Elementi di
prevenzione incendi
QUADRO NORMATIVO
D.Lgs 81/08 (art. 43 - 46)
Gli articoli danno indicazioni precise in merito alla gestione
delle emergenze con particolare attenzione al primo
soccorso, prevenzione incendi e le misure di evacuazione
dei lavoratori da adottare in caso di pericolo grave e
immediato.
D.M. 26/08/92
Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica
D.M. 10/03/98
Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione
dell’emergenza nei luoghi di lavoro
CERTIFICATO PREVENZIONE INCENDI
In caso di attività che rientri nell’elenco di cui al D.M.
16/02/82, il progetto va sottoposto al parere preventivo
del Comando dei Vigili del Fuoco ai fini del successivo
rilascio del Certificato di prevenzione incendi.
Periodicamente, con cadenza che dipende dal tipo di
attività esercitata, il C.P.I. deve essere rinnovato.
.....
15) Depositi di liquidi infiammabili e/o combustibili per cap. da 0,5 a 25 mc;
43) Depositi di carta, cartoni, ... per quantitativi superiori a 50 q.li;
85) Scuole di ogni ordine e grado .. per oltre 100 persone presenti;
91) Impianti per la produzione del calore, alimentati con combustibile solido,
liquido, gassoso con potenzialità sup. a 100.000 kcal;
.....
INCENDIO
Processo non controllato di combustione di
una quantità non trascurabile di materiale,
con tendenza a espandersi e a non poter
essere facilmente contenuto e bloccato
(spento).
COMBUSTIONE
Reazione chimica (ossidoriduzione)
sufficientemente rapida tra una
sostanza combustibile ed una
sostanza comburente
(normalmente l’ossigeno contenuto
nell’aria) con emissione di energia
sensibile (calore e luce) ed altri
prodotti della combustione (gas,
fumo).
TRIANGOLO DEL FUOCO
Perché si realizzi una combustione è necessario che vi sia la
presenza contemporanea di tre elementi (triangolo del fuoco).
COMBUSTIBILE
COMBURENTE
ENERGIA DI INNESCO
Sostanza in grado di
bruciare
Ossigeno presente
nell’aria
Temperatura di
infiammabilità
Se manca un solo componente non si può verificare un incendio
OSSIGENO
COMBUSTIBILE
CALORE
COMBUSTIONE INCONTROLLATA DI MATERIALI
INCENDIO
COMBURENTE
COMBUSTIBILE
INNESCO
SE VIENE A MANCARE UNO DEI TRE ELEMENTI IL FUOCO SI SPEGNE
COMBUSTIBILE
SOSTANZA IN GRADO DI BRUCIARE
PUO’ PRESENTARSI ALLO STATO
• SOLIDO (CARBONE, LEGNO, CARTA, ...)
• LIQUIDO (ALCOOL, BENZINA, GASOLIO, ...)
• GASSOSO (METANO, IDROGENO, PROPANO, ...)
COMBURENTE
SOSTANZA CHE PERMETTE AL
COMBUSTIBILE DI BRUCIARE
L’ossigeno costituisce
circa il 21 % del gas
dell’aria. Per sostenere il
fuoco è necessario un
rapporto minimo del
16%.
PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE
• Anidride carbonica (CO2) per combustione
completa (abbondanza di ossigeno alla
combustione)
• Ossido/monossido di carbonio (CO) per
effetto di combustione incompleta (carenza di
ossigeno)
• vapore acqueo (H2O)
• anidride solforosa (SO2) e solforica (SO3)
• ceneri.
INNESCO
ELEMENTO CHE A CONTATTO CON LA
MISCELA INFIAMMABILE DETERMINA
L’AVVIO DELLA REAZIONE DI
COMBUSTIONE
(FIAMMA, SCINTILLA, MOZZICONI DI
SIGARETTA, CORTO CIRCUITO,
FULMINI, ecc …).
