coverSUONO_402_0307.qxp 27-02-2007 11:09 Pagina 1 S O N O T O R N ATA ! N U O V O L O O K E N U O VA M U S I C A P E R J L O 402 • MARZO 2007 • LE RUBRICHE: CONSULENZA VINTAGE, MUSICA DI CARTA, @CASA, BUONO, PREVIEW AND REVIEW 3 STEREO HI-FI LA PIÙ AUTOREVOLE RIVISTA AUDIO ANNO X XXVII • N. 402 • MARZO 2007 • MENSILE • € 5,00 IL MEGLIO DEL CES Una selezione delle più significative new entry IL SURROUND SENZA SURROUND Cinque sistemi di surround virtuale per superare i problemi logistici del multicanale IL CLUB DEL DISCO NERO Il manuale del fonorivelatore: tutto quello che c’è da sapere sulla testina e una carrellata sui modelli che ne hanno fatto la storia Enrico Rava si racconta... Musica Maestri! TOP DI GAMMA: lettore CD Musical Fidelity kW DM 25 integrato Audio Analogue Class A diffusori Tannoy Prestige Glenair e Triangle Magellan Cello 081a86_ampr_testine.qxp 2-03-2007 16:49 Pagina 81 L’AMATEUR PROFESSIONNEL Alive and kicking di Roberto Rocchi P rima del 1983, anno dal quale si può far risalire la nascita del dominio audio in forma digitale, la sorgente principe di un impianto hi-fi era rappresentata quasi esclusivamente dal sistema giradischi-braccio-testina, seguita a ruota dal deck a cassetta o dal registratore a bobina. Questo sistema, che attualmente definiamo analogico per differenziarlo da quello digitale, a causa di un gran numero di problematiche di messa a punto ed ottimizzazione, occupava quasi interamente le discussioni, i progetti e gli studi del mondo dell’hi-fi degli anni ‘70 e primi anni ‘80, periodo che può essere considerato aureo per la sorgente analogica. Dopo vent’anni d’oscurantismo digitale, anni durante i quali SUONO si è comunque sempre occupata di analogico con almeno un articolo per ogni numero, si è per fortuna verificato un gradito quanto inaspettato prepotente ritorno del vinilico disco; ritorno che ha offerto l’opportunità ai giovani appassionati di rendersi conto di quanta qualità e senso musicale sappia ancora donare questo tipo di sorgente. Quello che i giovani non sanno, non certo per colpa loro, è quanto possa essere difficile e quante problematiche implicano la messa a punto ottimale di un buon sistema di lettura giradischi-bracciotestina. Nelle precedenti puntate abbiamo approfondito l’argomento relativo ai bracci di lettura (SUONO n. 392 maggio 2006) e ai giradischi (SUONO n. 396 settembre 2006), ora parleremo del terzo elemento che compone tale sistema. Oggi, 37 anni dopo quell’articolo di SUONO che apparve nel n. 1 e che è stato riportato nella ristampa allegata al n. 400, che cosa è cambiato tecnicamente (nuovi materiali e nuove tecnologie) e nell’offerta di mercato dei pick up? Le accoppiate storiche ancora valide, i rischi nell’acquisto dell’usato, cosa offrono le new entry… e altro ancora. sivamente in energia elettrica. La trasformazione dell’energia meccanica in elettrica avviene per mezzo di un modello che si basa sulla produzione di correnti indotte generate da bobine immerse in un campo magnetico. Per fare ciò è stata applicata una piccolissima bobina ad un’estremità di un leggero tubicino in alluminio (cantilever), mentre nell’altra estremità è stata incollata la puntina in diamante. L’energia elettrica generata è di bassissimo valore (in alcune testine MC è di soli 0,15 V), tale energia deve essere quindi amplificata ed elevata in potenza. IL FONORIVELATORE Il fonorivelatore (testina, pick-up o cartuccia che dir si voglia) è a tutti gli effetti un “trasduttore”, vale a dire un componente che trasforma un tipo d’energia in un’altra. Al contrario degli altoparlanti che trasformano l’energia elettrica in movimento meccanico, il fonorivelatore trasforma il movimento meccanico in energia elettrica. Questo compito è tra i più delicati e difficili tra quelli riscontrabili lungo la catena di un comune sistema hi-fi, basti solo pensare alle microscopiche dimensioni dei componenti in gioco che devono essere in grado essenzialmente di far scorrere