Risultati Rickettsia 11.3. Presenza di Rickettsia nei campioni di zecca raccolti nel 2006 La presenza di Rickettsia ha dimostrato una distribuzione sul territorio paragonabile nei due anni di studio, con lievi variazioni in alcune stazioni. Rickettsia è stata individuata in 67 pool di tre ninfe (15.2%) e 36 adulti (7.5%) di cui 16 maschi e 20 femmine. La prevalenza di infezione nell’intera area di studio è stata del 6.1%. Il valore più alto è stato riscontrato nella Zona 3 (8.4%), seguito dalla Zona 4 (6.4%), Zona 2 (5.7%) and Zona 1 (4.8%) (Tabella 11.3 e Figura 11.2). 89 Risultati Rickettsia Punte di prevalenza d’infezione sono state registrate nelle località di Clauzetto (ID 26), seguita da Majano (ID 22) e Preone (ID 36), a cavallo delle aree alpina e prealpina, nella parte centrale della regione FVG. Questo dato è in linea con i risultati ottenuti nell’ anno 2005 che hanno indicato Socchieve (ID 5) come la stazione a maggior prevalenza. Al contrario, nell’anno 2006 la stazione 5 è risultata negativa, mentre un dato di prevalenza simile a quello registrato nell’anno precedente e stato rilevato nella vicina stazione 36 facendo supporre una variazione spazio-temporali a livello locale. Lo stesso fenomeno è stato osservato per la stazione di Kranjska Gora (ID 1): priva di Rickettsia durante l’anno 2005, è risultata tra le località a maggior prevalenza di infezione pur essendo le vicine stazioni scarsamente infette. Il microrganismo è apparentemente assente soltanto nelle località situate a quote più elevate (ID 3 e ID 25) (Figure 11.3). Anche la percentuale di esemplari adulti coinfetti con Borrelia si è dimostrata costante con un valore del 2.1%, di cui l’80% erano zecche femmine. Figura 11.3. Prevalenza annuale (%) di Rickettsia spp nel territorio regionale del FVG e area transfrontaliera slovena durante l’anno 2006. 90 Risultati Rickettsia Stazioni Zona ID 1 2 3 5 Località (m a. s. l.) Kranjska gora (947) Valbruna (836) Val Pesarina (558) Socchieve (450) Fusine in Val Romana 1 (792) 30 31 Tarvisio (805) 33 Val Aupa (599) 34 Campiolo (370) 35 Pluzna (371) 36 Preone (540) 6 Kobarid (293) 7A Taipana (722) 8A Inglagna (368) 9 Faedis (242) 10 Costa (346) 20 Bosco Romagno (105) Savorgnano del Torre 21 (168) 22 Majano (167) 2 23 Valeriano (180) 24 Barcis (475) 25 Cimolais (680) 26 Clauzetto (559) Lago Di Cavazzo 27 (202) 28 Vedronza (334) 29 Osgnetto (177) 32 S.Giorgio (464) 3 12 Selva d’Arvonchi (3) 0 Padriciano (348) 11 Colle di Medea (101) 13 Marcottini (89) 14A Sveto (319) 15 Borgo Grotta Gigante 4 (212) 16 Ocizla (440) 17 Dobravlje (337) 18 Malchina (163) 19 Panovec (116) Totale nell’area di studio Zecche infette/zecche raccolte, n Prevalenza d’infezione, % Infezione media per zona, % Pool di 3 ninfe Adulti singoli Ninfe singole Adulti singoli Zecca singola (ninfe + adulti)* 1/3 0/5 0/8 0/4 2/22 1/20 0/7 0/17 12.6 0.0 0.0 0.0 9.1 5.0 0.0 0.0 10.1 2.9 0.0 0.0 0/1 3/29 0.0 10.3 9.4 1/6 0/9 2/10 0/6 3/7 0/7 0/8 1/7 0/1 3/11 0/2 0/12 0/5 0/2 1/13 1/13 1/15 0/8 1/12 2/39 0/12 3/25 5.9 0.0 7.2 0.0 17.0 0.0 0.0 5.0 0.0 3.1 0.0 0.0 0.0 0.0 7.7 7.7 6.7 0.0 8.3 5.1 0.0 12.0 3.5 0.0 6.8 3.2 13.4 2.8 0.0 6.2 4.8 2.3 9.7 0/2 2/24 0.0 8.3 6.7 0/4 2/10 0/8 0/10 4/10 4/18 0/10 1/24 0/11 0/4 0.0 7.2 0.0 0.0 26.3 22.2 0.0 4.2 0.0 0.0 13.3 5.4 2.1 0.0 23.2 3/12 0/5 9.1 0.0 8.0 0/6 0/2 1/9 1/9 1/9 0/6 3/22 18/72 2/15 3/26 0/5 3/21 0/6 3/13 0/3 1/11 0.0 0.0 3.9 3.9 3.9 0.0 4.8 9.1 13.3 11.5 0.0 14.3 0.0 23.1 0.0 9.1 6.1 9.4 3.3 8.4 3.2 9.7 4.6 9.1 4/18 0/4 8.0 0.0 7.4 6.4 6/23 2/21 3/40 2/14 61/402 0/4 0/9 0/5 2/10 36/479 9.6 3.3 2.6 5.0 5.1 0.0 0.0 0.0 20.0 7.5 9.1 2.9 2.5 7.9 6.1 6.1 4.8 5.7 8.4 Tabella 11.3. Prevalenza di Rickettsia spp. nelle zecche I. ricinus raccolte nelle quattro zone fitoclimatiche della regione FVG e area transfrontaliera slovena durante l’anno 2006. Nell’anno 2006 è stato osservato un incremento della presenza di Rickettsia in tutta l’area di studio, più marcato nella fascia prealpina (Zona 2) (Figura 11.4). 91 Risultati Rickettsia % media annua per ambienti 10 8 6 2005 2006 4 2 0 AMBIENTE ALPINO AMBIENTE PREALPINO BOSCO PLANIZIALE AMBIENTE CARSICO Figura 11.4. Prevalenza media annua di Rickettsia: confronto per ambienti tra le raccolte 2005 e 2006. Idendificazione della specie infettante Il sequenziamento e l’analisi di omologia dei campioni positivi ha dimostrato che il 55.8% era identico al gene 16S rRNA di R. helvetica (accession no. L36212), mentre il 43.2% presentava la stessa sequenza del gene 16S rRNA di R. monacensis (accession no. DQ100164). Inoltre, in un campione di zecca proveniente dalla località di Valbruna (ID 2), è stata identificata una specie omologa al 99.8% a R. limoniae (accession no. AF322442). La Tabella 11.4 riporta nel dettaglio le specie identificate in ogni stazione di campionamento. La distribuzione delle specie di Rickettsia è risultata anch’essa paragonabile nei 2 anni di studio con fluttuazioni non superiori al 3%, così come evidenziato dal confronto dei grafici a torta riportati in Figura 11.5. R. limoniae R. monacensis 41,1 41,1 R. monacensis 43,2 58,5 43,2 1 1,0 55,8 55,8 58,5 R. helvetica R. helvetica 2005 2006 Figura 11.5. Specie di Rickettsia identificate nell’area di studio: confronto tra le raccolte 2005 e 2006. 92 AMBIENTE PREALPINO AMBIENTE ALPINO Risultati Rickettsia AMBIENTE CARSICO BOSCO PLANIZIALE ID Localita’ Specie Rickettsia 1 2 3 4 5 Kranjska gora Valbruna Val Pesarina Saletto Socchieve R. helvetica 30 31 33 34 35 36 Fusine in Val Romana Tarvisio Val Aupa Campiolo Pluzna Preone R. limoniae / / / R. helvetica R. helvetica / R. monacensis R. monacensis R. monacensis 6 Kobarid R. helvetica 7A 8A 9 10 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 32 Taipana Inglagna Faedis Costa Bosco Romagno Savorgnano del Torre Majano Valeriano Barcis Cimolais Clauzetto Lago Di Cavazzo Vedronza Osgnetto S.Giorgio / R. monacensis + R. helvetica R. helvetica R. monacensis + R. helvetica R. helvetica R. helvetica R. monacensis + R. helvetica R. monacensis + R. helvetica R. helvetica / R. monacensis R. monacensis + R. helvetica R. helvetica R. helvetica R. helvetica 12 Selva d’Arvonchi R. monacensis + R. helvetica 0 11 13 14A 15 16 17 18 19 01* Padriciano Colle di Medea Marcottini Sveto Borgo Grotta Gigante Ocizla Dobravlje Malchina Panovec Basovizza R. monacensis R. monacensis R. helvetica R. monacensis + R. helvetica R. monacensis + R. helvetica R. monacensis + R. helvetica R. helvetica R. monacensis + R. helvetica R. monacensis + R. helvetica R. monacensis + R. helvetica * : stazione non indicata nella mappa di prevalenza d’infezione per Rickettsia. Tabella 11.4. Specie di Rickettsia evidenziate nelle zecche raccolte durante l’anno 2006 in regione FVG e area transfrontaliera slovena mediante sequenziamento dei positivi e analisii di omologia. 93 Risultati Anaplasma 12. ANAPLASMA NELLE ZECCHE I. RICINUS 12.1. Identificazione di A. phagocytophilum Per la ricerca di A. phagocytophilum nei campioni di zecca sono stati utilizzati i primer diretti verso il gene epank1 del patogeno (Walls et al., 2000). In Figura 12.1 si possono osservare gli amplificati da circa 450 bp di alcuni campioni di I. ricinus risultati positivi per A. phagocytophilum. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 450 bp Figura 12.1. Visualizzazione su gel di agarosio delle bande da 450 bp di alcuni campioni di I. ricinus risultati positivi all’amplificazione con primer specifici per il gene epank1 di A. phagocytophilum; corsia 1: PM 100 bp, corsia 2: A. phagocytophilum (controllo positivo), corsie 3-17: DNA estratto da alcuni campioni di zecca, corsia 18: controllo negativo. 12.2. Presenza di A. phagocytophilum nei campioni di zecca raccolti nel 2005 La presenza di A. phagocytophilum nei campioni di zecche I. ricinus raccolti nel territorio regionale e transfrontaliero si è dimostrata alquanto bassa. La percentuale annua massima rilevata è stata del 5.2% nella località di Mersino (ID 7), mentre in 6 delle 15 stazioni campionate Anaplasma è risultato completamente assente (Figura 12.2 e Tabella 12.1). La media annuale nell’intera area di studio è risultata di 1.6%. Coinfezioni con B. burgdorferi e con Rickettsia sono state riscontrate rispettivamente nel 3.4% e nel 0.8% dei campioni di zecche adulte, metà maschi e metà femmine. 94 Risultati Anaplasma Stazioni Zo na 1 2 3 4 ID Località (m a. s. l.) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 12 11 13 14 Kranjska Gora (947) Valbruna (836) Val Pesarina (558) Saletto (558) Socchieve (450) Kobarid (293) Mersino (842) Tridis (425) Faedis (242) Costa (346) Selva D'arvonchi (3) Colle di Medea (101) Marcottini (89) Komen (264) Borgo Grotta Gigante (212) 15 Totale nell’area di studio Zecche infette/zecche raccolte, n Prevalenza d’infezione, % Pools di 3 ninfe Adulti singoli Ninfe singole Adulti singoli Zecca singola (ninfe + adulti)* 0/28 1/12 0/11 0/9 1/3 0/28 2/15 0/6 0/1 0/16 1/14 0/12 1/35 0/20 1/10 0/19 1/13 0/2 1/62 0/35 1/15 2/27 0/81 0/32 2/26 0/5 0/9 0/3 0.0 3.1 0.0 0.0 0.0 0.0 4.7 0.0 0.0 0.0 2.6 0.0 0.9 0.0 10.0 0.0 7.7 0.0 1.6 0.0 6.7 7.4 0.0 0.0 7.7 0.0 0.0 0.0 1.1 2.1 2.3 0.0 1.4 0.0 5.2 4.9 0.0 0.0 4.6 0.0 0.8 0.0 5/85 0/16 2.0 0.0 1.9 10/295 8/355 1.2 2.3 1.6 Infezione media per zona, % 2.4 3.6 12.2 1.0 1.6 Tabella 12.1. Prevalenza di A. phagocytophilum nelle zecche I. ricinus raccolte nelle quattro zone fitoclimatiche del territorio regionale del FVG e area transfrontaliera slovena durante l’anno 2005. Figura 12.2. Prevalenza annuale (%) di A. phagocytophilum nel territorio regionale del FVG e area transfrontaliera slovena durante l’anno 2005. 95 Risultati Anaplasma 12.3. Presenza di A. phagocytophilum nei campioni di zecca raccolti nel 2006 La diffusione territoriale di A. phagocytophilum durante l’anno 2006 ha dimostrato un andamento disomogeneo caratterizzato da una presenza a spot, come nelle stazioni di Socchieve (ID 5) e Savorgnano del Torre (ID 21), oppure ad area, come nell’area carsica (Zona 4), dove il microrganismo è stato rilevato in siti poco distanti tra loro (Figura 12.3 e Tabella 12.2). La prevalenza di infezione nella località di Selva d’Arvonchi (ID 12), unico rappresentante del bosco planiziale (Zona 3), ha riportato un valore inferiore rispetto l’anno precedente, ma comunque maggiore rispetto alle altre zone fitoclimatiche (Tabella 12.2), dato che si può apprezzare meglio nel confronto tra le prevalenze annuali illustrato in Figura 12.4. Figura 12.3. Prevalenza annuale (%) di A. phagocytophilum nel territorio regionale del FVG e area transfrontaliera slovena durante l’anno 2006. 