“La Cultura Cattolica” Professor Giacomo Samek Lodovici 57ª Fiera del Libro – 39ª Fiera del Disco venerdì 22 Luglio 2005 - ore 21 Presentazione di Don Massimo: La fiera del libro nasce 57 anni fa… con l’intento di promuovere la cultura cattolica…Noi siamo portatori di una certezza, noi siamo portatori di una verità, che è il Vangelo di Gesù Cristo, perché non si può attaccare la vita ad un punto interrogativo e il pensiero debole è così debole e così fragile che alla fine è come costruire sulle sabbie mobili e quindi la casa non sta su (secondo la pagina del vangelo). Noi siamo portatori di una certezza, di una verità che nel corso dei secoli è diventata cultura che ha innervato soprattutto la nostra terra e l’Europa (non lo si vuol riconoscere ma così è) dove il Vangelo di Cristo è diventato arte, filosofia, musica, letteratura… è diventato cultura oltre che opere sociali. (Citazione di un articolo del Timone dove il Card. Biffi riprendendo un intervento fatto nel 1985 “Per una cultura cattolica” dice: “Nessun animo cristiano può pensare che si possa fare a meno dell’esistenza di una cultura cattolica, altrimenti la nostra fede rimane qualcosa di folkloristico, di esteriore oppure limitato alla pura sfera dell’intimo e della coscienza, la nostra fede deve varcare questi spazi.”). Prof. Lodovici: (Ringraziamenti…) Non pretendo di esaurire l’argomento che mi è stato proposto poiché è vastissimo; mi ripropongo soltanto di suggerire alcune idee, alcuni spunti che sottopongo alla vostra considerazione, alle vostre integrazioni, alla vostre critiche per poter articolare un dibattito. Anzitutto mi sembra importante sottolineare un dato di fatto, che cioè la cultura cattolica, la cultura cristiana è in questo momento fortemente aggredita, violentemente aggredita. Aggredita da molti nemici ma in particolare da due che sono il RELATIVISMO ed il LAICISMO (talvolta si combinano, talvolta si sovrappongono). RELATIVISMO: Visione (che risale agli albori della storia della filosofia, addirittura alla Sofistica, V-VI sec a.C.) secondo la quale la verità è inconoscibile, quindi l’uomo non può guadagnare o pervenire a nessuna verità, le sue affermazioni (dell’uomo) sono sempre relative al suo punto di vista: non esiste nulla di oggettivo ma tutto è 1 di 16 soggettivo, non esiste nulla di assoluto così tutto è relativo. Questa visione esercita una vera e propria dittatura. Come è stato appena ricordato, il Cardinal Ratzinger nel giorno stesso in cui i Cardinali si sarebbero riuniti in conclave, e quindi due giorni prima di diventare Papa, ha parlato di “dittatura del relativismo”, intendendo con essa una impostazione che esercita un vero e proprio predominio culturale squalificando le altre posizioni, in particolare la cultura cristiano-cattolica perché proclama (o dovrebbe proclamare!) senza tentennamenti che l’uomo è capace di verità. L’uomo non è capace di conseguire, di conoscere tutta la verità perché l’uomo è un essere piccolo, certamente è in grado di conoscere alcune verità essenziali sul senso della vita, sul bene, sul male, sulla sofferenza, sull’esistenza di Dio, sull’amore…Quindi il Relativismo esercita una vera e propria dittatura che cerca di squalificare la cultura cristiana perché mentre il relativismo nega di conoscere la verità, la cultura cristiana da sempre sostiene che l’uomo è in grado di conoscere alcune verità e tramanda nei secoli addirittura l’affermazione di Gesù Cristo che dice: “Io sono la via, la verità e la vita”. Mi preme suggerire una possibile confutazione al Relativismo: esso è una posizione contraddittoria, è una posizione che si autoconfuta perché proprio mentre dice che la verità è inconoscibile proprio in quel momento sta pretendendo di affermare una verità (cioè la verità che la verità è inconoscibile!); mentre dice che tutto è soggettivo proprio in quel momento pretende di fare una osservazione che ha valore oggettivo (l’affermazione oggettiva che tutto è soggettivo), mentre dice che tutto è relativo pretende di fare una affermazione che ha un valore assoluto (pretende di dire in modo assoluto che tutto è relativo). Quindi vedete che il Relativismo, che esercita una vera e propria dittatura, è in realtà una visione che non si regge in piedi. Piuttosto la cultura cristiana ha tutti i titoli e tutti i buoni motivi per affermare il contrario, cioè che l’uomo è capace di conoscere la verità (su sé stesso, su Dio, sul bene, sul male…). Ma c’è un altro nemico molto virulento e aggressivo cioè: LAICISMO: E’ quella impostazione che cerca di estromettere il Cristianesimo e la cultura cristiana dalla società cercando di relegare i principi cristiani nell’ambito privato, nel chiuso della propria casa o della propria coscienza; che ci consente di professare il Cristianesimo, ma esso non deve avere alcun ruolo nella vita pubblica, nel dibattito politico, nel dibattito culturale. In definitiva il Laicismo vuole impedire ed ostacolare la stessa proclamazione del messaggio cristiano: questa preoccupazione potrebbe sembrare eccessiva ma vi sono alcuni esempi che mostrano che, in realtà, in Europa (non sto parlando dell’Arabia Saudita, del Sudan o dell’Afghanistan) c’è un Laicismo molto aggressivo che vuole vietare al Cristianesimo di essere visibile, di conformare la vita sociale e la vita pubblica. Faccio alcuni esempi per dimostrarlo: 2 di 16 • Dal 1994 ci sono alcune organizzazioni che alle Nazioni Unite cercano di