa chiarirci le idee.
Supponiamo che un paese produca 1000 quintali di grano nell’anno 1999 e poi
1010 quintali nell’anno 2000. C’è stato dunque un aumento dell’1% della produzione
di grano dal 1999 al 2000. Adesso supponiamo che il prezzo di un quintale di grano
sia £ 2000 nell’anno 1999 e £ 2500 nell’anno 2000. I corrispondenti PNL nominali
sono allora i seguenti:
anno 1999 → 1000 × £ 2000 = £ 2 milioni = PNL nominale 1999
anno 2000 → 1010 × £ 2500 = £ 2,525 milioni = PNL nominale 2000
La variazione del PNL nominale è dunque stata del 26,25 %, tutt’altro che
corrispondente alla variazione effettiva della quantità di prodotto. Il motivo di tutto
ciò è proprio nell’aver usato il PNL nominale e non quello reale.
Per passare allora al PNL reale, con il quale ci aspettiamo di ottenere una
variazione del prodotto nazionale esattamente pari alla variazione di quantità di
prodotti, dobbiamo usare il deflatore del PNL. A tal proposito, usiamo l’anno 1999
come anno-base, ossia come anno in cui misuriamo i prezzi: poniamo perciò il
deflatore del PNL del 1999 pari ad 1: P 1999 =1. Facendo il rapporto tra il prezzo nel
2000 ed il prezzo nel 1999, otteniamo l’indice deflatore dell’anno 2000:
P2000 =
prezzo nel 2000 2500
=
= 1, 25
prezzo nel 1999 2000
Possiamo ora andare a calcolare il PNL reale dei due anni in questione, usando i
rispettivi indici deflatori:
anno 1999 → Q 1999 = P 1999 Q 1999 /P 1999 = £ 2 milioni / 1 = £ 2 milioni
anno 2000 → Q 2000 = P 2000 Q 2000 /P 2000 = £ 2,525 milioni / 1,25 = £ 2,02 milioni
Come previsto, la variazione del PNL reale dal 1999 al 2000 è dell’ 1%,
esattamente pari alla variazione della quantità di grano prodotta.
Riassumiamo, dunque, quanto trovato in questo paragrafo: il PNL nominale
(simbolo: PQ) rappresenta il valore monetario totale dei beni e servizi finali
prodotti in un dato anno e valorizzati in base ai prezzi di mercato di quell’anno;
al contrario, il PNL reale (simbolo: Q) rappresenta il valore monetario totale dei
beni e servizi finali prodotti in un dato anno e valorizzati in base a prezzi
costanti di riferimento; esso quindi elimina le variazioni dei prezzi usando il
deflatore di PNL (simbolo: P) :
Autore: Sandro Petrizzelli
8
Misura del prodotto e del reddito nazionale
Q = PNL reale =
PNL nominale
PQ
=
deflatore del PNL
P
Panoramica della contabilità nazionale
Prima di proseguire, è opportuno riportare, in una comoda tabella, quali sono i
principali fattori di cui tener conto nell’effettuare la contabilità nazionale,
relativamente sia al flusso di prodotto sia al flusso dei guadagni:
Panoramica della contabilità nazionale
Metodo del flusso dei prodotti
Metodo del flusso dei guadagni
Componenti del PNL:
Consumi (C)
Investimenti interni privati lordi (I)
Spesa pubblica (G)
Esportazioni nette (X)
Guadagni o costi come fonti del PNL:
Salari
Interessi, rendite e altri redditi da proprietà
Imposte indirette
Ammortamenti
Profitti
Totale = PNL
Totale = PNL
La descrizione delle varie voci che compaiono in questa tabella e del modo con
cui entrano nella valutazione del PNL saranno oggetto dei prossimi paragrafi.
IIn
nvveessttiim
meen
nttii ee ffoorrm
maazziioon
nee d
dii ccaap
piittaallee
Fino ad ora abbiamo sempre fatto riferimento ad un sistema economico
particolarmente semplice, in cui i consumatori acquistano, dai produttori, beni e
servizi finali come pane, mele, automobili e altro. Tuttavia, nella vita reale, i paesi
dedicano una parte della loro produzione ai cosiddetti beni d’investimento: un
investimento (detto anche acquisto di beni capitali) è sostanzialmente una
aggiunta, fatta durante un anno, allo stock (o fondo) di capitale di un paese, che
comprendere edifici, attrezzature e scorte.
Evidentemente, per effettuare un investimento, il paese deve sacrificare il
consumo attuale per favorire il consumo futuro: deve cioè impiegare le risorse
monetarie a disposizione per acquistare non beni di consumo immediato, ma beni o
servizi che favoriranno il consumo futuro. Tramite un esempio semplice, potremmo
dire che, invece di mangiare più pane oggi, la gente costruisce nuovi forni che
permettano di produrre più pane per il consumo futuro.
E’ opportuna una precisazione sulla terminologia. Per gli economisti, il
termine “investimento” ha il significato appena descritto, ossia significa
produzione di beni capitali durevoli; al contrario, l’esperienza comune ci dice che
il termine “investimento” viene spesso usato per indicare l’uso di denaro per
acquistare azioni (per esempio della FIAT o della TELECOM o di altra società)
oppure per aprire un deposito a risparmio. E’ importante allora distinguere il
significato reale, quello degli economisti nonché quello usato da noi, da quello
comunemente utilizzato.
9
Autore: Sandro Petrizzelli
Appunti di “Economia ed organizzazione aziendale” – Capitolo 6
In termini ancora più concreti, se una persona preleva 1 milione di lire dalla
propria cassaforte e lo versa in banca (per sfruttare gli interessi) oppure lo usa
per acquistare un titolo di Stato, in termini economici non ha compiuto alcun
investimento: infatti, egli ha semplicemente cambiato una attività finanziaria
con un’altra. L’investimento, nel significato corretto, avviene solo quando è stato
prodotto un bene capitale fisico, ossia appunto quando avviene un investimento
dal punto di vista economico.
