MICROBIOLOGIA AGROALIMENTARE Batteriologia Generale Prof.ssa Roberta Gaziano [email protected] LA CELLULA PROCARIOTICA Manca: membrana nucleare reticolo endoplasmatico apparato del Golgi mitocondri LA CELLULA PROCARIOTICA Il cromosoma batterico è direttamente immerso nel citoplasma Il citoplasma è delimitato esternamente da una membrana citoplasmatica dalla quale si dipartono verso l’interno delle invaginazioni che formano il sistema dei mesosomi LA CELLULA PROCARIOTICA Nel citoplasma sono contenuti i ribosomi formati da RNA e proteine, costituiti da due subunità: 30S e 50S in base alla costante di sedimentazione In alcune specie sono presenti flagelli (locomozione) e pili (adesione e coniugazione) LA MEMBRANA CITOPLASMATICA E’ formata da : lipidi (40%) proteine (60%) piccole quantità di carboidrati E’ coinvolta negli scambi metabolici tra citoplasma ed ambiente esterno E’ sede di processi biosintetici (sintesi del peptidoglicano) e degli enzimi della catena respiratoria, che nelle cellule eucariotiche hanno sede nei mitocondri LA PARETE CELLULARE Esternamente alla membrana c’è la parete cellulare sulla cui superficie si trova spesso uno strato polisaccaridico che costituisce la capsula La parete è presente anche nelle cellule vegetali e nei miceti ma quella dei batteri è più complessa e distingue i batteri in Gram+ e Gram – LA PARETE CELLULARE E’ costituita da peptidoglicano, un polimero di due zuccheri che si alternano: N-acetilglucosamina ed acido muramico Ogni molecola di acido muramico lega un tetrapeptide costituito nell’ordine da: L-alanina Acido D-glutamico Acido meso-diamino-pimelico o L-lisina D-alanina La struttura polimerica del peptodoglicano è responsabile della rigidità della parete LA PARETE CELLULARE STRUTTURA ESTERNA DEI GRAM + Nei batteri Gram+ la membrana citoplasmatica è ricoperta da uno spesso strato di peptidoglicano che costituisce la parete cellulare ed eventualmente dalla capsula PARETE DEI BATTERI GRAM + PARETE DEI BATTERI GRAM + Ha uno spessore di 200-800 A° ed oltre al peptidoglicano ha intercalati altri polimeri quali gli acidi teicoici che possiedono elevata attività antigenica Le cariche degli aminozuccheri e degli aminoacidi e i radicali fosforici degli acidi teicoico, rendono la parete batterica altamente polare lasciando passare le molecole idrofile respingendo quelle idrofobe (es. sali biliari) Nella colorazione di Gram i batteri Gram+ rimangono colorati con il primo colorante (Cristalvioletto) STRUTTURA ESTERNA DEI GRAM Nei batteri Gram- la membrana cellulare è ricoperta da un sottile strato di peptidoglicano che costituisce la parete e da una membrana esterna. Lo spazio compreso tra la membrana cellulare e la membrana esterna costituisce lo spazio periplasmatico PARETE DEI BATTERI GRAM Ha uno spessore da 10 a 25 volte più sottile di quella dei Gram+ e non ha intercalati gli acidi teicoici La membrana esterna alla parete batterica denominata lipopolisaccaride batterico (LPS) estremamente tossico per l’uomo e per gli animali, causa dello shock settico in caso di batteriemia da batteri GramLPS viene detto anche ENDOTOSSINA Anche nei Gram- i polisaccaridi dell’LPS rendono la parete una struttura polarizzata PARETE DEI BATTERI GRAM Il lipopolisaccaride batterico (LPS) è formato da: • una porzione lipidica denominata lipide A • una corta catena di zuccheri che forma il “core” • una lunga catena polisaccaridica con attività antigenica (antigene O) •Antigene O: polisaccaride lineare formato da 50-100 unita’ saccaridiche, permette di distinguere tra sierotipi (ceppi) di una stessa specie batterica. Fornisce una notevole compatezza al batterio •Il lipide A, formato da un disaccaride di glucosammina fosforilata e acidi grassi, è responsabile dell’attivita’ endotossica dell’LPS Lipopolysaccharide n O-antigen Highly variable Core • Heptoses • Ketodeoxyoctonic acid Lipid A • Glucosamine disaccharide • Beta hydroxy fatty acids •Core: polisaccaride ramificato essenziale per la struttura del batterio PARETE DEI BATTERI GRAM - CAPSULA All’esterno della parete cellulare Ben definita: capsula Non definita: glicocalice Generalmente polisaccaridica Spesso assente in vitro Presente in vivo e protettiva CAPSULA • Formata da mucopolisaccaridi secreti dalla cellula batterica • Ha funzione antifagocitaria • Alcuni batteri possiedono la capsula in vivo ma non la producono in vitro • Si evidenzia con inchiostro di china CAPSULA FUNZIONI DELLA CAPSULA -Adesione -Inibizione fagocitosi e killing intracellulare Glicocalice Il glicocalice gioca un ruolo importante nella