togliere alla Santa Sede il ruolo di osservatore permanente all’ONU. Ci sono decine di associazioni (aventi anche una certa conformazione giuridica) che dal 1994 (data importante nella quale si è svolta la Conferenza del Cairo sulla “popolazione e sviluppo” dove ci fu un fortissimo scontro tra Giovanni Paolo II e certe organizzazioni mondialiste) cercano di estromettere la Santa Sede dal suo ruolo di osservatore permanente all’ONU. • Nel 2003 il Pontificio Consiglio per la Famiglia (che ha pubblicato un pregevole volume, “Lexicon”, sui temi della bioetica, della famiglia, della vita) è stato denunciato poiché in “Lexicon” è riportato il pensiero della Chiesa in merito all’omosessualità. Quindi, semplicemente per aver pubblicato su questo volume il proprio pensiero il Pontificio Consiglio per la Famiglia è stato denunciato. • Il rifiuto di menzionare le radici cristiane nel preambolo della Costituzione Europea nonostante che Giovanni Paolo II si sia pronunciato ben 700 volte per esprimere il suo accorato appello alla menzione delle radici cristiane nel preambolo della Costituzione Europea. • Nel 29 luglio 2004 un pastore protestante svedese (Ake Green) è stato condannato ad 1 mese di carcere poiché nella sua chiesa durante il sermone domenicale, citando la Bibbia, aveva condannato moralmente l’omosessualità. • In Francia c’è una legge contro l’ostentazione (così dicono loro) dei simboli religiosi. Essa ha provocato il fatto che un sacerdote cattolico (Padre Galàn) da anni esercitante il suo ministero pastorale in un liceo di Tolòn è stato respinto dall’istituto poiché vi si era recato con l’abito talare. • In Germania, nella regione del Baden-Wurttemberg, il Tribunale Amministrativo ha stabilito che il velo delle suore e l’abito dei sacerdoti contrastano con un divieto (analogo a quello francese) circa i simboli religiosi. • La vicenda di Buttiglione, bocciato dalla sua candidatura a vicepresidente della Commissione Europea perché in una audizione aveva dichiarato di essere contrario all’omosessualità, per aver semplicemente dichiarato la sua contrarietà, non per aver detto che intendeva proibirla. E’ stato estromesso perché, citando la dichiarazione dell’ex Presidente del Parlamento Europeo 3 di 16 Borrel, “non vorrei avere un ministro della giustizia che ritiene l’omosessualità un peccato”; per me sono parole scioccanti!. Soltanto l’espressione della sua esposizione cristiana ha procurato a Buttiglione questa clamorosa bocciatura. • La Regione Campania ha finanziato con 50.000 euro (dei contribuenti) un’agenda scolastica, l’“Agenda della Pace”, in cui tutte le feste religiose cristiane non esistono più, sono stati cancellati i nomi dei santi e al posto delle feste cristiane c’è il capodanno cinese, ci sono ricorrenze musulmane e non soddisfatta di ciò la Regione Campania ha suggerito alle scuole di chiudere nei periodi delle feste islamiche e buddiste. • In un comune a nord di Londra l’amministrazione comunale ha cercato nei mesi scorsi di cambiare il nome di un collegio che si chiama “St. Mary Magdalen, santa Maria Maddalena” poiché questo è un nome cattolico che ricorda la santa della tradizione cristiana. • Giovanni Paolo II è stato denunciato all’Alto Commissariato per i Diritti Umani dell’Unione Europea perché la Chiesa Cattolica discrimina le donne in quanto non ammesse al sacerdozio femminile. • Nel periodo natalizio in alcune scuole non si fa’ più il presepio per non urtare la sensibilità dei non-cristiani. A Como nel Natale scorso la maestra elementare ha cambiato la canzoncina natalizia dove c’era la parola Gesù con la parola virtù, poiché la parola Gesù offende la sensibilità dei non-cristiani. • Al Parlamento Europeo c’è una Commissione per il Dialogo Interculturale: l’ex Presidente Romano Prodi ha scelto che in essa non ci fosse nessun rappresentante delle religioni perché queste sono state considerate nocive al dialogo e per l’Italia sono stati nominati Umberto Eco e Tullia Zevi. Potrei fare tanti altri esempi significativi di una mentalità laicista veramente aggressiva, che vuole estromettere il Cristianesimo. Non sto parlando delle legislazioni anticristiane che ci sono nei vari paesi, sull’aborto, sul divorzio, sul matrimonio omosessuale…ma sto parlando di una cosa ulteriore, cioè il tentativo di relegare il cristianesimo nell’ambito del privato, di togliergli qualsiasi ruolo, qualsiasi funzione pubblica. 4 di 16 Adesso è in discussione al nostro Parlamento un progetto di legge che dicono essere contro le sette, ma che i sociologi affermano essere soggetto a pericolose interpretazioni perché può essere usato contro certe realtà del mondo cattolico che, trovando dei giudici compiacenti, possono essere accusate di settarismo. E’ il tentativo del Laicismo di far scomparire il Cristianesimo ed estrometterlo dal dibattito pubblico quando, invece, la cultura cristiana è fondamentale, è un po’ come l’ossigeno; noi non ci accorgiamo dell’esistenza dell’ossigeno se non quando ci manca perché tale mancanza porta alla morte. Noi non ci accorgiamo dei benefici che abbiamo ricevuto dal Cristianesimo eppure quanto più esso si affievolisce e viene accantonato tanto più la nostra civiltà corre un pericolo mortale. Cioè voglio cercare di spiegare come la cultura cristiano-cattolica ha lasciato all’Occidente un insieme di valori che sono preziosissimi ed irrinunciabili. Una serie di valori che anche i noncredenti stimano ed