L’apparato digerente L’apparato digerente è costituito dagli organi che concorrono all’espletamento della funzione digestiva che assicura all’organismo le sostanze indispensabili per il suo: - accrescimento - mantenimento - funzionamento ===================== ANATOMIA==================== Gli organi dell’apparato digerente si dividono in due zone divise tra loro dal diaframma: - il tratto pre-diaframmatico - bocca - faringe - esofago - il tratto post-diaframmatico - stomaco - intestino tenue - fegato - pancreas - intestino crasso In base alla particolare conformazione dello stomaco gli animali si dividono in poligastrici (Ruminanti) e monogastrici (Equidi, Suidi e Carnivori). Strutturalmente la parete post diaframmatici è formata da quattro tonache sovrapposte, dall’esterno all’interno sono: - Tonaca sierosa, è una membrana sottile, lucida e trasparente - Tonaca muscolare, è composta da 2 piani di fasci di cellule muscolari lisce a disposizione longitudinale esternamente e circolari all’interno - Tonaca sottomucosa, è una tonaca di connettivo che fa da supporto ad una fitta rete vascolare e nervosa - Tonaca mucosa, è costituita da un semplice epitelio ricco di cellule calciformi e ghiandole 1 ------ La bocca --------------------------------------------------------------------E’ una cavità nel cranio viscerale che comunica oralmente con l’esterno, tramite l’apertura orale o buccale. Le sue pareti sono costituite superiormente dal palato, lateralmente dalle guance e inferiormente da un pavimento mucoso. Nella cavità buccale sono contenuti i denti e la lingua e vi sboccano i condotti escretori delle ghiandole salivari. ------ I denti ------------------------------------------------------------------------I denti sono organi duri, di colore biancastro che s’impiantano sulle arcate dentali e sporgono in cavità buccale. Oltre a triturare il cibo nel corso della masticazione, consentono di stabilire l’età dell’animale. Le caratteristiche strutturali e il numero dei denti variano nelle diverse specie in rapporto all’alimentazione. Tutti i mammiferi domestici sono dotati di denti diversi per forma e dimensione e sono detti perciò eterodonti. Inoltre vengono chiamati anche difiodonti perché presentano una prima dentazione da latte caduchi ed una seconda dentazione con denti permanenti. Ogni dente è costituito da una parte libera che sporge, la corona, e da una parte fissa, la radice. Tra corona e radice è spesso presente un restringimento detto colletto. Internamente vi è la cavità pulpare, in detta cavità vi è accolta la polpa del dente, di natura connettivale, ricca di vasi e nervi. 2 Strutturalmente i denti sono formati da 3 sovrapposti tessuti diversi: -La dentina, è lo strato più interno ed è un tessuto di tipo osseo; -Lo smalto, si trova più esternamente della dentina, ha un colore bianco splendente, di origine epiteliale è il più duro tessuto dell’organismo; -Il cemento, è il più esterno ed è costituito da un sottile strato di tessuto osseo modificato, di colore giallastro. ------ La lingua --------------------------------------------------------------------La lingua è una organo muscolare impari e mediano. Presenta una porzione aborale fissa, detta radice, ed una porzione mobile detta corpo della lingua. La lingua serve per la prensione degli alimenti, coadiuva la masticazione e concorre alla formazione ed alla deglutizione del bolo alimentare, è inoltre sede dell’organo del gusto. La mucosa che riveste la superficie dorsale della lingua presenta papille sensoriali. Le più numerose sono filiformi e fungiformi e hanno funzione tattile, le meno numerose sono foliate e presentano i calici gustativi. ------ Le ghiandole salivari ---------------------------------------------------Sono ghiandole tubulari acinose che secernono la saliva. Si distinguono in minori e maggiori. Le ghiandole salivari maggiori tre per lato, sono: - parotide - mandibolare - sottolinguale 3 1- La parotide è la più voluminosa e occupa lo spazio compreso tra l’ala dell’atlante e la branca della mandibola. Il suo secreto, di natura sierosa, giunge in bocca tramite il condotto parotideo; 2- La ghiandola