Dobbiamo ora capire come gli investimenti entrano nella contabilità nazionale. In
effetti, se la gente decide di usare una parte delle proprie possibilità di produzione
per la formazione di capitale invece che per il consumo, gli economisti riconoscono la
necessità di tener conto di queste scelte nella valutazione del PNL tramite il metodo
del flusso dei prodotti: infatti, gli investimenti rappresentano aggiunte allo stock di
beni capitali durevoli che fanno aumentare le possibilità di produzione nel futuro; di
conseguenza, possiamo modificare la definizione del PNL nel modo seguente: il PNL è
la somma di tutti i prodotti finali intesi sia come beni e servizi di consumo sia
come investimenti lordi .
Investimenti netti ed investimenti lordi
Nella nuova definizione appena data per il PNL, abbiamo dunque incluso, insieme
ai consumi propriamente detti, anche i cosiddetti investimenti lordi. Dobbiamo
spiegare il significato dell’aggettivo “lordi”. In questo contesto, intendiamo dire che il
termine “investimenti” include tutti i beni di investimento prodotti, senza tener
conto del cosiddetto ammortamento .
Il concetto di ammortamento è abbastanza complesso. In poche parole, possiamo
dire che rappresenta la quantità di capitale che è stata “consumata” in un anno: ad
esempio, un determinato macchinario, acquistato in un dato istante per un certo
costo, dopo un anno di tempo possiede sicuramente un valore economico minore, la
cui differenza con il costo di acquisto iniziale rappresenta un capitale perso, che
possiamo chiamare ammortamento.
Di conseguenza, il fatto di non considerare l’ammortamento nel PNL (cioè di
considerare gli investimenti lordi) ha il seguente significato: si considerano tutte le
macchine, le fabbriche e le case costruite durante un anno, anche se alcune sono
state acquistate semplicemente per sostituire qualche vecchio capitale che è stato
buttato via.
E’ evidente, allora, che, se si vuole ottenere una misura dell’incremento del
capitale della società, gli investimenti lordi non sono in effetti una misura
ragionevole, in quanto non tengono conto sostanzialmente del “debito”
corrispondente all’ammortamento. Il concetto di ammortamento come “debito” può
essere compreso sempre con l’esempio del macchinario: se nel 1999 spendiamo una
somma X per acquistare un dato macchinario e, dopo un anno, vogliamo sostituirlo
con un altro perché quello è diventato vecchio, dovremo spendere una somma X-Y,
dove Y è il valore del macchinario vecchio; la differenza X-Y è l’ammortamento, ossia
il debito teorico che dovremmo contrarre per sostituire il macchinario.
Una semplicissima analogia, per comprendere la poca significatività degli
investimenti lordi nel calcolo del PNL, è la seguente: se si vuole misurare
l’incremento della popolazione di un paese, non è sufficiente contare il numero delle
nascite (equivalenti agli investimenti lordi), ma bisogna sottrarre il numero delle
morti (equivalenti all’ammortamento). Analogamente, per trovare l’aumento netto del
capitale, bisogna partire dagli investimenti lordi e sottrarre i capitali corrispondenti
agli ammortamenti, ossia i capitali consumati. Tale differenza corrisponde perciò agli
investimenti netti.
Autore: Sandro Petrizzelli
10
Misura del prodotto e del reddito nazionale
Ad ogni modo, nel calcolo nel PNL vengono considerati gli investimenti lordi, per i
motivi di cui parleremo più avanti.
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pu
ubbbblliiccoo
Per il momento abbiamo parlato solo dei consumatori, trascurando perciò “il più
grande dei consumatori”, ossia la Pubblica Amministrazione. E’ necessario perciò
trovare il modo di includere nel PNL le ingenti somme (migliaia di miliardi di lire)
impiegate collettivamente per il consumo dei prodotti o per gli investimenti.
Gli economisti di vari paesi e dell’ONU decisero, tempo fa, di adottare un metodo
semplicissimo per risolvere questo problema: il PNL va calcolato sommando, alle
voci di cui abbiamo parlato nei precedenti paragrafi (ossia flusso di consumi e
di investimenti lordi), il totale delle spese pubbliche per beni e servizi .
Quindi, scriviamo che
PNL = flusso di consumi + investimenti lordi + spesa pubblica
Le spese pubbliche incluse in questo conteggio comprendono varie voci: acquisto di
beni (come strade, missili, infrastrutture e così via) ed il pagamento dei salari (come
quelli dei militari e dei meteorologi). In breve, quindi, la cosiddetta spesa pubblica
per beni e servizi (o spesa pubblica in senso stretto) include tutte le spese
pubbliche per gli stipendi dei dipendenti e per i beni acquistati presso
l’industria privata . Essa rappresenta il contributo del settore pubblico al calcolo del
PNL.
I trasferimenti pubblici
Quanto detto nel precedente paragrafo non deve far credere che ogni lira erogata
dalla Pubblica Amministrazione venga inclusa nel PNL: il PNL, infatti, include solo la
spesa pubblica per beni e servizi, mentre esclude la spesa per i cosiddetti
trasferimenti.
I trasferimenti
pubblici sono i pagamenti, erogati dalla Pubblica
Amministrazione, a determinati soggetti per ragioni diverse dal mero pagamento di
beni o servizi forniti. Tipici esempi sono le prestazioni dell’assicurazione contro la
disoccupazione o della Cassa Integrazione Guadagni, oppure i sussidi a favore degli
ex-combattenti ed i pagamenti della previdenza sociale per le pensioni.
Il motivo di questa esclusione dal PNL è abbastanza evidente: questi pagamenti
sono destinati a porre rimedio a qualche situazione di bisogno e non servono per
l’acquisto di beni o servizi correnti. Se una persona riceve un salario dallo Stato
perché è un insegnante, allora tale salario è il pagamento di un fattore produttivo e
quindi va incluso nel PNL; al contrario, se una persona riceve un sussidio perché è
povera, questo pagamento non viene incluso nel PNL, in quanto non viene erogato in
cambio di un servizio.