una puntina di diamante lungo i microsolchi di un LP in modo da generare un movimento meccanico ortogonale del cantilever, movimento che appunto verrà trasformato succes- SUONO • marzo 2007 81 081a86_ampr_testine.qxp 2-03-2007 16:49 Pagina 82 L’AMATEUR PROFESSIONNEL Oggetti misteriosi: lenti d’ingrandimento in grado di aiutare ad osservare i piccoli particolari delle testine per la valutazione dello stato d’uso. Questo semplice (!) principio ha subito nel corso degli anni miglioramenti ed anche evoluzioni tecniche, sviluppando una molteplicità di tipologie di fonorivelatori. Di tutte queste, però, solo due hanno trovato larghissimo impiego: - i magnetodinamici (MM: Moving Magnet) altresì detti magnete mobile, ove gli elementi fissi sono le bobine di induzione ed il magnete si muove dentro di esse (fig. 1). - gli elettrodinamici (MC: Moving Coil) altresì detti a bobina mobile, ove sono le bobine di induzione a muoversi all’interno di un campo magnetico fisso (fig. 2). Vi sono state altre tipologie di testine meno importanti e meno utilizzate: - riluttanza variabile (fig. 3). Attualmente quasi tutte le testine Grado utilizzano questo sistema (alla fine degli anni settanta anche qualche modello Ortofon e AKG) che vede il cantilever collegato a elementi in ferro dolce magnetizzati per induzione da due “magneti ad anello avvolti da bobine” posti intorno ai due nuclei in ferro dolce. Tale movimento provoca variazioni nel flusso magnetico che, rilevato dalle bobine, provoca la variazione di tensione. Tale sistema permette di alleggerire di molto la massa del cantilever che riesce così ad assecondare anche i più veloci movimenti dello stilo riuscendo a riprodurre anche le modulazioni di lunghezza d’onda più corta. Storicamente è stato il primo sistema a venire impiegato nel campo della riproduzione sonora ad alta fedeltà. - piezoelettrica (fig. 4). Il materiale piezoelettrico ha la proprietà peculiare di fornire una tensione elettrica proporzionale ai movimenti sollecitati. Il complesso cantileverpuntina trasmette meccanicamente il suo movimento al materiale piezoelettrico che genera, in tal modo, una tensione elettrica proporzionale al movimento della puntina che scorre lungo il solco del disco. Questo sistema può essere a “cristallo” o “ceramico”: il primo è più facilmente deteriorabile in quanto risente molto degli sbalzi di umidità e di temperatura dell’ambiente, il secondo è più stabile e meno influenzabile del primo ma è più fragile ed ha un costo più elevato. Si tratta comunque di testine di bassa qualità e costo che equipaggiavano apparecchi di livello molto economico, infatti la loro tensione d’uscita pari a 200-300 mV rendevano possibile il collegamento diretto alla stadio di amplificazione senza la necessità della sezione preamplificatrice. 82 hanno discostato dall’essere essenzialmente una leggerissima asticella più o meno lunga alla cui estremità è stata incollata una puntina solitamente in diamante o ceramica. Approfondiamo il discorso per i due sistemi attualmente più usati, vale a dire a magnete mobile (MM) e a bobina mobile (MC): - semiconduttori (fig.5 - testina americana Win Laboratories SDT10 anno 1978). Il sistema di traduzione è realizzato con elementi in materiale con caratteristiche semiconduttive, la cui resistenza elettrica varia in funzione delle sollecitazioni di movimenti in questo caso generati dal complesso cantilever-puntina. Per mezzo di un particolare circuito elettronico esterno le variazioni di resistenza elettrica vengono trasformate in segnali elettrici. - magnete indotto (fig.6 - testine americane ADC e Sonus Silver Label della fine degli anni settanta). Il complesso cantilever-puntina è collegato ad un sistema composto da barrette in ferro dolce avvolte da bobine. Un magnete fisso magnetizza tali bobine che trasformano il movimento in energia elettrica. - condensatore (fig.7 - testina americana Micro Acoustic e giapponese Stax CPY anno 1978). Questo sistema è