PROPAGAZIONE DELL’INCENDIO
La propagazione dell’incendio è influenzata da:
• estensione del locale;
• posizione della sorgente d’ignizione;
• l’apertura di porte e finestre;
• presenza (quantità) e distribuzione di
materiale infiammabile;
• propagazione attraverso vani tecnici.
DINAMICA DI UN INCENDIO
EFFETTI DELL’INCENDIO SULLA PERSONA
•
•
•
•
•
•
USTIONI;
INTOSSICAZIONI
PERDITA DI CONOSCENZA;
ASFISSIA;
DIMINUZIONE DELLA VISIBILITA’;
CROLLO DELLE STRUTTURE
PORTANTI.
PRINCIPALI CAUSE DI MORTE IN UN INCENDIO
Contatto diretto con le fiamme
32,4%
Temperature troppo elevate
Deficit di O2
CO e altri gas tossici
57,6%
Fumi
Panico
Effetti meccanici
10 %
CLASSIFICAZIONE DEI FUOCHI
CLASSE A: FUOCHI DA MATERIALI SOLIDI,
GENERALMENTE DI NATURA ORGANICA,
LA CUI COMBUSTIONE AVVIENE
CON PRODUZIONE DI BRACI;
CLASSE B: FUOCHI DA LIQUIDI O
DA SOLIDI LIQUEFATTIBILI;
CLASSIFICAZIONE DEI FUOCHI
CLASSE C: FUOCHI DI GAS;
Metano, GPL, acetilene, idrogeno …
CLASSE D: FUOCHI DI METALLI;
Magnesio, Sodio, Potassio e i reagenti
organo-metallici come l’alchil-litio, ecc.
CLASSIFICAZIONE DEI FUOCHI
CLASSE E: Fuochi di natura elettrica
Il pittogramma della classe di fuoco E è stato sostituito dalle
diciture:
"Non utilizzare su apparecchiature elettriche sotto
tensione"
"Adatto all’uso su apparecchiature elettriche sotto
tensione fino a 1000 V ad una distanza di un metro"
CLASSE F: Fuochi da mezzi di cottura
(oli e grassi animali o vegetali).
SOSTANZE ESTINGUENTI
I SISTEMI DI SPEGNIMENTO DEGLI INCENDI
(Rottura del triangolo della combustione)
SEPARAZIONE
SOFFOCAMENTO
RAFFREDDAMENTO
INIBIZIONE CHIMICA
SOSTANZE ESTINGUENTI
Modalità di estinzione di un incendio
Obiettivo: “rompere” il triangolo della combustione
SOSTANZE ESTINGUENTI
ACQUA
SCHIUMA
POLVERI
IDROCARBURI ALOGENATI
GAS INERTI
AGENTI ESTINGUENTI ALTERNATIVI ALL’HALON
TIPOLOGIE DI ESTINGUENTI
Sostanza
Azione
• Raffreddamento [l’acqua evapora e sottrae calore al
combustibile; sottrae di fatto l’energia necessaria alla
combustione per autoinnescarsi - autoalimentarsi ].
Acqua
• Diluizione della concentrazione di ossigeno per la
formazione di vapor acqueo (azione di soffocamento)
• Diluizione delle sostanze infiammabili fino a non
renderle più tali.
• Soffocamento [le schiume creano dei film sottilissimi
che impediscono il contatto tra il combustibile e il
comburente].
Schiume
• Raffreddamento [l’acqua della schiuma evapora e
sottrae calore al combustibile, sottrae di fatto l’energia
necessaria alla combustione per autoinnescarsi autoalimentarsi ].
TIPOLOGIE DI ESTINGUENTI
Sostanza
Polveri
Gas inerti
(CO2,N)
Idrocarburi
alogenati
Azione
• Le alte temperature raggiunte nella combustione
decompongono le polveri con effetti chimici sulla
fiamma e produzione di anidride carbonica e vapore
acqueo. I prodotti della combustione delle polveri
separano il combustibile dal comburente
[soffocamento], raffreddano il combustibile
[raffreddamento] e inibiscono il processo di
combustione [inibizione].