Il debito pubblico
Un importante esempio di trasferimento pubblico è costituito dagli interessi sul
debito pubblico: il debito pubblico è quello contratto per pagare guerre o programmi
pubblici del passato e quindi non corrisponde ad un pagamento di beni o servizi
pubblici; di conseguenza, gli interessi che maturano su tale debito sono considerati
come dei trasferimenti pubblici e quindi non sono inclusi nel calcolo del PNL.
11
Autore: Sandro Petrizzelli
Appunti di “Economia ed organizzazione aziendale” – Capitolo 6
Il bilancio pubblico ufficiale
Prima di passare oltre, è importante esortare a non confondere il modo in cui la
contabilità nazionale misura la spesa pubblica per beni e servizi (indicata con G)
con il cosiddetto bilancio pubblico ufficiale: quest’ultimo, infatti, corrisponde alla
misura delle spese da parte del Tesoro e include perciò sia G sia i trasferimenti.
Imposte
Abbiamo detto che il PNL può essere calcolato, in modo perfettamente equivalente,
con il metodo del flusso dei prodotti oppure con quello del flusso dei guadagni. Nel
primo caso, non bisogna preoccuparsi di come la Pubblica Amministrazione finanzia
la propria spesa: infatti, non importa se la Pubblica Amministrazione paga i propri
beni e servizi ricorrendo all’imposizione fiscale oppure stampando moneta o anche
contraendo prestiti, in quanto, qualunque sia la fonte di provenienza del denaro, il
PNL sarà calcolato come costo effettivo dei beni e servizi acquistati dalla Pubblica
Amministrazione.
Il discorso cambia, invece, se scegliamo di calcolare il PNL tramite il metodo del
flusso dei guadagni, in quanto dobbiamo questa volta tener conto delle imposte. Per
renderci conto di questo, consideriamo ad esempio i salari: ogni individuo deve
sempre dare allo Stato una parte del proprio salario, sotto forma di imposta sul
reddito; di conseguenza, questo tipo di imposta diretta entrerà sicuramente a far
parte della componente salariale delle spese delle imprese e lo stesso varrà anche per
le imposte dirette (sia personali sia societarie) sugli interessi, sulle rendite e sui
profitti.
Consideriamo inoltre le imposte indirette (tra cui rientra l’IVA) che i produttori
ed i dettaglianti devono pagare, ad esempio, su di un pezzo di pane. Supponiamo ad
esempio che tali imposte indirette ammontino a 100 lire per ciascun prezzo di pane,
mentre i salari, i profitti e le altre voci di valore aggiunto siano costate 900 lire
all’impresa pianificatrice: se così è, il pane sarà venduto sicuramente a 1000 lire,
sommando cioè le 100 lire di imposte alle 900 lire di costo dei fattori impiegati.
Questo discorso ci consente dunque di dire che, per calcolare il PNL ai prezzi di
mercato con il metodo del flusso di costi, si devono necessariamente includere
sia le imposte dirette sia quelle indirette, essendo degli elementi del costo di
produzione del bene finale .
Panoramica sulle imposte
Visto che abbiamo introdotto il concetto di “imposte”, può essere utile fornire
qualche dettaglio in più.
Per definizione, un’ imposta è un tributo che gli enti pubblici impongono, senza
corrispettivo di alcun servizio, a tutti i cittadini che si trovano in determinate
condizioni (in relazione al patrimonio o al reddito), al fine di fornire agli stessi enti
pubblici i mezzi per la produzione di quei servizi che non recano benefici
particolari ai singoli, ma un vantaggio alla collettività nel suo insieme.
Sussistono diverse classificazioni:
prima classificazione:
§
le imposte generali colpiscono in ugual misura tutti i settori di attività
economica;
§
le imposte speciali colpiscono in misura diversa i vari settori di attività
economica.
Autore: Sandro Petrizzelli
12
Misura del prodotto e del reddito nazionale
seconda classificazione:
§
le imposte erariali sono quelle applicate direttamente dallo Stato;
§
le imposte locali sono applicate dagli enti locali.
terza classificazione:
§
§
le imposte dirette sono quelle basate sulle manifestazioni immediate della
capacità contributiva. Si dividono in:
-
imposte sul reddito o imposte sul patrimonio, a seconda dell’oggetto
della loro imposizione;
-
imposte reali, sono quelle che colpiscono le ricchezze di per sé stesse,
senza tener conto della situazione economica, familiare e così via del
soggetto cui appartengono;
-
imposte personali, che colpiscono il reddito globale o l’intero
patrimonio tenendo conto di tutte le condizioni del soggetto;
le imposte indirette sono quelle basate sulle manifestazioni mediate della
capacità contributiva. Si dividono in:
-
imposte sui trasferimenti a titolo gratuito, applicate a successioni e
donazioni;
-
imposte sui trasferimenti a titolo oneroso o sugli affari, applicate
agli atti giuridici ed ai documenti (ad esempio il bollo( nonché agli
scambi;
-
imposte sui consumi.
quarta classificazione (in base all’aliquota 5):
§
le imposte progressive sono di un ammontare che aumenta in misura più
che proporzionale alla base imponibile (aliquote crescenti);
§
le imposte regressive sono di un ammontare che aumenta in misura meno
che proporzionale alla base imponibile (aliquote decrescenti);
§
le imposte proporzionali, nelle quali l’aliquota è costante qualunque sia la
base imponibile.
Una nota imposta indiretta è la cosiddetta IVA (Imposta sul Valore Aggiunto),
istituita in Italia, in applicazione di direttive della CEE, il 26/10/1972. Insieme
con l’IRPEF, l’IVA costituisce uno dei cardini fondamentali dell’attuale sistema
tributario: si tratta di un’ imposta sulle vendite , di tipo proporzionale (con
aliquote differenziate), che colpisce sia le cessioni di beni sia le prestazioni di
servizi effettuate nel territorio dello Stato nell’esercizio di imprese o di arti e
professioni sia anche le esportazioni in genere.
