ISLAM: ORTODOSSIA, CORRENTI E CALIFFATO (Firenze – Circolo Ufficiali, 14 ottobre 2015) Prima di iniziare, desidero chiarire che la mia esposizione sarà esclusivamente di tipo storico e non teologico. Quindi non è oggetto della presente conferenza (e neanche di tutte le prossime conferenze che compongono il 18° Ciclo) l’affrontare una qualunque discussione di carattere religioso. La religione islamica nasce con Maometto che, ne è fondatore e profeta, nell’area della Penisola Araba verso la fine del VI secolo d.c.. La penisola geograficamente si protende nell'Oceano Indiano. Il Sud ovest è ricco d'acqua e dunque fertile mentre nel resto si susseguono tre grandi deserti: impenetrabile nel sudest; ondulato da dune sabbiose e rare oasi nel centro; arido e stepposo a nord (dove però riescono a sopravvivere pecore e dromedari) con rare oasi. Gli insediamenti umani si erano concentrate nelle oasi e lungo la linea costiera settentrionale del Mar Rosso. Le oasi più importanti erano Yatrib e La Mecca quali centri carovanieri principali. Le comunicazioni tra queste aree desertiche erano possibili solo tramite i wadi, ovvero i corsi di fiumi e torrenti prosciugati. La posizione della Penisola era al centro degli scambi commerciali tra Occidente ed Oriente. Le vie principali erano: quella che dalla Palestina arrivava allo Yemen costeggiando il Mar Rosso; la via che dallo Yemen porta alla Mesopotamia attraversando i deserti centrali, e la via che unisce l’Arabia centrale alla Siria. Su queste tre strade è passato il traffico commerciale dell'Arabia dei secoli preislamici e anche dei secoli successivi. Nel VI secolo, la Penisola arabica era abitata, nelle sue aree centrali e settentrionali, da tribù nomadi indipendenti mentre in quelle meridionali erano attive gli eredi dei grandi regni sabei, culture sedentarie estremamente progredite fin dai tempi remoti e dedite al commercio degli aromi, fra cui il famoso incenso (pianta che tutt’ora cresce solo nello Yemen). I beduini, che popolavano le steppe arabe, erano invece dediti al piccolo e grande nomadismo, legato strettamente all'allevamento di ovini e dromedari, oppure alle razzie contro altri gruppi nomadi e delle carovane dei mercanti. Erano politeisti su base animista e la religione si basava su tre divinità: Manat, al-Uzza e Allat, subordinate ad un Dio più importante, Allah. Poi vi era un'infinità di spiriti e divinità minori, che venivano rappresentate da rocce, alberi o alture. Predominante era l'enoteismo, nel senso che ogni tribù aveva una divinità protettrice. Coesistevano anche popolazioni di altre religioni. (in particolare Ebrei e Cristiani), specie nei centri più popolosi, ad esempio a Najrān, nell'area yemenita, vi era il principale centro cristiano ed ellenistico della regione; mentre a Yathrib (futura Medina) predominava la cultura ebraica. Gli Arabi che popolavano il territorio della Mecca, in particolare, veneravano -tra le altre divinità- la Pietra Nera [un meteorite oggetto del culto popolare perché si riteneva collocato là da Abramo dopo il diluvio universale]; essa era conservata nella Ka'ba situata nella città. La tribù dei Banu Quraysh, che vi dominava, aveva però aperto le porte del 1 santuario a un gran numero di divinità diverse venerate da altre tribù o clan, così da indurre alla sosta i mercanti provenienti per i loro affari nella città e richiamare altri pellegrini, traendone i relativi lucrosi vantaggi. Nel tempo, era quindi sorta la tradizione araba del pellegrinaggio alla Mecca. Questa dunque la situazione religiosa degli Arabi finché nel 570 nasce Maometto, considerato dai musulmani l'ultimo di una lunga catena profetologica, di cui egli avrebbe occupato una posizione di assoluto rilievo, "messaggero" di Dio (Allah) e Sigillo della profezia, incaricato