Azionamenti per Automazione Ind. –cap. XXIV Trasduttori A.A.2008-2009 1 24 - Sensori e Trasduttori 1 2 Sensori di corrente ad effetto Hall ...............................................................................................2 Trasduttori di posizione e di velocità...........................................................................................3 2.1 Resolver. ..............................................................................................................................3 2.2 Encoder incrementale...........................................................................................................5 2.3 Encoder assoluto ..................................................................................................................6 3 Torsiometri...................................................................................................................................9 4 Disturbi nelle misure (Saltare) ...................................................................................................10 Azionamenti per Automazione Ind. –cap. XXIV Trasduttori A.A.2008-2009 2 1 Sensori di corrente ad effetto Hall In questo paragrafo si vuole dare una descrizione in linea generale dei sensori e trasduttori di grandezze, quali ad esempio corrente e posizione. La classe di sensori di corrente che si prenderà in esame è quella che sfrutta l’effetto Hall. Questo tipo di sensori rappresenta la soluzione maggiormente adottata per le misure di corrente (alternata o continua), che richiedano una separazione elettrica (isolamento) dal sistema di misura, essi si dividono in sensori ad effetto Hall ad anello aperto e ad anello chiuso. In questi sensori, un conduttore percorso da corrente, posto all’interno dell’apertura del nucleo magnetico della sonda, produce un campo magnetico proporzionale alla corrente nel conduttore; il campo magnetico si concentra all’interno del nucleo e investe il sensore di Hall, posto nel tra ferro del nucleo. Ai capi della sonda nascerà una tensione, proporzionale al flusso e, quindi, alla corrente che scorre nel conduttore; la tensione così ottenuta è bassa, di conseguenza essa viene opportunamente amplificata e resa disponibile ai terminali di uscita. Poiché linearità e deriva termica dei componenti sono limitate, le sonde vanno scelte per le caratteristiche di buona stabilità alle temperature di esercizio e di saturazione. La famiglia di sensori ad effetto Hall appena descritta è quella ad anello aperto (figura 24.1); esse sono caratterizzate da bassi consumi di potenza e basso costo d’acquisto. Fig. 24.1 – Schema circuitale di una sonda di Hall ad anello aperto Nei sensori Hall ad anello chiuso è previsto un ramo di controreazione per migliorarne le prestazioni. La logica del circuito è analoga a quella dell’amplificatore operazionale: invece che forzare a zero la tensione sulla giunzione sommatrice (ingresso operazionale), il dispositivo forza a zero il flusso magnetico, per mezzo di una bobina compensatrice. L’elemento Hall funziona, quindi, come un amplificatore d’errore di ingresso, la cui sensibilità è ottimizzata; congiuntamente ad un amplificatore d’uscita ad elevato guadagno e ad elevata corrente, il circuito fa circolare nella bobina compensatrice una corrente che annulla il flusso magnetico al traferro e chiude l’anello (figura 24.2) di controllo. Azionamenti per Automazione Ind. –cap. XXIV Trasduttori A.A.2008-2009 3 Fig. 24.2 – Schema circuitale di una sonda di Hall ad anello chiuso Questa corrente può, allora, essere usata direttamente come segnale di uscita. Un resistore di misura è inserito tra i terminali di misura e il morsetto comune dell’alimentazione per convertire la corrente