96 Risultati Anaplasma Stazioni Zona ID 1 2 3 5 30 Località (m a. s. l.) Kranjska gora (947) Valbruna (836) Val Pesarina (558) Socchieve (450) Fusine in Val Romana 1 (792) 31 Tarvisio (805) 33 Val Aupa (599) 34 Campiolo (370) 35 Pluzna (371) 36 Preone (540) 6 Kobarid (293) 7A Taipana (722) 8A Inglagna (368) 9 Faedis (242) 10 Costa (346) 20 Bosco Romagno (105) 21 Savorgnano del Torre (168) 22 Majano (167) 2 23 Valeriano (180) 24 Barcis (475) 25 Cimolais (680) 26 Clauzetto (559) 27 Lago Di Cavazzo (202) 28 Vedronza (334) 29 Osgnetto (177) 32 S.Giorgio (464) 3 12 Selva d’Arvonchi (3) 0 Padriciano (348) 11 Colle di Medea (101) 13 Marcottini (89) 14A Sveto (319) 15 Borgo Grotta Gigante 4 (212) 16 Ocizla (440) 17 Dobravlje (337) 18 Malchina (163) 19 Panovec (116) Totale nell’area di studio Zecche infette/zecche raccolte, n Pool di Adulti 3 ninfe singoli Prevalenza d’infezione, % Ninfe singole Adulti singoli Zecca singola (ninfe + adulti)* Infezione media per zona, % 0/3 0/5 0/8 1/4 0/22 0/20 0/7 0/17 0.0 0.0 0.0 9.1 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 3.9 0/1 0/29 0.0 0.0 0.0 0/6 0/9 0/10 0/6 0/7 0/7 0/8 0/7 0/1 0/11 0/2 0/12 0/5 0/2 0/13 0/13 0/15 0/8 0/12 0/39 0/12 0/25 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0/2 0/24 0.0 0.0 0.0 0/4 0/10 0/8 0/10 0/10 0/12 0/6 0/2 0/9 0/9 0/9 0/6 1/22 1/72 0/18 0/10 0/24 0/11 0/4 0/5 0/15 0/26 0/5 2/21 0/6 0/13 0/3 0/11 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 1.5 0.5 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 9.5 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 4.2 0.0 0.0 1.4 0.5 0.0 2/18 1/4 3.9 25.0 5.4 1.0 0/23 0/21 1/40 0/14 6/402 0/4 0/9 0/5 0/10 3/479 0.0 0.0 0.8 0.0 5.1 0.0 0.0 0.0 0.0 0.6 0.0 0.0 0.8 0.0 0.7 0.7 0.4 4.2 Tabella 12.2. Prevalenza di A. phagocytophilum nelle zecche I. ricinus raccolte nelle quattro zone fitoclimatiche del territorio regionale del FVG e area transfrontaliera slovena durante l’anno 2006. 97 Risultati Anaplasma In generale, nell’anno 2006 le aree alpina (Zona 1) e prealpina (Zona 2) hanno visto una diminuzione della prevalenza d’infezione, mentre nell’area del Carso (Zona 4) la prevalenza d’infezione è risultata immutata (Figura 12.4),. 2005 14,0 2006 % media annua per ambienti 12,0 10,0 8,0 6,0 4,0 2,0 0,0 AMBIENTE ALPINO AMBIENTE PREALPINO BOSCO PLANIZIALE AMBIENTE CARSICO Figura 12.4. Prevalenza media annua di A. phagocytophilum: confronto per ambienti tra le raccolte 2005 e 2006. Anche la presenza di esemplari coinfetti è risultata inferiore rispetto l’anno precedente, infatti è stato riscontrato un valore di 0.2% di zecche adulte contemporaneamente positive anche per B. burgdorferi. Identificazione della specie infettante Infine, tutti i campioni positivi all’amplificazione, sia quelli della raccolta 2005 che 2006, sono stati sequenziali e identificati come A. phagocytophilum in base alla completa omologia con le sequenze dei ceppi europei depositate in banca dati GenBank (accession n° AY529488, AF482759). 98 Risultati virus TBE 13. VIRUS TBE NELLE ZECCHE I. RICINUS 13.1. Identificazione del virus TBE La ricerca di sequenze specifiche del genoma del virus TBE è stata condotta amplificando la regione non codificante all’estremità 5’ (5’-NCR) del genoma virale. In Figura 13.1 si possono osservare le bande da 128 bp di alcuni campioni di zecca risultati positivi. Figura 13.1. Visualizzazione su gel di agarosio delle bande da 128 bp di alcuni campioni di I. ricinus risultati positivi all’amplificazione con primer specifici per la regione 5’-NCR del virus TBE: corsia M: PM 100 bp, corsie 1-2: ceppo IR 454 (controllo positivo), corsie 3-14: DNA estratto da alcuni campioni di zecca, corsia 15: controllo negativo. 13.2. Presenza di virus TBE nelle zecche raccolte nel 2005 Sequenze specifiche del virus TBE sono state rilevate in tutte le stazioni campionate, eccetto nella stazione di Komen (ID 14). Sono stati riscontrati valori di prevalenza compresi in un range molto ampio che va dal 11.5% di Borgo Grotta Gigante (ID 15) fino al 63,6% di Faedis (ID 9) e 75% di Kobarid (ID 6) (Tabella 13.1). I dati di prevalenza così ottenuti sono stati integrati con l’abbondanza di zecche al fine di calcolare l’indice di rischio (IR) per ogni stazione. Dall’elaborazione presentata in Figura 13.2 appare evidente che la distribuzione del rischio per l’infezione da virus TBE è maggiore nell’area alpina-prealpina, a cavallo del confine italo-sloveno. 99 Risultati virus TBE Stazioni Zona 1 2 3 4 ID 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 12 11 13 14 15 Località (m a. s. l.) Kranjska Gora (947) Valbruna (836) Val Pesarina (558) Saletto (558) Socchieve (450) Kobarid (293) Mersino (842) Tridis (425) Faedis (242) Costa d’Alviano Selva d’Arvonchi (3) Monte di Medea Marcottini (89) Komen Borgo Grotta Gigante (212) Prevalenza d’infezione per zecca singola (ninfe + adulti)* , % annuale Infezione media per zona, % 22.1 54.6 41.6 34.8 52.5 44.0 75.0 35.3 37.2 50.0 63.6 12.6 32.0 32.0 50.0 38.5 24.7 0.0 11,5 Tabella 13.1: Prevalenza del virus TBE nelle zecche I. ricinus raccolte nelle quattro zone fitoclimatiche del territorio regionale del FVG e area transfrontaliera slovena durante l’anno 2005. Figura 13.2. Distribuzione del rischio (IR) per il virus TBE nel territorio regionale del FVG e area transfrontaliera slovena. 100 Risultati virus TBE Un tasso d’infezione maggiore è stato osservato nelle zecche adulte rispetto alle ninfe, ad un livello di significatività di p = 0.031 (Figura 13.3). 90 80 % INNINFE F. N YMINF. PHS % INADULTI F. AD U INF. LTS 74,7 70 64 58 ,3 60 50 37,7 40 30 27,1 23,0 20 16 ,2 11,1 10 0 ALPINZona E LAN D1SC APE Zona 2 SC APE PR EALPIN E LAN ZonaFO3R EST PLAIN K ARZona ST LAN4D SC APE Figura 13.3. Prevalenza del virus TBE in ninfe ed adulti nelle quattro zone fitoclimatiche. Come si può osservare nell’istogramma di Figura 13.4, l’elaborazione effettuata in relazione alle zone fitoclimatiche ha messo in evidenza un incremento della prevalenza del virus dalla costa (Zona 4) verso l’arco alpino (Zona 1). 50 4 1,6 40 3 7 ,2 3 2 ,0 30 2 4 ,7 20 10 0 ALPIN EZona LAN D1SC APE PR EALPIN E LAN Zona 2 SC APE PLAIN FO R Zona 3 EST K AR ST Zona LAN D4SC APE Figura 13.4. Prevalenza di infezione media annua per il virus TBE nelle quattro zone fitoclimatiche 101 Risultati virus TBE Nelle zecche adulte analizzate singolarmente sono state rilevate coinfezioni con B. burgdorferi nel 7.7%, con Rickettsia nel 1.5% e con A. phagocytophilum nel 0.8%. Inoltre, sono state evidenziate coinfezioni con 3 patogeni: nel 0.8% dei campioni positivi al virus TBE erano presenti anche B. burgdorferi e Rickettsia, mentre nel 0.4% erano copresenti B. burgdorferi e A. phagocytophilum. Da notare che l’83% di tutte le confezioni sono state riscontrate in zecche femmine adulte. Un’attenta comparazione tra gli IR del virus TBE e B. burgdorferi nell’area di studio ha evidenziato una distribuzione contrapposta dei due patogeni: il virus mostra di predominare ad altitudini maggiori, mentre B. burgdorferi prevale nella zona carsica (Tabella 13.2). Zona 1 2 3 ID località IR B.burgdorferi IR virus TBE 1 Kranjska gora 8.5 15.9 2 Valbruna 1.0 14.6 3 Val Pesarina 0.0 6.0 4 Saletto 0.0 9.5 5 Socchieve 6.0 12.0 6 Kobarid 7.8 42.0 7 Mersino 0.3 14.1 8 Tramonti di Sotto 2.7 8.0 9 Faedis 5.4 24.6 10 Costa 15.5 1.0 12 Bosco Baredi 10.7 7.2 11 Monte di Medea 2.7 1.0 13 Marcottini 20.7 5.8 N. Komen 4.3 0.0 15 Borgo Grotta Gigante 18.2 9.1 4 Tabella 13.2: Confronto tra gli indici di rischio per Borrelia e virus TBE nell’area di studio. 102 Risultati virus TBE 13.3 Identificazione del sottotipo del virus TBE Tutti i campioni risultati positivi sono stati sequenziati e allineati con le sequenze disponibili in banca dati GenBank al fine di identificare il sottotipo di appartenenza. Nell’analisi è stato incluso anche il controllo positivo IR 454 isolato nel bellunese. Le sequenze del virus TBE presenti nelle zecche infette si sono dimostrate identiche al ceppo IR 454 e differenti dal ceppo Neudoerfl (accession n° U27495), appartenente al sottotipo Western European TBE, in 2 posizioni (nucleotidi 5 e 110 dell’amplificato) corrispondente ad una omologia del 98,4%. La Figura 13.5 mostra alcune sequenze rappresentative dell’allineamento. Figura 13.5. Allineamento delle sequenze 5’-NCR di 5 campioni di zecca positivi e del ceppo bellunese IR 454 con la sequenza depositata in banca dati GenBank del ceppo Neudoerfl appartenente al sottotipo Western European TBE virus (U27495). 103 Risultati Babesia 14. BABESIA NELLE ZECCHE I. RICINUS 14.1. Area di studio e campionamento di I. ricinus Le zecche della specie I. ricinus sono state raccolte nelle località di Padriciano e Basovizza, sul Carso triestino (Figura 14.1). A Padriciano è stato campionato lo stesso sito (indicato con il numero 0) in entrambi gli anni di raccolta, mentre nella località di Basovizza i siti campionati sono stati diversi tra i 2 anni. Con il sito di Padriciano si è voluto verificare la dinamica della presenza di Babesia nel tempo mantenendo lo stesso punto di raccolta. Invece, il sito 01 di Basovizza, molto vicino al Sincrotrone, quindi in un’area modificata dall’attività umana vista la sua importanza per le attività sportive, è stato campionato solo nel 2006; per il campionamento 2007 si è pensato di individuare altri 3 siti (indicati con 1R, 1V e 1G) sempre nella località di Basovizza, in una zona considerata più “selvaggia”, caratterizzata da prati non sfalciati. Lo scopo era quello di campionare un maggior numero di siti in un’area ristretta per poter valutare la differenza di infettività delle zecche in siti contigui e di fare un confronto tra aree a diverso impatto ambientale. Figura 14.1. Foto aerea dell’area di studio localizzata sul Carso triestino. I siti di raccolta delle zecche sono indicati con le sigle di colore giallo 0, 01, 1R, 1V e 1G. Sono visibili i centri abitati di Padriciano e Basovizza e il Sincrotrone. 104 Risultati Babesia La popolazione di zecche I. ricinus raccolta nelle località di Padriciano e Basovizza nel biennio 2006-2007era composta da 1623 ninfe (85,8%) e da 238 adulti (12,6%), di cui 151 maschi e 87 femmine. L’abbondanza cumulata delle zecche nelle due località campionate ha evidenziato una costante presenza dello stadio ninfale (85-87%), mentre il numero degli adulti è raddoppiato nel secondo anno di raccolta. 