da Dio stesso - attraverso l'arcangelo Gabriele - di divulgare il suo verbo tra gli Arabi. Vita di Maometto Per cercare di capire l’Islam, dobbiamo quindi partire da Maometto. Egli nasce da una famiglia di commercianti appartenenti alla tribù dei Banu Quraysh, che dominava alla Mecca, intorno al 571 d.C. Rimasto già alla nascita orfano di padre, fu affidato a una nutrice nomade e trascorse i suoi primi anni custodendo greggi. Persa poi anche la madre, sotto la guida dello zio partecipò alle carovane commerciali dirette in Siria, diventando loro guida, e venendo così a conoscenza del suo popolo, delle difficoltà della vita nomade, ma imparando altresì ad affrontare i disagi e i pericoli. Essendo la città della Mecca un importante centro di smistamento e transito tra Arabia meridionale, Siria, Egitto e India, Maometto incontrò e conobbe uomini di diverse religioni (ebrei e cristiani soprattutto, ma anche giacobiti e manichei). A 25 anni, dopo una breve parentesi militare, entrò al servizio della vedova quarantenne di un ricco commerciante che poi sposò. Secondo alcuni studiosi la vita di Maometto come profeta e uomo di stato si può dividere in tre periodi: - il periodo della Mecca (612-622); quello medinese (622-630); gli ultimi anni (630-632). Periodo della Mecca (612-622) Nel 605 Maometto venne incaricato di risistemare in un angolo dell'edificio della Ka'ba la pietra nera, spostata per dei lavori. Da quel momento egli si ritirò per alcuni giorni all'anno a meditare sul monte Hira, interessato alle questioni riguardanti il giudizio di Dio e le mancanze umane. Nei suoi viaggi infatti aveva constatato come, di fronte al politeismo idolatrico in cui era caduto il santuario della Mecca, si mantenesse la purezza del monoteismo ebraico e cristiano. E ciò, a suo parere, grazie alla predicazione degli speciali inviati di Dio, i profeti; sempre più si convinse della necessità che ogni popolo avesse i suoi, e cominciò a considerarsi l'inviato di Dio per purificare la religiosità del suo popolo, restituendola alla purezza abramitica. Nella Notte del Destino (ultima decade del mese di ramadan del 610), in una caverna del monte Hira gli apparve in sogno un angelo recante in mano un rotolo di stoffa coperto di segni, e gli comunicò una prima rivelazione di Allah. Risvegliatosi e uscito dalla caverna senti una voce che lo salutava dal cielo: «Maometto, tu sei l'Eletto di Allah e io sono Gabriele». Per i primi tre anni da quella notte la rivelazione di Allah rimase circoscritta ai parenti di Maometto; successivamente penetrò 2 soprattutto fra le classi più umili (artigiani, operai e schiavi), suscitando la reazione dei maggiorenti locali, preoccupati sia dalla composizione sociale di questa nuova comunità, sia dalla predicazione antipoliteista del profeta, che veniva a colpire gli interessi economici del loro clan, custode del tempio in cui si veneravano una moltitudine di divinità e centro di pellegrinaggi. La comunità di Maometto fu fatta oggetto di persecuzione e di vessazioni, fino al 622, quando si verificò la svolta fondamentale: la fuga o Egira di Maometto e dei suoi seguaci a Yathrib, poi rinominata Medina (propriamente Madīnat al-Nabī, "Città del Profeta"). Da questo momento si fa iniziare l'era musulmana. Periodo di Medina (622-630) Rappresenta la trasformazione di Maometto da predicatore disprezzato a uomo di Stato e condottiero. In questa città Maometto fa costruire la prima moschea islamica e costituisce una comunità comprendente, oltre agli emigrati dalla Mecca, membri delle tribù locali ed ebrei in attesa del Messia; tutti questi gruppi sovrapposero ai legami originari l'autorità incontrastata del Profeta; dove questa non fu accettata, si verificarono misure repressive da parte dello stesso Maometto. Inoltre, in