Cosa sono esattamente l`HIV e l`AIDS? HIV sta per virus dell

Cosa sono esattamente l’HIV e l’AIDS?
HIV sta per virus dell’immunodeficienza umana. E’ un virus, identificato nel 1983da Montagneir nell’Istituto
Pasteur di Parigi, che attacca le cellule del sistema immunitario dell’organismo. Quando il sistema immunitario
diventa
sempre
più
debole,
la
persona
colpita
acquisisce
una
“immunodeficienza”.
Chi ha un’immunodeficienza è più vulnerabile a una vasta gamma di infezioni e di malattie, note come infezioni
“opportunistiche” perché approfittano dell’indebolimento del sistema immunitario. Molte di queste infezioni sono
particolarmente
rare
e
difficilmente
colpiscono
persone
non
affette
da
HIV.
Con l’indebolirsi del sistema immunitario, queste infezioni opportunistiche diventano più gravi. Sono loro, alla
fine, che uccidono le persone affette da HIV, non il virus stesso. La parola usata per descrivere questa
combinazione di infezioni opportunistiche è AIDS, che sta per Sindrome da immunodeficienza acquisita.
Come si trasmette l’HIV?
I maggiori rischi di contrarre la malattia sono:
 Trasmissione sessuale attraverso rapporti sessuali senza la protezione del preservativo
 Scambi e riutilizzo di siringhe e aghi contaminati
 Trasfusioni di sangue (oggi i controlli su sangue donato ha drasticamente diminuito le possibilità di contagio).
 Scambi accidentali di sangue infetto
 Trasmissione da madre sieropositiva al feto, nel 50% dei casi il bambino nato da madre infetta contrae il virus.
Può anche essere trasmesso da madre a figlio durante la gravidanza, il parto e l’allattamento al seno.
Molte persone non sanno di essere colpite da HIV finché non appaiono i primi sintomi dell’AIDS. Ignorando la
propria malattia, possono trasmettere il virus per anni senza saperlo. La maggior parte delle persone affette da
HIV, se non curate, possono mostrare i primi sintomi di AIDS dopo otto o dieci anni.
Il test dell’HIV
Il test dell’HIV è uno dei sistemi migliori per prevenire la diffusione dell’AIDS. I test dell’HIV non cercano il virus
stesso. Controllano gli anticorpi – sostanze chimiche prodotte dall’organismo per combattere le infezioni. Se i test
trovano anticorpi dell’HIV nel tuo sangue sei sieropositivo.
Purtroppo gli anticorpi impiegano da tre a sei mesi per svilupparsi. Nell’intervallo di tempo tra l’infezione e lo
sviluppo di anticorpi puoi trasmettere l’HIV ma avere un risultato del test negativo.
Non tutti i sieropositivi sono destinati ad ammalarsi; alcuni infatti possono restare tali per tutta la vita, ma
possono trasmettere il virus e infettare altre persone.
Come curare l’AIDS?
L’unica terapia attualmente efficace è quella a base di AZT. Questo composto rallenta la replicazione del virus e
allunga la vita del paziente, ma non permette la guarigione.
Il rimedio che dovrebbe risolvere l’infezione è la vaccinazione, ma purtroppo oggi non è ancora disponibile nessun
vaccino contro l’HIV, anche se sono molti i laboratori nel mondo impegnati in questa ricerca.
L’AIDS in Africa
La crisi dell’AIDS è un’emergenza globale. Per l’ Africa meridionale è diventata addirittura la principale causa di
morte!
Nei paesi africani a sud del deserto del Sahara, più di 25 milioni di persone sono affette da HIV, il virus che causa
l’AIDS. E’ circa la metà dell’intera popolazione italiana. E’ un grande problema e sta diventando sempre più
grande. Solo nel 2004, più di 3 milioni di persone nella regione sono stati colpiti da HIV. Più di 2 milioni sono morti
di AIDS.
Tra le vittime dell’HIV e dell’AIDS ci sono molti agricoltori. Producono il proprio cibo o coltivano prodotti destinati
alla vendita per guadagnare qualcosa; spesso entrambe le cose. Dal 1985, 7 milioni di agricoltori sono morti di
AIDS nei 27 paesi africani più colpiti. Per il 2020, si prevedono altri 16 milioni di morti.
E non sono solo gli agricoltori che si ammalano e muoiono. Succede anche agli impiegati statali e alle
organizzazioni rurali che forniscono i servizi ai villaggi agricoli.
Non solo numeri
Queste non sono solo statistiche da far paura, sono persone. Sono uomini e donne e molti hanno famiglia.