• Soffocamento [riduzione della concentrazione di
ossigeno nell’aria]
• Raffreddamento [la CO2 passando da fase liquida a
gassosa riduce la temperatura]
Inibizione chimica
EFFICACIA DEI PRODOTTI ESTINGUENTI
IN RELAZIONE AI COMBUSTIBILI
ACQUA
BUONO
MEDIOCRE MEDIOCRE
SCHIUMA
BUONO
BUONO
POLVERE
MEDIOCRE
BUONO
CO2
SCARSO
HALON
SCARSO
NO
NO
NO
NO
NO
BUONO
BUONO
BUONO
NO
BUONO
NO
BUONO
MEDIOCRE MEDIOCRE
BUONO
BUONO
MECCANISMI DI ESTINZIONE
• AZIONE ESTINGUENTE DELL’ACQUA
L’azione estinguente dell’acqua avviene prevalentemente per
raffreddamento del combustibile in fiamme. Indirettamente l’acqua
esercita anche un’azione di soffocamento grazie alla formazione di
vapore.
• AZIONE ESTINGUENTE DELLE SCHIUME
L’azione estinguente delle schiume è essenzialmente un’azione di
soffocamento. Le schiume creano infatti dei film sottilissimi che
impediscono il contatto tra il combustibile ed il comburente,
soffocando l’incendio. Sono generalmente impiegate per lo
spegnimento di incendi generati da liquidi infiammabili.
IDRANTI
• L’acqua è un buon conduttore di elettricità
e pertanto non può essere usata in
presenza di apparecchiature elettriche;
• L’acqua non può essere usata con fuochi
di classe “C” (gas);
• L’acqua non può essere usata con fuochi
di classe “D” (metalli);
• L’acqua non può essere usata con fuochi
di classe “E”;
• L’acqua non trova impiego in ambienti a
temperatura inferiore a 0°C.
RETE IDRICA ANTINCENDIO
NORMA UNI 10779 - 2007
A protezione delle attività industriali o civili caratterizzate
da un rilevante rischio viene di norma istallata una rete idrica
antincendio collegata direttamente, o a mezzo di vasca di
disgiunzione, all’acquedotto cittadino.
La presenza della vasca di disgiunzione è necessaria ogni
qualvolta l’acquedotto non garantisca continuità di erogazione
e sufficiente pressione. In tal caso le caratteristiche idrauliche
richieste agli erogatori (idranti UNI 45 oppure UNI 70) vengono
assicurate in termini di portata e pressione dalla capacità della
riserva idrica e dal gruppo di pompaggio.
RETE IDRICA ANTINCENDIO
NORMA UNI 10779 - 2007
La rete idrica antincendi deve, a garanzia di affidabilità e
funzionalità, rispettare i seguenti criteri progettuali:
- Indipendenza della rete da altre utilizzazioni.
- Dotazione di valvole di sezionamento.
- Disponibilità di riserva idrica e di costanza di pressione.
- Disposizione della rete ad anello.
- Protezione della rete dall’azione del gelo e della corrosione.
- Caratteristiche idrauliche pressione - portata (3 idranti UNI
45, i più sfavoriti, in fase di erogazione con portata di 120
lt/min e pressione residua al bocchello di 2 bar).
- Idranti (a muro, a colonna, sottosuolo o naspi) collegati con
tubazioni flessibili a lance erogatrici che consentono, per
numero ed ubicazione, la copertura protettiva dell’intera
attività.