apprezzano sopra tutti gli altri. Quindi adesso mi ripropongo di fare un inventario minimo (necessariamente incompleto e breve per mancanza di tempo) di quei valori generati dal Cristianesimo che sia i credenti, sia i non-credenti ritengono decisivi ed irrinunciabili; di quei valori che l’esaurimento del Cristianesimo mette necessariamente a repentaglio. Naturalmente la nostra civiltà non è debitrice solamente al Cristianesimo poiché ha ricevuto dei lasciti importanti anche dalla civiltà greca, da quella romana e dall’incontro con le popolazioni germaniche, però la nostra civiltà ha delle radici cristiane che sono quelle decisive, che sono le più importanti. Vediamone un inventario dei valori generati dalla cultura cristiana: Senso della DIGNITA’ UMANA. È l’idea che ogni singolo uomo (nessuno escluso, senza differenza di sesso, ceto o cultura) è intangibile ed inviolabile. Questa inviolabilità di ogni uomo è stata introdotta dal Cristianesimo perché i Greci e i Romani non erano riusciti a concepirla. Aristotele era riuscito a concepire e a percepire la dignità del cittadino adulto che partecipa alla vita della polis, della città; ma egli escludeva dall’annovero di coloro che hanno dignità le donne, i bambini, gli stranieri (chiamati in modo dispregiativo “barbari”) e in generale Aristotele non trovava controindicazioni verso la pratica della schiavitù che era generalmente esercitata nel mondo antico. Per quanto riguarda i Romani, i filosofi stoici (che sono coloro che hanno partecipato attivamente allo spirito romano, che hanno conseguito i frutti più maturi) sono arrivati ad individuare l’uguaglianza di tutti gli uomini, facendo un passo avanti rispetto ad Aristotele; tuttavia hanno fatto anche un passo indietro poiché gli Stoici hanno nel contempo sminuito la dignità, la preziosità che Aristotele aveva attribuito all’uomo (maschio) adulto e cittadino. Infatti, per gli Stoici tra l’uomo e un sasso non c’è una 5 di 16 differenza qualitativa ma solo una differenza quantitativa. Per lo Stoicismo tutto l’universo è pervaso da un principio chiamato Logos che impregna la materia e la differenza fra le cose è costituita soltanto dalla quantità di questo principio, ma non c’è alcuna differenza qualitativa tra noi ed un sasso; inoltre ritengono che gli uomini non siano liberi, cioè l’uomo è consegnato alla fatalità, al destino, ad una necessità implacabile (che è un motivo di menomazione della dignità umana); infine sostengono che gli uomini siano fatti solo di materia negando l’esistenza della spiritualità e dell’anima. Quindi soltanto il Cristianesimo ha proclamato difeso e promosso la dignità e l’inviolabilità di ogni essere umano, nessuno escluso, in base a tre ragionamenti: o Ognuno di noi è voluto e creato da Dio. Voluto, creato e amato individualmente! Dio non si limita a creare ed amare il genere umano nel suo complesso ma vuole, crea ed ama ciascuno di noi. A me piace usare questa immagine, Dio tiene ciascuno di noi sul palmo della mano perché se soltanto Dio ritirasse la Sua mano ciascuno di noi scomparirebbe nel nulla in qualsiasi momento ed è stupefacente pensare che Dio ci tiene sul palmo della mano anche quando lo vilipendiamo. o L’uomo è creato ad immagine e somiglianza di Dio; fin dalla Genesi viene affermata questa grandissima verità: “Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza”. o Ogni uomo è destinato alla comunione con Dio; è destinato se accoglie la proposta di Dio che è una proposta amorosa. Quindi il Cristianesimo ha dato ad ogni uomo una preziosità inaudita che si compendia, ad esempio, nel salmo 8: “Se guardo il cielo opera delle Tue mani, la luna e le stelle che Tu hai fissato, che cos’è l’uomo perché te ne ricordi e il figlio dell’uomo perché te ne curi, eppure hai fatto l’uomo poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato” (la traduzione dall’Ebraico sarebbe addirittura “poco meno di Dio”). Ecco perché il Cristianesimo è l’orizzonte culturale nel quale è possibile un vero umanesimo, cioè una cultura della promozione, del rispetto per ogni uomo. A partire dall’Illuminismo c’è tutta una corrente che poi culmina negli autori ottocenteschi della cosiddetta “troupe” hegeliana che dice che il Cristianesimo è contrario all’Umanesimo. Viceversa se è vero quello che stiamo dicendo io credo che abbia proprio ragione Dostoevskij quando dice, nei “Fratelli Karamazov”, che “se Dio non esiste allora tutto è permesso” e io credo che una buona prova, una buona conferma di questa efficace intuizione di Dostoevskij, sia il ‘900 con i suoi Totalitarismi, con le sue ideologie antiteiste che hanno cercato di cancellare dalla storia il ricordo soltanto del nome di Dio, dimostrando precisamente che una società umana che vuole 6 di 16 cancellare Dio si trasforma in un inferno. Il ‘900 infatti gronda del sangue di centinaia di milioni di vittime procurate da queste ideologie. Del resto una conferma sul rapporto tra Umanesimo e Cristianesimo la possiamo trovare in un autore insospettabile di simpatia cristiana, Nietzche. Egli è stato un feroce e spietato critico del Cristianesimo, un avversario agguerritissimo, ma suo malgrado ha scritto delle pagine che sono invece una potente conferma dell’importanza del Cristianesimo nella difesa della dignità umana. Nietzche sosteneva una concezione evoluzionista secondo la quale il genere umano dovrebbe ricalcare il genere animale (dove la specie progredisce attraverso