costituito da una serie di piastre fisse e piastre mobili, tali piastre sono caricate elettrostaticamente per mezzo di un alimentatore a parte. Le piastre mobili sono fissate al complesso cantilever-puntina che genera col movimento un differenziale elettrostatico che viene trasformato in informazioni di segnali elettrici tramite un apposito circuito elettronico. - fotoelettrica o fotoelettronica (fig.8). Una coppia di fotodiodi riceve una quantità di luce che viene modulata da due schermi di cui uno mobile e collegato al complesso cantileverpuntina. Un circuito elettronico esterno provvede a trasformare le informazioni che giungono ai fotodiodi in segnali elettrici. Il fonorivelatore è composto essenzialmente di due parti: una che si occupa di rilevare il movimento meccanico dai solchi del disco vinilico, l’altra di trasformare tali movimenti in segnale elettrico. Mentre questa seconda sezione è oggetto di studio e progettazione di disparata filosofia e natura, la prima è rimasta del tutto immutata nel tempo, tanto che il complesso cantilever-puntina ha subito pochissime evoluzioni, quasi tutte legate ai materiali e alle forme, ma mai ha subito trasformazioni di sostanza che lo - MM. È senz’altro il tipo più diffuso di fonorivelatore per alta fedeltà. In questo tipo di pick-up, l’asta della puntina (cantilever) ha uno o più magneti permanenti di dimensioni e peso estremamente ridotti (solitamente in ferroxcube-B). Le due bobine captatrici sono avvolte su nuclei fissi di ferro dolce, le cui espansioni polari captano le variazioni di flusso magnetico dovute allo spostamento dei magneti permanenti fissati all’asta della puntina. La corrente indotta nelle due bobine costituisce il segnale audio (L e R) che viene inviato all’amplificatore. La semplicità di progettazione del pick-up magnetodinamico offre alcune possibilità costruttive che rasentano la perfezione. Tale fonorivelatore inoltre presenta caratteristiche di estrema robustezza, di facile manutenzione e sostituzione dell’intero complesso cantilever-puntina. Unico problema riguarda l’interfaccia elettrico che deve tener conto delle impedenze di carico che devono essere uguali a quelle possedute dal sistema connessioni pre-phono. Per esempio, se una testina possiede una capacità di 200 picofarad, uguale dovrà essere la somma delle capacità del cavo più quella interna del pre-phono. - MC. Il fonorivelatore a bobina mobile è caratterizzato da due piccole bobine disposte solitamente a “V” e unite al supporto della puntina. Ciascuna bobina è libera di muoversi nel campo di un magnete permanente fisso, tali movimenti generano nelle bobine stesse una corrente indotta che viene prelevata ai capi degli avvolgimenti e successivamente amplificata. Il fonorivelatore a bobina mobile presenta notevoli difficoltà tecniche di costruzione, per questo motivo è necessario ricorrere a tutte le possibilità offerte dalla meccanica di precisione. Il suo prezzo risulta generalmente alto anche in relazione alle alte prestazioni che si possono ottenere in termini di cedevolezza, inerzia e risposta elettromagnetica. Questo sistema inoltre risulta molto delicato e richiede un utilizzo accorto e cauto. Nonostante questo, i vantaggi che il tipo a bobina mobile presenta sono moltissimi; innanzi tutto, le bobine che sono direttamente collegate al cantilever sono senz’altro più leggere di un magnete e possiedono di conse- marzo 2007• SUONO 081a86_ampr_testine.qxp 2-03-2007 16:49 Pagina 83 Alive and kicking Fig.1 Fig.6 guenza un’inerzia molto bassa. Inoltre queste bobine sono costituite da pochissime spire (poche decine) con una conseguente impedenza interna molto bassa e costante al variare della frequenza, grazie alla bassa induttanza degli avvolgimenti (diecimila volte inferiore a quella di una MM) e alla minima resistenza ohmica che parte addirittura da 2 – 3 Ohm. Ecco quindi che, mentre per le testine MM il valore standard della resistenza di ingresso del circuito RIAA