Identificazione di Tomato Spotted Wilt Virus (TSWV) in potenziali piante ospiti e variabilità genetica degli isolati ticinesi Lavoro di diploma Caterina Matasci Febbraio - Giugno 2002 Swiss Federal Institute of Technology Institute of Plant Sciences Plant Pathology group Referente: Dr. Cesare Gessler Supervisore scientifico: Dr. Andrea Patocchi INDICE RIASSUNTO 1 ABSTRACT 2 1. INTRODUZIONE 3 1.1. Storia della dispersione della malattia 1.1.1. La situazione in Ticino 1.2. Diffusione geografica 1.3. Impatto economico 1.4. Sintomatologia 1.4.1. Sintomi su pomodoro (Lycopersicon esculentum Mill.) 1.4.2. Sintomi su lattuga (Lactuca sativa L. var capitata L.) 1.5. Il virus 1.5.1. Tassonomia 1.5.2. Biologia 1.6. Piante ospiti 1.7. Gli insetti vettori 1.7.1. F. occidentalis Pergande 1.7.1.1. Biologia 1.8. Altri modi di trasmissione 1.8.1. Trasmissione tramite seme 1.8.2. Trasmissione tramite attrezzi di lavoro 1.9. Diagnosi 1.10. Controllo della malattia 1.10.1. Misure per ridurre l’inoculo 1.10.2. Misure di controllo del vettore 1.11. Miglioramento genetico 1.12. Evoluzione dei virus RNA 1.12.1. Evoluzione di TSWV 1.13. Analisi fiolgenetiche 1.14. Scopo della ricerca 2. MATERIALE E METODI 3 3 4 4 5 5 5 6 6 6 8 9 9 9 10 10 10 11 11 11 11 12 12 12 13 14 15 2.1. Provenienza dei campioni 2001 2.2. Provenienza dei campioni 2002 2.3. Prelievo dei campioni di lattuga e pomodoro per diagnosi precoce 2.3.1. Campioni di lattuga (Lactuca sativa L. var capitata L.) 2.3.2. Campioni di pomodoro (Lycopersicon esculentum Mill.) 2.4. Estrazione di RNA 2.4.1. Estrazione con il kit Nucleospin Multi-96 Plant (Machery-Nagel) 2.4.2. Estrazione con RNeasy Plant Mini Kit (Qiagen) 2.4.3. Estrazione con SV Total RNA Isolation System (Promega) 2.4.4. Estrazione con il procedimento descritto da Jones et al., 1998 2.5. Gel elettroforesi del prodotto estratto (RNA) 2.6. Sintesi di cDNA ed amplificazione tramite PCR (RT-PCR) 2.6.1. RT-PCR con Access RT-PCR Introductory System (Promega) 2.6.2. RT-PCR con Reverse Transcriptase AMV (Roche) i 15 15 15 15 16 17 17 17 17 17 18 18 18 19 2.6.2.1. Sintesi del cDNA 2.6.2.2. Amplificazione specifica tramite PCR 2.6.2.3. Nested PCR 2.6.3. RT-PCR con One Step RT-PCR Kit (Qiagen) 2.6.4. RT-PCR con Robust II RT-PCR Kit (Finnzymes) 2.6.5. Gel elettroforesi del prodotto RT-PCR 2.6.6. Purificazione del prodotto RT-PCR 2.6.7. Quantificazione del DNA 2.7. Efficacia della RT-PCR come metodo di diagnosi della presenza di TSWV 2.8. Analisi dei campioni di lattuga e pomodoro per diagnosi precoce 2.9. Cycle sequencing 2.9.1. Purificazione dei prodotti della cycle sequencing 2.10. Sequenziamento 2.11. Elaborazione degli elettroferogrammi 2.12. Ricerca di sequenze 2.13. Allineamento delle sequenze 2.14. Analisi filogenetiche 3. RISULTATI 19 20 20 21 22 22 23 23 23 23 24 25 25 25 25 26 26 27 3.1. Efficacia della RT-PCR come metodo di diagnosi della presenza di TSWV 3.1.1. Efficacia dei metodi di estrazione di RNA 3.1.2. Efficacia dei metodi di sintesi di cDNA ed amplificazione tramite PCR (RT-PCR) 3.2. Diagnosi precoce ed epidemiologia 3.2.1. Lattuga 3.2.2. Pomodoro 3.2.3. Evoluzione del numero di piante di pomodoro e lattuga con TSWV (riassunto) 3.3. Monitoraggio degli insetti vettori (dati gentilmente messi a disposizione da M. Jermini) 3.4. Temperatura ed umidità 3.5. Sequenze degli isolati ticinesi 3.5.1. Aplotipi 3.5.2. Analisi filogenetiche 3.5.2.1. Variabilità delle sequenze 3.5.2.2. Dendogrammi basati sulle sequenze nucleotidiche 3.5.2.3. Dendogrammi basati sulle sequenze aminoacidiche 3.6. Sequenze mondiali del gene NP 3.7.Analisi filogenetiche 3.7.1. Variabilità delle sequenze 3.7.2. Dendogrammi basati sulle sequenze nucleotidiche 3.7.3. Dendogrammi basati sulle sequenze aminoacidiche ii 27 28 28 28 29 30 33 34 35 36 36 39 39 39 40 41 42 42 43 45 4. DISCUSSIONE 47 4.1. Metodologia 4.2. Diagnosi precoce ed epidemiologia 4.3. TSWV in Ticino 4.4. TSWV nel mondo 47 48 50 53 4.5. Outlook 4.5.1. Campioni 2002 4.5.2. Analisi del gene L 4.5.3. Monitoraggio con piante spia 4.5.4. Piante spia e trattamenti insetticidi 4.5.5. Analisi dei tripidi vettori 4.5.6. Analisi di piante infestanti che svernano nei tunnel 54 54 54 54 55 55 55 5. RINGRAZIAMENTI 56 6. LETTERATURA 57 APPENDICE 61 GLOSSARIO 67 iii RIASSUNTO Tomato spotted wilt virus (TSWV) è stato rilevato la prima volta in Ticino nel 1997 ed è divenuto nel corso degli ultimi tre anni un grave problema nelle colture orticole ticinesi. Al fine di sviluppare una strategia per contenere i danni arrecati da questa malattia è importante conoscere il modo in cui il virus viene importato nella coltura, sapere come si diffonde, dove sverna, se una pianta che non mostra sintomi è sicuramente sana e di individuare la variabilità genetica in Ticino. Lo scopo di questo lavoro è determinare se è possibile diagnosticare precocemente il virus in piante di lattuga e pomodoro che non presentano i sintomi dell’infezione e la variabilità genetica dei ceppi dei virus presenti in Ticino ed il loro collocamento a livello mondiale. Per la diagnosi precoce di TSWV in piante che non presentano sintomi si è proceduto all’analisi dei campioni di lattuga e pomodoro provenienti da un tunnel fortemente colpito dalla malattia nel 2001. È stato dapprima estratto l’RNA totale da campioni di foglia e successivamente, il gene virale codificante per la proteina nucleocapsidica (NP) è stato amplificato tramite RT-PCR. Al fine di determinare la diversità genetica del virus presente in Ticino si è proceduto al sequenziamento di prodotti RT-PCR di questi campioni e di piante di pomodoro presentanti i sintomi classici della malattia raccolti nel corso del 2001. Il metodo utilizzato ha permesso di diagnosticare la presenza di TSWV in foglie di lattuga e pomodoro senza sintomi. Un numero relativamente alto di piante infette è stato riscontrato in entrambe le colture distribuite casualmente nella parcella, è quindi stato ipotizzato che i singoli focolai fossero dovuti ad un’infezione primaria probabilmente imputabile a tripidi vettori provenienti dall’esterno. La presenza di materiale in apparenza sano, ma tuttavia infetto può rappresentare un’importante fonte di diffusione del virus nelle colture circostanti e successive. È stata inoltre notata la possibile funzione di piante infestanti presenti nel tunnel che potrebbero fungere da serbatoio per tripidi e virus tra una coltura e la successiva. Il sequenziamento dei prodotti RT-PCR ha permesso di osservare che in Ticino, malgrado il virus sia presente da soli 5 anni, esiste una notevole diversità genetica. Confrontando gli aplotipi rilevati nel 2001 con quelli del 2002 sono stati individuati casi in cui era presente completa identità tra gli aplotipi ed altri in cui essi erano diversi, ma con un numero molto ridotto di sostituzioni nucleotidiche ed aminoacidiche. Ciò può indicare che gli aplotipi diversi sono potenzialmente nuovi e derivano da mutazioni degli aplotipi precedenti, indicando un’evoluzione. Tuttavia è possibile che essi fossero già stati presenti nel 2001 e non siano stati rilevati, oppure che essi siano stati importati in Ticino con l’acquisto delle piante ed abbiano subito mutazioni nei luoghi d’origine. Nel contesto mondiale gli aplotipi ticinesi si suddividono in parte nel clade che comprende l’isolato italiano ed in parte nel clade che raggruppa gli isolati dall’Olanda, dalla Germania e dalla Repubblica Ceca. Ciò indica che è possibile ipotizzare una correlazione tra la provenienza delle piante acquistate (Italia ed Olanda) e l’aplotipo di TSWV infettante. Questa ipotesi è consolidata dall’osservazione di un aplotipo ticinese, identico all’isolato olandese, riscontrato più volte in un’azienda le cui piante di pomodoro sono state acquistate in Olanda. Lo stesso vale per un’azienda con piante di pomodoro provenienti dall’Italia in cui è stato rilevato un’aplotipo con una sola mutazione nucleotidica dall’isolato italiano pubblicato. 1 ABSTRACT Tomato spotted wilt virus (TSWV) was detected in Ticino for the first time in 1997 and has become in the last three years an important problem in horticultural cultures. To develop a strategy to control the damages caused by this virus it’s important to know how the virus arrived in Ticino, how it spreads, were it overwinters, if a plant without symptoms is surely healthy and its genetic variability in Ticino and worldwide. The aim of this study was to determine if it’s possible to detect the virus in lettuce and tomato plants in absence of symptoms of TSWV infection, to detect the genetic variability of the virus haplotypes present in Ticino and to determine how they are situated worldwide. For the detection in plants without symptoms, lettuce and tomato leafs were sampled in a plastic tunnel, strongly infected in 2001. Total RNA was extracted from leaf samples and successively the viral gene coding for the nucleocapsid protein (NP) was amplified by RTPCR with specific primers. To define the genetic diversity of the virus present in Ticino, the RT-PCR products of those samples and of those collected from tomato plants with classical TSWV symptoms in 2001 were sequenced. The method used allowed the detection of TSWV in lettuce and tomato leafs without symptoms. A quite large number of plants were detected in both cultures randomly distributed in the field. It is therefore hypotized that this single centres of infection were produced by a primary infection probably by vector insects coming from outside. The presence of plants in appearance healthy, but infected can represent an important source of virus spread in the surrounding or following cultures. It was also noted that infesting weeds in the tunnel could act as reservoir for insect and viruses within a culture and the following one. Although the virus is present in Ticino since only 5 years the sequencing of the RT-PCR product has demonstrated the presence of a great genetic diversity. By the comparison of the haplotypes detected in 2001 and those of 2002, identical haplotypes and haplotypes presenting strong similarities were identified. The similar haplotypes could have been generated by mutation from the haplotype which was previously present. Another hypothesis is that the haplotype was already present in 2001 but was not detected. A third hypothesis is that the similar haplotypes were imported in Ticino by plant purchasing and were already mutated. At worldwide context the haplotypes from Ticino split part in the clade with the Italian haplotype and in the clade with the isolates from The Netherlands, Germany and Czech Republic. Because most of the plants grown in Ticino were buy in Italy or in the Netherlands it is possible to hypothise a correlation between plant origin (Italy and The Netherlands) and infecting haplotype. 2 1. INTRODUZIONE 1.1. STORIA DELLA DISPERSIONE DELLA MALATTIA Sintomi causati dal virus della bronzatura del pomodoro (sinonimi: virus dell’avvizzimento maculato del pomodoro, tomato spotted wilt virus, TSWV) furono osservati la prima volta nel 1915 su pomodoro in Australia (Brittlebank, 1919). Negli anni ’20 il virus fu riscontrato negli Stati Uniti. In Europa esso fu osservato nel 1931 in Gran Bretagna (Smith, 1932) e nel 1933 in Francia su pomodoro in pieno campo. Dopo la seconda guerra mondiale, l’importanza della malattia divenne secondaria in Europa, essa non riapparve fino al 1987, anno in cui fu osservata in Francia su peperone (GebreSelassie et al., 1989) e nei Paesi Bassi su pomodoro (Stijger et al., 1989). Successivamente fu segnalata in Inghilterra (Barker, 1989), Italia (Bellardi & Vicchi, 1990), Portogallo (Louro, 1990), Spagna (Jordá & Osca, 1991) ed in altre nazioni europee in colture diverse. La prima osservazione in Svizzera avvenne nel 1994 nel canton Vaud (OCVCM, 1996). La diffusione di massa di questo virus in Europa è da ricondurre all'introduzione dall’America, nel 1985, del tripide Frankliniella occidentalis Pergande uno dei maggiori vettori. 1.1.1. LA SITUAZIONE IN TICINO Il primo ritrovamento di TSWV in Ticino è avvenuto nel 1997 in un tunnel a Tenero (Fig. 1-1) su pomodoro innestato di provenienza olandese (Pedrinis, 1998). Nel 1998 non sono state segnalate colture colpite, mentre nel 1999 sintomi simili a quelli causati dal virus sono stati osservati in un’azienda orticola di Coldrerio (Fig. 1-2) su insalata di provenienza italiana. L'anno seguente (2000) il virus della bronzatura del pomodoro è stato nuovamente riscontrato nell’azienda di Coldrerio colpita nel 1999, su lattuga e pomodoro di provenienza italiana ed in due altre aziende, una a Muzzano (Fig. 1-3) e l’altra a Stabio (Fig. 1-4). A Muzzano sono state colpite colture di pomodoro di provenienza olandese, lattuga, batavia rossa e verde seminate in Ticino. A Stabio il virus è stato riscontrato in alcuni tunnel con piantine di pomodoro di provenienza italiana, la pronta estirpazione ed i trattamenti insetticidi hanno contenuto le perdite (Pedrinis, 2001). Nel 2001 quattro aziende sono state colpite. Nell'azienda di Stabio il virus è stato rilevato su poche piante di lattuga e su quasi tutte le piante di pomodoro in due tunnel. Le piante di pomodoro sono state strappate e ripiantate, questa misura non è tuttavia risultata efficace in quanto esse sono state immediatamente colpite. A Muzzano il virus è stato riscontrato su pomodoro, inizialmente (maggio) unicamente su di una pianta, in seguito (luglio) su più piante. Le piante di pomodoro in entrambe le aziende provenivano dalla Sicilia, ma erano state fornite da ditte diverse. Due nuove aziende, l'una situata nel Sopraceneri, ad Iragna (Fig. 1-5) e la seconda a Novazzano (Fig. 1-6) sono anch’esse state colpite. In entrambi i casi il virus è stato rilevato su pomodoro. Le piantine acquistate dall’azienda di Iragna provenivano dall'Olanda, mentre quelle dell’azienda di Novazzano da germogli italiani. L'orticoltore di Coldrerio, le cui colture sono state colpite nel 1999 e 2000 ha abbandonato l'attività (non a causa di TSWV), i terreni vengono probabilmente destinati a colture viticole (Pedrinis, comunicazione personale). Nel 2002 il virus è stato riscontrato in aprile in un’azienda di Novazzano (Fig. 1-7) su colture di lattuga e lattuga foglia di quercia provenienti dall’Olanda, in maggio è apparso 3 su di una pianta di pomodoro proveniente dalla Sicilia nell’azienda di Muzzano colpita nei due anni precedenti ed in giugno è stato ritrovato su pomodoro a Stabio (Jermini, comunicazione personale). Fig. 1: Cartina geografica del Ticino rappresentante la localizzazione delle aziende colpite da TSWV 1. Tenero, primo ed unico rilevamento nel 1997, 2. Coldrerio, primo rilevamento nel 1999, 3. Muzzano, primo rilevamento nel 2000, 4. Stabio, primo rilevamento nel 2000, 5. Iragna, primo rilevamento nel 2001, 6. Novazzano (Brusata), primo rilevamento nel 2001, 7. Novazzano primo rilevamento nel 2002. 1.2. DIFFUSIONE GEOGRAFICA TSWV è diffuso mondialmente nelle zone (sub)tropicali ed a clima temperato, eccetto in alcune regioni o nazioni della penisola araba o confinanti con il Sahara (Peters, 1996). In Europa esso è presente in Austria, Belgio, Bulgaria, Cechia, Croazia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Lituania, Malta, Moldavia, Norvegia (in corso di eradicazione), Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Russia, Slovacchia, Spagna (Canarie comprese), Svezia, Svizzera, Turchia, Ucraina, Yugoslavia. Il virus è stato debellato in Danimarca e Finlandia (EPPO, 2001). Non sono state trovate indicazioni su come ciò sia avvenuto. 1.3. IMPATTO ECONOMICO Annualmente TSWV causa in tutto il mondo perdite non inferiori ad un miliardo di dollari (Gallitelli & Davino, 1998). I danni arrecati alle colture sono ingenti e possono in casi estremi determinare la perdita dell’intero raccolto come riportato da Berling et al. (1992) per le colture di lattuga, peperoni e melanzane. 4 1.4. SINTOMATOLOGIA I sintomi causati da TSWV variano a dipendenza della varietà e dello stadio di sviluppo della pianta ospite, dal periodo d’infezione, dalle condizioni ambientali e dall'isolato virale. Essi vengono espressi 2-14 giorni dopo l’inoculazione (2 su petunia, 7 su lattuga) e possono facilmente esser confusi con i sintomi provocati da funghi, batteri o causati da fitotossicità. 1.4.1. SINTOMI SU POMODORO (Lycopersicon esculentum Mill.) Le piante colpite presentano bronzatura fogliare, macchie necrotiche ed avvizzimento. I sintomi compaiono su foglie e frutti nella parte apicale della pianta con conseguente arresto della crescita ed accartocciamento verso l’alto o il basso del lembo fogliare. Le foglie più giovani assumono un tipico colore bronzeo mentre su quelle basali compaiono macchie necrotiche ben marcate, che si estendono fino ad interessare l’intera foglia. Sui frutti formati appaiono macchie circolari o anulature concentriche, spesso in rilievo e confluenti tra loro (Vicchi, 1999) (Fig. 2). A A B B C Fig. 2: A. Sintomi di bronzatura su foglie di pomodoro. B. Tacche circolari su frutti acerbi. C. Aree decolorate su frutti maturi (Servizio fitosanitario cantonale, 2001). 1.4.2. SINTOMI SU LATTUGA (Lactuca sativa L. var. capitata L.) La pianta infetta presenta sulle foglie macchie necrotiche e/o clorotiche che si estendono con la crescita. Le foglie ingialliscono, si deformano e possono divenire completamente necrotiche e disseccare. I sintomi si presentano inizialmente su di un solo lato della pianta, essi si estendono in seguito verso il centro. Se la pianta viene colpita precocemente, la sua crescita viene fortemente alterata (Marchoux et al., 2000) (Fig. 3). 5 Fig. 3: Lattuga con foglie cloro-necrotiche (Servizio fitosanitario cantonale, 2001). 1.5. IL VIRUS 1.5.1. TASSONOMIA TSWV è tassonomicamente collocato nella famiglia Bunyaviridae, genere Tospovirus, sierogruppo Tomato spotted wilt. Tospovirus è l’unico di cinque generi appartenenti alla famiglia Buniyaviridae che comprende fitovirus, infatti ai generi Bunyavirus, Phlebovirus, Hantavirus e Nairovirus appartengono unicamente virus umani ed animali. Il genere Tospovirus è suddiviso in due sierogruppi. Nel sierogruppo Tomato spotted wilt sono riunite le specie Tomato spotted wilt virus (TSWV), Groundnut ringspot virus (GRSV) e Tomato chlorotic spot virus (TCSV). Il sierogruppo Watermelon silver mottle comprende le specie Watermelon silver mottle virus (WSMV), Watermelon bud necrosis virus (WBNV) e Groundnut bud necrosis virus (GBNV). Le specie Impatiens necrotic spot virus (INSV), Chrysanthemum stem necrosis virus (CNSV), Iris yellow spot virus (IYSV), Peanut chlorotic fan-spot virus (PCFV), Peanut yellow spot virus (PYSV), Physalis severe mottle virus (PSMV) e Zucchini lethal chlorosis virus (ZLCV) non appartengono ad alcun gruppo di sierotipi (Moyer, 2000). 1.5.2. BIOLOGIA TSWV possiede un virione di forma sferica, il cui diametro varia tra 80 e 100 nm. Ogni particella virale è composta da un involucro di natura lipidica che racchiude tre RNA a singolo filamento (ssRNA), chiamati in base alle loro dimensioni, S (small, 2,9 kb), M (medium, 5,4 kb) e L RNA (large, 8,9 kb) (Fig. 4). 