PIANETA SCIENZA - VOYAGER LASCIA IL SISTEMA SOLARE - INIZIA L'AVVENTURA VERSO LE STELLE - PRIMO OGGETTO UMANO A SUPERARE IL CONFINE - È IN VIAGGIO DA 36 ANNI - È giunta la notizia che ha sfiorato Giove, Saturno, Urano e Nettuno alla velocità di 38 mila miglia all'ora: 17 chilometri al secondo. Dopo 36 anni, finalmente, come si era calcolato, la sonda Voyager 1, col suo carico di sogni e ambizioni, ha varcato il primo p confine dell'Universo senza confini. La sonda lanciata nel 1977 da Cape Canaveral sta effettuando il salto nello spazio interstellare. A darne il conclusivo annuncio con la sua proverbiale puntualità è stata la NASA. Voyager 1 ha varcato puntualmente il confine che divide la bolla solare dallo spazio interstellare, il 25 agosto. «È un momento storico», ha dichiarato, con visibile commozione, il fisico professor fessor Ed Stone della NASA, uno dei più noti responsabili del progetto presso il Caltech di Pasadena, invecchiato osservando la corsa celeste della "sua sonda": al momento del lancio, qualcuno ha tenuto a ricordare, aveva 41 anni, oggi Ed Stone ne ha 77. Il momento è di grande rilevanza storica, storica sarà segnato nei testi perché la sonda Voyager 1 è il primo oggetto costruito dall'uomo a entrare nello spazio interstellare. Anche se a voler essere precisi per ora ha solo oltrepassato l'eliosfera, cioè una sorta di "bolla" di gas caldi prodotta dal sole, entrando in una zona di transizione. Praticamente, per essere chiari, un limbo. Non più nel sistema solare, solare, ma non ancora spazio interstellare vero e proprio. Voyager 1 proseguirà, infatti, la sua maratona celeste attraversando lo spazio nel quale si muovono le comete che orbitano attorno al sole, la l cosiddetta nube di Oort. La sonda Voyager 1 rappresenta, come hanno tenuto a dire molti scienziati, "un piccolo miracolo" incastonato nel confine che separa - o forse unisce - fantasia e realtà. La sonda, come è noto, è stata costruita negli anni Sessant essantaa e meravigliosamente continua a "parlarci" inviando alla Terra dati rilevanti sul Cosmo: «Funziona come i transistor - spiega il professor Enrico Flamini, coordinatore scientifico dell'Agenzia Spaziale Italiana - la sua memoria di bordo, (si è ricordato fra f l'altro) è confrontabile con quella di un cellulare di cinque anni fa. Eppure funziona in modo incredibilmente perfetto e riesce a mandarci i segnali dalle colonne d'Ercole del Sistema Solare». Per questo le aspettative dei ricercatori sono molto fitte. La speranza è che Voyager - dopo averci regalato le immagini ravvicinate di Pianeti come Saturno e Giove - possa diventare una finestra sull'ignoto.. Ma in realtà l'Odissea dello Spazio della sonda ha… gli anni contati. Voyager, che si sta muovendo alla velocità di 38 mila miglia all'ora a circa 19 miliardi di chilometri dalla Terra, 1 IL FARO - Periodico del Centro Studi "Pier Giorgio Frassati" - Cariati (Cs) di Cataldo Greco 2 IL FARO - Periodico del Centro Studi "Pier Giorgio Frassati" - Cariati (Cs) continuerà a mandare dati e segnali solo fino al 2020; reca per altre civiltà un saluto di Jimmy Carter, l'ex Presidente USA. Qual è il motivo? È presto detto: la batteria si sta scaricando. Proprio come un cellulare. Tra sette anni le sue pile al plutonio si esauriranno. già ora il suo segnale è debole: solo 23 watt, l'equivalente di una lampadina da frigorifero, detto con estrema semplicità. Per superare lo "spazio delle comete" occorreranno ancora 30 mila anni. E solo dopo altri 10 mila anni la sonda potrebbe raggiungere una stella che ha il nome freddo di una carta d'identità: AC+793888. In realtà la stella attualmente più vicina alla Terra è Alfa Centauri - si trova a 4,2 anni luce dal nostro Pianeta, ma gli esperti dicono che AC+793888 è più veloce e tra 40 mila anni sarà a due anni luce dalla Terra. La consolazione, comunque, è che tutto ciò che Voyager 1 riuscirà ancora ad inviarci sarà qualcosa di nuovo. E, infine, resta il sogno che quel disco dorato affidato al modulo spaziale, con immagini e suoni dalla Terra, continui a vagare nella sua culla per arrivare, chissà, nelle mani di altre forme di vita. Sia la sonda esploratrice Voyager 1 che la Voyager 2 - lanciata qualche giorno prima della gemella - sono infatti dotate di una testina e di una puntina per leggere il disco di rame placcato in oro che è un po’ il biglietto da visita del nostro Pianeta. Dal rumore del vento a quello delle automobili, dal jazz di Armstrong al rock di Chuck Berry fino al saluto in 55 lingue del Mondo. Chissà, Voyager 1, muta per noi terrestri, potrebbe poi parlare a qualcun altro.