Scopri il linguaggio del corpo con la PNL,Inception, il nuovo film di

Scopri il linguaggio
corpo con la PNL
del
di Mario Masi
Guardate i piedi del vostro interlocutore: se sono rivolti
verso di voi vi sta ascoltando con attenzione. Il linguaggio
del corpo infatti rivela la verità dei nostri pensieri intimi
e delle nostre sensazioni. E’ un linguaggio primitivo, il
primo vero linguaggio universale. In una normale comunicazione
le parole possono mentire, sviare, confondere ma la nostra
abilità nel giocare con le parole non potrà mai avere la
meglio sul linguaggio che la gestualità del nostro corpo
istintivamente pone in essere.
Ne parliamo con Alessandro Ferrari, consulente di marketing &
commerciale per grandi imprese, con una forte passione
personale per tutto ciò che riguarda le potenzialità della
mente umana. Ferrari usa tecniche e strategie legate alla
focalizzazione e al ricondizionamento neuronale, nonché
concetti appresi dalle centinaia di libri e corsi effettuati
sullo sviluppo personale e sul marketing da oltre 20 anni.
E’ possibile utilizzare la PNL e il linguaggio del corpo per
migliorare le relazioni?
La qualità della nostra vita è direttamente proporzionale alla
qualità delle nostre relazioni. La qualità delle nostre
relazioni è direttamente proporzionale alla qualità delle
nostre comunicazioni. Il 91% della comunicazione paraverbale e
non verbale è esercitato a livello inconscio. Ecco quindi che
la PNL ci aiuta a migliorare la qualità delle nostre relazioni
insegnandoci a comunicare meglio con noi stessi (dialogo
interno) e con gli altri. Questa è la stretta correlazione tra
PNL e Linguaggio del corpo ed è ciò che ha decretato il
grandissimo successo dei seminari che da oltre un anno replico
in varie città d’Italia per la grande richiesta. Quasi tutti i
seminari registrano il tutto esaurito e la “voglia” di
imparare e scoprire il linguaggio del corpo da parte della
gente è in crescita esponenziale. Anche il mio blog, con le
video pillole dedicate alla PNL e al linguaggio del corpo, è
stato preso d’assalto. Quasi 50.000 pagine viste solo
nell’ultimo mese.
In una normale comunicazione quanto vale la ‘parola’?
La ‘parola’ vale solo il 7% di ciò che comunichiamo. La voce
vale il 38% (Volume, tono, ritmo, pause) e il rimanente 55% è
affidato all’uso del corpo (le espressioni facciali, gli
atteggiamenti corporali, i movimenti.)
Cosa dobbiamo guardare per capire se piacciamo a qualcuno?
Alessandro Ferrari
Va fatta una doverosa premessa. Per valutare correttamente il
linguaggio del corpo dobbiamo innanzitutto contestualizzare
ogni singolo segnale e solo in presenza di almeno tre segnali
congruenti possiamo avere elementi sufficienti
interpretare ciò che il nostro interlocutore ci
per
sta
comunicando. Segnale inequivocabile di “gradimento” da parte
del nostro interlocutore nei nostri confronti è innanzitutto
la direzione dei piedi, che in questo caso, sarà direttamente
rivolta a noi. La parte inferiore del corpo è controllata
completamente dall’inconscio e quindi “non mente” lasciando
trasparire ciò che pensiamo veramente. Altro segnale
inequivocabile, seppur difficile da cogliere, è la dilatazione
delle pupille. Quando guardiamo qualcosa o qualcuno che ci
“piace” le pupille (a parità d’intensità luminosa) si
dilatano. Viceversa tendono a restringersi. Terzo segnale
inequivocabile è l’espressione del viso. Se il nostro
interlocutore ha un’espressione facciale rilassata, mantiene
il contatto oculare e ci sorride spesso, significa che ci
trova gradevoli. In ambito più strettamente seduttivo sono poi
molti altri i segnali tra cui tutti gli auto sfioramenti e
l’utilizzo della voce (paraverbale) con tonalità e modulazioni
particolari. Un esempio è anche riportato in questo video che
parla dell’evento proprio dedicato a quest’argomento in
programma a Milano Marittima sabato 21 maggio 2011.
Quali sono gli errori comuni da evitare in una normale
comunicazione?
Bisogna mantenere sempre un atteggiamento corporeo e facciale
rilassato. Evitare di parlare con una modulazione vocale
“monotonica”. Evitare di utilizzare “intercalazioni” ripetute
in modo assiduo (ehm, cioè, quindi….ecc.). Non tenere mai le
mani in tasca (neanche nelle tasche posteriori). Evitare di
fissare in modo innaturale il nostro interlocutore o,
viceversa, non mantenere il contatto oculare. A tavola evitare
di tamburellare le dita sul tavolo o giocare con posate e
bicchieri. Questi sono solo alcuni degli errori più frequenti
da evitare.
Quali testi consigli a a chi vuole comprendere meglio la PNL?
I testi sono tantissimi. In assoluto mi permetto di suggerire
i testi scritti da uno dei cofondatori della PNL Richard
Bandler. Per i neofiti il testo che sicuramente può
introdurre, meglio di altri alla PNL è “Scelgo la Libertà”
dello stesso Richard Bandler.
www.alessandro-ferrari.it
Inception, il nuovo film di
Christofer
Nolan
tra
fantascienza e marketing
Di Paolo Cappelli
Metti un attore in primo piano come Leonardo di Caprio,
un’atmosfera vagamente gotica che riporta al nostro personale
e solitario inconscio di piaceri e paure; metti un pizzico di
fantascienza che permette al protagonista di creare e
manipolare una dimensione onirica al punto di carpire i nostri
segreti o, più infidamente, di instillare pensieri nel
profondo del nostro subconscio in modo da farci credere che
siano nostri. Tutto questo è Inception (letteralmente inizio,
principio), thriller fantascientifico di Christofer Nolan
(Batman – Il Cavaliere Oscuro, Memento) in uscita in Italia il
3 settembre prossimo e che si preannuncia come un’esperienza
capace di turbare le notti dei coraggiosi spettatori.
