introduzione alla bibbia 2 - portale formazione cristiana

INTRODUZIONE ALLA BIBBIA 2
Modulo 2
Anno accademico: 2012/2013
Docente: GEOFFREY ALLEN
3.
GEOGRAFIA
3.1
INTRODUZIONE
La storia biblica si svolge su un territorio abbastanza vasto, abitato nei millenni
passati da grandiose civiltà.
La scena biblica si apre sui fiumi Tigri ed Eufrate (Eden) e si allarga poi con
Abramo fino al Mar Mediterraneo (Canaan). Con Giuseppe e Mosè tocca l’Egitto e il
Sinai per concentrarsi poi su una striscia di terra tra il Mediterraneo e il fiume
Giordano. Poi con gli Atti degli Apostoli e la Chiesa si allarga di nuovo per
raggiungere la Grecia e protendersi fino in Italia.
In un territorio tanto immenso abitato da civiltà millenarie, Dio scelse una piccola
striscia di terra per allevare il suo popolo e per prepararlo alla venuta del Messia e
per diffondere in tutto il mondo il messaggio di amore e di pace.
3.2
L’EDEN
Genesi 2:8-15 descrive la collocazione dell’Eden, il paradiso terrestre: un fiume
usciva dall’Eden per adacquare il paradiso e si divideva in quattro bracci: il Pishon
(paese di Havila), il Gihon (Cush), Hiddekel o Tigri (a oriente dell’Assiria) e
l’Eufrate. Queste ultimi due nomi sono ancora oggi ben identificabili, mentre i
primi due sono più incerti, probabilmente a causa dei cambiamenti nella
conformazione del suolo dovuto agli sconvolgimenti provocati dal Diluvio
universale. Se infatti Cush è da identificarsi con il paese di quel nome più avanti
nella Bibbia (Sudan/Etiopia), allora il Gihon corrisponde al ramo orientale del Nilo,
indicando una geografia ben diversa da quella odierna. Forse, dopo il Diluvio, si
diedero ai fiumi gli stessi nomi che erano stati usati nella geografia prima dello
sconvolgimento della Terra.
3.3
LA MESOPOTAMIA
La fetta di territorio compresa tra il Tigri e l’Eufrate è la Mesopotamia (= tra i due
fiumi); essa fu culla delle più antiche civiltà, i Sumeri, gli Accadi, il regno dei Mari,
i Caldei e poi gli Assiri e i Babilonesi.
Sulla cartina si può seguire il corso di questi due fiumi: nascono entrambi dalle
montagne della Turchia orientale e si gettano nel golfo Persico attraversando tutto
l’Iraq. L’Eufrate è lungo circa 2.800 km e nella pianura babilonese il suo corso si è
spostato di 5 o 6 km verso occidente. Oggi passa attraverso la Siria prima di
giungere in Iraq. Il Tigri è lungo circa 1.850 km e oggi si congiunge col primo a
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64 km dalla foce. Ma nei tempi antichi non fu così: il Golfo Persico si è ritirato di
molti km a causa del deposito dei sedimenti portati dai due fiumi.
Il paese ben irrigato e fertile ha permesso lo stanziamento e il progresso
dell’uomo che già 3 o 4 millenni prima di Cristo si era organizzato in questa
regione con città, di cui alcuni nominati nella Bibbia: Ur a sud, Babilonia nel
centro-sud, Caran e Naho a nord-ovest e Ninive a nord-est. Altre città riportate alla
luce dagli archeologi ci hanno fornito una quantità enorme di materiale e di
documenti scritti che permettono di capire la storia di 3000-4000 anni a.C. La
torre di Babele (=Babilonia) fu costruita in questa regione.
A sud-ovest della Mesopotamia si estende il deserto della Siria e più a sud il
deserto arabico.
3.4
L’EGITTO
Sul fiume Nilo progredì un’altra grande civiltà millenaria, quella egiziana. Infatti
l’acqua, elemento essenziale per la vita dell’uomo, fa concentrare nei pressi dei
fiumi e delle sorgenti gli stanziamenti umani, soprattutto nei climi caldi.
L’Egitto confinava ad ovest con il Sahara, ad est col fiume stagionale Wadi el-Arish
(“Fiume d’Egitto”), comprendendo così anche la penisola del Sinai, dove gli
Egiziani sfruttavano le miniere; a nord col Mar Mediterraneo e a sud con la prima
cateratta del Nilo (limite della navigazione ininterrotta). Tra il Nilo e il Mar Rosso
c’è una regione desertica inabitata.
La natura ha diviso l’Egitto in due regioni: 1. La valle del Nilo, 2. Il delta del Nilo.
La regione di Goscen, abitata da Giacobbe e i suoi discendenti (Genesi 45:10) si
trovava nella parte orientale del delta.
L’antica capitale, dove si trovava il Faraone, era Menfi. Ogni anno le piogge
tropicali dell’Africa orientale gonfiano di acqua il Nilo, che scavalca i suoi argini e
trasporta masse di fango fertilizzante sul territorio circostante, cioè nella valle e
nel delta del Nilo, consentendo un abbondante raccolto di cereali (tanto che
l’Egitto fu chiamato dai Romani “il paniere dell’Impero”).
