REGIONE LAZIO – Direzione Regionale Agricoltura – Area Servizi Tecnici e Scientifici, Servizio Fitosanitario Regionale LE PRINCIPALI AVVERSITA’ DEL CASTAGNO – Norme di prevenzione e metodi di lotta indiretta, agronomici e meccanici. (*) ( foto: www. ukmoths.org.uk) ( foto: www. ukmoths.org.uk) ( foto: www. ukmoths.org.uk) ( foto: www.inra.fr) ( foto: B.Paparatti Univ. della Tuscia) ( foto: SFR Lazio) ( foto: SFR Lazio) Pammene fasciana Tortrice precoce Cydia fagiglandana Tortrice intermedia Cydia splendana Tortrice tardiva Curculio elephas Balanino del castagno Dryocosmus kuriphilus Cinipide galligeno Cryphonectria parasitica Cancro della corteccia Phytophthora spp. Mal dell’inchiostro RICONOSCIMENTO Adulto: ala anteriore con macchia bianca mediana e 3 macchie nere posteriori, 4 trattini neri lungo il bordo esterno; ala posteriore color grigio-bruno. RICONOSCIMENTO Adulto: ala anteriore bruna, con striature oblique chiare a spina di pesce; ala posteriore bruna, più scura dell’anteriore. Larva: 5 stadi larvali, a maturità 14 – 17 mm, colore rossastro, testa bruna. RICONOSCIMENTO Adulto: corpo di forma ovale, 6 - 10 mm, color grigio fulvo, zampe e antenne bruno rossicce, elitre striate, rostro sottile, lungo quanto il corpo nella femmina, circa la metà nel maschio. Larva: Apoda, curvata a “C” con 4 stadi larvali, a maturità 12 – 15 mm, colore bianco rosato, testa bruna. RICONOSCIMENTO Adulto: lunghezza corpo 2 – 2.5 mm, capo, torace e addome color nero lucido, arti color giallo brunastro. Antenne filiformi, nere, i primi antennomeri color ocra Larva: 5 stadi larvali, a maturità 10 – 13 mm, colore bianco rosato, testa bruna. RICONOSCIMENTO Adulto: ala anteriore: grigio cenere o grigio bruna; l'angolo posteriore ha una macchia gialla e 4 piccoli tratti neri sul bordo; a chiusura le ali formano una macchia romboidale; ala posteriore: bruna. Larva: 5 stadi larvali, a maturità 13 – 15 mm, colore bianco, testa bruna. RICONOSCIMENTO Malattia fungina che provoca necrosi (cancri) sulla corteccia dei giovani fusti e dei rami. La corteccia degli organi colpiti assume una colorazione scura, si disidrata, si deprime e si fessura fino a mettere a nudo il legno. Dalle necrosi emergono le fruttificazioni del fungo, piccoli cuscinetti stromatici giallorossastri (circa 1 mm). SINTOMI - DANNI Larve carpofaghe: dapprima si muovono sulle foglie, poi erodono i ricci in formazione, una larva può attaccare più ricci e l’infestazione causa cascola. SINTOMI - DANNI Larve carpofaghe: di solito la specie preferisce i faggi e le ghiande (onde il nome), ma attacca anche le castagne. SINTOMI - DANNI Larve carpofaghe: le uova vengono deposte sotto le foglie o alle base dei ricci da dove le larve, scavando dapprima una galleria periferica alla base dell'ilo, penetrano all'interno del seme. Il foro di uscita è più piccolo di quello del Balanino (1 – 1.5 mm). SINTOMI - DANNI Larve carpofaghe: la femmina ovidepone nel riccio forandolo col lungo rostro, la larva si nutre della castagna, foro di uscita 3 - 4 mm. SINTOMI - DANNI Larve galligene: le uova vengono poste nelle gemme e schiudono dopo circa 40 giorni, le larve restano nelle gemme tutto l’inverno, alla ripresa vegetativa formano le galle nei germogli, foglie e amenti maschili. Le galle riducono l’efficienza fotosintetica delle piante, che stentano a vegetare. RICONOSCIMENTO Malattia fungina dell’apparato radicale. Le piante mostrano una microfillia e le foglie virano al verde pallido. Segue una rarefazione e un disseccamento della chioma. Spesso i ricci rimangono immaturi sui rami. Al colletto si notano aree necrotiche color dell’inchiostro a forma di triangolo: le “fiammate”, che si estendono sulle grosse radici e sul fusto per diversi metri in altezza. SINTOMI - DANNI Castagni adulti possono morire in 13 anni, piante molto giovani e semenzali in tempi molto brevi. Le piante di castagno colpite dal patogeno esauriscono ben presto la capacità pollonifera, a causa della morte graduale dell'apparato radicale CICLO BIOLOGICO 1 generazione / anno svernamento: larve in bozzolo nel suolo e/o corteccia da fine AGO incrisalidamento: MAG – LUG adulti: fine MAG – ½ AGO larve in fase trofica: ½ GIU - SET CICLO BIOLOGICO 1 generazione / anno svernamento: larve in bozzolo nel suolo e/o corteccia da fine SET incrisalidamento: ½ GIU – fine AGO adulti: ½ LUG – SET larve in fase trofica: AGO - SET CICLO BIOLOGICO 1 generazione / anno svernamento: larve