ESTINTORI
D.M. 10/03/98
Gli ambienti di lavoro devono essere dotati di un adeguato numero di estintori
portatili da incendio, di tipo approvato dal Ministero dell'interno, distribuiti in
modo uniforme nell'area da proteggere in modo da facilitarne il rapido utilizzo
in caso di incendio; a tal fine è consigliabile che gli estintori siano ubicati:
- lungo le vie di esodo, in prossimità degli accessi;
- in prossimità di aree a maggior pericolo.
Gli estintori devono essere ubicati in posizione facilmente accessibile e
visibile in modo che la distanza che una persona deve percorrere per
utilizzarli non sia superiore a 30 m; appositi cartelli segnalatori devono
facilitarne l'individuazione, anche a distanza. Gli estintori portatili di Classe
minima 13A-89BC devono essere installati in ragione di almeno uno ogni 100
m2 di pavimento, con un minimo di 2 estintori per piano.
Gli estintori a protezione di aree ed impianti a rischio specifico devono avere
agenti estinguenti di tipo idoneo all'uso previsto.
ESTINTORI
TIPOLOGIA DEI MATERIALI ESTINGUENTI
Polvere
Anidride carbonica (CO2)
Idrici
Schiuma chimica
Schiuma meccanica
Gli estintori a polvere sono i
più usati. Contengono in
genere polvere a base di sali
di ammonio. La polvere (salvo
casi di sensibilizzazione ) non
è tossica per inalazione o
ingestione.
ESTINTORI
ALL. 5 del D.M. 10/3/98
Gli estintori devono essere collocati in posizione facilmente accessibile
(preferibilmente vicino agli accessi ) con cartelli segnalatori e distanza da
percorrere per utilizzarli non superiore a 30 metri.
Superficie protetta da un estintore
TIPO ESTINTORE
RISCHIO
BASSO
RISCHIO
MEDIO
RISCHIO
ELEVATO
13A- 89 BC
100 m2
---
---
21A-113 BC
150 m2
100 m2
---
34A-144 BC
200 m2
150 m2
100 m2
55A-233BC
250 m2
200 m2
150 m2
ESTINTORI
USO DEGLI ESTINTORI
Tempo di scarica: 9-10 sec
• La valutazione della
capacità totale di un
estintore va commisurata
alle reali possibilità di
azione che può fornire.
• Utilizzare il tipo
appropriato di estinguente.
Estintore a
polvere
Estintore a CO2
• Perché l’estintore si
dimostri efficace è
necessario porre attenzione
alle modalità di impiego.
USO DEGLI ESTINTORI
ERRATO IMPIEGO DEGLI ESTINTORI
• NON DIRIGERE IL GETTO
DELL’ESTINTORE CONTRO VENTO
• NON AZIONARE L’ESTINTORE SOLO PER
PROVA
• NON DIRIGERE IL GETTO A VANVERA
• PER PICCOLI INCENDI NON SPRECARE
INSENSATAMENTE TUTTO IL
CONTENUTO.
USO DEGLI ESTINTORI
ERRATO IMPIEGO DEGLI ESTINTORI
IN CASO DI INCENDIO DI LIQUIDO
INFIAMMABILE NON DIRIGERE IL
GETTO VERSO UN UNICO PUNTO
NON AFFRONTARE MAI INCENDI DI
GRANDE ESTENSIONE DA SOLO
CON UN ESTINTORE
NON RIMETTERE SUBITO AL LORO
POSTO ESTINTORI USATI ANCHE SE
PARZIALMENTE
35
USO DEGLI ESTINTORI
CORRETTO IMPIEGO
DEGLI ESTINTORI
• DIRIGERE IL GETTO SEMPRE CON IL
VENTO ALLE SPALLE E INIZIANDO DAL
BASSO. LA NUBE DI POLVERE DEVE
RAGGIUNGERE UNA ESTENSIONE
OTTIMALE SUL FRONTE DELLE FIAMME
• INIZIARE L’OPERAZIONE DI SPEGNIMENTO
SEMPRE DAL DAVANTI E DAL BASSO,
RESPINGENDO GRADUALMENTE IL
FRONTE DELLE FIAMME
USO DEGLI ESTINTORI
CORRETTO IMPIEGO
DEGLI ESTINTORI
• PER LO SPEGNIMENTO, USARE
SOLTANTO IL NECESSARIO TENENDO
UNA PARTE PER LA POSSIBILE
EVENTUALE RIPRESA DELLA FIAMMA.
