Comunità “Eccomi, manda me!”
Cellule di Evangelizzazione
18° Incontro - settimana dal 21 al 27 Gennaio 2013
Solo il bene vince il male
La Parola di Dio
“Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene.” (Rom 12,21)
La nostra battaglia infatti non è contro la carne e il sangue, ma contro i Principati e le Potenze,
contro i dominatori di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni
celesti. 13Prendete dunque l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno cattivo e restare saldi
dopo aver superato tutte le prove. 14State saldi, dunque: attorno ai fianchi, la verità; indosso, la
corazza della giustizia; 15i piedi, calzati e pronti a propagare il vangelo della pace. 16Afferrate sempre lo
scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutte le frecce infuocate del Maligno; 17prendete anche
l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio. La nostra battaglia infatti non è
contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di
questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti.” (Ef 6,12-17)
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Schema per la riflessione
Carissimi fratelli e sorelle, oggi vogliamo riflettere insieme su due brani delle lettere di San
Paolo Apostolo: Romani 12,21 ed Efesini 6,12-17. Il tema è quello della lotta spirituale tra il bene e il
male che ogni uomo che vuole seguire Cristo e vivere nell’amore si trova ad affrontare costantemente.
Possiamo farci all’inizio di questo insegnamento le seguenti domande: Come vincere il male?
Dove? e Perché?
Come vincere il male? Il male si può vincere solo con il bene come il buio si può vincere solo
con la luce e non con altro buio. Questa sembrerebbe una risposta scontata e banale ma non lo è
affatto perché tendenzialmente noi siamo portati ad opporci al male facendo altro male. Se vengo
ferito la prima reazione è quella di ferire innescando un circolo vizioso che genera male su male.
Questo è un dramma che può portare alla autodistruzione e alla distruzione dell’altro.
E’ importante rispondere al male, ma è molto più importante il come farlo. Infatti se si risponde al male
facendo altro male in realtà non sto distruggendo il male ma lo sto amplificando come chi vuole
spegnere il fuoco usando la benzina. E’ proprio questo il senso di quelle parole di Gesù che sembrano
paradossali:
“Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano,
benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. A chi ti percuote sulla
guancia, porgi anche l'altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica.” (Lc 6,27-29)
Gesù non dice: Fai finta di niente, lascia correre, a chi ti percuote la guancia non dire e fare
niente. Il vangelo non è avallare il male e non correggerlo, ma rispondere al male con il bene: porgi
l’altra guancia è un fatto, è una risposta concreta al male ma diversa dal dente per dente occhio per
occhio, dal dare uno schiaffo a chi ti percuote.
Dove vincere il male? E’ importante non sbagliare il campo di battaglia per vincere una
guerra. E’ importante sapere dove, in quale luogo bisogna combattere il male.
“La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i
Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che
abitano nelle regioni celesti.”
La battaglia non è contro gli uomini, ma contro gli spiriti del male che possono agire attraverso
gli uomini. La battaglia è contro la malattia non contro il malato, contro il peccato non il peccatore. Se
io voglio sconfiggere una malattia devo amare il malato. Mi prendo cura del malato per vincere la
malattia. Ma vi immaginate cosa succederebbe se io identificassi il malato con la malattia e per
sconfiggere la malattia uccidessi il malato? Chi potrebbe salvarsi? Esistono persone che non hanno
qualche malattia?
La saggezza sta nel capire che prima di vincere la malattia dell’altro devo vincere la mia. La
vera battaglia è nel cuore di ciascuno. Il male si vince nel cuore. Gesù ha detto:
“«Siete anche voi così privi di intelletto? Non capite che tutto ciò che entra nell'uomo dal di fuori non
può contaminarlo, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va a finire nella fogna?». Dichiarava
così mondi tutti gli alimenti. Quindi soggiunse: «Ciò che esce dall'uomo, questo sì contamina l'uomo.
Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi,
adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste
cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l'uomo».” (Mc 7,18-23)
La battaglia non si vince a forza di parole o di fatti che scaturiscono da ragionamenti tortuosi e
da pensieri orgogliosi e solo umani. Ma la battaglia si vince solo se nel proprio cuore regna Dio. Allora
le parole e i fatti che scaturiranno saranno amore e saranno quelli giusti, frutto della presenza di Dio in
noi e non dei nostri ragionamenti.
Ecco cosa vuol dire: 13Prendete dunque l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno
cattivo e restare saldi dopo aver superato tutte le prove. 14State saldi, dunque: attorno ai fianchi, la
verità; indosso, la corazza della giustizia; 15i piedi, calzati e pronti a propagare il vangelo della pace.
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Afferrate sempre lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutte le frecce infuocate del
Maligno; 17prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio.
Perché? Il perché delle nostre battaglie è fondamentale perché ci fa conoscere il vero problema
e il vero nemico che dobbiamo lottare. Molto spesso lottiamo con gli altri solo mossi dall’orgoglio e
dall’egoismo che sono dentro di noi e non fuori. Le motivazioni reali della lotta sono egoistiche, ovvero
non pensano al bene dell’altro ma scaturiscono semplicemente dall’orgoglio ferito e da attese deluse.
Dovremmo farci la domanda: Ma perché sto lottando? Perché tengo tanto a questa battaglia? Cosa
voglio raggiungere veramente? Qual è il mio obiettivo? E quando l’ho raggiunto sarò felice?
Se ciò che ci muove non è l’amore per l’altro allora sarà sempre una battaglia persa prima di
cominciare e anche se riuscirò a “vincere” secondo il mondo, anche se ottengo ciò per cui sto lottando
sarò un perdente secondo Dio e la felicità vera e profonda sarà solo un miraggio da raggiungere.
Per questo non solo nelle lotte ma in tutto quello che facciamo dovremmo chiederci sempre il
perché? Non con superficialità ma con verità. Solo chi autenticamente e sinceramente non inganna se
stesso e si conosce fino in fondo può vincere la battaglia più importante quella dentro di sé ed essere
un uomo libero e liberante, un evangelizzato ed evangelizzatore.
La vergine Maria ci insegni a combattere il male con le stesse armi con cui ha combattuto lei
seguendo l’esempio del suo figlio Gesù. Ci insegni l’arte dell’amore e ci protegga dai dardi infuocati del
maligno perché possiamo resistere e restare saldi dopo aver superato tutte le prove.