6 Fig. 4: Rappresentazione tridimensionale e schematica di una particella di TSWV (Roselló et al., 1996). I filamenti M e S RNA hanno strategia codificante ambisense, entrambi dispongono di due fasi di lettura aperta (ORF) separate da una regione ricca di basi A e U. M RNA codifica una proteina non strutturale chiamata NSm (33,6 kDa), la quale svolge un ruolo importante nel trasporto sistemico del virus favorendo il passaggio da una cellula all’altra di nucleocapsidi non racchiusi da un involucro (Kormelink et al., 1994). In viral complementary sense M RNA codifica un precursore delle due glicoproteine G1 e G2 (127,4 kDa) le quali si trovano sulla superficie della particella virale. S RNA codifica anch’esso in viral sense una proteina non strutturale denominata NSs (52,4 kDa), la cui funzione specifica non è conosciuta, sembra tuttavia essere associata a strutture fibrillari od alla diffusione nel citoplasma delle cellule infette. In viral complementary sense S RNA codifica la proteina nucleocapsidica NP (28,8 kDa) strettamente associata a RNA. L RNA codifica in viral complementary sense la proteina L, una trascrittasi inversa (DNA polimerasi RNA-dipendente) (Fig. 5). La strategia di replicazione è tipica dei negative strand RNA viruses. 7 Fig. 5: Strategia di replicazione del genoma di TSWV. I rettangoli grigi rappresentano le fasi di lettura aperta (ORF). I quadrati neri rappresentano la sequenza non viral necessaria per iniziare la traslazione di RNA messaggero (mRNA). Le sequenze viral sono indicate con v, quelle viral complementary con vc (Roselló et al., 1996). 1.6. PIANTE OSPITI Più di 1050 specie appartenenti a 92 famiglie botaniche sono state riportate come suscettibili ai Tospovirus, di queste più di 926 possono ospitare TSWV (Peters, 1998). In Europa le principali specie orticole ed industriali sono pomodoro (Lycopersicon esculentum), melanzana (Solanum melongena), peperone (Capsicum annuum), lattuga (Lactuca sativa), cicoria (Cychorim spp.), patata (Solanum tuberosum), tabacco (Nicotiana tabacum), Cucurbitaceae (compreso cocomero, melone ed anguria), carciofo (Cynara scolymus) e fava (Vicia faba). Le principali piante ornamentali sono Alstroemeria, Anemone, Anthirrium, Aracea, Aster, Begonia, Bouvardia, Calceolaria, Callistephus, Celosia, Cestrum, Columnea, Cyclamen, Dahlia, Dendrathema x grandiflorum, Eustoma, Fatsia japonica, Gazania, Gerbera, Gladiolus, Hydrangea, Impatiens, Iris, Kalanchoe, Leucanthemum, Limonium, Pelargonium, Ranunculus, Saintpaulia, Senecio cruentus, Sinningia, Tagetes, Verbena, Vinca e Zinnia. Piante infestanti o appartenenti alla flora 8 spontanea quali Amaranthus spp., Conyza bonariensis, Galinsoga spp., Polygonium lapathifolium, Portulaca oleracea, Senecio vulgaris, Solanum nigrum, Sonchus spp., Stellaria media, Taraxacum officinale possono rappresentare importanti serbatoi per il virus (EPPO, 2001). 1.7. GLI INSETTI VETTORI In passato Thrips tabaci Lindemann era considerato il principale vettore di TSWV. Successive ricerche hanno dimostrato che il virus può venir trasmesso da Frankliniella fusca Hinds, F. intonsa Trybom, F. schultzei Trybom, T. palmi Karny, T. setosus Moulton e che il vettore più efficiente è F. occidentalis Pergande (Wijkamp et al., 1995). 1.7.1. F. OCCIDENTALIS PERGANDE F. occidentalis appartiene all’ordine Thysanoptera, famiglia Thripidae, subfamiglia Thripinae. L’insetto è presente in quasi tutte le nazioni europee dal 1985 e del sud degli USA (zona d’origine), sporadicamente in Asia (Cipro, Corea, Israele, Giappone, e Turchia), Africa (Kenia, La Rèunion, Sud Africa e Zimbawe), Oceania (Australia e Nuova Zelanda), Centro (Guatemala e Costa Rica) e Sud America (Argentina, Cile, Colombia, eradicata nella Guyana Francese) (EPPO, 1998). In un monitoraggio svolto nel 2001 è risultato che F. occidentalis è presente in gran parte delle aziende orticole senza differenze regionali (Besomi, 2001). 1.7.1.1. BIOLOGIA La femmina di F. occidentalis raggiunge 1,2 – 1,4 mm di lunghezza, il maschio è sensibilmente più piccolo e misura 0,9 – 1,0 mm. F.occidentalis è notevolmente polifaga, essa è segnalata su piante ortive, floricole, fruttiferi e numerose piante erbacee infestanti. Oltre a trasmettere TSWV essa provoca danni diretti alle colture tramite l’alimentazione, la quale avviene mediante immissione di saliva nei tessuti vegetali e successiva suzione dei contenuti cellulari parzialmente digeriti e l’ovodeposizione. Esse causano depigmentazioni, disseccamenti, suberificazioni, cicatrici, necrosi e deformazioni su germogli, foglie, fiori e frutti (Pollini, 1998). Il ciclo biologico di F. occidentalis comprende sei stadi: uovo, primo (neanide) e secondo stadio larvale, prepupa, pupa ed adulto. L’insetto si nutre attivamente unicamente nel primo e secondo stadio larvale e da adulto. L’acquisizione del virus avviene durante il primo stadio larvale con l’alimentazione su piante infette in un tempo medio di 67 minuti (Wijkamp et al., 1996). Dopo un periodo di latenza, durante il quale l’insetto raggiunge il secondo stadio larvale ed il virus si moltiplica nelle cellule dell’epitelio del canale alimentare, in quelle dei muscoli che lo circondano e nelle ghiandole salivari (Bandla et al., 1998), esso diventa vettore del virus. Nei due stadi che seguono (prepupa e pupa) l’insetto si trova nel suolo e non trasmette il virus. L’adulto, pur nutrendosi di piante infette, non può acquisire il virus per una particolare conformazione del canale alimentare. Esso trasmette il virus unicamente se lo ha acquisito nel primo stadio larvale. Il periodo medio di inoculazione è di 59 minuti. Il virus non viene trasmesso alla prole attraverso le uova (Wijkamp et al., 1996) (Fig.6). Il tipo di trasmissione è persistente, circolativo e replicativo (propagativo). 9 Fig. 6: Ciclo biologico di F. occidentalis Pergande (Zitter & Daughtrey, 1989). Tra parentesi durata del singolo stadio (Pollini, 1998). Rettangolo grigio: stadio in cui l’insetto acquisisce il virus. Rettangolo nero: stadio in cui l’insetto è in grado di trasmettere il virus 1.8. ALTRI MODI DI TRASMISSIONE 1.8.1. TRASMISSIONE TRAMITE SEME Gebre-Selassie et al. (1989) indicano che la trasmissione del virus via seme è stata riportata nel dopoguerra, ma che essa non è mai stata confermata. Marchoux et al. (2000) riportano che, data la forte frequenza di infezioni in colture di cineraria (Senecio cineraria), la trasmissione tramite seme sembra essere possibile ma che finora non è stato possibile provarlo, mentre Reddy (1988) esclude totalmente questa via. Antignus et al. (1997) indicano che i semi di pomodoro, peperone, celosia e petunia sono esternamente contaminati da virus, ma che tuttavia non avviene alcuna trasmissione. Pottorff & Newman (2001) riportano che TSWV può venir trasmesso tramite seme di Petunia x hybrida e Lycopersicon esculentum. 1.8.2. TRASMISSIONE TRAMITE ATREZZI DI LAVORO La trasmissione tramite attrezzi di lavoro è aleatoria ed ha molto probabilmente solamente un'importanza secondaria (Gebre-Selassie et al., 1989). 10 1.9. DIAGNOSI Diverse tecniche possono essere utilizzate per la diagnosi della presenza di Tospovirus. - - Trasmissione meccanica su piante test (Allen & Matteoni, 1991). Microscopia elettronica (Peters et al., 1991, Kitajima et al., 1992). Trasmissione tramite tripidi. Serologia. Test immunoenzimatico della presenza del virus sia nell’ospite vegetale con anticorpi policlonali (Gonsalves & Trujillo, 1986) e monoclonali (Sherwood et al., 1989) sia nell’insetto vettore (Cho et al., 1988, Bandla et al., 1994). Dot-blot immunoassay (Hsu & Lawson, 1991). Ibridazione con cloni di cDNA (Ronco et al., 1989). Ibridazione con ribosonde (Huguenot et al., 1990). Tecniche basate su Polymerase Chain Reaction (PCR) (Immunocapture Polymerase Chain Reaction (IC-PCR), Reverse Transcription Polymerase Chain Reaction (RTPCR), Immunocapture Reverse Transcription Polymerase Chain Reaction (IC-RTPCR)) (Nolasco et al., 1993, Mumford et al., 1994, Weekes et al., 1996, Adam et al., 1996, Jain et al., 1998). 1.10. CONTROLLO DELLA MALATTIA 1.10.1. MISURE PER RIDURRE L’INOCULO Le misure per ridurre l’inoculo comprendono: (1) il controllo del trasporto di materiale vegetale per evitare la diffusione del focolaio di infezione e l'introduzione di piante infette in campi sani, (2) l’eliminazione di piante infestanti e dei resti della coltura precedente che potrebbero fungere da serbatoio, (3) il controllo protettivo della coltura con reti e (4) la rimozione delle prime piante infette (Roselló et al., 1996) o dell’intera coltura se l'incidenza è troppo elevata (Yudin et al., 1990). 1.10.2. MISURE DI CONTROLLO DEL VETTORE Il controllo del vettore consiste in metodi fisici, chimici e di lotta biologica. I primi comprendono l’uso di reti a maglie finissime su porte e finestre per colture coperte o di pacciamatura riflettente (repellente per l’insetto). I metodi chimici sono sovente inefficaci data la difficoltà nel colpire l’insetto nel ricettacolo florale (luogo principale d’insediamento), l’elevata velocità di proliferazione, l’accavallarsi di più generazioni con il rischio di insorgenza di resistenze e non da ultimo l’elevata polifagia dell’insetto che ne determina la presenza in moltissime specie sia spontanee che coltivate (Vicchi & Garritano, 1999). La lotta biologica sfrutta antagonisti naturali, quali acari predatori (Amblyseius spp.), cimici predatrici (Orius spp.) o funghi (Verticillium lecanii) per ridurre la popolazione di tripidi (UMS, 2002). 11 1.11. MIGLIORAMENTO GENETICO La selezione di piante resistenti è il metodo più efficace per evitare la malattia. Negli ultimi decenni, grandi sforzi orientati verso la ricerca di resistenze in generi vicini di Lycopersicon e nello sviluppo di piante transgeniche tolleranti o resistenti sono stati profusi senza tuttavia mostrare risultati positivi mantenuti nel tempo. 1.12. EVOLUZIONE DEI VIRUS RNA Virus con RNA come genoma sono i parassiti cellulari conosciuti più diffusi. Lo straordinario successo evolutivo è da ricondurre alla loro abilità di usare molteplici strategie riproduttive con un periodo generativo ridotto e di adattarsi facilmente ad una varietà di nicchie ecologiche. Vi sono diversi fattori che conducono ad una variazione del genoma: mutazioni, riassortimenti e ricombinazioni (Matthews, 2001). (1) Le mutazioni (sostituzioni, delezioni ed addizioni) sono dovute alla scarsa fedeltà della replicazione dei genomi costituiti da RNA ed all’assenza di un meccanismo di riparazione. I virus RNA possiedono oltre ad un elevato tasso di replicazione (105 replicazioni al giorno) un elevato tasso di mutazione (10-4-10-5 mutazioni per nucleotide per replicazione) (Tsimring et al. 1996). (2) I virus RNA dispongono di meccanismi di riassortimento, attraverso i quali nuove varianti possono essere generate da geni virali preesistenti. (3) Le ricombinazioni determinano la formazione di molecole di acido nucleico da segmenti precedentemente separatisi dalla stessa molecola o presenti in molecole parentali diverse. Avviene normalmente durante la replicazione e può essere un meccanismo di riparazione. Un ulteriore fattore rilevante è il fenomeno chiamato random genetic drift. Esso si verifica in modo rilevante nelle piccole popolazioni, dove singoli alleli possono essere eliminati o aumentare di frequenza, in modo del tutto casuale (senza selezione) in condizioni di drastiche riduzioni di popolazioni (bottleneck effect) o quando una nuova popolazione prende avvio da un numero ridotto di individui (founder effect). Da tutti questi fattori risulta che da un genitore può derivare nel corso del tempo una moltitudine di mutanti. Sebbene vi sia una grande eterogeneità, questo non significa che si verifichi una rapida evoluzione. Ci sono infatti condizioni (fattori biotici ed abiotici) per le quali i virus si riproducono velocemente ed efficientemente e quindi che favoriscono un accumulo di mutazioni competitive (Steinhauer & Holland, 1987). 1.12.1. EVOLUZIONE DI TSWV Il genoma tripartito di TSWV, la capacità di replicarsi sia nella pianta sia nell’insetto vettore e la presenza di ceppi o Tospovirus diversi in infezione mista nella stessa pianta o in replicazione nello stesso vettore possono facilmente favorire la comparsa di riassortanti o di ricombinanti (Gallitelli & Davino, 1998). 12 1.13. ANALISI FILOGENETICHE Organismi possono essere paragonati e quindi differenziati analizzando le differenze a livello della sequenza degli acidi nucleici in esso contenuti. Anche una sola base mutata in un intero genoma può servire da elemento distintivo. Le differenze genomiche possono essere sondate con diversi tipi di marcatori molecolari come RFLPs, AFLPs, RAPDs, SSRs o come in questa ricerca sequenziando una parte di un gene (NP). Un concetto chiave per la sistematica molecolare è quello di distanza genetica, la quale esprime la divergenza tra unità tassonomiche (operational taxonomic unit, OTU). Le distanze possono venir calcolate con diversi modelli utilizzati secondo l’analisi da effettuare. p distance è il più semplice. Jukes-Cantor, Kimura-2 parametri, Tajima-Nei, Tamura e Tamura-Nei sono modelli matematici che permettono di stimare il numero di nucleotidi sostituiti. Contrariamente a p distance, considerano sostituzioni parallele e backward e sono quindi più adatti quando il rapporto p (numero di loci polimorfici diviso per l’intera lunghezza del genoma) è elevato. Un terzo tipo di modelli (Gamma distance for the Jukes-Cantor Model, Gamma distance for the Kimura Model, Gamma distance for the Tamura-Nei Model) basati sulla distribuzione gamma, considera la diversità del tasso di nucleotidi sostituiti. Rappresentazioni grafiche delle distanze tra OTU vengono chiamate alberi filogenetici o dendogrammi. Essi consistono in nodi (OTU) e rami (percorsi che connettono i nodi) e riassumono il percorso evolutivo degli OTU in questione. Un albero è in scala se la lunghezza dei suoi rami è proporzionale alla distanza genetica ed è unrooted se privo di un nodo interno che rappresenta un potenziale antenato. Esistono molteplici algoritmi capaci di calcolare distanze tra OTU e rappresentarne gli alberi, essi possono essere classificati in distance methods (Neighbor Joining, UPGMA) e discrete-character methods (Maximum Parsimony, Maximum likelihood). L’algoritmo Neighbor Joining è basato sul principio di minimum evolution, il quale assume che l’albero con la minor somma della lunghezza dei rami sia il migliore. Neighbor Joining non esamina tutte le possibili topologie, ma ad ogni stadio del cladeing applica il principio di minimum evolution (Nei & Kumar, 2000). L’algoritmo Maximum Parsimony assume che ogni OTU evolva indipendentemente e calcola il minor numero di sostituzioni che spiegano l’intero processo evolutivo, la topologia che richiede il minor numero di sostituzioni è poi ritenuta come migliore albero. Vi sono due classi di metodi di ricerca degli alberi ottimali: metodi esatti (branch and bound search) ed euristici (heuristic search). Con un numero di OTU maggiore di 9 è consigliabile utilizzare il metodo di ricerca heuristic per evitare tempi di calcolazione troppo elevati. Esso non garantisce affatto che l’albero corretto venga generato, poichè unicamente una piccola parte degli alberi possibili vengono esaminati. Quale risultato vengono generati una serie di alberi (equally parsimonius trees), nel caso ottimale uno solo (most parsimonious o optimal tree), dai quali viene calcolato un consensus tree secondo diversi algoritmi. Al fine di conferire una sicurezza statistica all’ipotesi di relazione, Felsenstein (1985) ha sviluppato l’algoritmo bootstrap. Il metodo utilizzato in MEGA differisce lievemente da quello descritto originariamente da Felsenstein, esso attua una campionatura dei dati iniziali e genera una serie di replicati casuali che inserisce nelle sequenze originali, generandone un nuovo set, il quale è utilizzato per creare un nuovo albero. La topologia dell’albero così ottenuto viene paragonata a quello iniziale. Ad ogni ramo che coincide viene dato il valore 1 (identity value) mentre agli altri 0. Questo processo viene ripetuto più volte (generalmente 1000) e la percentuale delle volte in cui il ramo ha valore 1 viene calcolata. Questo valore è indicarto come bootstrap confidence value o semplicemente bootstrap value (Nei & Kumar, 2000). 13 1.14. SCOPO DELLA RICERCA 1. Implementare la tecnica della trascrizione inversa (RT-PCR) come metodo di diagnosi della presenza di TSWV. 2. Determinare se con questa tecnica è possibile diagnosticare infezioni latenti (senza presenza di sintomi) e nel caso positivo dopo quanto tempo dall’infezione. 3. Determinare attraverso sequenziamento se in Ticino sono presenti uno o più genotipi di TSWV. 4. Se più genotipi sono presenti, determinarne la possibile origine. 14 2. MATERIALE E METODI 2.1. PROVENIENZA DEI CAMPIONI 2001 31 campioni di foglia di pomodoro prelevati da 31 piante presentanti i sintomi tipici di TSWV sono stati raccolti da M. Jermini e T. Pedrinis nei mesi di luglio ed agosto 2001 presso le aziende All’Orto (Muzzano, 7 campioni), Ballerini (Novazzano, Brusata, 6 campioni), Beghelli (Iragna, 9 campioni) e Giorgi (Novazzano, 9 campioni). I campioni sono stati conservati a –20°C in sacchetti di plastica. 2.2. PROVENIENZA DEI CAMPIONI 2002 Un campione di foglia di pomodoro, uno di lattuga ed uno di lattuga foglia di quercia con i sintomi tipici di TSWV riscontrati in aziende ticinesi sono stati raccolti e conservati a –20°C in sacchetti di plastica. 2.3. PRELIEVO DEI CAMPIONI DI LATTUGA E POMODORO PER DIAGNOSI PRECOCE Una superficie (tunnel di plastica, 8 m) è stata selezionata presso l’azienda Giorgi a Novazzano dove il virus ha avuto una forte incidenza nella stagione 2001. La temperatura e l’umidità all’interno del tunnel sono state rilevate con un termoidrografo. La popolazione degli insetti vettori (F. occidentalis e T. tabaci) è stata monitorata con l’ausilio di trappole cromotropiche Rebell blu (Andermatt Biocontrol, Grossdietwil) da M. Jermini. 2.3.1. CAMPIONI DI LATTUGA (Lactuca sativa L. var capitata L.) Campioni di foglia sono stati prelevati ad intervalli settimanali (in totale 6 prelievi) da piante di lattuga varietà Gomera. Le piante non hanno subito alcun trattamento fitosanitario dopo il trapianto nel tunnel. 50 piante di lattuga sono state scelte casualmente all’interno della parcella, esse sono state marcate con una bacchetta di plastica posta vicino alla pianta e numerate in maniera crescente a partire dalle entrate del tunnel (Fig. 7). 10 cm2 ca di tessuto proveniente dalle prime foglie (tra la quinta e l’ottava partendo dal piede) sono stati staccati, posti singolarmente in sacchetti di plastica e conservati a –20°C. Il primo prelievo è stato effettuato il 1° marzo 2002, l’ultimo il 5 aprile 2002 quando le piante erano pronte per la raccolta. 15 Nord 50 49 48 25 46 47 24 22 42 43 21 41 23 39 37 40 45 44 20 19 38 18 36 35 17 16 34 31 15 33 14 12 13 11 9 32 10 28 8 6 4 7 5 3 30 27 2 29 26 1 Sud Fig. 7: Rappresentazione del tunnel da cui sono stati prelevati i campioni di lattuga. : pianta di lattuga. 2.3.2. CAMPIONI DI POMODORO (Lycopersicon esculentum Mill.) Campioni di foglia sono stati prelevati ad intervalli settimanali (4 prelievi) da piante di pomodoro Egeris a due teste. Il tunnel è stato suddiviso in tre sezioni con diverso trattamento insetticida. Nella prima, posizionata a sud, i trattamenti insetticidi sono stati eseguiti secondo una soglia di tolleranza di inizialmente 2, in seguito 5 insetti per trappola. La seconda sezione, situata nel mezzo del tunnel è stata trattata intensivamente, mentre la terza, posta a nord non è stata trattata (sezione testimone). Sono state scelte 48 piante disposte vicino alle entrate, esse sono state numerate per fila in modo crescente a partire dall’entrata del tunnel. I campioni da 1 a 36 provengono dalla superficie testimone, mentre i campioni da 37 a 48 da piante trattate secondo la soglia di tolleranza, basata sul numero di catture per trappola (chiamata in questo lavoro: strategia) (Fig. 8). 