3.5
LA GRANDE VIA DI COMUNICAZIONE
In pace e in guerra le due grandi civiltà menzionate si sono avvicinate l’una
all’altra per commerciare e per guerreggiare. Per evitare il deserto della Siria, ma
anche per incontrare le metropoli dell’epoca, gli Egiziani dovevano attraversare la
striscia costiera di Canaan per arrivare a Caran, e quindi scendere il corso dei due
fiumi per arrivare fino ad Ur.
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Questa strada era percorso in entrambi i sensi da commercianti, studiosi ed
eserciti. Canaan era dunque un luogo obbligato di passaggio. Lo stesso itinerario
fu seguito da Abramo con la sua famiglia quando si trasferì da Ur, prima a Caran e
poi in Canaan.
Questo percorso descrive il territorio conosciuto come “la mezzaluna fertile”.
3.6
LA PALESTINA
(N.B. Si raccomanda di studiare attentamente le cartine geografiche allegate,
e quelle incluse nella maggior parte delle Bibbie o nelle opere di riferimento
biblico).
Le piogge e i fiumi dovuti alle montagne del Libano formano una fertile distesa tra
il mare ed il deserto; dai picchi nevosi si riversano grandi quantità d’acqua in tutte
le direzioni. A nord scorre il fiume Oronte sulle cui rive sorge Antiochia, ad est
l’Abana con Damasco, a ovest il Leonte con Tiro e Sidone, e a sud il Giordano che
diede vita alla terra di Canaan, “il paese dove scorre il latte e il miele” (Esodo 3:8).
La Palestina dei tempi antichi era una fascia di terra larga 120-80 km e lunga 250240 km, confinante ad ovest con il Mar Mediterraneo, a nord con l’Hermon e i
monti del Libano, ad est con la Siria e a sud con il Wadi el-Arish. Due catene
parallele di montagne la percorrono da Nord a Sud e fra queste due catene si
distende la valle del Giordano.
Sezione trasversale d’Israele
Percorrendo il paese da ovest a est si sale gradatamente dalla riva del Mar
Mediterraneo alle terre basse e poi alla catena montuosa centrale, per scendere
M. Nebo
+ 833 m.
Betlemme
+ 750 m.
Asdod
+ 42 m.
Livello del mare
Mar Morto
- 390 m.
quindi nella valle del Giordano e poi di nuovo risalire sull’altipiano orientale.
(Nota bene: le altezze sono esagerate rispetto alle distanze orizzontali)
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3.6.1 LE REGIONI GEOGRAFICHE D’ISRAELE
Si possono distinguere sette regioni naturali:
1. La pianura costiera, molto ristretta a nord del monte Carmelo (9,5 km circa)
dove prendeva il nome di pianura di Ascer; più a nord, nell’odierno Libano,
vivevano e operavano i Fenici. A sud del Carmelo si allarga sempre più fino al
fiume Kana e prendeva il nome di pianura di Saron (cfr. “la rosa di Saron”, fiore
campestre frequente in quella regione – 1Cronache 27:29; Cantico dei C. 2:1). A
sud di questo fiume il paese fu occupato dai Filistei, da cui il nome di pianura
della Filistia (oggi “striscia di Gaza”).
2. La pianura di Izreel si apre un varco nella catena montuosa centrale tra Nazaret
e il Carmelo, separando la Galilea dall’altipiano centrale della Samaria e Giudea.
È il punto più strategico del paese. Per attraversare le colline del Carmelo ci
sono alcuni passi; il principale è quello di Meghiddo (o Harmaghedon,
dall’ebraico per “monte di Megiddo”), che per la sua importanza strategica ha
visto numerose battaglie. Qui furono sconfitte Sisera e i Cananei (Giudici 5:19),
vi morirono Acazia (2 Re 9:27) e Giosia (2 Re 23:29). Apocalisse 16:16 dice che
qui si svolgerà l’ultima battaglia.
3. Le terre basse, la Sefela, fatta di basse colline tra la costa e la Giudea, è limitata
a sud da Beer-Sceba e a nord termina poco più dopo Giaffa (Ioppe). Era la “terra
di nessuno” tra i Filistei e gli Ebrei, perciò la maggior parte delle strade che
l’attraversano sono fortificate e sorvegliate.
4. Gli altipiani centrali, la Giudea e la Samaria (“regione montuosa di Efraim”),
costituiscono il nucleo centrale dei regni ebraici. Qui ci sono le città più
importanti e qui si stanziarono le tribù di Efraim, parte di Manasse e Giuda.
Iniziano a nord sulla costa con il monte Carmelo e comprendono i monti
Ghilboa, Ebal, Garizim con altezze tra i 700 e i 1000 metri s.l.m. Ad est la
parete è scoscesa verso il Mar Morto e la valle del Giordano. Poche strade
l’attraversano e anche se comprende Gerusalemme, questa regione è rimasta
appartata dalle lotte del paese, quasi in una zona protetta.
5. La Galilea pure è sulla catena montuosa centrale, ma a nord della pianura di
Izreel. È fatta di ripiani fertili sempre più alti, protendendosi verso il Libano. I
confini a nord si perdono nelle montagne e qui il paese subì forti influssi
dall’esterno. Molte strade l’attraversano e molta gente vi arrivava, formando
una comunità mista di razze e di idee (da cui l’espressione “Galilea dei gentili”,
Is. 8:23). Qui Gesù passò la sua fanciullezza.
6. La valle del Giordano è una spaccatura della terra che inizia ai piedi
dell’Hermon, attraversa il lago di Hule e il Mar di Galilea, poi si restringe nella
valle di Ghor, dove il fiume ha scavato un letto profondo, arrivando nel Mar
Morto a 388 metri sotto il livello del mare. La spaccatura continua ancora nel
golfo di Aqaba e fino nell’Africa orientale. Anche se non è un ostacolo
invalicabile, intralciava le comunicazioni tra i popoli delle due sponde. Nessuna
strada importante la percorre.
7. L’altipiano orientale (Transgiordania), simile a quello occidentale ma più alto,
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fornisce ottimi pascoli alle greggi. Qui si stanziarono i popoli di Edom, Moab,
Ammon e le tribù di Ruben, Gad e parte di Manasse e nell’estremo nord una
parte della tribù di Dan.
Questa era la Palestina, né molto estesa, né ricca né importante. Tutta la sua
importanza deriva dalla scelta di Dio. Per questo territorio si è molto combattuto.
In questa zona gli uomini dovevano dipendere veramente da Dio.
3.6.2 I FIUMI
Dal sud al nord discendono dall’altipiano centrale verso la costa i seguenti fiumi:
1. Wadi el-Arish, o Torrente d’Egitto, segna il confine meridionale di Canaan con
l’Egitto (Numeri 34:5).
2. Besor nasce presso Beer-Sceba e termina presso Gaza (1 Samuele 30:9,10,21).
3. Gherar si unisce al Besor.
4. Elah nasce a 24 km da Betlemme e forma una valle fertile dove Saul si accampò
prima del duello fra Davide e Goliat (1 Samuele 17:2,19; 21:9).
5. Sorek nasce a 21 km ad ovest di Gerusalemme e forma la valle omonima, luogo
dove abitava Dalila l’amante di Sansone (Giudici 16:4); segnava il confine tra
Dan e Giuda.
6. Aialon nasce a 40 km a nord-ovest di Gerusalemme, termina presso Ioppe.
7. Kana nasce dalle pendici del Monte Garizim e termina presso Ioppe (Giosuè
16:8, 17:9).
8. Scihor-Libnath, piccolo torrente a sud del Carmelo (Giosuè 19:26).
9. Kison è il più importante dopo il Giordano; un ramo nasce dal monte Tabor e
un altro dal monte Ghilboa e si uniscono presso Meghiddo. Vi annegarono i
soldati di Sisera (Giudici 5:19-21); sulle sue rive Elia fece scannare i sacerdoti di
Baal (1 Re 18:40).
Dal sud al nord e dall’altipiano orientale verso la valle del Giordano scorrono i
seguenti fiumi:
1. Zered, attraversato dagli Israeliti dopo 38 anni di peregrinazioni (Numeri
21:12), si getta nel Mar Morto.
2. Arnon segna il confine prima tra Moabiti e Amorei (Numeri 21:13) e poi tra i
Moabiti e Ruben (Giosuè 13:16).
3. Iabbok: Giacobbe lottò con un angelo nei suoi pressi (Genesi 32:23-30); alla sua
confluenza col Giordano sorge la città di Adam dove l’acqua si fermò per
permettere agli Israeliti di entrare nella terra promessa (Giosuè 3:16).
4. Yarmuk.
Il Giordano merita una menzione a parte. È il maggior fiume d’Israele ed è
continuamente menzionato nella Bibbia. Nasce a nord dal monte Hermon, passa
per il lago di Hule (71 m. s.l.m.) e il Mar di Galilea (215m. sotto l.m.) e scende
nella valle più profonda della terra, nel Mar Morto (398 m. sotto l.m.). La valle del
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Giordano a nord è fertile, l’estremità meridionale è desertica tranne che sulle rive.
Giovanni vi battezzò Gesù (Marco 1:5,9).
3.6.3 I MONTI
1. Oreb o Sinai. Gli Israeliti vi giunsero tre mesi dopo l’uscita dall’Egitto e vi si
accamparono; qui Dio diede a Mosè la Legge (Esodo 19-32) e qui parlò con il
profeta Elia confermandone la chiamata. L’identificazione non è del tutto sicura;
potrebbe essere una delle due vette del sud della penisola, Gebel Musa (arabo
per “Monte di Mosè”), m. 2.285 o Ras es Safsafeh, m. 1.993.
2. Nebo (m.806) a nord-est del Mar Morto; da qui Mosè vide la terra promessa e vi
morì (Deuteronomio 32:48-52; 34:1-5).
3. Garizim (m.868), sull’altipiano centrale, domina la città di Sichem; all’ingresso
in Canaan sei tribù di Israele vi pronunciarono le benedizioni (Giosuè 8:33-35).