mandibolare, posta nello spazio intermandibolare, ha invece secrezione sierosa e mucosa. Il suo condotto escretore si apre sul pavimento della bocca; 3- La ghiandola sottolinguale è la più piccola tra le salivari maggiori. Ha secrezione mista. Essa si divide in 2 parti, una orale ed una aborale. La prima presenta un unico condotto secretore, la seconda è un aggregato di piccole ghiandole con condotti escretori distinti. ------ La faringe ------------------------------------------------------------------La faringe o retrobocca è una zona di transito sia per via digerente che per quella respiratoria, anteriormente ad essa si aprono la cavità buccale e le cavità nasali. Posteriormente la faringe è collegata all’esofago e alla laringe. La mucosa è ricca di formazioni linfatiche disseminate o raggruppate a formare le tonsille: Nella faringe vi è inoltre una protuberanza cartilaginea chiamata epiglottide che, quando deve deglutire si alza in modo da chiudere la via respiratoria ed evitare quindi che dei frammenti alimentari finiscano nella laringe, quando invece sono in funzione le vie respiratorie si abbassa chiudendo l’accesso all’esofago. ------ L’esofago -------------------------------------------------------------------L’esofago è un lungo condotto muscolo-membranoso che origina dalla faringe, percorre tutta la cavità toracica e giunge in cavità addominale. Qui, tramite un orifizio detto cardia, si apre nello stomaco (nei monogastrici) o nel rumine (poligastrici). E’ un organo provvisto di una ricca componente muscolare totalmente striata che, con i suoi movimenti detti peristaltici favorisce la progressione del bolo verso lo stomaco. Nella sottomucosa possono essere inoltre presenti delle ghiandole esofagee. ------ Lo stomaco ----------------------------------------------------------------E’ il primo degli organi digestivi dove inizia la demolizione chimica degli alimenti. 4 Monogastrici In essi lo stomaco si apre tramite il cardia e si collega all’intestino tramite un altro orifizio detto piloro. La mucosa dello stomaco non è uguale in tutte le specie. La mucosa ghiandolare presenta 3 principali tipi di ghiandole: 1. Ghiandole gastriche, si trovano nello stomaco, sono tubulari e semplici e sono a loro volta costituite da cellule mucose : cellule principali che producono pepsinogeno e cellule parietali dalla cui attività si forma HCl; 2. Ghiandole cardiali, tubulari ramificate; 3. Ghiandolari piloriche, più ramificate delle precedenti (parietali). Inoltre esistono anche delle ghiandole endocrine che riversano il loro secreto direttamente nel sangue. LA DIGESTIONE NEI MONOGASTRICI AMIDO Ptialina / CELLULOSA / / PROTEINE LIPIDI BOCCA / / STOMACO HCl Lipasi Pepsina gastrica Rennina INTESTNO Amilasi / Tripsina Lipasi TENUE pancreatica Chimotripsina pancreaMaltasi Carbossipepsina tica Lattasi Aminopeptidasi Lipasi Saccarasi Dipeptidasi enterica Bile INTESTINO / Popolazione / / CRASSO microbica (fermentazione cellulosa) AMIDO = 1 molecola di maltosio + 2 molecole di glucosio SACCAROSIO = glucosio + fruttosio LATTE lattosio = glucosio + galattosio LATTE + 3% proteine, + 3% grassi, + 1% vitamine, + 4,9% lattosio HCl: rende acido l’ambiente Rennina: serve per demolire le molecole di latte negli animali lattanti Lipasi gastrica: satura i doppi legami che si formano tra le molecole di lipidi 5 Bile: sali biliari e pigmenti, emulsione dei lipidi, divide i grassi per avere così più superficie di attacco per la demolizione da parte della lipasi Poligastrici Nei poligastrici o ruminanti lo stomaco ghiandolare o abomaso, è preceduto da 3 sacchi detti prestomaci: RUMINE E’ il più voluminoso dei prestomaci e occupa ¾ dell’intera cavità addominale. La faccia laterale destra è attaccata alla parete addominale mentre la faccia laterale sinistra è direttamente a contatto con gli altri prestomaci, con lo stomaco e l’intestino. Esternamente le facce del rumine sono percorse da quattro solchi (uno per lato) collegati tra loro. Tutti questi solchi dividono il prestomaco in 4 sacchi. Internamente in corrispondenza dei solchi ci sono quattro pilastri che suddividono la cavità interna in quattro scomparti tra loro comunicanti. La mucosa interna si solleva a costituire una miriade di piccole papille (non si trovano in corrispondenza dei pilastri). L’epitelio ruminale, pavimentoso pluristratificato, è fortemente cheratinizzato. All’interno del rumine coesistono una ricca flora batterica ed una ricca fauna protozoaria. Attraverso l’orifizio rumino-reticolare, posto in vicinanza del cardia, il sacco dorsale del rumine comunica con il 2° prestomaco, il reticolo. 