2 cm2 ca. di tessuto proveniente dalla fogliola all’estremità della terza foglia (dalla testa verso il basso), sono stati staccati, posti singolarmente in provette Eppendorf da 2 ml e conservati a –20°C. Il primo prelievo è stato effettuato il 4 maggio 2002, l’ultimo il 25 maggio 2002. Nord Testimone 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 29 30 31 32 32 33 34 35 36 28 Trattamento intensivo … … … … … … Strategia 39 38 37 … 42 41 40 … 45 44 43 48 47 46 Sud Fig. 8: Rappresentazione del tunnel da cui sono stati prelevati i campioni di pomodoro. Il tunnel è stato suddiviso in tre sezioni con diverso trattamento insetticida. I campioni sono stati prelevati nella sezione testimone ed in quella trattata secondo la strategia. : pianta di pomodoro. ...: altre piante di pomodoro presenti nel tunnel ma non indicate nella rappresentazione. 16 2.4. ESTRAZIONE DI RNA Sono stati applicati quattro metodi di estrazione. 2.4.1. ESTRAZIONE CON IL KIT NUCLEOSPIN (MACHEREY NAGEL, OENSINGEN, SVIZZERA) MULTI-96 PLANT È stato seguito il protocollo annesso con le seguenti modifiche: - punto 1: non è stata aggiunta RNasi. punto 2: i campioni sono stati centrifugati per 10 min a 6000 g invece di 20 min. punto 5: i campioni sono stati centrifugati per 2 min a 6000 g invece di 3 min. 2.4.2. ESTRAZIONE CON RNeasy PLANT MINI KIT (QIAGEN, HILDEN, GERMANIA) È stato seguito il protocollo annesso. 2.4.3. ESTRAZIONE CON SV TOTAL RNA ISOLATION SYSTEM (PROMEGA, MADISON, USA) È stato seguito il protocollo annesso. 2.4.4. ESTRAZIONE CON IL PROCEDIMENTO DESCRITTO DA Jones et al., 1998 È stato seguito il procedimento con modifiche. 1. Polverizzare 100-150 mg di foglia (Fast Prep FP 120 BIO 101 Savant) in un Eppendorf da 2 ml con biglie di vetro di 2,5 mm (Biospec). 2. Aggiungere 400 µl di homogenisation buffer1e mischiare. 3. Aggiungere 30 µl di 10% SDS e 800 µl di cloroformio-alcol isoamilico (24:1). 4. Mischiare le fasi per 10 min e centrifugare per 5 min a 14000 g (5415 C Eppendorf). 5. Trasferire la fase acquosa in un nuovo Eppendorf da 1,5 ml e riestrarre con 400 µl di cloroformio-alcol isoamilico (24:1), mischiare le fasi per 10 min e centrifugare per 5 min a 14000 g (5415 C Eppendorf). 6. Ripetere il punto 5. 7. Trasferire il supernatante (400 µl) in un nuovo Eppendorf da 1,5 ml ed aggiungere 20 µl di acetato di sodio 3M e 1 ml di etanolo gelido al 100 %. 8. Incubare a –70°C per 15 min e centrifugare per 15 min a 14000 g ed a 4°C (5415 R Eppendorf). 9. Scartare il supernatante, risospendere il pellet in 100 µl di acetato di sodio 3M. Incubare su ghiaccio per 15 min, centrifugare per 15 min a 14000 g ed a 4°C (5415 R Eppendorf). 10. Scartare il supernatante, risospendere il pellet di RNA in 200 µl di TE pH 8, aggiungere 20 µl di acetato di sodio 3M. 17 11. Estrarre con 200 µl di cloroformio-alcol isoamilico (24:1), mischiare le fasi per 10 min e centrifugare per 5 min a 14000 g (5415 C Eppendorf). 12. Trasferire il supernatante in un nuovo Eppendorf da 1,5 ml ed aggiungere 500 µl di etanolo al 100 %. Incubare a –70°C per 15 min. 13. Centrifugare per 15 min a 14000 g ed a 4°C (5415 R Eppendorf). 14. Scartare il supernatante. Lavare il pellet con 200 µl di etanolo al 70%. 15. Essiccare il pellet per 5-10 min (SpeedVac Concentrator Savant). 16. Risospendere il pellet in 50 µl di acqua priva di RNAsi (DEPC treated water). 1 Homogenisation buffer: 0,2 M Tris-HCl pH 8,5, 0,2 M saccarosio, 30 mM acetato di Mg, 60 mM KCl, 1% PVP, 0,31% β-mercaptoetanolo. 2.5. GEL ELETTROFORESI DEL PRODOTTO ESTRATTO (RNA) 5 µl di prodotto estratto sono stati separati su gel di agarosio 1% (Gibco) in 0,5x TBE contenente tracce di bromuro di etidio. 2.6. SINTESI DI cDNA ED AMPLIFICAZIONE TRAMITE PCR (RT-PCR) Sono stati applicati quattro sistemi, due utilizzanti la retrotrascrittasi derivata da Avian Myeloblastosis Virus (AMV), uno Moloney Murine Leukemia Virus (M-MuLV) ed un sistema a base di ricombinanti eterodimerci di enzimi espressi in E. coli per la sintesi di cDNA. 2.6.1. RT-PCR CON ACCESS RT-PCR INTRODUCTORY SYSTEM (PROMEGA MADISON, USA) Per l’analisi dei campioni di pomodoro raccolti nel 2001, i quali presentavano sintomi evidenti di TSWV è stato utilizzato il kit Access RT-PCR Introductory Sytem (Promega, Madison, USA). Il protocollo annesso è stato seguito utilizzando i primers NP pubblicati da Jain et al., 1998 (Tab. 1) ed aggiungendo al mix di reazione 2 µl di Template RNA (Tab. 2). Per l’amplificazione, eseguita in un termocycler Gene Amp 9600 PCR System (Perkin Elmer Cetus), sono state rispettate le condizioni descritte in Tab. 3. Tab. 1: Primer specifici per gene NP di TSWV (sintetizzati da Mycrosynth, Belgach, Svizzera). Primer Coordinate1 Sequenza Referenza NP for 154 - 171 5’- ATGTCTAAGGTTAAGCTC - 3’ Jain et al., 1998 NP rev 912 - 930 5’- TTAAGCAAGTTCTGTGAG - 3’ Jain et al., 1998 1 Coordinate sulla mappa dei nucleotidi dell’isolato BR-01 (De Haan et al., 1991) 18 Tab. 2: Mix di reazione per RT – PCR. Reagenti ddH2O AMV/Tfl 5x Reaction Buffer dNTP Mix (10mM di ogni dNTP) Primer For (10 µM) Primer Rev (10 µM) 25 mM MgSO4 AMV Reverse Trancsriptase (5u/µl) Tfl DNA Polymerase (5u/µl) RNA totale Volume totale Mix Concentrazione finale 23 µl 1x 10 µl 0,2 mM 1 µl 5 µl 1 µM 5 µl 1 µM 2 µl 1 µM 1 µl 0,1 u/µl 1 µl 0,1 u/µl 2 µl 50 µl Tab. 3: Condizioni per RT-PCR. First strand cDNA Synthesis (1 ciclo) Temperatura Reverse transcription 48°C AMV RT inactivation and RNA/cDNA/primer 94°C denaturation Second strand Synthesis e amplificazione tramite PCR (40 cicli) Temperatura Denaturazione 94°C Annealing 60°C Estensione 68°C Estensione finale 68°C 2.6.2. RT-PCR CON REVERSE MANNHEIM, GERMANIA) Durata 45 min 2 min Durata 30 s 1 min 2 min 7 min TRANSCRIPTASE AMV (ROCHE, Per l’analisi dei bulks dell’esperimento di diagnosi precoce di lattuga e pomodoro senza sintomi è stata utilizzata, per la sintensi di cDNA la retrotrascriptasi AMV (Roche, Mannheim, Germania). Il prodotto ottenuto è stato successivamente amplificato mediante PCR, seguita da un’ulteriore amplificazione con nested primers. 2.6.2.1. SINTESI DEL cDNA Non trattandosi di un kit one step, è stato dapprima sintetizzato cDNA utilizzando l’enzima AMV (Roche, Mannheim, Germania). Il protocollo annesso è stato seguito utilizzando i primers NP pubblicati da Jain et al., 1998 (Tab. 1) ed aggiungendo al mix di reazione 5 µl di RNA totale (Tab. 4). Per la sintesi di cDNA, eseguita in un termocycler Gene Amp 9600 PCR System (Perkin Elmer Cetus), sono state rispettate le condizioni descritte in Tab. 5. 19 Tab. 4: Mix di reazione per sintesi del cDNA. Reagenti 5x Incubation Buffer dNTP Mix Primer NP rev (10 µM) AMV Reverse Trancsriptase (5u/µl) RNA totale Volume totale Mix 4 µl 10 µl 0,5 µl 0,5 µl 5 µl 20 µl Tab. 5: Condizioni per reverse transcriptase (Dewey et al., 1996). First strand cDNA Synthesis (1 ciclo) Sintesi di cDNA AMV RT inactivation Temperatura Durata 42°C 60 min 94°C 2,5 min 2.6.2.2. AMPLIFICAZIONE SPECIFICA TRAMITE PCR In un secondo passaggio cDNA sono stati amplificati mediante PCR. 5 µl di soluzione di sintesi di cDNA sono stati aggiunti al mix di reazione di PCR (Tab. 6). Per l’amplificazione, eseguita in un termocycler Gene Amp 9600 PCR System (Perkin Elmer Cetus), sono state rispettate le condizioni descritte in Tab. 7. Tab. 6: Mix di reazione per PCR specifica. Reagenti ddH2O 10 x Buffer dNTP Mix Primer NP rev (10 µM) Primer NP for (10 µM) Taq cDNA Volume totale Mix 34,80 µl 5,00 µl 2,50 µl 1,00 µl 1,00 µl 0,70 µl 5 µl 50 µl Concentrazione finale 0,10 mM 0,20 µM 0,20 µM 0,07 u/µl Tab. 7: Condizioni per PCR specifica (40 cicli). Denaturazione Annealing Estensione Estensione finale Temperatura Durata 94°C 30 s 53°C 30 s 72°C 1 min 68°C 7 min 2.6.2.3. NESTED PCR Nested primers sono stati disegnati sulla sequenza TI01TOA allineata con altre sequenze di isolati ticinesi (TI01TOB – TI01TOC) (Tab. 8). 20 Tab. 8: Primers per nested PCR (sintetizzati da Mycrosynth, Belgach, Svizzera). Primer Coordinate1 Sequenza NPnest for 213 - 235 5’- CCTTGAGTTTGAGGAAGATCAGA - 3’ NPnest rev 823 - 836 5’- CCTTTAGCATTAGGATTGCTGG - 3’ 1 Coordinate sulla mappa dei nucleotidi dell’isolato BR-01 (De Haan et al., 1991) Referenza questa ricerca questa ricerca 2 µl di prodotto PCR della prima amplificazione sono stati aggiunti al mix di reazione (Tab. 9). Per l’amplificazione, eseguita in un termocycler Gene Amp 9600 PCR System (Perkin Elmer Cetus), sono state rispettate le condizioni descritte in Tab. 10. Tab. 9: Mix di reazione per PCR specifica. Reagenti ddH2O 10 x Buffer dNTP Mix Primer NPnest rev (10 µM) Primer NPnest for (10 µM) Taq Template DNA Volume totale Mix Concentrazione finale 21,88 µl 3,00 µl 0,10 mM 1,50 µl 0,60 µl 0,20 µM 0,60 µl 0,20 µM 0,42 µl 0,07 u/µl 2 µl 30 µl Tab. 10: Condizioni per PCR specifica (35 cicli). Denaturazione Annealing Estensione Estensione finale Temperatura 94°C 55°C 72°C 68°C Durata 30 s 30 s 1 min 7 min 2.6.3. RT-PCR CON ONE STEP RT-PCR KIT (QIAGEN, HILDEN, GERMANIA) Il protocollo annesso è’ stato seguito utilizzando i primers NP pubblicati da Jain et al., 1998 (Tab. 1) ed aggiungendo al mix di reazione 2 µl di RNA totale (Tab. 11). Per l’amplificazione, eseguita in un termocycler Gene Amp 9600 PCR System (Perkin Elmer Cetus), sono state rispettate le condizioni descritte in Tab. 12. Tab. 11: Mix di reazione per RT – PCR. Reagenti RNAse free Water 5 x QIAGEN One Step RT-PCR Buffer dNTP Mix Primer NP rev (10 µM) Primer NP for (10 µM) QIAGEN One Step RT-PCR Enzyme Mix Template RNA Volume totale Mix Concentrazione finale 28 µl 1x 10 µl 2 µl 400 µl di ogni dNTP 3 µl 0,6 µΜ 3 µl 0,6 µΜ 2 µl 2 µl 50 µl 21 Tab. 12: Condizioni per RT-PCR. First strand cDNA Synthesis (1 ciclo) Temperatura Durata Reverse transcription 50°C 30 min Initial PCR activation step 95°C 15 min Second strand Synthesis e amplificazione tramite PCR (35 cicli) Temperatura Durata Denaturazione 94°C 30 s Annealing 52°C 30 s Estensione 72°C 1 min Estensione finale 72°C 10 min 2.6.4. RT-PCR CON ROBUST II RT-PCR KIT (FINNZYMES, ESPOO, FINLANDIA) Il protocollo annesso è stato seguito utilizzando i primers NP pubblicati da Jain et al., 1998 (Tab. 1) ed aggiungendo al mix di reazione 3 µl di RNA totale (Tab. 13). Per l’amplificazione, eseguita in un termocycler Gene Amp 9600 PCR System (Perkin Elmer Cetus), sono state rispettate le condizioni descritte in Tab. 14. Tab. 13: Mix di reazione per RT – PCR. Reagenti RNase free Water 10 x RobusT Reaction buffer 50 mM MgCl2 dNTP Mix Primer NP rev (10 µM) Primer NP for (10 µM) M-MuLV RT RNase H- 5u/µl DyNAzyme EXT 1u/µl RNA totale Volume totale Mix 33.5 µl 5 µl 1.5 µl 1 µl 1 µl 1 µl 2 µl 2 µl 3 µl 50 µl Tab. 14: Condizioni per RT-PCR. First strand cDNA Synthesis (1 ciclo) Temperatura Durata Reverse transcription 48°C 45 min Initial PCR activation step 94°C 2,5 min Second strand Synthesis eD amplificazione tramite PCR (40 cicli) Temperatura Durata Denaturazione 94°C 30 s Annealing 53°C 30 s Estensione 72°C 1 min Estensione finale 72°C 7 min 2.6.5. GEL ELETTROFORESI DEL PRODOTTO RT-PCR 5 µl di prodotto RT-PCR sono stati separati su gel di agarosio 1% (Gibco) in 0,5x TBE contenente tracce di bromuro di etidio. 22 2.6.6. PURIFICAZIONE DEL PRODOTTO RT-PCR E’ stato utilizzato il QIAquick PCR Purification Kit (Qiagen, Hilden, Germania) seguendo il protocollo annesso, eluendo con 30 µl di tampone d’eluizione. 2.6.7. QUANTIFICAZIONE DEL DNA La stima della quantità di DNA purificato è stata effettuata confrontando la luminosità delle bande di DNA con le bande degli standard 5 ng, 25 ng e 50 ng su gel di agarosio. 2.7. EFFICACIA DELLA RT-PCR COME METODO DI DIAGNOSI DELLA PRESENZA DI TSWV L’efficacia della diagnosi di TSWV tramite RT-PCR è stata testata analizzando 12 campioni di foglia di pomodoro in cui la presenza del virus è stata precedentemente accertata, 3 campioni provenienti da piante sane ed 1 di acqua (controlli negativi). RNA è stato estratto con il kit Nucleospin Multi-96 Plant (Macherey-Nagel, Oensingen, Svizzera) e la sintesi di cDNA e successiva amplificazione tramite PCR è stata eseguita con il kit Access RT-PCR Introductory System (Promega, Madison, USA) utilizzando i primers L indicati in Tab. 15. Tab. 15: Primer specifici per gene L di TSWV (sintetizzati da Mycrosynth, Belgach, Svizzera). Primer Coordinate 1 Sequenza Referenza L1 4102 - 4121 5’- AATTGCCTTGCAACCAATTC - 3’ Mumford et al., 1994 L2 4397 - 4416 5’- ATCAGTCGAAATGGTCGGCA - 3’ Mumford et al., 1994 1 Coordinate sulla mappa dei nucleotidi dell’isolato BR-01 (De Haan et al., 1991) 2.8. ANALISI DEI CAMPIONI DI LATTUGA E POMODORO PER DIAGNOSI PRECOCE RNA è stato estratto utilizzando il kit NucleoSpin Multi-96 Plant (Macherey Nagel, Oensingen, Svizzera). La presenza di RNA è stata controllata su gel (cap. 2.4.5.). Dai Template RNA estratti, disposti su 8 righe (A-H) in 6 (1-6) colonne in una piastra da microtitrazione, sono stati prelevati 5 µl di ogni campione e sono stati mescolati per linea e per colonna ottenendo 14 bulk, 8 di RNA presenti nelle righe (A-H) e 6 nelle colonne (1-6). 23 A B C D E F G H 1 1 2 3 4 5 6 7 8 2 9 10 11 12 13 14 15 16 3 17 18 19 20 21 22 23 24 4 25 26 27 28 29 30 31 32 5 33 34 35 36 37 38 39 40 6 41 42 43 44 45 46 47 48 A B C D E F G H 1 2 3 4 5 6 Fig. 9: Schema rappresentante la costruzione dei bulk per diagnosi precoce. 2.9. CYCLE SEQUENCING Per determinare la sequenza delle basi nella molecola di DNA è stato utilizzato ABI PRISM® Big DyeTM Terminator v3.0 Ready Reaction Cycle Sequencing Kit (Applied Biosystems, 2001). Ogni DNA è stato sequenziato nelle due direzioni utilizzando i primers NP for e NP rev pubblicati da Jain et al., 1998. Le reazioni di sequenziamento sono state eseguite come descritto in Tab. 16 in un termocycler Gene Amp 9600 PCR System (Perkin Elmer Cetus), rispettando le condizioni descritte in Tab. 17. Tab. 16: Mix per cycle sequencing. Big dye 5x rxn buffer1 Primer NP for o NP rev (1,6 µΜ) (nested per insalata) ddH2O DNA (5-20 ng) Volume totale 1 5x rxn buffer: 400 mM Tris HCl, 10mM MgCl2, pH 9,0 Tab. 17: Condizioni per cycle sequencing (35 cicli). Denaturazione Annealing Estensione Temperatura 96°C 50°C 60°C Durata 10 s 5s 4 min 24 Mix 1 µl 0,5 µl 0,5 µl Y X 5 µl 2.9.1. PURIFICAZIONE DEI PRODOTTI DELLA CYCLE SEQUENCING Con questa procedura vengono eliminati sali, primers e altri oligonucleotidi di lunghezza leggermente superiore, ddNTPs e dNTP non integrati. 1. In una piastra per filtrazione MAHVN 45 (ABI PRISM) aggiungere ad un volume di 45 µl di DNA Grade Sephadex G-50 Fine (Amersham Pharmacia Biotech), 290 µl di ddH2O. Lasciar equilibrare a temperatura ambiente per 3 ore o più a lungo in refrigerante. Le piastre equilibrate possono venir sigillate con un foglio di pellicola per alimenti (Saran) e conservate a 4°C in refrigerante per più settimane. 2. Porre la piastra per filtrazione su una piastra per titolazione (microtiter plate) e centrifugare a 900 g per 5 min (Sigma 4-15 C Qiagen). Gettare il tampone raccolto nella piastra per titolazione. 3. Aggiungere 145 µl di ddH2O per purificare il Sephadex e centrifugare a 900 g per 5 min (Sigma 4-15 C Qiagen). 4. Aggiungere 15 µl di acqua al prodotto di reazione. Pipettare il tutto nella colonna di Sephadex. 5. Porre la piastra per filtrazione su una piastra (Beckman CEQ) e centrifugare a 900 g per 5 min (Sigma 4-15 C Qiagen). 6. Ricoprire con 20 µl di olio minerale il prodotto purificato. 2.10. SEQUENZIAMENTO Il sequenziamento del prodotto PCR è stato eseguito con il sequenziatore 3100 Genetic Analyzer (ABI PRISM) secondo i parametri descritti in Tab. 18. Tab. 18: Parametri di lettura delle sequenze. Lunghezza dei capillari Run Run temperature Run voltage Injection Injection voltage 2.11. 50 mm 6500 s 50°C 12,2 kV 15 s 1,5 kV ELABORAZIONE DEGLI ELETTROFEROGRAMMI Per ogni campione è stata ottenuta la sequenza FORWARD e REVERSE. Il programma GCG (Genetics Computer Group of the University of Winsconsion, Devereux et al., 1984) è stato utilizzato per allineare la sequenza della matrice e la sequenza del suo complementare. Il programma fa risaltare eventuali incongruenze tra le sequenze e permette una correzione. Dal confronto delle due sequenze (FORWARD e REVERSE), viene creata la sequenza “consensus”. 2.12. RICERCA DI SEQUENZE Sequenze del gene NP di TSWV di isolati mondiali sono state ottenute dalla letteratura (Heinze et al. 2001) e con ricerca in banca dati (GenBank). 25 2.13. ALLINEAMENTO DELLE SEQUENZE Le sequenze sono state allineate utilizzando il programma CLUSTAL W (Thompson et al., 1994) messo a disposizione nel sito web www.ddbj.nig.jp/E-mail/clustalW-e.html. 2.14. ANALISI FILOGENETICHE Le analisi filogenetiche sono state effettuate con i programmi PAUP* (Phylogenetic Analysis Using Parsimony and Other Methods) versione 4.0 (Swofford, 1998) in GCG (Genetics Computer Group of the University of Winsconsion, Devereux et al. 1984) e MEGA (Molecular Evolutionary Genetics Anlysis), versione 2.1 (Kumar et al., 2001). Una serie di cladogrammi basati sull’algoritmo di maximum parsimony è stata calcolata con il metodo di ricerca heuristic search in PAUPSearch, da essi è stato generato un consensus tree secondo la 50% majority rule ed esso è stato rappresentato graficamente in PAUPDisplay. Le analisi di distanza sono state effettuate in MEGA con l’algoritmo Neighbour Joining (NJ) ed il modello Jukes-Cantor. Per l’analisi statistica bootstrap sono state scelte 1000 ripetizioni. Il cladogramma ottenuto in PAUP* è stato confrontato con il filogramma ottenuto con MEGA e quindi rappresentato. Le biforcazioni con valore bootstrap inferiore al 50% (non significanti) sono state eliminate ed i rami fusi. Il numero di sostituzioni sinonime e non sinonime è stato calcolato con il metodo di NeiGojobori in MEGA. Per le sequenze di 518 nucleotidi, rispettivamente 172 aminoacidi sono state effettuate unicamente analisi di distanza in MEGA come precedentemente descritto, per mancanza di tempo. 26 3. RISULTATI 3.1. EFFICACIA DELLA RT-PCR COME METODO DI DIAGNOSI DELLA PRESENZA DI TSWV TSWV è divenuto nel corso degli ultimi tre anni un importante problema nelle colture orticole ticinesi. Lo scopo di questo primo esperimento era di determinare la possibilità di utilizzare la RT-PCR come metodo di diagnosi della presenza di TSWV. Sono stati analizzati 12 campioni di foglia di pomodoro in cui la presenza del virus è stata precedentemente accertata, 3 campioni provenienti da piante sane ed 1 di acqua (controlli negativi). L’RNA è stato estratto con il kit Nucleospin Multi-96 Plant (Macherey-Nagel, Oensingen, Svizzera) e su gel è stata controllata la presenza di RNA per tutti i campioni provenienti da foglia di pomodoro (con e senza virus). La sintesi di cDNA e la successiva amplificazione tramite PCR è stata eseguita con il kit Access RT-PCR Introductory System (Promega, Madison, USA). Su gel sono state osservate 12 bande (2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 10, 11, 13, 14, 15) di approssimativamente 300 bp corrispondenti al gene L di TSWV unicamente per il prodotto RT-PCR sintetizzato da RNA estratto da foglie di piante con TSWV. La banda ottenuta per il campione 11 è risultata molto debole. Non è stata ottenuta un’amplificazione nè per il prodotto RT-PCR sintetizzato da RNA estratto da foglie di piante sane nè per il controllo negativo con acqua (Fig.10). M 1* 2 3 4 5 6 7 8 9* 10 11 12* 13 14 15 W S1 S5 S10 Fig. 10: Gel elettroforesi del prodotto RT-PCR sintetizzato da RNA estratto da foglie di pomodoro di piante con presenza accertata di TSWV, da foglie di piante sane e controllo negativo con acqua. 