CPSI Simona RIGALDO
Day Hospital Universitario Neuroscienze
Ospedale Molinette – Azienda
Ospedaliera Città della Salute e della
Scienza di Torino
RUOLO DELL’INFERMIERE NELLA TERAPIA
CON SCIg
La professione infermieristica è una
professione di cura e richiede
specifiche competenze cognitive,
tecniche e relazionali e capacità di
problem solving e decision making.
IVIg vs SCIg
Come scegliere?
L’infermiere:
Spiega alla p.a. le similitudini e le differenze tra le
terapie, illustrandone le rispettive caratteristiche e
specificità
Illustra i benefici e i possibili effetti collaterali di
ciascuna terapia
Promuove una discussione sugli effetti di ciascuna
terapia sulla qualità e sulle abitudini di vita
SCIg vs IVIg (1)
SCIg
IVIg
Non è richiesto un accesso venoso
E’ richiesto un accesso venoso
La somministrazione distribuita
uniformemente nel tempo di piccoli volumi
di farmaco consente un assorbimento
graduale e costante del principio attivo e
quindi una importante riduzione degli effetti
collaterali; parallelamente è però richiesta
una somministrazione più frequente della
terapia
Le brusche variazioni di livello ematico di Ig
dovute alle specificità di questa modalità di
somministrazione (grossi volumi di farmaco
infusi in tempi brevi con intervalli medi tra i
diversi cicli di somministrazione di circa 2128 giorni) favoriscono lo sviluppo di effetti
collaterali, in concomitanza con la terapia e
nei giorni immediatamente successivi, per la
gestione dei quali la p.a. può avere anche la
necessità di assumere farmaci
Il livello ematico delle Ig rimane costante nel
tempo, per cui anche l’efficacia della terapia
non subisce variazioni significative
La riduzione del livello ematico delle Ig man
mano che ci si allontana dal ciclo d’infusione
causa una perdita di efficacia della terapia e
un peggioramento delle condizioni cliniche
nei giorni precedenti al nuovo ciclo di
terapia (effetto di “wear-off”)
SCIg vs IVIg (2)
SCIg
IVIg
La gestione della terapia presso il
proprio domicilio in autonomia
favorisce l’autostima e il senso di
controllo da parte della p.a. sulla
propria vita e sulla patologia
La terapia dietro appuntamento presso
la struttura ospedaliera richiede
modifiche anche importanti per la p.a.
dell’organizzazione della vita
quotidiana, la necessità di spostarsi per
ricevere la terapia e di mediare con i
tempi e con le esigenze del centro di
cura; inoltre implica una riduzione
dell’autonomia
Gli effetti collaterali sistemici sono rari;
sono invece frequenti effetti collaterali a
livello locale quali rossore, gonfiore,
prurito ecc., in genere con rapida
risoluzione. Generalmente non è
necessario un supporto farmacologico
pre e post somministrazione
Sono possibili effetti collaterali quali
cefalea, ipertensione, malessere,
nausea, rialzo termico, per la cui
gestione può essere necessaria una
terapia farmacologica
SCIg
Vantaggi
Difficoltà
Convenienti e ben tollerate dalla
maggior parte dei pazienti
Somministrazioni frequenti dovute al
volume ridotto di farmaco per ciascuna
infusione
L’assorbimento graduale del farmaco
riduce gli effetti collaterali e l’effetto di
“wear-off”
Necessarie aderenza e responsabilità da
parte della p.a.
Autonomia nella gestione del tempo e
della terapia
Richieste abilità da parte della p.a. per la
preparazione e l’autosomministrazione
della terapia o, in alternativa, richiesta
la presenza e disponibilità di un care
giver opportunamente formato
Riduzione dei costi e degli spostamenti
Non è richiesto un accesso venoso
IVIg
Vantaggi
Svantaggi
Somministrazione: una - due volte al
mese per 1 -3 giorni consecutivi
Necessità di dover modificare
l’organizzazione della propria vita e di
dover eventualmente assentarsi dal
lavoro nei giorni in cui è prevista
l’infusione della terapia
Rapida ricostituzione dei livelli ematici
di Ig
Reazioni avverse ed effetti collaterali
Il nursing nella terapia con
Immunoglobuline sottocute:
• L'infermiere che si occupa della p.a. (persona assistita) affetta da neuropatia
per insegnarle la gestione domiciliare della terapia con SCIg deve agire con la
consapevolezza di avere in carico una persona adulta affetta da una patologia
cronica che di fatto altera in modo significativo le sue caratteristiche fisiche,
psico-emotive, sociali e quindi il suo progetto di vita.
