Teatro Sammarco
Teatro Sammarco
Teatro Sammarco
Giuseppe Gioachino Belli
Hanno detto di lui
Nato a Roma il 10 settembre 1791 Giuseppe
Gioachino Belli è stato il più grande poeta romano
ed è ormai considerato tra i più grandi poeti italiani.
Nel 1802 morì il padre Gaudenzio, severo e distante.
Di lui il Belli scrisse: “Non mai io lo vidi sorridermi,
rado compiacermi, e sempre sollecito a mortificarmi
nell’amor proprio, cioè nel mio lato il piú sensitivo”.
Nel 1812 entrò nell’Accademia degli Elleni e nel 1813
fu tra i fondatori dell’Accademia Tiberina, istituzione
ancora esistente in cui sono passati illustrissimi
personaggi. Nel 1816 sposò Maria Conti, vedova
benestante, di 11 anni più grande di lui.
Le letture illuministiche e romantiche stimolarono la
cruda analisi della realtà da cui nacquero i 2279
Sonetti in dialetto romanesco (1830-1847), feroce
satira della teocrazia romana vista con gli occhi della
plebe misera, cinica e fatalista, autentico capolavoro
del realismo romantico italiano. Fino ad allora il
dialetto della plebe romana non aveva alcun
precedente letterario, né prossimo né remoto.
Morì a Roma il 21 dicembre 1863. Un giorno nefasto
per la poesia dell’Urbe: nello stesso giorno, ma 87
anni più tardi, morì Trilussa, altro grande poeta
romano.
Nel testamento il Belli aveva disposto che tutti i
sonetti venissero bruciati, ma il figlio Ciro non lo
fece. Furono pubblicati parzialmente nel 1865-66 e
nel 1886-89, ma la prima pubblicazione integrale
arrivò solo nel 1952.
Gioachino Belli non volle che i suoi sonetti fossero stampati,
però li leggeva in alcuni salotti di amici sicuri. Sembra che
fosse un dicitore irresistibile.
Lo udì Gogol di passaggio a Roma, nel salotto della
principessa Wolkonsky e ne rimase affascinato, tanto da
parlarne al grande critico Sainte-Beuve che a sua volta ne
scrisse così: “Straordinario! Un grande poeta a Roma, un poeta
originale: si chiama Belli. Gogol lo conosce e me ne ha parlato a
fondo. Scrive dei Sonetti in dialetto trasteverino, ma dei
Sonetti che si legano e formano un poema: sembra che sia un
poeta raro nel senso serio del termine”.
Clandestina in patria, la fama di Belli come poeta romanesco
rimbalza così negli ambienti letterari internazionali: in
Germania, in Inghilterra, in Russia, in Francia, i sonetti
vengono tradotti e studiati, mentre in Italia sul nome di Belli
resta tenacemente incollata l'ombra del macchiettista, che lo
relega per molto tempo fra i poeti minori. Solo nella seconda
metà del novecento avvenne la giusta ricollocazione della
sua opera fra le grandi della letteratura italiana.
Tuttavia anche in precedenza non sono mancati ai Sonetti
estimatori illustri: Gabriele D' Annunzio definì Belli il
maggior artefice di sonetti che abbia avuto l' Italia e
Giovanni Pascoli che amava moltissimo il sonetto “La famija
poverella” scrisse: “Grande poeta fu il Belli, né mai così
grande come in questo sonetto”.
Nel 1977 Anthony Burgess, l’autore di Arancia Meccanica,
scrisse il romanzo “Abba Abba” dedicato a un immaginario
incontro tra Keats e Belli; vi sono comprese le traduzioni in
inglese di 73 sonetti. Tra i sui ammiratori si ricorda anche
Papa Luciani, che trascrisse in italiano alcune poesie per il
Messaggero di Sant’Antonio.
I Giullari
È uno spettacolo di beneficenza
Biglietti:
intero € 10,00
ridotto € 5,00
(under 18 - over 65)
Per informazioni e prenotazioni
328.6237177
[email protected]
www.giullari.it
Teatro Sammarco
www.teatrosammarco.it
“Io ho deliberato di lasciare un monumento
di quello che oggi è la plebe di Roma”
Parrocchia S.Marco Evangelista in A.L.