Al tempo di Alessandro Magno (328 a.C.) i Samaritani vi costruirono un tempio,
dove mescolarono il culto del vero Dio con altre pratiche; fu distrutto nel 128
da Giovanni Ircano (uno dei motivi dell’odio fra Giudei e Samaritani). Il pozzo di
Giacobbe, dove Gesù incontrò la Samaritana, si trova ai suoi piedi.
4. Ebal (m.930), di fronte al monte Garizim a nord di Sichem. Qui le altre sei tribù
d’Israele pronunciarono le maledizioni.
5. Ghilboa (m.516), sovrasta da sud-est la pianura di Izreel. Qui Saul tentò di
contrastare l’esercito dei Filistei per l’ultima volta, ma vi perì coi suoi figli (1
Samuele 28:4).
6. Sion (m.765), sul quale sorgeva la città fortificata cananea chiamata anche
Gebus, poi conquistata da Davide, dove stabilì la sua capitale e dove più tardi
Salomone fece costruire il tempio. Da molti studiosi, ma non tutti, è identificata
con il monte Moria (Genesi 22:2) sul quale Abramo stava per sacrificare Isacco
(vedi 2 Cronache 3:1).
7. Monte degli Ulivi (m.826), di fronte a Gerusalemme verso est, dall’altra parte
della valle di Chidron (o Kedron).
8. Collina di Moreh, nella pianura di Izreel, a nord-ovest del Ghilboa e a sud della
città di Nain.
9. Carmelo (m. 546), catena montuosa della lunghezza di 25 km circa, delimita la
valle di Izreel a sud e sud-ovest; Elia vi decise la questione del culto a Dio o a
Baal, il suo servitore di lì vide la “nuvoletta” (1 Re 18:17-46).
10. Tabor (m.588), a nord-est della pianura di Izreel, 19 km a nord di Ghilboa.
Vi si riunirono gli uomini di Issacar e Zabulon prima di attaccare Sisera (Giudici
4:6,12,24). Secondo tradizione sarebbe questo il monte della Trasfigurazione
(Matteo 17:1-8 ecc.); ma data la sua modesta altezza, è molto più probabile
l’identificazione di questo “alto monte” con il seguente, tra l’altro non distante
da Cesarea di Filippo.
11. Hermon (m. 2.814), spesso menzionato per le sue cime coronate da nevi
perenni e per la densa foresta di maestosi cedri, fonte del legname fornito a
Salomone da Chiram (Hiram) re di Tiro per la costruzione del Tempio. Costituì
l’estremo confine settentrionale della Terra Promessa (Deuteronomio 4:48,
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Giosuè 12:1 ecc.).
3.6.4 LE VALLI
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
Achor, presso Gerico; là fu lapidato Acan (Giosuè 7:24).
Arabà: è la valle a pendii scoscesi del Giordano.
Kedron o Chidron separa Gerusalemme e il tempio dal monte degli Ulivi.
Hinnom, a sud di Gerusalemme, luogo dove si bruciavano i rifiuti e i cadaveri di
criminali e di animali morti. Da qui il nome (ebr. gê-Hinnom, greco Geenna)
arrivò a rappresentare il luogo del tormento eterno.
Elah, a sud-ovest di Gerusalemme. Qui Davide sconfisse Goliat (1 Samuele
17:2).
Escol, vicino a Ebron: vi arrivarono gli esploratori mandati da Mosè (Numeri
13:23-24).
Refaim, dove Davide sconfisse i Filistei (2 Samuele 5:18).
Siddim, dove Kedarlaomer combatté i re della pianura e Lot, fatto prigioniero,
fu liberato da Abramo (Genesi 14).
3.6.5 I LAGHI
1. Mar Morto o Mar Salato (-388 m). Essendo un “mare chiuso”, cioè senza via
d’uscita e che quindi perde l’acqua solo per evaporazione, le sue acque
contengono molti sali, il che determina l’assenza di vita animale e il
galleggiamento del corpo umano anche in posizione di riposo.
2. Mar di Galilea o lago di Gennesaret o di Kinnereth o di Tiberiade (-215 m), nel
corso settentrionale del Giordano. Il nome variò col tempo. Molto pescoso:
diversi dei dodici apostoli vi guadagnavano da vivere.
3. Merom, piccolo lago a nord del Mar di Galilea.
4. Hule, lago del corso settentrionale del Giordano.
3.6.6 I DESERTI
Vari termini ebraici sono tradotti in italiano con la parola “deserto”:
1. Ebraico midbar, pianura non coltivata, dove ci sono animali selvaggi. In alcuni
luoghi sorgono pascoli (Esodo 3:1).
2. Ebraico ‘arabah, regione arida. Con l’articolo determinativo indica un luogo
preciso, l’Arabà, che è la depressione che va dal Mar di Galilea al Mar Morto e
oltre, fino al golfo di Aqaba.
3. Ebraico Yeshimon, contrada incolta e desolata (Salmo 78:40; Isaia 43:19)
4. Ebraico Haraboth, regioni incolte e disabitate, luoghi desolati (Isaia 48:21;
Ezechiele 13:4).