L’IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) è invece una tipica imposta
diretta, personale, di tipo progressivo per scaglioni. E’ stata istituita il
29/09/1973 e si applica sul reddito complessivo netto annuo sia delle persone
fisiche residenti nel territorio dello Stato sia delle società di persone sia dei non
residenti che però abbiano conseguito un reddito nel territorio dello Stato.
L’IRPEF viene riscossa con il sistema dell’autotassazione 6, tramite due
5
Rigorosamente, l’aliquota è definibile come quella percentuale del reddito, o del patrimonio o del valore imponibile,
fissata dalla legge, in base alla quale si determina il debito individuale di imposta.
6
E’ un sistema di esazione delle imposte dirette, in base al quale il contribuente stesso, nel dichiarare i propri redditi, fa il
calcolo dell’imponibile e dell’ ammontare delle imposte dovute, versando al fisco la corrispondente somma e includendo
13
Autore: Sandro Petrizzelli
Appunti di “Economia ed organizzazione aziendale” – Capitolo 6
versamenti: il versamento d’acconto deve essere versato, in data fissata dentro
l’anno in cui i redditi sono stati percepiti, mentre il versamento a saldo deve
essere versato l’anno dopo.
Concludiamo osservando che una imposta è diversa da una tassa: quest’ultima
rappresenta infatti il compenso, spesso inferiore al costo, pagato da un privato ad
un ente pubblico per un servizio a lui reso da parte dell’ente stesso, dietro sua
domanda; al contrario, le imposte abbiamo visto essere obbligatorie e non
corrispondere ad una specifica prestazione soggettiva.
E
Essp
poorrttaazziioon
nii eed
d iim
mp
poorrttaazziioon
nii
Il sistema economico italiano, come molti altri, è un sistema aperto, ossia
impegnato nell’importazione e nell’esportazione di beni e servizi. Dobbiamo allora
aggiungere l’ultima componente per il calcolo del PNL, che tra l’altro ha assunto
sempre maggiore importanza negli ultimi anni: si tratta delle esportazioni nette,
pari alla differenza tra le esportazioni e le importazioni di beni e servizi:
Esportazioni Nette = esportazioni - importazioni
Trattandosi di una differenza, è evidente che essa potrà essere positiva (nel caso in
cui le esportazioni prevalgano sulle importazioni, il che è un ovvio titolo di merito per
il paese) oppure negativa (nel caso in cui siano le importazioni a prevalere, il che
quindi va a scapito della produzione nazionale).
In conclusione, quindi, il calcolo completo del PNL si ottiene nel modo seguente:
PNL =
Flusso di prodotti e beni finali di consumo +
Flusso di investimenti lordi +
Spesa pubblica per l’acquisto di beni e servizi finali +
Esportazioni nette
L’argomento delle importazioni ed esportazioni pone un importante problema,
relativo alla necessità di individuare con precisione il confine tra il PNL del nostro
paese e quello degli altri paesi. A tal proposito, cominciamo col dire che il PNL
italiano rappresenta la totalità dei beni e servizi prodotti dal lavoro, dal
capitale e dagli altri fattori (prima descritti) di proprietà dei residenti
permanenti in Italia. Quest’ultima parte è di importanza notevole e si basa sulle
definizioni rigorose di importazioni ed esportazioni:
•
•
le esportazioni italiane comprendono due voci:
§
quella parte della produzione (ad esempio le arance siciliane oppure le
automobili FIAT torinesi) che viene esportata e acquistata da compratori
esteri (vendite all’estero);
§
i guadagni di tutti quei fattori che, pur essendo residenti in Italia, operano
comunque all’esterno;
analogamente, le importazioni italiane comprendono altre due voci:
§
quella parte di beni (ad esempio i profumi francesi e il gin inglese) che
vengono prodotti all’estero e consumati in Italia (acquisti dall’estero);
l’attestazione di tale versamento nell’apposito modulo di dichiarazione dei redditi (che va presentato o inviato, entro il
tempo prescritto, all’ Ufficio distrettuale delle imposte.
Autore: Sandro Petrizzelli
14
Misura del prodotto e del reddito nazionale
§
i guadagni che gli stranieri ricevono da fattori residenti all’estero ma
comunque operanti in Italia.
In Italia, a partire dalla metà degli anni Cinquanta, le esportazioni nette sono
praticamente nulle: infatti, durante i periodi di maggiore inflazione (cioè di minore
valore della lira), le importazioni tendono a superare le esportazioni (che
costerebbero di più per gli acquirenti esteri) e quindi si ottengono esportazioni nette
negative; viceversa, nei periodi di prezzi relativamente stabili, accade il contrario e
quindi si verifica un bilanciamento.
Al contrario, negli Stati Uniti, le esportazioni nette sono state quasi sempre
positive in quasi tutti gli ultimi cinquant’anni, eccezion fatta per gli anni Ottante, nei
quali le importazioni americane sono salite rapidamente. Per questo motivo, gli Stati
Uniti hanno adesso un grande disavanzo commerciale, ossia esportazioni fortemente
negative.
Esempio numerico
Un esempio numerico ci sarà senz’altro utile per comprendere meglio i concetti
esposti nel precedente paragrafo. Consideriamo perciò un semplice sistema
agricolo, che produce grano (le cui quantità sono espresse in quintali). Supponiamo
che i quintali di grano prodotti siano così suddivisi:
§
§
§
§
§
87 quintali per il consumo ( = C)
10 quintali acquistati dallo Stato per l’alimentazione dell’esercito (= G);
6 quintali destinati all’investimento interno come aumento delle scorte (= I);
4 quintali sono esportati
7 quintali sono importanti (per cui le importazioni nette sono X = 4-7=-3).
Deduciamo che il PNL di questo sistema semplificato, espresso in termini di
quintali di grano, vale
PNL = C + G + I +X = 87 + 10 + 6 + (4 – 7) = 100 quintali
L’equivalente monetario di questi 100 quintali di grano è il PNL propriamente
detto.