• L’Infermiere riveste quindi un ruolo di:
Educatore
Facilitatore
Supporto e monitoraggio
Filtro e collaborazione con il medico
Il nursing nella terapia con
Immunoglobuline sottocute:
L'infermiere:
… conosce meccanismo d’azione, effetti collaterali, caratteristiche
di SCIg ed IVIg: aiuta la p.a. nella scelta della terapia più adeguata e
promuove l’aderenza al trattamento terapeutico, anche sostenendo
la stessa nel passaggio da una via di somministrazione ad un’altra;
… aiuta la p.a. ad essere autonoma nella gestione della terapia per
favorire, anche tramite l'incremento della compliance, una migliore
qualità di vita;
… comunica nei tempi adeguati al medico problemi ed effetti
collaterali nell'ottica di una collaborazione proficua per la p.a.
finalizzata ad una presa in carico integrata e multidisciplinare;
Il nursing nella terapia con
Immunoglobuline sottocute:
L'infermiere:
… insegna alla p.a. la procedura per l’auto-somministrazione del
farmaco e la accompagna nell’apprendimento di tale procedura
nell’ottica del raggiungimento della sua completa autonomia;
… aiuta la p.a. nella scelta di come, dove e quando somministrarsi
la terapia, combinando le sue esigenze con quelle di una corretta ed
adeguata somministrazione: questo per favorire la compliance ed
un migliore controllo, da parte della stessa, sulla terapia e sui
trattamenti ad essa correlati;
Il nursing nella terapia con
Immunoglobuline sottocute:
L'infermiere:
… è disponibile nel consigliare ed aiutare la p.a. a risolvere
eventuali problemi che possano insorgere a lungo termine nel
corso della terapia, apportando, se necessario e se richiesto, delle
modifiche anche nell’ottica di un miglioramento della QoL della p.a.
(lunghezza e numero di aghi, tempi ed intervalli di infusione,
accorgimenti per ridurre numero ed intensità degli effetti
collaterali);
… è esperto nella gestione degli effetti collaterali.
EFFETTI COLLATERALI DELLE SCIg E POSSIBILI INTERVENTI
Reazioni sistemiche come cefalea, nausea, rialzo termico e
brividi, comuni nelle IVIg, nelle SCIg sono rare.
Gli effetti collaterali più frequenti sono locali, comuni soprattutto
all'inizio della terapia poiché il corpo non riconosce il farmaco e
lo percepisce come una sostanza irritante ed estranea, attivando
conseguentemente il processo infiammatorio.
L'intensità delle reazioni locali decresce con il proseguire delle
infusioni.
Generalmente i sintomi locali si risolvono entro 12 - 24 ore.
GESTIONE DEI POSSIBILI EFFETTI COLLATERALI DELLE SCIg (1)
a)
PRURITO: uso di impacchi freddi da applicare sulla cute (non a diretto contatto);
valutare se modificare la lunghezza dell'ago (ad es. usare un ago più lungo); diminuire
il volume di farmaco infuso in ciascun sito aumentando o la frequenza delle
somministrazioni o il numero dei siti d'iniezione; revisionare la tecnica (ad es. valutare
se l'inserzione dell'ago avviene su cute asciutta); consigliare medicazioni topiche,
come ad esempio pomate antistaminiche;
b)
ROSSORE: uso di impacchi tiepidi o freddi, scelti in base al maggior beneficio del
singolo paziente; valutare la possibilità che l'irritazione cutanea sia dovuta ad
un'intolleranza o all'adesivo o al disinfettante ed eventualmente cambiare il prodotto;
rassicurare il paziente sulla naturale riduzione degli effetti collaterali con il proseguire
della terapia nel tempo;
c)
BRUCIORE, DOLORE: rallentare l'infusione; valutare la temperatura del farmaco
(deve essere portato a temperatura ambiente prima di essere iniettato); sospendere
l'infusione nel sito per qualche minuto fino alla scomparsa del sintomo; usare impacchi
freddi, non direttamente sulla cute; rimuovere l'ago, sostituirlo e riposizionarlo in
un'altra sede; rivalutare la lunghezza dell'ago;
GESTIONE DEI POSSIBILI EFFETTI COLLATERALI DELLE SCIg (2)
d)
e)
f)
GONFIORE: usare impacchi tiepidi per favorire
l'assorbimento del farmaco; massaggiare
delicatamente; ruotare correttamente i siti
d'iniezione; scegliere i siti d'iniezione ove non si
abbia per esempio sfregamento con cinture ed
elastici;
FUORIUSCITA di FARMACO dal SITO di
INIEZIONE: cambiare il sito e consigliare di
introdurre gli aghi sempre in zone di cute sana;
REAZIONI ALLERGICHE: fermare l'infusione e
contattare il medico per decidere come
comportarsi; valutare se consigliabile una
premedicazione con antistaminico o una terapia
adeguata; valutare la possibilità di un'allergia ai
materiali (collanti, disinfettanti).