L’idea, coltivata da Nolan fin dall’adolescenza, si basa su
alcuni elementi classici del thriller e del noir: la femme
fatale, l’amore maledetto e la decisione del protagonista,
capace di entrare nei sogni ed estrarne informazioni, di
accettare un ultimo, sporco lavoro.
Benedetto dalla critica USA per la maestria e capacità di
analisi a tutto campo del suo sceneggiatore e regista, il
successo di Inception oltreoceano (oltre 143 milioni di
dollari nei primi 10 giorni di programmazione) si deve anche e
soprattutto all’efficace campagna pubblicitaria e di marketing
che ne ha preceduto l’uscita.
Nolan e la Warner Bros hanno architettato una vera e propria
“aggressione” pubblicitaria e commerciale nei confronti del
pubblico e del suo subcosciente, un’operazione cosiddetta di
“guerriglia marketing”, utilizzando come armi tutti i canali
multimediali maggiormente diffusi, ma soprattutto stimolando
una delle maggiori paure del momento: il furto di identità e
di informazioni personali.
Tutto è iniziato con alcuni manifesti affissi per le strade di
Chicago con sinistri avvertimenti: “IL FURTO DI PENSIERI E’
POSSIBILE!”, oppure “SAPEVATE CHE IL GOVERNO PUO’ RAGGIUNGERE
LA VOSTRA MENTE?”, i quali rimandavano a un sito,
apparentemente non collegato al film, in cui si invitavano i
visitatori a proteggere i propri pensieri.
Successivamente, delle semplici t-shirt distribuite ai
visitatori della principale convention del fumetto e della
fantascienza americana (Wondercon) pubblicizzavano il sito
virale PASIVdevice.org. Il PASIV (acronimo per Portable,
Automated Somnacin Intravenous) è un dispositivo che gioca un
ruolo fondamentale nel film, ma ovviamente nel sito non se ne
fa menzione. L’avvertimento in fondo al manuale d’uso “LA
VOSTRA MENTE E’ LA SCENA DEL CRIMINE” è sufficiente a
risvegliare in chiunque l’appetito per l’ignoto. Da questo
sito, l’utente veniva automaticamente reindirizzato al sito
mind-crime.com, dove avveniva la fidelizzazione. Qui si può
creare un proprio labirinto personale, che si trasforma poi in
un ambiente urbano all’interno del quale, dopo averlo
condiviso, possono entrare e giocare i nostri contatti di
Facebook.
I videoclip comparsi su Youtube, dal contenuto volutamente
enigmatico, non facevano che aggiungere tessere al mosaico
rivelando particolari della trama.
E non è stato trascurato neanche il mondo del fumetto, settore
che negli Stati Uniti ha un fortissimo seguito: la
pubblicazione, con qualche mese di anticipo rispetto al film,
di Inception – The Cobol Job, non ha fatto che accrescere la
curiosità in previsione dell’uscita del film nelle sale USA lo
scorso 16 luglio.
La curiosità e il timore per ciò che non si conosce sono stati
trasformati in gioco, in parte per esorcizzare le paure
coscienti e in parte per instillare nell’utente/spettatore la
duplice, opposta volontà di fuggire dalle tenebre della
dimensione mentale e, al tempo stesso, di dominarle.
L’espediente della diffusione di “notizie esca” era già stato
usato con successo in passato nel caso di “The Blair Witch
Project”, ma mai erano stati usati tanti canali di
comunicazione simultaneamente.
In realtà, la scelta fatta da Nolan e dalla Warner rivela
qualcosa di più profondo: una campagna pubblicitaria
sviluppata in modalità multicanale ha dato i suoi frutti, al
di là delle cifre registrate al botteghino.
La pagina di Facebook del film ha ampiamente superato il
milione di fan e le visite ai siti ufficiali non fanno che
ampliare la bolla dimensionale alla quale si aggiungono, ogni
giorno, un numero imprecisato, ma comunque alto, di
appassionati, la maggior parte dei quali si sente parte del
mondo creato dalla Warner Bros. ancor prima di aver visto il
film. Costo dell’operazione? Non noto, ma comunque molto
basso, se si considera che il tutto avviene grazie a un paio
di siti creati con WordPress e al tam tam mediatico della
grande rete. Un rapporto costo-beneficio altissimo che ora
pare stia destando interesse in settori diversi
dall’entertainment.
Non più solo videogiochi e cinema nel grande gioco del
guerriglia marketing, dunque. C’è da scommettere che presto
vedremo in giro manifesti dal contenuto apparentemente
incomprensibile, o spot pubblicitari volutamente slegati dal
contesto, per poi magari scoprire che si sta promuovendo una
crociera dai contenuti estremamente avventurosi. E qualcuno si
chiede anche se l’idea non possa essere utilizzata per fini
diversi dal (non più tanto) puro orientamento commerciale.
E’
possibile
indirizzare
i
comportamenti
delle
persone
utilizzando queste strategie? Sarebbe possibile, ad esempio,
guidare un voto politico attraverso una strategia di questo
tipo, coinvolgendo l’uomo comune al punto da persuaderlo
nell’intimo che quel programma è particolarmente utile e
buono, o quel candidato particolarmente adatto?
Pubblicitari al lavoro! Come recita un vecchio adagio del
settore, there is no business, like show business.