Questi tipi di deserto permettono la vita di animali selvaggi e tribù nomadi in
accampamenti (Giosuè 15:61; Isaia 42:11).
Il deserto nella Bibbia è:
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 luogo di terrori (Deuteronomio 1:19);
 simbolo dei castighi di Dio (Ezechiele 6:14) e del gran giorno di Jahveh (Isaia
13:9);
 sede dei demoni (Levitico 16:10), ma anche dove si manifesta la protezione
di Dio (Deuteronomio 8:15; 29:5);
 luogo di tentazioni (Deuteronomio 6:16) e di incontro con Dio (Esodo 5:1;
Osea 2:14-15);
 luogo di passaggio dove si manifesterà la gloria di Dio (Isaia 35:1).
Alcuni deserti nominati nella Bibbia sono:
1. Sin, Etam, Paran, attraversati dagli Israeliti per andare dal Mar Rosso a
Refidim e al Sinai (Esodo 16:1; Numeri 33:11).
2. Tsin, da non confondere con il precedente Sin, al limite sud di Canaan. Vi si
trovava Kades-Barnea (Numeri 20:1).
3. Giuda, soprattutto le terre poste a sud di Arad e a ovest del Mar Morto
(Giudici 1:16; Salmo 63 – titolo).
4. La zona nei dintorni di Beer-Sceba si chiamava Neghev (= paese arido).
3.6.7 LE CITTÀ
Bisogna premettere che alcune città, se non tutte, hanno cambiato nome nel corso
della storia e oggi alcune esistono solo come scavi archeologici. Al tempo della
Conquista esistevano già delle città grandi, per esempio Gerico, e ancora più
lontano nel tempo, all’epoca di Abramo, le città di Sodoma e Gomorra e di
Sichem. Le stesse città possono avere nomi diversi sulle cartine a seconda del
periodo cui si riferiscono le cartine stesse.
Esamineremo brevemente solo alcune delle città più importanti.
Dal sud al nord e da ovest a est, incontriamo le seguenti città:
Beer-Sceba – significa “pozzo del giuramento”. Questo pozzo fu scavato nel
deserto confinante col paese dei Filistei da Abramo (Genesi 21:22-32), il quale vi
soggiornò numerosi anni. Isacco chiamò il pozzo “Sciba” confermando l’antico
nome. Infine una città sorse nei pressi del pozzo (Giosuè 15:28). Beer-Sceba si
trova all’estremità meridionale della Palestina; da ciò l’espressione “da Dan a
Beer-Sceba” per indicare i confini della Palestina (Giudici 20:1 ecc.); cfr. il nostrano
“dalle Alpi alla Sicilia”. Sono stati scoperti nei suoi pressi due pozzi chiamati
ancora oggi “Bir es-Seba”.
Kir-Moab – chiamata anche Kir-Hareseth e Kir-Heres, si trova nel sud di Moab a est
del Mar Morto. Il suo nome moderno è Kérak. La strada che collegava la Siria con
l’Egitto e l’Arabia passava a lato di questa città.
Sodoma e Gomorra – due delle cinque città della pianura del Giordano, conosciute
solo per mezzo dei testi biblici fino alla scoperta di Ebla e delle sue 16.000
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tavolette. Si pensa che queste città si trovino nella parte sud del Mar Morto in una
regione sprofondata sotto il livello dell’acqua. Lot, separatosi da Abramo, andò ad
abitare a Sodoma che si meritò la punizione di Dio. Lot scampò ma non la moglie
che desiderò guardare indietro tutto ciò che lasciava (Genesi 19:1-29).
Gaza – il nome significa “forte”, città molto antica, figura nelle lettere di Tell elAmarna del XV sec. a.C.; si trovava sulla strada maestra che collegava la
Mesopotamia con l’Egitto. Una delle cinque città dei Filistei. Sansone divelse i
battenti delle sue porte, cieco girava la macina e rovesciò i pilastri del tempio del
dio Dagon (Giudici 16:1-3, 21, 23-31). Sulla strada di Gaza Filippo evangelizzò
l’Etiopo (Atti 8:26). Si trova a 4 km dal Mediterraneo e 72 km a sud di Giaffa.
Hebron – il nome significa “lega, unione”. Esisteva già all’epoca di Abramo che
dimorò nei suoi pressi sotto le querce di Mamre (Genesi 13:18). Egli comprò dagli
Ittiti che allora vi dimoravano la spelonca di Macpela per seppellirvi Sara, nei
pressi della città. Le 12 spie mandate ad esplorare il paese scoprirono degli
Anakim (giganti) fra i suoi abitanti (Numeri 13:22); dopo la conquista fu data in
eredità a Caleb e i suoi discendenti (Giosuè 14:13) e divenne una città di rifugio
(Giosuè 20:7). Il nome moderno è el-Khalil. È una delle più antiche città del mondo
ancora abitate; si trova a 30 km a sud-sud-ovest di Gerusalemme.
