Trattamento delle malattie dentali nel coniglio

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Trattamento delle malattie dentali nel coniglio
(compresi gli ascessi)
Frances Harcourt-Brown
BVSc, MRCVS, N. Yorkshire, UK
Trattamento della malocclusione
Anche se risulta utile in qualsiasi caso di affezione dentale, la radiologia del cranio non è obbligatoria nei conigli
con malocclusione. Le anomalie della corona sono visibili
mediante ispezione visiva. Il trattamento della malocclusione dipende dai denti coinvolti, dalla causa sottostante e
dallo stadio della malattia. Indipendentemente dal metodo
utilizzato, è impossibile ripristinare la forma e la posizione
normali dei denti. Le opzioni terapeutiche sono rappresentate da:
• Pareggio con tronchesine manuali. Spesso è sconsigliabile, ad esempio nei casi di malocclusione congenita o negli stadi iniziali della sindrome progressiva di
odontopatia acquisita (PSADD), quando i denti sono
ancora coperti di smalto. Se vengono tranciati questi
denti vanno in pezzi, lasciando dei margini netti e con
il rischio di esposizione della cavità pulpare. Negli stadi più avanzati della PSADD, quando i denti sono deboli, permanentemente deformati e privi o quasi di smalto, un impiego oculato delle tronchesine è accettabile.
Questi strumenti possono anche venire utilizzati per la
rimozione delle puntine dai premolari/molari senza
asportare l’intera corona.
• Fresatura dei denti. Questa procedura non fracassa i
denti ed assicura un maggior controllo sulla forma finale. Tuttavia, esiste il rischio di danno iatrogeno dei tessuti molli circostanti. Anche se è accettabile fresare i singoli denti fino a livello della gengiva, la pratica di “riduzione coronale generalizzata”, cioè della rimozione delle
corone di tutti i premolari/molari, è inutile e potenzialmente dannosa. Può esporre la dentina innervata e la
cavità pulpare. Compromette la capacità del coniglio di
mangiare alimenti fibrosi dopo l’intervento.
• Asportazione di un dente. La rimozione degli incisivi è
il trattamento d’elezione nel caso della loro malocclusione. L’estrazione dei premolari/molari è più difficile. È
facile tirare fuori le corone allentate e spezzate dei premolari/molari alterati negli stadi avanzati della PSADD.
L’estrazione dell’intero dente è più difficile. Un’indicazione comune è data dal trattamento degli ascessi quando il dente può essere rimosso attraverso la bocca o passando per la cavità ascessuale. L’estrazione del premolare/molare corrispondente non è necessaria, perché l’occlusione di questi denti non li contrappone esattamente
l’uno all’altro. Se dovesse verificarsi un allungamento, il
dente opposto può venire periodicamente accorciato.
Gli strumenti utili per il trattamento dei problemi dentali sono rappresentati da apribocca e dilatatori di tasca guanciale, tronchesine a manico lungo per molari, raspe diamantate, dischi diamantati, una gamma di frese, leve, aghi ipodermici di grosso calibro, speciali pinze da estrazione e portaaghi adattati per afferrare le radici dei denti nelle cavità
ascessuali. Per il trattamento di queste ultime è essenziale un
cucchiaio di Volkmann.
Trattamento degli ascessi
Gli ascessi nei conigli sono notoriamente difficili da curare. Tendono ad avere una crescita lenta e ad essere relativamente non dolenti con una spessa capsula fibrosa. Il riassorbimento dell’acqua dal pus esita nella formazione di un denso materiale caseoso all’interno della cavità ascessuale. Qui
gli antibiotici non sono in grado di penetrare a causa della
cattiva vascolarizzazione. L’intervento di incisione e successiva irrigazione è raramente risolutivo e le recidive sono
comuni. Si possono riscontrare tragitti fibrosi nei tessuti più
profondi e la spessa parete della capsula dell’ascesso è così
rigida che non collassa dopo l’intervento. I microrganismi
residui portano al rinnovamento dell’infiammazione.
La chiave di successo del trattamento degli ascessi è l’accurata diagnosi e l’eliminazione della causa scatenante, unita alla rimozione del tessuto necrotico e ad un’efficace terapia antibiotica locale. Le cause degli ascessi facciali sono
rappresentate da:
• ascessi periapicali associati alla sindrome di affezione
dentale acquisita.
• Ferite penetranti: dovute a lotte, oppure punture della
mucosa boccale o delle labbra da parte delle corone troppo allungate
• Reazione da corpo estraneo: ad es., pezzi di fieno o schegge di legno incuneati negli alveoli o nelle cavità nasali
• Da cause iatrogene: ad es., per rimozione di un incisivo
o pareggio di un dente, o in caso di formazione di ferite
penetranti da fresatura di denti
• Otite
L’elenco delle possibili diagnosi differenziali (neoplasie,
cisti, ecc...) è lo stesso delle altre specie animali. Sono essenziali la palpazione e l’approfondito esame del cavo orale per
stabilire la forma e la posizione delle corone. La radiografia
del cranio fornisce utili informazioni sulle radici dei denti.
Gli esami ematologici sono raramente utili. I conigli con
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ascessi mostrano raramente una leucocitosi ed una neutrofilia, anche se si può osservare uno spostamento a sinistra.
Invece, si riscontrano segni aspecifici di malattia quali lieve
anemia e linfopenia.