14.2. Identificazione di Babesia spp. Dall’esperienza maturata in laboratorio abbiamo verificato che amplificare il DNA proveniente da estratti di zecca può dare problemi di inibizione, probabilmente dovuti a sostanze che il protocollo di estrazione non riesce ad eliminare. Prove di amplificazione eseguite sui controlli positivi e su controllo positivo+estratto di zecca (spike-DNA) hanno consentito di valutare la sensibilità di alcuni protocolli descritti in letteratura. I metodi di amplificazione del gene 18S rRNA proposti da Persing et al. (1992) e Herwaldt et al. (2004) hanno dato prodotti di amplificazione scarsamente visibili e sono stati scartati. Il sistema migliore è risultato quello creato da Cacciò et al. (2000), ossia, un sistema nested-PCR specifico per il gene della β-tubulina; abbastanza sensibile si è rivelata anche l’amplificazione singola del gene 18S rRNA con la coppia di primer disegnata dal Dott. Pleniazek. Amplificazione del gene per la β-tubulina Il DNA estratto dai campioni di zecca sono stati amplificati con primer specifici per il gene che codifica la β-tubulina di Babesia. Figura 14.2 Visualizzazione su gel di agarosio delle bande da circa 310-320 bp di alcuni campioni di I. ricinus amplificati con primer specifici per il gene per la β-tubulina di Babesia: corsia 1: peso molecolare da 100 bp, corsia 2: SLO1-B. divergens (controllo positivo), corsia 3: controllo negativo, corsie 4: SLO3-Babesia EU1 (controllo positivo), corsie 5-9: campioni di zecca. 105 Risultati Babesia Il metodo descritto da Cacciò et al. (2000) non includeva la specie Babesia EU1. L’amplificazione del controllo positivo SLO3 (Babesia EU1) ha evidenziato un prodotto di amplificazione di circa 310-320 bp, leggermente più basso rispetto a quello ottenuto per SLO1 (B. divergens). La Figura 14.2 mostra gli amplificati da circa 310-320 bp dei controlli positivi SLO 1 (B. divergens), SLO3 (Babesia EU1) e di alcuni campioni di I. ricinus risultati positivi dopo nested-PCR e visualizzati su gel di agarosio. Amplificazione del gene 18S rRNA I campioni risultati positivi all’amplificazione del gene per la β-tubulina di Babesia sono stati nuovamente amplificati con primer specifici per il gene 18S rRNA di Babesia disegnati dal Dott. Pleniazek. La figura 14.3 mostra gli amplificati da circa 650 bp dei controlli positivi e di alcuni campioni di zecca. Questo sistema è risultato meno sensibile rispetto la nested-PCR, per cui è stato possibile riamplificare soltanto una parte dei campioni positivi. Figura 14.3. Visualizzazione su gel di agarosio delle bande da circa 650 bp di alcuni campioni di I. ricinus amplificati con primer specifici per il gene 18S rRNA di Babesia: corsia 1, 6: controlli negativi; corsia 2: controllo positivo (SLO1-B. divergens), corsie 3: controllo positivo (SLO3-Babesia EU1); corsie 4: controllo positivo (SLO2-B. microti); corsie 5: controllo positivo (BABDNA1-B. microti); corsia 7-13: campioni di zecca; corsie 14: peso molecolare da 100 bp. 14.3. Presenza di Babesia nei campioni di zecca raccolti negli anni 2006-2007 In totale sono risultati positivi 19 campioni, di cui 4 raccolti nel sito 0 di Padriciano nel 2006 e 15 distribuiti tra le zecche provenienti dalle quattro stazioni del 2007 (Tabella 14.1). In tutti i siti è stato trovato almeno un campione positivo, eccetto nella stazione 01 di Basovizza. 106 Risultati Babesia ID 0 01 1G 1R 1V anno 2006 pool di ninfe adulti 4/112 0/22 0/32 0/10 / / / / / / località Padriciano Basovizza Basovizza Basovizza Basovizza anno 2007 pool di ninfe adulti 4/359 7/195 / / 0/8 1/5 2/22 0/4 0/7 1/2 Tabella 14.1. Numero di campioni positivi per Babesia raccolti nelle località di Padriciano e Basovizza nel biennio 2006-2007, tenendo conto dello stadio di sviluppo. La prevalenza di infezione annuale ha evidenziato un valore paragonabile tra i 2 anni di campionamento: 0.8% nel 2006 e 1.1% nel 2007. Per la stazione di Padriciano, l’andamento annuale si è dimostrato stabile, oscillando tra l’ 1.1% e 0.9% nei 2 anni. Al contrario, nel campionamento della località di Basovizza nell’anno 2006 (sito 01) non è stata riscontrata la presenza del patogeno, che invece è stata dimostrata nelle 3 raccolte a spot effettuate nel 2007 (siti 1R, 1V, 1G), ma in un’area a minor impatto ambientale. Le prevalenze nei 3 siti di Basovizza 2007 sono state decisamente più alte rispetto a Padriciano, con valori tra il 2.5% e 4.3% (Tabella 14.2). Osservando i dati di prevalenza di Babesia nelle zecche in relazione allo stadio di sviluppo si può notare che è maggiore il numero di adulti infetti rispetto a quello delle ninfe. ID Località prevalenza anno 2006, % ninfe adulti singola singole singoli prevalenza anno 2007, % zecca ninfe adulti singola zecca (ninfe + adulti) singole singoli (ninfe+adulti) 0 Padriciano 1.2 0.0 1.1 0.4 3.6 0.9 01 Basovizza 0.0 0.0 0.0 / / / 1G Basovizza / / / 0 20.0 3.4 1R Basovizza / / / 2.7 0.0 2.5 1V Basovizza / / / 0 50.0 4.3 TOTALE 0.8 1.1 Tabella 14.2. Valori di prevalenza per Babesia nei campioni di zecca raccolti nelle località di Padriciano e Basovizza nel biennio 2006-2007, riportati in base allo stadio di sviluppo e come valore cumulato. 107 Risultati Babesia 14.4. Identificazione della specie di Babesia Sequenze del gene per la β-tubulina I campioni risultati positivi all’amplificazione del gene per la β-tubulina di Babesia sono stati sequenziati. L’analisi di omologia ha permesso di evidenziare 2 gruppi genetici distinti: un gruppo di 2 sequenze simili tra loro e vicine alla specie B. divergens compongono il gruppo definito “gruppo B. divergens-like” (Figura 14.4 e 14.6), mentre 12 sequenze identiche tra loro hanno dimostrato un’alta omologia con la specie Babesia EU1 ed è stato definito “gruppo Babesia EU1-like” (Figura 14.5 e 14.6). Purtroppo per 5 campioni non è stato possibile ottenere una sequenza chiara che permettesse l’identificazione della specie; è stato possibile, però, confermare che le sequenze amplificate allineavano esclusivamente col genere Babesia. Gruppo B. divergens-like: 42-0FR5a 36-01FRa -------------GACATGATTCGTA-GCGTGCACCATAACACATAAGCTACATGACTGC CTGCCATATGATAGACTGTATGGGCGTGTGTTCACCAAAACACATAAGCTACATGACTGC 42-0FR5a 36-01FRa GTGGTTTGTGGCAAATGCCATGTCTTGCTTCACAATGTACTTCACCAAAGACTTTTATAT GTGGTTTGTGGCAAATGCCATGTCTTGCTTCACAATGTACTTCACCAAAGACTTTTATAT 42-0FR5a 36-01FRa TCAATGCGCTAACAACGACACAGAGCGGAACATACCACGGAGACAGTGACTTGCAACTGG TCAATGCGCTAACAACGACACAGAGCGGAACATACCACGGAGACAGTGACTTGCAACTGG 42-0FR5a 36-01FRa AGCGTGTTGATGTATTCTACAATGAAGCCGCTGGTGGGCGCTACGTCCCCCGTGCCATCT AGCGTGTTGATGTATTCTACAATGAAGCCGCTGGTGGGCGCTACGTCCCCCGTGCCATCT 42-0FR5a 36-01FRa TGATGGACCTGGAACCTGGAACCATG---------TGATGGACCTGGAACCCGGAACCATGGGACTCAGTA AGCT: introne AGCT: esone Figura 14.4. Allineamento multiplo delle sequenze corrispondenti al gene per la β-tubulina di Babesia dei campioni inclusi nel gruppo B. divergens-like. Le sigle corrispondono ai campioni di zecca risultati positivi per Babesia divergens 108 Risultati Babesia Gruppo Babesia EU1-like: 6-0FR5a 71-0FR4a 40-01FRa 44-01FRa 3-01FRa 37-0FR5a 340-0FR5a 81-0FR4a 384-0FR5a 97-0FR4a 82-0FR4a 29-0FRa AATATAGAGAGTGTGTAGATAGTGTGCATGATTATACACAAGTGTGTTTCGTGACCAGTA AATATAGAGAGTGTGTAGATAGTGTGCATGATTATACACAAGTGTGTTTCGTGACCAGTA AATATAGAGAGTGTGTAGAT-GTGTGCATGATTATACACAAGTGTGTTTCGTGACCAGTA AATATAGAGAGTGTGTAGAT-GTGTGCATGATTATACACAAGTGTGTTTCGTGACCAGTA AATATAGAGAGTGTGTAGAT-GTGTGCATGATTATACACAAGTGTGTTTCGTGACCAGTA -------------------TAGTGTGCATGATTATACACAAGTGTGTTTCGTGACCAGTA -ATATAGAGAGTGTGTAGAT-GTGTGCATGATTATACACAAGTGTGTTTCGTGACCAGTA ----TAGAGAGTGTGTAGATAGTGTGCATGATTATACACAAGTGTGTTTCGTGACCAGTA -ATATAGAGAGTGTGTAGAT-GTGTGCATGATTATACACAAGTGTGTTTCGTGACCAGTA -------AGAGTGTGTAGATAGTGTGCATGATTATACACAAGTGTGTTTCGTGACCAGTA -----AGAGAGTGTGTAGATAGTGTGCATGATTATACACAAGTGTGTTTCGTGACCAGTA ---ATAGAGAGTGTGTAGAT-GTGTGCATGATTATACACAAGTGTGTTTCGTGACCAGTA 6-0FR5a 71-0FR4a 40-01FRa 44-01FRa 3-01FRa 37-0FR5a 340-0FR5a 81-0FR4a 384-0FR5a 97-0FR4a 82-0FR4a 29-0FRa ATATGTATTCCTGCGCAATCTAAGTTGCTGGCAACACCTTGCGCAATGCATTCACAACGC ATATGTATTCCTGCGCAATCTAAGTTGCTGGCAACACCTTGCGCAATGCATTCACAACGC ATATGTATTCCTGCGCAATCTAAGTTGCTGGCAACACCTTGCGCAATGCATTCACAACGC ATATGTATTCCTGCGCAATCTAAGTTGCTGGCAACACCTTGCGCAATGCATTCACAACGC ATATGTATTCCTGCGCAATCTAAGTTGCTGGCAACACCTTGCGCAATGCATTCACAACGC ATATGTATTCCTGCGCAATCTAAGTTGCTGGCAACACCTTGCGCAATGCATTCACAACGC ATATGTATTCCTGCGCAATCTAAGTTGCTGGCAACACCTTGCGCAATGCATTCACAACGC ATATGTATTCCTGCGCAATCTAAGTTGCTGGCAACACCTTGCGCAATGCATTCACAACGC ATATGTATTCCTGCGCAATCTAAGTTGCTGGCAACACCTTGCGCAATGCATTCACAACGC ATATGTATTCCTGCGCAATCTAAGTTGCTGGCAACACCTTGCGCAATGCATTCACAACGC ATATGTATTCCTGCGCAATCTAAGTTGCTGGCAACACCTTGCGCAATGCATTCACAACGC ATATGTATTCCTGCGCAATCTAAGTTGCTGGCAACACCTTGCGCAATGCATTCACAACGC 6-0FR5a 71-0FR4a 40-01FRa 44-01FRa 3-01FRa 37-0FR5a 340-0FR5a 81-0FR4a 384-0FR5a 97-0FR4a 82-0FR4a 29-0FRa TGCAGAGCGGAACCTACCACGGAGACAGTGACCTGCAACTGGAGCGCGTTGATGTGTTCT TGCAGAGCGGAACCTACCACGGAGACAGTGACCTGCAACTGGAGCGCGTTGATGTGTTCT TGCAGAGCGGAACCTACCACGGAGACAGTGACCTGCAACTGGAGCGCGTTGATGTGTTCT TGCAGAGCGGAACCTACCACGGAGACAGTGACCTGCAACTGGAGCGCGTTGATGTGTTCT TGCAGAGCGGAACCTACCACGGAGACAGTGACCTGCAACTGGAGCGCGTTGATGTGTTCT TGCAGAGCGGAACCTACCACGGAGACAGTGACCTGCAACTGGAGCGCGTTGATGTGTTCT TGCAGAGCGGAACCTACCACGGAGACAGTGACCTGCAACTGGAGCGCGTTGATGTGTTCT TGCAGAGCGGAACCTACCACGGAGACAGTGACCTGCAACTGGAGCGCGTTGATGTGTTCT TGCAGAGCGGAACCTACCACGGAGACAGTGACCTGCAACTGGAGCGCGTTGATGTGTTCT TGCAGAGCGGAACCTACCACGGAGACAGTGACCTGCAACTGGAGCGCGTTGATGTGTTCT TGCAGAGCGGAACCTACCACGGAGACAGTGACCTGCAACTGGAGCGCGTTGATGTGTTCT TGCAGAGCGGAACCTACCACGGAGACAGTGACCTGCAACTGGAGCGCGTTGATGTGTTCT 6-0FR5a 71-0FR4a 40-01FRa 44-01FRa 3-01FRa 37-0FR5a 340-0FR5a 81-0FR4a 384-0FR5a 97-0FR4a 82-0FR4a 29-0FRa ACAATGAAGCCGCTGGTGGACGCTACGTGCCCCGTGCCATCCTCATGGACCTGGAACCCG ACAATGAAGCCGCTGGTGGACGCTACGTGCCCCGTGCCATCCTCATGGACCTGGAACCCG ACAATGAAGCCGCTGGTGGACGCTACGTGCCCCGTGCCATCCTCATGGACCTGGAACCCG ACAATGAAGCCGCTGGTGGACGCTACGTGCCCCGTGCCATCCTCATGGACCTGGAACCCG ACAATGAAGCCGCTGGTGGACGCTACGTGCCCCGTGCCATCCTCATGGACCTGGAACCCG ACAATGAAGCCGCTGGTGGACGCTACGTGCCCCGTGCCATCCTCATGGACCTGGAACCCG ACAATGAAGCCGCTGGTGGACGCTACGTGCCCCGTGCCATCCTCATGGACCTGGAACCCG ACAATGAAGCCGCTGGTGGACGCTACGTGCCCCGTGCCATCCTCATGGACCTGGAACCCG ACAATGAAGCCGCTGGTGGACGCTACGTGCCCCGTGCCATCCTCATGGACCTGGAACCCG ACAATGAAGCCGCTGGTGGACGCTACGTGCCCCGTGCCATCCTCATGGACCTGGAACCCG ACAATGAAGCCGCTGGTGGACGCTACGTGCCCCGTGCCATCCTCATGGACCTGGAACCCG ACAATGAAGCCGCTGGTGGACGCTACGTGCCCCGTGCCATCCTCATGGACC--------- 6-0FR5a 71-0FR4a 40-01FRa 44-01FRa 3-01FRa 37-0FR5a 340-0FR5a 81-0FR4a 384-0FR5a 97-0FR4a 82-0FR4a 29-0FRa GAACCAT--------GAACCATGACTCAGTA GAACCATGACTCAGTA GAACCATGACTCAGTA GAACCATGACTCAGTA GAACCATGACTCAGTA GAACCATGACTCAGTA GAACCATGACTCAGTA GAACCATGACTCAGTA GAACCATGA------GAACCATGA---------------------- AGCT: introne AGCT: esone Figura 14.5. Allineamento multiplo delle sequenze corrispondenti al gene per la β-tubulina di Babesia dei campioni inclusi nel gruppo Babesia EU1-like. Le sigle corrispondono ai campioni di zecca risultati positivi per Babesia EU-1 109 Risultati Babesia Le sequenze sono state sottoposte ad analisi filogenetica con il programma Multialin (http://bioinfo.genopole-toulouse.prd.fr/multalin/multalin.html). Come dimostra la figura 14.6, la sequenza 36-01, che rappresenta il gruppo B. divergens-like fa cluster (gruppo) con la specie B. divergens, mentre la sequenza 3-01 che rappresenta il gruppo Babesia EU1-like fa cluster con la specie Babesia EU1 corrispondente al controllo positivo SLO3. Theileria