la conversione di gustav mahler. «la sua fede era quella

LA CONVERSIONE DI GUSTAV MAHLER. «LA SUA FEDE ERA QUELLA DI UN
BAMBINO. DIO È AMORE E L’AMORE È DIO»
di Gelsomino Del Guercio
La conversione di uno dei più grandi compositori e direttore d’orchestra
austriaci, Gustav Mahler, fu autentica o mirata ad ottenere l’incarico di
direttore dell’Imperiale Regia Opera di Corte di Vienna? L’incarico al vertice
del più alto scranno della vita musicale austro-ungarica gli venne
assegnato nel 1897 dai cattolicissimi sovrani dell’Impero.
I DUE “OSTACOLI”
Per avere l’incarico bisognava essere cristiano-cattolici, ma c’erano due
elementi che giocavano a sfavore di Mahler: le origini ebraiche e sopratutto
il disinteresse per la religione. Per dribblare questi due ostacoli, pochi mesi,
prima, il compositore, allora 37enne, venne battezzato con una cerimonia
in pompa magna. Il battesimo, preceduto da una preparazione catechistica
e la successiva nomina innescarono una polemica ancora non sopita: la sua
fu una vera conversione?
LA FEDE E LA LIRICA
La biografia di Quirino Principe “Mahler” svela un interessante retroscena, secondo cui la conversione è avvenuta esclusivamente “tramite” il
suo amore per la musica lirica. Dopo il decennio alla guida dell’Opera di Vienna terminò l’Ottava Sinfonia nella cui prima parte è inserito il Veni
Creator Spiritus e la seconda mette in musica la scena finale (in Cielo) del Faust di Goethe con il perdono del protagonista da parte della
Vergine (Avvenire, 14 marzo).
IL PURGATORIO
E ancora, sulla copia autografa della Decima Sinfonia, iniziata nel 1910 e mai completata, possiamo leggere come Mahler intendeva proseguire
la composizione: «III Tempo: Purgatorio: Morte! Trasfigurazione. Pietà. O Dio! O Dio, perché mi hai abbandonato». Mahler aveva trovato
evidentemente delle suggestioni musicali proprio nel Purgatorio. Significativa poi la citazione della parole di Cristo sulla croce. Al di là dei
riferimenti testuali, gran parte della sua opera musicale è segnata da un’instancabile ascesi religiosa.
“ERA CRISTIANO, NON OPPORTUNSTA”
Mezzo secolo dopo, negli Anni Sessanta, nella sua autobiografia (tradotta in italiano nel 2012), la moglie Alma testimonia: «A vent’anni conobbi
Gustav Mahler, il mio primo marito. Era cristiano e si era fatto battezzare non soltanto per opportunismo, per poter diventare direttore
dell’Opera di corte di Vienna, come hanno voluto far credere certi biografi».
“DIO DIMORAVA IN LUI”
Ernst Bloch, scrittore e filosofo tedesco marxista, nonché teorico dell’ateismo e amico del compositore ha affermato in Gustav Mahler. Il mio
tempo verrà: «Mahler era profondamente religioso. La sua fede era quella di un bambino. Dio è amore e l’amore è Dio. Questa idea ritornava
continuamente nei suoi discorsi. Da parte sua non ho mai udito una parola blasfema. Tuttavia non desiderava un intermediario tra sé e Dio.
Parlava con lui faccia a faccia. Dio dimorava volentieri in lui. Come altro si può descrivere lo stato di rapimento in cui componeva!».
“HA IMPARATO A COMPORRE IN CHIESA”
Anche il filosofo Tommaso Scandroglio (uccronline.it, 2011) sostiene che Mahler sin da giovane sia stato ammaliato dalla dottrina cristiano
cattolica: «Sin da ragazzo – sosteneva Scandroglio – nasce in lui una particolare attrazione per il cattolicesimo, anche sull’onda di un certo
medesimo interesse nutrito dal padre. E’ attestato anche dal fatto che, come riportano diverse biografie, era corista in una chiesa cattolica,
chiesa in cui il maestro del coro gli aveva impartito i primi rudimenti dell’arte pianistica».
da «Aletheia»