formazione dei biofilm batterici. I biofilm sono costituiti da microcolonie di cellule batteriche adese ad una superficie incapsulate in una matrice polisaccaridica (glicocalice) secreta dalle cellule stesse Struttura del biofilm La stuttura di un biofilm maturo è molto complessa: Le microcolonie sono organizzate in agglomerati microbici interrotti da canali per il passaggio dell’acqua per apporto di nutrienti ed eliminazione delle scorie Biofilm di S.epidermidis su corpi estranei pacemaker catetere COLORAZIONI Semplici Differenziali (cristalvioletto, fuxina basica, blu di metilene) (Gram, Ziehl-Neelsen) Per colorare cellule eucariotiche si usano coloranti basici per evidenziare il nucleo (basofilo) e coloranti acidi per evidenziare il citoplasma (acidofilo) Per colorare la cellula batterica si usano solamente coloranti basici in quanto è uniformemente basofila Tutti i campioni devono essere fissati (calore, fissativi chimici) prima di essere colorati COLORAZIONE DI GRAM Il campione fissato viene colorato nel seguente modo: • Coprire il preparato con cristalvioletto (2-3 min) • Mordenzare* con liquido di Lugol = soluzione di iodio e ioduro di potassio in acqua (1 min) • Decolorare con alcool etilico o acetone (1-2 min) • Coprire il preparato con fucsina o safranina • Lavare con acqua * Mordente viene detta una sostanza che forma un composto insolubile con il colorante rendendone più stabile l’unione al substrato COLORAZIONE DI GRAM Gram+ risultano colorati in violetto Gram– risultano colorati in rosso COLORAZIONE DI GRAM PARETE DEI BATTERI ALCOOLACIDO RESISTENTI I micobatteri possiedono una parete spessa che contiene oltre al peptidoglicano e acidi teicoici anche una grande quantità di cere Per evidenziarli viene usata la colorazione di Ziehl-Neelsen Una volta fatto penetrare il colorante con l’aiuto di una breve esposizione al calore, non possono essere decolorato dal trattamento con alcooli o acidi minerali Da qui la definizione di batteri alcool-acido resistenti FLAGELLI Sono formati da un unico filamento sprovvisto di membrana costituito da subunità proteiche di una peculiare proteina denominata flagellina con attività antigenica, denominata antigene H FLAGELLI Batteri privi di flagelli atrichi Batteri con flagelli polari monotrichi (un flagello ad un polo della cellula lofotrichi (un ciuffo di flagelli ad un polo della cellula) anfitrichi (un flagello o un ciuffo di flagelli a entrambi i poli della cellula Batteri con flagelli attorno peritrichi Flagelli FLAGELLI: strutture a forma di corda, formati da subunità proteiche avvolte ad elica (flagellina) ancorati alle membrana batterica. PILI Possiedono lunghezza compresa tra 0,2-2m e sono specifici organi di ancoraggio Sono responsabili dell’iniziale processo infettivo e della proprietà emoagglutinante dei batteri Sono formate dalla ripetizione di subunità di una o due proteine (piline) con funzione di adesione (adesine) a particolari substrati Una classe particolare di pili, di dimensioni maggiori rispetto a quelli con funzione di adesine, è rappresentato dai pili F coinvolti nel processo di coniugazione batterica PILI o FIMBRIE: strutture proteiche (pilina), lineari, a centinaia intorno al batterio che favoriscono l’adesività (nomi alternativi: lectine, evasine, aggressine) E. coli with fimbriae Pili o fimbriae (frange) e cilia Come fattore di adesività le punte delle fimbrie contengono delle proteine (lectine) che legano specifici zuccheri (e.g., mannosio) delle glicoproteine o glicolipidi espressi sulla membrana delle cellule epiteliali Funzione dei pili: adesione. WEB PAGE FOR DR. KAISER 'S MICROBIOLOG Y COURSE (BIO L 230) THE COMMUNITY COLLEGE OF BALTIMORE COUNTY, CATONSVI LLE CAMPUS. Copyright ゥ1995 -2005 Gar y E. Kaiser All Rights Reserved Updated: Feb. 27, 2006 Adesività di E. coli alle cellule della mucosa urinaria Pili F, AFAI e AFAIII e adesina Dr ADESIVITA’ MEDIANTE FIMBRIE Pilo sessuale o Pilo F WEB PAGE FOR DR. KAISER 'S MICROBIOLOG Y COURSE (BIO L 230) THE COMMUNITY COLLEGE OF BALTIMORE COUNTY, CATONSVI LLE CAMPUS. Copyright ゥ1995 -2005 Gar y E. Kaiser All Rights Reserved Updated: Feb. 27, 2006 IL CROMOSOMA BATTERICO E’ costituito da DNA, è il depositario dell’informazione genetica ed è denominato NUCLEOIDE E’ costituito da un numero di coppie di basi compreso tra 1 e 5 milioni Ha struttura circolare ed è collegato alla membrana batterica in corrispondenza di zone caratteristiche La maggior parte dei batteri possiede anche altre molecole di DNA circolare denominate PLASMIDI PLASMIDI Sia i batteri Gram+ che quelli Gram- possiedono in aggiunta al cromosoma batterico un elevato numero di elementi genetici accessori detti plasmidi I plasmidi sono elementi genetici extracromosomici formati da DNA bicatenario a struttura circolare costituito da un numero di coppie di basi variabile da 1000 a 200.000 PLASMIDI I plasmidi codificano per tutti i materiali necessari e sufficienti per la duplicazione e ripartizione nelle due cellule figlie ma possono anche codificare per materiali richiesti dal batterio per sopravvivere in particolari “nicchie ecologiche” quali, tossine, pili, adesine ed enzimi in grado di conferire resistenza all’azione di farmaci antibatterici detti plasmidi o fattori R PLASMIDI CONIUGATIVI Alcuni plasmidi detti plasmidi coniugativi codificano per una serie di prodotti che vengono richiesti per trasferire un plasmide da una cellula ad un’altra attraverso un “ponte coniugativo” permettendo un trasferimento orizzontale del plasmide (da una cellula “donatrice” ad una cellula “accettrice”) GENETICA BATTERICA Scambio genetico tra batteri: •Trasformazione • Trasduzione • Coniugazione Trasformazione E’ il trasferimento di informazioni genetiche per mezzo di DNA extracellulare. Morte cellulare --> rilascio di DNA --> DNA che penetra nella cellula ricevente • Adsorbimento • Incorporazione • Ricombinazione nel cromosoma della cellula ricevente Acquisizione di nuovi caratteri da parte della cellula ricevente TRASFORMAZIONE Esperimento di Griffith nel 1928 Trasformazione Sviluppo dello stato di competenza: La cellula libera nell’ambiente la proteina detta “fattore di competenza”. a) Interazione con appositi recettori di superficie della cellula che produce il fattore. b) Sintesi di un’ autolisina che digerisce parte della parete cellulare esponendo la membrana in cui si espongono alcune proteine come: la proteina DNA- binding ed una nucleasi specifica Trasformazione Frammenti di DNA bicatenario presenti nell’ambiente si legano alle proteine DNAbinding. c) Un filamento viene digerito dalla nucleasi specifica. d) Il filamento residuo, complessato ad alcune proteine specifiche ed introdotto nella cellula dove per analogia di basi si integra nel genoma batterico, spiazzando un parte dei due filamenti della molecola originaria. Trasduzione Il trasferimento genetico di DNA tra batteri mediato da fagi (virus batterici). I fagi possono essere: Fagi temperati (Ciclo lisogeno) Fagi litici (Ciclo litico) I fagi trasducenti sono difettivi, perché il pezzo di DNA batterico ha preso il posto del pezzo di DNA fagico. TRASDUZIONE GENERALIZZATA 1. Un fago litico adsorbe ad un batterio sensibile. 2. Penetrazione del genoma fagico nel batterio. Utilizzo dei sistemi metabolici cellulari per la sintesi e l’assemblaggio delle componenti virali. 3. In alcuni casi, un frammento di DNA batterico o un plasmide possono essere erroneamente inseriti in alcuni capsidi virali (particelle trasducenti). TRASDUZIONE GENERALIZZATA 4. Rilascio dei fagi batterici in seguito a lisi batterica. 5.Il fago trasduttore adsorbe ad un batterio sensibile. 6.Penetrazione del DNA fagico. 7.DNA fagico ricombina con il DNA della cellula accettrice. TRASDUZIONE SPECIALIZZATA 1-2. Un fago temperato adsorbe al batterio sensibile e vi inietta il suo genoma. 3.Il genoma fagico ricombina con il nucleoide batterico divenendo un profago. 4.In presenza di stimoli adeguati, un frammento del DNA batterico viene escisso come parte del genoma fagico TRASDUZIONE SPECIALIZZATA 5. Durante la replicazione fagica il DNA batterico viene inserito nel genoma fagico. Tutti i fagi veicolano il frammento di DNA batterico. 6.Il fago adsorbe ad un batterio sensibile iniettandovi il suo genoma. 7.Il genoma fagico contenente il DNA trasdotto ricombina con il nucleoide della cellula accettrice. Coniugazione La Coniugazione è un processo che avviene attraverso una particolare struttura anatomica (pilo sessuale) posseduto dal batterio donatore, che unisce le due cellule in accoppiamento. • La cellula donatrice ha un plasmide che porta l’informazione genetica che codifica la sintesi del pilo. CONIUGAZIONE BATTERICA E’ il trasferimento di materiale genetico da un batterio, che possiede il plasmide F (F+), ad un altro che non lo possiede (F-) La coniugazione batterica avviene tra batteri F+, in cui il plasmide F codifica anche per la produzione del pilo F, che serve ad ancorare le cellula, e batteri FCellula Hfr–cellula contenente un plasmide F integrato nel cromosoma (Hfr –high frequency of recombination) Coniugazione nei Gram+ Enterococcus faecalis •Produzione e rilascio di feromoni da parte della cellula “accettrice” (femminile) •Feromoni inducono produzione della sostanza aggregante alla superficie della cellula “donatrice” (maschile) •Formazione di aggregati cellulari con trasferimento del plasmide coniugativo Elementi Genetici Trasponibili Sequenze di Inserzione (IS) Transposoni (Tn) Gli elementi IS Le IS sono unità autonome e codificano solo per le proteine necessarie alla propria trasposizione. 