Blanchard,
Macroeconomia
Una prospettiva europea,
Il Mulino di
2011
Prof.ssa
Maria Laura
Parisi, PhD; –[email protected];
DEM Università
Brescia
Capitolo I. Un Viaggio intorno al mondo
Corso di
Economia Politica
a.a. 2012/2013
LEZIONE 5
Laurea Magistrale in Giurisprudenza, UNIBS
Blanchard, Amighini, Giavazzi, Macroeconomia – Una prospettiva europea, Il Mulino 2011
Capitolo III. Il mercato dei beni
Mettiamo dei punti fermi:
1. Produzione = PIL (reale) = Y : il valore
complessivo dei beni e servizi finali prodotti da
un’economia; il valore aggiunto di un’economia
2. Y = PIL (reale) = reddito : il valore aggiunto di
un’economia è dato dal lavoro e dall’investimento
in capitale = da stipendi, interessi e profitti =
dalla somma dei redditi
3. Produzione = reddito (= PIL = Y) : ciò che viene
prodotto da un’economia viene anche distribuito
nell’economia come reddito
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Blanchard, Amighini, Giavazzi, Macroeconomia – Una prospettiva europea, Il Mulino 2011
Capitolo III. Il mercato dei beni
Resta da capire una cosa:
Y = PIL = produzione = reddito
•
•
•
•
le imprese producono beni e servizi
originando valore aggiunto
attraverso l’impiego di lavoro e capitale
così distribuendo redditi.
Ma perché li producono?
All’impresa quello che davvero interessa è produrre?
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Capitolo III. Il mercato dei beni
• All’impresa interessa soprattutto vendere i suoi
beni e servizi!
• Produci per vendere
• Vendi se c’è qualcuno che compra!
Il problema si può vedere su due lati:
produzione = offerta = Y
Le imprese producono/offrono beni e servizi
Domanda = Z
Qualcuno deve comprare e domandare i beni e servizi!
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Capitolo III. Il mercato dei beni
Se osserviamo che un paese ha prodotto un certo PIL,
vuol dire che deve per forza valere un’uguaglianza
basilare:
Offerta = Domanda
I beni e servizi prodotti ed offerti da un paese devono
essere stati acquistati!
Y=Z
Uguaglianza tra offerta e domanda in un equilibrio
macroeconomico.
Ma chi domanda i beni del paese?
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Capitolo III. Il mercato dei beni
Componenti della domanda di beni
Domanda di beni (Z)
≡
Consumo (C)
+
Investimenti (I)
+
Spesa pubblica (G)
+
Esportazioni (X)
Importazioni (IM)
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Capitolo III. Il mercato dei beni
In un equilibrio, Y = Z
Quindi Y = PIL è composto da:
1. Consumo (C)
2. Investimento (I)
Non residenziale
Residenziale
3. Spesa pubblica (G)
4. Esportazioni nette
Esportazioni (X)
Importazioni (IM)
5. Investimento in scorte
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Capitolo III. Il mercato dei beni
1. La composizione del Pil
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Capitolo III. Il mercato dei beni
1. La composizione del Pil
• Consumo (C): beni e servizi acquistati dai consumatori;
Rappresenta la componente principale della domanda
aggregata: 57,3% del PIL
• Investimento (I): talvolta chiamato investimento fisso per
distinguerlo dalle scorte di magazzino. E’ la somma
dell’investimento
– non residenziale (impianti, macchinari da imprese)
– Residenziale (famiglie)
Circa 20,8% del PIL
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Capitolo III. Il mercato dei beni
1. La composizione del Pil
3 . Spesa pubblica:
Spesa pubblica di beni e servizi acquistati dallo Stato o da enti
pubblici.
I servizi includono quelli forniti da impiegati pubblici.
Non include né i trasferimenti (assistenza sanitaria e sociale),
né gli interessi del debito pubblico.
Consumi collettivi (inclusi stipendi pubblici) + Investimenti
Di conseguenza questa spesa pubblica è più bassa delle uscite
totali del settore pubblico: 20,9% del PIL (contro 40-45%)
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Capitolo III. Il mercato dei beni
Consumi
+
Investimenti
+
Spesa pubblica
=
Domanda di beni e servizi nazionali
da parte dei residenti
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Capitolo III. Il mercato dei beni
1. La composizione del Pil
• Importazioni (IM): acquisti di beni e servizi prodotti
all’estero effettuati dagli operatori nazionali
(consumatori, imprese, governo): 39,4% del PIL
• Esportazioni (X): acquisti di beni e servizi nazionali da
parte di operatori esteri, nel resto del mondo: 40% del PIL
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Capitolo III. Il mercato dei beni
1. La composizione del Pil
• Esportazioni nette, (X-IM) o saldo commerciale, è dato
dalla differenza tra esportazioni e importazioni (pari a
+0,6% del PIL in UE, invece -7% in USA)
X>IM : avanzo commerciale, esportazioni nette
positive
X<IM : disavanzo commerciale, esportazioni nette
negative
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Capitolo III. Il mercato dei beni
Consumo
+
Investimenti
+
Spesa pubblica
+
Esportazioni nette
=
Domanda totale di beni e servizi nazionali
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Capitolo III. Il mercato dei beni
1. La composizione del Pil
• Investimento in scorte: differenza tra beni prodotti e
beni venduti in un anno – cioè differenza tra produzione
e vendite: 0,4% del PIL
Produzione > Vendite
⇒ le scorte aumentano
Produzione < Vendite
⇒ le scorte diminuiscono
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Capitolo III. Il mercato dei beni
Spesa totale in beni e servizi nazionali
+
Investimento in scorte
=
Valore della produzione
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Capitolo III. Il mercato dei beni
2. La domanda di beni
La domanda totale di beni, Z, può essere scritta come:
Z ≡ C + I + G + X − IM
Questa equazione è un’identità che definisce Z come la somma di
consumo, investimento, spesa pubblica ed esportazioni al netto
delle importazioni.