• DISTRIBUIRE LA NUBE DI POLVERE A
VENTAGLIO, CON IL VENTO ALLE
SPALLE, RESPINGENDO IL FRONTE
DELLE FIAMME DAL FOCOLAIO.
USO DEGLI ESTINTORI
INCENDIO ED ESTINGUENTI
Ogni incendio ha bisogno di un proprio estinguente
Gli estintori utilizzano estinguenti diversi
Un estintore non va bene per tutte le tipologie
d’incendio
PROTEZIONE ANTINCENDIO
LA COMPARTIMENTAZIONE INTESA COME PROTEZIONE
DELLA STRUTTURA DEGLI EDIFICI
R RESISTENZA – STABILITÀ: OSSIA ATTITUDINE A
MANTENERE LE PROPRIE CARATTERISTICHE
MECCANICHE SOTTO L’AZIONE TERMICA.
E ERMETICITA’: CAPACITÀ DELL’ELEMENTO DI
IMPEDIRE, E CONTEMPORANEAMENTE DI
NON PRODURRE, IL PASSAGGIO DI FIAMME,
VAPORI E GAS.
I
ISOLAMENTO: INDICA LA CAPACITÀ DI IMPEDIRE
IL PASSAGGIO DI CALORE ANCHE SOTTO FORMA
DI IRRAGGIAMENTO.
RILEVAZIONE DI INCENDIO
UTILITÀ
LO SCOPO DI UN SISTEMA DI
RILEVAZIONEAUTOMATICA
D’INCENDIO È QUELLO DI
RILEVARE L’INCENDIO NEL
MINOR TEMPO POSSIBILE
E DI DARE UN ALLARME PER
INTRAPRENDERE INTERVENTI
IMMEDIATI.
INCENDI: CAUSE
• DEPOSITO O MANIPOLAZIONE NON IDONEA DI
SOSTANZE INFIAMMABILI O COMBUSTIBILI (presenza
contemporanea di comburenti, utilizzo di fiamme libere,
impianto elettrico inadeguato);
• ACCUMULO DI RIFIUTI, CARTA O ALTRO MATERIALE
COMBUSTIBILE CHE PUÒ ESSERE FACILMENTE
INCENDIATO (ACCIDENTALMENTE O
DELIBERATAMENTE);
• NEGLIGENZA NELL'USO DI FIAMME LIBERE E DI
APPARECCHI GENERATORI DI CALORE;
• INADEGUATA PULIZIA DELLE AREE DI LAVORO E
SCARSA MANUTENZIONE DELLE APPARECCHIATURE;
• IMPIANTI ELETTRICI O UTILIZZATORI DIFETTOSI,
SOVRACCARICATI E NON ADEGUATAMENTE PROTETTI;
INCENDI: CAUSE
• RIPARAZIONI O MODIFICHE DI IMPIANTI ELETTRICI
EFFETTUATE DA PERSONE NON QUALIFICATE;
• APPARECCHIATURE ELETTRICHE LASCIATE SOTTO
TENSIONE ANCHE QUANDO INUTILIZZATE;
• UTILIZZO NON CORRETTO DI IMPIANTI DI
RISCALDAMENTO PORTATILI;
• OSTRUZIONE DELLA VENTILAZIONE DI APPARECCHI
DI RISCALDAMENTO, MACCHINARI,
APPARECCHIATURE ELETTRICHE E DI UFFICIO;
• FUMARE OVE È PROIBITO, O NON USARE IL
POSACENERE;
• NEGLIGENZE DI APPALTATORI O DI ADDETTI ALLA
MANUTENZIONE.