è di 47 kOhm, quello delle testine MC è di circa 100 Ohm. Un trasduttore MC, al contrario di un MM, non presenta problematiche relative all’interfaccia, in quanto fornisce la stessa risposta in frequenza a qualunque preamplificatore venga collegato. D’altra parte le testine MC presentano lo svantaggio della bassa tensione d’uscita, per cui si rende necessario l’utilizzo di un trasformatore passivo (che non ha bisogno di alimentazione elettrica) detto anche step-up o pre-pre phono. Questi apparecchi danno corso ad una serie di problematiche relative alla limitazione della banda passante e al peggioramento del rapporto segnale/rumore che solitamente risulta inferiore a quello di un trasduttore magnetodinamico. Le prestazioni però di una MC ben assemblata ed accessoriata raggiunge livelli estremi in termini di sonorità timbriche e dinamiche che risultano essere di qualità assoluta. SUONO • marzo 2007 Fig.2 Fig.3 Fig.4 Fig.5 Fig.7 LA PUNTINA DI RIPRODUZIONE La normativa IEC regola lo standard del raggio di curvatura di una puntina conica tra i 13 e i 18 micron. Con l’avvento delle puntine a forma ellittica, il raggio di curvatura varia tra i 5 e i venti micron permettendo in tal modo di offrire la minore superficie di contatto ai solchi ma, nello stesso tempo, riuscire a seguire fedelmente le modulazioni delle pareti del solco stesso. Naturalmente, è importante che la superficie di contatto della puntina con il solco sia la minore possibile senza toccare il fondo per evitare logorii precoci del solco del disco preservandone in tal modo la longevità. Attualmente non vi sono in produzione che puntine ellittiche caratterizzate da alcune varianti (VDH, OCC-Audio Technica, Micro Edge-Micro, Triplo Parabolic Line Contact-Clearaudio, Gyger, iperellittico, Nude Fine Line, etc.) e, soprattutto, costruite in materiali duri diversi in quanto il costoso diamante (costoso più per le difficoltà del taglio che per il valore del diamante stesso) è stato sostituito dalla ceramica, mentre l’alluminio del cantilever oggigiorno viene generalmente costruito in boro o titanio. Ma come funziona e perché il suono analogico è ancora appagante e non è morto con la nascita del dominio digitale? Abbiamo quindi analizzato come viene generato il segnale elettrico tramite il complesso magnetico e i diversi sistemi per generarlo allo scopo di ottenere la Fig.8 migliore qualità. Ma qual è il meccanismo che genera l’intensità di volume e la separazione dei canali? In pratica, cosa avviene effettivamente? Se avvicinate l’orecchio alla testina mentre traccia il solco, sentirete un flebile suono in grado anche di far riconoscere il brano riprodotto. Si tratta forse del segnale che sarà successivamente amplificato? In effetti, no! Però è necessario ricordare che le registrazioni partono da un fatto meccanico, vale a dire la voce o gli strumenti che eccitano lo spazio generando onde di frequenza. In campo analogico il movimento è tradotto in segnale elettrico che, attualmente e tramite l’equalizzazione RIAA, è in grado di riprodurre un ampio spettro di frequenze, quello che invece sentite provenire dalla testina è il segnale meccanico equalizzato (le frequenze basse vengono compresse mentre quelle alte sono espanse) che verrà successivamente de-equalizzato dal vostro prephono. Immaginate ora, di osservare una testina guardandola frontalmente: quello che vedete è un sistema in grado di muoversi ortogonalmente, vale a dire sia in senso verticale che orizzontale. Bene, quando la puntina segue il solco in profondità esegue un movimento verticale che sarà tanto più potente quanto maggiormente profondo è il solco. In questo caso l’intensità del segnale elettrico, e quindi il volume, aumenta all’aumentare della profondità. (continua a pag. 86) 83 081a86_ampr_testine.qxp 2-03-2007 16:49 Pagina 84 L’AMATEUR PROFESSIONNEL 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 Da sognare,da trovare,da comprare Ecco una, ahimè, parziale carrellata di fonorivelatori consigliabili, alcuni del passato, altri tutt’ora in commercio o rintracciabili sul mercato dell’usato. (Gli esemplari in oggetto sono parte della collezione di Antonio Palmieri). 