l’eliminazione dei più deboli, degli inadatti); quindi, secondo Nietzche, il genere umano dovrebbe “sbarazzarsi” dei deboli, dei “malriusciti” in modo da progredire verso un sempre progressivo miglioramento e accusava il Cristianesimo di aver fatto il contrario, di aver difeso ogni singolo uomo. Vi leggo un passo che mi sembra significativo: “L’individuo fu considerato dal Cristianesimo così importante che non lo si poté più sacrificare, ma la specie sussiste solo grazie ai sacrifici umani. La vera filantropia vuole il sacrificio per il bene della specie e questo pseudo-umanesimo che si chiama Cristianesimo vuole, appunto, far sì che alcuno venga sacrificato.” Se noi, quindi, siamo del parere opposto rispetto a Nietzche dicendo che si debba tutelare ogni singolo uomo, anche l’indifeso, allora troviamo in Nietzche, cioè in un avversario spietato del Cristianesimo, un testimone insospettabile del fatto che il Cristianesimo ha introdotto, difeso e promosso continuamente questa premura per ogni uomo, nessuno escluso. Il ‘900 ha dimostrato che ha ragione Dostoevskij quando dice che “se Dio non esiste allora tutto è permesso”: per il momento sulla nostra civiltà non incombe il pericolo di nuovi totalitarismi però, certamente, l’indebolimento del Cristianesimo comporta, quasi logicamente, il favore verso certe forme di sacrifici umani; il Cristianesimo ha vietato i sacrifici umani, quindi se esso si indebolisce dobbiamo aspettarci il ritorno di certi sacrifici umani. Io ritengo che siano una forma di sacrifici umani ad esempio l’aborto, l’eutanasia, la sperimentazione sugli embrioni, la mercificazione della donna, certi ritmi lavorativi di alcune professioni che impongono dei veri e propri ritmi disumani. Mi sono soffermato su questo primo valore del Cristianesimo, cioè quello della dignità umana e della sua inviolabilità, ora vado ad enumerare alcuni lasciti del Cristianesimo e della cultura cristiana che credenti e non-credenti non possono non apprezzare e che il Relativismo e il Laicismo vogliono soffocare. LIBERTA’ DI OGNI UOMO. Se ogni uomo è dotato di una preziosità incomparabile e incalcolabile, se ogni uomo è ad immagine e somiglianza di Dio e se ha una dignità inviolabile, nessun uomo può essere asservito da un altro uomo. Ogni uomo è libero di fronte a Dio, di amarLo o di vilipenderLo: questa è una idea inedita, inconcepibile per il pensiero e la filosofia precedenti al Cristianesimo. 7 di 16 PREMURA VERSO TUTTI I MALATI. Nelle altre civiltà esistevano delle forme di esistenza verso i malati, ma delle forme che erano ristrette, cioè si trattava di una solidarietà solo verso quelli del proprio gruppo, della propria religione o della propria tribù. Invece il Cristianesimo introduce questa sollecitudine verso tutti i malati e non è un caso che l’ospedale (così come noi lo conosciamo) lo abbia inventato la Chiesa e lo abbia gestito fino al XVIII secolo (prima di questo periodo non esistevano gli ospedali così come noi li conosciamo, gestiti dall’amministrazione pubblica; essi erano gestiti dalla Chiesa che in questo modo assecondava la raccomandazione di Gesù ad amare il prossimo, anche il malato). SOLIDARIETA’ verso TUTTI I POVERI e verso TUTTI I DISAGIATI, non solo verso i membri del proprio gruppo e della propria religione. Naturalmente ci sono stati altri uomini di altre religioni che hanno praticato una simile sollecitudine anche fuori dalla cerchia del proprio gruppo o della propria religione, ma lo hanno fatto a titolo personale non perché incentivati e sollecitati dalla propria cultura, filosofia o religione. Pensiamo alla parabola del buon samaritano, che credo sia indicativa della rivoluzione introdotta dal Cristianesimo: un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico, viene assalito dai briganti e versa in fin di vita per strada. Dapprima passa un sacerdote che però non si ferma e se ne va via, poi passa un levita che prosegue per la sua strada, poi arriva un samaritano che, per questioni politico-religiose era in una posizione di ostilità verso quest’uomo che si trova in fin di vita, eppure egli si prende a carico il poveretto, lo porta in albergo e lo fa curare lasciando all’albergatore i soldi per proseguire le cure. Guardate che il comportamento dei primi due (sacerdote e levita) non sono comportamenti riprovevoli per la cultura di allora, era normale comportarsi così…invece il Cristianesimo ha introdotto una tale rivoluzione che adesso il comportamento del sacerdote e del levita è, nel nostro ordinamento penale, un reato di omissione di soccorso. Il Cristianesimo ha introdotto questa vera e propria trasvalutazione che ha generato tale sollecitudine e solidarietà verso tutti i poveri e tutti i disagiati. SENSO DI COLPA NEI RIGUARDI DEI PROPRI CRIMINI. Io ritengo che generalmente la nostra cultura e i nostri intellettuali abbiano una propensione ad una eccessiva colpevolizzazione dell’Occidente, sono sempre pronti ad inchiodare la nostra civiltà alle sue colpe invece di riconoscere quelli che sono i grandi pregi e i grandi meriti e i frutti della nostra civiltà, alcuni dei quali stiamo cercando di ripercorrere in questo inventario minimo e necessariamente incompleto. Sta di fatto che questo senso di colpa verso i propri errori è tipico della civiltà europea generata dal Cristianesimo perché nelle altre culture non esiste niente di simile (poi sicuramente non bisogna assecondare queste degenerazioni