uno studio che confronta le diverse tecniche di iniezione

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Foglio di informazione professionale per gli Infermieri
e gli altri Professionisti Sanitari non medici del Meyer
a cura della Direzione Infermieristica e del Gruppo EBN del Meyer
numero 5, Gennaio 2006
UNO STUDIO CHE CONFRONTA LE DIVERSE TECNICHE DI INIEZIONE
INTRAMUSCOLARE NEL LATTANTE SOTTOPOSTO A VACCINAZIONE
Cook IF, Murtagh J. Optimal technique for intramuscular injection of infants and toddlers: a randomised trial. MJA 2005; 183: 60–63.
Ogni bambino viene sottoposto fin dai primi mesi di vita ad alcune
iniezioni intramuscolari per la somministrazione dei vaccini. Questa
procedura causa dolore al bambino e stress ed ansia nei genitori e
talora si verificano reazioni indesiderate locali (ematomi, lesioni
nervose ed ossee) e sistemiche (febbre, irritabilità, disappetenza).
Inoltre, dato che viene eseguita così precocemente nel corso della
vita, questa procedura può causare nel piccolo paziente un ricordo
negativo e un’ansia anticipatoria in occasione dei suoi successivi
contatti con gli operatori e con le strutture sanitarie.
Questo studio si è posto l’obiettivo di verificare quale tra le
tecniche di iniezione intramuscolare disponibili ha l’effetto di
produrre in minore misura dolore, stress ed eventi non desiderati.
Nella tabella sono descritti i tre metodi messi a confronto.
Per ciascuna tecnica, successivamente all’iniezione sono stati
osservati: la eventuale reazione locale causata dall’iniezione
(arrossamento, ematoma, edema), le eventuali reazioni sistemiche
(pianto ed irritabilità del bambino, disappetenza), il gradimento dei
genitori. Lo studio ha riguardato 375 bambini di età compresa tra i
2 e i 18 mesi, che sono stati assegnati in modo casuale alle tre
diverse tecniche di somministrazione del vaccino.
I risultati hanno dimostrato che la tecnica migliore è quella
raccomandata dall’OMS, che determina ematomi ed irritabilità
nel bambino in misura minore, rispetto agli altri due metodi.
Approfondimenti sul sito Intranet http:\\azienda.meyer.it ->cliccare su Gli
Infermieri dei bambini.
la tecnica Australiana
(National Health and Medical Research Council)
ago G23, lunghezza 25 mm
Iniezione all’inserzione del terzo medio
e del terzo superiore del muscolo vasto
laterale con l’ago inclinato a 45°-60°
infilato in direzione del ginocchio.
la tecnica USA
(American Academy of Pediatrics)
ago G23, lunghezza 25 mm
Bambino disteso su un piano, iniezione
nel quadrante superiore laterale della
coscia con ago inclinato di 45° rispetto
all’asse lungo del femore e rispetto al
piano di appoggio. L’iniezione viene
fatta stringendo tra indice e pollice una
plica del muscolo della coscia.
la tecnica dell’Organizzazione
Mondiale della Sanità (OMS)
ago G25, lunghezza 16 mm
Iniezione nell’area anterolaterale della
coscia con un angolo di 90° rispetto
all’asse lungo del femore, comprimendo la cute tra il pollice e l’indice.
E’ NECESSARIO IL DIGIUNO PREOPERATORIO NEI BAMBINI ?
Brady M, Kinn S, O’Rourke K, et al. Preoperative fasting for preventing perioperative complications in children. Cochrane Database Syst
Rev. 2005 Apr 18;(2):CD005285
Il digiuno prima di una anestesia generale viene
richiesto con l’obiettivo di ridurre il volume e
l’acidità del contenuto gastrico. Gli anestetici per
via generale inibiscono i riflessi protettivi che impediscono al contenuto gastrico di raggiungere i
polmoni. Si è ritenuto che il digiuno riduca il rischio di rigurgito e di aspirazione del contenuto
gastrico durante un intervento chirurgico. Recenti
sviluppi hanno incoraggiato un cambiamento del
tradizionale approccio del “digiuno completo dalla
mezzanotte”. Tuttavia il cambiamento è proceduto
lentamente, perchè permangono interrogativi sulla durata del digiuno preoperatorio e sul tipo e la
quantità di alimentazione consentita.