Per determinare Z, si introducono alcune semplificazioni.
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Capitolo III. Il mercato dei beni
2. La domanda di beni
1. Le imprese producono uno stesso bene che può essere usato
come bene di consumo, bene di investimento e come spesa
pubblica.
2. Le imprese forniscono qualsiasi quantità di tale bene a un dato
prezzo, P. Questa ipotesi è valida solo nel breve periodo.
3. L’economia è chiusa: non avvengono scambi con il resto del
mondo. Esportazioni e importazioni sono uguali a zero.
Z ≡ C+ I + G
Ma da cosa dipendono queste 3 variabili?
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Capitolo III. Il mercato dei beni
2.1. Consumo (C)
Il reddito disponibile è ciò che rimane del reddito, una volta
pagate le tasse e ricevuto i trasferimenti dallo Stato (es. pensioni).
Indichiamo con T le tasse al netto dei trasferimenti dallo Stato, e Y
il reddito aggregato
Allora, il reddito disponibile è
Yd = Y – T
Il reddito disponibile, (Yd), è il fattore principale da cui dipendono
le decisioni di consumo.
La relazione tra il consumo e il reddito disponibile può essere
espressa come una funzione, positiva:
C = C (YD )
(+ )
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Capitolo III. Il mercato dei beni
2.1. Consumo (C)
Ad esempio, è possibile assumere che la forma funzionale della
relazione tra il consumo e il reddito disponibile sia
una funzione lineare:
C = c0 + c1YD
C = c0 + c1 (Y − T )
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Capitolo III. Il mercato dei beni
Funzione lineare
Y
a: intercetta
verticale
Retta
b: inclinazione
Y=a+bX
b
a
•b>0: crescente
•b<0: decrescente
•0<b<1: meno
inclinata retta 45°
X
Y=a+bX
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•b>1: più inclinata
retta 45°
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Capitolo III. Il mercato dei beni
La funzione lineare del consumo
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Capitolo III. Il mercato dei beni
C = c0 + c1YD
Il parametro c0
• rappresenta il consumo quando il reddito disponibile è zero.
• E’ positivo perché certi consumi sono incomprimibili
• Attingere ai risparmi o indebitarsi
• Intercetta verticale della retta
Il parametro c1 è la propensione marginale al consumo:
Effetto sul consumo di un euro aggiuntivo di reddito disponibile
Pendenza della retta
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Capitolo III. Il mercato dei beni
C = c0 + c1YD
2 restrizioni naturali sulla propensione al consumo:
1.
c1 > 0. Un aumento del reddito disponibile genera un
aumento del consumo
2.
c1 < 1. Un aumento del reddito disponibile genera un
aumento meno che proporzionale del consumo.
I consumatori consumano solo una parte dell’aumento del loro
reddito disponibile: l’altra la risparmiano
Stime econometriche dicono che c1 è circa 0,6.
Pendenza positiva dell’equazione
C = c0 + c1 (Y − T )
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Capitolo III. Il mercato dei beni
Il consumo aumenta col reddito disponibile, ma meno che proporzionalmente.
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Capitolo III. Il mercato dei beni
2.2. Investimento (I)
Nei modelli economici troviamo due tipi di variabili:
variabili esogene: prese come date
variabili endogene: spiegate all’interno del modello
Inizialmente, l’investimento verrà considerato come una variabile
esogena.
Questa ipotesi semplificatrice verrà eliminata successivamente.
Quando l’investimento è preso come dato si ha:
I=I
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Capitolo III. Il mercato dei beni
2.3. Spesa pubblica (G)
Insieme alle imposte, T, la spesa pubblica, G, descrive la politica
fiscale del governo – le scelte del governo circa le entrate e le uscite
del settore pubblico.
La spesa pubblica è una variabile esogena. Come per
l’investimento, si considera T e G come esogene.
Motivazioni:
- il governo non presenta regolarità di comportamento come i
consumatori e le imprese, non esiste un’unica funzione per G e T;
- i macroeconomisti hanno come compito quello di consigliare il
governo circa decisioni di spesa e di gettito.
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