CONSIDERAZIONI ED ACCORGIMENTI PER UNA GESTIONE
OTTIMALE DELLA TERAPIA CON SCIg (1)
• L'agofobia può essere presente fin dall'inizio della terapia
o insorgere nel tempo, è legata alla presenza di effetti
collaterali locali ed al disagio ad essi correlato.
• E’ importante che il paziente abbia una comunicazione
sincera e aperta con l'equipe di assistenza, e quindi con
l'infermiere, per discutere dei problemi, delle paure e delle
possibili soluzioni. L'infermiere valuta il suo livello di
apprendimento, il peso della sua motivazione, la sua
capacità di comprendere e di seguire le istruzioni fornitegli,
la sua destrezza manuale e l'eventuale necessità del
supporto di un caregiver.
CONSIDERAZIONI ED ACCORGIMENTI PER UNA GESTIONE
OTTIMALE DELLA TERAPIA CON SCIg (2)
Dedicare all'educazione del paziente su come gestire la terapia
sottocutanea presso il proprio domicilio un numero sufficiente di
sessioni (in genere 2 - 4 sono sufficienti) per insegnargli la
tecnica corretta e la giusta angolazione di inserimento dell'ago;
Scegliere la lunghezza degli aghi più adatta al paziente, essendo
essi disponibili in diversi formati (da 9 a 12 mm): la lunghezza
deve essere sufficiente a raggiungere il tessuto sottocutaneo ma
non eccessiva per non toccare e quindi irritare il tessuto
muscolare e nervoso. Per decidere la lunghezza degli aghi
bisogna tenere in conto le caratteristiche fisiche del paziente ed i
siti prediletti dall'individuo per effettuare l'infusione (addome,
cosce, braccia);
CONSIDERAZIONI ED ACCORGIMENTI PER UNA GESTIONE
OTTIMALE DELLA TERAPIA CON SCIg (3)
Scegliere i siti più adeguati in cui infondere il farmaco, evitando
di inserire gli aghi in zone con un accumulo di adipe eccessivo
(che può rallentare l'assorbimento del farmaco) o con presenza
di cicatrici o smagliature;
Se si inseriscono più aghi, mantenere una distanza sufficiente
tra i diversi siti per non sovrapporre le aree cutanee di
sofferenza legate all'infusione;
Raccomandare al paziente di mantenere una distanza sufficiente
dell'ago dall'ombelico e dalle sporgenze ossee (3 cm circa);
Raccomandare al soggetto di utilizzare un disinfettante a base
alcolica (non eccessivamente irritante a livello cutaneo) e di
lasciare alla cute il tempo di asciugare prima di inserire l'ago;
CONSIDERAZIONI ED ACCORGIMENTI PER UNA GESTIONE
OTTIMALE DELLA TERAPIA CON SCIg (4)
Eventualmente consigliare, in presenza di tecnica corretta ed
accorgimenti rispettati, l'uso di un sottile strato di pomata
anestetica locale quale l'EMLA (lidocaina e prilocaina associate),
raccomandando però al paziente, per ottenere il massimo
beneficio, di applicarla almeno 1 ora prima del posizionamento
dell'ago (se non è sufficiente, si può anche pensare ad un tempo
maggiore), proteggendo l'area di applicazione con una pellicola
occlusiva che mantenga la pomata in situ, da rimuovere solo
immediatamente prima dell'inserzione dell'ago; in alternativa si
può applicare del ghiaccio (non a diretto contatto con la cute)
prima di posizionare l'ago mantenendolo in situ un tempo
sufficiente: il ghiaccio può però rallentare l'assorbimento del
farmaco.