Beth-Lehem – italianizzato in Betlemme, significa “casa del pane”. Sorse sulle
colline di Giuda e fu chiamata dapprima Efrata. Viene chiamata “la città di Davide”
perché egli vi nacque (Luca 2:11) ed era la città dove doveva nascere il Messia
(Michea 5:1). Si trova a 9 km a sud di Gerusalemme ed è oggi il villaggio di Beit
Lahm di circa 4000 abitanti, quasi tutti cristiani ortodossi.
Gerusalemme – “fondamento della pace, possesso di pace”. I testi più antichi che
ne parlano sono quelli di Ebla (2500 a.C.) e i testi di esecrazione egiziani (1900
a.C.), dove è chiamata Rushalimum, le lettere di Tell el-Amarna (1500 a.C.) la
chiamano Urusalim, gli Assiri (700 a.C.) la chiamavano Urusalimmu. Nella Bibbia è
chiamata inizialmente Salem (Genesi 14), nome associato a Melchisedek che ne fu
re e sacerdote dell’Altissimo. La città sorge su un pianoro tagliato a sud dal
burrone dell’Hinnom ed a est dal burrone del Kidron. Inoltre la città è divisa da un
terzo burrone, quello del Tyropoeon.
Sotto l’imperatore Adriano i Romani ricostruirono la città come loro possesso,
provocando la rivolta ebraica di Bar-Kochba verso il 132 d.C. Il nome venne
sostituito con quello di Colonia Aelia Capitolina, consacrato a Giove Capitolino,
ma nel 326 Elena, la madre di Costantino, edificò un santuario sul monte degli
Ulivi e nel 333 Costantino iniziò a costruire una chiesa sul luogo presunto del
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“santo sepolcro”. Nel 614 i Persiani attaccarono Gerusalemme e incendiarono
questa chiesa. Nel 972 fu conquistata dagli Arabi e da allora fino al 1917 rimase
sotto il dominio islamico: sul sito del Tempio fu costruita la grandiosa moschea
Al-Aqsa. Nel corso della storia successiva la città fu conquistata e persa da re e
imperatori di diversi paesi; ma sempre islamici; dopo l’intervallo del protettorato
britannico, nel 1948 è stata divisa tra Arabi e Ebrei e dal 1967 controllata
interamente da Israele.
Gerico – “città della luna”, ad ovest del Giordano a 8 km dal nord del Mar Morto,
era conosciuto come “città delle palme” (Deuteronomio 34:3; Giudici 3:13). Giosuè
vi mandò alcune spie in ricognizione e le mura crollarono quando il popolo lanciò
un gran grido. La collina dove sorgeva Gerico si chiama oggi Tell es-Sultan. Il sito
era già occupato dal 4500 a.C. e diverse città sono state ricostruite sullo stesso
posto. Le rovine mostrano una distruzione violenta delle mura spesse 2m. e alte 9
m.
Ai – “rovina”, a ovest di Gerico, fu dapprima attaccata invano da Giosuè e fu presa
solo dopo la condanna di Acan (Giosuè capp. 7-8). Si identifica con Et-Tell. Gli
scavi mostrano che fu abitata dal 2400 a.C. e abbandonata verso il 1220 a.C.
Rabba – “grande” nel senso di capitale. Fu la capitale degli Ammoniti; si trova ad
est di Giordano nel bacino superiore del fiume Iabbok. Tolomeo Filadelfo nel 270
circa a.C. abbellì la città e le diede il nome di Filadelfia. Si trovava al limite
orientale della Perea. Il nome attuale è Amman, che richiama Ammon.
Sichem – “spalla”, importante città fortificata in prossimità del monte Garizim e il
monte Ebal. Era occupata dai Cananei ma l’Eterno rivelò a Abramo che quella era
la terra promessa. I fratelli di Dina massacrarono i suoi abitanti (Genesi 34:25-29).
Qui Giosuè convocò tutto il popolo per rivolgergli le sue ultime esortazioni (24:1).
Samaria – Si trova sull’altipiano centrale a nord-ovest del monte Ebal. Il sito era
stato già occupato all’inizio dell’età del bronzo, ma fu a lungo abbandonato fino a
quando fu comprato dal re Omri d’Israele (regno del Nord) per costruirvi la sua
nuova capitale (1 Re 16:24). Acab vi dedicò un altare e un tempio a Baal e alla
tavola di Izebel mangiarono 400 profeti di Astarte (1 Re 16:32; 18:19). Eliseo vi
abitava (2 Re 5:3-9) come anche Osea. Numerosi uomini di Dio predissero il
castigo del Regno del Nord e della sua capitale Samaria (Isaia 7:9; Geremia 31:5;
Ezechiele 16:46; Osea 8:5,6; Amos 3:12; Michea 1:5-9). Nel 724 a.C. si avverarono
le profezie: gli Assiri assediarono la città e dopo due anni la conquistarono e ne
deportarono gli abitanti. Erode il Grande ricostruì la città e la chiamò Sebaste;
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Modulo 2
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Filippo vi predicò con successo l’evangelo e Pietro e Giovanni completarono la sua
opera (Atti 8:5-25). Oggi si identifica con il villaggio di Sebastiyeh.