6 RETICOLO Il reticolo o cuffia è il più craniale dei prestomaci. E’ così detto per la particolare conformazione della mucosa che si solleva in creste tra loro anastomizzate a delimitare spazi poligonali (celle) molto regolari, a loro volta suddivise in cellette più piccole. Queste creste si annullano sulla parte dorsale percorsa da un solco reticolare, detto anche doccia esofagea. Da qui i labbri che lo formano superano l’orifizio rumino-reticolare e si portano fino in prossimità dell’omaso, dove, congiungendosi, delimitano l’orifizio reticoloomasale, oltre il quale il solco reticolare continua nel solco omasale. Tramite questi solchi i liquidi (in particolare il latte negli animali giovani) vengono convogliati direttamente dall’esofago all’abomaso. Infatti al passaggio di liquidi il solco reticolare si trasforma in un condotto perché i suoi labbri si avvicinano ventralmente. 7 OMASO E’ il terzo ed ultimo prestomaco, intercalato tra reticolo e abomaso con forma sferoidale. Viene anche detto libro o centopelli per il fatto che la sua mucosa si solleva in lamine parallele di diversa altezza. Di conseguenza la cavità omasica si riduce ad un canale, delimitato dalle estremità libere delle lamine primarie. Alla base di questo canale due creste sporgenti delimitano il solco omasico. Mucosa laminare dell’omaso Mucosa ghiandolare dell’abomaso ABOMASO Viene chiamato anche quaglio ed è lo stomaco vero e proprio (ghiandolare) dei Ruminanti. Fa seguito all’omaso e attraverso il piloro comunica con il duodeno che rappresenta il primo tratto dell’intestino tenue. E’ un sacco piriforme incurvato su sé stesso, la sua mucosa tumida rossastra, perché riccamente vascolarizzata, è strutturalmente simile a quella dello stomaco dei monogastrici 8 LA DIGESTIONE NEI POLIGASTRICI AMIDO CELLULOSA BOCCA Ptialina / PRESTOFauna Fauna MACI protozoaria protozoaria Flora Flora microbica microbica STOMACO / o ABOMASO INTESTNO Amilasi TENUE pancreatica Maltasi Lattasi Saccarasi INTESTINO CRASSO / / PROTEINE / Fauna protozoaria Flora microbica LIPIDI / Fauna protozoaria Flora microbi ca Lipasi gastrica HCl Pepsina Renina / Tripsina Lipasi Chimotripsina pancreaCarbossipepsina tica Aminopeptidasi Lipasi Dipeptidasi enterica Bile Popolazione / / microbica (fermentazione cellulosa) ------ L’intestino ------------------------------------------------------------------L’intestino è il canale digerente compreso tra il piloro e l’apertura anale. E’ un tubo muscolo-membranoso suddivisibile in due parti: l’intestino tenue e l’intestino crasso. Intestino tenue _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ L’intestino tenue comprende tre segmenti, il duodeno, il digiuno e l’ileo. La sua parete è sottile e il suo calibro si mantiene uniforme in tutti i suoi segmenti. Il duodeno rappresenta la porzione fissa del tenue in quanto è mantenuto in posizione da una lamina peritoneale detta mesoduodeno. Il digiuno e l’ileo invece rappresentano invece la porzione fluttuante. 9 Tutto l’intestino tenue è rivestito internamente da una particolare mucosa che si solleva in minutissimi rilievi detti villi intestinali, preposti all’assorbimento dei prodotti della digestione. I villi sono formati da un’asse connettivale ricoperto da epitelio monostratificato. Nello stoma connettivale di ciascun villo sono contenuti: - rete capillare arteriosa e venosa - rete nervosa - vasi linfatici L’intestino tenue è inoltre ricco di ghiandole parietali ed extraparietali. Le prime comprendono le ghiandole duodenali e le ghiandole intestinali, le seconde comprendono fegato e pancreas. 