annulata AJ289245 Theileria annulata EF060268 B. microti AJ289250 B. microti AB083377 B. microti B. microti AB219803 B. microti AB124587 B. bovis AJ289247 B. bovis B. bovis XM001611566 B. odocoilei AY144705 B. odocoilei B. odocoilei AY144706 B. divergens AY144704 SLO1 strain B. divergens AJ289248 B. divergens B. divergens AY144703 BABBO strain 36-01 sample SLO3 strain B. sp.EU1 3-01 sample Theileria sergenti AJ289244 Homo sapiens NG002334 10 PAM 3-01 sample= Campione positivo rappresentante il gruppo B. EU1-like 36-01 sample= Campione positivo rappresentante il gruppo B. divergens-like SLO3 strain= B. EU1 (Controllo positivo) BABBO strain= B. divergens (Controllo positivo) SLO1 strain= B. divergens (Controllo positivo) SIGLA GI= Sequenze in banca dati GenBank Figura 14.6. Risultato dell’analisi filogenetica eseguita sulle sequenze del gene della β-tubulina di Babesia con il programma Multialin che utilizza le distanze PAM (Percent Accepted Mutation). Il campione 36-01 rappresenta il gruppo B. divergens-like, mentre il campione 3-01 rappresenta il gruppo Babesia EU1-like. 110 Risultati Babesia Amplificazione del gene 18S rRNA Sono stati sequenziati anche gli amplificati del gene 18S rRNA di Babesia di alcuni dei campioni positivi per la β-tubulina. L’analisi di omologia ha permesso di confermare che il raggruppamento in “gruppo Babesia EU1-like” e “gruppo B. divergens-like” era corretto, così come dimostrano le elaborazioni riportate in Figura 14.7, 14.8 e 14.9. Gruppo Babesia EU1-like: 44-01BABES5a 151-0BABES5a 3-01BABES5a 40-01BABES5a 340-0BABES5a 384-0BABES5a GAGATAATTCCAGCTCCAATAGCGTATATTAAACTTGTTGCAGTTAAAA-AGCTCGTAGT ---------------------------------CTTGTTGCAGTTAAAA-AGCTCGTAGT ---------------------------------------GCAGTTAAAA-AGCTCGTAGT ---------------------------------CTTGTTGCAGTTAAAA-AGCTCGTAGT ---------------------------------------------------GCTCGAAGT ---------------------------------CTTGTTGCAGTTAAAATAGCTCGTAGT 44-01BABES5a 151-0BABES5a 3-01BABES5a 40-01BABES5a 340-0BABES5a 384-0BABES5a TGAATTTCTGCGTTATCGAGTTATTGACTCTTGTCTTTAATCGATTTCGCTTTTGGGATT TGAATTTCTGCGTTATCGAGTTATTGACTCTTGTCTTTAATCGATTTCGCTTTTGGGATT TGAATTTCTGCGTTATCGAGTTATTGACTCTTGTCTTTAATCGATTTCGCTTTTGGGATT TGAATTTCTGCGTTATCGAGTTATTGACTCTTGTCTTTAATCGATTTCGCTTTTGGGATT TGAATTTCTGCGTTATCGAGTTATTGACTCTTGTCTTTAATCGATTTCGCTTTTGGGATT TGAATTTCTGCGTTATCGAGTTATTGACTCTTGTCTTTAATCGATTTCGCTTTTGGGATT 44-01BABES5a 151-0BABES5a 3-01BABES5a 40-01BABES5a 340-0BABES5a 384-0BABES5a TATCCCTTTTTACTTTGAGAAAATTAGAGTGTTTCAAGCAGACTTTTGTCTTGAATACTT TATCCCTTTTTACTTTGAGAAAATTAGAGTGTTTCAAGCAGACTTTTGTCTTGAATACTT TATCCCTTTTTACTTTGAGAAAATTAGAGTGTTTCAAGCAGACTTTTGTCTTGAATACTT TATCCCTTTTTACTTTGAGAAAATTAGAGTGTTTCAAGCAGACTTTTGTCTTGAATACTT TATCCCTTTTTACTTTGAGAAAATTAGAGTGTTTCAAGCAGACTTTTGTCTTGAATACTT TATCCCTTTTTACTTTGAGAAAATTAGAGTGTTTCAAGCAGACTTTTGTCTTGAATACTT 44-01BABES5a 151-0BABES5a 3-01BABES5a 40-01BABES5a 340-0BABES5a 384-0BABES5a CAGCATGGAATAATAGAGTAGGACTTTGGTTCTATTTTGTTGGTTTTTGAACCTTAGTAA CAGCATGGAATAATAGAGTAGGACTTTGGTTCTATTTTGTTGGTTTTTGAACCTTAGTAA CAGCATGGAATAATAGAGTAGGACTTTGGTTCTATTTTGTTGGTTTTTGAACCTTAGTAA CAGCATGGAATAATAGAGTAGGACTTTGGTTCTATTTTGTTGGTTTTTGAACCTTAGTAA CAGCATGGAATAATAGAGTAGGACTTTGGTTCTATTTTGTTGGTTTTTGAACCTTAGTAA CAGCATGGAATAATAGAGTAGGACTTTGGTTCTATTTTGTTGGTTTTTGAACCTTAGTAA 44-01BABES5a 151-0BABES5a 3-01BABES5a 40-01BABES5a 340-0BABES5a 384-0BABES5a TGGTTAATAGGAACGGTTGGGGGCATTCGTATTTAACTGTCAGAGGTGAAATTCTTAGAT TGGTTAATAGGAACGGTTGGGGGCATTCGTATTTAACTGTCAGAGGTGAAATTCTTAGAT TGGTTAATAGGAACGGTTGGGGGCATTCGTATTTAACTGTCAGAGGTGAAATTCTTAGAT TGGTTAATAGGAACGGTTGGGGGCATTCGTATTTAACTGTCAGAGGTGAAATTCTTAGAT TGGTTAATAGGAACGGTTGGGGGCATTCGTATTTAACTGTCAGAGGTGAAATTCTTAGAT TGGTTAATAGGAACGGTTGGGGGCATTCGTATTTAACTGTCAGAGGTGAAATTCTTAGAT 44-01BABES5a 151-0BABES5a 3-01BABES5a 40-01BABES5a 340-0BABES5a 384-0BABES5a TTGTTAAAGACGAACTACTGCGAAAGCTTTTGCCAAGGACGTTTCCATTAATCAAGAACG TTGTTAAAGACGAACTACTGCGAAAGCTTTTGCCAAGGACGTTTCCATTAATCAAGAACG TTGTTAAAGACGAACTACTGCGAAAGCTTTTGCCAAGGACGTTTCCATTAATCAAGAACG TTGTTAAAGACGAACTACTGCGAAAGCTTTTGCCAAGGACGTTTCCATTAATCAAGAACG TTGTTAAAGACGAACTACTGCGAAAGCTTTTGCCAAGGACGTTTCCATTAATCAAGAACG TTGTTAAAGACGAACTACTGCGAAAGCTTTTGCCAAGGACGTTTCCATTAATCAAGAACG 44-01BABES5a 151-0BABES5a 3-01BABES5a 40-01BABES5a 340-0BABES5a 384-0BABES5a AAAGTTAGGGGATCGAAGACGATCAGATACCGTCGTAGTCCTAACCATAAACTATGCCGA AAAGTTAGGGGATCGAAGACGATCAGATACCGTCGTAGTCCTAACCATAAACTATGCCGA AAAGTTAGGGGATCGAAGACGATCAGATACCGTCGTAGTCCTAACCATAAACTATGCCGA AAAGTTAGGGGATCGAAGACGATCAGATACCGTCGTAGTCCTAACCATAAACTATGCCGA AAAGTTAGGGGATCGAAGACGATCAGATACCGTCGTAGTCCTAACCATAAACTATGCCGA AAAGTTAGGGGATCGAAGACGATCAGATACCGTCGTAGTCCTAACCATAAACTATGCCGA 44-01BABES5a 151-0BABES5a 3-01BABES5a 40-01BABES5a 340-0BABES5a 384-0BABES5a CTAGGGATTGGAGGTCGTCATTTTTCCGACTCCTTCAGCACCTTGAGAGAAATCAAGGTC CTAGGGATTGGAGGTCGTCATTTTTCCGACTCCTTCAGCACCTTGAGAGAAATCA----CTAGGGATTGGAGGTCGTCATTTTTCCGACTCCTTCAGCACCTTGAGAGAAATCAAAGTC CTAGGGATTGGAGGTCGTCATTTTTCCGACTCCTTCAGCACCTTGAGAGAAATCAAAGTC CTAGGGATTGGAGGTCGTCATTTTTCCGACTCCTTCAGCACCTTGAGAGAAATCAAAGTC CTAGGGATTGGAGGTCGTCATTTTTCCGACTCCTTCAGCACCTTGAGAGAAATCAAAGTC Figura 14.7. Allineamento multiplo delle sequenze corrispondenti al gene 18S rRNA di Babesia dei campioni inclusi nel Gruppo Babesia EU1-like. Le sigle corrispondono ai campioni di zecca risultati positivi per Babesia 111 Risultati Babesia Gruppo B. divergens-like: gi|57472249|B. capreoli gi|55709804|B. divergens SLO1-BABES|B. divergens 36-01BABES| BABBO-BABES|B. div/cap CACCAGAGTAACAATTGGAGGGCAAGTCTGGTGCCAGC-AGCCGC-GGTA CACCAGAGTAACAATTGGAGGGCAAGTCTGGTGCCAGC-AGCCGC-GGTA -------------------------GTCTGGTGCCAGC-AGCCGC-GGTA -------------------------GTCTGGTGCCAGC-AGCCGC-G-TA -------------------------GTCTGGTGCCAGCGAGCCGCTGGTA gi|57472249| gi|55709804| SLO1-BABES| 36-01BABES| BABBO-BABES| AT-TCCAGCTCCAATAGCGTATATTAAACTTGTTGCAGTTAAAAAGCTCG AT-TCCAGCTCCAATAGCGTATATTAAACTTGTTGCAGTTAAAAAGCTCG AT-TCCAGCTCCAATAGCGTATATTAAACTTGTTGCAGTTAAAAAGCTCG AT-TCCAGCTCCAATAGCGTATATTAAACTTGTTGCAGTTAAAAAGCTCG ATATCCAGCTCCAATAGCGTATATTAAACTTGTTGCAGTTAAAAAGATCG gi|57472249| gi|55709804| SLO1-BABES| 36-01BABES| BABBO-BABES| TAGTTGAATTTTTGCGTGGTGTTAATATTGACTGATGT-CGAGATTGCAC TAGTTGAATTTTTGCGTGGTGTTAATATTGACTAATGT-CGAGATTGCAC TAGTTGAATTTTTGCGTGGTGTTAATATTGACTAATGT-CGAGATTGCAC TAGTTGAATTTTTGCGTGGTGTTAATATTGACTGATGT-CGAGATTGCAC TAGTTGAATTTTTGCGTGGTGTTAATATTGACTGATGTACGAGATTGCAC gi|57472249| gi|55709804| SLO1-BABES| 36-01BABES| BABBO-BABES| TTCGCTTTTGGGATTTTTCCCTTTTTACTTTGAGAAAATTAGAGTGTTTC TTCGCTTTTGGGATTTATCCCTTTTTACTTTGAGAAAATTAGAGTGTTTC TTCGCTTTTGGGATTTATCCCTTTTTACTTTGAGAAAATTAGAGTGTTTC TTCGCTTTTGGGATTTTTCCCTTTTTACTTTGAGAAAATTAGAGTGTTTC TTCGCTTTTGGGATTTTTCCCTTTTTACTTTGAGAAAATTAGAGTGCTTC gi|57472249| gi|55709804| SLO1-BABES| 36-01BABES| BABBO-BABES| AAGCAGACTTTTGTCTTGAATACTTCAGCATGGAATAATAGAGTAGGACT AAGCAGACTTTTGTCTTGAATACTTCAGCATGGAATAATAGAGTAGGACT AAGCAGACTTTTGTCTTGAATACTTCAGCATGGAATAATAGAGTAGGACT AAGCAGACTTTTGTCTTGAATACTTCAGCATGGAATAATAGAGTAGGACT AAGCAGACTTTTGTCTTGAATACTTCAGCATGGAATAATAGAGTAGGACT gi|57472249| gi|55709804| SLO1-BABES| 36-01BABES| BABBO-BABES| TTGGTTCTATTTTGTTGGTTTGTGAACCTTAGTAATGGTTAATAGGAACG TTGGTTCTATTTTGTTGGTTTGTGAACCTTAGTAATGGTTAATAGGAACG TTGGTTCTATTTTGTTGGTTTGTGAACCTTAGTAATGGTTAATAGGAACG TTGGTTCTATTTTGTTGGTTTGTGAACCTTAGTAATGGTTAATAGGAACG TTGGTTCTATTTTGTTGGTTTGTGAACCTTAATAATGGTTAATAGGAACG gi|57472249| gi|55709804| SLO1-BABES| 36-01BABES| BABBO-BABES| GTTGGGGGCATTCGTATTTAACTGTCAGAGGTGAAATTCTTAGATTTGTT GTTGGGGGCATTCGTATTTAACTGTCAGAGGTGAAATTCTTAGATTTGTT GTTGGGGGCATTCGTATTTAACTGTCAGAGGTGAAATTCTTAGATTTGTT GTTGGGGGCATTCGTATTTAACTGTCAGAGGTGAAATTCTTAGATTTGTT GTTGGGGGCATTCGTATTTAACTGTCAGAGGTGAAATTCTTAGATTTGTT gi|57472249| gi|55709804| SLO1-BABES| 36-01BABES| BABBO-BABES| AAAGACGAACTACTGCGAAAGCATTTGCCAAGGACGTTTTCATTAATCAA AAAGACGAACTACTGCGAAAGCATTTGCCAAGGACGTTTTCATTAATCAA AAAGACGAACTACTGCGAAAGCATTTGCCAAGGACGTTTTCATTAATCAA AAAGACGAACTACTGCGAAAGCATTTGCCAAGGACGTTTTCATTAATCAA AAAGACGAACTACTGCGAAAGCATTTGCCAAGGACGTTTTCATTAATCAA gi|57472249| gi|55709804| SLO1-BABES| 36-01BABES| BABBO-BABES| GAACGAAAGTTAGGGGATCGAAGACGATCAGATACCGTCGTAGTCCTAAC GAACGAAAGTTAGGGGATCGAAGACGATCAGATACCGTCGTAGTCCTAAC GAACGAAAGTTAGGGGATCGAAGACGATCAGATACCGTCGTAGTCCTAAC GAACGAAAGTTAGGGGATCGAAGACGATCAGATACCGTCGTAGTCCTAAC GAACGAAAGTTAGGGGATCGAAGACGATCAGATACCGTCGTAGTCCTAAC gi|57472249| gi|55709804| SLO1-BABES| 36-01BABES| BABBO-BABES| CATAAACTATGCCGACTAGGGATTGGAGGTCGTCATTTTTCCGACTCCTT CATAAACTATGCCGACTAGGGATTGGAGGTCGTCATTTTTCCGACTCCTT CATAAACTATGCCGACTAGGGATTGGAGGTCGTCATTTTTCCGACTCCTT CATAAACTATGCCGACTAGGGATTGGAGGTCGTCATTTTTCCGACTCCTT CATAAACTATGCCGACTAGGGATTGGAGGTCGTCATTTTTCCGACTCCTT gi|57472249| gi|55709804| SLO1-BABES| 36-01BABES| BABBO-BABES| CAGCACCTTGAGAGAAATCAAAGTCTTTGGGTTCTGGGGGGAGTATGGTC CAGCACCTTGAGAGAAATCAAAGTCTTTGGGTTCTGGGGGGAGTATGGTC CAGCACCTTGAGAGAAATCA-----------------------------CAGCACCTTGAGAGAAATCA-----------------------------CAGCACCTTGAGAGAAATCA------------------------------ Figura 14.8. Allineamento multiplo della sequenza corrispondente al gene 18S rRNA di Babesia del campione positivo 36-01BABES incluso nel Gruppo B. divergens-like con sequenze di controllo (SLO1-BABES = controllo positivo B. divergen; BABBO-BABES = controllo positivo per B. divergens GI 57472249 e GI 55709804 = sequenze in banca dati GenBank) 112 Risultati Babesia Con i primer per il gene 18S rRNA è stato possibile amplificare soltanto il campione 36-01 del gruppo B. divergens-like. L’analisi della sequenza 36-01 ha messo in evidenza un’omologia leggermente più alta con la specie B. capreoli, rispetto alla specie B. divergens, così come il controllo positivo BABBO (B. divergens) proveniente da Bologna. Il confronto con il controllo positivo SLO1 (B. divergens) indica che le specie B. divergens e B. capreoli sono estremamente vicine dal punto di vista genetico (Figura 14.8 e Tabella 14.3). campione omologia con le sequenze in GenBank B. divergens gi|55709804| B. capreoli gi|57472249| 36-01 99,4 % 99,8 % SLO1 100 % 99,6 % BABBO 98,2 % 98,6 % Tabella 14.3. Analisi di omologia tra le sequenze del gene 18 S rRNA ottenute dal campione 36-01 (gruppo B. divergens-like) e dai controlli positivi SLO1 (B. divergens) e BABBO (B. divergens). Le sequenze sono state sottoposte ad analisi filogenetica con il programma Multialin (http://bioinfo.genopole-toulouse.prd.fr/multalin/multalin.html). Come dimostra la Figura 14.9, la sequenza 36-01, che rappresenta il gruppo B. divergenslike, fa cluster (gruppo) con la specie B. divergens, ma nel cluster c’è anche B. capreoli, a conferma del fatto che queste due specie sono filogeneticamente molto simili tra loro. La sequenza 3-01, che rappresenta il gruppo Babesia EU1-like, fa indubbiamente cluster con il controllo positivo SLO3 (Babesia EU1) e con le sequenze della specie Babesia EU1 depositate in banca dati GenBank. 