UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PAVIA CONFERIMENTO DELLA LAUREA SPECIALISTICA HONORIS CAUSA IN NEUROBIOLOGIA A GORDON SHEPHERD Pavia, Aula Magna – 2 ottobre 2006 LAUDATIO di Vanni Taglietti Magnifico Rettore, Presidi di Facoltà, cari colleghi, gentile pubblico. La figura di Gordon Shepherd occupa una posizione di assoluto rilievo nel campo delle Neuroscienze per due ragioni. La prima è il suo fondamentale contributo al chiarimento dei meccanismi cellulari e molecolari che stanno alla base del senso dell’olfatto. Il secondo motivo di gratitudine nei suoi confronti è dovuto ai numerosi e bellissimi libri che egli ha scritto, i quali hanno formato un’intera generazione di studiosi e ricercatori nel campo della Neurobiologia. Sebbene il senso dell’olfatto sia ritenuto, soprattutto per la specie umana, una modalità sensoriale ancestrale e per così dire secondaria rispetto alla vista, all’udito o al tatto, nelle mani di Shepherd è diventato uno dei modelli sperimentali più utili per il progresso scientifico nel campo delle Neuroscienze nel senso più generale. E’ bastato infatti che egli intervenisse nella tematica, applicando le tecniche più moderne e le idee più avanzate che gli sono proprie, per rendere evidente che i problemi connessi alla rilevazione ed alla percezione degli odori toccano, uno dopo l’altro, tutti i misteri del cervello e della mente. All’Università di Yale, agli inizi degli anni ’80, il laboratorio di Shepherd fu il primo a registrare le risposte elettriche agli stimoli odorosi dei neuroni sensoriali dei Vertebrati, utilizzando preparati ottenuti dalla salamandra e dalla tartaruga. Poi fu tra i primi a scoprire che il meccanismo di traduzione dell’informazione chimica contenuta negli stimoli odorosi in scariche di impulsi nervosi consiste una cascata di eventi intracellulari che aumentano il livello di AMPc, il quale apre, nella membrana plasmatica dei neuroni sensoriali, dei canali ionici sensibili ai nucleotidi ciclici. Da allora il suo laboratorio è sempre stato in prima linea nel progresso delle conoscenze sul sistema olfattivo. Questi studi hanno rivelato un’incredibile complessità. Per fare un esempio, nell’epitelio olfattivo esistono milioni di neuroni 1 sensoriali, ognuno dei quali però esprime un solo tipo di recettore a 7 segmenti transmembranari, scegliendolo all’interno di una vastissima gamma di possibilità. Il repertorio di queste proteine recettrici a 7 segmenti transmembranari è dell’ordine del migliaio, perchè il genoma mette a disposizione per la rilevazione delle molecole odorose la più grande famiglia di geni che sia dedicata ad uno stesso scopo funzionale: appunto un migliaio di geni diversi. E forse non c’è da sorprendersi, visto che i diversi tipi di molecole odorose che possono stimolare la mucosa nasale sono diverse migliaia; tuttavia, tramite il sistema olfattivo, il cervello riesce a distinguerle l’una dall’altra molto meglio del più sofisticato e costoso gas-cromatografo oggi in commercio. Ma la grande passione di Shepherd sono i collegamenti tra neuroni e le connessioni sinaptiche, come dimostra anche la pubblicazione, avvenuta alla fine degli anni ‘80, del suo primo libro di grande successo, intitolato “The synaptic organization of the brain”. Il tema delle connessioni sinaptiche tra i neuroni del bulbo olfattorio (cellule mitrali, cellule a pennacchio e cellule granulari), è stato un’occasione per applicare non solo tecniche elettrofisiologiche utilizzando microelettrodi di vetro infissi nelle cellule mitrali, ma anche tecniche morfologiche, dalla reazione nera di Golgi alla microscopia elettronica, dall’immuno-fluorescenza al Ca-imaging ed altre. Shepherd fu uno dei primi a riconoscere l’esistenza delle sinapsi reciproche (un concetto ritenuto eretico quando il principio dell’unidirezionalità della trasmissione sinaptica era ritenuto un dogma) tra cellule mitrali e cellule granulari ed a comprendere l’importanza funzionale di queste sinapsi reciproche