Gli esami colturali e gli antibiogrammi identificano i batteri presenti e possono risultare utili per la scelta degli antibiotici. In coltura si possono isolare molti microrganismi
aerobi ed anaerobi quali Pasteurella multocida, Staphylococcus aureus, Fusobacterium nucleatum, Pseudomonas o
Proteus spp.
Opzioni terapeutiche
Non fare nulla: non è il trattamento d’elezione, ma non
tutti i proprietari acconsentono ad una terapia completa. Una
volta che un ascesso è stato aperto, è improbabile che guarisca e lascerà una fistola drenante, per cui talvolta è preferibile lasciarlo stare con la capsula integra. Molti conigli con
ascessi mangiano bene e sembrano godersi la vita! Può risultare utile una terapia permanente con antibiotici o analgesici. Molto occasionalmente, gli ascessi si risolvono da soli.
Terapia antibiotica: la scelta degli antibiotici nei conigli non è agevole come nelle altre specie animali. Quelli
somministrati per via orale possono alterare l’equilibrio dei
microrganismi nel ceco e portare ad una proliferazione di
specie patogene quali Clostridium spp. ed allo sviluppo di
enterotossiemia. Gli antibiotici indicati per l’osteomielite in
altre specie animali, ed in particolare la clindamicina o la
lincomicina, hanno buone probabilità di interferire con la
flora intestinale nel coniglio. L’interferenza con la microflora del ceco è meno probabile con la penicillina, la cefalessina e l’amossicillina, che però devono essere somministrate per via paraenterale e non orale. In generale, gli antibiotici sicuri da somministrare per os come l’enrofloxacin,
non sono efficaci per il trattamento delle infezioni purulente. I sulfamidici potenziati vengono inattivati dall’essudato
e dai detriti.
Rimozione chirurgica (abbinata a terapia antibiotica
sistemica): si tratta del trattamento di elezione per un ascesso sottocutaneo che non sia adeso ad una struttura sottostante. È impossibile asportare completamente gli ascessi
periapicali.
Drenaggio chirurgico e terapia topica
Il drenaggio chirurgico, associato alla terapia antibatterica topica, alla somministrazione sistemica di antibiotici ed
alla rimozione di tutto il pus ed il tessuto necrotico è risolutivo, ma non sempre fattibile. La marsupializzazione della
ferita consente la sua pulizia e l’applicazione dei trattamen-
ti topici. È importante ricordare che le preparazioni da
impiegare per questa via possono causare enterotossiemia.
Le cavità ascessuali si possono aprire nella bocca o il coniglio può ingerire i preparati topici durante la toelettatura. La
gentamicina è un antibiotico sicuro se ingerito.
Il miele è un efficace rimedio topico. Promuove la formazione di un tessuto di granulazione sano e pulito, acidifica le ferite e stimola la guarigione. Il suo effetto igroscopico
attira l’infezione fuori dai tessuti circostanti. È dotato di proprietà antibatteriche naturali che risultano efficaci contro
una vasta gamma di microrganismi. Un modo alternativo per
effettuare una terapia antibatterica topica è rappresentato dai
grani di polimetilmetacrilato (PMMA) impregnati di antibiotico. Questi consentono di raggiungere elevate concentrazioni locali di principi antibatterici per lunghi periodi di tempo. I grani impregnati di gentamicina sono efficaci per circa
un mese nelle ferite infette. Al loro posto si può utilizzare la
doxiciclina in gel. Un vantaggio di questi metodi è che la
cute sopra la cavità ascessuale viene suturata, per cui il coniglio può essere rimandato a casa senza bisogno di ulteriori
trattamenti da parte del proprietario. Lo svantaggio dei grani è che possono agire da corpo estraneo una volta ceduto
tutto l’antibiotico. Queste preparazioni sono efficaci soltanto se viene rimosso tutto il tessuto necrotico.
TRATTAMENTO DEI CONIGLI
CON PROBLEMI DENTALI
La fibra è una parte importante della dieta del coniglio da
compagnia. Promuove la motilità intestinale, ma gli animali
con problemi dentali spesso trovano difficoltà a mangiare gli
alimenti duri, per cui sovente è necessario trovare un’alternativa al fieno. Erba fresca, vegetali e piante sono più morbidi, anche se può essere necessario sminuzzarli o tagliarli a
cubetti. I cibi pellettati o estrusi sono preferibili alle miscele
di cereali. Possono venire ammorbiditi in modo che i conigli
con gravi alterazioni dei denti riescano a mangiarli. Le integrazioni vitaminiche e minerali sono necessarie soltanto per
gli animali che mangiano esclusivamente alimenti selezionati, come piselli, mais, mele o carote. Il fabbisogno di calcio
nei conigli con denti che non si accrescono più è sostanzialmente ridotto. Se possibile, bisogna dare modo agli animali
di svolgere un esercizio fisico quotidiano. Può essere utile
offrire loro l’opportunità di crogiolarsi al sole durante l’estate. Ciò non solo consente di sintetizzare la vitamina D, ma
arricchisce anche le loro vite e permette di accedere ad erba
ed altre piante che garantiscono una dieta variabile ed un
apporto aggiuntivo di fibra nella dieta. L’erba (ed il fieno)
contengono livelli di calcio e fosforo ottimali per i conigli.
Indirizzo per la corrispondenza:
Frances Harcourt-Brown
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