1 - L’americana Micro Acoustics 2002-E del 1974 è un tipico esempio di testina ad elettrodi con adattatore di impedenza integrato, puntina ellittica, tensione d’uscita di 3,5 mV, impedenza di carico di 47 kOhm. Insensibile alla capacità dei cavi fino a 1500 pf, stilo in berillio. Può essere connessa ad un qualsiasi phono MM. 2 - La bellissima Audio-Technica DR500LC è a magnete mobile con 4,2 mV di uscita. Il cantilever è in tubo conico di alluminio e lo stilo è di tipo linear contact in diamante artificiale. Non presenta particolari difficoltà nella connessione a phono MM. 3 - Denon DL160. Questa testina non è molto nota in Italia ma possiede alcune caratteristiche interessanti. Si tratta di una Moving Coil ad alta uscita (1,6 mV) ed un’impedenza di 160 Ohm, queste caratteristiche le consentono di evitare l’utilizzo del trasformatore e la connessione diretta al phono MM. Il consiglio è di utilizzare comunque un pre phono MC allo scopo di tenere il livello di rumore il più basso possibile. 84 4 - Denon DL303. Una Moving Coil classica a bassa uscita; necessita del trasformatore a 40 Ohm o ad alta impedenza per una tensione d’uscita di appena 0,2 mV; la puntina è del tipo ellittico speciale di diamante. Il particolare materiale utilizzato per il corpo testina è la massima espressione della lotta alle vibrazioni diminuendo le masse in gioco. L’uso di un trasformatore 2040 Ohm è obbligatorio, consigliato naturalmente il Denon AU300 o AS1. 5 - Denon DL301II. Gran bella testina, inspiegabilmente non importata in Europa, tensione d’uscita di 0,4 mV. I 33 Ohm di impedenza giustificano l’inserimento del trasformatore AU 300LC o AS1. Gran bel suono ad un prezzo (in yen) umano. 6 - Yamaha MC. Per niente conosciuta ma di grande valore musicale, caratteristica per i magneti posizionati a croce e per la sospensione in un solo punto. La tensione d’uscita è di 0,3 mV e necessita di trasformatore a 30 Ohm. In foto è montata su uno shell in carbon block Audio Tekne. 7 e 8 - Testine Grace F10L e F10P. Bellissime testine molto simili tra loro se non per il peso diverso. Si tratta di MC non particolarmente difficili da inserire nel sistema vista l’uscita di 0,75 mV anche se l’impedenza è di 23 Ohm. 9 - La Grace F9 è un esempio di testina a magnete mobile di ottima qualità musicale. Ne esistevano diversi modelli costruiti con puntine diverse coniche ed ellittiche. Non presenta particolari difficoltà di adattamento a pre-phono MM, se ne consiglia comunque uno di buona qualità. 10 e 11 - A rappresentare tutta la dinastia Koetsu ecco l’esemplare n. 8078 della Rosewood Signature Platinum. Testina MC a 0,2 mV d’uscita e 5 Ohm d’impedenza, compagno ideale è il trasformatore Kiseki MCT-1 con avvolgimenti in argento purissimo o Uesugi. Solo per appassionati fuori di testa. Consigliamo sempre una ventina di minuti di rodaggio in caso anche di breve periodo di inutilizzo. Quella nera è la Koetsu Black! 12 - Assolutamente intonsa ed ancora sigillata la Dynavector XX-1L. Questa casa giapponese si è particolarmente distinta per la ricerca volta a combattere i deleteri effetti magnetici, giungendo a brevettare il flux damper, inseribile tramite un micro switching posto sul corpo della testina stessa. Il cantilever cortissimo è in boro mentre la puntina in diamante è una line contact. Anche in questo caso, la bassa uscita di 0,25 mV costringe all’utilizzo di un trasformatore di 30 Ohm. Il corpo è in alluminio. Quasi obbligatorio il braccio a bassa massa in quanto la cedevolezza è altissima. marzo 2007• SUONO 081a86_ampr_testine.qxp 2-03-2007 16:49 Pagina 85 Alive and kicking 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 13 - Genesis Sigma 2000. La Monster Cable si faceva costruire in Giappone, dall’attuale progettista della