A APPROFONDIMENTO Artropodi e Cranioti, il duplice dominio I l phylum Artropodi comprende una straordinaria varietà di organismi, la cui radice filogenetica risale al Precambriano. I Cranioti, il phylum di cui fa parte la specie umana, dominano le nicchie ecologiche degli animali di dimensioni mediograndi, ma le nicchie ecologiche degli animali di DORSO DORSO Cuore dorsale Sistema nervoso dorsale CRANIOTI ARTROPODI Cuore ventrale VENTRE VENTRE Sistema nervoso ventrale FIGURA 1 La disposizione dorsale del sistema nervoso e ventrale del cuore è una caratteristica distintiva di phyla come quello dei Cranioti, cui anche noi apparteniamo. Phyla come quello degli Artropodi, cui appartengono ad esempio gli Insetti, hanno invece il cuore in posizione dorsale e il sistema nervoso in posizione ventrale. FIGURA 2 (A), la bocca dei Cranioti Gnatostomi si apre verticalmente, mentre quella degli Artropodi si apre orizzontalmente (B). A B Fantini, Monesi, Piazzini - La Terra dimensioni medio-piccole sono appannaggio degli Artropodi. Il confronto tra Cranioti e Artropodi non è proponibile, perché il numero delle nicchie ecologiche per gli animali di grandi dimensioni è molto più piccolo di quelle disponibili per animali di piccole dimensioni. Se però volessimo portare la sfida fino in fondo, i numeri parlano chiaro: sono note 1 552 319 specie animali e le specie di Artropodi assommano a 1 242 040 l’80% del totale. Non ci sarebbe bisogno di procedere oltre, ma per completezza di informazione le specie di Cranioti sono 64 832, il 4,2%. Nonostante tutto ciò, il senso comune assegna ai Cranioti il ruolo di animali dominanti nella Terra attuale. Si tratta di un’affermazione dettata solo dalla nostra presupponenza? Probabilmente no, almeno non del tutto. Infatti, il successo evolutivo si misura con il numero delle specie e degli individui, ma non solo. Un criterio importante è anche quello della diversificazione delle specie, della varietà delle nicchie ecologiche occupate, della plasticità adattativa. Da questo punto di vista, noi Cranioti ce la possiamo battere con gli Artropodi, ma certo che il confronto è duro! A prima vista Cranioti e Artropodi si direbbero i risultati di due linee evolutive radicalmente diverse. Lo sviluppo embrionale dei Cranioti sembra l’esatto opposto di quello degli Artropodi: un Craniota potrebbe essere un Artropode sottosopra e viceversa. Rispetto al tubo digerente, i Cranioti hanno il cordone nervoso principale in posizione dorsale e il cuore in posizione ventrale, mentre per gli Artropodi vale il contrario (figura 1). L’origine embrionale delle due aperture del tubo digerente, bocca e ano, è esattamente opposta: il blastoporo, che darà origine alla bocca negli Artropodi diventerà invece l’ano nei Cranioti. La struttura scheletrica di sostegno e protezione è interna nei Cranioti, con i muscoli inseriti sulla superficie esterna dello scheletro, mentre è interna negli Artropodi, con i muscoli inseriti sulla superficie interna dello scheletro. Per finire, un dettaglio spesso misconosciuto a causa delle deformazioni antropomorfizzanti dei disegnatori dei cartoni animati. L’apertura boccale dei Cranioti Gnatostomi, come la nostra specie, è regolata da una mascella superiore fissa e da una mandibola inferiore mobile, mentre negli Artropodi si hanno due mandibole mobili, una a destra e una a sinistra (figura 2). Api, formiche, grilli che nelle animazioni filmate parlano come se la loro bocca avesse una e il paesaggio - Dinamiche della geosfera • Italo Bovolenta editore - 2012 1 A APPROFONDIMENTO * FIGURA 3 Nella fauna di Burgess, insieme a una grande varietà di artropodi era presente anche una specie ascrivibile ai Cordati, che è stata denominata Pikaia gracilens (contrassegnato con un asterisco). Anche se nel contesto di quell’ecosistema il ruolo dei Cordati appare minore, il