113 Risultati Babesia B. odocoilei AY046577 B. odocoilei AY237638 B. odocoilei B. odocoilei AY339761 3-01 sample B. sp. EU1 AY046575 B. sp. EU1 EF185818 B. sp. EU1 B. sp. EU1 AY553915 SLO3 strain B. sp. EU1 AY572457 BABBO strain SLO1 strain B. divergens 36-01 sample B. capreoli AY726010 B. capreoli B. capreoli AY726009 B. divergens EF458229 B. divergens AY046576 B. divergens B. divergens AY789076 G1 strain G2 strain B. microti AY693840 B. microti B. microti AY144700 B. microti AY144701 B. bovis EF643472 B. bovis EF458213 B. bovis B. bovis L31922 10 PAM 3-01 sample= Campione positivo rappresentante il gruppo B. EU1-like 36-01 sample= Campione positivo rappresentante il gruppo B. divergens-like SLO3 strain= B. EU1 (Controllo positivo) BABBO strain= B. divergens (Controllo positivo) SLO1 strain= B. divergens (Controllo positivo) G1 strain= B. microti (Controllo positivo) G2 strain= B. microti (Controllo positivo) SIGLA GI= Sequenze in banca dati GenBank Figura 14.9. Risultato dell’analisi filogenetica eseguita sulle sequenze del gene 18S rRNA di Babesia con il programma Multialin che utilizza le distanze PAM (Percent Accepted Mutation). Il campione 36-01 rappresenta il gruppo B. divergens-like, mentre il campione 3-01 rappresenta il gruppo Babesia EU1-like. 114 Risultati multiplex PCR 15. MULTIPLEX PCR La tecnica multiplex PCR consente di amplificare due o più bersagli genetici con coppie di primer specifiche per ogni singolo bersaglio, in un’unica reazione di amplificazione. Lo sviluppo di un protocollo specifico per l’identificazione simultanea di Borrelia, Rickettsia, Anaplasma e Babesia risulta di particolare utilità nel far risparmiare tempo e denaro quando si effettuano screening su grandi numeri oppure, nel caso di un’applicazione diagnostica, accelerare la risposta di laboratorio, soprattutto per quei casi che presentano una sintomatologia atipica difficilmente riconducibile, in tempi brevi, ad una specifica malattia trasmessa da zecche. 15.1. Creazione dei primer Le sequenze dei patogeni depositate in banca dati GenBank sono state allineate con il software ChromasPro Version 1.41. (Figura 15.1) al fine di individuare le regioni costanti presenti nelle diverse specie di ogni singolo patogeno. Figura 15.1. Parte dell’allineamento delle sequenze di diverse specie di Borrelia depositate in banca dati GenBank con il software ChromasPro Version 1.41. 115 Risultati multiplex PCR Su queste regioni costanti sono state disegnate le sequenze dei primer utilizzando il programma Primer 3 (http://frodo.wi.mit.edu/) disponibile in rete. Un esempio dell’elaborazione viene presentata in Figura 15.2. Figura 15.2. Elaborazione dei primer specifici per il gene epank1 di A. phagocytophilum nel sistema multiplex PCR In base all’elaborazione ottenuta con il programma Primer 3 sono stati scelti 4 set di primer di diverso peso molecolare del prodotto di amplificazione (Tabella 15.1), al fine di distinguerli su gel di agarosio. L’altra caratteristica che ha condizionato la scelta di queste 4 coppie è stata la temperatura di appaiamento di circa 58°C - 60°C, in modo da poter applicare un comune ciclo di amplificazione, in particolare, una temperatura di appaiamento egualmente favorevole alle 4 coppie di primer del sistema multiplex PCR. patogeno B. burgdorferi s. s. Babesia spp. bersaglio nome primer Sequenza primer 5’→3’ spazio intergenico 5S-23S gene 18S rRNA BORMUL1 BORMUL2 BABMUL1 BABMUL2 ANAMUL1 ANAMUL2 RICMUL1 RICMUL2 GAGTTCGCGGGAGAGTAAGTT TTTGCCAATTTGTTTATGCAAC GACGAACTACTGCGAAAGCA GTGCTGAAGGAGTCGGAAAA CTGTCGGCCACTCTCTTCTC ACGGACGAGCTTTCAATGAT GAGGATGATCAGCCACACTG AATTAAACCGCATGCTCCAC A. phagocytophilum gene epank1 Rickettsia spp. gene rRNA Tabella 15.1. 16S Peso dell’ amplificato 200 bp 153 bp 311 bp 638 bp Nomi e caratteristiche delle coppie di primer del sistema multiplex PCR disegnati con il programma Primer 3. 116 Risultati multiplex PCR 15.2.Verifica dell’efficienza dei primer Amplificazione con coppia singola di primer La verifica dell’efficienza delle singole coppie di primer è stata effettuata applicando il seguente protocollo: 2.5 o 5 µl del DNA estratto, 1X tampone di reazione per Taq polimerasi (New England Biolabs), 0.3 µM di ogni primer (Sigma-Genosys Ltd), 200 µM di ogni desossinucleotide (Eppendorf), 0.8 U di Taq polimerasi (New England Biolabs), e acqua ultrapura fino a un volume finale di 25 µl. Sono state effettuate diverse prove di amplificazione variando sia la temperatura e il tempo di appaiamento, che il tempo di allungamento. Le condizioni di PCR del ciclo riportato di seguito sono quelle che hanno dimostrato di favorire al meglio tutti e quattro i set di primer portando ad un prodotto di amplificazione ben visibile su gel di agarosio: PROGRAMMA “MULTIPLEX“ n° di cicli denaturazione T / t 1 95°C / 3’ 40 94°C / 1’ appaiamento T / t allungamento T / t 58°C / 1’ 72°C / 1’ 1 72°C / 15’ La valutazione della specificità di ogni coppia di primer verso quel patogeno per il quale è stata disegnata è stata effettuata includendo nelle analisi: 1) il DNA degli altri patogeni al fine di rilevare eventuali amplificazioni in comune con un patogeno che quella coppia di primer non doveva amplificare, 2) il DNA estratto da alcuni campioni di zecca al fine di accertare che nessuna delle 4 coppie fosse in grado di amplificare il genoma di I. ricinus. La coppia di primer BORMUL ha dimostrato un’elevata specificità di amplificazione per B. burgdorferi amplificando soltanto il DNA di Borrelia, anche nei campioni di zecca (Figura 15.3). Infatti, uno degli estratti di zecca è risultato positivo per il microrganismo, perciò è stato possibile dimostrato che BORMUL è in grado di amplificare in maniera specifica anche il DNA di Borrelia presente nelle zecche senza subire evidente inibizione (Figura 15.3A, corsia 5). 117 Risultati multiplex PCR 1 2 3 4 5 6 1 500 bp 500 bp 200 bp 200 bp 2 3 A) 4 5 6 B) Figura 15.3. Visualizzazione su gel di agarosio dell’amplificato da 200 bp ottenuto con la coppia di primer BORMUL specifica per B. burgdorferi s. l. A) corsia 1: PM 100 bp, corsia 2: Borrelia afzelii (controllo positivo), corsia 3: Borrelia garinii (controllo positivo), corsia 3: controllo negativo, lane 4, 5: DNA estratto da campioni di zecca. B) corsia 1: PM 100 bp, corsia 2: controllo negativo; corsia 3: Borrelia garinii (controllo positivo), corsia 4: Rickettsia helvetica, corsia 5: Anaplasma phagocytophilum, corsia 6: Babesia EU1. Anche la coppia di primer BABMUL ha dimostrato di essere specifica appaiandosi soltanto con le sequenze genomiche di Babesia. Infatti, come si può osservare in Figura 15.4 le corsie contenenti le amplificazioni del DNA degli altri patogeni e di zecca sono completamente negative. 1 2 3 4 5 6 1 2 3 4 5 6 7 500 bp 500 bp 200 bp 200 bp A) B) Figura 15.4. Visualizzazione su gel di agarosio dell’amplificato da 153 bp ottenuto con la coppia di primer BABMUL specifica per Babesia spp. (foto in contrasto) A) corsia 1: PM 100 bp, corsia 2: Babesia EU1 (controllo positivo); corsia 3: controllo negativo, lane 4, 5: DNA estratto da campioni di zecca, corsia 6: controllo negativo. B) corsia 1: PM 100 bp, corsia 2: Babesia EU1 (controllo positivo); corsia 3: controllo negativo, corsia 4: Rickettsia helvetica, corsia 5: Anaplasma phagocytophilum, corsia 6: Borrelia afzelii, corsia 7: Borrelia garinii. 118 Risultati multiplex PCR L’amplificazione con la coppia ANAMUL ha dimostrato che i genomi di Babesia, Borrelia e zecca non vengono amplificati, mentre ha evidenziato una banda positiva per il DNA di Rickettsia (Figura 15.5, corsia 10). Un’analisi di omologia effettuata con il database di GenBank ha fatto supporre che la coppia ANAMUL sia in grado di amplificare una parte del gene fusA di Rickettsia. Comunque, questa ipotesi verrà verificata in seguito tramite il sequenziamento e l’analisi di omologia del prodotto di amplificazione. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 500 bp 200 bp Figura 15.5. Visualizzazione su gel di agarosio dell’amplificato da 311 bp ottenuto con la coppia di primer ANAMUL specifica per A. phagocytophilum. Corsia 1: PM 100 bp, corsia 2: Anaplasma phagocytophilum (controllo positivo), corsia 3: controllo negativo, corsie 4-6: DNA estratto da campioni di zecca, corsia 7: controllo negativo, corsia 8: Borrelia afzelii, corsia 9: Borrelia garinii, corsia 10: Rickettsia helvetica, corsia 11: Babesia EU1, corsia 12: controllo negativo. Estremamente deludente è stata l’amplificazione con il set RICMUL dal momento che è stato in grado di amplificare anche il genoma degli altri procarioti, oltre a quello previsto di Rickettsia (Figura 15.6). Questa coppia di primer è stata scartata vista la sua eccessiva aspecificità. Dal momento che questa coppia di primer non riconosce il DNA di zecca, la sua unica applicazione può essere quella di evidenziare un qualsiasi DNA procariota in un esame preliminare del vettore. 119 Risultati multiplex PCR 1 2 3 4 500 bp 5 6 1 2 3 4 5 6 7 8 9 500 bp 200 bp 200 bp A) B) Figura 15.6. Visualizzazione su gel di agarosio dell’amplificato da 638 bp ottenuto con la coppia di primer ANAMUL specifica per Rickettsia spp. A) corsia 1: PM 100 bp, corsia 2: Rickettsia helvetica (controllo positivo), corsia 3: Rickettsia monacensis (controllo positivo - estratto di zecca), corsia 4: controllo negativo; lane 5, 6: DNA estratto da campioni di zecca. B) corsia 1: PM 100 bp, corsia 2: Rickettsia helvetica (controllo positivo), corsia 3: Rickettsia monacensis (controllo positivo - estratto di zecca), corsia 4: controllo negativo, corsia 5: Borrelia afzelii, corsia 6: Borrelia garinii, corsia 7: Anaplasma phagocytophilum, corsia 8: Babesia EU1, corsia 9: controllo negativo. Amplificazione con il sistema multiplex PCR Per l’ottimizzazione del sistema multiplex PCR con le coppie BORMUL, BABMUL e ANAMUL sono state effettuate varie prove a differenti concentrazioni di ogni coppia di primer simulando coinfezioni e valutando, anche in questo caso, la specificità del sistema. Le seguenti concentrazioni sono risultate ottimali per la produzione di amplificati ben visibili su gel di agarosio: 0.16 µM di ogni primer BORMUL, 0.12 µM di ogni primer BABMUL, 0.34 µM di ogni primer ANAMUL, in un volume finale di 25 µl contenente 2.5 µl del DNA estratto, 1X tampone di reazione per Taq polimerasi (New England Biolabs), 200 µM di ogni desossinucleotide (Eppendorf), 0.8 U di Taq polimerasi (New England Biolabs), acqua ultrapura. Il primo risultato positivo è stata l’osservazione che la contemporanea amplificazione del DNA di Anaplasma e Rickettsia da parte della coppia ANAMUL ha portato a 2 prodotti di amplificazione di peso molecolare diverso, quindi ben distinguibili su gel di agarosio: 311 bp per Anaplasma e circa 250 bp per Rickettsia (Figura 15.7A). 