Nell’Africa subsahariana circa 12 milioni di bambini hanno perso uno o entrambi i genitori a causa dell’AIDS. Per il
2010, si prevede che si arrivi a più di 18 milioni.
Spesso sono bambini, o ragazzi come te, che hanno dovuto accollarsi la responsabilità di sfamare se stessi e la
propria famiglia.
Alimentazione, HIV e AIDS
Una buona alimentazione rinforza l’organismo e il sistema immunitario. Ecco perché è così importante migliorare
l’alimentazione per chi ha il sistema immunitario affetto da HIV e il fisico indebolito dall’AIDS.
Una dieta sana non è un sostituto delle medicine per l’HIV e l’AIDS. Ma può aumentarne l’efficacia. Inoltre, per
molte persone che vivono nelle comunità rurali africane, i medicinali sono troppo cari o semplicemente introvabili.
I servizi sanitari locali possono non esserci affatto. In realtà, quindi, un cibo nutriente può essere l’unica medicina
disponibile per combattere la malattia.
Una buona alimentazione = trattamento e prevenzione
Una buona alimentazione non è solo un modo di curare la malattia; può essere di grande aiuto anche per impedire
la sua diffusione.
Una buona alimentazione è particolarmente importante per le donne con HIV durante la gravidanza e
l’allattamento. Gli studi mostrano che la mancanza di vitamina A nella dieta di donne in gravidanza e di quelle che
allattano può favorire la trasmissione dell’HIV da madre a figlio. E questa è solo una delle ragioni per indirizzare
verso le donne, oltre che gli uomini, la campagna contro l’AIDS.
La FAO e l’epidemia di AIDS
Gli obiettivi della FAO riguardo l’AIDS sono abbastanza semplici: permettere alle persone affette da HIV e AIDS di
vivere meglio e più a lungo aiutandole a procurarsi l’alimentazione adeguata. E permettere alle famiglie contadine
colpite dall’AIDS di proseguire la produzione alimentare, per potersi mantenere in buona salute ed evitare la
povertà.
Questo aiuta non solo a combattere la malattia, ma anche a prevenire la sua diffusione.
Ma cosa fa esattamente la FAO?
Intanto lavora a stretto contatto con altre organizzazioni ONU, specialmente l’UNAIDS, l’Organizzazione mondiale
della sanità, il Programma alimentare mondiale e il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo. L’intero sistema
ONU é impegnato a combattere la diffusione dell’AIDS.
Il quarto Obiettivo di sviluppo per il Millennio è combattere l’HIV/AIDS, la malaria e altre malattie. Ecco alcune
iniziative della FAO.
L’aiuto alle famiglie sul campo
Da quando è iniziata l’emergenza AIDS, la FAO ha assistito più di 250.000 famiglie in Africa meridionale attraverso
interventi sul campo. Ha distribuito sementi, attrezzi, fertilizzanti e altre forniture per aiutare le comunità
duramente colpite dall’epidemia di AIDS.
Sono stati introdotti attrezzi per facilitare il lavoro agricolo, come le pompe a pedale per irrigare i campi. E’ stato
insegnato alle famiglie rurali un migliore sfruttamento di piante locali facili da coltivare e che hanno proprietà
commestibili e medicinali. Ci sono state anche dimostrazioni su nuove tecniche agricole, come l’agricoltura
conservativa, che richiedono meno lavoro.
L’aiuto agli orfani dell’AIDS
Molti bambini perdono i propri genitori a causa dell’AIDS prima che possano acquisire la conoscenza e la
competenza necessarie alla sopravvivenza. La FAO si prodiga in favore di questi orfani per sottrarli a una vita di
disperazione, di fame e di malattia.
Per loro, e per altri bambini vulnerabili, la FAO ha aiutato le comunità di molti paesi a creare Scuole di campo per
giovani agricoltori. Queste scuole offrono lezioni su come coltivare, come guadagnarsi da vivere e come
proteggersi dall’HIV e dall’AIDS. Cerca più informazioni su Scuole di campo per giovani agricoltori.
L’AIDS e i giovani
Hai una buona immaginazione? Prova a pensare di essere un adolescente in un piccolo villaggio rurale in Africa con
i tuoi genitori che cominciano a mostrare i primi sintomi dell’AIDS.
Cosa accadrebbe?
Insieme ai tuoi fratelli e sorelle devi prenderti cura dei genitori. Se sei il maggiore, devi anche occuparti degli altri
più piccoli.