800-2000 pb Sono costituenti comuni di cromosomi e plasmidi Transposoni Definizione: Segmenti di DNA mobili in grado di traslocare nell’ambito della stessa cellula. • • • • • >2000 pb Presenti nei cromosomi batterici, fagici, plasmidici. Frequenza di trasposizione da 1000-10.000. Possono alterare l’organizzazione dei geni. Capacità d’inserire un segmento di DNA uguale a se stesso in un altro sito. • Integrazione sito-specifica. Le estremità di ogni Tn presentano sequenze IS. • I Tn trasportano geni accessori. TRANSPOSONI METABOLISMO BATTERICO E’ l’insieme delle reazioni chimiche che avvengono in un batterio con produzione di energia (esoergoniche) o con sottrazione di energia (endoergoniche) Anabolismo = sintesi di nuova sostanza vivente Catabolismo = degradazione dei costituenti organici Classificazione degli organismi viventi in base alle caratteristiche metaboliche fondamentali BATTERI Aerobi obbligati = si sviluppano solo in presenza di ossigeno Aerobi facoltativi = si sviluppano con e senza ossigeno Anaerobi obbligati = si sviluppano solo in assenza di ossigeno Microaerofili = si sviluppano bene a bassa tensione di ossigeno Metabolismo energetico. Curva di crescita A) Fase di latenza : detta anche di ringiovanimento o fase di adattamento metabolico . • Non si hanno atti moltiplicativi. • La durata della fase di latenza dipende dall’età dell’inoculo, dallo stato fisiologico delle cellule e dal terreno di coltura. B) Fase di accelerazione positiva: fase in cui i batteri iniziano a dividersi, ma solo il 20% si divide con un tempo di generazione più lungo rispetto al suo standard. C) Fase esponenziale: o trofofase o fase logaritmica: fase in cui il 100% dei batteri si divide , in maniera asincrona. Crescita continua dei batteri in tutti gli stadi di divisione. • Il batterio in questa fase produce metaboliti primari. D) Fase di accelerazione negativa: Aumentano i cataboliti tossici e le sostanze nutritive si riducono. In questa fase si dividono l’80% dei batteri, mentre il 20% inizia a morire. E) Fase stazionaria o idiofase: Questa è una fase dove il 50% si divide mentre il resto muore. In questa fase i batteri producono i metaboliti secondari ( antibiotici, tossine, pigmenti, batteriocine). I batteri sporigeni durante la fase stazionaria danno origine alle spore, per cui il titolo vitale può restare costante o diminuire di poco. F) Fase di declino: La condizione stazionaria è seguita dalla fase di morte. Questa si deve alla forte riduzione di sostanze nutritive ed all’aumento di sostanze tossiche. I batteri sporigeni non raggiungono il declino. TEMPERATURA Batteri vengono classificati: Psicrofili T. 0 e 20°C Mesofili T. 15°C e 45°C Termofili T. 45°C e 70°C Ipertermofili T. > 70°C SPORA Esclusiva dei batteri Gram+ dei generi Bacillus e Clostridium Le spore batteriche sono endospore, si formano per resistere a condizioni ambientali avverse e si liberano per rottura della cellula madre, che prende il nome di sporangio Nei batteri del genere Bacillus il diametro della spora non eccede quello della cellula batterica Nei batteri del genere Clostridium invece il diametro della spora è maggiore di quello della cellula batterica Endospore. Sporogenesi, processo di formazione dell’endospora Strutture protettiva in cui il batterio sopravvive in uno stato di dormienza. Prodotta solo dai gram positivi. E’ coinvolta nella trasmissione di alcune infezioni umane da P.R. Murray, K.S. Rosenthal, G.S. Kobayashi, M.A. Pfaller Microbiologia EDISES STRUTTURA DELLA SPORA Dall’esterno verso l’interno si trova: ESOSPORIO = sottile, di natura lipoproteica, non sempre presente TUNICA = spessa, di natura proteica, con numerosi gruppi S-S CORTECCIA = spessa, laminare, formata da peptidoglicano ma con un minore numero di legami trasversali. E’ ricca di acido dipicolinico che rende la spora resistente al calore NUCLEO = al centro della spora, contiene il citoplasma delimitato dalla membrana citoplasmatica, i ribosomi e il nucleoide. STRUTTURA DELLA SPORA La spora CARATTERISTI CHE DELLA SPORA Resiste alla penetrazione di sostanze estranee Resiste all’essiccamento, alle