120 Risultati multiplex PCR 1 2 3 4 5 6 7 8 1 2 3 4 5 6 7 8 9 500 bp 200 bp 500 bp 200 bp A) B) Figura 15.7. Visualizzazione su gel di agarosio degli amplificati ottenuti con il sistema multiplex PCR: A) corsia 1: controllo negativo, corsia 2: Borrelia garinii+Rickettsia helvetica, corsia 3: controllo negativo, corsia 4: Borrelia garinii+Rickettsia helvetica+ Anaplasma phagocytophilum, corsia 5: controllo negativo, corsia 6: Borrelia garinii+Anaplasma phagocytophilum, corsia 7: controllo negativo, corsia 8: PM 100 bp. B) corsia 1: PM 100 bp, corsia 2: Borrelia garinii, corsia 3: controllo negativo, corsia 4: Babesia EU1, corsia 5: controllo negativo, corsia 6: Babesia EU1+ Borrelia garinii, corsia 7: controllo negativo, corsie 8, 9: DNA estratto da campioni di zecca. D’altro canto, come si può osservare nella Figura 15.7B, l’amplificazione multiplex PCR con tutte e tre le coppie di primer ha portato alla sintesi di una banda inattesa di circa 300 bp riferita al DNA di Babesia. Come mostra la Figura 15.8, questa banda inattesa si è dimostrata riproducibile quando nella soluzione di amplificazione erano contemporaneamente presenti le coppie BABMUL e BORMUL. Infatti, l’amplificazione del DNA di Babesia con la contemporanea presenza di BABMUL e ANAMUL, senza BORMUL, nella soluzione di reazione non ha prodotto la banda da 300 bp (Figura 15.9). 121 Risultati multiplex PCR 1 2 3 4 5 6 500 bp 200 bp Figura 15.8. Visualizzazione su gel di agarosio degli amplificati ottenuti con sistema BABMUL + BORMUL: corsia 1: PM 100 bp, corsia 2: Borrelia garinii, corsia 3: controllo negativo, corsia 4: Babesia EU1, corsia 5: controllo negativo, corsia 6: Babesia EU1+ Borrelia garinii. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 500 bp 200 bp Figura 15.9. Visualizzazione su gel di agarosio degli amplificati ottenuti con il sistema BABMUL +ANAMUL: corsia 1: Babesia EU1, corsia 2: controllo negativo, corsia 3: Rickettsia helvetica, corsia 4: controllo negativo, corsia 5: Anaplasma phagocytophilum, corsia 6: controllo negativo, corsia 7: Babesia EU1+Rickettsia helvetica, corsia 8: controllo negativo, corsia 9: Babesia EU1+Anaplasma phagocytophilum, corsia 10: controllo negativo, corsia 11, 12: DNA estratto da campioni di zecca, corsia 13: PM 100 bp, corsia 14: Babesia EU1+Rickettsia helvetica+ Anaplasma phagocytophilum. In ogni caso questo problema non compromette l’uso di questo sistema multiplex PCR dal momento che Babesia ha dimostrato una prevalenza sul territorio di circa l’1% (vedi pag. 107). Ciò significa che i pochi campioni positivi per Babesia possono venir riamplificati con singole PCR specifiche per Babesia e Anaplasma, dato che la banda inattesa copre il segnale di quest’ultima. Questa multiplex PCR è un sistema di screening che apporta un’enorme risparmio di tempo e denaro nell’analisi di campioni su vasta scala, anche nel caso venga riamplificato l’1% di essi. 122 Risultati pazienti 16. ANALISI DI CAMPIONI BIOLOGICI DA PAZIENTI I sistemi di amplificazione impiegati per lo screening dei patogeni in zecca sono stati testati anche su alcuni campioni biologici di pazienti allo scopo di verificare la loro specificità di amplificazione anche partendo da estratti di campioni clinici e, quindi, considerare la loro applicazione in campo diagnostico. Innanzitutto era fondamentale verificare che questi sistemi non fossero in grado di amplifica il DNA umano. Le prove sono state effettuate su un estratto da sangue del paziente 52 e su un estratto da sangue e uno da CSF del paziente 53. Entrambi i pazienti riportavano una storia pregressa di borreliosi, seguita da trattamenti farmacologici con antibiotici. Il sistema nested-PCR specifico per il gene plasmidico ospA di B. burgdorferi, già impiegato con successo dal nostro laboratorio nella diagnosi di Lyme di numerosi pazienti (Floris et al., 2007), è stato usato per verificare l’infezione da Borrelia dei pazienti 52 e 53. Come si può vedere in Figura 16.1, entrambi i pazienti sono risultati completamente negativi. 1 2 3 4 5 6 7 400 bp Figura 16.1. Visualizzazione su gel di agarosio dell’amplificato (nested-PCR) da 391 bp ottenuto con primer specifici per il gene plasmidico ospA di B. burgdorferi; corsia 1: PM 100 bp, corsia 2: B. burgdorferi (controllo positivo), corsia 3: controllo negativo, corsie 4: DNA estratto da sangue (paziente 52), corsia 5: controllo negativo, corsia 6: DNA estratto da sangue (paziente 53), corsia 7: DNA estratto da CSF (paziente 53). Le amplificazioni con primer specifici per il gene epank1 di A. phagocytophilum e per il gene 16S rRNA di Rickettsia hanno dimostrato di non amplificare il DNA umano: i controlli positivi presenti nelle corse elettroforetiche di Figura 16.2 sono particolarmente intensi perchè è stato caricato l’intero volume di PCR dei campioni al fine di visualizzazione ogni possibile banda aspecifica nelle corsie 4, 6 e 7 corrispondenti ai campioni biologici. In ogni amplificazione è stato inserito anche un esperimento di spike DNA (corsie 9, Figura 16.2 A e B) che dimostra come il sistema non subisca inibizioni in presenza di DNA estratto da campioni di sangue. 123 Risultati pazienti 1 2 3 4 5 6 7 8 9 1 2 3 4 5 6 7 8 9 500 bp 500 bp 200 bp 200 bp A) B) Figura 16.2. Visualizzazione su gel di agarosio: A) amplificato da 311 bp di A. phagocytophilum ottenuto primer specifici per il gene epank1; corsia 1: PM 100 bp, corsia 2: Anaplasma phagocytophilum (controllo positivo), corsia 3: controllo negativo, corsie 4: DNA estratto da sangue (paziente 52); corsia 5: controllo negativo, corsia 6: DNA estratto da sangue (paziente 53), corsia 7: DNA estratto da CSF (paziente 53), corsia 8: controllo negativo, corsie 9: DNA estratto da sangue (paziente 52)+Anaplasma phagocytophilum (controllo positivo). B) amplificato da 757 bp di Rickettsia spp. ottenuto primer specifici per il gene 16S rRNA; corsia 1: PM 100 bp, corsia 2: Rickettsia helvetica (controllo positivo), corsia 3: controllo negativo, corsie 4: DNA estratto da sangue (paziente 52); corsia 5: controllo negativo, corsia 6: DNA estratto da sangue (paziente 53), corsia 7: DNA estratto da CSF (paziente 53), corsia 8: controllo negativo, corsie 9: DNA estratto da sangue (paziente 52)+Rickettsia helvetica (controllo positivo). L’analisi tramite nested-PCR con il set di primer specifico per il gene che codifica la βtubulina di Babesia ha evidenziato delle bande positive negli estratti da sangue (Figura 16.3). 1 2 3 4 5 6 7 8 500 bp 200 bp Figura 16.3. Visualizzazione su gel di agarosio dell’amplificato del genoma di Babesia spp. ottenuto primer specifici per il gene che codifica la β-tubulina; corsia 1: PM 100 bp, corsia 2: Babesia EU1 (controllo positivo), corsia 3: controllo negativo, corsie 4: DNA estratto da sangue (paziente 52); corsia 5: controllo negativo, corsia 6: DNA estratto da sangue (paziente 53), corsia 7: controllo negativo, corsia 8: DNA estratto da CSF (paziente 53). 124 Risultati pazienti Gli amplificati sono stati sequenziali e l’analisi di sequenza ha dimostrato che corrispondono a un frammento di DNA umano (accession n° XR041042). Purtroppo questo sistema di amplificazione non può essere applicato su campioni biologici umani. Anche il nuovo sistema di amplificazione multiplex PCR è stato testato sui campioni biologici dei pazienti 52 e 53. L’analisi di spike DNA effettuata sui controlli positivi (Figura 16.4, corsie 2-5) non ha evidenziato alcuna particolare inibizione sul prodotto specifico dell’amplificazione; in più, sembra ci sia una parziale inibizione della banda aspecifica ottenuta nel set-up del sistema multiplex PCR con il DNA di Babesia (vedi pag. 121). Nella Figura 16.4 si osservano anche delle bande non attese nei due campioni di sangue dei pazienti 52 e 53, evidentemente dovute all’amplificazione del DNA umano. Visto che l’altezza delle bande non interferisce con la visualizzazione delle bande specifiche per i quattro agenti patogeni, queste potrebbero essere utili come controllo interno dell’efficienza di estrazione del DNA totale nei casi in cui si ottiene un risultato negativo, in cui, cioè, non si può escludere che l’estrazione del DNA sia fallita. Inoltre, sembra che queste bande specifiche per il DNA umano non vengono prodotte, o prodotte in parte, nei casi in cui c’è un risultato positivo per un agente patogeno. Futuri approfondimenti e verifiche su un più alto numero di campioni potranno portare maggiori conferme a questi primi risultati. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 500 bp 200 bp Figura 16.4. Visualizzazione su gel di agarosio degli amplificati ottenuti con il sistema multiplex PCR; corsia 1: PM 100 bp, corsia 2: Borrelia garinii+ DNA estratto da sangue (paziente 52), corsia 3: Rickettsia helvetica+ DNA estratto da sangue (paziente 52), corsie 4: Anaplasma phagocytophilum +DNA estratto da sangue (paziente 52), corsia 5: Babesia EU1+ DNA estratto da sangue (paziente 52), corsia 6: controllo negativo, corsie 7: DNA estratto da sangue (paziente 52); corsia 8: controllo negativo, corsia 9: DNA estratto da sangue (paziente 53), corsia 10: DNA estratto da CSF (paziente 53), corsia 11: controllo negativo. 125 Discussione e conclusioni DISCUSSIONE CONCLUSIONI Discussione e conclusioni 17. DISCUSSIONE E CONCLUSIONI Questo studio ha permesso di valutare la distribuzione e la prevalenza d’infezione da B. burgdorferi, Rickettsia, A. phagocytophilum, virus TBE e Babesia nel vettore zecca I. ricinus in regione FVG e area transfrontaliera slovena. Va sottolineato che per la prima volta è stata dimostrata la circolazione del virus TBE, Rickettsia e Babesia nelle zecche presenti sul territorio regionale. Abbondanza delle zecche I. ricinus Il rischio di malattie trasmesse da zecche, ossia la borreliosi di Lyme, encefalite TBE, anaplasmosi HGA, rickettsiosi e babesiosi, dipende dalla prevalenza dell’infezione e dall’abbondanza delle zecche. Quest’ultima caratteristica viene influenzata da molti fattori, comprese le condizioni climatiche ed ecologiche e quindi dalle caratteristiche del territorio. In questo studio si è quindi suddiviso il territorio esaminato in 4 aree biogeografiche omologhe dal punto di vista climatico e vegetazionale: area alpina (Zona 1), prealpina (Zona 2), bosco planiziale (Zona 3) e Carso (Zona 4). Le zecche raccolte nelle quattro aree biogeografiche hanno dimostrato una dinamica di abbondanza unimodale, simile a quello riscontrato nella Provincia di Belluno (Piccolini et al., 2006), ovvero, un solo picco in primavera, seguito da un progressivo calo, e non bimodale come riportato da altri studi in zone endemiche (Manilla, 1998). Questo potrebbe esser dovuto ad un aumento della piovosità rilevato nelle stagione autunnale, accompagnato da brevi, ma bruschi cali di temperatura avvenuti ad intervalli intermittenti tra ottobre e novembre. Inoltre, una diversa circolazione degli animali ospiti in questa stagione potrebbe aver influenzato l’abbondanza e attività delle zecche. L’area biogeografica che ha mostrato una netta prevalenza nell’abbondanza di I. ricinus è risultata essere il Carso (Zona 4). Questo dato sembra essere correlato alle caratteristiche ambientali favorevoli al ciclo biologico del vettore. Già in precedenza, infatti, era stato dimostrato come gli ecotopi caratteristici del Carso, in particolare le doline, tipiche depressione del terreno con alta umidità relativa, escursione termica elevata e ricca vegetazione, fornissero un ambiente favorevole alla sopravvivenza e all’attività del vettore (Cinco et al., 1998c; Altobelli et al., 2001). 