La pelle. Alterazioni e lesioni della cute senile. La cute rappresenta una spia importante nel valutare l’età di una persona; infatti, con l’invecchiamento, la pelle muta le sue caratteristiche di elasticità ed idratazione, perchè si riducono. Le più comuni alterazioni senili cutanee sono l’ispessimento della cute stessa, la netta riduzione di elasticità, l’essiccamento con la comparsa delle rughe, la formazione di corpuscoli di aspetto verrucoso (sono un po’ come le verruche, sono giallastri, non sono vere e proprie verruche, ma sono degli accumuli di grasso che, detto in termini non tecnici, tendono a essicarsi e a fare questo aspetto di verruca; non hanno grossi significati patologici ma comunque alterano quella che è la fisiologia della cute), e poi la comparsa di macchie giallastre o brune che sono tipicamente senili (a volte si dice di una donna che non dimostra la sua età, a meno che tu non gli guardi le mani perché hanno queste chiazze soprattutto brune). Tutte queste alterazioni possono essere riassunte con il termine “fragilità” e conseguente possibilità di formazione di lesioni. Anche la cute di un neonato è fragile. In effetti quando arriva un bambino in casa si corre in farmacia o nei supermercati a comprare i prodotti più incredibili e più specifici per curare la pelle, per tenerlo pulito, perché il bambino è visto come una persona estremamente fragile e la sua cute quindi è molto fragile. Con l’età che avanza si tende a cambiare questa cultura di igiene e di cura del corpo: cioè si tende a trascurare la pelle, a curarla un po’ di meno, anche se purtroppo non tutti si rendono conto che la pelle è l’organo più grosso che abbiamo (in alcuni casi può superare i 2 metri quadri). L’anziano pian piano va incontro a delle modificazioni, che sono peraltro fisiologiche con l’età che avanza, e la sua cute diventa più fragile. Questo impone un ritorno all’attenzione, alla cura della pelle di tutto il corpo, come si faceva con i bambini. Esistono ovviamente, come per i neonati, dei prodotti specifici per la cura della pelle, e il loro utilizzo ha lo scopo, ovviamente, di proteggerla e di dare del benessere. Ma quali sono i principali problemi a cui va incontro un anziano a livello cutaneo? Sono fondamentalmente tre: la macerazione, la desquamazione e l’essicamento. La macerazione avviene soprattutto in aree coperte, in aree dove la sudorazione potrebbe essere più accentuata, come ad esempio nelle donne con un seno molto importante (le pliche sottomammarie), oppure il solco intergluteo, oppure le aree inguinali in persone in sovrappeso. Queste aree hanno normalmente una sudorazione maggiore rispetto ad altre aree del corpo, non sono esposte all’evaporazione e quindi tende a esserci una macerazione, che si accentua nelle persone che sono costrette a portare dei presidi contro l’incontinenza, come il pannolone. Le soluzioni per la macerazione sono in primo luogo il tentativo di riportare a uno stato ottimale di idratazione la pelle. Cioè bisogna assorbire l’umidità in accesso, bisogna mantenere un’umidità della cute ma non far sì che la cute resti bagnata, perché potrebbe macerare e quindi lesionarsi. Ovviamente si utilizzeranno prodotti che controlleranno l’umidità in eccesso (ne parleremo più avanti). Altro problema è la desquamazione. In alcuni casi è abbastanza normale vedere un anziano che prima di andare a letto si toglie una calza e vede volare nell’aria delle piccole particelle che somigliano a forfora: sono delle piccole scaglie di cute essicata che vanno perse. Normalmente succede anche nei giovani, però in quantità minore, e le scaglie sono molto più piccole quindi non si riescono a vedere; mentre invece nell’anziano questo fenomeno è molto più evidente. Il problema della desquamazione, soprattutto della pelle che riguarda gli arti inferiori e i piedi è che anche qui dobbiamo tornare a uno stato di idratazione ottimale, e quindi riportare un po’ più di umidità in questa cute che tende a essicare, e che dobbiamo però rimuovere le squame, perché queste squame non possono rimanere lì, in quanto rischierebbero di creare un problema