10 Parietali Le ghiandole duodenali sono poste nella tonaca sottomucosa del duodeno. I loro condotti escretori si aprono nel fondo delle ghiandole intestinali o in fossette dell’epitelio superficiale. Il loro secreto contiene enzimi digestivi. Le ghiandole intestinali sono poste nella lamina propria, tra l’epitelio superficiale e la mucosa e si rinvengono per tutto l’intestino. Sboccano tra le basi e i villi. Sono costituite da più tipi di cellule che vengono continuamente sostituite da un’intensa attività mitotica. Extraparietali Il fegato è la più grossa ghiandola dell’organismo ed è posta nella cavità addominale a ridosso del diaframma. Presenta una faccia diaframmatica, convessa e liscia, ed una faccia viscerale, più irregolare per le impronte che vari organi di contatto vi lasciano. Sulla faccia viscerale si trova l’ilo o porta del fegato, largo solco attraversato da un peduncolo costituito dai nervi epatici, dall’arteria epatica, dalla vena Porta e da condotto escretore attraverso il quale la bile viene portata al duodeno. Il pancreas per grandezza è la seconda ghiandola dell’organismo. Ha aspetto globulare e colore giallastro. Nei ruminanti ha forma quadrangolare ed è posto a destra nella regione lombare. E’ una ghiandola a secrezione sia esocrina che endocrina. La porzione esocrina, più sviluppata, è una ghiandola tubulo acinosa composta, produce succo pancreatico che viene portato al duodeno. La porzione endocrina è invece disseminata tra gli acini esocrini, in forma di microscopici ammassi cellulari detti isole di Langerhans. 11 Intestino crasso _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ L’intestino crasso è la parte del canale digerente estesa dal tenue all’apertura anale. Il suo sviluppo in lunghezza è strettamente correlato al tipo di alimentazione. L’intestino crasso comprende tre parti: - cieco - colon - retto Il cieco, posto tra il tenue e il colon, deve il suo nome al fatto che si presenta come un sacco a fondo cieco. Il colon, posto tra cieco e retto, è il tratto del crasso più sviluppato in lunghezza. E’ avvolto ripetutamente su sé stesso e la sua disposizione varia da specie a specie. Nel bovino ad una prima parte detta colon sigmoide, segue un più lungo tratto di calibro minore ed uniforme che si spiralizza in piano. Il retto, ad andamento rettilineo, è accolto in cavità pelvica e attraverso il canale anale e l’ano comunica con l’esterno. La mucosa del crasso è priva di villi e il suo epitelio presenta moltissime cellule mucipare. La lamina propria della mucosa è quasi per intero occupata da ghiandole tubulari ricche di cellule mucipare al pari dell’epitelio superficiale tanto da apparire come sue estroflessioni. ------ Il peritoneo -----------------------------------------------------------------Il peritoneo è al membrana sierosa che tappezza internamente le pareti della cavità addominale avvolgendo più o meno totalmente i visceri in essa contenuti. Il peritoneo viene così distinto in parietale e viscerale. Il primo è in continuità con il secondo tramite lamine intermedie dette mesi. Attraverso i mesi gli organi vengono ancorati alle pareti dell’addome. =========== FISIOLOGIA DELLA DIGESTIONE ============ La digestione consiste nell’insieme dei processi di natura meccanica e chimica che avvengono a livello dell’apparato digerente. Questi processi servono a rendere gli alimenti e le sostanze in essi contenute assimilabili e quindi utilizzabili per l’accrescimento e per il mantenimento di tutte le funzioni vitali. Le sostanze alimentari, contenenti proteine, glucidi, lipidi, acqua, sali minerali e vitamine, per venire assimilate devono essere sminuzzate e ridotte in componenti più semplici. 12 Le fasi dell’intero processo digestivo si dividono in tre parti: 1. La fase preparatoria, durante la quale l’alimento viene reso idoneo a subire l’attacco dei succhi digestivi, avviene nel tratto prediaframmatico del tubo digerente e consiste nella prensione, masticazione e deglutizione dell’alimento. 2. La fase digestiva, durante la quale i succhi digestivi scindono le sostanze alimentari nelle loro componenti più semplici, avviene fondamentalmente a livello dello stomaco e dell’intestino tenue. 