radiazioni gamma e ultraviolette Sopravvive al calore (anche > 100°C) Resiste anche per anni nell’ambiente esterno WEB PAGE FOR DR. KAISER 'S MICROBIOLOG Y COURSE (BIO L 230) THE COMMUNITY COLLEGE OF BALTIMORE COUNTY, CATONSVI LLE CAMPUS. Copyright ゥ1995 -2005 Gar y E. Kaiser All Rights Reserved Updated: Feb. 27, 2006 GERMINAZIONE DELLA SPORA In condizioni ambientali favorevoli (acqua, Germinazione della spora calore, sostanze nutritive), la spora germina liberando la cellula batterica •Clostridium tetani •Bacillus anthracis Bacillus anthracis: antrace Clostridium tetani: tetano Clostridium botulinum: botulismo Clostridium perfringens: gangrena gassosa WEB PAGE FOR DR. KAISER 'S MICROBIOLOG Y COURSE (BIO L 230) THE COMMUNITY COLLEGE OF BALTIMORE COUNTY, CATONSVI LLE CAMPUS. Copyright ゥ1995 -2005 Gar y E. Kaiser All Rights Reserved Updated: Feb. 27, 2006 SPORE CLOSTRIDIUM TETANI Spore tetaniche RIPRODUZIONE BATTERICA I batteri si riproducono per scissione binaria RIPRODUZIONE BATTERICA La riproduzione comporta: • • • • Duplicazione del cromosoma batterico Duplicazione del punto di attacco alla membrana Accrescimento delle membrane batteriche Allungamento della cellula batterica nella sua parte centrale • Allontanamento dei due cromosomi • Formazione di un setto di separazione a livello della membrana • Formazione di un setto a livello della parete RIPRODUZIONE BATTERICA PATOGENESI BATTERICA • Interazione ospite-parassita: • Commensalismo • Simbiosi • Mutualismo • Parassitismo WEB PAGE FOR DR. KAISER 'S MICROBIOLOG Y COURSE (BIO L 230) THE COMMUNITY COLLEGE OF BALTIMORE COUNTY, CATONSVI LLE CAMPUS. Copyright ゥ1995 -2005 Gar y E. Kaiser All Rights Reserved Updated: Feb. 27, 2006 Infezione: Sta a significare la moltiplicazione dei microrganismi all’interno dell’ospite senza danno. Non è sinonimo di malattia. Malattia: sta a significare la moltiplicazione dei microrganismi nell’ospite e danno conseguente. Patogenicità: capacità di un microrganismo di causare danno. Il livello di patogenicità dipende da due fattori: Patogenicità Virulenza: grado di patogenicità, dato dalla capacità di moltiplicarsi in vivo e dalla invasività (diffusione del patogeno nell’organismo) Tossigenicità o produzione di tossine che danneggiano il normale funzionamento dell’organismo ospite DANNO TISSUTALE • La colonizzazione delle strutture esposte, • Il superamento delle barriere, • L’invasione dei tessuti profondi : comportano il danno anatomofunzionale dell’ospite. • Responsabili del danno possono essere sia i mediatori dell’ospite (pirogeni, enzimi lisosomiali, mediatori del sistema immune, etc..) fattori intrinseci di virulenza dei microrganismi tra cui: LE TOSSINE che i Tappe del processo infettivo Principali fasi del •Esposizione al patogeno processo patogenetico (aria,acqua, cibo, contatto diretto,vettore) •Adesione alla pelle o alle mucose ESPOSIZIONE ADESIONE •Invasione attraverso l’epitelio. •Colonizzazione e crescita (e/o INVASIONE completamento del ciclo biologico) •Evasione delle difese immunitarie dell’ospite COLONIZZAZIONE CRESCITA •Capacità di danneggiare l’ospite (tossicità). TOSSICITA’ INVASIVITA’ DANNO AI TESSUTI Rapporto ospite-microrganismo La patogenicità è caratterizzata da: – fattori e meccanismi di virulenza – carica batterica (numero iniziale di batteri infettanti) – stato di salute, in particolare dalla risposta immunitaria dell’ospite. ADESIONE ADESIONE è la conseguenza dell’interazione specifica tra batteri patogeni e cellule dell’ospite I batteri che sono dotati di adesine si legano a specifici recettori di natura glicoproteica o glicolipidica presenti sulla superficie dei tessuti e non vengono allontanati per esempio dal lavaggio dell’urina o dalla peristalsi intestinale. Le adesine sono molecole proteiche presenti all’apice di fimbrie o pili che si legano a particolari zuccheri presenti sulla superficie dei tessuti bersaglio. FATTORI DI ADESIONE BATTERICA (adesine) Fimbrie o Pili Strutture filamentose utili ai batteri nell’attacco ad altri microrganismi oppure a superfici solide Capsula Strato di fibre esopolisaccaridiche con un margine esterno distinto che circonda molte cellule; inibisce la fagocitosi e agevola l’adesione Strato S Strato più esterno, definito anche strato cristallino, costituito da subunità proteiche a struttura regolare, presente in alcuni batteri che promuove l’adesione alle superfici Glicocalice Acidi teicoici o lipoteicoici Pellicola batterica mucopolissacaridica meno compatta di una capsula e facilmente asportabile Componenti della parete