di cui ho appena parlato). Paradossalmente nel momento in cui noi ci rimproveriamo delle nostre colpe (talvolta presunte) nei riguardi 8 di 16 delle altre culture e degli altri popoli, proprio in quel momento noi stiamo manifestando la nostra superiorità morale. Voglio citarvi una affermazione di un antropologo francese, Gerard, molto efficace e riassuntiva degli ultimi tre valori appena citati (senso di colpa per i propri crimini, solidarietà verso tutti i poveri e verso tutti i disagiati e la premura verso i malati) in cui egli dice in modo efficace che questi lasciti sono proprio specifici del cristianesimo e della cultura cristiana: “Per quanto si esaminino le testimonianze antiche e si facciano inchieste, per quanto si frughino gli angoli più riposti dell’intero pianeta non si troverà nulla che assomigli anche solo da lontano alla preoccupazione moderna per le vittime (deboli, poveri, disagiati). Né la Cina dei Mandarini, né il Giappone dei Samurai, né le Indie, né le Civiltà precolombiane, né la Grecia, né la Roma repubblicana o dell’impero si curavano minimamente delle vittime che con mano generosa sacrificavano ai loro dei, all’onore della patria, all’ambizione di grandi o piccoli conquistatori”. Indubbiamente tutti (credenti e non-credenti) dobbiamo questi valori al Cristianesimo. Un sesto lascito che il Cristianesimo ci ha fatto è il SENSO DELLA DIGNITA’ DI OGNI LAVORO, ogni lavoro ha la sua dignità anche il più umile. Anche questa è una innovazione perché presso i Greci e presso i Romani era stimato soltanto il lavoro intellettuale: lo scholè greco e l’otium latino. Invece il Cristianesimo introduce un nuovo senso per cui ogni lavoro ha la sua dignità, dal più semplice al più importante perché c’è un Dio che entra nel mondo, che entra nella storia, che si incarna e che per 30 anni lavora come falegname nella bottega di Nazareth, un Dio che nobilita anche i lavori più umili. Il Cristianesimo spiega, per usare un’altra immagine, che la vita è un po’ come il teatro (non nel senso che nella vita si debba recitare e mai essere sinceri!) ma nel senso che nel teatro non conta innanzitutto cosa si fa, quale ruolo si interpreta, ma conta il come si recita: la comparsa che sta in scena un minuto può essere migliore del protagonista perché recita meglio. Conta prima di tutto il come si agisce e non il cosa si fa. Noi non dobbiamo rammaricarci, come a volte ci succede, di non essere il presidente degli Stati Uniti o il segretario delle Nazioni Unite o il presidente della Banca Mondiale perché noi, dove ci troviamo, nel posto che occupiamo, secondo il ruolo che svolgiamo, possiamo anche essere migliore del presidente della Banca Mondiale perché quello che conta principalmente è il modo, lo stile, la passione, la dedizione con cui facciamo quello che facciamo. Il cristiano, poi, può effettuare qualsiasi sua attività facendola per amore di Dio, dando ad ogni attività un valore inestimabile, anche la più semplice ed umile. Ciascuno di noi può essere uno degli uomini migliori della Terra perché quello che conta innanzitutto è il modo in cui si fanno le cose, la rettitudine del cuore. Dice Kierkegaard, 9 di 16 filosofo danese: “non c’è bisogno di conquistare regni e paesi per essere eroi, il vero eroe è colui che coltiva la propria anima, il proprio spirito”. Un altro lascito del Cristianesimo è la SENSIBILITA’ ECOLOGICA. Tale concetto va ben distinto dall’ecologismo, cioè quella impostazione culturale per la quale l’uomo è il cancro della Terra o perlomeno l’uomo è sullo stesso piano degli animali, per cui, per esempio, Filippo di Edimburgo (il consorte della regina Elisabetta ed ex presidente del WWF) diceva che lui avrebbe voluto rinascere in forma di virus per sterminare il genere umano!; l’ecologismo è quel modo di affrontare le cose per cui Fulco Pratesi, presidente del WWF, diceva che è orripilante che si faccia cibo per animali usando altri animali, bisognerebbe usare i cadaveri degli uomini. Un’altra cosa è la sensibilità ecologica, cioè un atteggiamento di rispetto verso la natura perché il Cristianesimo afferma sì che l’uomo è l’essere più prezioso del mondo, però dice anche che l’uomo riceve la natura in possesso e non in proprietà. Vale a dire che l’uomo non può usare la natura a suo piacimento devastandola e distruggendola, ma è un custode: la natura non è dell’uomo ma di Dio, il mondo è di Dio che lo affida all’uomo in custodia e quindi l’uomo deve rendere conto a Dio del modo in cui amministra la natura e questo contrariamente a quanto pensano certi ecologisti è sicuramente un altro lascito del Cristianesimo. Gli ecologisti di solito accusano il Cristianesimo di essere all’origine della mentalità antiecologica perché esso ha “desacralizzato” il mondo, vale a dire il mondo è diverso da Dio. E’ vero che il Cristianesimo ha desacralizzato il mondo e giustamente, però è anche vero che ha affidato il mondo, la natura in custodia all’uomo, in usufrutto ma non in proprietà. Un ultimo lascito, un ultimo valore del Cristianesimo che tutti (credenti e non credenti) non possiamo non apprezzare è la SEPARAZIONE TRA RELIGIONE E POLITICA, che è la LAICITA’, che si distingue dal laicismo di cui parlavo all’inizio. Il laicismo è questa impostazione di aggressione verso la religione; la laicità è la tesi per cui la politica e la religione sono distinte: essa trova il suo fondamento nel Vangelo quando Gesù dice “Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”. Laicità significa che non tutte le leggi religiose sono anche leggi dello Stato, come invece avviene nelle teocrazie come l’Islam: per esempio per la legge religiosa è sbagliato l’ateismo, è sbagliata la gola, è sbagliata la lussuria, però questa legge religiosa non deve essere per forza recepita dallo Stato. Quindi mentre nelle teocrazie islamiche l’ateismo o l’apostasia possono essere condannate (e una persona può essere addirittura lapidata), nella civiltà cristiana no. Quindi laicità significa in primo luogo che non tutte le leggi religiose sono leggi dello Stato e in secondo luogo significa che lo Stato non è la fonte della verità, non è Dio (come invece hanno sostenuto certi totalitarismi come scrive, per esempio, Hegel: “Lo Stato è l’ingresso di Dio nel mondo”), non è la sorgente del Bene e del Male. Il 10 di 16 Cristianesimo ha introdotto questa separazione tra politica e religione e quindi ha immunizzato (dal punto di vista culturale) dal pericolo, da una parte, della teocrazia, dall’altra, del totalitarismo. Con questo inventario (minimo ed incompleto) spero di aver dimostrato che il Cristianesimo, la cultura cristiana è come l’ossigeno per noi perché esso ha generato tutti questi valori che anche i non-credenti apprezzano e stimano come preziosissimi ed irrinunciabili; quindi anche i non-credenti “vivono di rendita”, sono seduti sui rami di un tronco cristiano, che il Relativismo e il Laicismo vogliono segare…ma i rami senza il tronco non possono sopravvivere a lungo! Ma c’è anche qualche segnale positivo: questi valori generati dalla cultura cattolica vengono ultimamente apprezzati da alcuni non-credenti come il Presidente del Senato Pera che nell’introduzione del nuovo libro del Cardinal Ratzinger (“l’Europa di Benedetto nella crisi delle culture”) scrive “Agiamo da liberi e da uguali come se fossimo tutti figli di Dio, ci rispettiamo gli uni con gli altri come se fossimo ad immagine di Dio, ci uniamo come se rispondessimo ad un ordine di Dio…Noi, i nostri popoli, la nostra legge, la nostra Europa discende dal Golgota e dal Sinai”. Altri non-credenti, molti con accenti diversi, stanno riconoscendo alcuni di questi lasciti cristiani: la Fallaci, Ferrara, il filosofo tedesco ateo Jurgen Habermas. Proposta di chiarimenti, critiche, osservazioni. Prima domanda: Cultura cristiana, cultura cattolica: ci sono diversità? Quando si pensa alle regioni del nord, i Protestanti, si vede un po’ più di sfilacciamento rispetto a certe cose che a noi sembrano un po’ lontane. Prof. Lodovici: Lei ha detto benissimo: nel mondo protestante c’è uno sfilacciamento molto più consistente. Intendiamoci: al suo interno la cultura cattolica non gode soltanto di buona salute. Purtroppo a partire dagli anni ’60 (dopo il Concilio) ci sono state e ci sono tuttora molte manifestazioni di dissenso e ci sono dei veri e propri tradimenti dell’ortodossia cattolica. Tuttavia il mondo cattolico rispetto al protestante può vantare di avere un’unità superiore, questo certamente per l’iniziativa e per il merito del pontificato di Giovanni Paolo II, ma anche perché a monte il mondo cattolico ha una carta in più: il Magistero. Esso è un’autorità deputata a definire e ad interpretare la dottrina: quindi il mondo cattolico è in grado di dire cos’è ortodossia e cos’è eterodossia, che cos’è dogma e che cos’è eresia. 11 di 16 La cultura cattolica risulta dall’interpretazione e dalla elaborazione teologica che il Magistero fa sulla Sacra Scrittura e la Sacra Tradizione: la prima è la Bibbia, la seconda è l’insegnamento che gli apostoli hanno ricevuto direttamente da Gesù Cristo e che poi si è tramandato nella comunità cristiana nel corso dei secoli: ad esempio il dogma dell’Immacolata Concezione della Madonna è stato proclamato nel 1854 da Pio IX, che ha attinto proprio alla Sacra Tradizione. Magistero significa il Papa e i Vescovi in comunione col Papa quando essi si esprimono solennemente in materia di fede e di morale. Il mondo cattolico ha, quindi, il magistero che gli permette di definire ed interpretare univocamente ciò che è cattolico da ciò che non lo è. Invece il mondo protestante non ha il magistero perché uno dei capisaldi del Protestantesimo è il principio del libero esame introdotto da Martin Lutero: cioè ogni singolo fedele è l’interprete autorevole della Bibbia, ogni singolo fedele è assistito dallo Spirito Santo. Questo comporta il fatto che il mondo protestante sia un vero e proprio arcipelago frastagliatissimo. Ricordo il calcolo di un sociologo americano che aveva calcolato che nel 1991 c’erano nel mondo più di 21.000 confessioni protestanti e ogni settimana ne nascevano 5 nuove. Mi permetto di fare notare una cosa che ci sembra che ci faccia capire che il mondo cattolico ha delle buone ragioni per parlare dell’esistenza del Magistero: i protestanti dicono che ogni singolo fedele è interprete legittimo e autorevole della Scrittura, è assistito dallo Spirito Santo quando interpreta: questo comporta un’assurdità, cioè che Dio si possa sbagliare. Questo perché nel mondo protestante ci sono migliaia di interpretazioni che in molti casi sono contraddittorie e allora se ogni interpretazione è sospinta dallo Spirito Santo allora si arriva a dire che lo Spirito Santo, cioè Dio può contraddirsi, il che è assurdo. Inoltre il mondo protestante con il principio del libero esame della Sacra Scrittura nega ciò che è