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 10, 11, 13, 14, 15: prodotto RT-PCR sintetizzato da RNA estratto da foglie di piante con TSWV. 1*, 9*, 12*: prodotto RT-PCR sintetizzato da RNA estratto da foglie di piante sane. W: acqua (controllo negativo). M: 100 bp ladder. S1, S5, S10: Standard 5, 25, 50 ng DNA. I risultati positivi di questo esperimento hanno dimostrato la possibilità di identificare la presenza di TSWV tramite RT-PCR. Si è quindi proceduto alla scelta dei metodi d’estrazione dell’RNA e di trascrizione inversa (sintesi di cDNA e successiva amplificazione tramite PCR) più veloci, economici ed efficaci per i vari tipi di esperimento. 27 3.1.1. EFFICACIA DEI METODI DI ESTRAZIONE DI RNA I quattro metodi di estrazione di RNA da foglia di pomodoro ed insalata utilizzati (Kit Nucleospin Multi-96 Plant (Macherey-Nagel, Oensingen, Svizzera), RNeasy Plant Mini Kit (Qiagen, Hilden, Germania), SV Total RNA Isolation System (Promega, Madison, USA) e Jones et al., 1998) sono risultati tutti ugualmente efficaci, la quantità di RNA estratto è risultata approssimativamente uguale. Si è optato per il kit Nucleospin Multi-96 Plant (Macherey-Nagel, Oensingen, Svizzera) perchè permette di svolgere contemporaneamente un elevato numero di estrazioni in tempo relativamente breve. 3.1.2. EFFICACIA DEI METODI DI SINTESI DI cDNA ED AMPLIFICAZIONE TRAMITE PCR (RT-PCR) I quattro metodi di sintesi di cDNA ed amplificazione tramite PCR (RT-PCR) hanno dato risultati diversi. Il kit RT-PCR Introductory System (Promega, Madison, USA) ha dato risultati ottimali per RNA estratto da foglie di pomodoro con evidenti sintomi di TSWV, mentre non ha sintetizzato DNA da RNA estratto da foglie di insalata (lattuga e lattuga foglia di quercia) con sintomi. Una successiva riamplificazione specifica con primers NP del prodotto ottenuto ha mostrato su gel la presenza di più bande di grandezze diverse, lo stesso risultato è stato ottenuto con l’uso di nested primers. La sintesi di cDNA e successiva amplificazione tramite PCR con Reverse Transcriptase AMV (Roche, Mannheim, Germania) come descritta nel protocollo annesso non ha dato risultati positivi, in alcuni casi erano presenti bande di intensità molto debole ed in altri esse erano totalmente assenti. L’aumento da 35 a 40 cicli della prima amplificazione e la successiva riamplificazione con nested primers ha permesso di ottenere bande di forte intensità, corrispondenti ad una concentrazione di più di 10 ng di DNA per µl sia per l’RNA dei singoli campioni che per i miscugli di RNA di insalata e pomodoro in assenza di sintomi (v. cap. 3.2). Il kit One Step RT-PCR (Qiagen, Hilden, Germania) ha dato risultati positivi mentre l’efficacia del kit RobustII RT-PCR (Finnzymes, Espoo, Finlandia) non è risultata soddisfacente per RNA estratto da foglie di pomodoro con sintomi di TSWV. Per l’analisi di diagnosi precoce da lattuga e pomodoro è stato scelto il metodo con Reverse Transcriptase AMV (Roche, Mannheim, Germania) con 40 cicli di amplificazione e successiva riamplificazione (35 cicli) con nested primers. 3.2. DIAGNOSI PRECOCE ED EPIDEMIOLOGIA Le analisi di diagnosi precoce su lattuga e pomodoro sono state svolte allo scopo di determinare se attraverso RT-PCR è possibile diagnosticare infezioni latenti di TSWV (senza presenza di sintomi). Dapprima sono stati analizzati i campioni dell’ultimo prelievo per determinare se TSWV fosse presente in piante senza sintomi. Per le piante positive è stato analizzato il campione del prelievo precedente, risalendo fino a ritrovare campioni privi di TSWV. 28 3.2.1. LATTUGA 50 campioni di foglia di lattuga sono stati prelevati ad intervalli settimanali dalle stesse piante dal 1 marzo al 5 aprile 2002 (in totale 6 prelievi) presso l’azienda Giorgi a Stabio in un tunnel fortemente colpito nella stagione 2001. RNA è stato estratto da 48 campioni di foglia di lattuga provenienti dall’ultimo prelievo. Allo scopo di ridurre il numero di reazioni, RNA estratto dai singoli campioni è stato mescolato per riga (bulk A-H) e per colonna (bulk 1-6), ottenendo 14 miscugli. Ai bulk A ed 1 è stato aggiunto RNA estratto da lattuga foglia di quercia (BRE150402FQ1) in cui la presenza di TSWV è stata precedentemente accertata ottenendo i miscugli di controllo positivi (CA e C1). Acqua (W) è stata utilizzata come controllo negativo. La sintesi di cDNA è stata eseguita utilizzando Reverse Transcriptase AMV (Roche, Mannheim, Germania), oltre ai bulk ed ai miscugli di controllo sono stati trascritti ed amplificati singolarmente RNA estratto da lattuga (L, BRE150402LE1) e due provenienti da lattuga foglia di quercia (FQ, BRE150402FQ1) come controlli positivi singoli. Per 9 dei 14 bulk (A, C, F, G, 1, 2, 3, 4 e 6), per i miscugli di controllo (CA e C1) e per i controlli positivi singoli (L, FQ) è stata ottenuta su gel una banda di 600 bp corrispondente a parte del gene NP di TSWV (Fig. 11). M A B C D E F G H 1 2 3 4 5 6 CA W C1 L FQ FQ S1 S5 S10 Fig. 11: RT-PCR test di bulks di RNA estratto da foglie di lattuga senza sintomi raccolte il 5 aprile 2002 (ultimo prelievo) presso l’azienda Giorgi a Stabio. M: 100 bp ladder. A-H, 1-6: miscugli (bulks). CA, C1: miscugli di controllo (BRE140402FQ1). L, FQ: controlli positivi singoli (BRE150402LE1, BRE150402FQ1). S1, S5, S10: Standard 5, 10, 50 ng DNA. Dalle amplificazioni ottenute è quindi ipotizzabile la presenza di almeno un campione con TSWV in ognuno dei bulk per i quali è stata ottenuta su gel una banda (Fig. 12). A B C D E F G H 1 1 2 3 4 5 6 7 8 2 9 10 11 12 13 14 15 16 3 17 18 19 20 21 22 23 24 4 25 26 27 28 29 30 31 32 5 33 34 35 36 37 38 39 40 6 41 42 43 44 45 46 47 48 Fig. 12: Schema rappresentante in grigio i bulk contenenti almeno un campione di lattuga con TSWV. In grassetto sono indicati i campioni potenzialmente infetti, in bianco i bulks ed i campioni in cui la presenza di TSWV non è stata riscontrata. 29 Al fine di determinare il numero esatto di piante con TSWV, si è proceduto all’analisi dei 20 campioni potenzialmente infetti (1, 3, 6, 7, 9, 11, 14, 15, 17, 19, 22, 23, 25, 27, 30, 31, 41, 43, 46 e 47, indicati in grassetto nella figura 12). Questa analisi ha permesso di determinare che 14 di essi (1, 6, 9, 11, 14, 15, 22, 23, 27, 31, 41, 43, 46 e 47) su 48 (29,2%) piante provenienti dall’ultimo prelievo sono effettivamente infetti dal virus. Successivamente si è proceduto al sequenziamento dei campioni allo scopo di determinare il loro aplotipo (vedi 3.5.1.). La loro distribuzione è rappresentata nella figura 13. Nord 50 49 48 46 25 47 24 22 43 42 21 41 23 39 37 40 45 44 20 19 38 18 36 35 17 16 31 14 12 15 34 33 13 11 9 32 10 28 8 6 4 7 5 3 30 27 29 26 2 1 Sud Fig. 13: Rappresentazione del tunnel da cui sono stati prelevati i campioni di lattuga e distribuzione degli aplotipi. : pianta di lattuga. , , , e : Aplotipi di TSWV presenti in piante di lattuga senza sintomi ( : TI01TOD, : TI01TOC, : TI01TOG, : TI02TOLEI, : TI02LEL, : TI02LEM, vedi 3.5.1.). Per mancanza di tempo non sono stati analizzati i campioni dei prelievi precedenti il sesto. 3.2.2. POMODORO 48 campioni di foglia di pomodoro sono stati prelevati ad intervalli settimanali dal 4 al 25 maggio 2002 (in totale 4 prelievi) presso l’azienda Giorgi a Stabio nel tunnel fortemente colpito nel 2001 dal quale sono stati prelevati i campioni di lattuga (cap. 3.2.1). Per l’analisi dei campioni si è proceduto come per la lattuga. RNA è stato estratto dai 48 campioni di foglia di pomodoro provenienti dall’ultimo prelievo. Allo scopo di ridurre il numero di reazioni, RNA estratto dai singoli campioni è stato mescolato per riga (bulk A-H) e per colonna (bulk 1-6), ottenendo 14 bulk. Ai bulk RNA A ed 1 è stato aggiunto RNA estratto da pomodoro (BEG030701TO10) in cui la presenza di TSWV è stata precedentemente accertata ottenendo i miscugli di controllo (CA e C1). Acqua (W) è stata utilizzata come controllo negativo. Per 7 dei 14 bulk (A, B, D, G, H, 5, 6) e per i bulk di controllo (CA e C1 è stata ottenuta su gel una banda di 600 bp corrispondente a parte del gene NP di TSWV. Non è stata visualizzata su gel alcuna banda per il controllo negativo con acqua (W) (Fig. 14). 30 M A B C D E F G H 1 2 3 4 5 6 CA C1 W S1 S5 S10 Fig. 14: RT-PCR test dei bulks di RNA estratto da foglie di pomodoro raccolte il 25 maggio 2002 (ultimo prelievo) presso l’azienda Giorgi a Stabio. M: 100 bp ladder. A-H, 1-6: bulk. CA, C1: miscugli con controllo positivo (BEG030701TO10). W: controllo negativo (acqua). S1, S5, S10: Standard 5, 25, 50 ng DNA. Dalle amplificazioni è ipotizzabile la presenza di almeno un campione con TSWV in ognuno dei bulk per i quali è stata ottenuta su gel una banda (Fig. 15). A B C D E F G H 1 1 2 3 4 5 6 7 8 2 9 10 11 12 13 14 15 16 3 17 18 19 20 21 22 23 24 4 25 26 27 28 29 30 31 32 5 33 34 35 36 37 38 39 40 6 41 42 43 44 45 46 47 48 Fig. 15: Schema rappresentante in grigio i miscugli contenenti almeno un campione di pomodoro con TSWV. In grassetto sono indicati i campioni potenzialmente infetti, in bianco in bianco i bulks ed i campioni in cui la presenza di TSWV non è stata riscontrata. RNA estratto dai campioni 33, 34, 36, 39, 40, 41, 42, 44, 47 e 48 è stato retrotrascritto ed amplificato singolarmente. Attraverso l’analisi su gel del prodotto RT-PCR ottenuto è stata visualizzata una banda di 600 bp, corrispondente a parte del gene NP di TSWV per i campioni 39, 40, 41 e 47, indicando che queste piante sono infette da TSWV. Sorprendentemente nessuno dei campioni 34, 36, 42 e 44, presenti nei bulk B e D (indicati come bulks contenenti almeno un campione potenzialmente infetto) è risultato positivo. Per verificare l’efficacia del metodo sono quindi stati successivamente amplificati singolarmente i campioni presenti nelle righe B e D. Non è stata ottenuta nessuna banda per i campioni 2, 10, 18, 26, 34 e 42 della riga B, mentre i campioni 4, 20 e 44 di D hanno mostrato su gel una banda corrispondente a parte del gene NP. Il segnale ottenuto per il campione 4 è risultato molto debole. Successivamente si è proceduto al sequenziamneto dei campioni allo scopo di determinare il loro aplotipo (vedi 3.5.1.). La distribuzione delle piante infette è rappresentata nella figura 16. 31 Nord Testimone 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 29 30 31 32 32 33 34 35 36 28 Trattamento intensivo … … … … Strategia … … 39 38 37 * … 42 41 40 O … 45 44 43 48 47 46 Sud Fig. 16: Rappresentazione del tunnel da cui sono stati prelevati i campioni di pomodoro. Il tunnel è stato suddiviso in tre sezioni con diverso trattamento insetticida. I campioni sono stati prelevati nella sezione testimone ed in quella trattata secondo la strategia. : pianta di pomodoro. , *: Aplotipi di TSWV presenti in piante di pomodoro senza sintomi ( : TI01TOD, *: TI01TOH, vedi 3.5.1.). O: non sequenziato. ..: altre piante di pomodoro presenti nel tunnel ma non indicate nella rappresentazione. 5 dei 7 campioni in cui è stata rilevata tramite RT-PCR la presenza di TSWV nel prelievo del 25 maggio 2002 sono stati prelevati dalla sezione con la strategia di trattamento secondo la soglia di tolleranza. Il 41,7% dei campioni prelevati in questa sezione è risultata positiva a TSWV contro il 5,6% dei campioni prelevati nella sezione testimone. Per determinare quando le piante sono state infettata eseguendo il minor numero di analisi, è stato estratto RNA dai campioni 39, 40, 41 e 47 provenienti dal prelievo effettuato l’11 maggio 2002 (secondo prelievo) ed esso è stato trascritto ed amplificato. Non è stato analizzato il campione 44, in quanto esso è stato diagnosticato come positivo solamente in un secondo tempo (nel corso dell’analisi per verificare l’efficacia del metodo). Unicamente i campioni 39 e 41 sono risultati positivi. Sono quindi stati analizzati i campioni numero 39 e 41 prelevati il 4 maggio 2002 (primo prelievo), con il presupposto che se i campioni del secondo prelievo sono risultati positivi, essi lo sono anche nel terzo. Non essendo stati rilevati nell’analisi dei campioni dell’11 maggio (secondo prelievo), sono stati analizzati i campioni 40, 47 del 18 maggio 2002 (terzo prelievo). Unicamente per il campione numero 40 è stata ottenuta una banda. Si è quindi è proceduto al sequenziamento dei campioni 39, 40, 41, 47 del quarto prelievo allo scopo di determinare il loro aplotipo (vedi 3.5.1.). L’evoluzione dell’epidemia nella sezione di tunnel trattata secondo strategia secondo la soglia di tolleranza è riassunta nella tabella 19. 32 Tab. 19: Campioni in cui è stata diagnosticata tramite PCR la presenza di TSWV e posizione all’interno del tunnel (sezione con trattamento secondo strategia). : pianta di pomodoro. , *: Aplotipi di TSWV presenti in piante di pomodoro senza sintomi ( : TI01TOD, *: TI01TOH, vedi 3.5.1.). O: non sequenziato. Campioni positivi Posizione 1 04.05.02 1° prelievo - 11.05.02 2° prelievo 39, 41 18.05.02 3° prelievo 39, 40, 41 25.05.02 4° prelievo 1 39, 40, 41, 44 , 47 39 42 45 48 39 42 45 48 39 42 45 48 39 42 45 48 38 41 44 47 38 41 44 47 38 41 44 47 38 * 41 44 47 37 40 43 46 37 40 43 46 37 40 43 46 37 40 43 46 * * O Non sono stati analizzati i campioni dei prelievi precedenti il 25 maggio 2002 3.2.3. EVOLUZIONE DEL NUMERO DI PIANTE DI POMODORO E LATTUGA CON TSWV (RIASSUNTO) In 14 dei 48 campioni di lattuga (29,2%) prelevati il 5 aprile 2002 (ultimo prelievo) è stata riscontrata tramite RT-PCR la presenza di TSWV, i campioni dei 5 prelievi precedenti non sono stati analizzati per mancanza di tempo (Fig. 17). Nei campioni di foglia di pomodoro prelevati il 4 maggio 2002 (primo prelievo) non è stata rilevata la presenza di TSWV. 2 dei 48 campioni (4,2%) dell’11 maggio 2002 (secondo prelievo) sono risultati positivi, un ulteriore campione positivo è stato riscontrato la settimana successiva (18 maggio, terzo prelievo). In 7 dei 48 campioni (14,6%) del 25 maggio è stata riscontrata la presenza di TSWV (Fig. 17). 14/48 14 No. di campioni positivi 12 10 8 7/48 6 4 3/48 2/48 2 Campioni non analizzati 25.05.02 21.05.02 18.05.02 14.05.02 11.05.02 07.05.02 30.04.02 05.04.02 29.03.02 22.03.02 15.03.02 08.03.02 01.03.02 Lattuga 04.05.02 0/48 0 Pomodoro Fig. 17: Numero di campioni di lattuga e pomodoro (su 48 analizzati) in cui è stata diagnosticata tramite PCR la presenza di TSWV in funzione del tempo. 33 3.3. MONITORAGGIO DEGLI INSETTI VETTORI (dati gentilmente messi a disposizione da M. Jermini) Dal 1 (inizio del monitoraggio) al 15 marzo 2002 non è stato riscontrata la presenza di F. occidentalis all’interno del tunnel presso l’azienda Giorgi a Stabio dal quale sono stati prelevati i campioni di lattuga e pomodoro. A partire da metà marzo 0,7 F. occidentalis sono state catturate per trappola e fino al 5 aprile 2002 il numero è rimasto costante. Nella settimana dal 5 al 12 aprile il numero di tripidi è calato, raggiungendo le 0 catture. In questo periodo nel tunnel la quasi totalità delle piante di lattuga è stata raccolta ed esso è rimasto senza colture fino all’ultima settimana di aprile, quando i pomodori sono stati messi a dimora. Nella settimana dal 7 al 14 maggio, il numero di catture ha subito un forte aumento, raggiungendo nella zona testimone un massimo di 7 catture per trappola. Dopo aver raggiunto la punta massima, il numero di F. occidentalis catturate ha subito un calo in tutte e tre le sezioni. Questo andamento è risultato ritardato di una settimana, rispetto a quello osservato per la sezione testimone e con trattamento intensivo nella sezione trattata secondo strategia. I dati relativi alle catture del periodo dal 12 al 30 aprile mancano. 8 Individui/Trappola/Settimana 7 6 5 4 3 2 1 Intero Testimone Intensivo 28.05.02 21.05.02 14.05.02 07.05.02 30.04.02 12.04.02 05.04.02 29.03.02 22.03.02 15.03.02 08.03.02 01.03.02 0 Strategia Fig. 18: Monitoraggio della presenza di F. occidentalis all’interno delle sezioni del tunnel sottoposte a diversi tipi di strategia di trattamento, da cui sono stati prelevati i campioni di foglia di lattuga e pomodoro analizzati. Le frecce indicano il momento in cui è avvenuto il trattamento insetticida. I dati delle catture dal 12 al 30 aprile 2002 mancano (dati messi gentilmente a disposizione da M. Jermini). Un andamento analogo è stato osservato per la popolazione di T. tabaci (Fig. 19). La data di inizio delle catture è ritardata di una settimana rispetto a quelle di F. occidentalis. Anche per questo insetto il numero di catture è diminuito nella settimana dal 5 al 12 aprile 2002. L’aumento delle catture è sfasato di una settimana rispetto a quello osservato per F. occidentalis. I dati relativi alle catture del periodo dal 12 al 30 aprile mancano. 34 14 Individui/Trappola/Settimana 12 10 8 6 4 2 Intero Testimone Intensivo 28.05.02 21.05.02 14.05.02 07.05.02 30.04.02 12.04.02 05.04.02 29.03.02 22.03.02 15.03.02 08.03.02 01.03.02 0 Strategia Fig. 19: Monitoraggio della presenza di T. tabaci all’interno delle sezioni del tunnel sottoposte a diversi tipi di strategia di trattamento, da cui sono stati prelevati i campioni di foglia di lattuga e pomodoro analizzati. Le frecce indicano il momento in cui è avvenuto il trattamento insetticida. I dati delle catture dal 12 al 30 aprile 2002 mancano. L’esattezza dei dati non è totale, date le difficoltà nel distinguere esattamente T. tabaci da altre speci di Thrips (dati messi gentilmente a disposizione da M. Jermini). 3.4. TEMPERATURA ED UMIDITÀ La temperatura all’interno del tunnel ha raggiunto picchi massimi il 19 e 24 di maggio 2002 (38°C), e minimi il 3-4 marzo ed il primo aprile (0°C). A partire dal mese di maggio le temperature hanno subito un aumento. I dati dal 6 all’ 8 e dal 14 al 16 maggio 2002 mancano (Fig. 20). 40 35 30 Tempeatura (°C) 25 20 15 10 5 Temperatura Minima 28.05.02 24.05.02 20.05.02 16.05.02 12.05.02 08.05.02 04.05.02 11.04.02 07.04.02 02.04.02 29.03.02 25.03.02 21.03.02 17.03.02 13.03.02 09.03.02 05.03.02 01.03.02 0 Temperatura Massima Fig. 20: Temperatura minima e massima rilevate all’interno del tunnel presso l’azienda Giorgi a Stabio da cui sono stati prelevati i campioni di foglia di lattuga e pomodoro analizzati. I dati dal 6 all’ 8 e dal 14 al 16 maggio 2002 mancano. L’umidità relativa rilevata all’interno del tunnel ha seguito un andamento altalenante con variazioni più marcate per il valore minimo (Fig. 21). 35 100 90 Umidità relativa (%) 80 70 60 50 40 30 20 Umidità Minima 28.05.02 24.05.02 20.05.02 16.05.02 12.05.02 08.05.02 04.05.02 11.04.02 07.04.02 02.04.02 29.03.02 25.03.02 21.03.02 17.03.02 13.03.02 09.03.02 05.03.02 01.03.02 10 Umidità Massima Fig. 21: Umidità minima e massima rilevate all’interno del tunnel presso l’azienda Giorgi a Stabio da cui sono stati prelevati i campioni di foglia di lattuga e pomodoro analizzati. I dati dal 6 all’ 8 e dal 14 al 16 maggio 2002 mancano. 