cellulare dei batteri Gram-positivi che agevolano l’adesione INVASIONE INVASIONE = è il passaggio successivo all’adesione e consiste nell’internalizzazione del batterio nelle cellule epiteliali dove i batteri possono essere liberi nel citoplasma o contenuti all’interno di un vacuolo in cui sopravvivono e si moltiplicano. A B The bacterium (arrow in A) is beginning to enter the host cell by endocytosis. Note the endocytic vacuole (arrow in B) containing the bacterium. WEB PAGE FOR DR. KAISER 'S MICROBIOLOG Y COURSE (BIO L 230) THE COMMUNITY COLLEGE OF BALTIMORE COUNTY, CATONSVI LLE CAMPUS. Copyright ゥ1995 -2005 Gar y E. Kaiser All Rights Reserved Updated: Feb. 27, 2006 FATTORI DI VIRULENZA BATTERICA FATTORI ANTIFAGOCITARI COMPETITORI PER IL FERRO (SIDEROFORI) METABOLITI ENZIMI DEGRADATIVI TOSSINE FATTORI ANTIFAGOCITARI La capsula è il più importante fattore antifagocitario I ceppi batterici dotati di capsula sono più virulenti e più resistenti alla fagocitosi e alla lisi intracellulare dei ceppi non capsulati Leucocidina - prodotta da alcuni ceppi di Staphylococcus aureus svolge attività antifagocitaria in quanto capace di uccidere leucociti e macrofagi, formando su queste cellule dei pori, che ne aumentano la permeabilità ai cationi. Enzima coagulasi - prodotta sempre da Staphylococcus aureus, contribuisce all’attività antifagocitaria, formando uno strato di fibrina attorno alla cellula batterica che non può venire fagocitata COMPETITORI PER IL FERRO (Siderofori) Il ferro presente nel corpo umano è solo parzialmente disponibile per il metabolismo batterico in quanto la maggior parte è legato all’emoglobina negli eritrociti, alla transferrina nel plasma, alla lattoferrina nelle lacrime, nella saliva e nel muco bronchiale, nella bile e nel muco intestinale. I batteri producono siderofori e proteine recettoriali sulla loro superficie, capaci di riconoscere i siderofori stessi. In questo modi i batteri possono sottrarre all’ospite ferro da utilizzare per il loro metabolismo Siderophores (S) Receptor Fe 2+/S Fe 2+/S METABOLITI Molti dei prodotti metabolici derivanti dalla crescita batterica rappresentano fattori di virulenza, capaci di causare malattia Acidi, gas ed altri prodotti del metabolismo batterico possono risultare tossici per il tessuto ENZIMI DEGRADATIVI Sono capaci di dissolvere i tessuti e distruggere le barriere fisiche che potrebbero limitarne la diffusione Collagenasi: degrada il collagene fosfolipasi: depolimerizza le membrane cellulari proteasi: degrada le IgA presenti sulle mucose ialuronidasi: liquefà l’acido ialuronico del connettivo fibrinolisina: elimina i coaguli di fibrina che si formano nel processo infettivo per limitare la diffusione batterica lipasi: degrada lo strato lipidico dell’epidermide emolisina lisa le emazie TOSSINE BATTERICHE ENDOTOSSINE = sono le componenti tossiche della porzione più esterna della parete dei Gram-negativi (lipopolisaccaridi – LPS) parete cellulare ENDOTOSSI NE parete cellulare ESOTOSSINE = sono prodotti batterici tossici che vengono rilasciati all’esterno dal batterio (proteine) sia dai Gram+ che dai Gram- ESOTOSSI NE Confronto ESOTOSSINE Natura proteica Termolabili Immunogeni Neutralizzabili da anticorpi Profili di azione molto differenziati Estrema potenza Alcune attive per ingestione ENDOTOSSINE Natura Lipopolisaccaridica Termostabili Scarsamente immunogeni Non neutralizzabili da anticorpi Profili di azione poco differenziati Meno potenti Inattive per ingestione ESOTOSSINE Le esotossine sono di natura proteica e rappresentano importanti fattori di virulenza in malattie, come la DIFTERITE, IL TETANO, IL BOTULISMO, IL COLERA ETC, nelle quali la sintomatologia clinica è legata esclusivamente al danno da esse prodotto. Fortemente immunogene. Mediante trattamento con formaldeide perdono il potere tossico, conservando quello antigenico (anatossine), il che le rende utilizzabili per la immunizzazione attiva (vaccinazione). I vaccini a base di anatossina vengono utilizzati nella profilassi attiva obbligatoria nei confronti di microrganismi responsabili di gravi patologie nell’uomo, quali la difterite e il tetano CLASSIFICAZIONE DELLE ESOTOSSINE IN BASE AL BERSAGLIO DI AZIONE A seconda della presenza di specifici recettori cellulari le tossine si distinguono in: • • • • • Tossine citolitiche o emolisine Leucocidine Tossine neurotrope Enterotossine Tossine pantrope TOSSINE CITOLITICHE O EMOLISINE Danneggiano la membrana cellulare provocando: • Formazione di pori o canali che alterano la funzionalità della cellula • Distruzione