scritto in essa: nella lettera di Pietro c’è scritto che “nessuna scrittura profetica può andare soggetta ad interpretazione privata”. Anche nel mondo islamico manca un Magistero: c’è chi dice che è una religione aggressiva e chi dice che è pacifica e tollerante, chi ha ragione? In un certo senso hanno ragione tutti perché anche nell’Islam manca una vera e propria fonte deputata ad interpretare in modo inequivocabile il Corano: chi interpreta il Jihad in senso stretto e letterale come sterminio dell’infedele e chi lo interpreta come guerra contro a sé stessi cioè come lotta ascetica e cammino di purificazione morale che ogni fedele di Allah deve condurre. Certamente l’interpretazione maggioritaria nella Storia e al giorno d’oggi è certamente quella letterale, quindi la Jihad del fedele musulmano come sterminio dell’infedele. Quindi nel mondo protestante c’è un vero e proprio arcipelago e questo comporta il fatto che, mediamente parlando, il mondo protestante ha un’energia morale inferiore a quello cattolico, è meno capace di permeare una cultura, una civiltà, una società e poi incerti casi le confessioni protestanti hanno fatto una serie di concessioni all’edonismo: ad esempio è più lassista per quanto riguarda l’etica sessuale. Io ho parlato indistintamente di cultura cristiana e cattolica, 12 di 16 se invece volessimo distinguere la cultura cattolica da quella protestante, quelle appena dette sono alcune delle considerazioni da fare. Seconda domanda: Ho scritto ultimamente un libro che si chiama:”Una generazione fortunata”. Io appartengo a quella generazione perché ho vissuto il periodo del Concilio e la Chiesa mi piace molto di più dopo il Concilio rispetto a prima di esso. Stiamo facendo queste considerazioni alla luce di questa trasformazione che c’è stata dopo il 1960…Prima domanda: Giovanni Paolo II ha sempre stigmatizzato con la richiesta continua di perdono, in particolare il periodo dell’Inquisizione, ci sono stati dei momenti in cui gli uomini di Chiesa non hanno adempiuto a quello che il Vangelo stava indicando come corretta applicazione della propria vita. Seconda: Penso che il Magistero sia fondamentale per i cattolici (rispetto ai protestanti), per l’unicità di interpretazione della Parola di Dio, ma credo anche che abbia portato un aspetto negativo: il protestante è molto più disponibile alla lettura, alla conoscenza della parola di Dio rispetto al cattolico. Prof. Lodovici: Riguardo la prima domanda sulla richiesta di perdono da parte di Giovanni Paolo II, la mia percezione è che la maggior parte delle persone male informate dai nostri mezzi di comunicazione abbiano travisato le parole del pontefice. La mia impressione è che nella percezione collettiva questa iniziativa di Giovanni Paolo II sia una sorta di riconoscimento che la Chiesa ha sbagliato tante volte nel corso dei secoli; invece l’interpretazione esatta di questa iniziativa si capisce se si legge il documento di presentazione che si chiama “Memoria di conciliazione” in cui si spiega che la Chiesa non ha chiesto perdono per le colpe della Chiesa, ma ha chiesto perdono anzitutto a Dio per il fatto che alcuni uomini di Chiesa hanno peccato contro Dio e contro la Chiesa, cioè non l’hanno rappresentata degnamente e non sono stati buoni cristiani: il senso non è quindi una storia della Chiesa costellata di errori, ma il segno di grande superiorità morale di colui che, come rappresentante della Chiesa, chiede perdono a Dio per uomini che hanno calunniato la Chiesa. Bisogna anche ricordare, come faceva Sant’Agostino nel IV sec nella cosiddetta “polemica anti-donatista”, che bisogna distinguere tra la santità e l’infallibilità della Chiesa e la fallibilità degli uomini di Chiesa: la Chiesa è santa ed infallibile in quanto è assistita dallo Spirito Santo quando si esprime solennemente in materia di fede e di morale, ma per il resto, in quanto composta da uomini, è esposta a tutte le cadute e le debolezze a cui l’uomo è esposto. 13 di 16 Inoltre, per la storia della Chiesa, dobbiamo applicare il proverbio che dice che “fa molto più rumore un albero che cade di una foresta che cresce”, cioè fa molto più rumore, nella storia della Chiesa, l’esistenza di uomini che hanno calunniato (che fa comodo continuamente ricordare per colpevolizzare e discriminare la Chiesa) piuttosto di una moltitudine sicuramente più grande di uomini che, invece, hanno vissuto nella dedizione, nell’altruismo, nella carità, nell’amore di Dio, nel servizio al prossimo. Però fa comodo sottolineare lo scandalo perché come dice il poeta Elliot, uno dei più grandi poeti del Novecento, la Chiesa è un po’ come un’infermiera che assiste un chirurgo morente (Cristo, che cerca di sanare il male dell’uomo cercando di sanare le sue malattie), la cui incombenza (dell’infermiera) non è di piacere, ma di ricordarci il male nostro, richiamandoci sulla retta via; questo è chiaro che dà fastidio da sempre e sempre darà fastidio e quindi si cercherà di enfatizzare le colpe vere e presunte degli uomini di Chiesa. Riguardo la seconda domanda sui cattolici che rispetto ai protestanti hanno delegato l’interpretazione, hanno tralasciato la pratica di leggere la Bibbia: certo, bisognerebbe che i cattolici leggessero di più la Bibbia, dovrebbero frequentare la sacra scrittura con una certa assiduità, però sono più perplesso sul fatto che i cattolici abbiano delegato l’interpretazione: io credo che sia fondamentale