REGOLE PRATICHE
• Non manipolare sostanze infiammabili
in presenza di scintille o calore.
• Stoccare le sostanze infiammabili in
locali idonei (areati senza la presenza di
combustibili).
• Vietare di fumare in presenza di
depositi di combustibili o infiammabili.
• Tenere lontano da fonti di calore
materiali combustibili sia in lavorazione
che in deposito.
PORTE NEI LOCALI DI LAVORO
D.Lgs. 81/08, art. 63 e all. IV
Per locali con pericolo di esplosione o specifici rischi di
incendio:
1 uscita da 120 (*) / ogni 5 addetti;
Per lavorazioni diverse da sopra:
fino a 25 addetti: 1 uscita da 90 (largh. min.);
da 26 a 50 addetti: 1 uscita da 120 (*)
da 51 a 100 addetti: 1 uscita da 90 (*) + 1 da 120 (*)
> 100 add.: in + 1 p. 120 (*) ogni 50 oltre i 100
TOLLERANZE: la tolleranza ammessa è fino al 5 % in meno.
NOTA (*) : apribile nel verso dell’esodo
Ogni porta sul percorso di uscita deve poter essere aperta
facilmente e immediatamente dalle persone in esodo
SEGNALETICA DI SICUREZZA
D.Lgs. 493/96
DEFINIZIONI
SEGNALETICA DI SICUREZZA E DI SALUTE SUL LUOGO DI LAVORO.
È una segnaletica che, riferita ad un oggetto, ad una attività o ad una situazione
determinata, fornisce una indicazione o una prescrizione concernente la sicurezza
o la salute sul luogo di lavoro, e che utilizza, a seconda dei casi, un cartello, un
colore, un segnale luminoso o acustico, una comunicazione verbale o un segnale
gestuale.
SEGNALE DI DIVIETO
Un segnale che vieta un comportamento che potrebbe far correre o causare un
pericolo
SEGNALE DI AVVERTIMENTO
Un segnale che avverte di un rischio o pericolo
SEGNALE DI PRESCRIZIONE
Un segnale che prescrive un determinato comportamento
SEGNALE DI SALVATAGGIO O DI SOCCORSO
Un segnale che fornisce indicazioni relative alle uscite di sicurezza o ai mezzi di
soccorso o di salvataggio
SEGNALETICA DI SICUREZZA
D.Lgs. 493/96
SEGNALI DI DIVIETO
SEGNALI DI AVVERTIMENTO
SEGNALI DI PRESCRIZIONE
SEGNALETICA DI SICUREZZA
D.Lgs. 493/96
SEGNALI DI SALVATAGGIO
SEGNALETICA ANTINCENDIO
OBBLIGHI DI LEGGE
In presenza di lavoratori subordinati,
ai sensi del DPR 462/2001, è obbligatorio:
Denunciare l’impianto elettrico di messa a terra,
allegando la “Dichiarazione di conformità”
ad ISPESL
e ARPAV.
Richiedere ogni due anni la verifica ad ARPAV
o “Organismo individuato dal Ministero delle
attività produttive” (Ente notificato).
PRINCIPALE DOCUMENTAZIONE
DA TENERE A DISPOSIZIONE DEGLI ORGANI DI VIGILANZA
Documentazione relativa alla valutazione dei rischi (possibile
autocertificazione con meno di 10 dipendenti);
Documentazione attestante la formazione del RSPP, del ASPP,
dei lavoratori e dei designati per le emergenze;
Piano di emergenza (come documento per attività soggette a
C.P.I. o con più di 9 dipendenti);
Registro Antincendio;
Certificato di Prevenzione Incendi;
Dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico;
Verbali di denuncia e di verifica dell’impianto elettrico;
Verbali di denuncia e di verifica dell’impianto di messa a terra.