3. La fase assorbente, durante la quale le sostanze abbandonano il tubo intestinale per passare nei vasi sanguigni e linfatici che le portano in tutto l’organismo per essere assimilate, avviene prevalentemente nell’intestino tenue e si esaurisce nel crasso. ------ Prensione degli alimenti ----------------------------------------------Per quanto riguarda l’alimento solido, nei bovini è la lingua a portarlo sotto le arcate dentarie dopo averlo avvolto con l’estremità. La suzione, cioè l’assoluzione dei liquidi, da parte dei lattanti, avviene con le stesse modalità in tutti i mammiferi. Le labbra vengono applicate attorno al capezzolo e il latte viene aspirato con un movimento di retrazione della lingua. Negli adulti, al contrario, l’assunzione dei liquidi avviene con modalità diverse da specie a specie. I ruminanti e gli equidi immergono la rima buccale nel liquido che assumono con movimenti della lingua. Una volta assunti i liquidi vengono subito deglutiti. ------ La masticazione ----------------------------------------------------------La masticazione è un processo meccanico che serve a triturare l’alimento in modo da aumentare enormemente la superficie che deve essere idrolizzata dagli enzimi. Durante la masticazione si ha un’abbondante secrezione di saliva che rammollisce il cibo contribuendo alla formazione del bolo alimentare ed alla sua progressione lungo l’esofago. Negli erbivori monogastrici avviene in tempi abbastanza lunghi ed è molto accurata ed è effettuata dai denti molari. Durante la masticazione il cibo viene mantenuto sotto le arcate dentali dai movimenti della lingua fino a che non diviene idoneo ad essere deglutito. 13 ------ La ruminazione -----------------------------------------------------------ruminanti, alla prensione dell’alimento segue una prima masticazione affrettata e poco accurata con formazione di boli alimentari assai grossolani che vengono deglutiti, raggiungendo il rumine dove si depositano. In un secondo tempo questo contenuto ruminale, tramite il rigetto, viene riportato in cavità buccale dove subisce una seconda masticazione detta masticazione mericica, molto più lunga ed accurata della prima. Questa serie di eventi, che terminano con la formazione del bolo mericico, viene chiamata ruminazione. La ruminazione inizia circa mezz’ora dopo il termine del pasto, si prolunga per 30-45 minuti nel bovino. Alla fine della seconda masticazione il bolo mericico viene deglutito e raggiunge il rumine. L’alimento finemente triturato si sedimenta prevalentemente nel sacco ventrale per essere poi sospinto negli altri prestomaci. Quello ancora grossolano tende invece a galleggiare in prossimità della zona cardiale, e andrà incontro a processi fermentativi. Nei ------ La saliva --------------------------------------------------------------------La saliva è un prodotto di secrezione delle ghiandole salivari, è un liquido incolore formato prevalentemente da H2O. All’interno presenta anche un enzima amilolitico, la ptialina, che scinde l’amido, specie quello cotto, il maltosio. Questa azione chimica manca negli erbivori dove la ptialina è assente o quantitativamente irrilevante. ------ La digestione nei prestomaci ---------------------------------------Nei poligastrici l’alimento prima di giungere nell’abomaso soggiorna più o meno a lungo nei prestomaci. Qui avvengono processi fermentativi e digestivi, particolarmente imponenti nel rumine dove prolifica una popolazione di microrganismi (flora batterica e fauna protozoaria) che vive in simbiosi mutualistica con l’animale. La fauna protozoaria svolge azione prettamente meccanica in quanto sminuzza ulteriormente il contenuto ruminale aumentandone la superficie aggredibile dai batteri che svolgono invece funzioni digestive di primaria importanza per il ruminante. La flora batterica è infatti in grado di degradare la cellulosa e le sostanze pectiche che, pur essendo abbondantissime dei foraggi, non potrebbero essere altrimenti utilizzate perché nessun enzima prodotto dalle ghiandole del tubo digerente è capace di digerirle. 