PNL e prodotto nazionale netto (PNN)
Abbiamo visto che il PNL comprende gli investimenti lordi, dati dalla somma
degli investimenti netti (che servono realmente a stimare la formazione di capitale)
e degli ammortamenti. Il fatto di includere gli ammortamenti corrisponde,
sostanzialmente, al concetto di includere, oltre al pane, anche il grano usato per
produrlo. Una misura migliore è invece quella che include, nel risultato finale, solo
gli investimenti netti: questa misura è data dal prodotto nazionale netto (PNN), che
quindi risulta essere
PNN = PNL – ammortamenti
Viene ovviamente da chiedersi per quale motivo si usi più il PNL che non il PNN.
La ragione è che risulta piuttosto difficile stimare gli ammortamenti, mentre
invece gli investimenti lordi si possono stimare con sufficiente precisione .
15
Autore: Sandro Petrizzelli
Appunti di “Economia ed organizzazione aziendale” – Capitolo 6
Prodotto interno lordo (PIL)
Una misura ancora alternativa del prodotto nazionale, molto usata in Italia e non
solo, è il cosiddetto prodotto interno lordo (brevemente PIL): mentre il PNL è il
prodotto generato da fattori residenti nel paese stesso (ad esempio in Italia), il PIL è
il prodotto totale generato entro i confini geografici dello stesso paese entro un
dato anno .
Per comprendere questa definizione basta un semplice esempio: la automobili FIAT
prodotte, per ipotesi, in una fabbrica di proprietà italiana ma situata in Brasile sono
incluse nel PNL italiano, mentre invece sono escluse dal PIL italiano.
Riepilogo sul PNL
Riepilogando, possiamo affermare quanto segue a proposito del prodotto nazionale
lordo:
•
usando il metodo del flusso dei prodotti, il PNL è la somma delle seguenti
quattro componenti:
1)
2)
3)
4)
•
spese per consumi personali di beni e servizi (C);
investimenti interni lordi (I);
spese pubbliche per beni e servizi (G);
esportazioni nette (X), ossia esportazioni meno importazioni;
usando il metodo del flusso dei costi, il PNL è la somma delle seguenti tre
componenti:
1) salari, interessi, rendite e profitti (escludendo sempre, tramite il metodo
del valore aggiunto, il doppio computo dei beni intermedi acquisiti da
altre imprese);
2) imposte dirette sugli affari (che si presentano come una spesa di
produzione del flusso di prodotti);
3) gli ammortamenti.
PNL e PNN: uno sguardo alle cifre del 1988
Al fine di comprendere ancora meglio tutto quanto detto nei precedenti paragrafi,
osserviamo il calcolo del PNL relativamente ai dati storici, per l’Italia, relativi all’anno
1988. In particolare, si fa riferimento ai prezzi correnti di quell’anno.
M
Meettood
doo d
deell ffllu
ussssoo d
deeii p
prrood
doottttii
Nella seguente tabella vengono mostrati i dati del PNL italiano ottenuti con il
metodo del flusso di prodotti (espressi in miliardi di lire a prezzi correnti).
1) Consumi privati
664.9
Non durevoli
Semidurevoli e durevoli
Servizi
Autore: Sandro Petrizzelli
232.9
214.2
217.7
16
Misura del prodotto e del reddito nazionale
2) Investimenti privati lordi interni
Abitazioni
Investimenti fissi delle imprese
Variazioni delle scorte
208.9
53.8
140.0
15.1
3) Spesa pubblica per beni e servizi
Investimenti pubblici
Consumi pubblici
207.1
22.8
184.3
4) Esportazioni nette
- 7.5
Esportazioni
Importazioni
229.9
237.4
Prodotto nazionale lordo =
1073.4
Descriviamo questa tabella.
Si osserva immediatamente la distinzione delle 4 categorie principali C, I, G, X,
ciascuna delle quali è stata meglio esplicitata tramite due o più sotto-categorie in
modo da dettagliare il più possibile le informazioni a disposizione.
Per quanto riguarda i consumi privati, non c’è molto da commentare: sono state
esplicitamente indicate le spese per l’acquisto di beni non durevoli e di beni
semidurevoli e durevoli, nonché le spese per i servizi.
Passiamo invece a considerare gli investimenti privati lordi interni (I):
•
in primo luogo, questi investimenti “privati” includono gli acquisti di beni
capitali compiuti da tutte le imprese italiane, sia private sia pubbliche;
•
in secondo luogo, la cifra complessiva (quasi 209 mila miliardi) esclude
qualsiasi detrazione per tener conto del logorio del capitale;
•
infine, se volessimo ottenere gli investimenti privati netti, dovremmo poter
calcolare gli ammortamenti privati (che valuteremo nel paragrafo
successivo, con l’approccio del flusso dei costi), in modo da sottrarli ai quasi
209 mila miliardi di investimenti privati lordi.
Per quanto riguarda, poi, la spesa pubblica per beni e servizi (G), notiamo la
seguente suddivisione:
•
investimenti pubblici, tra i quali rientrano le opere pubbliche come le
strade;
•
consumi pubblici, ossia gli acquisti pubblici di altri beni durevoli.
Infine, non c’è molto da dire per quanto riguarda le esportazioni nette, salvo
osservare che esse risultano negative in quanto, nel 1988, le importazioni in Italia
superarono le esportazioni dall’Italia.
La somma dei totali delle 4 categorie appena menzionate rappresenta
evidentemente il PNL italiano del 1988, ossia una misura monetaria dell’attività
economica complessiva del paese in quell’anno.
17
Autore: Sandro Petrizzelli
Appunti di “Economia ed organizzazione aziendale” – Capitolo 6
M
Meettood
doo d
deell ffllu
ussssoo d
deeii ccoossttii
Nella seguente tabella vengono mostrati i dati del PNL italiano ottenuti con il
metodo del flusso dei costi (espressi in miliardi di lire a prezzi correnti).
•
Redditi da lavoro dipendente
•
Rendite del settore personale
•
Ammortamenti
487.8
1.8
127.8
Privati
Pubblici
124.6
3.2
•
Imposte indirette nette e discrepanza statistica
•
Redditi netti da imprese individuali
256.0
•
Profitti delle società
119.6
Dividendi ed utili distribuiti
Profitti non distribuiti
Imposte
80.4
27.3
67.2
25.1
Prodotto nazionale lordo =
1073.4
Diamo anche qui una descrizione delle singole voci.