sotto di loro, cioè di andare a lesionare la cute sana sottostante. Ma non possiamo toglierle abradendo e frizionando pesantemente. Si consiglia di lavare con acqua e sapone neutro (meglio ancora il sapone di marsiglia, che è forse il più vecchio e ancora il miglior presidio per lavare la cute) e usare delle creme emollienti, come può essere la semplicissima vaselina bianca, un presidio assolutamente economico ma assolutamente valido. L’essicamento invece è il livello estremo all’opposto della macerazione, e cioè la cute tende a essere assolutamente essicata, perché ha perso completamente questo film di acqua e grassi che la ricopre e che fa da protezione. E la soluzione è sempre la stessa: riportare lo stato ottimale di idratazione: prima era troppo umida, adesso è troppo secca. Quindi per ripristinare la fisiologica umidità bisogna usare delle creme grasse, evitando però assolutamente i profumi o (quello che viene spessissimo usato) le soluzioni alcoliche rinfrescanti: la colonia, usata tantissimo anni fa, ma in alcuni casi ancora utilizzata oggi. Sono assolutamente dannose per la cute perché ne provocano la lesione; sull’essicamento poi è ancora più semplice lesionarla utilizzando questi prodotti. Abbiamo parlato prima dell’eritema macerato sottomammario, per le signore un po’ sovrappeso e soprattutto con un seno prorompente. Chiaramente con l’età il seno più è grande più tende a scendere, perché sottoposto all’azione della gravità. E quindi alla plica sottomammaria si accumuleranno batteri, a volte funghi perché c’è troppa umidità, e sudorazione, fino ad arrivare ad avere delle lesioni che possono essere particolarmente dolorose. In questo caso consigliamo dei prodotti assorbenti, cioè che assorbano l’umidità in eccesso, e che abbiano però anche un’azione antibatterica e antifungina. In questo caso ad esempio è utili l’impiego di un prodotto spray molto noto che è argento catadinico micronizzato, noto ai più con il nome di Catoxin: è uno spray che riesce ad assorbire questa umidità in eccesso e ha una validissima azione antibatterica e antifungina perchè contiene argento. Un altro problema potrebbe essere l’eczema flebostatico, cioè una forma di irritazione della cute a livello degli arti inferiori, in quelle persone che hanno un’insufficienza venosa e che magari barano davanti al medico che gli ha prescritto le calze elastiche dicendo “le porto” e invece questo non succede. È una cosa piuttosto comune: la calza elastica è difficile da indossare, e quindi molte volte per comodità o per fretta non la si indossa, con il risultato che verso sera le gambe tendono a gonfiare, c’è una stasi venosa importante, c’è del prurito e al prurito si risponde con il grattamento, e molte volte questo grattamento causa delle abrasioni. Quindi si forma tutto un eczema flebostatico su una cute che è poco irrorata. A questo proposito è fondamentale evitare i detergenti energici che essicherebbero ancora di più la cute dando ancora più prurito, usare sempre delle creme grasse idratanti senza profumi (la buona vecchia vaselina rimane sempre la cosa migliore) e utilizzare però le calze elastiche per evitare che l’edema flebostatico dia la conseguenza dell’eczema flebostatico sulla cute. Cioè, il concetto è risolvere il problema alla radice. È importante accennare anche a problemi di tipo squisitamente dermatologico. Ad esempio in persone anziane che stanno molto sedute, potrebbe verificarsi che a livello dei glutei la cute si indurisca e si essichi in maniera particolare, senza avere lesioni. Ovviamente questo essicamento è particolarmente sgradito, può dare prurito, può dare bruciore. Molte volte questo ispessimento della cute non è una semplice lesione dovuta alla pressione, ma dipende da un patologia che si chiama lichensclerotrofico; in questo caso è importante rivolgersi al dermatologo e non cercare il fai da te, tipicamente italiano. Riassumendo, direi che per persone che non hanno lesioni sulla cute, ma cominciano ad andare incontro a questi problemi tipici dell'anziano, è importante rispettare la fisiologia della cute, e quindi la sua buona