Barboncino Mediterraneo Hyparrhenia hirta – Barboncino Mediterraneo – È una pianta erbacea perenne emicriptofita cespitosa, alta 40–70 cm. Ha foglie laminari e infiorescenze formate da coppie di spighe sorrette da un gambo che a sua volta nasce dall’ascella di foglie cauline rigonfie. La specie è diffusa: nel bacino del Mediterraneo (Portogallo, Spagna – incluse Baleari, Francia – inclusa Corsica, Italia, Albania, Jugoslavia, Grecia inclusa Creta, Turchia, Cipro, Israele, Giordania, Libano, Siria, Egitto, Libia, Tunisia, Algeria e Marocco; nella Macaronesia: Capo Verde, Madera e Canarie; in Africa: Eritrea, Etiopia, Somalia, Sudan, Kenya, Tanzania, Uganda, Camerun, Niger, Angola, Zambia, Botswana, Lesotho, Namibia, Sudafrica, Swaziland; in Asia: Oman, Arabia Saudita, Yemen, Iran, Iraq, Afghanistan, India, Pakistan. Per l’ Italia il Pignatti la segnala dalla Liguria in giù, Sardegna e Sicilia comprese, escludendo la Pianura padana e le regioni settentrionali. Cresce in ambienti di prateria mediterranea e gariga. Thero-Brachypodietea Tra gli habitat considerati prioritari rientra anche l’habitat del Thero – brachypodietea. I siti caratterizzati dalla presenza dell’habitat prioritario del Thero – brachypodietea sono dominati da vegetazione erbacea annuale tipica di ambiente caldo – arido e si caratterizzano per la presenza di aspetti vegetazionali che rappresentano diversi stadi dinamici. Il nome di questo habitat deriva da Theros = annuale e da Brachypodium, che è un genere caratteristico di graminacee. Le praterie con terofite (terofite = piante che svolgono il loro ciclo biologico entro un anno; germinano infatti in autunno, sfruttando la condensa autunnale della rugiada, si accrescono durante l’inverno, e si riproducono in primavera, superando quindi l’estate sotto forma di seme) si alternano in genere alle aree a macchia mediterranea e alle aree con querceti mediterranei. Questi siti si caratterizzano inoltre per la diffusa presenza di affioramenti rocciosi, in prevalenza carbonatici. I percorsi substeppici di graminacee e piante annue, come viene anche definito l’habitat del Thero – brachypodietea, costituiscono uno dei più caratteristici ambienti presenti in Puglia, nelle tre grandi aree carsiche della regione, il Salento, il Gargano e le Murge. Questo ambiente si caratterizza quindi per la scarsa copertura arborea, rari sono infatti gli alberi e persino gli arbusti, e per la conseguente limitata capacità di trattenere il terreno agrario, spesso completamente assente in aree caratterizzate dall’affioramento della roccia calcarea sottostante. Il substrato, privo della naturale copertura vegetale, subisce in maniera maggiore l’influenza limitante dei fattori ambientali e climatici (aridità, azione dei venti, forte soleggiamento). I percorsi substeppici per molti studiosi rappresentano l’ultimo stadio di degrado della vegetazione spontanea mediterranea, traendo origine dall’azione millenaria dell’uomo, come risultato dell’azione combinata del disboscamento, del successivo dilavamento meteorico del substrato, della forte siccità estiva e della scarsa capacità di ritenzione idrica di un substrato fortemente fessurato in seguito ai fenomeni carsici. La lampreda Petromyzon marinus – La lampreda di mare è una specie appartenente alla classe degli Agnati, predatore parassita di altri pesci. Questa specie dimora presso i litorali marini e risale lungo i fiumi nel periodo della riproduzione (tipico esempio di migrazione anadroma), che avviene in zone con correnti rapide e fondali ghiaiosi. È una specie diffusa lungo tutte le coste europee, sia del Mediterraneo che dell’Atlantico; la si trova anche in America settentrionale, da