3.5. SEQUENZE DEGLI ISOLATI TICINESI Le sequenze ottenute dai campioni prelevati nel 2001 hanno una lunghezza massima comune di 638 nucleotidi, il che rappresenta l’82,11% del gene NP (777 nt). Il primo nucleotide della sequenza corrisponde al nucleotide 59 di BR-01 (de Haan et al., 1991) ed il 638esimo al 696esimo. La lunghezza delle sequenze ottenute dai campioni 2002 (eccetto la sequenza ottenuta da campione di pomodoro prelevato presso l’azienda All’Orto) è ridotta dato l’uso di nested primers, esse hanno una sequenza comune di 518 nucleotidi (66,67% del gene NP). Il primo nucleotide della sequenza corrisponde al nucleotide 123 di BR-01 (de Haan et al., 1991) ed il 518esimo al 640esimo. Per verificare l’affidabilità dei dati, il sequenziamento del DNA ottenuto da un campione di foglia di pomodoro prelevato presso l’azienda Beghelli il 3 luglio 2001 è stato sequenziato tre volte, in tutti e tre i casi la sequenza ottenuta è stata la stessa. 3.5.1. APLOTIPI In Ticino sono presenti 11 aplotipi di TSWV (10 se si considera come un nuovo aplotipo una sequenza con una sostituzione non certa) (Tab. 20). La sigla dei diversi aplotipi si compone della sigla del canton Ticino (TI), dell’anno in cui è stato ritrovato la prima volta l’aplotipo, della coltura (TO = pomodoro, LE = lattuga) e di un’ indicazione partendo dalla lettera A. 36 Tab. 20: Aplotipi di TSWV presenti in Ticino, azienda e data in cui sono stati ritrovati. Sequenze corrette ottenute - Aplotipi All'Orto Data 10.08.01 Ballerini 0 0 0 Data Beghelli 0 Campioni 2002 1 05.07.01 10.08.01 10.08.01 0 0 0 0 0 0 0 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 8 0 0 0 0 1 1 1 1 1 1 6 7 (6) 2 18 05.04.02 25.05.02 05.04.02 05.04.02 05.04.02 1 7 03.07.01 0 6 7 6 05.04.02 0 03.07.01 10.08.01 0 05.04.02 25.05.02 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 1 7 24 10 (11) 2 20 Data Totale campioni Totale aziende Aplotipi 2002 1 03.07.01 Data Brevi 10.08.01 14.05.02 1 Aplotipi Campioni 2001 2001 5 7 10.08.01 Data Giorgi Totale TI01TOA TI01TOB TI01TOC TI01TOD TI01TOE TI01TOF TI01TOG TI02TOH TI02TOL TI02TOL TI02TOL EI EL EM * 2 (0)1 0 0 3 (5)1 1 1 1 0 0 0 0 1 15.04.02 2 7 15 10 (12) 1 1 1 2 1 1 1 1 1 2 3 3 1 1 2 1 1 1 1 1 Tra parentesi il numero di aplotipi se si considera l’aplotipo TI01TOD uguale a TI01TOA (identico nel confronto di 518 nucleotidi) Tra parentesi il numero di aplotipi se si considera errata la sostituzione che porta alla mutazione (TI02LEM = TI01TOB) * esistenza non certa dell’aplotipo, data la presenza di una sostituzione dubbia 2 Nel 2001 sono stati ritrovati in 24 campioni di foglia di pomodoro analizzati provenienti da 4 aziende agricole, 7 aplotipi diversi per il gene NP di TSWV. Presso l’azienda All’Orto a Muzzano sono stati prelevati 7 campioni dai quali sono state ottenute 7 sequenze di parte del gene NP di TSWV. 2 sequenze identiche, provenienti da campioni prelevati su piante diverse, sono stati denominati aplotipo TI01TOA, altre due TI01TOD e le rimanenti tre TI01TOE, TI01TOF e TI01TOG. Dai 6 campioni prelevati presso l’azienda Ballerini a Novazzano (Brusata) è stata ottenuta un'unica sequenza, la quale corrisponde all’aplotipo TI01TOD già ritrovato presso l’azienda All’Orto. Le 8 sequenze (di un campione non è stato possibile ottenere la sequenza) ottenute dai 9 campioni prelevati presso l’azienda Beghelli ad Iragna si suddividono in due gruppi. 7 sequenze identiche sono state chiamate TI01TOB, la rimanente TI01TOC. Presso l’azienda Giorgi a Stabio sono stati prelevati 9 campioni, le 6 sequenze ottenute appartengono tutte all’aplotipo TI01TOB rilevato anche presso l’azienda Beghelli ad Iragna. I primi aplotipi di TSWV apparsi nel 2001 sono stati TI01TOB, TI01TOC e TI01TOE (3 e 5 luglio 2001). Nel 2002 (fino al 24 giugno) è stata rilevata la presenza di TSWV in tre aziende ticinesi, due delle quali già colpite negli anni precedenti. Presso l’azienda Giorgi a Stabio, è stata rilevata in 14 campioni di lattuga e 4 di pomodoro senza sintomi visibili la presenza di TSWV (campioni dell’esperimento di analisi precoce, vedi 3.2.1.-2.). In questi 18 campioni sono stati ritrovati 7 aplotipi diversi (6 se non si considera l’aplotipo incerto TI02TOLEM), di cui 4 nuovi. 7 sequenze, provenienti da campioni di lattuga, sono risultate identiche all’aplotipo TI01TOC. Tre provenienti anch’esse da campioni di lattuga e tre da campione di pomodoro sono state classificate come appartenenti a TI01TOD. 4 sequenze sono risultate diverse da quelle degli aplotipi già rilevati e sono quindi state classificate come nuovi aplotipi: TI02TOH è stato rilevato su pomodoro, TI02TOLEI, TI02TOLEL e TI02TOLEM su lattuga. La distinzione dell’aplotipo TI02LEM è incerta, dal confronto delle sequenze ottenute (forward e reverse) non è possibile affermare con certezza l’esistenza delle mutazione che determina il nuovo aplotipo. 37 La base G (413esimo nucleotide) indicata potrebbe in realtà essere A, se così fosse, la sequenza sarebbe identica (sulla base del confronto dei 518 nucleotidi analizzati) all’aplotipo TI01TOB. Anche la sequenza dell’aplotipo TI02TOLEL non è esattamente determinata. Il nucleotide 304 potrebbe essere T invece di A, questo cambiamento non sarebbe tuttavia comune ad alcun aplotipo conosciuto. Le altre due sostituzioni dubbie (T in posizione 466 potrebbe essere A, mentre la base A in posizione 605 potrebbe essere G) sarebbero, se l’interpretazione della base indicata è sbagliata, uguali alle basi delle sequenze di tutti gli altri aplotipi. Per motivi di tempo non è stato possibile determinare le sequenze esatte e confermare o smentire l’esistenza di questi nuovi aplotipi. Presso l’azienda Brevi a Novazzano sono stati prelevati il 15 aprile due campioni, uno da lattuga ed uno da lattuga foglia di quercia, unicamente per il secondo il prodotto RT-PCR ottenuto è risultato sequenziabile ed è risultato identico a TI01TOC. La sequenza ottenuta da foglia di pomodoro dell’unica pianta colpita da TSWV presso l’azienda All’Orto a Muzzano il 14 maggio 2002 appartiene a TI01TOD, aplotipo già riscontrato nella azienda nel 2001. Dato il numero ridotto di basi delle sequenze 2002 ottenute con nested primers (518 nucleotidi), la sequenza dell’aplotipo TI01TOD risulta identica a quella di TO01TOA. Gli aplotipi più frequenti sono TI01TOD e TI01TOC, presenti entrambi in 3 aziende. TI01TOB e TI01TOG sono stati rilevati in due aziende, mentre TI01TOA, TI01TOE, TI01TOF, TI02TOH, TI02TOLEI, TI02TOLEL e TI02TOLEM in una sola. La distribuzione degli aplotipi nelle aziende nel 2001 e 2002 è rappresentata in figura 22. 2001 2002 BC - D ADEFG B C D G H I L M* D - C Fig. 22: Distribuzione degli aplotipi di TSWV nelle aziende ticinesi colpite nel 2001 e 2002. 1. Canevascini (Tenero) TSWV solo nel 1997, nessun campione a disposizione, 2. Squillace (Coldrerio) TSWV nel 1999 e 2000, nessun campione a disposizione, 3. All’Orto (Muzzano), 4. Giorgi (Stabio), 5. Beghelli (Iragna), 6. Ballerini (Novazzano, Brusata), 7. Brevi (Novazzano). A: TI01TOA, B: TI01TOB, C: TI01TOC, D: TI01TOD, E: TI01TOE, F: TI01TOF, G: TI01TOG, H: TI02TOH, I: TI02TOLEI, L: TI02TOLEL, M*: TI02TOLEM* (aplotipo incerto), -: non è stato ritrovato TSWV fino al 24 di giugno 2002. 38 3.5.2. ANALISI FILOGENETICHE 3.5.2.1. VARIABILITÀ DELLE SEQUENZE La differenza tra le sequenze dei vari aplotipi ticinesi varia tra 1 e 20 nucleotidi e 1 e 5 aminoacidi codificati (Tab. 21). Gli aplotipi TI01TOA e TI01TOD hanno nomi diversi perchè dal confronto delle sequenze di 638 nucleotidi essi risultano essere due aplotipi distinti. La maggior parte delle sostituzioni sono sinonime, esse non portano quindi ad un cambiamento dell’amminoacido codificato (Tab. 21). Tab. 21: Numero di nucleotidi (su 518) (in basso a sinistra) e di aminoacidi (su 172) diversi (in alto a destra) tra aplotipi ticinesi. Tra parentesi è indicato il numero di sostituzioni sinonime tra aplotipi ticinesi calcolato con il metodo di Nei-Gojobori (Nei & Gojobori, 1986). TI01TOD TI01TOD TI01TOA TI02TOH TI02LEL** TI01TOF TI01TOG TI01TOC TI02TOI TI01TOE TI01TOB TI02LEM* 0 (0) 3 (0) 4 (3) 2 (2) 3 (2) 3 (3) 4 (3) 17 (17) 17 (16) 18 (16) TI01TOA 0 3 (0) 4 (3) 2 (2) 3 (2) 3 (3) 4 (3) 17 (17) 17 (16) 18 (16) TI02TOH TI02LEL** TI01TOF 3 1 0 3 1 0 4 3 7 (3) 1 5 (2) 6 (5) 6 (2) 7 (5) 1 (0) 6 (3) 7 (6) 1 (1) 7 (3) 8 (6) 2 (1) 20 (17) 21 (20) 17 (17) 20 (16) 21 (19) 17 (16) 21 (16) 22 (19) 18 (16) TI01TOG 1 1 4 2 1 2 (1) 3 (1) 18 (17) 18 (16) 19 (16) TI01TOC 0 0 3 1 0 1 1 (0) 18 (18) 18 (17) 19 (17) TI02LEI 1 1 4 2 1 2 1 19 (18) 19 (17) 20 (17) TI01TOE 0 0 3 1 0 1 0 1 10 (9) 11 (9) TI02TOB 1 1 4 2 1 2 1 2 1 TI02LEM* 2 2 5 3 2 3 2 3 2 1 1 (0) * esistenza non certa dell’aplotipo, data la presenza di una sostituzione dubbia ** sequenza non esattamente determinata, presenza di tre sostituzioni dubbie 3.5.2.2. DENDOGRAMMI BASATI SULLE SEQUENZE NUCLEOTIDICHE Sono stati calcolati tre dendogrammi basati sulle sequenze nucleotidiche, uno con gli aplotipi 2001 (sequenze di 638 basi) (dendogramma in appendice, Fig. 1A), uno con gli aplotipi esattamente determinati, escludendo quindi TI02LEL e TI02LEM (dendogramma in appendice, Fig. 2A) ed un terzo comprendente tutti gli aplotipi rilevati in Ticino nel 2001 e 2002 basato su 518 basi (Fig. 23). I tre dendogrammi ottenuti sono simili. 39 TI02LEL ** 66 TI02TOH TICINO1 TI01TOD TI01TOA 100 64 TI01TOF TI01TOG 67 TICINO2 TI01TOC TI02LEI TI01TOE 99 TI01TOB TICINO3 TI02LEM * 0.005 Fig. 23: Dendogramma basato sulla sequenza di 516 nucleotidi del gene NP di TSWV di tutti gli aplotipi ticinesi rilevati nel 2001 e 2002. I valori posti al di sopra dei rami sono percentuali generate dalla statistica bootstrap su un totale di 1000 replicazioni. La lunghezza dei rami corrisponde alla distanza filogenetica. * esistenza non certa dell’aplotipo, data la presenza di una sostituzione dubbia, ** sequenza non esattamente determinata, presenza di tre sostituzioni dubbie. Gli aplotipi di TSWV presenti in Ticino possono essere suddivisi, in base alle sequenze di nucleotidi analizzate, in 2 clades principali (Fig. 23). Il primo fortemente supportato dalla statistica bootstrap (100% su 1000 ripetizioni) comprende gli aplotipi TI01TOA, TI01TOC, TI01TOD, TI01TOF, TI01TOG, TI02TOH, TI02TOLEI e TI02TOLEL), il secondo TI01TOB e TI01TOE e TI02TOLEM, esso è stato chiamato TICINO3. Un’ulteriore suddivisione è possibile all’interno del primo clade, gli aplotipi ad esso appartenenti sono stati suddivisi in TICINO1 (TI01TOA, TI01TOD, TI02TOH e TI02TOLEL) e TICINO2 (TI01TOF, TI01TOG, TI01TOC e TI02TOLEI). 3.5.2.3. DENDOGRAMMI BASATI SULLE SQUENZE AMINOACIDICHE Sono stati calcolati tre dendogrammi, uno con gli aplotipi 2001 (sequenze tradotte di 212 aminoacidi, dendogramma in appendice), un secondo con gli aplotipi esattamente determinati, escludendo quindi TI02LEL e TI02LEM (dendogramma in appendice) ed un terzo comprendente tutti gli aplotipi rilevati in Ticino nel 2001 e 2002 (Fig. 24). I tre alberi ottenuti sono simili. La traslazione delle sequenze degli aplotipi ticinesi riduce il numero di aplotipi diversi da 11 (basati sulle sequenze nucleotidiche) a 7 (basati sulle sequenze aminoacidiche). Le sequenze di aminoacidi codificati sono identiche per TI01TOA, TI01TOC, TI01TOD, TI01TOE e TI01TOF. Gli aplotipi TI01TOG, TI02TOLEI, TI02TOLEL, TI01TOB e TI02TOLEM differiscono dai primi in maniera minore di TI02TOH. 40 68 TI01TOB TI02LEM * TI02LEI TI01TOG TI02LEL * TI01TOA TI01TOC TI01TOD TI01TOE TI01TOF TI02TOH 0.002 Fig. 24: Dendogramma basato sulla sequenza di 212 aminoacidi del gene NP di TSWV degli aplotipi ticinesi. I valori posti al di sopra dei rami sono percentuali generate dalla statistica bootstrap su un totale di 1000 replicazioni. La lunghezza dei rami corrisponde alla distanza filogenetica. * esistenza non certa dell’aplotipo, data la presenza di una sostituzione dubbia, ** sequenza non esattamente determinata, presenza di tre sostituzioni dubbie. 3.6. SEQUENZE MONDIALI DEL GENE NP Attraverso la ricerca in banca dati (GenBank) e nella letteratura sono state trovate 37 sequenze del gene NP di TSWV (Tab 22). Tab. 22: Sequenze NP di TSWV depositate in GenBank.. Nome TSWVL3 Nazione Bulgaria Ceppo Isolato Ospite Tabacco DH37 8Hip9612 BS97 20 Da961 GD98 Bulg971 C27084 Bulgaria Bulgaria Bulgaria Bulgaria Bulgaria Bulgaria Cechia TSWV DH37 8Hip 96 12 BS97 20 Da 96/1 GD98 97 C27084 Tabacco Hippeastrum Tabacco Dalia Tabacco Pomodoro Zantdeschia LE 98527 TSWVD TSWVIT 980472 TSWVGAAC TSWVGAPP TSWVGACC TSWVGAMC TSWVGATO TSWVGAPT TSWVGAGC TSWVGAWC TSWVGATC TSWV10 TSWVBR01 Germania Olanda Italia Sud Africa Georgia Georgia Georgia Georgia Georgia Georgia Georgia Georgia Georgia USA5 Brasile LE 98/527 Lysimachia Dalia Pomodoro Patata Tabacco Peperone Tabacco Tabacco Pomodoro Arachide Tabacco Tabacco Tabacco Arachide Tabacco JAP TSWVHI 2 TSWVBL TSWV10W Austral#873 LP2 Giappone Hawaii Hawaii Hawaii Australia Argentina TSWV TSWV TSWV TSWVD Italy T304 98 / 0472 AC CC MC GC WC TC TSWV10 CPNH9 L TSWVBL TSWV10W 873 LP2 ? ? Lattuga ? Peperone Pomodoro 41 Referenza Maiss et al., 1991 de Haan et al.,1990 Heinze et al., 2001 Heinze et al., 2001 Heinze et al., 2001 Heinze et al., 2001 Heinze et al., 2001 Heinze et al., 2001 Adam et al., 1996 Heinze et al., 2001 Heinze et al., 2001 Qiu et al., 1998 Vaira et al., 1995 Heinze et al., 2001 Pappu et al ,1998 Jain et al., 1998 Pappu et al ,1998 Pappu et al ,1998 Jain et al., 1998 Jain et al., 1998 Pappu et al ,1998 Pappu et al ,1998 Pappu et al ,1998 Qiu et al., 1998 de Haan et al., 1991 de Haan 1989, 1990 Tsuda et al., 1994 Jain et al., 1998 Jain et al., 1998 Jain et al., 1998 Roberts, 2000 Dewey et al., 1997 Accession number D 13926 AJ297608 AJ296601 AJ297610 AJ297602 AJ297609 AJ296598 AJ296599 AJ297611 AF 020660 Z 36882 AJ296600 AF 064469 AF 048716 AF 064470 AF 064472 AF 048714 AF 048715 AF 064471 AF 064474 AF 064473 AF 020669 D 00645 AB 010997 X61799 L20953 L20887 AJ242774 U49703 LP87 Argentina LP940 Argentina LP941 Argentina ER30 Argentina TOSPOG Taiwan2 TOSPOC Taiwan Spain3 Spagna TSWVH Hawaii 1 Citato anche come 97To97 2 Citato anche come hiL e TSWVL 3 Anonimo in GeneBank 4 Non pubblicato 5 Nessuna indicazione ulteriore LP87 LP940 LP941 Pomodoro Chrysanthemum Chrysanthemum Pomodoro ? ? ? ? TOSPOG TOSPOC LC Dewey et al., 1997 Dewey et al., 1997 Dewey et al., 1997 Dewey et al., 1997 Kato, 20004 Kato, 20004 Guerra-Sanz4 Gubba, 20004 U49704 U49705 U49706 U49708 AB038342 AB038341 X94550 AF306490 ? Non conosciuto Per l’analisi filogenetica non sono state considerate le sequenze argentine, quella australiana ed una bulgara. Le prime (LP2, LP87, LP940, LP941 e ER30) e quella australiana (Austral#837) sono considerevolmente più corte (rispettivamente 441 bp e 587 bp) di quelle mondiali, mentre la sequenza DH37 dalla Bulgaria termina con uno stop codon 31 aminoacidi prima di tutte le altre sequenze mondiali. 3.7. ANALISI FILOGENETICHE 3.7.1. VARIABILITÀ DELLE SEQUENZE Il numero di sostituzioni tra le sequenze varia tra 1 e 35 nucleotidi e 1 e 11 aminoacidi. La maggior parte delle sostituzioni sono sinonime e non portano quindi ad un cambiamento dell’aminoacido codificato (Tab.23). 4 4 4 4 4 4 5 5 6 5 5 3 3 1 1 2 3 3 0 0 0 0 0 0 0 5 5 5 5 5 5 6 6 7 6 6 4 4 2 2 3 4 4 1 1 1 1 1 1 1 1 6(4) 21(18) 16(13) 18(15) 17(14) 16(13) 20(17) 23(20) 18(15) 24(20) 17(13) 22(18) 17(13) 19(14) 19(14) 20(15) 21(15) 21(13) 25(17) 25(18) 21(18) 16(13) 18(15) 17(14) 16(13) 20(17) 23(20) 18(15) 24(20) 17(13) 22(18) 17(13) 19(14) 19(14) 20(15) 21(15) 21(13) 25(17) 25(18) 42 16(16) 16(16) 17(17) 16(16) 18(18) 2(2) 16(16) 9(8) 17(16) 11(10) 19(18) 19(17) 19(17) 20(18) 21(18) 19(14) 25(20) 18(14) 2(2) 1(1) 0(0) 4(4) 18(18) 2(2) 19(18) 1(0) 17(16) 5(4) 5(3) 7(5) 6(4) 7(4) 7(2) 13(8) 20(16) 3(3) 2(2) 4(4) 18(18) 2(2) 19(18) 3(2) 17(16) 7(6) 7(5) 9(7) 8(6) 9(6) 9(4) 15(10) 20(16) 1(1) 5(5) 19(19) 3(3) 20(19) 2(1) 18(17) 6(5) 6(4) 8(6) 7(5) 8(5) 8(3) 14(9) 21(17) 4(4) 18(18) 2(2) 19(18) 1(0) 17(16) 5(4) 5(3) 7(5) 6(4) 7(4) 7(2) 13(8) 20(16) 20(20) 2(2) 21(20) 5(4) 19(18) 9(8) 9(7) 11(9) 10(8) 11(8) 11(6) 15(10) 22(18) 1818) 11(10) 19(18) 13(12) 21(20) 21(19) 21(19) 22(20) 23(20) 21(16) 27(22) 20(16) 19(18) 3(2) 17(16) 7(6) 7(5) 9(7) 8(6) 9(6) 9(4) 13(8) 20(16) 20(18) 14(12) 22(20) 22(19) 22(19) 23(20) 24(20) 22(16) 26(20) 21(16) 5 5 5 5 5 5 6 6 7 6 6 4 4 2 2 3 4 4 1 1 1 1 1 1 1 1 2 18(16) 6(4) 6(3) 8(5) 7(4) 8(4) 8(2) 14(8) 21(16) 5 5 5 5 5 5 6 6 7 6 6 4 4 2 2 3 4 4 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 5 5 5 5 5 5 6 6 7 6 6 4 4 2 2 3 4 4 1 1 1 1 1 1 1 1 2 2 2 6 6 6 6 6 6 7 7 8 7 7 5 5 3 3 4 5 5 2 2 2 2 2 2 2 2 3 3 3 1 20(18) 20(17) 20(17) 21(18) 22(18) 22(16) 26(20) 19(14) 4(3) 6(5) 7(6) 6(4) 8(4) 14(10) 21(18) 6(4) 7(5) 4(1) 8(3) 14(9) 21(17) 6 6 6 6 6 6 7 7 8 7 7 5 5 3 3 4 5 5 2 2 2 2 2 2 2 2 3 3 3 1 2 6 6 6 6 6 6 7 7 8 7 7 5 5 3 3 4 5 5 2 2 2 2 2 2 2 2 3 3 3 1 2 2 9(7) 8(5) 10(5) 16(11) 23(19) 7 7 7 7 7 7 8 8 9 8 8 6 6 4 4 5 6 6 3 3 3 3 3 3 3 3 4 4 4 2 3 3 3 9 9 9 9 9 9 10 10 11 10 10 8 8 6 6 7 8 8 5 5 5 5 5 5 5 5 6 6 6 4 5 5 5 6 8 8 8 8 8 8 9 9 10 9 9 7 7 5 5 6 7 7 4 4 4 4 4 4 4 4 5 5 5 3 4 4 4 5 7 9(6) 9(4) 10(4) 15(10) 16(10) 16(18) 22(18) 23(18) 23(16) 27(20) TSWVBR01 4 4 4 4 4 4 5 5 6 5 5 3 3 1 1 2 3 3 0 0 0 0 0 0 980472 4 4 4 4 4 4 5 5 6 5 5 3 3 1 1 2 3 3 0 0 0 0 0 Bulg97 4 4 4 4 4 4 5 5 6 5 5 3 3 1 1 2 3 3 0 0 0 0 20Da961 4 4 4 4 4 4 5 5 6 5 5 3 3 1 1 2 3 3 0 0 0 BS97 4 4 4 4 4 4 5 5 6 5 5 3 3 1 1 2 3 3 0 0 GD98 4 4 4 4 4 4 5 5 6 5 5 3 3 1 1 2 3 3 0 8Hip9612 4 4 4 4 4 4 5 5 6 5 5 3 3 1 1 2 3 3 TSWVL3 5 5 5 5 5 5 6 6 7 6 6 4 4 2 2 3 2 Spain TI01TOB 5 5 5 5 5 5 6 6 7 6 6 4 4 2 2 3 C27084 TI01TOF 13(10) 15(12) 19(17) 16(14) 16(14) 17(15) 16(14) 18(16) 21(19) 16(14) 22(19) 17(14) 20(17) 19(16) 19(15) 19(15) 20(16) 21(16) 21(14) 25(18) 25(19) TI01TOE 15(14) 17(15) 17(15) 17(16) 3(2) 3(2) 4(3) 3(2) 3(2) 19(18) 1(0) 20(18) 4(2) 18(16) 8(6) 8(5) 10(7) 9(6) 10(6) 10(4) 14(8) 21(16) TI01TOC 12(12) 14(13) 16(14) 16(14) 7(6) 13(12) 13(12) 14(13) 13(12) 15(14) 9(8) 13(12) 10(8) 14(12) 8(6) 16(14) 16(13) 16(13) 15(12) 18(14) 18(12) 22(16) 15(10) TI01TOD 7(4) 17(14) 19(15) 19(14) 21(16) 12(8) 18(14) 18(14) 19(15) 18(14) 20(16) 14(10) 18(14) 15(10) 19(14) 13(8) 21(16) 21(15) 21(15) 22(16) 23(16) 23(14) 27(18) 20(12) 4 4 4 4 4 4 5 5 6 5 5 3 3 1 1 TI01TOA 6(3) 5(3) 15(13) 17(14) 17(13) 19(15) 10(7) 16(13) 16(13) 17(14) 16(13) 18(15) 12(9) 16(13) 13(9) 17(13) 11(7) 19(15) 19(14) 19(14) 20(15) 21(15) 21(13) 25(17) 16(9) 3 3 3 3 3 3 4 4 5 4 4 2 2 0 JAP TSWVBL TSWV10W 8(4) 10(5) 9(5) 17(13) 21(16) 20(14) 22(16) 14(9) 18(13) 18(13) 19(14) 18(13) 20(15) 16(11) 18(13) 17(11) 19(13) 15(9) 21(15) 21(14) 23(16) 22(15) 23(15) 23(13) 27(17) 19(10) 3 3 3 3 3 3 4 4 5 4 4 2 2 LE98/257 20(12) 16(10) 18(11) 13(9) 23(19) 25(20) 27(21) 27(21) 14(9) 24(19) 24(19) 25(20) 24(19) 26(21) 14(9) 24(19) 19(13) 25(19) 19(13) 27(21) 27(20) 27(20) 28(21) 29(21) 27(17) 33(23) 24(17) 5 5 5 5 5 5 6 6 7 6 4 2 TSWVD 14(11) 22(13) 18(11) 20(12) 15(10) 25(20) 27(21) 29(22) 29(22) 18(12) 26(20) 26(20) 27(21) 26(20) 28(22) 20(14) 26(20) 21(14) 27(20) 21(14) 29(22) 29(21) 29(21) 30(22) 31(22) 29(18) 35(24) 26(18) 5 5 5 5 5 5 6 6 7 6 4 TSWVIT 8(5) 12(10) 20(12) 16(10) 18(11) 13(9) 21(17) 25(20) 25(19) 25(19) 16(11) 20(15) 22(17) 21(16) 20(15) 24(19) 18(13) 22(17) 19(13) 21(15) 19(13) 23(17) 23(16) 23(16) 24(17) 25(17) 23(13) 31(21) 24(17) 6 6 6 6 6 6 7 7 8 7 TOSPOG 10(8) 14(11) 12(10) 20(12) 16(10) 18(11) 13(9) 21(17) 25(20) 25(19) 23(17) 16(11) 20(15) 22(17) 21(16) 20(15) 24(19) 18(13) 22(17) 19(13) 21(15) 19(13) 23(17) 23(16) 23(16) 24(17) 25(17) 23(13) 29(19) 24(17) 1 1 1 1 1 1 2 2 3 TOSPOC 10(9) 4(3) 8(6) 10(9) 18(11) 14(9) 16(10) 11(8) 19(16) 23(19) 25(20) 25(20) 14(10) 20(16) 20(16) 21(17) 20(16) 22(18) 16(12) 20(16) 17(12) 21(16) 17(12) 23(18) 23(17) 23(17) 24(18) 25(18) 23(14) 29(20) 22(16) 2 2 2 2 2 2 3 3 TI01TOG 0(0) 10(9) 4(3) 8(6) 10(9) 18(11) 14(9) 16(10) 11(8) 19(16) 23(19) 25(20) 25(20) 14(10) 20(16) 20(16) 21(17) 20(16) 22(18) 16(12) 20(16) 17(12) 21(16) 17(12) 23(18) 23(17) 23(17) 24(18) 25(18) 23(14) 29(20) 22(16) 1 1 1 1 1 1 2 TSWVHI 1(1) 1(1) 9(8) 3(2) 7(5) 9(8) 17(10) 13(8) 15(9) 10(7) 18(15) 22(18) 24(19) 24(19) 13(9) 19(15) 19(15) 20(16) 19(15) 21(17) 15(11) 19(15) 16(11) 20(15) 16(11) 22(17) 22(16) 22(16) 23(17) 24(17) 22(13) 30(21) 21(15) 1 1 1 1 1 1 TSWVH 4(4) 5(5) 5(5) 9(8) 7(6) 9(7) 9(8) 17(10) 13(8) 15(9) 10(7) 20(17) 22(18) 24(19) 24(19) 13(9) 21(17) 21(17) 22(18) 21(17) 23(19) 13(9) 21(17) 16(11) 22(19) 16(11) 24(19) 24(18) 24(18) 25(19) 26(19) 24(15) 30(21) 21(15) 0 0 0 0 0 TSWVGATC 0 0 0 0 TSWV10 0 0 0 TSWVGACC 0 0 6(6) 6(6) 7(7) 7(7) 7(6) 9(8) 11(9) 9(8) 17(10) 13(8) 15(9) 10(7) 18(15) 22(18) 24(19) 22(17) 13(9) 19(15) 19(15) 20(16) 19(15) 21(17) 15(11) 19(15) 16(11) 20(15) 16(11) 20(15) 20(14) 20(14) 23(17) 22(15) 22(13) 28(19) 21(15) TSWVGATO TSWVGAWC 0 TSWVGAPP TSWVGAMC 6(6) 4(4) 0(0) 1(1) 1(1) 9(8) 3(2) 7(5) 9(8) 17(10) 13(8) 15(9) 10(7) 18(15) 22(18) 24(19) 24(19) 13(9) 19(15) 19(15) 20(16) 19(15) 21(17) 15(11) 19(15) 16(11) 20(15) 16(11) 22(17) 22(16) 22(16) 23(17) 24(17) 22(13) 30(21) 21(15) TSWVGAPT TSWVGAGC TSWVGAAC TSWVGAPT TSWVGAMC TSWVGAWC TSWVGAPP TSWVGATO TSWVGACC TSWV10 TSWVGATC TSWV10W TSWVBL TSWVH TSWVHI TI01TOG JAP TOSPOC TOSPOG TSWVIT TSWVD LE98/257 TI01TOA TI01TOD TI01TOC TI01TOE TI01TOF TI01TOB C27084 Spain TSWVL3 8Hip9612 GD98 BS97 20Da961 Bulg97 980472 TSWVBR01 TSWVGAAC TSWVGAGC Tab. 23: Numero di nucleotidi (in basso a sinistra) e di aminoacidi diversi (in alto a destra) di sequenze di TSWV (30 sequenze mondiali ottenute in GenBank e 7 ticinesi). Tra parentesi è indicato il numero di sostituzioni sinonime tra le sequenze calcolato con il metodo di Nei-Gojobori (Nei & Gojobori, 1986). 