ZYX, la propria linea di testine. Questa testina particolarmente leggera (4,2 grammi) possiede il cantilever in boro e la puntina tagliata in configurazione micro-ridge, adatta alla stragrande maggioranza dei bracci di massa media, necessita di un trasformatore 80-100 Ohm. 14 - La Grado Reference Signature. La Grado si è sempre dedicata alla costruzione di testine a riluttanza variabile. Questa è una MM classica che però adotta un particolare sistema di bobine. Esiste anche il modello Statement che è un MC con uscita a 0,5 mV senza necessità di step-up. 15 - Un classico degli anni settanta-ottanta, la Shure V. Questa testina era solitamente montata sui giradischi Thorens, Lenco o Pioneer, ha fatto la storia delle testine MM con il suo pennellino che precedeva il tracciamento della puntina. 16 - La Ortofon MC 25 FL. Il modello FL si distingue per il taglio Nude Fine Line della puntina ellittica in diamante. L’uscita di 0,5 mV non è particolarmente difficile a patto di rispettare i 20 Ohm di carico. 17 - Spectral MCR Signature. Gran bella testina con il corpo in materiale ceramico traforato che assicura rigidità e assenza di risonanze spurie. È una MC con uscita di 0,2 mV e un’impedenza di 2 Ohm e quindi necessita di step-up adeguato di 2-3 Ohm. Il cantilever in metallo è rinforzato con particolari fibre, mentre il diamante è SUONO • marzo 2007 considerato il più piccolo line contact esistente. Emblematica la scelta commerciale di produrre una testina in grado di adattarsi alle sezioni MC a 47 kOhm presenti sulle sezioni phono dei maggiori preamplificatori americani dell’epoca! 18 - Transfiguration Esprit. Rappresenta la testina di alta classe in grado di proporre performance musicali di spessore timbrico, senza aver bisogno di particolari cure per l’adattamento elettrico. La puntina è in diamante taglio Ogura PA, il cantilever in boro e i magneti in samario cobalto. Il peso e la cedevolezza permettono di utilizzare bracci di media massa. 19 - Audio Tekne MC6310. L’analogico secondo Imai San, corpo in carbon block, lungo cantilever in boro con puntina in diamante ellittica, impossibile tensione d’uscita 0,1 mV, impedenza 2 Ohm. Assoluto obbligo di braccio ad alta massa e trasformatore tipo Art MC8, Uesugi U bros 5 Low, Audio Technica AT1000 o FR X1F. 20 - La Ikeda 9EMPL utilizza un particolare gruppo puntina-cantilever-magneti che, assieme al notevole peso del corpo metallico alzano notevolmente il punto di risonanza eliminandolo totalmente. D’obbligo l’utilizzo dello shell in rodio IS-1R e del braccio IT-407 o IT-345 della stessa Ikeda. 21 - Transfiguration AF1. Fece scalpore quando fu presentata, un po’ per il periodo (nel 1995 l’analogico era stato dichiarato defunto) un po’ per la strana forma a palla. In realtà il goffo corpo svolgeva una duplice funzione: creare lo spazio al particolare progetto che vede l’inserimento delle bobine all’interno del magnete; svolgere funzione antirisonante per minimizzare le aberrazioni timbriche. La bassissima uscita (0,14 mV ma rilevata a 3,54 cm/sec) obbliga all’inserimento di un trasformatore a 6 Ohm ed a elevato guadagno. 22 - Krell KC-100. La nera testina Krell tradisce le sue nobili origini già dalla bella confezione in metallo dorato. Il peso è di quelli importanti (13,5 grammi) ed obbliga all’utilizzo di bracci a massa medio alta, la tensione d’uscita è di 0,25 mV e l’impedenza è di 4 Ohm che necessita di step-up, il cantilever è di tipo rastremato e la puntina ha un taglio del tipo semi line contact. La Red Rose è la stessa testina. 