«Profanate il Corano» Sette cristiani al rogo - M.Dergani - Libero - 2-08-09 Sette cristiani al rogo in Pakistan, di cui quattro donne e un bambino. È una famiglia intera, bruciata viva ieri, su istigazione del gruppo islamico Sipah-e-Sahaba, da una folla di musulmani. Al bilancio delle vittime si aggiunge il saccheggio subito da 75 case di cristiani, poi date alle fiamme insieme con due chiese nel villaggio di Korian, distretto di Toba Tek Singh nel Punjab. A testimoniare l’accaduto, la televisione nazionale ha diffuso le immagini di case in fiamme e di strade disseminate di resti e mobili bruciati. Anche i media locali hanno riportato la notizia. legge antiblasfemia Che sia di marca talebana o no, l’intolleranza islamica mette a rischio le minoranze religiose. A far scatenare l’attacco l’accusa di presunta blasfemia contro Mukhtar Masih, Talib Masih e il figlio di quest’ultimo, Imran Masih. I tre avrebbero profanato il Corano durante una cerimonia nuziale. Ma nel codice penale pakistano, il reato di blasfemia, che riguarda le offese rivolte sia a Maometto sia al testo sacro dell’islam, è ancora punito con la pena di morte. Talvolta, i fondamentalisti decidono di agire per le vie brevi, saltando anche i pochissimi passaggi garantisti imposti dalla legge. Così hanno fatto anche ieri gli aggressori, provenienti da un villaggio vicino a Korian. Il 30 luglio avevano già preso d’assalto le case dei cristiani mentre un gruppo di loro cercava di inscenare una sorta di processo pubblico per ottenere da Talib Masih le scuse per il gesto di cui era accusato. In una seconda fase dell’assalto la folla, seguendo un disegno già preordinato, aveva poi bloccato la strada che unisce Faisalabad a Gojra e l’ingresso della caserma dei vigili del fuoco del villaggio, ostacolando i soccorsi e i tentativi di spegnere gli incendi. tragedia annunciata Per quanto può servire ora, dopo che le autorità non sono riuscite ad adottare misure in grado di impedire la tragedia, il presidente pakistano, Asif Ali Zardari, ha espresso seria preoccupazione per l’accaduto: «È un fatto che va contro lo spirito dell’islam e le norme della società civile quando le leggi vengono manipolate e i membri di una minoranza sono fatti oggetto di violenza sulla base di crimini reali o presunti». Zardari ha chiesto alle autorità locali un rapporto dettagliato della situazione e il 31 luglio ha inviato sul posto il ministro per le Minoranze, Shahbaz Bhatti, insieme a quello per diritti umani, Kamran Michael, per esprimere la vicinanza del governo alla comunità cristiana aggredita, assicurando che le vittime riceveranno un risarcimento per i danni subiti. Bhatti ha smentito che i cristiani abbiano mancato di rispetto al Corano, accusando nel contempo la polizia per non aver protetto a sufficienza la comunità cristiana della zona, assediata da giorni.