piccolo esemplare di Pikaia apparteneva a uno dei phyla destinati a un grande successo evolutivo. Drosophila 5� 5� Abd.B Abd.A 2.5 2.4 Ubx Antp Scr Dfb Zen Pb Lab 2.3 2.2 2.1 2.6 2.7 2.8 2.9 Embrione di topo Fantini, Monesi, Piazzini - La Terra 3� metà superiore e una inferiore, anziché una destra e una sinistra, sono veramente, questa volta il termine si può usare in modo appropriato, contro natura! I fossili di Burgess hanno avuto enorme importanza paleontologica per la dettagliata documentazione della composizione di una comunità cambriana ricca e diversificata. Tra le testimonianze che i fossili di Burgess ci trasmettono c’è la presenza di un piccolo e all’apparenza insignificante animale nastriforme, Pikaia (figura 3), insieme a una straordinaria varietà di animali riconducibili al phylum Artropodi. Non ci sono molti dubbi da parte dei paleontologi nell’individuare in Pikaia un Cordato primitivo, un antenato dei Cranioti. Già prima di 500 milioni di anni fa, pertanto, le linee evolutive degli Artropodi e dei Cranioti erano ben differenziate, ciascuna con un proprio piano organizzativo. Le teorie evolutive ci ricordano però che, se si risale abbastanza indietro nel tempo, due linee evolutive, per quanto diverse, finiscono col convergere in un antenato comune. Quanto antico sia l’antenato comune di Artropodi e Cranioti non è ben chiaro, ma certamente va collocato nel tardo Proterozoico, successivamente alla comparsa dei primi animali pluricellulari, che si fa risalire a circa 650÷700 milioni di anni fa. Per quanto lontano nel tempo sia da collocare l’ultimo antenato comune di Artropodi e Cranioti, una traccia della remota ascendenza comune è rimasta: si tratta dell’omologia dei geni omeotici che regolano lo sviluppo corporeo (figura 4). Questi geni condividono la sequenza iniziale lunga circa 180 coppie di basi, chiamata homeobox. Inoltre, i geni omeotici di Artropodi e Cranioti presentano colinearità fra la disposizione lungo i cromosomi e la posizione delle regioni del corpo in cui si esprimono. I geni omeotici sono geni regolatori, la cui azione avvia lo sviluppo di strutture specifiche tramite l’attivazione o la repressione di geni esecutori. I prodotti dei geni esecutori variano a seconda del piano organizzativo del phylum, ma i geni regolatori, che agiscono sull’attivazione dei geni esecutori, sono omologhi in tutti gli animali a simmetria bilaterale. 3� FIGURA 4 ← I geni omeotici del topo sono omologhi a quelli della drosofila e sono anche essi disposti lungo il cromosoma nello stesso ordine delle regioni del corpo in cui si esprimono e della successione temporale della loro attivazione. e il paesaggio - Dinamiche della geosfera • Italo Bovolenta editore - 2012 2 A APPROFONDIMENTO FIGURA 5 Vista dorsale e ventrale di un limulo. Questo artropode chelicerato vive generalmente in acque profonde alcune decine di metri, ma la riproduzione e la deposizione delle uova avvengono su spiagge sabbiose. A B FIGURA 6 (A), il più antico fossile di insetto, battezzato Rhyniognatha hirsti, è costituito da un paio di mandibole, la cui articolazione è simile a quella di molti insetti moderni. (B), Rhyniognatha hirsti era probabilmente somigliante a insetti atteri, cioè privi di ali, come il Lepisma. Fantini, Monesi, Piazzini - La Terra Stabilite somiglianze e differenze con i Cranioti, torniamo a considerare la storia evolutiva degli Artropodi. I più noti artropodi del Paleozoico furono le trilobiti, i cui fossili sono particolarmente numerosi nelle rocce risalenti a questa era. Le trilobiti fanno parte di una classe estinta del phylum Artropodi, che non sopravvisse all’estinzione del Permiano. Le relazioni filogenetiche delle trilobiti non sono completamente chiarite; tra gli artropodi viventi, i limuli sono considerati i più affini alle trilobiti (figura 5). Se la relazione fosse confermata, poiché