enzimatica della porzione lipidica della membrana cellulare Formazione di pori o canali transmembrana Alcune tossine citolitiche si inseriscono nel doppio strato lipidico della membrana formando dei pori o canali che mettono in comunicazione diretta il citosol con l’ambiente esterno, alterando la funzionalità della membrana. Es. emolisine alfa di S. aureus, streptolisina O di Streptococcus pyogenes = EMOLISI Leucocidine Sono tossine prodotte principalmente da Staphylococcus aureus e Pseudomonas aeruginosa Hanno azione citotossica esclusivamente nei confronti dei macrofagi e dei leucociti polimorfonucleati. Il meccanismo d’azione consiste in una stimolazione irreversibile della Fosfolipasi C che provoca una massiva mobilitazione di Ca ++. A sua volta questo provoca la fosforilazione di una proteina della membrana lisosomiale che perde la sua struttura e libera gli enzimi nel citosol, con conseguente morte cellulare. NEUROTROPE ATTIVE SULLE CELLULE DEL SISTEMA NERVOSO Le più importanti sono quella tetanica attiva sulle cellule del SNC, mentre la botulinica è attiva su cellule del sistema periferico. ENTEROTOSSICHE ATTIVE SULLE CELLULE DELLA MUCOSA INTESTINALE Citotossiche: che causano danni evidenti alle cellule Citotoniche, danni non evidenti. PANTROPE ATTIVE SU TUTTE LE CELLULE, inibiscono la sintesi proteica,Tossina difterica (prototipo). Inibisce la sintesi proteica e causa necrosi dell'epitelio, tessuto nervoso, muscolo cardiaco e rene. Possono essere classificate in base alla loro attività Tossine che agiscono a livello extracellulare: la principale tossina che agisce a livello epidermico è la tossina epidermolitica prodotta da Staphylococcus aureus. Tossine che agiscono sulle membrane cellulari: sono le tossine citolitiche e le emolisine che portano alla lisi cellulare attraverso diversi meccanismi. Penetrano nelle cellule modificandone la regolazione Penetrano nelle cellule uccidendole TOSSINE • Tossina Epidermolitica o Esfoliativa : è responsabile della Sindrome stafilococcica della cute scottata (scalded skin staphylococcical syndrome, SSSS) • Sono proteasi delle serine e causano la rottura dei ponti cellulari (desmosomi) nello strato granuloso dell’epidermide. Causa anche shock tossico. • La tossina induce la produzione di Ac neutralizzanti che portano alla risoluzione del processo tossico (7-10gg). Colpisce neonati e bambini di 1-3 anni. Tossina esfoliativa Esistono 2 forme della tossina: ETA termostabile, cromosomica ETB termolabile, plasmidica Agisce sui desmosomi (giunzioni cellulari, mantengono la forma e la consistenza dei tessuti) ESOTOSSINE: struttura molecolare . • Tossine monomeriche costituite da una sola molecola proteica (alcune). • Tossine dimeriche formate da due diverse subunità peptidiche A-B • Tossine multimeriche il componente B è un oligomero formato da un certo numero di peptidi identici o diversi. TOSSINE A-B tossine binarie Sono tossine che presentano analogie strutturali e biochimiche. Sono costituite da due componenti (2 peptidi): subunità B (binding)/ subunità A (active) La subunità B (binding) media il legame al recettore della cellula ospite, favorendo la penetrazione della subunità A (active), responsabile di attività enzimatiche che si esplicano nella cellula bersaglio con conseguente danno. Subunità o peptide A rappresenta la tossina vera e propria. L’attività enzimatica della subunità A si può esprimere con diversi meccanismi che vanno da un’attività ADP-ribosilante (es.tossina colerica, pertossica, difterica) ad un’attività proteolitica (tossina tetanica e botulinica). Subunità o peptide B è responsabile della penetrazione intracellulare del peptide A attivato. B A B A I due peptidi sono legati da ponti disolfurici che vengono scissi dalle proteasi dell’ospite. Se i due peptidi vengono inoculati singolarmente sono del tutto innocui . Attività ADP- ribosilante Molte tossine hanno attività ADP-ribosilante. Il processo della ribosilazione consiste nell’aggiunta di un riboso sulla proteina bersaglio attraverso una molecola di NAD. È una modificazione post-traduttiva. TOSSINA COLERICA • 5 monomeri B circondano un monomero A • Le parti B, reagendo con i recettori specifici, modificano allostericamente il complesso, traslocando attraverso la membrana cellulare il polipeptide A, che si scinde in una parte enzimatica attiva, ADP-ribosilante una proteina G di membrana che controlla l’AMP ciclasi Tossina Shiga GB A globotriosilceramide Vescicola endocitosica lisosomi A1 A2 A1: frammento attivo Legame al ribosoma e distacco di una adenina a