DiskMaster, un jukebox per condividere musica e file Il mal di testasi

MILANO FINANZA
8 Marzo 2008
Tech
ACCESSORI
L’unità Nas
di Atlantis
Land ospita
due dischi
fissi e si
collega al pc
o alla rete
domestica
per
ascoltare
i brani dal
pc o fare il
backup dei
documenti
di Davide Fumagalli
Salute
MEDICINA
Il farmaco
si assume
per
inalazione,
entra subito
nel circolo
sanguigno
e riduce
il dolore
acuto
subito dopo
l’attacco di
emicrania
di Silvia Fabiole Nicoletto
Personal
79
DiskMaster, un jukebox
per condividere musica e file
U
no dei paradossi più assurdi della musica digitale
regolarmente acquistata
riguarda le molte limitazioni d’uso,
che impediscono per esempio di
trasferire senza limitazioni i file
dal pc a diversi lettori, rispetto a
quella illegalmente scaricata, di
cui è possibile disporre come più
si crede. In attesa che l’industria
discografica riconosca l’iniquità di
questa formula e rimuova quindi i
limiti in tal senso, legandoli magari
a meccanismi di autenticazione
personale dell’utente, esistono vari
sistemi per ovviare a questi problemi in maniera del tutto legale.
Molto efficace è l’utilizzo di sistemi
di storage centralizzati, ovvero
dei piccoli server domestici a cui
possono accedere i vari lettori,
e persino i lettori multimediali
dotati di scheda Wi-fi come l’iPod
Touch di Apple, per ascoltare i
brani in essi conservati. L’ultima
proposta in questo settore viene
da Atlantis Land con il modello
DiskMaster NASG302D, un’unità
Nas in grado di gestire uno o due
dischi fissi in varie configurazioni
e dotata di un server iTunes integrato, che viene così riconosciuto
dal software Apple installato sul
pc rendendo possibile la ricerca e
la riproduzione di musica direttamente dal dispositivo. Oltre quindi a permettere di condividere la
propria libreria musicale fra tutti
i pc e i lettori presenti in casa, il
DiskMaster è utile anche per conservare in maniera sicura gli altri
documenti personali. All’interno
del DiskMaster, infatti, è possibile
installare due hard disk in standard Parallel Ata, ormai superato,
oppure Serial Ata, più performante
e ormai diffuso in tutte le categorie di modelli. Inoltre, è possibile
scegliere anche la configurazione
dei due dischi, tra quella Raid 0
che divide i dati tra gli hard drive
duplicando la velocità che può cosi
superare i 120 MB al secondo, e
il Raid 1, che effettua invece una
scrittura identica su entrambe le
unità per assicurare la completa
leggibilità dei dati anche in casi di
rottura irreparabile di uno dei due
dischi. La terza modalità possibile
grazie al controller hardware integrato nel DiskMaster, chiamata
Jbod, permette invece di unire due
dischi di diversa capacità in un
unico volume visto dal pc come
una singola unità, e utile quindi
per recuperare vecchi dischi non
più utili. Nel corso della prova,
l’inserimento dei due dischi si è rivelato molto semplice, richiedendo
solo dieci minuti per completare
l’operazione. Ancora più semplice la configurazione software del
DiskMaster: basta inserire il cavo
di rete nel DiskMaster e nel pc
per procedere poi a scegliere il
tipo di configurazione per i dischi
e procedere alla formattazione
degli stessi. Per effettuare questi
passaggi è possibile utilizzare un
normale browser internet oppure
servirsi dell’utility software fornita con il dispositivo, che viene
venduto a 183 euro. Completata
questa operazione basta utilizzare la funzione Connetti unità
di rete di Windows per creare
il collegamento all’unità, vista
come un normale disco fisso con
tanto di lettera di riconoscimento.
Se si collega il DiskMaster alla
porta Ethernet del router Wi-fi,
quello utilizzato per condividere
la connessione internet domestica,
è poi possibile accedere senza fili al
disco da tutti i pc presenti in casa.