RUOLO DELL'INFERMIERE NEL TRAINING
ALL'AUTOSOMMINISTRAZIONE DELLA TERAPIA CON SCIg
ALLA PERSONA ASSISTITA/CARE GIVER :
Controllo della prescrizione medica
Consegna del consenso informato alla somministrazione della terapia, presa in visione
da parte della p.a. e apposizione della firma da parte della p.a. stessa e del medico
Indicazioni sulla corretta conservazione del farmaco e del materiale
Indicazioni sulle modalità di trasporto del farmaco
Indicazione sull'esecuzione della corretta tecnica del lavaggio delle mani
Predisposizione di un piano di lavoro e di un ambiente idoneo all'attuazione della
tecnica
Controllo dei parametri vitali
Uso di una tecnica asettica
Scelta dei siti di inserzione dell'ago
Preparazione dei siti e dei materiali per l'infusione
Inserimento degli aghi
Monitoraggio e registrazione degli effetti collaterali
Corretto smaltimento dei rifiuti
Check-list per l'infusione sottocutanea di Immunoglobuline (1)
lavarsi accuratamente le mani
preparare un piano di lavoro pulito
predisporre il materiale occorrente, ovvero : pompa infusionale precedentemente
impostata, sia come volume (ml), sia come velocità d'infusione nell'unità di tempo (ml/h);
farmaco portato a temperatura ambiente; siringa; dispositivo (ago) per l'aspirazione;
cateteri con aghi per l'iniezione sottocutanea; disinfettante; cotone; diario
registrare l'infusione sull'apposito diario indicando siti, orario, data, numero del lotto del
farmaco
prendere la siringa, raccordare il dispositivo per l'aspirazione ed aspirare il farmaco,
introducendo se necessario piccole quantità di aria nei flaconi per facilitare l'aspirazione
del farmaco stesso
prestare attenzione a non sfilare completamente lo stantuffo dal corpo della siringa
durante l'aspirazione per non causare la perdita accidentale del farmaco
svitare l'ago dalla siringa e raccordare alla siringa stessa i cateteri per l'infusione
sottocutanea, riempiendoli di farmaco, mediante lieve pressione sullo stantuffo, per tutta
la loro lunghezza
chiudere i morsetti per non far fuoriuscire il farmaco dall'ago: se ciò accadesse,
rimuovere il farmaco in eccesso (irritante per la superficie cutanea) scuotendo l'ago
Check-list per l'infusione sottocutanea di Immunoglobuline (2)
svitare lo stantuffo dalla siringa con delicatezza facendo attenzione a non rimuovere
la base dello stantuffo, che deve rimanere alloggiata nel corpo della siringa stessa
montare la siringa sulla pompa tramite innesto a baionetta, incastrandola nella
pompa stessa
dopo aver disinfettato la cute, inserire gli aghi nei siti prescelti e assicurarli
adeguatamente; aprire quindi il morsetto per consentire il deflusso del farmaco
dare avvio all'infusione, cercando per tutta la durata dell'infusione stessa di
mantenere una posizione del busto corretta per non modificare accidentalmente la
posizione degli aghi, ovvero evitando posture che possano ostruire il deflusso del
farmaco
ricordarsi che tutte le manovre vanno effettuate con tecnica asettica, avendo cura di
non contaminare le parti del circuito destinate ad entrare in contatto con la soluzione
al termine dell'infusione, rimuovere gli aghi dalla cute tamponando con del cotone
(eventualmente applicare un cerotto nel sito di iniezione) e smaltire correttamente i
rifiuti
riordinare il materiale
Check-list per l'infusione sottocutanea di Immunoglobuline (3)
(Pompa siringa per l’infusione del farmaco)
Check-list per l'infusione sottocutanea di Immunoglobuline (4)
(Corretta posizione degli aghi per l’infusione del farmaco)
I momenti che precedono ... (1)
I momenti che precedono … (2)
I momenti che precedono … (3)
I momenti che precedono ... (4)
I momenti che precedono ... (5)
… e si comincia …
Grazie per l’attenzione