La prima categoria riportata è quella dei redditi da lavoro dipendente, che
comprendono
•
•
•
•
paghe base,
tutti gli elementi accessori (ad esempio gli assegni familiari),
contributi sociali
imposte sui salari.
Le rendite del settore personale comprendono essenzialmente gli affitti ricevuti
dai proprietari di immobili. C’è inoltre una accortezza importante: se la casa è di
proprietà di chi la abita, è come se questi pagasse una rendita a se stesso. Questa è
una delle cosiddette imputazioni della contabilità nazionale ed ha una
giustificazione abbastanza evidente: non si vuole che le valutazioni del PNL cambino
qualora la gente decida di acquistare una casa anziché prenderla in affitta. In
aggiunta, questa categoria comprende anche redditi come royalties e diritti
d’autore percepiti dai membri del sistema delle famiglie.
Gli ammortamenti, dovuti alla più volte citata “usura” dei beni capitali, figurano
nel PNL come una spesa vera e propria, come tutti gli altri costi. Si nota in
particolare una differenza tra ammortamenti privati e ammortamenti pubblici:
essa deriva dalla necessità di trattare come beni capitali i beni durevoli acquistati
dalla pubblica amministrazione.
La quarta categoria è quella cosiddetta delle imposte indirette nette e
discrepanza statistica, che merita una serie di considerazioni:
•
in primo luogo, si è detto già in precedenza che le imposte indirette devono
essere incluse nel calcolo tramite il flusso dei costi al fine di far coincidere il
risultato finale con quello ottenuto con il flusso dei prodotti; tuttavia, la
particolarità è in questo caso quella di considerare le sole imposte
indirette nette: esse sono infatti calcolate al netto dei contributi alla
Autore: Sandro Petrizzelli
18
Misura del prodotto e del reddito nazionale
produzione, i quali, essendo di fatto dei trasferimenti di denaro dal settore
pubblico alle imprese, funzionano esattamente come delle imposte indirette
negative, da sommare algebricamente a quelle positive. In altre parole, le
imposte indirette nette sono la differenza tra le imposte indirette totali e i
contributi alla produzione;
•
in secondo luogo, non sono state incluse, in questa categoria, le imposte
dirette su salari, interessi o rendite, in quanto sono state espressamente
incluse nella prima categoria;
•
infine, l’espressione “discrepanza statistica” indica una serie di rettifiche
alle imposte indirette, dovute al fatto che ai dati ufficiali manca sempre
qualche elemento necessario.
L’ultima categoria riportata è quella del profitto, che compare per ultimo proprio
perché è un residuo, ossia ciò che resta dopo che tutti gli altri costi sono stati
sottratti alle vendite totali. Sussiste qui la distinzione tra il reddito netto delle
imprese individuali (che includono qui le società di persone con meno di 20 addetti) e
i profitti delle società (di capitali oppure di persone con 20 addetti o più):
•
redditi netti delle imprese individuali: sono qui inclusi tutti i profitti ed i
costi (di lavoro ed altro, delle società di persone di piccole dimensioni e delle
imprese individuali ( 7), al lordo delle imposte sul reddito. E’ dunque il tipo di
reddito caratteristico di molti agricoltori, professionisti e commercianti;
•
profitti delle società: anche questi profitti sono al lordo delle imposte e
includono tre sottocategorie:
•
•
•
imposte sui profitti e sui patrimoni societari;
dividendi e profitti distribuiti;
profitti non distribuiti, che costituiscono il cosiddetto risparmio
societario netto, ossia quello che viene reinvestito nelle imprese.
Reddito nazionale disponibile (RND)
La contabilità nazionale non serve solo a determinare il PNL, ma anche per
spiegare come si comportano i consumatori e le imprese. A tal fine, oltre al PNL ed
alle sue componenti precedentemente descritte, si studiano altri aggregati.
Il primo di questi è il cosiddetto reddito nazionale disponibile (brevemente RND),
ossia il totale dei redditi ricevuti dai fattori produttivi (lavoro, terra e capitale) . Il
RND si costruisce, a partire dal PNL, tramite due passaggi:
•
in primo luogo, si sottraggono gli ammortamenti e le imposte indirette
nette, ottenendo il cosiddetto reddito nazionale (RN);
•
in secondo luogo, si sottraggono tutti i trasferimenti netti all’esterno, pari
alla differenza tra i trasferimenti fatti dagli italiani verso l’esterno (ad
esempio le imposte indirette pagate alla CEE) ed i trasferimenti fatti
dall’estero verso l’Italia (ad esempio i contributi alla produzione italiana
forniti dalla CEE).
7
Ricordiamo la definizione rigorosa di impresa individuale: è quella in cui l’imprenditore ha la direzione ed il controllo
dell’attività economica e può modificarne senza limiti le caratteristiche; quindi, l’imprenditore si assume il rischio delle
operazioni intraprese, il che significa che assume la responsabilità patrimoniale illimitata per le obbligazioni assunte.
19
Autore: Sandro Petrizzelli
Appunti di “Economia ed organizzazione aziendale” – Capitolo 6
In questo modo, l’RND è pari al totale dei salari, profitti, rendite ed interessi
percepiti dai residenti italiani.
Risulta molto semplice descrivere la relazione tra il PNL ed il RND tramite la
seguente figura:
Esportazioni
nette
Spesa
pubblica
Ammortamenti
Imposte
indirette nette
Trasferimenti
netti all'estero
Investimenti
Reddito
nazionale
(RN)
Consumi
Reddito
nazionale
disponibile
(RND)
La colonna più a sinistra rappresenta evidentemente il PNL, somma delle classiche
quattro componenti C, I, G ed X. Sottraendo gli ammortamenti e le imposte indirette
nette, si perviene al RN e poi, sottraendo ancora i trasferimenti netti all’estero, si
ottiene il RND.