6 6 6 6 6 6 7 7 8 7 8 7 7 5 5 6 7 7 4 4 4 4 4 4 4 4 5 5 5 3 4 4 4 5 7 6 3.7.2. DENDOGRAMMI BASATI SULLE SEQUENZE NUCLEOTIDICHE Sono stati calcolati un dendogramma con 37 sequenze con lunghezza massima comune di 638 nucleotidi (7 aplotipi ticinesi e 30 sequenze mondiali ottenute in GenBank, Fig. 25) ed uno con 41 sequenze di 518 nucleotidi (11 aplotipi ticinesi e 30 sequenze mondiali, dendogramma in appendice). Entrambe le rappresentazioni sono simili. Il dendogramma basato sulle sequenze di 638 nucleotidi è stato rappresentato in quanto esso permette di osservare una più grande variabilità nelle sequenze ed è quindi più completo. Sono quindi stati tralasciati gli aplotipi TI02TOH, TI02TOLEI, TI02TOLEL e TI02TOLEM. Il dendogramma calcolato (Fig. 25) si suddivide in due clades principali e comprende inoltre l’isolato TSWVBR01 non raggruppato. Il raggruppamento delle sequenze all’interno del clade principale non corrisponde con la vicinanza geografica delle nazioni di provenienza. Il primo clade principale supportato dalla statisica bootstrap con un valore di 62%, raggruppa tre clades di secondo ordine. Il primo dei quali ha un valore bootstrap del 93% e comprende unicamente isolati provenienti dagli Stati Uniti, 9 dei quali dallo stato della Georgia ed uno di cui non è nota la provenienza. Gli isolati sono stati rinvenuti su colture diverse (tabacco, peperone, pomodoro ed arachide). Un secondo cladodi secondo ordine con valore bootstrap del 79% raggruppa due aplotipi ticinesi ed uno italiano. TI01TOE risulta più vicino all’isolato italiano (TSWVIT) di TI01TOB. Tre (TSWV10W, TSWVBL e TSWVH) dei 4 isolati hawaiani vengono raggruppati in un terzo clade di secondo ordine supportato da un valore bootstrap del 74%. L’isolato TSWVHI (Hawaii) e Spain (Spagna) appartengono al clade principale, ma non vengono associati ad alcuno dei clades precedentemente descritti. Il secondo clade principale, supportato da un valore bootstrap dell’87%, si compone di un clade di secondo ordine con un isolato dal Giappone (JAP) e due da Taiwan (TOSPOC e TOSPOG e di un secondo, supportato da un valore bootstrap del 93%, comprendente un isolato proveniente dal Sud Africa (980472) e due clades di terzo ordine debolmente supportati dal valore bootstrap. Il primo dei quali comprende esclusivamente isolati dalla Bulgaria (8Hip9612, 20Da961, TSWVL3, GD98, Bulg97 e BS97). Il secondo raggruppa isolati dalla Repubblica Ceca (C27084), dalla Germania, dall’Olanda (TSWVD) ed aplotipi ticinesi (TI01TOA, TI01TOD, TI01TOC, TI01TOF e TI01TOG). L’aplotipo TI01TOD è identico all’isolato olandese su 638 nucleotidi analizzati. 43 TSWVGAGC 63 TSWVGAMC 69 TSWVGAPP 64 59 TSWVGAWC TSWV10 56 USA TSWVGACC 54 TSWVGAPT 93 TSWVGATC TSWVGAAC TSWVGATO TICINO TI01TOB 79 62 TI01TOE 95 ITALIA TSWVIT Spain SPAGNA TSWVHI TSWV10W 74 HAWAII TSWVBL 64 TSWVH BRASILE TSWVBR01 TOSPOG 96 95 TAIWAN TOSPOC GIAPPONE JAP 980472 78 87 S. AFRICA 8Hip9612 20Da961 59 96 TSWVL3 51 BULGARIA GD98 Bulg97 BS97 REP. CECA C27084 TI01TOA 58 54 TICINO TI01TOD OLANDA TSWVD LE98/257 60 TI01TOG TI01TOC 58 GERMANIA TICINO TI01TOF 0.005 Fig. 25: Dendogramma basato sulla sequenza di 638 nucleotidi del gene NP di TSWV delle sequenze mondiali e ticinesi. I valori posti al di sopra dei rami sono percentuali generate dalla statistica bootstrap su un totale di 1000 replicazioni. La lunghezza dei rami corrisponde alla distanza filogenetica. 44 3.7.3. DENDOGRAMMI BASATI SULLE SEQUENZE AMINOACIDICHE È stato calcolato un dendogramma con 37 sequenze con lunghezza massima comune di 212 aminoacidi (7 aplotipi ticinesi e 30 sequenze mondiali ottenute in GenBank, Fig. 26) ed secondo con 41 sequenze di 172 aminoacidi (11 aplotipi ticinesi e 30 sequenze mondiali ottenute in GenBank, dendogramma in appendice). Entrambe le rappresentazioni sono simili. E’stato rappresentato il dendogramma basato sulle sequenze di 212 nucleotidi, perchè esso permette di osservare una più grande variabilità nelle sequenze ed è quindi più completo. Per effetto della traslazione, il numero di isolati diversi si riduce da 35 (basati sulla sequenza nucleotidica) a 24 (basati sulla sequenza aminoacidica). L’albero ottenuto si suddivide in un clade, con valore bootstrap relativamente basso (56% su 1000 ripetizioni) comprendente tutti gli isolati provenienti dalla Bulgaria (8Hip9612, 20Da961, TSWVL3, GD98, Bulg97 e BS97), i quali presentano un’elevata variabilità. Esso raggruppa inoltre l’isolato spagnolo (Spain), ceco (C27084) e 5 dei 6 aplotipi ticinesi. La sequenza di aminoacidi degli aplotipi TI01TOA, TI01TOC, TI01TOD, TI01TOE e TI01TOF è identica a quella dell’isolato italiano (TSWVIT), olandese (TSWVD) e germanico (LE98/257). Un secondo clade, fortemente supportato dalla statistica bootstrap (93% su 1000 ripetizioni), comprende tutti gli isolati americani. TSWVGAGC, TSWVGAAC, TSWVGAPT, TSWVGAMC, TSWVGAWC e TSWVGAPP hanno identica composizione di aminoacidi. TASWVGATO, TSWVGACC, TSWVGATC e TSWV10 presentano differenze. Un terzo clade raggruppa tre isolati hawaiani (TSWV10W, TSWVH e TSWVBL). Il quarto isolato proveniente dalle Hawaii (TSWVHI) non viene è incluso nel clade precedentemente descritto. La sequenza aminoacidica dell’isolato è identica a quella dell’aplotipo ticinese TI01TOG. Il quarto clade (valore bootstrap 69%) comprende i due isolati provenienti da Taiwan (TOSPOC e TOSPOG). L’isolato giapponese (JAP) non viene incluso in nessun clade. Il raggruppamento delle sequenze aminoacidiche corrisponde, al contrario di quanto ottenuto con le sequenze nucleotidiche, con la vicinanza geografica delle nazioni di provenienza delle sequenze. I clade coincidono quasi esattamente con i continenti. Il primo clade descritto raggruppa tutte le sequenze europee (eccetto TI01TOG), la sequenza proveniente dal Sud Africa (980472) e dal Brasile (TSWVBR01). Il secondo ed il terzo clades comprendono sequenze provenienti dall’America ed il quarto dall’Asia. 45 980472 SUD AFRICA BRASILE TSWVBR01 AFRICA S. AMERICA GD98 20Da961 BS97 Bulg97 BULGARIA TSWVL3 8Hip9612 56 SPAGNA Spain C27084 REP. CECA EUROPA TI01TOB TI01TOA TI01TOC TI01TOD TI01TOE TI01TOF TSWVIT TSWVD LE98/257 TICINO ITALIA OLANDA GERMANIA TSWVGAGC TSWVGAAC 93 TSWVGAPT TSWVGAMC TSWVGAWC GEORGIA TSWVGAPP USA TSWVGATO TSWVGACC TSWVGATC TSWV10 TSWV10W 63 TSWVH HAWAII TSWVBL TSWVHI TICINO * TI01TOG GIAPPONE JAP 69 ASIA TOSPOC TAIWAN TOSPOG 0.005 Fig. 26: Dendogramma basato sulla sequenza di aminoacidi del gene NP di TSWV delle sequenze mondiali e ticinesi. I valori posti al di sopra dei rami sono percentuali generate dalla statistica bootstrap su un totale di 1000 replicazioni. La lunghezza dei rami corrisponde alla distanza filogenetica. La presenza dell’aplotipo ticinese tra gli isolati asiatici è stata indicata con *. 46 4. DISCUSSIONE 4.1. METODOLOGIA Il metodo utilizzato è risultato molto sensibile nel diagnosticare la presenza di TSWV in foglie di pomodoro ed insalata (lattuga e lattuga foglia di quercia) in presenza di sintomi. L’estrazione di RNA con il kit Nucleospin Multi-96 Plant (Macherey-Nagel, Oensingen, Svizzera), il quale permette di estrarre più campioni contemporaneamente e la successiva sintesi di cDNA con Reverse Transcriptase AMV (Roche, Mannheim, Germania) e riamplificazione con nested primers sono risultati i metodi più efficaci. Le bande osservate su gel, di grandezza corrispondente alle dimensioni attese e l’elevata identità delle loro sequenze determinate con le sequenze mondiali pubblicate, indicano che il prodotto ottenuto è il risultato della trascrizione inversa e successiva amplificazione del genoma virale. Il metodo dei miscugli (bulks) applicato per ridurre il numero di analisi è risultato molto efficace per lattuga e meno per pomodoro. Il numero di reazioni RT-PCR è stato ridotto (l’analisi dei singoli campioni avrebbe comportato per ciascuna coltura 48 reazioni), tuttavia non in maniera così importante come ipotizzato al momento dello sviluppo della metodologia, quando però si supponeva la presenza di un numero inferiore di piante infette. Per la lattuga sono state effettuate 34 reazioni RT-PCR, 14 dei bulk e 20 per determinare i singoli campioni positivi. Per il pomodoro sono state necessarie 36 reazioni (14 dei bulk, 10 dei singoli campioni potenzialmente positivi e 12 per il controllo dei bulk B e D). Attraverso l’analisi dei singoli campioni di pomodoro presenti nel bulk B risultato positivo, non è stato ottenuta alcuna banda, indicando che nessun campione era infetto. Inoltre dall’analisi dei campioni del bulk D è risultato che in due di essi (4 e 20) TSWV era presente, sorprendentemente l’analisi dei bulks 1 e 3 (dove erano presenti i campioni) è risultata negativa. Se si esclude un errore metodologico, queste discordanze potrebbero essere determinate dalla differenza di concentrazione di RNA dei singoli campioni o dei bulk, la quale fa sì che in quelli delle righe sia presente RNA sufficiente (0,83 µl di RNA totale di ogni campione per reazione), mentre in quelli delle colonne no (0,63 µl di RNA totale di ogni campione per reazione). Se si considera che il metodo applicato non sempre rileva la presenza di campioni positivi nei bulks, e che quindi il numero di piante ritenute positive è unicamente il numero minimo, si può concludere che la sua efficacia non è completamente soddisfacente. Il metodo potrebbe quindi non essere adatto per l’analisi di campioni in cui le concentrazioni del virus sono molto basse. Esso potrebbe inoltre non rivelarsi efficace, in casi in cui si supponga che vi sia un grande numero di piante infette, in quanto si renderebbe comunque necessario un elevato numero di analisi singole. 47 4.2. DIAGNOSI PRECOCE ED EPIDEMIOLOGIA In nessuno dei campioni di lattuga e pomodoro raccolti per l’esperimento di diagnosi precoce presso l’azienda Giorgi sono stati osservati sintomi della presenza di TSWV. Tuttavia, a riprova della sensibilità (ridotta per pomodoro) del metodo di diagnosi applicato, 14 (29,2%) campioni di foglia di lattuga e 7 (14,6%) di pomodoro (su 48 campioni analizzati per ciascuna coltura) sono risultati positivi. La disposizione delle piante di lattuga in cui è stata diagnosticata tramite RT-PCR la presenza di TSWV all’interno del tunnel non sembra seguire alcuna logica, è però presente un numero leggermente maggiore di piante infette nella metà sud (8 su 14 piante totali) e 3 piante sono vicine (9, 11 e 15) (Fig.13). La ripartizione delle piante infette (singole infezioni e non un focolaio che si è esteso nel tempo) lascia ipotizzare che l’infezione sia primaria e che sia avvenuta tramite insetti viruliferi provenienti dall’esterno o da materiale vegetale con TSWV al momento della messa a dimora delle piante. L’analisi dei campioni positivi dei prelievi precedenti il sesto, non permetterebbe di smentire con certezza quest’ultima ipotesi, dato che il primo prelievo non coincide con la data di messa a dimora delle piante. Essa permetterebbe comunque di osservare la ripartizione delle piante infette nel tempo e di formulare quindi un’ipotesi più fondata sulla possibile fonte. Attraverso il sequnziamento dei 14 campioni di lattuga sono stati ritrovati 6 aplotipi di TSWV. Il numero di catture di F. occidentalis e T. tabaci conferma la presenza di più insetti all’interno del tunnel, inoltre è possibile che nell’insetto vettore siano presenti contemporaneamente più ceppi del virus (Gallitelli & Davino, 1998), questa potrebbe essere una possibile spiegazione della presenza delle tre piante vicine con aplotipi diversi. Gli aplotipi più frequentemente osservati sono TI01TOC (7 campioni) e TI01TOD (3 campioni), essi sono distribuiti casualmente all’interno del tunnel (Fig. 13). Gli aplotipi TI01TOG, TI02LEI, TI02TOLEL e TI02TOLEM sono stati ritrovati ognuno in un unico campione. Unicamente l’aplotipo TI02TOLEM è simile (se non identico) ai campioni 2001 Le piante di pomodoro infette sono risultate 7 (14,6%) su 48 campioni provenienti dall’ultimo prelievo. 2 piante con TSWV sono state rilevate nella sezione testimone (dove rappresentano il 5,6% delle 36 piante presenti). Le altre 5 piante infette si trovano nella zona trattata secondo la strategia basata sulla soglia di tolleranza, esse rappresentano il 31,3% delle piante analizzate nella sezione (Fig. 16). Esse sono vicino all’entrata sud, tuttavia quest’ osservazione non è indicativa in quanto sono stati prelevati unicamente 12 campioni (Fig.16). Le altre piante della sezione non sono state analizzate dato che la formulazione iniziale dell’esperimento prevedeva unicamente l’analisi di campioni della sezione testimone e che questi campioni sono stati prelevati unicamente perchè il numero di piante non trattate era insufficiente. Tuttavia è possibile ipotizzare che la maggior parte degli insetti viruliferi sia entrato dalla parte sud, dove è presente un altro tunnel (colpito in maniera più forte nella stagione 2001). Attraverso l’analisi dei prelievi precedenti l’ultimo, è stata determinata l’evoluzioni del numero di piante infette nel tempo (Tab. 19). In nessuna delle piante del primo prelievo è stata rilevata la presenza di TSWV, ciò indica che, se si escludono concentrazioni di TSWV non detettabili, le piantine erano prive di TSWV al momento del trapianto. I campioni 39 e 41 sono risultati positivi nell’analisi del secondo prelievo, essi appartengono rispettivamente agli aplotipi TI01TOD e TI02TOH. La settimana seguente, una terza pianta (40) è risultata infetta da TSWV appartenente all’aplotipo TI01TOD, essa non si trova nelle immediate vicinanze della pianta infetta dallo stesso aplotipo bensì in quella infetta da TI02TOH. Il 25 maggio 2002 (ultimo prelievo) le piante con TSWV nella sezione secondo strategia erano 5, tre delle quali 48 appartenenti a TI01TOD (39, 40 e 47) una a TI02TOH ed una quinta (44) di cui non è stata determinata la sequenza, perchè essa è risultata positiva unicamente in un’analisi successiva e non è più stata sequenziata per mancanza di tempo. Le piante 44 e 47, si trovano l’una di fianco all’altra vicino a 41 (Fig.19). Come descritto in precedenza sono risultati positivi anche due campioni (4 e 20) della sezione testimone, di cui tuttavia non è stata determinata la sequenza per mancanza di tempo. La conoscenza del tipo di aplotipo di questi campioni avrebbe potuto permettere di capire se i tripidi si sono mossi all’interno del tunnel, malgrado le reti di separazione (poste per evitare appunto questo) o se essi siano venuti da fuori (parte nord) portando aplotipi diversi. Un dicorsco completo sulla ripartizione degli aplotipi non è possibile, in quanto, come indicato in precedenza, le piante scelte non sono indicative. Ignorando il campione 44, si potrebbe supporre che un tripide si sia nutrito successivamente su tre piante diverse (39, 40 e 47, Tab.19) infettandole. Mentre l’insetto che ha infetto la pianta 41, si è nutrito solo di questa e poi è migrato o è morto. Si può concludere che, come osservato per la lattuga, si tratta di un’infezione primaria, data la presenza di più aplotipi (TI01TOA e TI02TOH) in piante che non formano un cluster distinto all’interno della sezione. L’aplotipo più frequentemente ritrovato su pomodoro nel tunnel è TI01TOD, il quale era stato già riscontrato in tre campioni su 14 di lattuga con TSWV. Questo sembrerebbe indicare che Stellaria media (trattata con diserbante ed insetticida e presente ai bordi interni del tunnel ed in particolare vicino alla pianta 39), possa aver funto da serbatoio nel passaggio tra le due colture. Tuttavia non è stata riscontrata la presenza di TI01TOC fortemente presente nella lattuga (in 7 campioni) e neppure degli altri aplotipi, indicando che i tripidi vettori sono migrati in altre parcelle o che TSWV non sia ancora detettabile. Piante infestanti come S. media, potrebbero avere un ruolo importante durante l’inverno o nel periodo tra una coltura e l’altra quando la parcella resta vuota. Groves et al. (2001) riporta che il 75% delle piante di S. media mantiene l’infezione durante l’inverno ed indica che la trasmissione tramite tripidi (studio svolto con F. fusca) sviluppatisi su piante infette raggiunge il 18% (gli insetti sono stati prelevati da piante sulle quali hanno svernato, e la capacità di infettare è stata determinata su petunia, petunia leaf assay). L’importanza dei tripidi presenti nel suolo al di sotto delle piante infette sembra essere di importanza ridotta. Lo sviluppo della popolazione durante l’inverno su piante serbatoio e la successiva diffusione non sono ancora pienamente compresi (Groves et al., 2001). Liberare completamente il tunnel dalle piante infestanti tra due colture ospiti di TSWV potrebbe essere una misura importante per prevenire la diffusione di TSWV da una coltura alla successiva. L’aumento del numero delle piante di pomodoro infette segue l’andamento della popolazione di insetti vettori. Tuttavia il numero di catture con le trappole cromotropiche non è completamente indicativo, in quanto tra queste sono presenti tripidi viruliferi che hanno acquisito il virus nello stadio larvale e tripidi che lo hanno ingerito nello stadio adulto e non sono quindi in grado di trasmetterlo (van de Wetering et al., 1996). Il problema della determinazione della virulenza o avirulenza dell’insetto vettore può venir risolto tramite l’uso di piante spia come varietà di Petunia x hybrida “Summer Madness”, “Super Magic Coral” e “Red Cloud”. In queste piante l’infezione da TSWV si evidenzia con la comparsa di lesioni necrotiche a contorni scuri intorno alla cicatrice di alimentazione pochi giorni dopo l’infezione (Gallitelli & Davino, 1998). L’assenza di sintomi sulla lattuga potrebbe essere attribuibile al fatto che le piante siano state infette da meno di una settimana (tempo necessario a partire dall’infezione per osservare i sintomi su lattuga indicato da