126 Discussione e conclusioni Identificazione di B. burgdorferi in I. ricinus La prevalenza d’infezione annuale per B. burgdorferi è risultata del 23 % circa, molto vicina al valore massimo europeo che è del 25% (Randolph, 2001), con un incremento dalla zona montagnosa verso il litorale: è risultata minore nell’area alpina (Zona 1) e massima nelle stazioni dell’area carsica (Zona 4). Infatti, sul Carso è stato registrato un valore medio di prevalenza annuale superiore al 40 % sia nelle zecche raccolte nel 2005 che nel 2006. Questi risultati rispecchiano quelli riportati in uno studio condotto nel 1998 in una ristretta area del Carso che stimava un’infezione media del 37% (Cinco et al., 1998b) e dimostrano chiaramente che questa deve essere considerata una zona ad alto rischio per la borreliosi di Lyme. L’elaborazione tramite GIS di una mappa del rischio di infezione da B. burgdorferi nel Friuli Venezia Giulia ha confermato che l’area a maggior rischio è proprio il Carso, in particolare il Carso goriziano. L’altipiano carsico differisce dalle altre aree biogeografiche anche per l’alta presenza d’ospiti rientranti nel ciclo biologico di I. ricinus, in particolare i caprioli (Capreolus capreolus), sui quali la zecca può effettuare il pasto di sangue (Chemini et al., 1997). I caprioli contribuiscono al mantenimento di Borrelia in natura permettendo la trasmissione del microrganismo da esemplari di I. ricinus infetti ad altri esemplari non infetti durante il pasto di sangue tramite il fenomeno del cofeeding. I dati forniti dall’Istituto Regionale per la Salvaguardia dell’Ambiente e della Fauna riportano sul Carso un numero medio di 11 caprioli/100 ha, con punte di 30 esemplari/100 ha in ambiente suburbano. D’altro canto, nell’area prealpina (Zona 2) ed alpina (Zona 1) il numero di caprioli/100 ha scende a 4,02 e 2,74 rispettivamente. L’elaborazione tramite GIS ha confermato che i dati di densità dei caprioli correlano con l’abbondanza di zecche e perciò, indirettamente, influenzano la circolazione di Borrelia (Altobelli et al., 2008). Inoltre, è stata osservata una percentuale maggiore di zecche adulte infette da B. burdorferi rispetto alle ninfe: questo può essere legato al maggiore numero di pasti di sangue effettuati dagli adulti. Tale andamento è sovrapponibile a quello di un altro studio italiano effettuato nella regione Toscana (Bertolotti et al., 2006) e perfettamente in linea con quanto riportato da una analisi comparata eseguita a livello europeo (Rauter et al., 2005). L’identificazione delle genospecie di B. burgdorferi in un dato territorio è molto importante dal momento che ogni genospecie porta a manifestazioni cliniche peculiari in relazione al diverso tropismo tissutale. La genotipizzazione dei campioni di zecca risultati positivi per l’infezione da B. burgdorferi ha dimostrato che B. afzelii è la specie più diffusa, seguita da B. garinii, mentre B. burgdorferi s.s. è presente soltanto in minima parte, così come riscontrato a livello europeo (Rauter et al., 2005). La netta prevalenza di B. afzelii nell’area di 127 Discussione e conclusioni studio suggerisce una maggior circolazione del microrganismo tra roditori vista l’associazione tra B. afzelii e questi piccoli ospiti vertebrati (Piesman and Gern, 2004). I nostri risultati, invece, sono alquanto diversi da quelli ottenuti da uno studio in Toscana in cui l’ 82.9% degli esemplari di I. ricinus era infetto da B. lusitanie, assente nelle zecche raccolte in FVG. La differenze è probabilmente da imputarsi alla diversa presenza d’ospiti serbatoio in Toscana, in particolare la lucertola (Tomassone et al., 2005). La genotipizzazione di Borrelia nelle zecche supporta i risultati di alcuni studi effettuati su pazienti affetti da borreliosi di Lyme residenti in regione FVG. In tutti questi studi è stato dimostrato che la specie infettante era generalmente B. afzelii, meno frequenti le infezioni da B. garinii e ancor meno da B. burgdorferi s. s. (Cinco et al.1989; Ciceroni et al., 2001; Floris et al., 2007). Molto interessante il fatto di aver trovato nelle zecche alcuni pattern atipici non osservati nei pazienti, e che dall’analisi di omologia sono risultati essere delle varianti genetiche di B. garinii e B. afzelii; uno dei pattern atipici, denominato P1, ha dimostrato di formare addirittura un cluster a se stante (Menardi et al., 2008). Queste differenze tra pazienti e zecche potrebbe indicare la circolazione di varianti genetiche di Borrelia con scarsa infettività verso l’uomo, evento già riscontrato per alcuni serotipi del patogeno (Hu et al., 2001). Le pluriinfezioni con differenti specie di Borrelia sono comuni nelle zecche raccolte in Europa e in passato sono state riscontrate anche nella nostra regione (Cinco et al., 1998b; Ciceroni and Ciarrocchi, 1998; van Dam, 2002). La conferma riportata in questo lavoro della presenza di zecche pluriinfette suggerisce la necessità di valutare le coinfezioni nella popolazione residente. Un recente studio effettuato dal nostro laboratorio su un piccolo gruppo di pazienti con diagnosi di Lyme ha dimostrato che i pazienti con una sintomatologia ancora più complessa di quella causata dal morbo di Lyme, risultavano infetti da più specie di Borrelia suggerendo un legame tra manifestazione clinica e plurinfezione (Floris et al., 2007). Identificazione di Rickettsia in I. ricinus. Questo studio dimostra che Rickettsia è presente in maniera omogenea nelle zecche di tutta l’area di studio e che i picchi di prevalenza si trovano nella parte centrale della regione FVG, a cavallo delle aree alpina e prealpina. La prevalenza di Rickettsia osservata in questa indagine (4.5% - 6.1%), è simile a quella riportata nella vicina regione Veneto (1.6%–6%) e negli stati confinanti della Slovenia e dell’Austria, dove la percentuale di infezione delle zecche è di 4.6% e 4.8%, rispettivamene (Rehacek et al. 1997; Prosenc et al. 2003; Piccolin et al. 2006). 128 Discussione e conclusioni Nell’anno 2006 la stazione di Socchieve (ID 5) è risultata negativa, mentre un dato di prevalenza simile a quello registrato nell’anno precedente è stato rilevato nella vicina stazione 36; la stazione di Kranjska Gora (ID 1), priva di Rickettsia durante l’anno 2005, è risultata tra le località a maggior prevalenza di infezione pur essendo le vicine stazioni scarsamente infette. Questa osservazione dimostra che la presenza di Rickettsia sul territorio è suscettibile di variazioni spazio-temporali. Il sequenziamento dei campioni risultati positivi per Rickettsia ha rivelato la presenza di R. helvetica, specie potenzialmente patogena per l’uomo, in tutte le aree biogeografiche, associata a R. monacensis soprattutto nell’area carsica (Zona 4) e nel bosco planiziale (Zona 3). La genotipizzazione ha confermato i risultati di uno studio precedente che documenta la presenza di R. helvetica in Slovenia (Prosenc et al. 2003). Nel 2006, Cinco et al. dimostrarono la presenza di anticorpi contro R. helvetica in guardie forestali della regione FVG, suggerendo che questa specie è presente nelle zecche a livello locale. Ad oggi, in regione sono stati descritti soltanto due casi di rickettsiosi, ma non è stata identificata la specie (Ciceroni et al. 2006). La presenza di forme lievi di rickettsiosi (senza rash cutaneo) causate da R. helvetica nel nord-est d’Italia fanno supporre che forme cliniche lievi o subcliniche di rickettsiosi sfuggano alla diagnosi, soprattutto in aree non endemiche (Fournier et al. 2004) come lo è la regione FVG. Nell’area di studio abbiamo rilevato la presenza di R. monacensis, identificata per la prima volta in un campione di I. ricinus raccolto in Germania e recentemente riconosciuta come la causa di una forma di rickettsiosi in Spagna (Simser et al. 2002, Jado et al. 2007). Questo è il primo rapporto sulla presenza di R. monacensis nelle zecche raccolte in FVG e area transfrontaliera slovena, e il secondo rilevamento fatto nella parte nord-orientale dell’Italia dopo quello descritto da Beninati et al. (2002) in Trentino. La presenza di R. monacensis nell’area di studio indica che forme lievi di rickettsiosi potrebbero essere dovute all’infezione con questa specie. L’evidenza clinica di rickettsiosi viene generalmente validata da analisi sierologiche, principalmente tramite immunofluorescenza (MIF), ma questo metodo non è in grado di distinguere tra le varie specie di Rickettsia del gruppo SFG (Fournier et al. 2000). L’analisi di sequenza del gene 16S rRNA di un campione positivo raccolto nell’area alpina (ID 2) ha dimostrato un’alta omologia con la specie R. limoniae descritta in Belgio (accession no. AF322443) di cui non si conosce l’eventuale ruolo patogeno (Perlman et al. 2006). Identificazione di A. phagocytophilum in I. ricinus I primi due casi umani di anaplasmosi HGA in Italia sono stati descritti proprio in regione FVG (Ruscio et al., 2003) seguiti da poche casistiche (Beltrame et al., 2006), suggerendo una 129 Discussione e conclusioni scarsa circolazione del microrganismo che si correla perfettamente con i bassi livelli di prevalenza per A. phagocytophilum nelle zecche rilevati in questa indagine. Ricerche precedenti hanno riportato prevalenze ben più alte comprese tra l’8% e il 24% (Cinco et al., 1998b), il che suggerisce che in realtà la prevalenza annuale di Anaplasma potrebbe essere ben più variabile dei valori di 1.6% e 0.7% riscontrati nel biennio 2005-2006. Nella vicina provincia di Trento è stata riportata una prevalenza di Anaplasma nelle zecche del 9.87%, con un picco addirittura del 57.14% (Mantelli et al., 2006) che potrebbe esser correlato alla densità, in quel territorio, di piccoli roditori e caprioli, che si sono dimostrati validi ospiti serbatoio per Anaplasma (Beninati et al., 2006). Le anaplasmosi sintomatiche in Europa sembrano rare; fino al 2005 sono stati riportati 66 casi, a differenza di una seroprevalenza media del 6,2%, con punte del 21% in alcuni stati europei, mentre la prevalenza media nelle zecche infette è risultata del 3% (Dumler et al., 2005). Studi siero-epidemiologici