questo periodo, egli aggiunse al contenuto delle precedenti rivelazioni, che riguardavano la fine dei tempi (fine del mondo, gioie del paradiso, pene dell'inferno) nuovi contenuti più a carattere politico-sociale, giuridico ed etico, in conformità al suo rango di capo politico, legislatore e capo militare. Da qui deriva anche il progetto di riconquista militare della sua città natale, che si protrasse con alterne vicende fino al 627 quando Maometto, respinto un attacco a Medina, alla testa di diecimila uomini entrò trionfalmente nella città di Mecca, distruggendo i simulacri delle antiche divinità arabe; prendendo possesso della pietra nera e proclamando la Mecca città santa dell'Islam, con l'obbligo per ogni fedele di compiervi un pellegrinaggio almeno una volta nella vita. In occasione delle vittorie egli attribuiva sempre il merito all'intervento di Allah, introducendo cosi il concetto di guerra santa (gihad), come strumento di espansione politica degli arabi. Gli ultimi anni della vita di Maometto (630-632) Essi rappresentarono il periodo di maggior trionfo, e insieme furono decisivi per la nuova religione, che si legò intimamente al mondo arabo, recidendo gli ultimi legami con le origini giudaico-cristiane: se prima Maometto si considerava continuatore dell'opera di Mosè e di Gesù, visto come profeta, ora proclamava che la vera fede è quella di Abramo, che non era né ebreo, né cristiano, ma semplicemente uomo sottomesso all'autorità di Dio, in arabo appunto muslim. Di conseguenza nelle loro preghiere i musulmani non dovevano volgersi più verso Gerusalemme, ma verso la Ka'ba; fu abbandonato altresì il divieto di poligamia, ereditato dalla tradizione giudaica, il venerdi fu sostituito al sabato ebraico, e il ramadan divenne il mese del digiuno. Inoltre Maometto si adoperò a riorganizzare la società beduina su basi religiose, anziché su legami di sangue. Con il suo rientro vittorioso alla Mecca i mercanti ritennero prudente convertirsi e sottomettersi ad Allah per salvare il ruolo della città come città santa, per conservare la posizione di preminenza e assicurare la pace alle proprie carovane. Alla sua morte (632) l'Arabia era unita, e si presentava con un'organizzazione politica più avanzata rispetto a quella tribale, e anche se il particolarismo non era scomparso del tutto, il Profeta aveva sovrapposto la propria autorità 3 religiosa e temporale alle diverse tribù, poichè nel discorso pronunciato durante l'ultimo pellegrinaggio alla Mecca, Maometto aveva sostenuto che tutti coloro che appartenevano alla comunità musulmana erano fratelli. Nel 632 Maometto muore e la rivelazione è tramandata ai suoi seguaci, in particolare dalla cerchia dei “10 benedetti” a lui più vicina (a somiglianza degli apostoli). La guida politica e spirituale della Comunità Islamica, scelta fra questi, viene assunta da un "Vicario" o "Successore" denominato “Califfo” . Da precisare che la rivelazione ricevuta da Maometto era diffusa solo in modo orale, ma per ampliare la diffusione della fede e le conquiste, occorreva che essa fosse scritta; cosa che avverrà solo con il terzo califfo (644-656). Fondamenti dell’Islam Vediamo allora quali sono i fondamenti della religione islamica. L’Islam si basa su tre elementi: - Aqidah (Fede e Credo); - Akhlaq (Moralità ed Etica); - Shari’ah (Pratiche e Attività). La fede Per essere un "uomo dell'Islam" si deve possedere perfettamente la fede nei principi dell’Islam ed esercitare il bene e la pietà. L'Islam si configura quindi come "intima pace dell'uomo con Dio" e il musulmano è colui che si affida con pienezza al Signore. Egli manifesta ciò assolvendo per quanto può ai doveri espressi dai cinque "Pilastri della fede islamica". Essi sono quei doveri assolutamente cogenti per ogni musulmano osservante per