Reddito personale disponibile (RD)
Il reddito nazionale disponibile (RND) è una misura monetaria sostanzialmente di
quanto ricevuto dalla totalità delle famiglie. Una seconda domanda da porsi riguarda
invece quanti soldi hanno effettivamente a disposizione le famiglie per le proprie
spese. E’ intuitivo che si tratterà di una somma che, partendo dal RND, tenga conto
delle imposte nonché della funzione di risparmio sia delle società sia dei privati.
Si definisce allora reddito personale disponibile (brevemente RD) la somma dei
redditi ricevuti dalle famiglie al netto delle imposte dirette pagate dalle
persone . L’aggettivo “personale” indica appunto che il RD misura soltanto la parte
di RND che va alle famiglie, escludendo perciò tutto ciò che va alle società ed alla
Pubblica Amministrazione.
Dal punto di vista concreto, il metodo di calcolo del RD è ancora una volta
illustrabile tramite un diagramma del tipo visto prima:
Autore: Sandro Petrizzelli
20
Misura del prodotto e del reddito nazionale





PNL 





Esportazioni
nette
Spesa
pubblica
Ammortamenti
Imposte
indirette nette
Trasferimenti
netti all'estero
Imposte dirette
Investimenti
Reddito
nazionale
( RN)
Consumi
Risparmio
delle società
Reddito
nazionale
disponibile
( RND)
Trasferimenti
alle famiglie




 RD




Si procede quindi nel modo seguente: partendo dal reddito nazionale disponibile
(RND), si sottraggono tutte le imposte dirette sulle famiglie e sulle società e si sottrae
ulteriormente il risparmio societario netto, ossia quella parte di profitti che vengono
trattenuti dalle imprese (ad esempio per rammodernare le proprie strutture o per
acquistare nuovi macchinari o altro); infine, si aggiungono tutti i trasferimenti che le
famiglie ottengono dalla Pubblica Amministrazione. Il risultato finale è dunque il
reddito disponibile del settore personale (RD). Il RD è ciò che finisce effettivamente
nelle mani del pubblico, che quindi ne può disporre a piacimento: esso viene diviso
dalla gente in spese per i consumi da una parte e risparmio personale dall’altra.
Identità tra risparmio e investimenti
Una delle più importanti relazioni che scaturiscono dalla contabilità del reddito
nazionale è quella che lega il risparmio e gli investimenti. A tal proposito, in base
alle regole di contabilità che abbiamo descritto nei precedenti paragrafi, il
valore misurato del risparmio deve essere necessariamente uguale al valore
misurato degli investimenti . Vediamo di capire il perché di questa uguaglianza.
Per prima cosa, dobbiamo capire qual è la misura degli investimenti (simbolo: I).
In un primo tempo, supponiamo che non ci siano il settore pubblico (quindi niente spese pubbliche) e quello estero (quindi niente trasferimenti da e verso l’estero). Allora,
ricordando che il prodotto nazionale lordo, secondo il metodo del flusso dei prodotti,
è dato da
PNL = C + I + G + X
e avendo supposto G=0 e X=0, deduciamo che gli investimenti sono quella parte di
PNL diversa dalle spese per beni e servizi di consumo:
I = PNL - C
Analogo discorso possiamo fare per la misura del risparmio (simbolo: S):
trascurando sempre il risparmio pubblico, il risparmio estero e quello societario,
deduciamo che il risparmio è dato dal PNL, questa volta calcolato secondo il metodo
del flusso di guadagni, a meno delle spese per l’acquisto di C.
21
Autore: Sandro Petrizzelli
Appunti di “Economia ed organizzazione aziendale” – Capitolo 6
Possiamo dunque esprimerci nel modo seguente:
I = (PNL come flusso di prodotti) – C
S = (PNL come flusso di guadagni) – C
Dato, però, che i due criteri di calcolo del PNL forniscono gli stessi risultati, è
evidente l’uguaglianza tra I ed S.
Naturalmente questo è il caso più semplice. Vediamo ora di includere le imprese, il
settore pubblico ed le esportazioni nette.
Sappiamo che, nel calcolo del PNL tramite il flusso di prodotti, si includono gli
investimenti interni lordi (simbolo: I). Questi, sommati agli investimenti netti
all’estero (simbolo: I X ), danno gli investimenti nazionali lordi totali (simbolo: I n ):
In = I + IX
Dall’altra parte, il risparmio lordo (simbolo: S) può essere suddiviso in tre
categorie:
S = SP + SSL + SG
•
risparmio personale (simbolo: SP), proveniente dai redditi disponibili;
•
risparmio societario lordo (simbolo: SSL), pari alla
ammortamenti e dei profitti non distribuiti dalle imprese;
•
sovrappiù del settore pubblico (simbolo: SG), che rappresenta la differenza
algebrica tra le entrate fiscali e la spesa pubblica sia per l’acquisto di beni e
servizi sia per i trasferimenti.
somma
degli
L’identità che deve essere verificata è dunque I n =S. Vediamo se è così .
Cominciamo dal calcolo del PNL tramite il metodo del flusso dei prodotti:
PNL = C + I + G + X
Gli investimenti nazionali lordi sono dati, per la definizione fornita prima, da
I n =I+I X , dove però I X (investimenti netti) corrisponde ad X (esportazioni nette). Quindi
scriviamo che
PNL = C + I n + G
Se invece consideriamo il calcolo del PNL con il metodo del flusso dei guadagni,
otteniamo
PNL = RD + SSL + Tx - Tr
dove abbiamo indicato con Tx le imposte e con Tr i trasferimenti.
