La vita Gli Annales Le opere teatrali e la produzione minore

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ENNIO
La vita
Ennio fu originario della Magna Grecia; nacque nel 239 a.C. a Rudiae. Egli diceva di avere “tre
cuori”: il greco, il latino e l’osco. Combatté durante la seconda guerra punica in Sardegna e fu poi
condotto a Roma nel 205 a.C., dove ebbe contatti con personaggi illustri. Fu grande amico di
Scipione l’Africano, di cui celebrò le imprese nel poema Annales e nel poemetto Scipio.
Nel 184 a.C. ebbe la cittadinanza romana e morì nel 169 a.C.
Gli Annales
L’opera principale di Ennio è un poema storico di 18 libri intitolato Annales, scritto in esametri, di
cui di conservano solo alcuni frammenti. Il titolo indica l’ordine cronologico della narrazione e
l’intenzione di raccontare tutta la storia di Roma, dalle origini all’età contemporanea.
Il poema si apre con l’invocazione alle muse. Nel seguito del proemio c’è la narrazione di un sogno
dell’autore in cui Omero gli diceva che in lui viveva la sua anima reincarnata.
La lingua e lo stile sono il risultato di tratti tipici latini e innovazioni greche. Ennio punta molto sulle
figure di suono, in particolare sull’allitterazione e sulle onomatopee. Si nota un certo gusto per il
macabro, ad esempio nella descrizione di un cadavere.
Uno dei frammenti più lunghi è quello del I libro in cui Ilia racconta alla sorella il suo sogno
profetico allusivo a persecuzioni, alla sua seduzione da parte del dio Marte e alla salvezza che il
Tevere avrebbe portato a lei, Romolo e Remo, nati dalla sua unione con il dio.
Quest’opera costituiva una celebrazione della potenza e della gloria romana.
Le opere teatrali e la produzione minore
Ennio eccelleva nella tragedia, genere teatrale più alto e più vicino all’épos. Egli scrisse due
praetextae: Sabinae e Ambracia. Le tragedie erano caratterizzate da uno stile sublime, al fine di
ottenere effetti patetici. Numerosi frammenti assumono un tono proverbiale grazie alla generalità
degli argomenti. Molte tragedie si ricollegano al tema del potere assoluto, contrapposto al
modello della libertas repubblicana.
Ennio scrisse anche satire, in cui erano presenti accenni personali e autobiografici, spunti
moralistici, favole e proverbi, ma mancavano l’aggressività e l’attacco personale.
©Gianluigi Caruso
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