Contano poi altri parametri: sonno, fumo, sport

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 31-05-2016
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http://www.huffingtonpost.it/ Analisi del sangue, quando occorre farle a
digiuno? Contano poi altri parametri:
sonno, fumo, sport...
Fondazione Veronesi | Di Fabio Di Todaro
Chi ha detto che per sottoporsi alle analisi del sangue è sempre necessario presentarsi a digiuno
in laboratorio? Quella che è un’opinione abbastanza diffusa, in realtà non è sempre sostenuta da
un fondamento scientifico. Ci sono esami ed esami e un’indicazione valida su larga scala non
esiste. Così come sono anche altri i parametri da considerare nella lettura delle analisi:
lo stato di stress di una persona, l’assunzione di farmaci, l’abitudine al fumo, lo
svolgimento (costante o occasionale) di un’attività sportiva.
A fare chiarezza è un documento firmato dalla Società Europea dell’Aterosclerosi (presieduta da
Alberico Catapano, ordinario di farmacologia all’Università Statale di Milano e direttore del
laboratorio per lo studio delle lipoproteine e aterosclerosi dell’ospedale Bassini di Cinisello
Balsamo) e dalla Federazione Europea di Chimica Clinica e Medicina di Laboratorio, pubblicato
sull’European Heart Journal. Le conclusioni sono chiare: se il motivo per cui si sottopone alle
analisi è la necessità di dosare la quantità di grassi (trigliceridi e colesterolo)
presenti nel sangue, non occorre presentarsi all’appuntamento a digiuno, come
raccomandato in maniera diffusa in tutti i Paesi. Fa eccezione la Danimarca, che dal 2009
«agevola» i propri connazionali, senza raccomandare che dall’ultimo pasto al prelievo siano
trascorse almeno otto ore. Un’indicazione, scrivono adesso gli esperti, che potrebbe essere
«rischiosa per bambini, anziani, diabetici e lavoratori». Alla base del documento c’è la
«mancanza di prove che supportino la necessità di presentarsi a digiuno alle analisi del sangue
se l’obiettivo èi valutare il rischio cardiovascolare», del cui aumento i grassi - soprattutto il
colesterolo Ldl - è direttamente responsabile. I ricercatori fanno riferimento al primo esame.
«Soltanto se i valori risultassero sospetti, potrebbe nascere l’indicazione a ripetere il test a
digiuno».
Nonostante l’invito al digiuno sia piuttosto frequente, il messaggio non coglie di sorpresa
Marcello Ciaccio, direttore del dipartimento di biopatologia e biotecnologie mediche e forensi
all’Università degli Studi di Palermo e presidente della Società Italiana di Biochimica e Biologia
Molecolare Clinica. «L’assunzione recente di grassi attraverso la dieta non è in grado di alterare i
parametri lipidici. Non serve digiunare nemmeno se si ha intenzione di donare il
sangue. L’indicazione cambia invece se l’obiettivo è misurare i valori di glicemia. In questo caso
si consiglia di presentarsi all’appuntamento al mattino presto, a digiuno da almeno otto ore e il
limite per gli zuccheri nel sangue è rappresentato da cento milligrammi per decilitro. Per chi si
sottopone al prelievo nel corso della giornata, invece, teniamo in considerazione un valore
uguale o inferiore a 180 milligrammi per decilitro». Digiuno raccomandato anche per il dosaggio
dell’insulina (nelle persone in cui si sospetta una diagnosi di diabete) e del peptide C (altro
marcatore «sensibile» alle oscillazioni della glicemia). Nessuna limitazione, invece, per il
dosaggio degli ormoni tiroidei.
Come risulta già chiaro, non c’è un’unica indicazione valida su larga scala. E il digiuno non è
l’unico parametro da considerare nella lettura della analisi del sangue. Se per
esempio il medico curante richiede gli esami per conoscere i livelli ematici di ormoni «sensibili»
allo stress - adrenalina, noradrenalina, prolattina, cortisolo - «è importante che l’ambiente in cui
viene effettuato il prelievo sia confortevole per il paziente e che lo stesso risulti sereno prosegue Ciaccio -. Anche la semplice paura dell’ago può alterare i parametri di interesse».
Quanto al cortisolo, il prelievo va effettuato nelle prime ore della mattina. Mentre per dosare
l’ormone della crescita (somatotropina) è necessario sottoporsi a un test «dinamico»: prima si
stimola l’ipofisi a secernerlo (previa iniezione di glucagone o arginina) e dopo qualche ora si
procede al prelievo. Questo perché i valori massimi del Gh si registrano nelle prime ore di sonno
e diversamente non sarebbe possibile fare. È infine necessario considerare anche se una persona
ha svolto attività fisica la sera prima di sottoporsi alle analisi del sangue. In tal caso, soprattutto
se si tratta di uno sportivo occasionale, a risultare «alterati» potrebbero essere alcuni valori
enzimatici (lattato deidrogenasi e creatinchinasi).
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