Piazza Giuliani e Dalmati 18/20 - Roma
presentano
commedia in due atti di Gabriele Mazzucco
dedicata al più grande poeta romano:
Giuseppe Gioachino Belli
adattamento per i Giullari di Zafìra Braconi
Febbraio 2016
Venerdì
26 ore 21.00
Sabato
27 ore 21.00
Domenica 28 ore 17.30
Teatro Sammarco
Teatro Sammarco
La compagnia
Note di regia
“I romani sono Belli” è un’opera inedita. Per la prima
volta viene portata in scena una commedia che ha per
protagonista il grande poeta romano Giuseppe
Gioachino Belli.
I suoi sonetti sono considerati un capolavoro assoluto
della poesia italiana eppure la sua figura è ancora
poco conosciuta. Questa commedia nasce quindi con
l’intento di far apprezzare e ricordare un uomo che, da
solo, ha eretto “un monumento” al popolo di Roma.
Ha dato ai pensieri della plebe la dignità della poesia e
ha dato alla poesia la forza vitale della plebe.
Ha saputo elevare un’opera dialettale a grande
letteratura, mescolando con sapienza aspetti locali e
temi universali.
Ma soprattutto ha colto magistralmente lo spirito del
popolo romano. Tutti i tratti caratteristici dei romani,
di ieri, di oggi e forse anche di domani, sono stati
mirabilmente ritratti nell’opera poetica del Belli. È per
questo che possiamo con certezza affermare che…
“i romani sono Belli”!
Un grazie particolare a Gabriele Mazzucco, autore del
testo. Due anni fa andammo da lui con un nostro soggetto e
dopo qualche mese lui ci ha restituito un testo teatrale
compiuto. Con lo stile e la cortesia che lo caratterizza ci ha
concesso di personalizzarlo per adattarlo alla nostra
compagnia e contaminarlo con lo spirito dei Giullari.
Zafìra
Lo spettacolo
Sappiamo molte cose su Giuseppe Gioachino Belli, ma
non sappiamo quasi nulla riguardo come e perché siano
nati i suoi celebri sonetti, né per quale motivo li abbia
tenuti gelosamente nascosti per tutta la vita sotto al
letto e poi nel testamento abbia dato disposizione di
bruciarli tutti.
Questa commedia prova a immaginare come sia nata
questa ispirazione, in un contesto che ondeggia tra
sogno e realtà, tra comicità e sarcasmo, tra miseria e
nobiltà.
In questa avventura il nostro Gioachino avrà accanto
molti compagni: l’amico fraterno Francesco Spada, la
moglie Maria Conti, la misteriosa Cencia che ha ispirato
tante poesie, l amatissimo figlio Ciro, la simpatica Santa
Pupa, poi giacobini, gendarmi, cardinali, strozzini,
mendicanti... e persino il fantasma del severo padre,
Gaudenzio Belli.
Cosa sia vero e cosa sia immaginazione spesso non è
chiaro, ma a noi oggi rimangono 2279 sonetti di vibrante
bellezza... e questo sicuramente non è un sogno!