Yudin et al. (1990)), l’analisi dei prelievi precedenti premetterebbe di verificare l’ipotesi. Per i campioni di pomodoro questa ipotesi non è valida in quanto è stato dettato TSWV in due campioni prelevati tre settimane 49 prima, le cui piante non hanno finora (24 giugno 2002) mostrato sintomi. Nell’azienda sono stati rilevati il 14 giugno 2002, in due tunnel relativamente vicini a quello da cui sono stati prelevati i campioni, circa 30 piante di pomodoro con sintomi evidenti di TSWV. Le piante dell’esperimento di diagnosi precoce sono state messe a dimora più tardi (approssimativamente due settimane) e sono quindi meno sviluppate delle prime, questo fattore potrebbe determinare l’assenza di sintomi (Jermini, comunicazione personale). Data l’impossibilità di determinare quando l’insetto si è nutrito della pianta analizzata infettandola, non è possibile indicare dopo quanto tempo dall’infezione la presenza del virus è rilevabile attraverso RT-PCR. 4.3. TSWV IN TICINO In Ticino è presente un’elevata variabilità di TSWV. In campioni prelevati in 5 aziende orticole sull’arco di soli due anni sono stati riscontrati 11 diversi aplotipi di TSWV (Tab. 20). Le differenze osservate nelle sequenze nucleotidiche variano da minimo 1 a massimo 20 basi mutate. Le sequenze tradotte differiscono da 0 a 5 aminoacidi (Tab. 21) (7 diversi aplotipi basati sulle sequenze aminoacidiche) indicando un’elevata conservazione come osservato da de Àvila et al. (1993) e Vaira et al. (1994) per isolati virali provenienti da diverse zone distanti del mondo. Ciò sembra riflettere una limitazione della variazione sia dell’RNA che degli aminoacidi (Vaira et al., 1994). Gli aplotipi si suddividono in tre gruppi principali di sequenze con sostituzioni simili (Fig. 23). Il primo (TICINO1) raggruppa due aplotipi rilevati la prima volta nel 2001 (TI01TOA e TI01TOD, risultano identiche dal confronto di sequenze di 516 nucleotidi) e due apparsi nel 2002 ognuno in un unico campione (TI02LEL su lattuga e TI02TOH su pomodoro) (Tab. 20). Vista la similitudine di TI02LEL e TI02TOH (rispettivamente 4 e 3 nucleotidi e 1 e 3 aminoacidi differenti. Tab.21) con gli aplotipi TI01TOA e TI01TOD, questi aplotipi potrebbero essere stati generati da mutazioni delle sequenze osservate l’anno precedente (TI01TOA e TI01TOD). Il secondo gruppo, indicato come TICINO2, è evolutivamente vicino al gruppo TICINO1. Esso comprende tre aplotipi riscontrati la prima volta nel 2001 su pomodoro (TI01TOC, TI01TOF, TI01TOG) ed uno apparso nel 2002 su lattuga (TI02LEI). Anche in questo caso si può supporre che esso sia stato generato da una singola mutazione da TI01TOC visto che i due aplotipi si differenziano per un singolo nucleotide ed un singolo aminoacido (Tab. 21). Il terzo gruppo, diverso dai primi due, raggruppa anch’esso due aplotipi osservati la prima volta nel 2001 (TI01TOB e TI01TOE) ed uno l’anno seguente (TI02LEM, che potrebbe essere identico a TI01TOB) il quale si differenzia da TI01TOB in un base ed in un aminoacido (Tab 21). Gli aplotipi più frequenti in Ticino sono TI01TOC e TI01TOD entrambi sono presenti in tre delle 5 aziende, rispettivamente in 15 e 12 campioni su di un totale di 44 campioni (Tab. 20). TSWVD è identico all’isolato olandese (Fig.25), il quale è indicato da Qiu et al. (1998) come aplotipo con S RNA dominante su S RNA di TSWV10 (USA). Nel lavoro descritto da Qiu et al. (1998) è stato sviluppato un metodo per associare specifici segmenti genomici a fenotipi virali e studiare i fattori che influenzano il riassortimento in TSWV. Gli isolati riassortanti sono stati generati inoculando coppie di isolati di TSWV (TSWVD, TSWV10 o TSWVMD, non è presente alcuna ulteriore indicazione sull’ultimo isolato). L’origine parentale di ogni segmento ottenuto tramite l’inoculazione doppia è stata 50 determinata tramite segment specific RFLPs. In questo modo è stato determinato che i segmenti virali vengono scambiati in modo non aleatorio e che S RNA di TSWV è dominante su S RNA di TSWV10. La lunghezza dell’IGR (intergenic region) di S RNA è correlata con la competitività di questo segmento. Questa dominanza potrebbe essere un fattore che determina l’elevata frequenza dell’aplotipo in Ticino. Dal confronto delle sequenze nucleotidiche degli aplotipi ticinesi con quelle degli isolati mondiali (Fig. 25), risulta che gli aplotipi appartenenti al gruppo TICINO1 sono vicini all’isolato della Repubblica Ceca C27084, prelevato da Zantdeschia (calla) e TI01TOD è identico (sulla base del confronto di 638 nucleotidi) all’isolato olandese TSWVD isolato da dalia. Gli aplotipi del gruppo TICINO2 sono vicini all’isolato germanico, LE98/257 isolato da Lysimachia. Gli aplotipi del gruppo TICINO3 sono simili all’isolato italiano TSWVIT prelevato da pomodoro. Dall’analisi della nazione di provenienza delle piantine colpite, è ipotizzabile un collegamento con l’aplotipo ritrovato (Tab. 24). Tab. 24: Anno, azienda, località, coltura e nazione di provenienza delle piante colpite da TSWV Anno 1997 1999 2000 2001 2002 Azienda Canevascini Squillace All’Orto Squillace Squillace Giorgi All’Orto All’Orto Giorgi Giorgi Beghelli All’Orto Ballerini Giorgi Brevi Brevi All’Orto Giorgi Località Tenero Coldrerio Muzzano Coldrerio Coldrerio Stabio Muzzano Muzzano Stabio Stabio Iragna Muzzano Novazzano Stabio Novazzano Novazzano Muzzano Stabio Coltura Pomodoro Lattuga Pomodoro Pomodoro Lattuga Pomodoro Lattuga Batavia Lattuga Pomodoro Pomodoro Pomodoro Pomodoro Lattuga Lattuga foglia di quercia Lattuga Pomodoro Pomodoro Provenienza Olanda Italia Olanda Italia Italia Italia Ticino Ticino Italia Italia Olanda Italia Italia Italia Olanda Olanda Italia Italia Nell’azienda All’Orto sono stati osservati nel 2001 in 7 campioni analizzati 5 diversi aplotipi (TI01TOA, TI01TOD, TI01TOE, TI01TOF e TI01TOG), nell’unico campione del 2002 è stato ritrovato l’aplotipo TI01TOD (Tab. 20). Questa grande variabilità potrebbe venir spiegata dall’acquisto di materiale da diverse nazioni (Olanda ed Italia. Tab. 24), dallo scambio di prodotti orticoli e piantine con Beghelli e dalla presenza di TSWV nell’azienda da tre anni. E’ ipotizzabile che nel 2000, tramite l’acquisto di piantine di pomodoro di provenienza olandese, sia stato importato nell’azienda TSWV appartenente all’isolato olandese TSWVD (identico a TI01TOD). L’aplotipo TI01TOA, molto simile a TI01TOD potrebbe essere una mutazione del primo. Con l’acquisto di piantine italiane nel 2001 potrebbe essere stato importato l’aplotipo TI01TOE, il quale si distingue da TSWVIT (Italia) in solamente 2 nucleotidi e le cui sequenze aminoacidiche sono identiche (su 212 aminoacidi) (Tab.23). Gli aplotipi TI01TOF e TI01TOG potrebbero essere stati introdotti nell’azienda da materiale infetto o tripidi viruliferi provenienti da Beghelli, presso il quale è presente l’aplotipo simile TI01TOC (Tab. 20). Anche TI01TOE potrebbe provenire da Beghelli. 51 Presso l’azienda Giorgi è stato ritrovato nel 2001, in 7 campioni analizzati, unicamente l’aplotipo TI01TOB (Tab. 20), simile all’isolato italiano TSWVIT (Tab.24). Dato che le piantine erano state acquistate in Italia (Tab. 24) è ipotizzabile l’introduzione della malattia tramite quest’ultime. Nel 2002, in 18 campioni di lattuga e pomodoro analizzati, sono stati ritrovati 7 aplotipi, di cui 5 nuovi (se si considera TI02LEM diverso da TI01TOB). La presenza di così tanti aplotipi molto diversi (TI01TOC, TIOITOG e TI02LEI appartenenti al gruppo TICINO2 e TI01TOD, TI02TOH e TI02TOLEL appartenenti al gruppo TICINO1) da quello riscontrato la stagione precedente è sorprendente. Praticamente solo in un campione è stato ritrovato un aplotipo simile (TI02LEM). Sono possibili più ipotesi per spiegare ciò. È possibile che nel 2001 fossero presenti aplotipi che non sono stati ritrovati nei campioni analizzati o che il materiale acquistato nel 2002 fosse infetto. È anche possibile che l’introduzione di nuovi aplotipi sia avvenuta tramite insetti vettori provenienti da un’azienda con TSWV nelle vicinanze o che le distanze percorse dai tripidi trasportati dal vento siano estremamente grandi (e che gli aplotipi provengano quindi dall’azienda All’Orto, distante ca 16 km). È anche possibile che esista un’altra via di trasmissione sconosciuta. La prima ipotesi sembra essere la più probabile, essa non spiega comunque l’esistenza di aplotipi così diversi (appartenenti ai tre gruppi di aplotipi ticinesi). Le piante acquistate nel 2001 provenivano dall’Italia, è quindi curioso che esse fossero infette da TSWV appartenenti ad aplotipi simili all’isolato olandese e tedesco. Tuttavia, dato che il venditore delle piantine commercia anche piante ornamentali (non è possibile sapere se il materiale venduto sia esclusivamente di produzione propria o venga importato) e dato che anche in Italia è ipotizzabile la presenza di più isolati diversi, è possibile l’importazione di TSWV con sequenze simili a quelle degli isolati stranieri. Per la terza ipotesi, va notato che il 15 aprile 2002 sono state ritrovate presso l’azienda Brevi (situata a circa 3 km di distanza), piante di lattuga e lattuga foglia di quercia di provenienza olandese, presentanti i sintomi di TSWV. La loro distribuzione all’interno del tunnel era condensata vicino alle entrate, lasciando supporre che la trasmissione si avvenuta tramite tripidi vettori provenienti dall’esterno. Ciò lascia supporre che essi fossero presenti nella zona. Dall’analisi dell’unica sequenza ottenuta, è stata determinata la presenza dell’aplotipo TI01TOC. Non è stata ritrovata nella letteratura alcuna indicazione sulle distanze massime percorse dai tripidi trasportati dal vento e non è quindi possibile accettare o smentire l’ipotesi che i tripidi viruliferi (infetti da TSWV appartenente agli aplotipi TI01TOD, TI01TOF e TI01TOG) siano stati trasportati dal vento. È anche possibile che i nuovi aplotipi siano stati introdotti nell’azienda tramite altri vettori, come ad esempio l’uomo. Presso l’azienda Ballerini è stata rinvenuta la presenza nel 2001 di più piante presentanti i sintomi di TSWV. Dall’analisi dell’unica sequenza ottenuta, essa è risultata appartenere all’aplotipo TI01TOD. Ciò potrebbe indicare che tripidi infetti siano stati trasportati dal vento dall’azienda Ballerini a Giorgi (esse si trovano a soli 2 km di distanza). Ciò può anche significare che in Italia (nazione di provenienza delle piantine) siano presenti più aplotipi diversi. Va inoltre notato che nelle vicinanze dell’azienda si trova un centro di giardinaggio, il quale potrebbe essere stato la fonte dell’infezione. Al momento del rilevamento delle piante infette, è stato notato sul composto in un orto privato nelle vicinanze dei tunnel dell’azienda, una pianta di pomodoro estirpata con sintomi che con quasi certezza possono essere imputati a TSWV (Jermini, comunicazione personale). Non è possibile determinare se questa pianta sia stata l’inoculo dell’infezione o se essa è stata colpita successivamente. 52 Fino al 24 giugno 2002 non è stato segnalato nessun nuovo caso di TSWV nell’azienda, lo stesso vale per Beghelli. Dalle osservazioni fatte risulta che l’introduzione del virus tramite l’acquisto di materiale infetto è ipotizzabile, risulta quindi inspiegabile il fatto che esso non sia stato riscontrato il altre aziende che si sono fornite presso la stessa ditta. 4.4. TSWV NEL MONDO Eterogeneità e rapida adattabilità sono due caratteristiche fenotipiche importanti che distinguono TSWV da altri fitovirus (Heinze et al., 2001). La variabilità degli isolati di TSWV riportati nella letteratura è grande, mantenendo tuttavia un elevato livello di conservazione (de Àvila et al., 1993, Vaira et al., 1994). Le differenze tra gli isolati variano da 0 a 35 nucleotidi (su di un totale di 638 basi) (Tab. 23). Le sequenze aminoacidiche si differenziano per un minimo di 0 ed un massimo di 11 aminoacidi (Tab. 23). Come già riscontrato da Jain et al. (1998), il dendogramma degli isolati mondiali ottenuto con le sequenze nucleotidiche riflette quello ottenuto per le sequenze aminoacidiche. In entrambe le rappresentazioni risulta evidente una suddivisione per nazione di provenienza, mentre non si nota alcuna correlazione con la pianta ospite da cui è stato prelevato l’isolato (Fig. 25 e 26). Questa suddivisione geografica degli isolati è ancora più evidente nelle sequenze traslate di aminoacidi. Infatti in esso si nota che i clades raggruppano gli isolati oltre che per nazione anche per continente di provenienza, sebbene ciò non è sempre supportato da un elevato valore bootstrap (Fig. 26). Questa correlazione tra similitudine delle sequenze ed origine geografica è stato riportato da Tsompana et al. (2001). Lo stesso è stato osservato da Bhat et al. (1999) confrontando sequenze dalla Georgia e dalla Florida con sequenze dell’isolato TSWVBR01 (Brasile) e JAP (Giappone). La forte omologia delle sequenze aminoacidiche di C27084 (Repubblica Ceca), TSWVD (Olanda) e TSWVIT (Italia) potrebbe essere determinata, secondo Heinze et al. (2000), dal vettore o dalle piante ospiti simili o essere dovuto ad un antenato comune. Un’eccezione è rappresentata dall’aplotipo ticinese TI01TOG, la cui sequenza nucleotidica è simile a quella ticinese del gruppo TICINO2, mentre la sequenza aminoacidica è identica a quella dell’isolato hawaiano TSWVHI, indicando che mutazioni delle sequenze sono possibili ma che esse devono sempre riflettere un certo pattern aminoacidico. Dal confronto serologico degli isolati TSWVBR01 (Brasile) e TSWVL3 (Bulgaria), relativamente distanti nel dendogramma dei nucleotidi (Fig. 25), ma presenti nello stesso clade basato sulle sequenze aminoacidiche (Fig. 26), è stato rilevato che essi sono serologicamente simili (Maiss et al., 1991). Mentre Qiu et al. (1998), ha osservato attraverso il confronto degli isolati TSWVD (Olanda) e TSWV10 (USA), distanti in entrambi i dendogrammi, una sintomatologia diversa su Cucumis sativum cv. National Pickling. I sintomi causati dall’isolato olandese infatti si presentano come lesioni locali di 0,3 mm di diametro, mentre quelli di TSWV10 come lesioni di 1,2 mm. Una diversa sintomatologia è stata osservata anche da Antignus et al. (1997) nel confronto di isolati israeliani, serologicamente identici tra loro (di cui non è presente alcuna ulteriore 53 indicazione di letteratura), con l’isolato TSWVBR01. I sintomi causati dagli isolati israeliani sono simili a quelli provocati dagli isolati europei. Attraverso l’analisi delle sequenze IGR di M RNA (Bhat et al., 1999) e delle sequenze del gene NSm (Silva et al., 2001) è risultato un quadro simile a quello ottenuto con NP, suggerendo che le proteine codificate riflettono l’evoluzione del virus. Inoltre l’analisi delle sequenze IGR di S RNA conferma il clade georgiano (Qiu, non pubblicato, citato in Tsompana et al., 2001). 4.5. OUTLOOK 4.5.1. CAMPIONI 2002 L’analisi di piante ritrovate infette nel corso del 2002 permetterebbe di determinare se in Ticino sono presenti ulteriori nuovi aplotipi di TSWV e di comprendere in maniera più precisa come avviene la loro distribuzione nelle varie aziende. Attraverso l’osservazione e la descrizione dei sintomi osservati e la successiva analisi del materiale prelevato, si potrebbe tramite RT-PCR, determinare se anche in Ticino esista una correlazione tra aplotipo e sintomi manifestati, come indicato da Qiu et al. (1998). Una conseguenza diretta delle mutazioni delle sequenze potrebbe essere la capacità di infettare altre specie orticole, come indicato nella letteratura (cetriolo, melanzana, peperone, patata,…). L’osservazione visiva di colture che non siano pomodoro ed insalata nelle aziende in cui TSWV è presente permetterebbe di determinare se c’è un’ evoluzione in questo senso. 4.5.2. ANALISI DEL GENE L L’analisi delle sequenze del gene L permetterebbe di determinare se oltre alle sostituzioni avvenute in Ticino, sono avvenuti anche dei riassortimenti genetici come indicato da Moyer & Qiu (1996). Quest’ulteriore informazione permetterebbe di comprendere in maniera più precisa la distribuzione dei vari aplotipi. La combinazione dei primers NP ed L nella stessa reazione (come eseguito da Mumford et al. (1996) con primers S specifici per INSV e primers L per TSWV) permetterebbe di ridurre considerevolmente il numero di reazioni ciò renderebbe però necessaria una purificazione dei due prodotti da gel. Il numero di sequenze del gene L in GenBank non è elevato come per NP, un confronto con altri isolati mondiali risulterebbe quindi più difficile. 4.5.3. MONITORAGGIO CON PIANTE SPIA Piante spia, come varietà di Petunia x hybrida “Summer Madness”, “Super Magic Coral” e “Red Cloud”, indicate da Gallitelli & Davino (1998) potrebbero venir utilizzate per monitorare la presenza di tripidi viruliferi all’interno dei tunnel. Bisognerebbe innanzitutto determinare se queste piante mostrano realmente i sintomi descritti (lesioni necrotiche a contorni scuri intorno alla cicatrice di alimentazione pochi giorni dopo l’infezione) se infette con gli aplotipi presenti in Ticino. E si dovrebbe inoltre verificare tramite RT-PCR se si tratta realmente di TSWV. Per determinare le preferenze dei tripidi si potrebbero 54 mettere contemporaneamente in una parcella piante spia appartenenti a diverse varietà indicate e piante ospiti di TSWV. Attraverso l’analisi di prelievi di foglie effettuati ad intervalli regolari si potrebbe determinare in quale pianta viene detettata prima tramite RTPCR la presenza di TSWV. Questa informazione potrebbe indicare la preferenza del vettore o una più rapida replicazione del virus nella pianta ospite. Gallitelli & Davino (1998) indicano che l’attrattività delle piante può essere migliorata dotando il tutore di strisce cromotropiche azzurre, non adesive. Per determinare una relazione numerica tra il numero di insetti presenti ed il numero di lesioni si potrebbe inizialmente monitorare contemporaneamente la presenza dell’insetto con piante spia e trappole cromotropiche. L’analisi delle singole lesioni riscontrate sulle piante spia, permetterebbe di osservare un numero più elevato di aplotipi con la certezza di analizzare materiale infetto, facendo quindi un numero inferiore di analisi. Inoltre posando più piante in più parcelle dell’azienda si potrebbe determinare la diffusione del virus nello spazio e nel tempo. Le piante spia permetterebbero di conoscere il momento in cui gli insetti infetti sono presenti nel tunnel, questa informazione permetterebbe di determinare esattamente dopo quanto tempo dall’infezione è possibile rilevare la presenza di TSWV tramite RT-PCR. 4.5.4. PIANTE SPIA E TRATTAMENTI INSETTICIDI Si potrebbe sviluppare una strategia di trattamento insetticida basata sul monitoraggio con le piante spia. Essa permetterebbe un intervento più mirato, in quanto si procederebbe al trattamento unicamente in presenza di tripidi infetti. 4.5.5. ANALISI DEI TRIPIDI VETTORI Attraverso l’estrazione di RNA dai tripidi [metodi descritti da Boonham et al. (2002)] delle prime catture delle trappole cromotropiche (2001 e 2002) e successiva RT-PCR si potrebbe determinare di quale aplotipo l’insetto fosse vettore e comprendere quindi la sua provenienza. Questa informazione non sarebbe tuttavia completamente indicativa, in quanto il prodotto amplificato potrebbe essere stato assunto dall’insetto in stadio adulto e l’insetto non sarebbe in questo caso vettore. 