i limuli appartengono alla classe Merostomi, del subphylum Chelicerati, ragni e scorpioni sarebbero imparentati con le trilobiti più strettamente degli altri tre subphyla, cioè Esapodi (gli insetti), Miriapodi (millepiedi e centopiedi), Crostacei (granchi e gamberi). Il tramite filogenetico tra trilobiti e chelicerati, oggi quasi tutti di ambiente subaereo, sarebbe allora costituito dagli Euripteridi, i primi chelicerati a colonizzare le terre emerse. Le rocce del Cambriano sono ricche anche di fossili di Crostacei, già presenti con quasi tutti i gruppi maggiori. I crostacei sono rimasti confinati, con poche eccezioni, agli ambienti acquatici, dove però hanno avuto un grande successo, con una varietà impressionante di forme e di dimensioni, dagli organismi planctonici ai granchi giganti. La colonizzazione delle terre emerse da parte degli artropodi vide tra i primi protagonisti i Miriapodi, come testimoniano resti fossili risalenti al Siluriano, circa 400 milioni di anni fa. Il subphylum comprende circa 11 000 specie, un numero ragguardevole, ma sicuramente inferiore a quello degli altri subphyla degli Artropodi. Il più antico fossile d’insetto risale al primo Devoniano, 396 milioni di anni fa (figura 6 A). L’aspetto dell’animale era simile a quello di un lepisma, un comune coinquilino delle nostre abitazioni, noto anche come pesciolino d’argento (figura 6 B). Con rare eccezioni, gli Insetti vivono in ambiente subaereo, dove incontrarono uno straordinario successo grazie alla capacità del volo. Il più antico fossile di insetto alato risale al Carbonifero, circa 300 milioni di anni fa. Il successo evolutivo degli Insetti è segnato da quattro grandi radiazioni adattative, con la rapida espansione di alcuni degli ordini principali. Questi eventi videro come protagonisti rispettivamente i Blattoidei, intorno a 300 milioni di anni fa, i Ditteri, intorno a 250 milioni di anni fa, i Lepidotteri, intorno a 150 milioni di anni fa, gli Imenotteri, in particolare gli Imenotteri sociali, intorno a 140 milioni di anni fa. Degli altri ordini principali degli Insetti, i Coleotteri vantano fos- e il paesaggio - Dinamiche della geosfera • Italo Bovolenta editore - 2012 3 A APPROFONDIMENTO sili antichi fino a 290 milioni di anni, ma la loro espansione procedette in modo esplosivo solo nel Cenozoico, dopo l’estinzione di massa del Cretaceo. Gli emitteri risalgono ad almeno 300 milioni di anni fa, con la comparsa della maggior parte delle famiglie oggi note già 180 milioni di anni fa. Gli ortotteri sono presenti dal Carbonifero, già 300 milioni di anni fa. A B Fantini, Monesi, Piazzini - La Terra Il successo di molti gruppi di Insetti è legato all’evoluzione delle Angiosperme. Lo stretto rapporto tra le piante con fiori e gli animali impollinatori fornì una potente accelerazione all’espansione di entrambi. La relazione che lega piante con fiori e insetti impollinatori è così stretta, che l’estinzione delle une provocherebbe l’estinzione degli altri e viceversa (figura 7). C FIGURA 7 Il caso forse più noto di completa reciproca dipendenza tra un’angiosperma e un insetto impollinatore riguarda le piante del genere Yucca (A), originarie delle zone aride del Nordamerica, e due generi di Lepidotteri, Tegeticula e Parategeticula. Le farfalle (B) trasferiscono il polline dalle antere di un fiore allo stigma di un altro fiore e contemporaneamente depongono un uovo nel fiore. La larva che ne nasce si ciba dei semi di Yucca, lasciandone però sempre alcuni intatti. L’impollinazione può essere effettuata solo dagli individui femminili di Tegeticula e Parategeticula, che sono dotati di appendici boccali dalla forma molto particolare (C). Allo stesso tempo, le larve della farfalla possono svilupparsi solo cibandosi dei semi di Yucca. e il paesaggio - Dinamiche della geosfera • Italo Bovolenta editore - 2012 4