idratazione, ricordare che l'idratazione della cute dipende dall'idratazione della persona, e quindi è importante bere: gli anziani tendono a bere di meno per un meccanismo di inibizione del centro della sete, però ricordiamo che l'acqua in questo caso è come una medicina. Almeno 1-1,5 litri di acqua al giorno è fondamentale per idratare la pelle, perché altrimenti tenderebbe ad essiccare. E poi un'altra cosa importante è osservare questa cute ed evitare che i fenomeni di alterazione vadano avanti nel tempo, cioè aggredirli urgentemente. Per chiudere farei un accenno a quei pazienti che hanno avuto la sfortuna di avere una lesione cutanea (sia una piaga da decubito, sia una lesione venosa o una lesione postchirurgica) e che quindi hanno una cicatrice che deve essere modulata e rispettata per evitare che possa rompersi (questo capita più spesso di quanto si possa immaginare). Una cicatrice che si rompe è sempre un grosso problema. Ad esempio chi ha avuto una piaga da decubito, che si è chiusa ma ha lasciato una cicatrice un po' essicata e un po' giallastra (perché magari sono state utilizzate delle schiume di poliuretano) deve assolutamente evitare che la cute rimanga secca, anche perché la cute secca poi tende a desquamare, e la desquamazione poi porta alla lesione profonda della cicatrice. Quindi le soluzioni sono: idratazione della cute, attraverso creme grasse; desquamazione rimossa, con creme emollienti (che sono sempre comunque creme grasse); nessun intervento con cosmetici, che potrebbero alterare pesantemente la cicatrice (soprattutto le creme profumate). Quindi, in una scala di prodotti a disposizione, la vaselina borica non dovrebbe essere utilizzata (non fa un grosso danno, ma non dà neanche benefici). In questo caso ad esempio, con la cute essicata, la crema all'ossido di zinco, che è ottima sulle macerazioni, è assolutamente da proibire. Mentre invece la vaselina bianca è assolutamente da consigliare. Evitiamo i cosmetici, ho detto, evitiamo anche il betadine, e lo iodopovidone che è tanto noto a tutti soprattutto in forma di soluzione alcolica e che è un potente essicante, e quindi in questo caso deve essere evitato. Posso consigliare, su eczemi essicati e su cicatrici troppo essicate, una crema che potete preparare comodamente e che è definita "crema al betametasone". Si prepara in casa tranquillamente, in un barattolo di vetro, utilizzando 60 g di vaselina bianca (cioè 2 tubi), 1 tubo di una crema a bassissimo dosaggio cortisonico (che si chiama diprosone) e 2 cucchiai di olio di oliva; mettete tutto assieme, lo conservate in frigo, ed è un'ottima crema per rendere molto più morbide ed elastiche le cicatrici, ma soprattutto per rimuovere quelle aree pesantemente essicate e pruriginose. Un altro caso invece è la lesione che ripara con un po' di macerazione, soprattutto le ulcere sacrali e dell’ischio dei glutei, curate con materiali occlusivi, come possono essere le medicazioni idrocolloidali. Una volta che si forma la cicatrice la cute tende a essere piuttosto umida, e allora vaselina bianca e crema al betametasone (consigliate precedentemente) devono essere assolutamente evitate. L'unica cosa che si può usare è una crema all'ossido di zinco, che è una crema barriera, comunemente reperibile in farmacia come prodotto da banco, come unguento all'ossido di zinco, e che tende ad asciugare un pochino questa cute troppo essicata e quindi anche sulle macerazioni è consigliabile. Per riassumere è l'idratazione che svolge il ruolo principale nella cura della cute dell'anziano. L'idratazione deve essere assolutamente rispettata: né troppo umido, né troppo secco. Trovare sempre un buon compromesso tra queste due situazioni. Ma soprattutto ricordiamo che in caso di ipomobilità di una persona (perché magari si è fratturata o è stata operata) è importante o utilizzare presidi antidecubito o cercare di mobilizzarsi un minimo, sempre, quando possibile oppure utilizzare prodotti congrui per evitare le piaghe, come le creme barriera: umide in caso di cute essicata, essicanti e assorbenti (come l'ossido di zinco) in caso di cute macerata.