in bozzolo nel suolo e/o corteccia da ½ OTT incrisalidamento: ½ LUG – ½ SET adulti: fine LUG – ½ OTT larve in fase trofica: ½ SET – ½ NOV CICLO BIOLOGICO 1 generazione / anno svernamento: larve in cellette terrose nel suolo impupamento: ½ AGO – ½ SET adulti: fine AGO – ½ OTT larve in fase trofica: ½ SET – ½ NOV CICLO BIOLOGICO 1 generazione / anno svernamento: larve nelle perule delle gemme, formazione galle MAG -GIU impupamento: GIU – ½ LUG nelle galle adulti:(solo femmine) ½ GIU – AGO larve in fase trofica: LUG - APR Larva: Apoda, colore bianco, con 5 stadi larvali, a maturità 2.5 mm. SINTOMI - DANNI L’infezione causa prima il disseccamento graduale della parte epigea e, a lungo andare, può compromettere la vitalità dell’intera pianta. Esistono forme meno virulente della malattia in grado di trasmettere questo carattere ai ceppi più aggressivi. La presenza in bosco di ceppi “ipovirulenti” fa si che col tempo la malattia perda la sua aggressività. CICLO BIOLOGICO All’interno dei cuscinetti stromatici si formano i picnidi, da cui fuoriescono i conidi, capaci di trasmettere la malattia. Alla diffusione dei conidi concorrono vari agenti, soprattutto insetti. Anche l’acqua piovana contribuisce alla diffusione dell’inoculo e persino l’uomo, con il trasporto materiali vegetali infetti, o utilizzando utensili contaminati. CICLO BIOLOGICO Le specie di Phytophthora agenti della malattia penetrano nell’ospite a livello dell’apparato radicale, con le zoospore che infettano sia le grosse radici che quelle più fini, colonizzando i tessuti corticali fino al cambio e risalendo fin sopra il colletto della pianta. Le zoospore mobili si muovono nell'ambiente attraverso l'acqua nel terreno. DIFESA Le peculiarità degli ecosistemi castanicoli nella nostra regione, sia da legno che da frutto, orientano verso strategie di difesa ecocompatibili, da realizzarsi attraverso la prevenzione e metodi di lotta indiretta, agronomici e meccanici. Interventi agronomici: la distruzione dei ricci prematuramente caduti e contenenti le larve sarebbe efficace per il contenimento della popolazione, ma non è attuabile per i costi elevati. Interventi agronomici: la distruzione dei ricci prematuramente caduti e contenenti le larve sarebbe efficace per il contenimento della popolazione, ma non è attuabile per i costi elevati. Interventi agronomici: eseguire la raccolta a più riprese e in tempi ristretti, avendo cura di raccogliere, per poi distruggere, anche il bacato. Ottimale la raccolta meccanica. Interventi post-raccolta: le castagne stoccate prima del conferimento o in attesa della “cura” devono essere conservate in locali con pavimentazione cementata, le larve che si liberano in breve tempo vanno incontro a morte. Interventi agronomici: Interventi agronomici: - eseguire la raccolta a più riprese e in aree indenni e nei vivai, ai primi in tempi ristretti, avendo cura di sintomi della presenza, rimuovere e raccogliere, per poi distruggere, distruggere le galle prima dello anche il bacato. Ottimale la raccolta sfarfallamento degli adulti. Interventi biologici: in aree di meccanica - posizionare al suolo reti sotto la insediamento dell’insetto si ipotizza proiezione della chioma, per l’utilizzo di parassitoidi solo ad impedire l’interramento delle larve avvenuta dimostrazione da parte di e/o la risalita degli adulti. Enti di ricerca dell’efficacia sul Interventi post-raccolta: territorio regionale o in contesti le castagne stoccate prima del pedoclimatici simili. conferimento o in attesa della “cura” devono essere conservate in locali con pavimentazione cementata, le larve che si liberano in breve tempo vanno incontro a morte. (*) Il ricorso alla difesa chimica deve avvenire solo in presenza dell’organismo nocivo, esclusivamente con prodotti autorizzati per la coltura contro le specifiche avversità. Interventi agronomici: - eliminazione e distruzione delle branche disseccate - protezione dei tagli e degli innesti con mastici Interventi meccanici: asportazione chirurgica dei cancri; disinfezione dei tagli e degli utensili da taglio con prodotti rameici Interventi biologici: favorire lo sviluppo di ceppi ipovirulenti Interventi agronomici: - evitare i ristagni idrici - evitare lesioni all’apparato radicale - utilizzare portinnesti poco suscettibili - praticare la “sconcatura invernale” per esporre il micelio alle basse temperature - apportare sostanza organica al terreno (letame, pollina, ecc.)