nel trattamento dell’informazione olfattiva, che per complessità richiama il più noto trattamento dell’informazione visiva che avviene nella retina. Successivamente, nel tentativo di decifrare il codice con cui il cervello trasforma l’informazione olfattiva in percezioni odorose, ha applicato la fNMR ed altre tecniche di rivelazione dell’attività cellulare allo strato dei glomeruli del bulbo olfattorio durante la stimolazione chimica della mucosa nasale, ottenendo delle elegantissime mappe di attivazione dei glomeruli (vere e proprie “immagini odorose”) che certamente ci proietterà tra breve. Si ritiene che la capacità della corteccia cerebrale di riconoscere tanti odori diversi dipenda dalla possibilità di discriminare l’una dall’altra queste “immagini odorose”, formate dall’attivazione simultanea del mosaico dei glomeruli nel bulbo olfattivo, in modo analogo a quello con cui la corteccia cerebrale riconosce le facce di tante persone diverse discriminando l’una dall’altra altrettanti quadri di attivazione retinica. Un altro punto da non sottovalutare per cui Shepherd ha contribuito allo sviluppo delle Neuroscienze sta nell’avere applicato al sistema olfattivo sofisticate tecniche di simulazione matematica, comprendenti modelli delle molecole recettrici (analizzati secondo i principi della Dinamica Molecolare), modelli di neuroni (spine, dendriti, assoni) e modelli di circuiti neuronali. 2 All’Università di Yale, Shepherd ha anche lanciato “The SenseLab Project”, con lo scopo di utilizzare Internet per dar forma ad un database planetario e multidisciplinare sui neuroni come sistemi complessi. Lo scopo ultimo di questa iniziativa è lo stesso che lo ha guidato in tutta la sua attività scientifica, durante la quale ha sempre utilizzato il senso dell’olfatto quale sistema modello: partendo dalla conoscenza delle molecole che formano il neurone e ne governano il funzionamento, note le regole di interconnessione tra neuroni nei diversi circuiti nervosi, giungere alla formulazione di modelli computazionali che possano far luce sul modo di funzionare della corteccia cerebrale, quindi della mente. Ma, come abbiamo detto all’inizio, dobbiamo anche essere grati a Gordon Shepherd per i suoi libri. Il già citato “The Synaptic Organization of the Brain” è giunto alla quarta edizione; “Neurobiology” alla terza. Personalmente devo dire che “Neurobiology” è forse il libro scientifico che mi è più caro: scritto con chiarezza esemplare, spazia con impressionante lucidità su un orizzonte amplissimo, che va dai meccanismi di base alle più alte espressioni funzionali del sistema nervoso, ricchissimo di spunti comparativi sull’intera scala dei viventi: una vera gemma editoriale. Shepherd ha anche pubblicato un altro libro, intitolato “Foundations of the Neuron Doctrine” (1991), nel quale l’enormità del suo sapere si spinge ad analizzare le radici storiche delle Neuroscienze. Molte belle pagine di questo libro sono naturalmente dedicate, prima dell’avvento di Sherrington, a Camillo Golgi ed alla storica controversia con Ramon y Cajal. Per questo suo forte interesse per la storia della scienza e per la sua particolare competenza sull’opera di Golgi, la sua casa editrice (la Oxford University Press) l’ha incaricato nel 1999 di comporre la prefazione ad un altro bellissimo libro di storia della scienza, scritto da un pavese ben noto: il nostro Paolo Mazzarello, su Golgi e sulla reazione nera. Anche questa prefazione è un pezzo di bravura in cui la capacità di scrivere bene un testo scientifico diventa una forma d’arte. Per tutti questi motivi considero un grande onore per tutto il corpo docente dell’Università di Pavia che Gordon Shepherd venga insignito della laurea “honoris causa” in Neurobiologia. Questo momento è particolarmente significativo, anche perché conferisce ulteriore risalto alla laurea specialistica in Neurobiologia, recentemente istituita qui a Pavia con notevole soddisfazione sia da parte degli studenti che dei docenti. 3