d’uscita in un segnale di tensione e per limitare la dissipazione di potenza interna. Valori tipici delle grandezze fondamentali di una sonda ad effetto Hall ad anello chiuso sono qui di seguito riportati (sonda LEM LA55-P): ⋅ Banda passante f:: 0 ÷ 200 kHz; ⋅ Linearity l: ±0.1%; ⋅ Precisione x: ±0.5%; ⋅ Tensione di alimentazione Vc : ±15V; ⋅ Tensione d'uscita VOUT: 4.9V. 2 Trasduttori di posizione e di velocità Vengono utilizzati in tutte quelle applicazioni,(servomeccanismi, macchine di processo, tec.), in cui è necessario conoscere, istante per istante, il valore della posizione angolare o della velocità. 2.1 Resolver. Una apparecchiatura per la stima della velocità e della posizione di un motore è il dispositivo “Resolver”, che attualmente con l’ausilio delle tecniche digitali viene sempre più spesso adoperato e prende il nome di RDC (Resolver to Digital Converter ). Tale dispositivo è costituito concettualmente da un avvolgimento solidale con il rotore, percorso da una corrente sinusoidale (di pulsazione più elevata della velocità angolare), e da due avvolgimenti fissi (solidali con lo statore) in quadratura elettrica tra loro. Uno schema elettrico di principio del resolver è mostrato in figura 24.3. Azionamenti per Automazione Ind. –cap. XXIV Trasduttori A.A.2008-2009 4 vS1(t)= VR’ sin(ω t)cos(θ) Ingresso di eccitazione vR(t)=VR sin(ω t) rotore statore θ Uscite modulate in ampiezza vS2(t)= VR’ sin(ω t)sin(θ) statore Figura 24.3: Modello concettuale del resolver. Il principio di funzionamento del resolver è il seguente: l’avvolgimento rotante, percorso da una corrente sinusoidale di pulsazione ω dovuta ad una tensione di eccitazione VR' sin(ω ⋅ t ) , induce negli avvolgimenti fissi delle f.e.m. costituite da due componenti : una di origine trasformatorica dovuta alle variazioni della tensione di eccitazione ed un’altra dovuta al moto relativo dell’avvolgimento rotante rispetto agli avvolgimenti fissi, che è quindi proporzionale al seno o al coseno dell’angolo θ individuato dalla posizione del rotore rispetto ad un riferimento fisso. Scegliendo θ =0 quando l’avvolgimento solidale con il rotore è allineato con uno dei due avvolgimenti fissi (ad esempio S1), le espressioni delle tensioni ai morsetti dei due avvolgimenti fissi saranno rispettivamente: Vr (t ) = VR sin(ωt ) vs1 = VR ⋅ sin(ω ⋅ t ) ⋅ cos(θ ) vs 2 = VR ⋅ sin(ω ⋅ t ) ⋅ sin(θ ) Come si vede, si tratta del seno e del coseno della posizione angolare del rotore che modulano in ampiezza la portante di pulsazione ω presente sull’avvolgimento rotante. L’estrazione del dato che si desidera ottenere (ossia θ ) da questi due segnali di tensione e la sua trasformazione in un segnale gestibile da parte di un sistema di elaborazione digitale utilizzato nel controllo dell’azionamento viene solitamente delegata ad un dispositivo “ad hoc”. Questo dispositivo prende in ingresso i due segnali modulati, ne effettua la demodulazione, ricava una stima dell’angolo θ’ e lo fornisce in forma digitale con un numero di bit che determinano la risoluzione angolare assicurata, secondo un principio analogo a quello di un anello ad aggancio di fase. Lo schema a blocchi del sistema che assolve a questo compito è mostrato in figura 24.4 . Tale schema prevede in ingresso un blocco moltiplicatore per funzioni trigonometriche, il cui scopo è di effettuare la moltiplicazione dei segnali d’ingresso rispettivamente per il seno ed il coseno dell’angolo stimato θ’. In cascata a tale blocco si trova un amplificatore differenziale alla cui uscita si ottiene un segnale della forma VR sin(ωt ) ⋅ sin(θ − θ ' ) , il quale, inviato ad un demodulatore di fase fornisce un segnale della forma VR sin(θ − θ ' ) ≅ VR (θ − θ ' ) per (θ − θ ' ) sufficientemente piccolo. Da questo segnale mediante un controllore (ad esempio di tipo PI) si può ricavare un segnale di velocità. Questo segnale di velocità permette a sua volta, mediante un VCO, di controllare un contatore che fornisce una stima della posizione angolare, la quale, viene poi riutilizzata nel loop dal moltiplicatore. Parametro critico del RDC è la risoluzione angolare, intesa come minimo scarto angolare rilevabile dallo strumento. Tale parametro dipende dal rapporto tra il massimo numero di dati, per unità di tempo che lo strumento è in grado di fornire, e la velocità angolare del rotore, più è piccolo questo rapporto e minore è la risoluzione angolare ottenibile. Azionamenti per Automazione Ind. –cap. XXIV Trasduttori 5 A.A.2008-2009 Vr sen(ωt)sen(θ)cos(θ') Vr sen(ωt)sen(θ) Vr sen(ωt)cos(θ) Vr sen(ωt)cos(θ)sen(θ') Vr sen(ωt)sen(θ-θ') θ Vr sen(θ-θ') θ Figura 24.4: Schema a blocchi di un RDC. 2.2 Encoder incrementale Tale apparecchiatura converte una posizione angolare in un treno di impulsi o in una parola di nbit, è generalmente costituita da un disco, solidale al motore, in cui in generale vi sono tre tracce, sulla prima è riportata unicamente la posizione di zero, le altre due hanno invece un certo numero di posizioni, il cui numero è funzione della risoluzione dell'encoder e sono sfasate fra loro di 90º, al fine di consentire di conoscere il verso di rotazione del disco. Poiché la rilevazione delle posizioni è effettuata per via ottica, il disco ha sulle tracce dei fori, allorché gira, la luce emesse da dei LED, uno per traccia, và in alcuni instanti a colpire non il disco ma dei fototransistori, fig.24.5, causando una variazione da alto a basso o viceversa, a seconda del tipo di circuito, del segnale di uscita di questi componenti. Se il disco ha n fori su ciascuna traccia, un intero giro dello stesso causa un treno di n impulsi, e la risoluzione dell'encoder è pari a 360º /n , inoltre se il duty cycle è :α= tw/T, con T periodo tra l'inizio di un impulso ed il successivo, e tw periodo dell'impulso, la velocità ωn α 1 = = angolare può calcolarsi come: f = T tw 60 Fig.24.5 - Encoder incrementale. Questa apparecchiatura nel caso in cui l'alimentazione si interrompe. perde l'informazione, nello stesso modo di una memoria volatile RAM di un processore. In fig. 24.6 è riportata l'apparecchiatura ed i treni di impulsi relativi alle tracce dell'encoder. Azionamenti per Automazione Ind. –cap. XXIV Trasduttori A.A.2008-2009 6 Fig. 24.6 – Schema di principio di un encoder assoluto a 6 bit 2.3 Encoder assoluto Sempre nel campo dei sensori di posizione, un dispositivo che offre un livello alto di risoluzione è l’encoder assoluto, il cui costo però è piuttosto alto. L’encoder assoluto è costituito da un disco rotante, caratterizzato da zone oscure od opache, posto tra una fonte di luce (diodi luminosi LED) ed una sequenza di fotorilevatori (figura 24.7). In base alla sequenza delle tracce, cui corrisponde una certa posizione del disco, la luce prodotta dai LED raggiunge o meno i fotorilevatori, dando luogo ad un messaggio in codice binario. Facendo l’esempio di un encoder assoluto a 6 bit, si hanno 64 posizioni distinguibili all’interno di un giro. Il disco dell’encoder può presentare un codice binario naturale, nel quale possono avvenire cambiamenti di stato di più bit contemporaneamente, oppure un codice detto “Grey”, nel quale ad ogni incremento angolare solo uno dei bit di risoluzione può subire una transizione di stato (figura 24.7). Fig. 24.7 – Dischi di un encoder assoluto Gli encoder assoluti disponibili in commercio hanno le seguenti caratteristiche: alimentazione da 5-15-24V; uscita binaria ad onda quadra; risoluzione (a seconda dei