Informazioni al paziente sull`intervento di PAROTIDECTOMIA

OTORINOLARINGOIATRIA
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Informazioni al paziente sull’intervento di
PAROTIDECTOMIA
CHE COS’È E A COSA SERVE
• La ghiandola parotide è una ghiandola salivare maggiore del corpo umano e la sua asportazione anche se
bilaterale (cioè da entrambi i lati) non comporta problematiche della salivazione.
• La ghiandola parotide è suddivisa in due lobi e cioè due porzioni, una
superficiale, più vicina alla pelle e una profonda, attaccata alle
strutture e organi sottostanti.
• La suddivisione tra i due lobi è opera del nervo facciale, che passa
nel contesto della ghiandola stessa, emergendo posteriormente
come tronco unico e successivamente suddividendosi in numerosi
rami principali e secondari. Il nervo facciale è il nervo che permette il
movimento di tutta la muscolatura della metà della faccia
corrispondente.
• La parotidectomia serve a curare attraverso l’intervento chirurgico i
tumori benigni o maligni della ghiandola parotide, le infezioni
croniche, cioè non guaribili della ghiandola parotide.
RISCHI E POSSIBILI COMPLICANZE
• Nel post-operatorio, come nella maggioranza degli interventi chirurgici, si può assistere ad un sanguinamento
che in casi molto rari necessita di una revisione chirurgica.
• Sempre in casi molto rari può presentarsi nel post-operatorio una raccolta di liquido (siero) a livello della area
operata, come può avvenire in molti interventi. Questa in alcuni casi può aprirsi verso l’esterno (fistola cutanea) o
riassorbirsi spontaneamente. Spesso in questi casi si associa una terapia medica (il paziente assumerà farmaci
specifici).
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COME SI ESEGUE
• L’intervento relativamente al nervo facciale può prevedere:
¾ La salvaguardia del nervo facciale e di tutti i suoi rami:
Parotidectomia Totale con conservazione del nervo facciale.
¾ Il sacrificio deliberato di uno o tutti i suoi rami, con conseguente ricostruzione dello stesso (innesto di
nervo) o rianimazione della faccia statica (plastica del volto).
¾ Il sacrificio del nervo facciale avviene solamente nei tumori maligni che infiltrano il nervo e viene deciso
sempre prima dell’intervento ed è comunque una evenienza molto rara.
• L’intervento viene eseguito in anestesia generale.
• L’intervento si svolge tramite una incisione a livello della loggia parotidea, detta a baionetta, e comunque ben
mascherata dalla piega dell’orecchio e dal contorno della mandibola.
• Prevede l’asportazione del lobo profondo e del lobo superficiale della parotide (parotidectomia totale), del solo
lobo superficiale (parotidectomia superficiale o laterale) o del solo tumore (enucleoresezione) (evenienza rara e
comunque riservata a casi molto selezionati).
• In alcuni casi l’intervento di Parotidectomia deve essere associato ad intervento di svuotamento linfonodale del
collo che, per la complessità dello stesso e le sue numerose variabili, necessita di una spiegazione accurata e
specifica da parte del personale medico.
• L’intervento si completa con il posizionamento di un drenaggio che verrà tenuto in sede per 2-4 giorni in media.
• Viene sempre eseguito un esame istologico della ghiandola parotide e della neoplasia o tumore operato. Dopo la
refertazione dell’esame istologico, il paziente viene convocato per la consegna e per essere eventualmente
inviato a controlli successivi o a terapie ulteriori.
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In molti casi, seppur conservato il nervo facciale andrà incontro ad uno “stupor” transitorio e cioè uno più rami del
nervo saranno infiammati e dunque alcuni movimenti dei muscoli facciali potrebbero, solo transitoriamente,
essere ridotti o impediti. Questo stupor è sempre e comunque reversibile.
Nel caso di parotidectomia con conservazione del nervo facciale si assisterà comunque sempre ad una ripresa
completa delle funzioni del nervo facciale.
Nel caso di una ricostruzione del nervo la mimica facciale interessata riprenderà la sua azione dopo circa 3-6
mesi.
Sempre in alcuni casi si può presentare una sindrome successiva specifica, detta Sindrome di Frei. Questa
sindrome rara comporta l’arrossamento della pelle della regione parotidea operata e talvolta la sudorazione.
Questo avviene per un meccanismo di re-innervazione delle ghiandole sudoripare della loggia parotidea da parte
delle fibre originariamente deputate alla salivazione.
CONSEGUENZE DEL RIFIUTO
• Nel caso di patologia tumorale nessun’altra cura ha mostrato un successo adeguato o comunque sovrapponibile
alla chirurgia.
• I tumori benigni possono evolversi in tumori maligni.
• I tumori benigni comunque causano delle conseguenze quali inestetismi e compressioni sul nervo facciale.
• I tumori maligni sono in alcuni casi estremamente aggressivi e necessitano spesso anche di trattamenti
complementari (Chemio-Radioterapia) nel post-operatorio. In alcuni casi e in alcuni stadi di malattia la
percentuale di sopravvivenza alla malattia è bassa, e l’intervento necessita di essere il più radicale possibile
(sacrificio deliberato del nervo facciale).
• Nella patologia non tumorale, l’intervento viene deciso con il paziente per le complicanze croniche e cioè
continue della malattia parotidea.
ALTERNATIVE
• Le terapie alternative per le neoplasie parotidee non hanno mostrato successi paragonabili alla chirurgia.
• Nel caso in cui il paziente rifiuti l’intervento o viene ritenuto a rischio anestesiologico in una neoplasia
sicuramente benigna, controlli ambulatoriali frequenti possono monitorare l’evoluzione della malattia, che anche
se benigna ha un rischio non trascurabile di trasformazione maligna.
• Nel caso di una neoplasia maligna l’astensione dall’atto chirurgico comporta una sicura prognosi infausta.
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