14 Da questi processi degradativi traggono vantaggio non solo i microrganismi, ricavandone l’energia necessaria per il loro metabolismo, ma anche il ruminante che può utilizzare sia gli acidi grassi volatili che si liberano (assorbendoli attraverso la parete ruminale) sia le proteine microbiche , derivanti dal continuo ricambio di queste popolazioni, che vengono digerite nei vari distretti intestinali insieme a tutti i residui alimentari liberati dalla digestione della cellulosa. I batteri del rumine operano anche la sintesi vitaminica, ugualmente importante per l’organismo. Digestione della cellulosa L’attività cellulosica dei batteri presenti nel rumine è indispensabile per il pieno utilizzo della reazione alimentare del ruminante costituita fondamentalmente da vegetali le cui cellule contengono cellulosa. I batteri del rumine attaccano i legami beta-glucosidici della molecola di cellulosa, liberando cellulodestrina, cellobiosio e infine molecole gi glucosio. Quest’ultimo, pur essendo un monosaccaride, non viene utilizzato subito dal ruminante ma dai microrganismi stessi che lo assumono trasformandolo in fruttosio difosfato. L’utilizzo da parte del ruminante dell’aliquota dei monosi derivanti dalla degradazione della cellulosa avviene man mano che al termine del loro ciclo vitale, i microrganismi raggiungono l’abomaso per essere digeriti. Oltre alla cellulosa, anche gli amidi e gli altri polisaccaridi presenti nei foraggi vengono scissi dai batteri del rumine. Dalla degradazione dei glucidi si formano sostanze volatili quali acidi grassi (acido acetico, acido propionico, acido butirrico), CO2 e CH4. Gli acidi grassi vengono assorbiti attraverso la parete ruminale e costituiscono una fonte energetica. Digestione delle sostanze azotate non proteiche I foraggi sono ricchi di proteine vegetali e di sostanze azotate non proteiche (amminoacidi liberi, ammoniaca, urea, nitrati…) che coprono complessivamente il 15-20% del fabbisogno di azoto dell’organismo. Poiché le proteasi dei succhi digestivi non sono in grado di scindere queste sostanze, l’utilizzo per le sintesi proteiche del ruminante di questa considerevole aliquota di azoto è mediato dall’azione della flora microbica del rumine che metabolizza anche l’azoto non proteico per sintetizzare proteine ad alto valore biologico. Queste proteine microbiche sono poi utilizzate dal ruminante quando i microrganismi vengono a loro volta digeriti. 15 Digestione di lipidi Nei vegetali sono presenti anche lipidi che, a differenza di quelli animali sono rappresentati da semplici gliceridi, galattogliceridi, acidi grassi liberi, carotenoidi… Dall’attività lipolitica dei batteri del rumine queste sostanze in parte idrolizzate con produzione di acidi grassi insaturi e, per successiva idrogenazione, trasformati in acidi grassi saturi. Anche i protozoi ruminali svolgono azione lipolitica in quanto inglobano i cloroplasti, digerendone poi la ricca frazione lipidica. Sintesi vitaminica Le vitamine sono composti organici di varia natura presenti nelle cellule in piccolissime quantità ma indispensabili per il normale svolgimento di attività metaboliche. I batteri del rumine annoverano anche quella di operare sintesi vitaminiche quali quelle della vitamina K e delle vitamine del complesso B. ------ La digestione gastrica -------------------------------------------------Nei monogastrici l’alimento ingerito viene immesso dall’esofago direttamente nello stomaco dove subisce il primo vero attacco chimico ad opera del succo gastrico. Nei poligastrici invece l’alimento è già passato nei prestomaco dove ha già avuto una prima digestione e si prepara a passare nello stomaco o abomaso. Succo gastrico E’ un liquido chiaro, limpido, costituito da acqua, elettroliti, mucina, enzimi, un fattore intrinseco ad HCl che conferisce una forte acidità all’ambiente. Tra gli enzimi contenuti nel succo gastrico il più importante è la pepsina, essa non viene secreta direttamente in forma attiva ma di protoenzima inattivo, il pepsinogeno, che viene poi attivato in pepsina dall’HCl. Quest’ultimo svolge anche la funzione di distruggere eventuali germi entrati nell’organismo tramite l’alimento. Altri enzimi del succo gastrico sono la rennina e la lipasi gastrica. La rennina è un enzima proteolitico, presente nei