potersi definire a ragione tale. La loro intenzionale evasione comporta una sanzione morale o materiale. Essi sono: ♣ la "testimonianza" di fede (affermazione, espressa con retta intenzione, dell'esistenza in Dio Uno e Unico nella missione profetica di Maometto); ♣ la preghiera canonica da effettuare 5 volte al giorno, in precisi momenti che sono scanditi dal richiamo dei muezzin che operano nelle moschee; ♣ l'elemosina (la zakāt) devoluta volontariamente a persone bisognose ed organizzazioni di carità; ♣ il digiuno - dal sorgere al tramonto del sole - durante il mese lunare di Ramadan, per chi sia in grado di sostenerlo senza sensibili inconvenienti di salute; ♣ il pellegrinaggio canonico a Mecca e dintorni, nel 12º e ultimo mese lunare del calendario islamico, per chi sia in grado di sostenerlo fisicamente ed economicamente. La Legge (Shari’ah) La Shari’ah è la legge divina (quindi non può essere modificata dagli uomini) ed è rivelata: - dal Corano (in quanto dettata parola per parola da Dio); - dalla Sunnah, che contiene l’insieme delle parole, delle opere e della vita di Maometto, raccolte negli hadit [aneddoti], (in quanto direttamente ispirato da Dio). Essa comprende due insiemi di regole: 4 - la pratica obbligatoria di preghiera; gli aspetti di vita quotidiana. Parte di questa è relativa ai comportamenti da tenere nell’economia e nella finanza (ricordo che Maometto raccoglieva in sé le figure di capo religioso, politico e militare della comunità di fedeli). Alla Sharīʿa (legge divina) si aggiunge poi la scienza giurisprudenziale, che rappresenta lo sforzo esercitato dagli uomini per individuare la Legge di Dio, e quindi la letteratura legale prodotta dai giuristi. Fonti della legge islamica sono pertanto: il Corano, la Sunna, il consenso dei dotti e l'analogia giuridica. Le Correnti dell’islamismo Se la forma più antica dell'Islam risale a Maometto e ai suoi primi seguaci, già nel VII secolo si verificò una prima scissione, a causa dei contrasti nati sulla successione del Profeta alla guida della comunità musulmana. Possiamo distinguere tre grandi correnti principali: i sunniti, gli sciiti e gli scismatici. Sunniti Secondo i sunniti la carica di califfo (cioè di successore di Maometto) doveva essere riservata al parente più prossimo del Profeta, discendente in linea maschile dalla stirpe dei Qurays, anche se poi si accettava la libera elezione fatta dalla comunità all'interno di questa cerchia. I sunniti sono i musulmani che si mantengono fedeli alla Sunnah e al Corano che costituiscono la base normativa di ogni loro comportamento. Essi oggi rappresentano circa l'83 % di tutti i musulmani, si considerano i musulmani ortodossi e ritengono pertanto veri e propri errori dottrinari tutte le modifiche alla Sunnah e alle regole di comportamento dettate dalla tradizione. Quindi per loro gli Sciiti sono degli apostati. Nell'ambito dei sunniti sono sorte quattro scuole giuridiche: gli hanifiti, i makiliti, gli sciafiti e gli hanbaliti, scuole tuttavia che si differenziano solo superficialmente e la cui coesistenza è pacifica. Sciiti Gli sciiti sono i seguaci della shi' at ‘Alì (partito di Ali) [normalmente abbreviato in shi’ at], cioè di coloro che considerano legittimi successori di Maometto solo Ali (che fu il 4° califfo dal 656 al 661), cugino e genero del Profeta, e la discendenza dal suo matrimonio con la figlia di Maometto, Fatima. Secondo l'insegnamento della shi' a Maometto prima di morire avrebbe iniziato ai segreti più profondi Ali, il quale a sua volta avrebbe trasmesso questo sapere alla famiglia: i suoi diretti discendenti pertanto sono considerati imam, ovvero guide e custodi di tale sapienza. Dal punto di vista dottrinale la principale differenza con i sunniti consiste nel fatto che gli sciiti aggiungono ai cinque pilastri (o verità) fondamentali dell'Islam (di cui si è detto) un sesto, appunto, la figura dell' imam, a cui si riconosce una autorità assoluta perché discendente diretto di Maometto [attenzione! Non di sangue ma “di Rivelazione”]. 