23 - Denon DL 103 FL. Tensione d’uscita 0,28 mV, risposta in frequenza 20-45.000, peso 9,7 grammi, il che vuol dire che è possibile montarla su bracci a massa media. FL significa fans limited e la tiratura è stata davvero limitata. La casa consiglia step-up a 100 Ohm, ma attenzione, solo nel caso si utilizzi un pre-pre elettronico con regolazione interna dell’impedenza, altrimenti si consiglia il solito elevatore a 20-40 Ohm. 24 - Audio Technica AT OC 9ML/II. Questa testina ha avuto un discreto successo in Gran Bretagna in quanto il suo peso e la bassa cedevolezza ben si adattano ai bracci di massa media come Rega, SME, Linn, Roksan ecc. L’uscita è di 0,4 mV, consigliati step up a 20 Ohm. 85 081a86_ampr_testine.qxp 2-03-2007 16:49 Pagina 86 L’AMATEUR PROFESSIONNEL Testine preziose come diamanti, contenute in scatole altrettanto regali: gli imballi di Grado e Krell. (segue da pag. 86) Quando invece la testina si muove orizzontalmente genera una frequenza la cui l’ampiezza corrisponde proporzionalmente all’ampiezza registrata. Sta di fatto che, se non ci fosse l’equalizzazione RIAA, il solco che genera le frequenze basse sarebbe troppo ampio e quello che genera le frequenze alte sarebbe troppo stretto e quindi quasi rettilineo. L’equalizzatore RIAA in fase di registrazione quindi comprime le frequenze basse ed espande quelle alte, in fase di riproduzione avviene l’esatto contrario. Lo standard RIAA è uguale in tutto il mondo, in tal modo è possibile ascoltare (non si parla di qualità) qualsiasi disco a prescindere dal luogo in cui è stato prodotto a patto che rispetti questo standard. Nelle testine stereofoniche, dotate di due complessi magnetici indipendenti, il movimento della puntina verso destra o verso sinistra rispetto all’asse centrale del solco permette di indirizzare il segnale elettrico in un determinato canale. Va da sé, che la separazione dei due canali non è così precisa come nel dominio digitale dove i due canali sono perfettamente separati ed indipendenti tra loro, ma proprio questa netta separazione potrebbe essere la causa o la ragione principale di un affaticamento d’ascolto dovuto allo stress psichico inconsapevole, forzatamente concentrato nella continua ricerca di individuazione della provenienza del segnale riprodotto, il così detto affaticamento d’ascolto stereofonico. Inoltre, il suddetto fenomeno potrebbe essere il motivo per il quale molti appassionati preferiscono ancora, paradossalmente, il suono analogico a quello digitale. Ecco, forse, spiegato perché il disco è ancora vivo e perché alcuni appassionati preferiscono inconsciamente il suono analogico a quello digitale. Infatti, nonostante sia fuor di dubbio che le performance offerte dal sistema digitale siano di alto valore e qualità (in analogico si possono raggiungere solo gli ottanta decibel di pressione sonora mentre il digitale ne offre cento e anche oltre; e anche la separazione dei canali è minore -venticinque/quarantacinque decibel). Viene da pensare che forse il piacere d’ascolto è tutta un’altra cosa e che, sostanzialmente, prescinde dalla “perfezione” della registrazione e dei sistemi di riproduzione. Un 86 esempio tipico è quello relativo all’alto valore qualitativo attribuito ad un apparecchio (quasi sempre si tratta di preamplificatori) in seguito ai test d’ascolto, sebbene questi alla prova tecnica risultino affetti da diafonia (vale a dire la penetrazione di un segnale indesiderato su una linea, in questo caso tra il segnale destro e sinistro del sistema). È possibile che l’orecchio non valuti come negativo questo fenomeno e che anzi, al contrario, un’eccessiva suddivisione tra i canali alla lunga generi inconsciamente dello stress… Al di là comunque delle valutazioni personali, rimane il fatto che ancora oggi vi sono estimatori della riproduzione analogica in vinile e in nastro magnetico (ho ancora stampato nella mente un ascolto fatto da Giulio Cesare Ricci su nastro da un pollice!) e che chi possiede dischi in buone condizioni possa continuare ad ascoltare con piacere con questo antico sistema. A chi invece decide di avvicinarsi per la prima volta al mondo dell’analogico, suggerisco... di volare basso. Cominciare dai fondamentali è una cosa assolutamente necessaria, gli attuali listini offrono giradischi di buona qualità a prezzi accessibili dotati già di braccio di lettura e qualche volta anche di