4.5.6. ANALISI DI PIANTE INFESTANTI CHE SVERNANO NEI TUNNEL Attraverso l’analisi di RNA estratto da piante infestanti che restano nei tunnel durante l’inverno o tra una coltura e l’altra, si potrebbe determinare la loro importanza come inoculo del virus. In Groves et al. (2001) è presentata una lista di esperimenti fatti in questa direzione. 55 5. RINGRAZIAMENTI - Cesare Gessler per avermi dato la possibilità di svolgere il lavoro di diploma su di un tema estremamente interessante ed attuale. - Andrea Patocchi per il grandissimo e prezioso aiuto, i consigli e la disponibilità. - Mauro Jermini per i campioni 2001 e 2002, i dati sulle catture dei tripidi e per l’aiuto nel prelievo dei campioni. - I fratelli Giorgi per aver messo a disposizione un intero tunnel per il prelievo dei campioni di insalata e pomodoro. - Tiziano Pedrinis per i campioni 2001 e le informazioni sulla diffusione del virus in Ticino e la provenienza del materiale. - Davide Gobbin per gli utilissimi suggerimenti e consigli. - Alban Ramette per le spiegazioni filogenetiche. - Roberto Brunetti e Luigi Colombi per le fotografie dei sintomi di TSWV e la letteratura italiana e francese. - Marcello Zala per avermi sempre fatto pervenire rapidamente i preziosi kit. - Dafne Gianettoni e Luca Lafranchi per la lettura del lavoro. - Giorgia Valsesia , Giovanni Broggini, Fabio Rezzonico, Eve Dilworth e tutto il gruppo di fitopatologia. 56 6. LETTERATURA - - - - - - - - - - - A. A. V. V., 2002. Manuel des lègumes. VSGP/UMS, 147-152. Adam, G., Peters, D., Goldbach, R.W., 1996. Serological comparison of tospoviruses isolates using polyclonal and monoclonal anribodies. Acta Horticulturae, 431:135-159. Allen, W.R., Matteoni, J.A., 1991. Petunia as an indicator plant for use by growers to monitor for thrips carrying the tomato spotted wilt virus in greenhouse. Plant Disease, 75:78-82. Antignus, Y., Lapidot, M., Ganaim, N., Cohen, J., Lachman, O., Pearlsman, M., Raccah, B., Gera, A., 1997. Biological and molecular characterization of tomato spotted wilt virus in Israel. Phytoparasitica, 25(4):319-330. Bandla, M.D., Westcott, D.M., Chenault, K.D., Ullman, D.E., German, T.L., Sherwood, J.L., 1994. Use of monoclonal antibody to the nonstructural protein encoded by the small RNA of tomato spotted wilt tospovirus to identify viruliferous thrips. Phytopathology, 84:1427-1431. Barker, I., 1989. Beware spotted wilt. Grower, 2:17-19. 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Sequenze corrette ottenute - Gruppi Azienda TI01TOA All'Orto ALL100801TO05 TI01TOB TI01TOC ALL100801TO08 TI01TOD TI01TOE TI01TOF TI01TOG ALL100801TO06 ALL050701TO04 ALL0100801TOB ALL0100801TO07 TI02TOH TI02LEI TI02LEL* TI02LEM* GIO250502TO41 GIO050402LE11 GIO050402LE15 GIO050402LE22 ALL100801TOA ALL140502TO01 BAL100801TOC Ballerini Beghelli BEG030701TO06 BEG030701TO01 BEG030701TO03 BEG030701TO05 BEG030701TO07 BEG030701TO08 BEG030701TO09 BEG030701TO10 Giorgi GIO030701TO01 GIO050402LE01 GIO050402LE06 GIO100801TO02 GIO050402LE09 GIO050402LE31 GIO030701TO11 GIO050402LE14 GIO050402LE41 GIO030701TO12 GIO050402LE23 GIO250502TO39 GIO030701TO13 GIO050402LE27 GIO250502TO40 GIO100801TO15 GIO050402LE43 GIO250502TO47 GIO050402LE47 GIO050402LE46 Brevi BRE150402FQ01 TI01TOC 56 65 100 TI01TOG TI01TOF TI01TOA 64 TI01TOD TI01TOE TI01TOB 0.005 Fig. 1A: Dendogramma basato sulla sequenza nucleotidica (638 basi) del gene NP di TSWV degli aplotipi ticinesi 2001 I valori posti al di sopra dei rami sono percentuali generate dalla statistica bootstrap su un totale di 1000 replicazioni. La lunghezza dei rami corrisponde alla distanza filogenetica. 61 68 TI01TOC TI02LEI 63 TI01TOG TI01TOF 100 65 TI01TOA TI01TOD TI02TOH TI01TOE TI01TOB 0.005 Fig. 2A: Dendogramma basato sulla sequenza nucleotidica (518 basi) del gene NP di TSWV degli aplotipi ticinesi esattamente determinati, escludendo quindi TI02LEL e TI02LEM. I valori posti al di sopra dei rami sono percentuali generate dalla statistica bootstrap su un totale di 1000 replicazioni. La lunghezza dei rami corrisponde alla distanza filogenetica. TI01TOG TI01TOF, TI01TOA, TI01TOD, TI01TOC, TI01TOE TI01TOB 0.001 Fig. 3A: Dendogramma basato sulla sequenza aminoacidica (212 aminoacidi) del gene NP di TSWV degli aplotipi ticinesi 2001. La lunghezza dei rami corrisponde alla distanza filogenetica. Il valore bootstrap non è indicato in quanto è inferiore al 50%. TI01TOA TI02LEI TI01TOG TI01TOE TI01TOF TI01TOB TI01TOD TI01TOC TI02TOH 0.002 Fig. 4A: Dendogramma basato sulla sequenza aminoacidica (172 aminaocidi) del gene NP di TSWV degli aplotipi ticinesi esattamente determinati, escludendo quindi TI02LEL e TI02LEM. La lunghezza dei rami corrisponde alla distanza filogenetica. Il valore bootstrap non è indicato in quanto è inferiore al 50%. 62 C27084 TI02TOH TI01TOD TI02LEL 57 TSWVD TI01TOA LE98/257 TI01TOG 58 TI01TOF 74 52 TI01TOC TI02LEI 980472 TSWVL3 91 Bulg97 BS97 8Hip9612 70 85 20Da961 GD98 JAP 86 TOSPOG 96 TOSPOC TSWVBR01 88 TSWVIT TI01TOE 61 99 TI01TOB TI02LEM Spain TSWVHI 70 TSWV10W 75 TSWVBL 62 TSWVH TSWVGATO TSWVGAAC 63 TSWVGATC TSWVGAPT 62 TSWVGACC 60 64 TSWVGAPP TSWVGAWC TSWVGAGC TSWV10 TSWVGAMC 0.005 Fig. 5A: Dendogramma basato sulla sequenza nucleotidica (518 basi) del gene NP di TSWV di 41 sequenze (11 aplotipi ticinesi e 30 sequenze mondiali I valori posti al di sopra dei rami sono percentuali generate dalla statistica bootstrap su un totale di 1000 replicazioni. La lunghezza dei rami corrisponde alla distanza filogenetica. 63 20Da961 GD98 TSWVL3 Bulg97 64 8Hip9612 TSWVBR01 BS97 980472 TI01TOE TI01TOF TI01TOA TI01TOD TI01TOC LE98/257 C27084 TSWVD TSWVIT TI02LEL TI02LEI Spain 65 TI01TOB TI02LEM TI02TOH TSWVHI JAP TI01TOG TSWVBL 66 TSWV10W 64 TSWVH TOSPOG 65 TOSPOC TSWVGAMC TSWVGAWC TSWVGAPP 64 TSWVGAGC TSWVGAAC TSWVGAPT TSWVGACC TSWVGATC TSWV10 TSWVGATO 0.005 Fig. 6A: Dendogramma basato sulla sequenza aminoacidica (172 aminoacidi) del gene NP di TSWV di 41 sequenze (11 aplotipi ticinesi e 30 sequenze mondiali). I valori posti al di sopra dei rami sono generati dalla statistica bootstrap su un totale di 1000 replicazioni. La lunghezza dei rami corrisponde alla distanza filogenetica. 64 Tab. 2A: Posizione e aminoacidi sostituiti nelle sequenze di 41 isolati (11 aplotipi ticinesi e 30 sequenze mondiali). Posizione dell’aminoacido / Aminoacido più frequente 26 33 38 39 40 42 47 49 50 58 60 62 63 64 84 88 99 100 110 116 127 133 138 148 149 154 159 161 174 175 184 187 192 198 199 200 201 205 206 212 230 232 Isolato TSWVGAGC TSWVGAAC TSWVGAPT TSWVGAMC TSWVGAWC TSWVGAPP TSWVGATO TSWVGACC TSWV10 TSWVGATC TSWV10W TSWVBL TSWVH TSWVHI TI01TOG JAP TOSPOC TOSPOG TSWVIT TSWVD LE98/257 TI01TOA TI01TOD TI02TOH TI01TOC TI01TOE TI01TOF TI01TOB C27084 Spain TSWVL3 8Hip9612 GD98 BS97 20Da961 Bulg97 980472 TSWVBR01 TI02TOLEI TIO2TOLEL=* TI02TOLEM* D . . . . . . . . . . . . . . . N . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . - N . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . D . . - C . . . . . . . . . . . . V . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . - L . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Q . - E G G G G G G G G G G . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . - L . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . I . . . K . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . R . . . . . . . . . . . . R S . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . R . . . . . . . . . . . V I I I I I I I I I I I I I I I I I I . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . K . . . . . . N . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . R . . . . . . . . . . H . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . S . . . . . . . . . . . . . . . . G . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . I . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . V . . . . . M . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . I . . . . . . . . D . . . . . . . . . . . . . . . . N N . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . A . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . G . . . L . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . M . . . . I . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . V . . . . . N . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . D . . . . . . . . . . . . . . . . . T . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . I . . . . I . . . . . . . . . . . S . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . P . . . . . . . . T . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . K . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . E G . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . S . . . . . . S . . . . . . . . G . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . A . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . S . . . . . . . . . . . . . . . . . F . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . L . . . . . . . . . M . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . V . . . . . . . . . . . . . . . . . Y . . . . . . . . . C . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . K . . . . . . . R . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Y . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . C . . . . . . R . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . K K K K K K K K . . . K . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . R . . . . . . . K . . . . . . . . . . Q . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . S . . . . . . . . . . R R R . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . K . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Q . A . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . G . . . . . N T T T T T T T T T T . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . E . . . . . . . . . . . . . . . . . G . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . G . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . R . . I V V V V V V V V V V T . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . V - M . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . I . . . . . . . . . - Tab. 3A: Codoni codificanti sostituiti nelle sequenze di 41 isolati (30 sequenze mondiali e 11 aplotipi ticinesi). I codoni non sinonimi sono indicati con caratteri italici. Posizione dell’aminoacido codificato / Codone più frequente 26 33 38 39 40 42 47 49 50 58 60 62 63 64 84 88 99 100 110 116 127 133 138 148 149 154 159 161 174 175 184 187 192 198 199 200 201 205 206 212 230 232 Isolato GAT AAC TGT CTG GAA CTT AAG AGC GTT AAG CGT AGT ATA ATG GAC GCC TTG ATC AAT ACT ATT CCT AAG GGT AGC GCT TTT ATG TAC AAG TAT AGG AAA AAA AGC AAA GCA AAT GAA GGG ATT ATG TSWVGAGC TSWVGAAC TSWVGAPT TSWVGAMC TSWVGAWC TSWVGAPP TSWVGATO TSWVGACC TSWV10 TSWVGATC TSWV10W TSWVBL TSWVH TSWVHI TI01TOG JAP TOSPOC TOSPOG TSWVIT TSWVD LE98/257 TI01TOA TI01TOD TI02TOH TI01TOC TI01TOE TI01TOF TI01TOB C27084 Spain TSWVL3 8Hip9612 GD98 BS97 20Da961 Bulg97 980472 TSWVBR01 TI02TOLEI TIO2TOLEL=* TI02TOLEM* . . . . . . . . . . . . . . . AAT . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . - . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . GTC . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . GAC . . . . . - - CTA . . . . . . . . . . . TTG . . . . . . . . . . . . . . . . CTA CTA CTA . CTA . CAG . - GGA GGA GGA GGA GGA GGA GGA GGA GGA GGA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . - . . . . . . . . . . CTC . . . CTC . . . . CTC CTC CTC CTC CTC CTC . CTC . CTC . CTC CTC CTC CTC CTC CTC CTC ATC CTC CTC . AAA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . AGT . . . . . . . . . . . . . AGT . . . AGG . . . . CGC . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ATT ATT ATT ATT ATT ATT ATT ATT ATT ATT ATT ATT ATT ATT ATT ATT ATT ATT . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . AAC . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . CAT . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . AGC AGC AGC AGC AGC AGC AGC AGC AGC AGC AGC AGC AGC AGC . . GGT . . . . . . . . AGC . AGC . . . . . . . . . . . . AGC . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . GTA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ATA . . . . . . . . . . . . . . . . GAT . . . . . . . AAC AAC . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . TTA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . GCT . . . . . . . . . . . . . . . . . ATG . GGC . . . . . AGC . ATT . . ATT ATT ATT . ATT ATT . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . GTC . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . GAT . . . . . . . . . . . . . . . . . 65 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ATT . . . . . . . . . . . . . . . AGT . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ACT CCC . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . AGT . . . . . . . . . . . GAG . . . . . . . . . . . . . . . . . GGC . . . . . . . . . . . AGT . . . . . . . . . . . . . . . . . . TCT AGT . . . AGT . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . AGT . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . CTT . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . GTG . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . TGC . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . AGG . . . . . . . . . . . . . AAA . AAA . AAA . . . . . AAA . AAA . AAA . AAA . AAA . AAA . . . AAA . . . AAA . . . AAA . AAA . AAA . AAA . AAA TGT AAA . AAA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . AGA . . . . AGA AGA AGA AGA AGA AGA . AGA . AGA . AAG AAG AAG AAG AAG AAG AAG AAG AGA AGA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . AAG . AAG . . . . . AGA . . . . AAG . . . . . . . . . . . . CAA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . AGA AGA AGA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . CAA . ACT . ACT . ACT . ACT . ACT . ACT . ACT . ACT . ACT . ACT . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . GGA . . . . . . . . . . . . . GTT . . GTT . . GTT . . GTT . . GTT . . GTT . GGA GTT . GGA GTT . . GTT . . GTT ACT . . . . . . . . . . . . . . . . . . GGA . GGA GGA . . . . . GGA . . . . . GGA . . GGA . . GGA . . . . . . . . . . . . . GGA . . . . . GGA . . GGA . . GGA . . GGA . . GGA . . GGA . . GGA . GTT . . . GGA . GGA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ATT . . . . . . . . . - Tab. 4A: Proprietà degli aminoacidi più frequenti e degli aminoacidi sostituiti nelle sequenze di 41 isolati (30 sequenze mondiali e 11 aplotipi ticinesi). Posizione Aminoacido più frequente Aminoacido sostituito Isolato aa Proprietà aa Proprietà 26 D N polare (idrofilo, neutro) 33 N polare (idrofilo, neutro) D polare (idrofilo, acido) Bulg97 38 C polare V non polare (idrofobico) TSWVH 39 L non polare (idrofobico) Q polare (idrofilo, neutro) 980472 40 E polare (idrofilo, acido) G non polare 42 L non polare (idrofobico) I TSWVGA(GC, AC, PT , MC, WC , PP, TO, CC, TC) TSWV10 TSWVBR01 47 K polare (idrofilo, basico) R polare (idrofilo, basico) TI01TO0B 49 S polare R polare (idrofilo, basico) Spain 50 V non polare (idrofobico) I 58 K polare (idrofilo, basico) N polare (idrofilo, neutro) TSWVGA(GC, AC, PT , MC, WC , PP, TO, CC, TC) TSWV(10, 10W, BL, H, HI) TI01TOG, JAP, TOSPO(C, G) TSWVGATO 60 R polare (idrofilo, basico) H polare (idrofilo, basico) TSWV10W 62 S polare G non polare TOSOPC 63 I non polare (idrofobico) V non polare (idrofobico) Bulg97 64 M non polare (idrofobico) I GD98 84 D polare (idrofilo, acido) N polare (idrofilo, neutro) TOSPO(G, C) 88 A non polare (idrofobico) G non polare TSWVBR01 99 L non polare (idrofobico) M non polare (idrofobico) 980472 100 I non polare (idrofobico) V non polare (idrofobico) Bulg97 110 N polare (idrofilo, neutro) D polare (idrofilo, acido) TI02TOH 116 T polare I 127 I non polare (idrofobico) S polare TSWVBL 133 P non polare T polare TSWV10 polare (idrofilo, acido) non polare (idrofobico) non polare (idrofobico) non polare (idrofobico) non polare (idrofobico) JAP 980472 138 K polare (idrofilo, basico) E polare (idrofilo, acido) TI02LEM 148 G non polare S polare 20Da961 149 S polare G non polare TSWV10 154 A non polare (idrofobico) S polare TI02TOH 159 F non polare (idrofobico) L non polare (idrofobico) 8Hip9612 161 M non polare (idrofobico) V non polare (idrofobico) TI02TOH 174 Y polare C polare TSWVGATC 175 K polare (idrofilo, basico) R polare (idrofilo, basico) TSWVGACC 184 Y polare C polare 20Da961 187 R polare (idrofilo, basico) K polare (idrofilo, basico) 192 K polare (idrofilo, basico) R polare (idrofilo, basico) 8Hip9612 , GD98, BS97, 20Da961, Bulg97 980472 TSWVBR01 BS97 198 K polare (idrofilo, basico) Q polare (idrofilo, neutro) TSWV10W 199 S polare R polare (idrofilo, basico) TSWV10W, BL, H 200 K polare (idrofilo, basico) Q polare (idrofilo, neutro) TI02TOLEL Bulg97 201 A non polare (idrofobico) G non polare 205 N polare (idrofilo, neutro) T polare 206 E polare (idrofilo, acido) G non polare 212 G non polare R polare (idrofilo, basico) TI02TOLEI 230 I non polare (idrofobico) V non polare (idrofobico) 230 I non polare (idrofobico) T polare TSWVGA(GC, AC, PT , MC, WC , PP, TO, CC, TC) TSWVBR01 TSWV10W 232 M non polare (idrofobico) I non polare (idrofobico) C27084 TSWVGA(GC, AC, PT , MC, WC , PP, TO, CC, TC) TOSPOG 66 GLOSSARIO Clade Gruppo comprendente un antenato comune (rappresentato dal nodo da cui dipartono i rami) e tutti i suoi discendenti (www.ujf-grenoble.fr/JAL/Choler/BEV/glossaire.html). Cladogramma 1. Diagramma di ramificazione gerarchica che contiene affermazioni sulle somiglianze tra i taxa inclusi nel diagramma stesso. 2. Diagramma di ramificazione che mostra il pattern gerarchico delle somiglianze evolutive (omologie) dei taxa inclusi nel diagramma stesso. Un cladogramma è un ipotesi di relazioni di somiglianza evolutiva tra taxa basata sull'analisi dei caratteri primitivi e derivati. Tali ipotesi di somiglianza sono esprimibili sia mediante grafici ramificati, sia mediante codificazioni non grafiche. I cladogrammi non hanno un connotato temporale vincolante e non rappresentano la filogenesi degli organismi in esso analizzati (modificato da http://utenti.tripod.it/Paleo2000). Dendogramma Termine generale che indica un diagramma ad albero (Clewley, J.P., 1998. A user’s guide to producing and interpreting tree diagrams in taxonomy and phylogenetics. Part I. Introduction and naming of parts. Communicable disease and publich health, 1:64-66.) Filogramma (o albero filogenetico) Diagramma (non necessariamente ramificato nè rappresentato graficamente) che esprime in forma schematica le relazioni genealogiche tra un insieme di taxa. Esso esprime unicamente relazioni genealogiche, indipendentemente dal particolare tipo di sistematica adottata (modificato da http://utenti.tripod.it/Paleo2000). Omologia Caso in cui caratteri tra loro simili vengono ereditati da un antenato comune (www.ujfgrenoble.fr/JAL/Choler/BEV/glossaire.html). Taxa Insieme di organismi presenti in un livello di una classificazione (www.ujfgrenoble.fr/JAL/Choler/BEV/glossaire.html). Topologia Insieme di elementi che definiscono la struttura di un dendogramma (posizione dei nodi, lunghezza dei rami, …) (www.ujf-grenoble.fr/JAL/Choler/BEV/glossaire.html). Valore bootstrap Valore utilizzato per determinare la significanza statistica di un dendogramma. Nuovi set di dati vengono generati partendo dall’allineamento di più sequenze, scegliendo casualmente delle colonne e combinandole in modo da ottenere un nuovo allineamento, questo procedimento viene ripetuto più volte. Il valore bootstrap indica la percentuale di replicazioni in cui è stato osservato lo stesso raggruppamento. Un clade è considerato significante quando il valore bootstrap è superiore a 50%. 67