5 Anche all'interno degli sciiti sono presenti varie correnti; le principali sono quelle degli Imamiti (corrente maggioritaria), degli Zaiditi, degli Ismailiti e degli Alauiti; in particolare questi ultimi sono dominanti in Siria e Libano. Scismatici Gli scismatici comprendono numerose correnti: - Kharigiti: nome che significa «coloro che vanno in battaglia». Si distaccarono anch’essi al tempo del 4° califfo, in opposizione s ia ai Sunniti sia agli Sciiti. Poiché consideravano lecito l’uccisione dei capi sunniti e sciiti, furono ferocemente perseguitati. Attualmente sopravvive la sola frangia moderata. - Wahhabiti: essi proclamano il ritorno all'Islam originario di Maometto, con l'annullamento di tutte le innovazioni successive, non esclusa la venerazione del Profeta, dei santi, le reliquie e i sepolcri. Esso costituisce una forma estremamente rigida di Islam sunnita, che insiste su un'interpretazione letterale del Corano. I wahhabiti credono che tutti coloro che non praticano l'Islam secondo le modalità da essi indicate siano pagani e nemici dell'Islam. L'Impero britannico, che sperava di vedere l'uscita dell'Impero ottomano dall'Arabia, strumentalizzò il Wahhabismo ai suoi fini geopolitici. Garantì un forte appoggio a questo movimento nella sua opera di conquista della regione araba e aiutò il Wahhabismo ad espandervisi sino alla costituzione del regno dell’Arabia Saudita. Il nuovo Stato adottò il Wahhabismo come dottrina ufficiale, giustificando agli occhi del mondo islamico la sua legittimità con il possesso e il controllo dei due più importanti luoghi santi dell'Islam: La Mecca e Medina. Da notare che il Wahhabismo è stato criticato per la distruzione di siti storici, santuari e mausolei, e altre costruzioni islamiche e non islamiche e dei loro manufatti. - Yazidi: sono presenti soprattutto tra i curdi: prendono il nome dal califfo Yazid I (nel 680). Vengono anche chiamati «timorosi di Satana» per il divieto-paura che hanno a pronunciare il nome di Satana o parole a quella vicina: Il loro credo risente, oltre che dei principi islamici, di antichi riti orientali, zoroastriani e cristiani. - Drusi: è un gruppo etnico religioso; prendono nome dal turco al Darazi, predicatore intorno al 1017-18 in Egitto; è nato da una scissione dall’Islam sciita, avvenuta circa mille anni fa. Originariamente, dunque, i drusi erano un gruppo religioso. Però nel corso dei secoli hanno preso a considerarsi un vero e proprio popolo, anche in virtù della pratica di sposarsi fra di loro. Essi furono oggetto delle persecuzioni dei sunniti e questo li portò a cercare e trovare rifugio in Libano, nella Siria meridionale, in Giordania e nell’attuale Israele (alla cui indipendenza erano favorevoli, infatti sono tra le poche etnie di religione non ebraica a servire nell'esercito regolare israeliano; si contano circa uno o due milioni di fedeli. La dottrina drusa è piuttosto complessa perché accoglie elementi dell'Islam, del Giudaismo, dell'Induismo e del Cristianesimo, sostenendo la fede in un principio divino: l’intelletto attivo. I loro sette doveri comprendono l'obbligo di dire sempre la verità, la professione di fede nell'unità di Dio e la completa sottomissione a lui, 6 mentre non ritengono necessario il digiuno e il pellegrinaggio alla Mecca. I fedeli sono divisi tra iniziati e non iniziati, e a capo del movimento vi è un emiro. I drusi credono nella trasmigrazione delle anime dopo la morte, cioè nella metempsicosi, ma tutto il loro credo è circondato da un alone di mistero, perché la parte