livello dell’RNAr 28S Blocco sintesi proteica MORTE TOSSINA DIFTERICA Tossine (neurotrope) che interferiscono con il rilascio di neurotrasmettitori: TOSSINA TETANICA Meccanismo d’azione della tossina tetanica: blocco delle sinapsi inibitorie della contrazione muscolare riflessa TOSSINA BOTULINICA Meccanismo di azione della tossina botulinica: blocco della trasmissione dell’impulso a livello della giunzione neuromuscolare ENTEROTOSSINE STAFILOCOCCICHE Tossiche per ingestione Intossicazioni alimentari Resistono al riscaldamento 100°C per 30 min Provocano febbre, nausea, vomito, diarrea Ad elevate concentrazioni se rilasciate nel torrente ematico causano la Sindrome da Shock Tossico (TSS) ENTEROTOSSINE STAFILOCOCCICHE Tossine Azione patogena T A Intossicazione alimentare, stimola la peristalsi, T B Colite pseudomembranosa stafilococcica, 40% TSS non mestruale T C Intossicazione da prodotti caseari, TSS non mestruale T D Intossicazione alimentare T E Occasionalmente intossicazione alimentare T F o TSST-1 Pirogenica, 85% TSS mestruale Sindrome da shock tossico Inizialmente da tamponi mestruali colonizzati da S. aureus produttore di TSS-1 Tamponi chirurgici o infezioni da S. aureus produttori di varie enterotossine Di recente da infezioni da S. pyogenes produttore di Tossine pirogeniche I superantigeni sono proteine batteriche ad azione toxin-like che attivano le cellule T CD4+ legandosi aspecificamente (senza presenza di Ag specifico) al T cell receptor (TCR) ed al complesso maggiore di istocompatibilità di classe II (MHC-II) dei macrofagi. L’interazione aspecifica APC-linfocita T mediata dal superantigene si traduce nella attivazione e proliferazione delle cellule T e nell’attivazione dei macrofagi con rilascio di elevate dosi di diverse citochine (IL-1, IL-8, TNF-α, PAF) coinvolte nella patogenesi dello shock (danno endoteliale, CID, MOFS) Sindrome da shock tossico •Ceppi di S. aureus produttori di tossina TSST-1 •Crescita localizzata nella vagina (50% infezioni) o in una ferita e rilascio della tossina nel torrente circolatorio •Nel passato associata all’uso di tamponi mestruali iperassorbenti nei quali il batterio si moltiplicava e produceva tossina INIBIZIONE DELLE ESOTOSSINE Sull’inibizione delle tossine batteriche si basa la risposta immunitaria attiva dei principali vaccini antibatterici Le tossine batteriche sono il principali bersaglio della sieroprofilassi ANATOSSINE Le anatossine o tossoidi sono tossine proteiche batteriche alle quali è stato artificialmente eliminato il potere tossico preservando le proprietà antigeniche Sono i costituenti dei principali vaccini antibatterici (vaccino antitetanico, antidifterico e antipertosse) CARATTERISTICHE DELLE ENDOTOSSINE ENDOTOSSINE = lipopolisaccaride – LPS Termostabili Scarso potere antigene (legato alla porzione polisaccaridica) Potere tossico ( legato alla porzione lipidica ) non neutralizzato dall’anticorpo corrispondente Resistenti all’azione dei succhi gastrici ENDOTOSSINE Sono componenti tossiche esclusive della parete dei batteri GramChimicamente sono lipopolisaccaridi (LPS) costituiti da una porzione lipidica ed una polisaccaridica L’endotossina lega specifici recettori presenti su macrofagi, cellule dendritiche e stimola la produzione ed il rilascio di Citochine di fase acuta quali IL-1, IL-12, IL-6, prostaglandine e Tumor Necrosis Factor (TNF-a) EFFETTI BIOLOGICI DELLE ENDOTOSSINE A basse concentrazioni attivano risposte protettive • Febbre • Vasodilatazione • Risposta immunitaria • Risposta infiammatoria EFFETTI BIOLOGICI DELLE ENDOTOSSINE Ad alte concentrazioni determina l’insorgenza di fenomeni quali: • Febbre alta • Petecchie (dovute alla dilatazione dei capillari) • Ipotensione • Shock (per vasodilatazione capillare) • Coagulazione del sangue • Morte ed aumentata permeabilità Le diverse attività del lipopolisaccaride LPS attiva quasi tutti i meccanismi di difesa del sistema immunitario ed anche il sistema della coagulazione. DIC = coagulazione intravascolare disseminata. CID: coagulazione intravascolare disseminata ARDS: Sindrome da insufficienza respiratoria acuta MOSF: Sindrome da insufficienza multipla degli organi Le endotossine sono induttori non specifici dell’infiammazione; Inducono il rilascio di citochine, stimolano varie cellule a produrre delle citochine, incluse IL-1 e TNF. L’attività tossica è dose-dipendente Attivano la via alternativa del complemento. PATOGENICITA’ DEL PEPTIDOGLICANO Il peptidoglicano ha attività per molti versi simili a quelle dell’endotossina Tossicità mediata dal Peptidoglicano