modelli) fino a 1024, 5000 e 18000 posizioni/giro; risposta in frequenza 50-100 kHz. Sul disco, solidale all'apparecchiatura in Azionamenti per Automazione Ind. –cap. XXIV Trasduttori A.A.2008-2009 7 movimento, vi sono un certo numero di tracce (2n), pari al numero di bit necessari per la risoluzione ( R= 360/2n ), e quindi n settori. Le tracce con area scura sono relative al valore 1 del bit mentre quelle chiare sono relative al valore 0, il bit piu' significativo è posto sulla traccia esterna, mentre quello meno significativo (LSB) su quella interna. La velocità può essere calcolata come: T n 1(min) T n 2n 1 2 = 2 = = 2 60(sec) 120 120 f ω con T il periodo di una traccia. In figura è riportato lo schema di un encoder a 5 bit, ed in tabella i relativi codici di assegnazione, θ 0 - 11.25 11.25 - 22.25 22.25 - 37.75 33.75 - 45 ------------348.75 - 360 24 0 0 0 0 - 1 23 0 0 0 0 -1 22 0 0 0 0 -1 21 0 0 1 1 -1 20 0 1 0 1 -1 E’ possibile ottenere, a basso costo, un livello di precisione confrontabile con quello di un encoder assoluto di alte prestazioni, utilizzando congiuntamente le informazioni provenienti da tre sonde di Hall e da un encoder incrementale. Il principio di funzionamento delle sonde di Hall per individuare la presenza di un campo magnetico in prossimità della sonda è analogo a quello descritto per le sonde di corrente ad effetto Hall. Fig. 24.8 – Schema semplificato della sonda di Hall In questo caso, però, la tensione di uscita VH della sonda (figura 24.8) può assumere due livelli, ad esempio 0V e 5V. La transizione tra questi due livelli avviene in corrispondenza della inversione del campo cui è sottoposta la sonda. Se tali sonde sono investite dal campo generato dai MP di un motore brushless, la commutazione di livello avverrà in corrispondenza degli assi interpolari. Azionamenti per Automazione Ind. –cap. XXIV Trasduttori A.A.2008-2009 8 Fig. 24.9 – Isteresi di commutazione di una sonda di Hall In realtà si avrà una certa isteresi nel punto di commutazione, per evitare incertezze nella commutazione, l’ampiezza dell’isteresi è di pochi millesimi di Tesla (figura 24.9). Poiché la distanza tra due assi interpolari è di 120° elettrici, ogni livello d’uscita si mantiene attivo per altrettanti gradi elettrici. Le sonde di Hall, vengono generalmente montate sullo statore nella parte terminale degli avvolgimenti di fase, con disposizione spaziale a 120° elettrici l’una dall’altra (figura 24.10). ω θ Fig. 24.10 – Disposizione spaziale delle sonde di Hall Da quanto detto segue che, combinando le uscite delle tre sonde di Hall (H3, H2, H1), i 360° elettrici vengono divisi in 6 settori di 60° ciascuno, così da poter individuare la posizione del rotore per somma di angoli discreti di 60°. La precisione offerta dall’uso esclusivo di questi dispositivi non è sufficiente a poter implementare un controllo in retroazione che abbisogni della stima della posizione del rotore. A tal fine s’integra l’informazione proveniente dalle sonde H3, H2, H1 con quella proveniente da un encoder incrementale. Un encoder incrementale si differenzia da uno assoluto per la tecnica costruttiva, avendo in uscita tre soli segnali attraverso i quali è possibile ottenere informazioni circa l’incremento angolare, il verso di rotazione ed il passaggio per un punto di zero all’interno dei 360° meccanici. Azionamenti per Automazione Ind. –cap. XXIV Trasduttori A.A.2008-2009 Questo dispositivo consente di discretizzare un angolo minimo di avanzamento pari a D = 9 2π , ove 2N N è il numero di bit dell’encoder. L’uso congiunto delle tre sonde di Hall e dell’encoder incrementale permette di rilevare la posizione 2π del rotore con la precisione data dalla divisione minima angolare pari a D I = ⋅ Pc radianti Ps ⋅ 2 N elettrici, ove Pc è il numero di coppie polari del motore, sfruttando le informazioni sulla posizione assoluta date dalle sonde di Hall Ps (numero di mezzi passi polari). θ θ θ Fig. 24.11 – Segnali ottenuti dal posizionamento di due sonde di Hall, distanti mezzo passo polare 3 Torsiometri I torsiometri sono dispositivi che permettono di determinare la rotazione relativa, dovuto al momento motore, di due sezioni rette poste a distanza L l’una dall’altra. Quindi, supposta valida la legge di Hooke secondo cui le (piccole) deformazioni sono proporzionali ai carichi che le hanno prodotte, si può risalire al valore della coppia trasmessa dalla espressione : C• L Δθ = G • Jp in cui Δθ è la rotazione relativa espressa in radianti, C è la coppia da misurare in Nm, G il modulo elastico tangenziale in N/m2, Jp il momento d’inerzia polare della sezione circolare dell’albero in m4. Figura 24.12: Schema di torsiometro con sensori capacitivi Per la determinazione della rotazione relativa da introdurre nella formula si adoperano sensori elettrici di svariati tipi. Un tipo utilizza un condensatore a capacità variabile, con le armature solidali due differenti sezioni dell’albero di trasmissione. La rotazione relativa di tali sezioni fa variare la capacità del condensatore perché varia l’estensione delle superfici affacciate : misurando con un opportuno sistema elettrico tali variazioni di capacità si può risalire al valore della rotazione relativa e da questa al valore della coppia. Un altro tipo spesso usato è quello che utilizza Azionamenti per Automazione Ind. –cap. XXIV Trasduttori A.A.2008-2009 10 l’indicazione data da due bobine il cui campo magnetico varia ad impulsi. Sull’albero motore sono montati, a una mutua distanza L, due dischi portanti una sporgenza radiale che in corrispondenza della bobina produce una variazione delle riluttanze del circuito magnetico. Fig. 24.13 -Schema sintetico di un torsiometro con sensori elettromagnetici Dallo sfasamento degli impulsi, registrato su un rivelatore elettronico graduato si risale al valore della rotazione relativa quindi all’entità della coppia trasmessa. 4 Disturbi nelle misure (Saltare) Particolare attenzione va posta ai disturbi indotti sul segnale delle catene di misura, infatti l'elevata frequenza di commutazione del convertitore (per es. 15KHz) e la vicinanza di circuiti di potenza e di segnale quali la linea di alimentazione dal convertitore al motore e la linea di trasmissione dei segnali provenienti dall'encoder al microcontrollore, generano sensibili interferenze elettromagnetiche, sotto forma di disturbi di tipo impulsivo. Gli impulsi sovrapposti ai segnali di conteggio e di riferimento dell'encoder, sono di entità tale da superare la soglia di transizione delle porte logiche del circuito di interfaccia, causando errore e malfunzionamento nel controllo. L'indispensabile pulizia dei segnali provenienti dall'encoder viene effettuata con porte a isteresi (o trigger di Schimdt) in modo che il loro scatto avvenga solo in corrispondenza di vere e proprie transizioni e non di segnali spuri. Inoltre, è necessario poi tenere presente che tutti i segnali in ingresso ed in uscita dai circuiti di controllo devono essere galvanicamente separati dal sistema di potenza e quindi dall'impianto. Si distingua il caso in cui il segnale è di tipo analogico da quello in cui è di tipo digitale. Nel primo dopo un disaccoppiamento dal sistema di potenza effettuato per mezzo di un adatto disaccoppiatore , deve essere implementato un filtro di segnale, prima dell'interfaccia con un convertitore A/D per es. di un microcontrollore. In fig. 24.14 è riportato lo schema del disaccoppiatore capacitivo Burr-Brown ISO122P. Azionamenti