fondamentale delle loro concezioni dottrinarie è caratterizzata da un accentuato esoterismo ed è quindi rivelata con grande circospezione solo a chi sia ritenuto pronto e degno d'accoglierla da un maestro di grado superiore. Essi venerano il Nuovo Testamento ed il Corano ma leggono anche le proprie scritture nei luoghi di riunione, detti Khalwa. Sono da sempre considerati un popolo misterioso È una religione che corre rischi di sopravvivenza perché dal 1043 è stata dichiarata chiusa la "porta dell'adesione", quindi solo chi è figlio di genitori entrambi drusi può essere considerato parte della setta. Poiché praticano la monogamia e sono stati continuamente perseguitati in buona parte della loro storia, il loro numero sta diminuendo. Come notizia di cronaca Vip, lo scorso anno l’attore George Clooney ha sposato una donna Drusa. Vanno inoltre citati, per la loro influenza sull’evoluzione dell’Islam in genere o per i loro rapporti storici con l’Italia: il Sufismo ed i Senussi. Il sufismo Con questo nome, che deriva dal mantello di lana grezza (suf) indossato dagli asceti, si designa il movimento che all'interno dell'Islam approfondì alcuni aspetti della religione in senso interiore, mistico-ascetico e spiritualista. Inizialmente il movimento, che poneva in primo piano la virtù dell'amore e la possibilità di unione con Allah piuttosto che l'obbedienza alla sua legge, fu avversato. La maggior parte dei poeti e degli artisti Islamici proviene da questo movimento. Dervisci Dal secolo XIII poi acquistarono importanza i dervisci, gruppi di seguaci del sufismo riuniti in confraternite simili a ordini religiosi. I Dervisci sono asceti che vivono in mistica povertà, simili ai frati mendicanti cristiani, vivono in comunità monastiche simili a quelle cristiane. Molto importante per loro è la pratica ascetica per il raggiungimento dell'estasi, costituita da preghiere, da esercizi spirituali e liturgici, singoli e collettivi, abluzioni, musiche e danze. In Turchia è nota la pratica della celebre danza turbinante come metodo per raggiungere l'estasi mistica. Senussi I Senussi sono gli appartenenti alla confraternita islamica della Senussia fondata da Muhammad ibn Ali al-Sanusi nel 1837 a la Mecca. Egli predicò la necessità di una riforma che purificasse la fede islamica dei musulmani dell'epoca, guadagnandosi molti seguaci. Divenuto un convinto critico dell'ambiente degli ulema egiziani, che egli vedeva 7 troppo appiattiti nei confronti delle autorità ottomane e troppo conservatori sotto il profilo spirituale ed avversato dagli stessi, si rifugiò tra i beduini delle oasi cirenaiche. Le tribù beduine furono attratte in gran numero dalla Senussia. La relativa austerità di vita del messaggio senusso fu particolarmente sentita consona al carattere dei beduini cirenaici, il cui sistema di vita non era cambiato molto nei secoli, fin da quando gli Arabi avevano per primi accettato l'insegnamento del profeta Maometto. Fra le due guerre mondiali la confraternita si oppose fortemente all’occupazione italiana; mentre durante la seconda guerra mondiale adottò un atteggiamento strumentalmente filo-britannico per impedire che la Cirenaica cadesse nuovamente in mano italiana. La Lega Araba e l'ONU si impegnarono dal 1945 a far tornare la Cirenaica sotto controllo dei Senussi, in una Libia indipendente, formata da Tripolitania,Cirenaica e Fezzān, cosa che avvenne nel 1951 con Idrīs I, capo della Senussia, nominato re di Libia. Nel 1969 il suo successore fu incarcerato da Gheddafi per lunghi anni fino a farlo diventare paralitico. Tuttora la sede dei Senussi è a Londra ma la Confraternita si presenta come un movimento politico e spirituale moderato. Il CALIFFATO Il termine “Califfo” deriva dalla radice araba khala-fa che significa “sostituto”. Quindi