Questa revisione sistematica si è posta l’obiettivo
di analizzare tutti gli studi che hanno valutato in
ambito pediatrico l’effetto dei differenti tipi di digiuno preoperatorio (diversa durata del digiuno,
tipi e durata delle assunzioni consentite) sulle
complicazioni postoperatorie e sul benessere del
bambino in attesa dell’intervento chirurgico.
Sono stati esaminati i principali database di studi
clinici (Medline, Cinhal, Cochrane ecc.) da cui sono
stati recuperati 23 studi che riguardano in tutto
2350 bambini.
Dall’esame degli studi è risultato che i bambini a
cui viene consentita l’assunzione di fluidi fino a 120
minuti prima dell’intervento hanno volume del contenuto gastrico ed acidità gastrica non superiori a
quelli dei bambini mantenuti a digiuno completo.
Inoltre questi bambini erano meno irrequieti e più a
loro agio dei bambini digiuni.
Per quanto riguarda la quantità di fluidi assunti prima dell’operazione, essa non risulta influenzare il
volume gastrico ed il pH durante l’intervento.
Tuttavia, per quanto riguarda il tipo di fluidi, le prove riguardanti la possibilità di assumere latte sono
ancora insufficienti per giungere a conclusioni.
La conclusione dei ricercatori è che nei bambini che
hanno un rischio di aspirazione intraoperatoria norsegue
male non ci sono prove che dimostrino che il digiuno assoluto per 6 ore prima dell’intervento determini un beneficio maggiore per quanto concerne il
volume del contenuto gastrico ed il suo pH, rispetto al permettere al bambino l’assunzione di liquidi
“chiari” senza restrizioni di quantità fino a due ore
prima dell’intervento.
I bambini a cui viene consentito di assumere liqui-
di fino a 2 ore prima sono inoltre più tranquilli e
provano minore senso di fame e di sete.
Tuttavia, queste conclusioni non possono essere applicate ai bambini che presentano un rischio maggiore di aspirazione/rigurgito durante l’anestesia come, ad esempio i bambini obesi, i bambini diabetici
ed i bambini con patologia gastrica
Approfondimenti sul sito Intranet http:\\azienda.meyer.it ->cliccare su Gli Infermieri dei bambini.
Attività dei gruppi di ricerca EBN del Meyer
Dallo scorso mese di dicembre hanno iniziato a lavorare 5 gruppi di ricerca EBN, nati dal percorso formativo “Evidence Based Nursing” conclusosi lo scorso ottobre. Partecipano ai gruppi complessivamente 15 infermieri, 2 fisioterapisti, 2 dietiste ed 1 tecnico.
Gruppo Gestione dei cateteri venosi centrali:
esamina le linee guida esistenti e la letteratura recente per fornire raccomandazioni ed eventualmente stilare procedure operative di riferimento per una gestione uniforme dei CVC all'interno dell'azienda
Gruppo Ossigenoterapia e Aerosolterapia: esamina le linee guida esistenti per fornire raccomandazioni
di buona pratica per quanto riguarda le modalità di
somministrazione
Gruppo Complessità assistenziale: esamina la letteratura per individuare misure validate della complessità assistenziale applicabili in ambito pediatrico e
studiare una loro utilizzazione per la determinazione
dei carichi di lavoro e della dotazione organica
Dai Congressi
Il Ruolo delle Scale NBAS (Brazelton) e APIB
(Als) nel lavoro fisioterapico in Neonatologia
Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana dei
Fisioterapisti (AIFI) Tirrenia, 21-23 ottobre 2005
In occasione del Congresso Nazionale dell’AIFI (21-23
ottobre 2005), la fisioterapista Adrienne Davidson ha curato,
insieme alla collega Giovanna De Bon dell’Ospedale
Mangiagalli di Milano la relazione “Il Ruolo delle Scale
NBAS (Brazelton) e APIB (Als) nel lavoro fisioterapico in
Neonatologia”. Le due scale analizzate riguardano la
valutazione del comportamento del neonato (a termine e
pretermine) che, tramite la lettura del linguaggio corporeo,
permette all’operatore di comprendere il livello di stabilità e
di dis/organizzazione del bambino. Questi strumenti vanno
considerati transdisciplinari cioè utilizzabili da tutti i
professionisti che lavorano con i neonati: dal fisioterapista
per formulare il piano di intervento per la promozione dello
sviluppo neurocomportamentale, dall’infermiere e dal
medico per adattare e personalizzare le modalità
dell’assistenza; offrono anche l’opportunità di condividere
con i genitori la comprensione del comportamento del
bambino e quindi sostenere il rapporto neonato–famiglia. I
corsi del Centro Brazelton dell’Azienda Meyer sostengono
la formazione nell’uso della NBAS e l’integrazione dei
concetti principali nel lavoro pratico quotidiano con i neonati
e con le famiglie. L’approccio è già in uso presso la nostra
Terapia Intensiva Neonatale e il Servizio della Terapia del
Dolore.