lattanti che opera la coagulazione del latte trasformando il caseinogeno e in paracaseina. Questa precipita sottoforma di paracaseinato di calcio insolubile che viene poi attaccato dalla pepsina. La lipasi gastrica, prodotta in piccole quantità e non in tutte le specie, è un enzima lipolitico di scarsa rilevanza perché attacca solo i grassi 16 naturalmente emulsionanti. L’ambiente acido dello stomaco non favorisce la digestione dei grassi che avviene prevalentemente del duodeno. L’alimento dopo la digestione gastrica si riduce ad una poltiglia acida di nome chimo. Questo, per le contrazioni dello stomaco e la contemporanea chiusura del cardia, attraverso il piloro viene immesso nel duodeno. ------ La digestione nell’intestino tenue ---------------------------------Succo pancreatico È il prodotto di secrezione del pancreas esocrino. E’ un liquido limpido, incolore a reazione alcalina, costituito da H2O, sostanze inorganiche (bicarbonato di Na) e sostanze organiche rappresentate da enzimi proteolitici, amilolitici e lipolitici. I bicarbonati neutralizzano l’acidità del chimo, creano l’ambiente alcalino ottimale per l’attacco enzimatico. Enzimi proteolitici. I principali sono la tripsina, la chimotripsina e la carbossipeptidasi che vengono secreti in forma di protoenzimi inattivi, rispettivamente tripsinogeno, motripsinogeno e procarbossipeptidasi. La tripsina agisce sulle proteine denaturate dagli acidi o dal calore scindendole in peptici costituiti da 2-4 amminoacidi. E’ una endopeptidasi che intacca i legami peptidici tra amminoacidi basici. La chimotripsina idrolizza i legami tra amminoacidi aromatici. In presenza di Ca++ fa precipitare la caseina del latte. La carbossipeptidasi stacca dalle catene polipeptidiche l’aminoacido terminale. Amilasi pancreatica. E’ un enzima amilolitico che viene secreto in forma attiva. E’ simile alla ptialina salivare ma la sua azione è più forte in quanto agisce sugli amidi sia cotti che crudi, demolendoli fino a disaccaridi. Lipasi pancreatica. E’ il più importante enzima lipolitico del succo pancreatico. Viene secreto in forma attiva ed agisce sui trigliceridi trasformandoli in acidi grassi liberi e glicerolo. La sua azione è favorita principalmente dai sali biliari che agiscono sui grassi emulsionandoli, cioè aumentando la loro superficie di attacco. Bile La bile è il prodotto di secrezione del fegato e viene riversata nel duodeno . E’ un liquido vischioso, di color verde e di sapore amaro. E’ formata da H2O, sali inorganici ( bicarbonati e cloruri di Na e K) e sostanze organiche. 17 La bile che, in mancanza della cistifellea dal fegato viene immessa direttamente ne duodeno (bile epatica) contiene quasi totalmente acqua ed ha reazione alcalina. La bile colecistica, cioè quella proveniente dalla cistifellea, è più concentrata perché in quest’organo si ha il riassorbimento dell’acqua. La bile svolge importanti funzioni di gestionali e assorbimento dei grassi ed alla eliminazione di sostanze nocive per l’organismo. Succo enterico Il succo enterico, prodotto dalle ghiandole parietali dell’intestino tenue, è un liquido opalescente, a reazione basica, che contiene enzimi proteolitici, amilolitici e lipolitici. I primi costituiscono un complesso enzimatico comprendente aminopeptidasi e dipeptidasi che completano la digestione delle sostanze proteiche liberandone i costituenti elementari cioè gli amminoacidi. Gli enzimi amilolitici sono rappresentati da una maltasi, una lattasi e una saccarasi che scindono i disaccaridi in monosi. Gli enzimi lipolitici sono le lipasi enteriche ad azione simile alla lipasi pancreatica. ------ La digestione nell’intestino crasso -------------------------------L’intestino crasso è la sede dei processi digestivi che portano alla completa scissione e assorbimento della cellulosa, il crasso ospita infatti una ricca popolazione microbica che è in grado di attaccare e digerire la cellulosa tramite processi fermentativi Nel crasso inoltre avviene il riassorbimento dell’acqua particolarmente importante nel suo tratto più prossimale e questo porta ad una solidificazione dei residui ingeriti con formazione delle feci. 18