Imponendo allora l’uguaglianza tra le ultime due espressioni del PNL, otteniamo
C + I n + G = RD + SSL + Tx - Tr
Dato che il sovrappiù del settore pubblico SG è dato, per definizione, dalla
differenza tra le imposte Tx e la spesa pubblica per l’acquisto di beni (G) e per i
trasferimenti (Tr), deduciamo che Tx-Tr=SG+G, per cui
C + I n + G = RD + SSL + SG + G
Autore: Sandro Petrizzelli
22
Misura del prodotto e del reddito nazionale
Eliminando ora G che è comune ad entrambi i membri, otteniamo
I n = (RD – C) + SSL + SG
La quantità RD-C è la differenza tra reddito personale disponibile e spese per i
consumi, per cui corrisponde al risparmio personale SP, da cui deduciamo quello che
volevamo dimostrare, ossia che
I n = SP + SSL + SG = S
Benessere economico netto (BEN)
Negli ultimi anni, gli economisti hanno tentato di correggere i difetti delle cifre
ufficiali del PNL in modo da rispecchiare in modo più fedele i prodotti del nostro
sistema economico che generano realmente soddisfazione . Un metodo usato è
stato quello di costruire una misura più significativa del prodotto nazionale,
chiamata benessere economico netto (BEN). Il BEN si basa ovviamente ancora sul
PNL, ma introduce due modificazioni importanti:
•
in primo luogo, il BEN esclude molte componenti del PNL che non
contribuiscono al benessere individuale;
•
in secondo luogo, include alcune voci fondamentali di consumo che non
sono include nel PNL:
In questo modo, il BEN viene ad essere una misura del PNL rettificata per includere
solo quelle voci di consumo e di investimento che contribuiscono direttamente al
benessere economico.
I prossimi paragrafi illustrano gli elementi principali del BEN.
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Supponiamo che, essendo diventati più ricchi, decidiamo di dedicare meno tempo
al lavoro e di ricavare soddisfazioni più che altro psicologiche dal tempo libero, oltre
che dai beni e servizi più tradizionali. In questo caso, la misura del PNL diminuisce
nonostante cresca il benessere: infatti, dedicare meno tempo al lavoro significa
percepire stipendi più bassi e, conseguentemente, pagare tasse più piccole, il che va
a scapito del PNL. Di conseguenza, per tener conto della soddisfazione psicologica
derivante dal tempo libero, bisogna aggiungere una correzione positiva al PNL,
che quindi è la prima voce aggiuntiva (in positivo) del BEN rispetto al PNL .
Nell’ambito di questo stesso discorso, possiamo anche considerare il lavoro
domestico che i membri della famiglia fanno da sé, come ad esempio la preparazione
dei pasti o la pittura delle pareti. Dato che questi valori aggiunti non sono stati
acquistati o venduti sul mercato, non entrano a far parte dei beni e dei servizi
considerati nel calcolo del PNL, né tramite il flusso dei costi né tramite il flusso dei
prodotti. Una stima rigorosa del BEN dovrebbe allora includere il valore di simili
“attività fai da te”.
Un’altra importante voce positiva da aggiungere al BEN è rappresentata dalle
cosiddette attività sommerse. Queste possono essere di due tipi: quelle illegali
(come il commercio delle droghe) e quelle che, pur essendo legali, sfuggono
23
Autore: Sandro Petrizzelli
Appunti di “Economia ed organizzazione aziendale” – Capitolo 6
comunque ai rilevamenti fiscali (si pensi all’attività di un muratore che ci costruisce
il garage di casa nostra in cambio dei nostri consigli personali sulle sue finanze).
In generale, le attività illegali non sono incluse nella contabilità nazionale, in
quanto i corrispondenti prodotti sono dei “mali” più che dei “beni”: ad esempio, un
commercio fiorente di cocaina non sarà mai conteggiato nel PNL o nel BEN.
Per quanto riguarda, invece, le altre attività sommerse prima citate, in Italia l’
ISTAT (Istituto Centrale di Statistica) ha iniziato, nel 1987, a pubblicare una serie
completamente rinnovata di stime ufficiali di contabilità nazionale, con la principale
novità proprio di un coraggioso tentativo di quantificare l’economia sommersa
italiana. Gli anni compresi tra 1980 e 1985 furono i primi oggetto di questa revisione
e fornirono un incremento delle cifre ufficiali del PNL a prezzi correnti compreso tra
il 15% ed il 19%.
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Il PNL include i “beni” prodotti, ma trascura generalmente i “mali”. Ad esempio,
supponiamo che i residenti di Bari acquistino 10 milioni di kWattora d’energia
elettrica per i propri condizionatori d’aria, pagamento all’azienda elettrica 100 lire
per kWattora. Si ottiene 1 miliardo di lire che copre i costi del lavoro, degli impianti e
delle varie fonti energetiche. Supponiamo però che l’azienda elettrica danneggi
l’ambiente immettendovi composti di zolfo provenienti dalla combustione dei
combustibili usati per la produzione dell’energia elettrica. E’ ovvio che l’azienda non
sopporta costi monetari per questa azione, che però si ripercuote negativamente
sull’ambiente. Allora, la misura del PNL dovrebbe non solo addizionare il valore
dell’energia elettrica fornita (di cui effettivamente si tiene conto), ma anche sottrarre
il danno arrecato dall’inquinamento all’ambiente: di questo danno il PNL non tiene
conto, mentre invece il BEN sì .
Proseguendo con lo stesso esempio, supponiamo che, oltre alle 100 lire di costi
indiretti, l’ambiente circostante subisca 10 lire per kWattora di danni ambientali;
questo è dunque il costo dell’inquinamento non pagato dall’azienda elettrica, pari ad
un totale di 100 milioni nel caso dei 10 milioni di kWattora effettivamente acquistati.
Per apportare la correzione del PNL che tenga conto di questi costi nascosti, il BEN
dovrà essere calcolato sottraendo, al miliardo di lire di flussi di “beni” costituiti
dall’energia elettrica, i 100 milioni di “mali” prodotti dall’inquinamento.
Sulla base di queste considerazioni, alcuni studi preliminari hanno mostrato che
il BEN tende a crescere più lentamente del PNL : questo si giustifica tenendo conto
che il mondo presenta una popolazione ed una congestione sempre maggiori, per cui
gli interventi umani sopraffanno talvolta la capacità della natura di assorbire i
prodotti di scarto delle attività umane.
Autore: Sandro Petrizzelli
e-mail: [email protected]
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Autore: Sandro Petrizzelli
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