(riproduzione riservata)
Caratteristiche
Semplice da utilizzare, il modello DiskMaster NASG302D di
Atlantis Land integra un controller per configurare i due
dischi interni, non forniti, in
base a esigenze di velocità o
massima sicurezza. La presenza di una ventola e di un sistema
di monitoraggio interno evitano
i problemi di surriscaldamento
che possono portare al malfunzionamento dei normali dischi
esterni Usb. Il client BitTorrent
integrato consente di scaricare file da internet anche a pc
spento. Costa
183 euro
Il mal di testa si vaporizza
grazie a piccole particelle
I
n futuro si potrà forse combattere l’emicrania con un semplice respiro. A supportare
questa ipotesi è l’azienda Alexza
Pharmaceuticals che ha annunciato in questi giorni i risultati
positivi di uno studio clinico di
fase II su una nuova molecola
da assumere per via inalatoria
per la cura degli attacchi acuti
di emicrania. Somministrata
a circa 170 pazienti a diversi
dosaggi ha raggiunto il traguardo previsto, ossia è riuscita ad
annullare il dolore acuto nelle
due ore successive alla somministrazione. Indicata per ora con
la sigla AZ-104, la molecola è il
risultato di un felice connubio tra
il principio attivo loxapina (noto
farmaco appartenente alla classe
degli antipsicotici) e un sistema
innovativo di somministrazione
di proprietà della Alexza.
Per stare meglio
basta un respiro
La loxapina è un potente antagonista dei recettori della dopamina e della serotonina: un aspetto
quest’ultimo che la differenzia
da altri farmaci per l’emicrania
che antagonizzano solo i recettori
per la dopamina e che dovrebbe
garantire una riduzione degli effetti collaterali. AZ-104 è peraltro
la versione a basso dosaggio di un
altro prodotto della stessa casa
che si trova in fase di sviluppo
clinico più avanzato per la cura
di alcuni sintomi acuti nei pazienti con schizofrenia o disturbi
bipolari. Ma l’aspetto peculiare
è la tecnologia (il cui nome commerciale è Staccato), basata sulla
vaporizzazione del farmaco che
viene scaldato a una temperatura tale da consentirne la
conversione da solido a
vapore senza il rischio
che si degradi. Dopo
la vaporizzazione, a
contatto con l’aria,
il farmaco condensa
in piccole particelle che riescono
a raggiungere le vie aeree
profonde una
volta inalate;
il sistema garantisce inoltre un rilascio
del principio
attivo indipendente
dalla forza
del respiro
del paziente.
Il dispositivo,
portatile ed estremamente leggero, consta di
tre componenti principali: una
piccola placca metallica riscaldante collegata a una batteria su
cui viene sistemato il principio
attivo e una sorta di boccuccia su
cui il paziente appoggia le labbra
durante l’inalazione. Secondo
quanto riportato dall’azienda,
circa 200 composti sarebbero
somministrabili attraverso questa tecnologia, indipendentemente dalle proprietà
chimico fisiche di ciascuna sostanza introdotta. Nello studio
clinico di fase I il
farmaco così composto ha dimostrato
di essere ben tollerato e di entrare nel
circolo sanguigno
entro pochi minuti dall’assunzione,
garantendo
così un effetto terapeutico
molto rapido.
Quest’ultimo
studio che lo
ha visto protagonista è
stato invece
disegnato per
valutare la terapia
di un singolo attacco di
emicrania; i pazienti, 168
in tutto, sono stati suddivisi in
quattro gruppi cui è stata somministrata una delle tre dosi
del farmaco o un placebo (un
dispositivo Staccato ma privo
del farmaco). I pazienti si sono
rivolti al centro ospedaliero al
momento della comparsa dell’attacco di emicrania e sono stati
sottoposti a terapia qualora il
mal di testa fosse considerato
di intensità moderata o grave.
Sono rimasti sotto osservazione
per le quattro ore successive alla
somministrazione e nelle 24 successive. Il livello di dolore provocato dall’emicrania è stato quantificato attraverso un sistema di
classificazione internazionale;
il primo obiettivo era quello di
dimostrare l’efficacia del farmaco
rispetto a un placebo nelle prime
due ore dall’assunzione. Gli altri
punti comprendevano misure
ulteriori di efficacia tra cui effetti
sulla nausea, il vomito, la fobia
di luci e rumori. Tutti i risultati raccolti sono da considerarsi
significativi dal punto di vista
statistico. In particolare i miglioramenti più importanti si sono
osservati rispettivamente nel 76
e 79% dei pazienti trattati con i
due dosaggi superiori, a fronte
del 51% nel gruppo che aveva
ricevuto placebo. (riproduzione
riservata)