Terranova alla Florida. In Italia è presente lungo tutte le coste marine, lungo il corso medio e inferiore del Po, e nei fiumi Ticino, Lambro, Scrivia, Adige, Arno, Tevere e Magra. Corpo lungo fino a 1,2 metri con un peso che arriva fino a 2,5 kg, cilindrico affusolato, compresso posteriormente, con una doppia pinna dorsale; bocca ovale con piastra sopraorale munita di due denti vicini tra loro, piastra suborale con 7-9 denti e 4 piastre labiali con due denti ciascuna. Gli esemplari adulti hanno una livrea bruno-nerastra sul dorso, con macchie scure su fondo giallo verdastro sui fianchi e il ventre biancastro, mentre gli esemplari giovani presentano una colorazione uniforme bruno-chiara. La lampreda di mare adulta è un parassita che attacca molti pesci marini e d’acqua dolce, compresi salmoni, trote, aringhe, sgombri e alcuni squali. Si attacca alla preda con i denti e ne succhia il sangue utilizzando la ruvida lingua. Per la riproduzione, migra dal mare all’acqua dolce. L’apertura del canale di Welland nel 1929 permise alle lamprede di mare di arrivare ai Grandi Laghi del Nord America, costringendole però a restarvi, senza più sbocco al mare, e provocandone un’enorme diffusione a spese delle specie locali. Gli accoppiamenti avvengono tra la primavera e l’inizio dell’estate, dopo che la coppia risale i corsi dei fiumi e scava tra la ghiaia una buca in cui vengono deposte le uova di circa 1 mm di diametro. Durante il loro viaggio nuziale, le lamprede non si nutrono e, dopo la deposizione, muoiono. Dopo la schiusa le larve, che hanno colore uniforme e un’unica pinna dorsale, si spostano in tratti di fiume a corrente tranquilla e trascorrono nel fango da 2 a 5 anni prima di compiere la metamorfosi, dopo la quale, raggiunta una lunghezza di 10-20 cm, migrano verso il mare. Lampreda Marina Specie: Petromyzon marinus Nome comune: LAMPREDA MARINA La lampreda marina è il ciclostomo di maggiori dimensioni presente in Italia: può raggiungere anche il metro di lunghezza per oltre 2 Kg di peso. È una specie migratrice, passa dal mare alle acque dolci durante il proprio ciclo vitale. Gli adulti vivono in mare, generalmente lungo le coste, parassitando pesci di media taglia, per un periodo di circa tre anni, durante il quale raggiungono la maturità sessuale. Gli individui sessualmente maturi cominciano allora la risalita dei corsi d’acqua. A riproduzione avvenuta gli adulti muoiono. Alla schiusa le larve si lasciano trasportare dalla corrente fino a raggiungere il tratto medio dei corsi d’acqua dove è disponibile substrato fangoso che consente loro di affossarsi. Infossate nel fango le larve possono vivere anche 7‐8 anni come filtratori, nutrendosi di microrganismi animali e vegetali. Trascorso questo periodo, comincia la metamorfosi verso la fase adulta e la discesa attiva in mare. La lampreda è considerata minacciata (EN) a livello nazionale (Bulgarini et al. 1998), in pericolo critico secondo la Lista Rossa dei Pesci d’acqua dolce indigeni in Italia (Zerunian 2002). La rarefazione della specie sia a livello nazionale sia europeo, sarebbe legata alla costruzione di dighe sui principali corsi d’acqua. Sgarza Ciuffetto A024 Ardeola ralloides – Nome comune: SGARZA CIUFFETTO Lo svernamento avviene prevalentemente in zone umide situate nella parte settentrionale dell’Africa tropicale, sebbene fenomeni di svernamento vengono osservati anche nel bacino del Mediterraneo. La frequentazione del sito è limitata al periodo del transito migratorio, allorquando la specie si posa tra le scogliere per cacciare. Importante quindi tutelare nell’area il rispetto del divieto di attività venatoria previsto dalle norme nazionali nelle aree naturali protette.