per Automazione Ind. –cap. XXIV Trasduttori 15 11 A.A.2008-2009 +Vs1 gnd -Vs1 Vin Vout -Vs2 7 Vin Vout 10 8 9 -Vs2 2 16 1 gnd +Vs2 -Vs1 gnd +Vs1 gnd +Vs2 Fig.24.14 - Disaccoppiatore capacitivo Viene descritto questo componente per mostrare quali debbono essere le caratteristiche che debbono pesare nella scelta: banda passante 50 kHz, un massimo di non linearità del 0.02%, un range di tensione di ingresso ± 12.5V (V ), un range di tensione in uscita (Vout) pari a ±10 V, una tensione di isolamento pari a 1500 Veff , per quanto riguarda le alimentazioni queste debbono essere in continua e con terre separate, ±Vs1 e ±Vs2 hanno un campo di variazione da ±4.5 V a ±18 V ed il valore si consiglia intorno a ±15 V. Due questioni meritano un cenno: l'ingresso all'isolatore che deve avere un intervallo di tensione stabilito, questo può essere realizzato inviando il segnale analogico (per es. uscita da una dinamo tachimetrica, rilevamento di una in tensione, ecc.) ad un trimmer (partitore resistivo) che dovrà essere opportunamente regolato. generazione delle alimentazioni, queste potranno essere realizzate prendendole separatamente da un piccolo trasformatore a più uscite, opportunamente raddrizzate e filtrate con per es. un condensatore in parallelo. La presenza del filtro, successivo all'isolatore,è dovuta al fatto che essendo il segnale campionato (con frequenza f ) e destinato ad essere elaborato da un sistema di tipo discreto è necessario anteporre al campionatore un filtro passa basso antialiasing. Infatti per il teorema del campionamento (Shannon) il segnale da ricostruire deve avere una banda di frequenze limitata ed inferiore ad fs/2. Può per esempio adottarsi un filtro di Bessel del secondo ordine, che ha una pendenza in fase lineare e quindi si avvicina ad un comportamento ideale per quanto riguarda il tempo di ritardo, sia perché non è necessaria una pendenza di attenuazione molto elevata. Negli esempi precedenti non si è fatto riferimento all'acquisizione di un segnale in corrente, giacché questo viene oggi realizzato tramite un cosiddetto trasformatore ad effetto Hall che per sua natura fornisce la separazione galvanica dell'output dall'input. Nel caso in cui invece il segnale è già di tipo digitale la separazione può essere ottenuta per es. per via ottica utilizzando il fotoaccoppiatore veloce H11L1, fig. 24.15. Tale componente è ottenuto dall'accoppiamento ottico di un IRED di arseniuro di gallio con un sensore integrato che ha in uscita un trigger di Schimdt. Viene impiegato per applicazioni che richiedono isolamento galvanico,elevati tempi di risposta e immunità al rumore e.m. Azionamenti per Automazione Ind. –cap. XXIV Trasduttori Icc 5V 6 R L 4 Vo 5 Vo output volt If 12 A.A.2008-2009 5 Voh Ifoff Ifon Vol .75 1 2 If Input current If ton toff Vo tf tr Fig.24.15 – fotoaccoppiatore Le principali caratteristiche sono: ton =1.2÷4μs, toff =1.2÷4μs, tf =0.1μs (fall time), tr =0.1μs (rise time), tensione di uscita Vo = 0.2 (low)÷ 5 (High) V, corrente di ingresso nel caso si vuole l'uscita Vo a livello basso If(on)=1÷1.6 ma, corrente di ingresso nel caso si vuole l'uscita Vo a livello alto If(off)=0.3÷0.75 ma, si noti a) come il legame ingresso uscita del componente è invertente, b) che la tensione di ingresso deve essere tale da fornire per i valori di tf e tr voluti e l'impedenza presente, per es. 50Ω, la corrente If prima definita, c)l'effetto di isteresi (v. fig.) tra il segnale positivo di If on e quello off, d) i valori di ton e toff (v. fig.) vengono fatti partire dal circa il 10% della If. Infine si tenga presente che l'alimentazione dell'uscita Vcc deve essere compresa tra 3 e 15 V e che per Vcc=5V ed If=0 la Icc sarà compresa tra 1 e 5 ma.