testina. Cominciare quindi dall’economico ma, soprattutto, cominciare ad abituarsi alla manualità a cui costringe il sistema analogico, cominciare a montare la testina usando dime e bilancine, cominciare ad informarsi sui migliori abbinamenti elettrici (anche se attualmente gli standard sono abbastanza allineati), cominciare da una testina MM economica per giungere gradualmente a testine MC a bassa uscita che, personalmente, ritengo sia il massimo dell’espressione in campo analogico. Certo, anche il campo dell’usato potrebbe essere percorribile, anche se con maggiori rischi rispetto a quello più semplice del digitale. Infatti, è necessario ricordarsi che la componente meccanica è di vitale importanza per la valutazione di un buon usato; conviene forse affidarsi ad un rivenditore in grado di assicurare una certa garanzia sull’usato proprio per non incorrere in cocenti delusioni. Sostanzialmente per un braccio non ci sono grossi problemi se risulta solido e non presenta eccessivi movimenti sull’asse cardanico; stessa cosa per il giradischi sul perno di rotazione, che deve risultare fluida senza essere lasca; un po’ più complessa la valutazione di una testina che potrebbe nascondere difetti rilevabili solo da esperti dotati di strumenti opportuni. QUAL È IL PUNTO D’ARRIVO? Non esiste naturalmente un punto d’arrivo, esiste un percorso che deve essere effettuato senza però saltare tappe fondamentali ed importanti. Questo percorso prevede, per prima cosa, un sistema giradischi a telaio rigido – braccio di media massa e testina MM per sfruttare l’eventuale ingresso phono dell’amplificatore. Attualmente esistono giradischi economici di buona qualità già dotati di braccio di lettura in grado di adattarsi alla maggior parte delle testine MM presenti sul mercato, in pratica esiste già bello e pronto il primo sistema utile per fare l’ingresso in questo strepitoso mondo analogico senza peraltro spendere cifre impegnative. Il passo successivo prevede di dotarsi di una sezione phono esterna di migliore qualità e, quindi, cominciare a calcolare le impedenze cavi-testina per poter sfruttare al meglio le caratteristiche elettriche della testina MM. In seguito passare alle MC a medio alta uscita, questo per cominciare ad apprezzarne le qualità e, solo alla fine, provare a immergersi nel vasto e complicato mondo delle testine MC a bassa uscita che necessitano di trasformatore o step-up. Tutto ciò implica l’approfondimento circa i vari pro e contro relativi alle tipologie di giradischi a contro telaio flottante oppure rigido. Il concetto cardine di un sistema analogico ben suonante rimane comunque la corretta combinazione dei componenti: sebbene di media qualità, un sistema omogeneo può essere preferito ad un insieme disorganico di eccellenti prodotti che non garantisce a priori la riuscita sonora del sistema. Gli abbinamenti consigliabili e consigliati sono un argomento che verrà affrontato nel prossimo appuntamento, in cui troverete proposti alcuni sistemi giradischi-testina-braccio-trasformatore per così dire “ideali”, combinazioni cioè che rispettino le caratteristiche meccaniche ed elettriche dei singoli elementi. Personalmente, ritengo che i migliori risultati musicali siano quelli ottenuti tramite testine MC a bassa uscita con idonei trasformatori e step-up; certo si tratta di un campo costoso e difficile ma, se non altro, è uno dei punti di arrivo che permetterà all’appassionato che l’ha raggiunto di capire i motivi tecnici per cui, per esempio, una Denon DL103 non suona come dovrebbe suonare se non è collegata ad un trasformatore a 40 Ohm e montata su un braccio ad alta massa: tutti coloro che l’hanno ascoltata in condizioni diverse, e sono purtroppo tanti, non hanno ascoltato un bel niente di niente! Per semplice curiosità, posso riferire che attualmente mi sto beando con la testina Denon DL-301II (mai importata in Europa e dotata di un rapporto qualità/prezzo assoluto) e trasformatore AU300LC. marzo 2007• SUONO