Teatro Sammarco
RAFFAELLO COLOSIMO
MASSIMILIANO NISTRI
ALESSIA ABACOT
FRANCESCO LADI
CRISTINA GIURISSICH
MARZIA ESPOSITO
FILIPPO BRAUCCI
DANILO LEO
LEONARDO PIGNALOSA
GIANLUCA MANNUCCI
ALESSANDRO MEUCCI
ANDREA GIACOMINI
GIORGIO DOBROVICH
ALESSANDRO CAPUZZO
BARBARA URBANI
FLORIANA CAMPIONI
JESSICA PIERSANTI
RICCARDO RENDINA
CARLO FERENDELES
GIORGIA DE GRISOGONO
MASSIMO DE ROSA
Belli
Spada
Cencia
Cardinal Moletti
Santa Pupa
Maria
Camillo
Gaudenzio
Ciro
Gigi
Calambretta
Gendarme
Pazienza
Mendicante
Gabriella
Nina
Mena
Giacomino
Papa
Bambina
Bambino
Scene Cristina Giurissich
Raffaello Colosimo
Musiche e suoni Raffaello Colosimo
Filippo Braucci
Costumi Cristina Giurissich
Alessia Abacot
Grafica Raffaello Colosimo
Tecnici audio e luci Paola Mancino
Marco Muro Pes
Regia Zafìra Braconi
La compagnia de “I Giullari” nasce nel 1991 da una costola della
“Bottega Teatrale Sammarco”, dopo lo spettacolo “Stregato
dell'amore”. Sin dall’inizio la Compagnia ha scelto un genere
spiccatamente comico, per promuovere e realizzare un teatro
veramente godibile, sia per il pubblico che per gli attori stessi,
perché sappiamo che dentro al teatro si devono divertire tutti.
Gli incassi degli spettacoli sono destinati sempre ad attività di
beneficenza, come avviene per tutte le compagnie stabili del
Teatro Sammarco
Questi i lavori portati in scena nelle precedenti stagioni:
• 1992 “L’Armata Brancaleone” di M. Monicelli.
Rappresentata anche al Teatro Villa Lazzaroni e al Teatro
Centrale nell’ambito del concorso Tuttinscena 1992.
• 1994 “I sette Re di Roma” di Luigi Magni.
Rappresentata anche al Festival dell’Unità, al Festival
Internazionale di Teatro Amatoriale di Girona (Spagna), e al
Teatro della Cometa nell’ambito del concorso Tuttinscena
1994, ottenendo tre Comete d’argento (come allestimento e
a G.Mannucci e M.Nistri), una segnalazione per i costumi ed il
premio a Gianluca Mannucci come miglior attore non
protagonista.
• 1995 “Per favore non toccate le vecchiette” di Mel Brooks
Rappresentata anche al Teatro della Cometa nell’ambito del
concorso Tuttinscena 1996.
• 1997 “L’Odissea” di Marco Kohler
Rappresentata anche al Teatro della Cometa nell’ambito del
concorso Tuttinscena 1998.
• 1999 “Ti ha piaciato”, omaggio a Ettore Petrolini
Rappresentata anche al Teatro della Cometa nell’ambito del
concorso Tuttinscena 2000
• 2001 “King, Soldatino e D'Artagnan”
liberamente ispirata al film “Febbre da cavallo ,
rappresentata anche al Teatro della Cometa nell'ambito del
concorso Tuttinscena 2002 dove ha vinto il premio per il
MIGLIORE SPETTACOLO. Nuove repliche nel 2006
• 2004 “A me gli occhi, Gigi” omaggio a Gigi Proietti
vincitrice del premio per la migliore regia al festival Riano
Estate 2005, vincitrice del premio per il MIGLIORE
SPETTACOLO e per il migliore attore (a Gianluca Mannucci)
alla 1° rassegna di teatro comico del Teatro dell'Applauso di
Tivoli. Candidatura di Massimiliano Nistri come migliore
attore alla rassegna Tuttinscena 2005 tenuta al Teatro della
Cometa.
• 2008 “Si può fare !!!” commedia liberamente ispirata al film
"Frankenstein Junior" di Mel Brooks
• 2010 “Branca Branca Branca!” rielaborazione della prima
commedia dei Giullari, liberamente ispirata ai film “L Armata
Brancaleone” e “Brancaleone alle crociate” di M. Monicelli.
• 2013 “Me pari tu’ zio!” liberamente ispirato al film di Carlo
Verdone “Compagni di scuola”. Tre candidature alla rassegna
Tuttinscena 2014 al Teatro della Cometa..
Dopo i primi anni in cui sono stati diretti da Marco Kohler, dal 1998
i Giullari hanno scelto una gestione democratica della regia,
effettuata a turno da uno o più dei sui componenti. Questa volta è
affidata a Zafìra Braconi, ovvero Zabl, Fil e Raf.
Per avere altre informazioni visitate il sito: www.giullari.it