Mito di Sole e Luna, ovvero perché si alternano il Sole e la Luna? (a cura di Erica, Valeria, Ettore e Valerio, 1G) Un tempo, sul monte Olimpo, dal dio Cielo e dalla dea Stella nacquero due gemelle, Sole e Luna. Gli dei, per festeggiare la nascita delle due dee, organizzarono un lauto e allegro banchetto. Le sorelle crebbero insieme ma, ben presto, si accorsero di avere caratteri antitetici. Sole era molto gioiosa e socievole; Luna era invece cupa e chiusa in se stessa. Un giorno alle dee furono assegnati dal Signore dell’Olimpo, Pater, due compiti fondamentali per la vita dell’uomo: a Sole fu affidato l’incarico di illuminare la Terra durante il giorno, a Luna quello di accompagnare le stelle e dare tranquillità al cielo buio della notte. La dea Luna era ogni notte sempre più malinconica, nonostante la luminosità che Pater le avesse dato, e avvertiva la solitudine cui era costretta. Quanto alla dea Sole, dando luce e calore agli esseri umani, rendeva ogni giorno tutti più felici. Con il passare del tempo, in Luna subentrò un sentimento di gelosia nei confronti della sorella, tanto amata e desiderata da tutti, e, così, iniziarono i litigi. Un giorno, a causa di un’accesa discussione, Luna, profondamente ferita dalle parole offensive della sorella, ordì una vendetta: prese una freccia, ben acuminata e dorata, la scoccò e spinse Sole al centro della Terra. Da allora Luna occupò il cielo giorno e notte ma non riuscì a mantenere a lungo l’incarico, sia perché avvertiva il peso e la stanchezza dell'onere, sia perché era talmente grande l’affetto per la sorella che la vendetta, poco alla volta, cominciò a diventare una tremenda sofferenza. Così decise di salvare Sole, aiutandola a ritornare in cielo, e le domandò perdono per quello che le aveva fatto. Le sorelle rimasero unite sentimentalmente per sempre, senza più litigare, ma lontane per il fatto di doversi alternare nel corso della giornata, senza riuscire ad incontrarsi. Nessun amore sarebbe stato del tutto impossibile, nemmeno quello fraterno tra Sole e Luna. Difatti, una volta l’anno, fu possibile per loro riabbracciarsi e stare insieme e a questo incontro Pater diede il nome di eclisse.