Califfato significa "successione", "luogotenenza" e SÌ riferisce al sistema di governo adottato dal primissimo Islam, il giorno stesso della morte di Maometto e intende rappresentare l'unità politica e religiosa dei musulmani, ovvero la Umma. In tale veste il califfo costituisce la rappresentanza pro tempore di Allah sulla terra. La sua istituzione non è prevista dal Corano e neppure dalla Sunna del Profeta Maometto ma si può farla risalire all’accordo tra le varie componenti della città di Yathrib (odierna Medina) per regolamentare la convivenza fra musulmani, ebrei e pagani, firmato nell'anno 1 dell'Egira (623 d.c.) La legittimità della carica di Califfo non è né di sangue né politica, ma deriva da un proprio prestigio sociale, quale guida, principe, amministratore della comunità mussulmana. Infatti il titolo di “Califfo” è stato una prerogativa del monarca islamico più influente fino alla caduta dell’Impero Ottomano. Nel corso dei secoli, quindi, si sono succeduti diversi califfati denominati secondo il luogo da cui il Califfo esercitava il suo potere. Si susseguono, pertanto, il: - Califfato arabo (632-1258) rappresentato dai: . Califfi Ortodossi (i primi 4) che regnarono da Medina (632-661); . Califfato Omayyade di Damasco (661-750); . Califfato Abbaside di Baghdad (750-1258). Estinto in seguito ad una feroce invasione mongola. - Califfato del Cairo (1261-1517): alcuni sopravvissuti Abassidi si rifugiarono al Cairo e ricostituirono il califfato Abbaside ma sotto la stretta tutela, anche se dorata, dei Mamelucchi che governavano l’Egitto. 8 - Califfato Ottomano (1517-1924): il Sultano ottomano Selim II nel 1517 si impadronì del sultanato mamelucco ed acquisì i simboli materiali del califfato (spada e mantello di Maometto), conservati a Baghdad, portandoli nel palazzo di Topkapi di Istanbul. Il califfato ottomano fu abolito nel 1924 da Mustafa Kemal Ataturk ed i suoi poteri furono trasferiti alla Grande Assemblea Nazionale della Turchia, il parlamento della neonata Repubblica Turca. Attualmente, quindi, non esiste più un legittimo Califfo. Infatti secondo quanto stabilito da intellettuali islamici nel 1928, il prossimo Califfo deve essere un discendente di Maometto. In realtà non esiste un accordo su questo tema, anche perché diversi musulmani ritengono che la figura del Califfo abbia soltanto un valore storico e sottolineano come non si parli di questa istituzione nei testi sacri e nei detti del Profeta. Il "califfato" dell'ISIS Ciò nonostante, il 29 giugno 2014 l'ISIS, nell'ambito della guerra civile siriana e dell'insurrezione irachena, ha annunciato a Mossul (Iraq) l'istituzione nei territori sotto il proprio controllo di un "califfato", con a capo Abu Bakr al-Baghdadi (nome assunto da Ibrāhīm al-Badrī – terrorista iracheno) a partire da quel momento, il gruppo terrorista ha adottato la dicitura di Stato Islamico (definizione in chiave moderna del termine califfato). Ma Perché al Baghdadi si è proclamato Califfo? L’abolizione del Califfato aveva determinato una crisi di autorità all’interno del mondo islamico, visto che non esisteva più un riferimento oggettivo per stabilire quali predicatori possono essere considerati credibili. Con tale auto-proclamazione, Al-Baghdadi diviene l’unico leader religioso ad avere anche un potere politico. La proclamazione del Califfato vuole certificare la sua posizione di superiorità rispetto agli Imam e predicatori radicali, che in maggioranza hanno rifiutato di riconoscere l’autorità del Leader dell’ISIS. Significativo è infatti che egli abbia assunto il nome del 1° Califfo, per affermare la sua diretta d iscendenza dal Profeta. Ma su questo argomento non mi dilungo oltre perché sarà specificamente trattato dai successivi conferenzieri che si alterneranno in questo 18° ciclo. 9