Nazaret – “guardiana”, città della Galilea dove abitavano Giuseppe e Maria e dove
Gesù trascorse la maggior parte della sua vita, per cui fu chiamato “Gesù di
Nazaret” (Luca 2:39; 4:16; 3:23; Matteo 21:11). Nazaret non viene nominata
nell’A.T., forse perché era piccola o forse era di origine posteriore. Il nome
moderno è En-Nasirah. Si trova in un vallone della bassa Galilea a nord della
pianura di Izreel; nella valle c’è ancora oggi la “fonte della Vergine” dove la madre
di Gesù veniva ad attingere l’acqua.
Dan – “giudice”, all’estremità nord della Palestina; si chiamava in origine Laish, fu
conquistata dai Daniti (Giosuè 19:47, Giudici cap. 18). Si identifica con Tell el Kadj
(= poggio del giudice) conservando il significato originario.
Tiro – “rocca”, città fenicia antichissima, nel sec. XV fu sottoposta all’Egitto
secondo le lettere di Tell el-Amarna. Era fortificata al tempo di Giosuè, si trovava
alla frontiera di Ascer e non fu assegnata a nessuna delle tribù (Giosuè 19:29). I
Tiri commerciavano con paesi lontani navigando il mare (1 Re 9:28). Il suo re
Chiram fece alleanza con Davide e fornì il legname per la costruzione del Tempio
e del palazzo reale (1 Samuele 5:11); Ezechiele ne predisse la distruzione (capp.
27-28). Gesù si recò una volta nel suo territorio (Matteo 15:21-28) e vi si formò
presto una comunità cristiana (Atti 21:3-6).
Sidone – nominata sempre insieme a Tiro ma ancora più antica, era città cananea.
Omero attesta l’importanza di Sidone citandola nelle sue opere. In Giosuè è
chiamata “Sidone la grande” (19:28). Sidone era usato anche come sinonimo di
Fenicia. Izebel era figlia del re di Sidone (1 Re 16:31). L’odierna Sidone si chiama
Saida, nella repubblica del Libano.
3.6.8 IL CLIMA
Il clima semi-arido della Palestina rappresentò una sfida di capitale importanza
per la vita morale di Israele. Lo scontro tra Elia e i profeti di Baal, prima con la
siccità e poi con la pioggia, fu una vendetta trionfale di Dio.
Questa terra annaffiata dalla pioggia mandata gratuitamente da Dio è messa in
contrasto con l’Egitto, irrigato con pompe meccaniche azionate dalla fatica
dell’uomo (Deuteronomio 11:10-11). L’uomo però era tentato di riporre la propria
fiducia nell’acqua raccolta in cisterne scavate nella pietra calcare e rivestite di
calcina impermeabile (questo sistema permise la rapida espansione degli
insediamenti israeliti sulle colline della Giudea e della Samaria). Geremia 2:13
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dice: “Il mio popolo infatti ha commesso due mali: ha abbandonato me, la
sorgente d’acqua viva, e si è scavato delle cisterne, delle cisterne screpolate, che
non tengono l’acqua”. Infatti scosse sismiche locali incrinavano la roccia facendo
fuoriuscire l’acqua immagazzinata.
Il clima è a metà strada tra il temperato e il tropicale. Gli inverni sono umidi e le
estati molto calde e secche. La neve copre le montagne mentre frutti tropicali
maturano nelle pianure.
La piovosità dipende in genere dall’altitudine. Le montagne trattengono i venti
portatori di pioggia e di conseguenza si ha la seguente situazione:
a. Le montagne della Galilea sono piovose, la costa è rocciosa e frastagliata con
porti naturali (Tiro e Sidone).
b. Sulle montagne della Giudea la scarsa pioggia e i fiumi rendono fertili le vallate.
I paesi circostanti richiedevano i prodotti di questi paesi: olio, vino, uva passa e
fichi secchi; l’asperità del suolo rendeva ogni villaggio facilmente trasformabile
in una fortezza. La pianura di Saron era paludosa o coperta di fitta vegetazione
e scarsamente popolata.
c. La pioggia diminuisce man mano che si scende verso sud: a Beer-Sceba
raggiunge appena i 200 mm l’anno.
d. A sud di Beer-Sceba iniziano le condizioni di deserto fino al Sinai.
Andando da ovest ad est la piovosità diminuisce drammaticamente fino alla valle
del Giordano per poi aumentare ad est del fiume. Ne consegue che una lingua di
deserto costeggia la valle fertile del Giordano dal Libano ad Edom. La parte
settentrionale della Palestina ha buona piovosità ma non costante negli anni,
perciò il deserto non ha limiti fissi.
La rugiada ha un ruolo importante. In estate l’umidità arriva dal mare durante il
giorno e di notte si deposita sulla terra fornendo la quarta parte dell’umidità
necessaria. Elia dice: “non ci sarà né rugiada, né pioggia…” (1 Re 17:1). La pioggia
cade da settembre a maggio determinando solo due stagioni. Le “prime piogge” (o
“piogge d’autunno”) di settembre e ottobre segnano l’inizio dei lavori della terra
(Giacomo 5:7), le “ultime piogge” (o “piogge di primavera”) di aprile e maggio
sono importantissime per la crescita dei cereali.