Una sintesi della relazione può essere letta sul sito intranet
http:\\azienda.meyer.it ->cliccare su Gli Infermieri dei bambini
Gruppo Benessere lavorativo delle professioni
assistenziali: esamina la letteratura per individuare
indicatori sufficientemente sensibili e specifici di
stress organizzativo, strumenti validati di rilevazione
del clima lavorativo, fattori di rischio ed indicatori
precoci di burnout degli infermieri, misure per la sua
prevenzione e per la valorizzazione e motivazione del
capitale umano.
Gruppo Educazionale: esamina le evidenze di efficacia disponibili e le esperienze di altre realtà pediatriche relativamente alle attività educazionali rivolte ai
bambini ed adolescenti con patologia cronica
Progetti di ricerca in corso
Osteoporosi e fibrosi cistica: studio sperimentale di una scala clinico-strumentale ad uso
fisioterapico
Gruppo di Ricerca: FT S.Zuffo, FT A.Davidson, L.Lavacchini - Riabilitazione Funzionale, in collaboraz. con il personale del Centro Fibrosi Cistica.
Problema: l’aumentata sopravvivenza dei pazienti affetti da
fibrosi cistica ha fatto emergere complicanze a lungo termine tra cui l’osteoporosi che si struttura già in età pediatrica
interferendo sulla qualità di vita di questi pazienti.
Obiettivi dello studio: elaborare una scala ad uso fisioterapico che tenga conto dei più importanti fattori correlati ad una
riduzione della densità minerale ossea (BMD) per ottenere
uno score che ci orienti in anticipo verso le situazioni più a
rischio di osteoporosi in età pediatrica con lo scopo di migliorare la gestione multidisciplinare del problema in termini
soprattutto preventivi.
Metodi: nei mesi settembre 2005-gennaio 2006 un fisioterapista parteciperà alle visite mediche e fisioterapiche presso
il centro regionale di Fibrosi Cistica, registrando i dati clinico-strumentali necessari per l’elaborazione della scala
(FEV1, punteggio Chrispin-Norman, BMI, terapia farmacologica, insufficienza del pancreas esocrino, livello di attività
fisica e presenza di dolore). Successivamente la scala sarà
somministrata a due gruppi di pazienti suddivisi in base ai
referti della DXA (indagine strumentale elettiva per diagnosi
di osteoporosi): un gruppo che alla DXA è risultato positivo
per l’osteoporosi e l’altro che invece è risultato negativo cosicché si possa analizzare quanto il punteggio ottenuto dai
due gruppi nella scala sia diverso.
Tempi: da settembre 2005 a gennaio 2006.
Risultati attesi: elaborazione di una scala il cui score sia indicativo di una situazione a rischio di osteoporosi. Successivamente sarà necessario uno studio di validazione della
scala utilizzata nello studio al fine di promuoverne l’utilizzo
in ambito ospedaliero per un miglioramento della gestione
riabilitativa di tale problematica ed un rinforzo dell’intervento
preventivo.
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