l’esistenza di una fonte che interpreta perché il problema è che la Sacra Scrittura è molto difficile da interpretare, presenta una molteplicità di generi letterari perché c’è la cronaca, la parabola, ci sono i proverbi, i detti sapienziali…inoltre risente della cultura personale dell’autore che ha scritto i singoli libri. La Sacra Scrittura, come avevano chiaramente presente i medievali, in certe parti, ha una quadruplice lettura, ci sono quattro piani di lettura: senso storico, senso allegorico, senso morale, senso anagogico. L’esempio classico è l’uscita del popolo d’Israele dalla cattività in Egitto, dalla prigionia a cui era stato costretto dal faraone egiziano. Senso storico: il popolo di Israele che fugge e si libera dalla schiavitù. Senso allegorico: questa vicenda allude al fatto che come Mosè è il liberatore del popolo d’Israele, Cristo è il liberatore, il redentore del genere umano. Senso morale: l’invito, la raccomandazione di convertirsi a Gesù Cristo, a cercare il bene ed ad evitare il male, a seguire quel liberatore che è Gesù Cristo. Senso anagogico: la Terra promessa, a cui arriverà Israele dopo 40 anni nel deserto, è figura, è anticipazione del Paradiso, che è la Terra promessa di tutti i credenti. Con solo questo esempio vediamo che la Sacra Scrittura è un testo di difficile interpretazione. È quindi un grande beneficio il fatto che Dio abbia affidato alla Chiesa il compito di interpretare. È veramente un grande beneficio di cui dobbiamo essere riconoscenti a Dio, fermo restando che poi non bisogna cadere nell’eccesso opposto, che Lei giustamente segnalava, e cioè quello di non leggere del tutto la Bibbia. Al contrario, la Bibbia bisogna leggerla, studiarla, rifletterci, 14 di 16 cercare di far sì che la Bibbia, il Vangelo in particolare, sia un alimento continuo per la nostra vita spirituale. Terza domanda: Che risposta è stata data per motivare la mancanza delle radici cristiane nel preambolo della Costituzione Europea? Prof. Lodovici: È stata data una risposta chiarissima ed è negativa, cioè nonostante questi accorati appelli, per l’opposizione della Francia, del Belgio e dell’Olanda le radici cristiane non sono state menzionate nella nostra Costituzione, il che è anzitutto un falso storico, è falso negare che la nostra civiltà, piaccia o no, è stata continuamente irrorata dal Cristianesimo; inoltre è un sintomo grave di aggressività verso il Cristianesimo, di un progetto preciso di estrometterlo, di fargli perdere rilevanza. Invece il cristianesimo ci ha lasciato dei valori che sono i pilastri senza i quali la nostra civiltà crolla! Quindi è proprio come diceva Giovanni Paolo II: l’Europa del III millennio o sarà cristiana o non sarà! Noi ora ci troviamo in un contesto storico e culturale in cui l’Occidente è sotto la minaccia mortale da una parte del terrorismo che lo aggredisce dall’esterno; dall’altra del Nichilismo, Laicismo, Relativismo che lo aggrediscono dall’interno. Perché la nostra civiltà è così debole ed incapace di reagire nei confronti dell’Islam, verso la parte maggioritaria che interpreta la Jihad come crimine dell’infedele? Perché è una civiltà senza identità, è una civiltà in disfacimento, che riesce ad arrivare ai sacrifici umani (come detto prima), ad equiparare le unioni omosessuali, che autorizza le adozioni omosessuali…è una civiltà decadente, senza energia morale perché come una persona senza identità si lascia sovrastare da una personalità forte di cui sente l’ascendente così la nostra civiltà se non reagisce sarà soverchiata dalla civiltà islamiche che invece ha una identità forte. Non abbiamo parlato del Nichilismo. NICHILISMO: Visione generale, diffusissima nel nostro tempo, per la quale l’esistenza umana non ha un fine, un senso, un significato, tutto è inutile ed insensato. Il Nichilismo e il Relativismo risalgono agli albori della filosofia, alla Sofistica ma, allora, aveva reagito Socrate che aveva rilanciato, invece, la ricerca della verità, le grandi domande filosofiche con cui la filosofia si era inaugurata: chi sono, da dove vengo cioè quale è la mia origine, dove vado cioè quale è il mio fine, esiste Dio e se c’è Dio perché c’è il male, cos’è il bene, eccetera. All’epoca aveva reagito Socrate, poi c’è stato Platone poi c’è stato Aristotele e la grande stagione della filosofia classica. Il Relativismo è risorto in epoca medievale ma a quell’epoca la filosofia che dominava era una filosofia forte, la filosofia scolastica di S. Agostino, di S. Tommaso e così via. Nichilismo e Relativismo sono riemersi nel ‘900, ci sono motivazioni storiche, nascono come 15 di 16 reazione all’idealismo, nascono come atteggiamento spirituale dopo le due guerre mondiali per varie ragioni. In questo caso l’unica vera ricetta sarebbe quella di riscoprire le nostre radici cristiane, il beneficio e l’apporto del Cristianesimo alla nostra civiltà e rilanciare le ricerca filosofica come ricerca della Verità. La filosofia nasce come ricerca della verità ma è paradossale rilevare che la maggior parte dei filosofi a livello planetario ha rinunciato alla filosofia come ricerca della Verità ed è paradossale che la Chiesa che è sempre stata accusata di oscurantismo, di aver mortificato la ragione, alla fine sia l’unica istituzione che in una enciclica, “Fides et Ratio”, ha rilanciato la filosofia come ricerca della verità dicendo che la filosofia è uno dei compiti più nobili dell’umanità. 16 di 16