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GEOGRAFIA FISICA DELLA TERRA DI CANAAN
Introduzione alla Bibbia 2
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LA DIVISIONE DELLA TERRA TRA LE DODICI TRIBÙ
Introduzione alla Bibbia 2
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3.6.9 LA FLORA
A nord, nel Libano, c’erano le famose foreste del Libano con i maestosi cedri, e
anche le zone alte di Samaria e di Giudea e ad est del Giordano e in Moab erano
coperte da alberi; la steppa e la prateria formano una striscia a media altezza
attorno alle alture della Giudea e ad est del fiume. Nella zona desertica c’erano
delle oasi.
Ci sono stati comunque molti cambiamenti nel tempo dovuti al disboscamento.
Sono scomparse le bellissime foreste e al loro luogo si sono insediati gli arbusti
spinosi, mentre altre zone da desertiche sono state irrigate e sono diventate
coltivabili.
Le coltivazioni:
Legumi: fagioli e lenticchie.
Cereali: orzo, frumento, miglio e spelta.
Piante medicinali e profumi: incenso, mirra, nardo, assenzio, fiele (succo del
papavero da oppio).
Lino, papiro, cipolle, aglio, cetrioli, meloni, cinnamomo (olio per condire), comino
(per condire), issopo, sesamo (per olio), coriandolo.
Alberi da frutta: mandorlo, fico e sicomoro (una specie del fico), ricino, olivo,
palma (dattero), melograno, vite;
Alberi e arbusti: acacia (anche nel Sinai), cedro, abete e pino, quercia, pioppo,
terebinto, salice, mirto.
I fiori: “giglio dei campi” è nome generico per indicare gli anemoni, i crochi, i
papaveri, i narcisi e i crisantemi gialli; poi la rosa (non la nostra rosa ma il
narciso e il tulipano), i cardi e le spine.
3.6.10 LA FAUNA
Animali selvatici:
orso, leone (oggi non più presenti in Israele);
volpe, sciacallo, leopardo, lupo, cervi, caprioli e
gazzelle;
da soma:
asino e mulo, cammello, cavallo;
da allevamento:
bovini, ovini, caprini;
uccelli rapaci:
aquila e avvoltoio, gufo, corvo;
uccelli commestibili e sacrificali: colombe e tortore, pernice, quaglia, passero;
uccelli migratori:
gru, cicogna, pavone.
Altro:
serpenti (anche velenosi), scorpione.
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Modulo 2
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3.6.11 IL CALENDARIO E LE FESTE
Per misurare il tempo, si seguiva il movimento dell’ombra di un palo sulla terra
(meridiana).
Durante il periodo biblico sono stati usati tre sistemi:
a. All’inizio, sotto l’influenza egiziana, il giorno cominciava col sorgere del sole, il
mese era di 30 giorni, l’anno di 12 mesi più 5 giorni aggiunti all’ultimo mese.
b. Poi, sotto l’influsso babilonese si contava il giorno dal sorgere della luna (ore
18 circa) e il giorno intero si chiamò “sera e mattina”; la “sera” (notte) era divisa
in 3 parti di 4 ore ciascuna.
c. Con i Romani la “sera” fu divisa in 4 parti di 3 ore ciascuna (vigilie), il mese era
collegato con il ciclo lunare di 28/29 giorni e l’anno era diviso in 12 mesi, però
ogni tanti anni (lo definivano i sacerdoti) bisognava aggiungere un mese
supplementare per mantenersi in regola col ciclo solare e quindi far cadere
sempre negli stessi mesi le stagioni e le varie feste
Il calendario dei tempi biblici
Per i nomi dei mesi e delle feste e le corrispondenti stagioni agricole, vedi il
seguente grafico (orientato con l’inizio del nostro anno, indicato dalla linea
tratteggiata, in alto):
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Piogge
invernali
Fioritura
del mandorlo
No
12° mese
Adar
Raccolta
del lino
13 e 14
Purim
(Ester
9:26-28)
14 Pasqua
(Es. 12:6,
Lc. 22:13)
14-21
Azzimi
no
Lug
lio
Giug
1 Trombe
(Lev. 23:23-25)
(Capodanno
ebraico moderno,
Rosh hashanah)
11° mese
Sebat
b
Ottob re
o
re
1° mese
Marz
Nisan Mietitura
e
r
A
b
p
rile
em
(antico:
t
t
e
M
S
o
dell’orzo
ag
Abib)
st
o
g
io
Ag
6° mese
2° mese
Iyyar
Raccolta Elul
(antico:
delle olive
Ziv) Raccolta
5° mese
3°
mese
generale
Ab
4° mese
Sivan
Tammuz
Frutta
estiva
Coltivazione
Ca
della vite
Vendemmia
est lura
iva
Aratura
10 Espiazione
(Yom Kippur)
(Lev. 16:29-30)
ve
m
10° mese
Tebet
e
mb r
Dice
15-21 Capanne
(Lev. 16:29-30)
9° mese
Kisleu
Ge
Fe nnaio
bb
ra
io
Fichi
invernali
d
gge
Pio avera
prim
Pr
pio ime
gg
e
Semina
del grano
Pentecoste
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