Ci sono le spese mediche. La tua famiglia non ha abbastanza denaro da parte e quello che c’è finisce rapidamente.
I tuoi genitori sono deboli e non possono lavorare come prima, così devi sbrigare molte faccende e lavorare più
sodo nei campi. Avrai ancora il tempo o il denaro per andare a scuola?
Vedi morire i tuoi genitori. Ora tocca a te rimediare il cibo per la famiglia. Il lavoro sui campi é duro e non lo
conosci quanto tuo padre e tua madre. Sai arare un campo? Sai quando e come seminare o seguire le colture?
I nonni ti aiutano. Hanno esperienza, ma sono vecchi e non possono fare un lavoro faticoso. Tu fai del tuo meglio
ma non riesci ad avere la stessa quantità di cibo di prima. Sei stanco e sempre più affamato e povero. Per tirare
avanti, vendi qualcosa di tua proprietà, forse del bestiame. Ma quando non c’è più niente da vendere, cosa fai?
Forse puoi andare a vivere con tua zia e tuo zio, o con altri parenti. Ma loro hanno già tante bocche da sfamare. Si
possono permettere di prenderti a carico? Cosa succede se anche loro hanno l’HIV/AIDS?
Come sopravviverai? Quali sono le tue alternative?
Forse puoi andartene da casa e provare a guadagnare da qualche altra parte. Ma vivere da solo e lontano da casa
può essere pericoloso. Sai come proteggerti dall’AIDS? Se sei una ragazza, anche se sai come proteggerti, sarai in
grado di farlo?
Non è un bel quadro, vero?
Felix parla ad alta voce
“Volevamo stare insieme dopo che i nostri genitori e i nostri nonni erano morti di AIDS. Io voglio tornare a scuola,
ma non ci sono soldi… devo lavorare duramente per vivere decentemente e badare a me stesso per non prendermi
la malattia di mia madre e mio padre.”
Il piccolo Ryan e l'Aids
Sono stato una volta, in America, a trovare il bambino Ryan - che allora aveva dodici anni ed era stato
cacciato dalla scuola, perché malato di Aids. Ryan era emofiliaco, aveva bisogno di frequenti trasfusioni. Col
sangue malato di un altro, era iniziata la sua fine. Ryan è morto un po' prima dei quindici anni.
Lo avevo di fronte, esile, silenzioso, gli occhi segnati dalla fatica di vivere con il suo male. E provavo
l'impressione di essere accanto ad un alieno, qualcuno che viene da un mondo incompatibile col mondo degli
altri.
Centinaia di madri schierate come legionari di un misterioso esercito a scudo dei loro bambini, formavano una
difesa ostinata. Ottusa, ecco la parola che vorrei usare per bollare la porta irrevocabilmente chiusa del loro
egoismo. Ma era egoismo o amore? Dietro la parete di madri, in questa cittadina agiata della buona America
che lavora e produce, c'era una massa di testoline inquiete, bambini bene educati, meno disperatamente
interessati al loro destino.
Proprio questo gridavano le madri dal loro campo di battaglia. Gridavano: i bambini sono generosi, dividono
quello che mangiano, si toccano, si baciano, si passano i bocconi o il chewing-gum, si mettono le mani in bocca,
si succhiano le ferite, si curano e si proteggono a vicenda.
Col tempo - pensavo guardando le madri schierate davanti e le teste dei bambini assiepate dietro questi
cuccioli dell'uomo impareranno le distanze fisiche, quelle della differenza, della difesa, la composizione e
scomposizione in gruppi di affinità e ostilità.
Affioreranno i tratti di classe e quelli del razzismo, ciascuno segnato dal copiare il comportamento degli adulti
più vicini e fidati. Ma adesso stanno insegnando loro un'altra linea di frontiera, molto più rigida, un punto
estremo che richiede una difesa inflessibile. Pena la morte. Proprio su questa erano d'accordo le madri. Devi
dire ai bambini: "Pena la morte”.
Guardavo il Piccolo Ryan, biondo come gli altri, più debole fisicamente, ma incredibilmente simile ai suoi
compagni, come un fratello. E non potevo non avere questa sensazione di vivere una ossessiva storia di
fantascienza. Il sangue di Ryan era incompatibile col sangue dei suoi compagni. Ogni contatto avrebbe
provocato la morte.
Ryan in un certo senso ha vinto. È stato riammesso a scuola. Ha detto in televisione parole serene. La sua vita
di alieno è finita quando Ryan ha finito di vivere. Tutti, con lui, erano gentili, cauti, molto addestrati. E tutti si
tenevano istintivamente a distanza.