suggeriscono che molte infezioni non vengono riconosciute, e in aree endemiche la popolazione infettata varia tra il 15 % e 36% (Bakken et al., 1998; Aguero-Rosenfeld et al., 2002). In uno studio condotto in Slovenia, tra il gennaio 1996 e dicembre 2004, a 24 pazienti adulti è stata confermata la diagnosi da HGA (LotricFurlan et al., 2006). In Austria sono stati diagnosticati 5 casi consecutivi di HGA nel biennio 2003-2004 (Walder et al., 2006), mentre il 9% dei donatori sani è risultato positivo alla sierologia per A. phagocytophilum (Walder et al., 2003a). Uno studio serologico condotto da questo laboratorio (Cinco et al., 2004) su un gruppo di forestali del FVG ha evidenziato la presenza di anticorpi anti- A. phagocytophilum compreso tra 0.6% e 8.8%; questo valore massimo è paragonabili a quelli riportati per la stessa categoria di lavoratori a rischio operanti in Slovenia (11.4% - 10.7% ) (Rojko et al., 2006) e in altri paesi europei (7.2%-15.0%) (Grzeszczuk et al., 2004). La discrepanza tra la seroprevalenza e numero di casi sintomatici potrebbe esser dovuta una certa difficoltà nell’effettuare una diagnosi corretta di HGA, per cui alcuni casi potrebbero sfuggire. Identificazione del virus TBE in I. ricinus I nostri risultati dimostrano, per la prima volta la presenza del virus TBE nelle zecche I. ricinus raccolte in regione FVG. L’analisi della prevalenza in relazione alle zone fitoclimatiche evidenzia un andamento crescente dalla costa verso l’arco alpino. Il virus è stato rilevato in tutte le stazioni campionate nel 2005, eccetto in una, con una prevalenza più elevata nell’area alpina (Zona 1), seguita dall’area prealpina (Zona 2), da entrambi i lati del confine italo-sloveno. Queste località corrispondono a quelle in cui sono stati diagnosticati la maggior parte dei casi di TBE e dove la seroprevalenza per il virus arriva al 11.7% nella 130 Discussione e conclusioni popolazione residente (Beltrame et al., 2005), alquanto alta se confrontata con la prevalenza tra lo 0.5% e 5% riscontrata in aree endemiche in Europa (Charrel et al., 2004). La prevalenza di infezione da virus TBE è stata maggiore nelle zecche adulte rispetto alle ninfe probabilmente dovuto al fenomeno del cofeeding, favorito dal maggiore numero di pasti di sangue effettuati dagli adulti. L’analisi di sequenza della regione non codificante all’estremità 5’ (5’-NCR) del genoma virale ha dimostrato un’omologia del 98.4% con il sottotipo Western European TBE (Floris et al., 2006). Questi dati sono in linea con quelli ottenuti in precedenza da Hudson et al., 2001, il quale riporta che alcuni isolati di virus TBE provenienti dalle province di Trento e Belluno appartengono al sottotipo Western European. Inoltre, la totale omologia tra il ceppo IR 454 isolato nel bellunese e le sequenze presenti nelle zecche provenienti dalla nostra regione dimostrano una leggera mutazione rispetto al ceppo europeo Neudoerfl, suggerendo una microevoluzione del virus TBE che circola nel nord-est d’Italia. L’alta prevalenza di virus TBE riscontrato nell’area di studio appare inaspettata se consideriamo la bassa incidenza di casi umani di TBE diagnosticati in regione: questo può essere dovuto ad una sottodiagnosi dei casi clinici di TBE considerando che l’infezione può decorrere in forma asintomatica nel 70% dei casi (Kaiser et al.,1999). Infatti, studi di sorveglianza serologica suggeriscono che nelle zone endemiche le infezioni umane asintomatiche o sub-cliniche oscillano tra il 70% e il 95% dei casi (Gritsun et al., 2003). In realtà, in zone quali la regione FVG, considerate non-endemiche per l’encefalite TBE, non è stato attuato alcun screening routinario della presenza di anticorpi in pazienti con infezioni non-batteriche del liquido cerebrospinale. Inoltre, altri fattori che possono marcatamente influenzare il reale quadro epidemiologico dell’encefalite TBE in regione, quali differenza nella ospedalizzazione e notifica dei casi meno gravi, non sono ancora stati stimati. I nostri dati suggeriscono la possibilità di casi non diagnosticati tra la popolazione residente in aree considerate non endemiche. Identificazione di Babesia in I. ricinus In questo lavoro è stata dimostrata, per la prima volta, la presenza di Babesia nelle zecche raccolte sul Carso triestino. L’analisi della prevalenza di Babesia nei due anni di campionamento ha riportato un valore paragonabile (0.8% e 1.1%) suggerendo una distribuzione relativamente bassa e costante sul territorio. I siti 1R, 1G, 1V localizzati ad una certa distanza dal centro abitato, hanno evidenziato valori di prevalenza decisamente superiori rispetto a quelli ottenuti a Padriciano, mentre nel sito 01, molto vicino al centro abitato, Babesia è risultata del tutto assente. Ciò può esser dovuto alla presenza o meno di adeguati 131 Discussione e conclusioni animali ospiti che hanno limitato la diffusione del patogeno, come dimostrano studi condotti in Slovenia e in Francia dove la presenza di Babesia è stata rilevata nella maggior parte dei caprioli analizzati evidenziando il loro ruolo cruciale nel mantenimento e diffusione del patogeno in un determinato territorio (Duh et al., 2005 e Bonnet et al., 2007). Riguardo la genospecie di Babesia, mediante amplificazione del gene della β-tubulina, è stato possibile ipotizzare che l’amplificato apparteneva alla specie B. divergens o a specie geneticamente correlate. Il sequenziamento degli amplificati del gene per la β-tubulina e del gene 18S rRNA ha permesso di identificare i campioni positivi come omologhi alle specie B. divergens e Babesia EU1. Questo è un risultato molto importante dal momento che B. divergens è la specie prevalente nei casi umani di babesiosi europea (Genchi, 2007). Geneticamente correlata a quest’ultima è la specie Babesia EU1, confermata come specie patogena per l’uomo dopo il suo isolamento in due pazienti affetti da babesiosi, residenti in Emilia Romagna e in Austria (Herwaldt et. al., 2003). Si è inoltre scoperto che la medesima specie Babesia EU1 circola negli ungulati selvatici (Pietrobelli et al., 2007). Nonostante l’esiguo numero di campioni positivi, è interessante notare come la maggior parte di questi appartenga alla specie Babesia EU1. Simili proporzioni vengono riportate anche in altri studi, come ad esempio in campioni di zecche raccolte dal bestiame nella vicina Svizzera (Schmid et al., 2008; Hipertshauser et al., 2006), oppure in territori più lontani come in Olanda, dall’analisi delle zecche raccolte da animali domestici (Nijhof et al., 2007). L’evidente prevalenza di Babesia EU1 rispetto a B. divergens riportata nei lavori di recente pubblicazione fa sorgere il sospetto che in passato non sia stata fatta una corretta e approfondita identificazione delle specie infettanti vista 1) la scarsità di sequenze di Babesia isolate da casi umani depositate in banca dati, 2) l’alta omologia genetica tra le specie Babesia EU1 e B. divergens (Duh et al., 2001) e 3) la cross-reattività tra queste due specie che le rende indistinguibili (Duh et al., 2007). In generale, i valori di prevalenza di Babesia nei campioni di zecche raccolte sul Carso sono più bassi rispetto ai valori riportati in territori confinanti con la nostra regione: 9,6% in Slovenia (Duh et al., 2001) e 1,6% - 6% nella provincia di Belluno (Piccolin et al., 2006), e rispecchiano il valore minimo registrato a livello europeo (circa 1.5%). Ciò probabilmente spiega perché fino ad oggi non sono stati segnalati casi umani di babesiosi in FVG; comunque non si può escludere che qualche caso sia passato inosservato, visto che la diagnosi per questo patogeno non viene effettuata. Va tenuto presente che il Carso è considerato una zona endemica per il morbo di Lyme, perciò va considerata la possibilità che il morso di una zecca pluriinfetta possa trasmettere entrambi i patogeni nonostante la bassa prevalenza di Babesia sul territorio: ciò potrebbe spiegare le complicanze cliniche osservate in alcuni casi di 132 Discussione e conclusioni borreliosi a livello locale. La coinfezione di Babesia con B. burgdorferi in alcuni casi di Lyme atipici è stata riportata come la causa delle anomalie cliniche manifestate dai pazienti (Mitchell et al. 1996; Krause et al. 2002; Steere et al. 2003) e la dimostrazione della copresenza di Babesia EU1–B. burgdorferi s. s. e Babesia EU1–B. afzelii nella stessa zecca (Casati et al., 2006) supporta l’ipotesi di una possibile trasmissione simultanea all’uomo di entrambi questi patogeni. Coinfezioni di patogeni diversi nelle zecche Come già accennato in precedenza, I. ricinus è il vettore di importanti patogeni trasmessi da zecche che possono infettare simultaneamente e portare ad una varietà di sintomi clinici (Swanson et al. 2006). La conoscenza della possibilità di coinfezione del vettore in un determinato territorio permette di orientare le analisi cliniche nella ricerca di più eziologie nello stesso paziente e, quindi, contribuire alla comprensione di quei casi umani con sintomatologia atipica non riconducibile ad un unico agente infettante. In letteratura vengono riportati alcuni esempi che dimostrano come la coinfezione con Babesia e/o A. phagocytophilum possa spiegare una varietà di sintomi particolari osservati in pazienti affetti da morbo di Lyme, con un aggravamento del quadro clinico (Mitchell et al. 1996; Krause et al. 2002; Steere et al. 2003). Inoltre, un caso di coinfezione tra A. ghagocytophilum e virus TBE è stato osservato in un paziente sloveno che presentava una sovrapposizione dei sintomi di entrambe le patologie (Lotric-Furlan et al., 2005). In questo lavoro è stata dimostrata la circolazione, nell’area di studio, di zecche pluriinfette da due o addirittura da tre patogeni, in particolare con il virus TBE. Ciò suggerisce che la trasmissione simultanea all’uomo di più di un agente patogeno con un unico morso è possibile anche in regione FVG Messa a punto della multiplex PCR L’amplificazione contemporanea di più agenti patogeni con un’unica reazione di PCR è uno degli strumenti molecolari su cui puntano molti ricercatori, in particolare in campo diagnostico. Due esempi sono l’individuazione contemporanea dei batteri patogeni coinvolti nelle infezioni miste delle vie aeree (Stralin et al., 2005) e delle vie urinarie (Lee et al., 2007). Il sistema multiplex PCR progettato in questo lavoro si propone come uno strumento rapido ed economico nel valutare le coinfezione di agenti patogeni trasmessi da zecche in I. ricinus, ma anche in campioni biologici di pazienti con sintomatologia atipica e sospetta pluriinfezione. In questi casi una diagnosi tempestiva è sicuramente fondamentale per adottare la terapia più adatta ed evitare complicazioni. 133 Discussione e conclusioni CONCLUSIONE I risultati della ricerca di agenti patogeni nelle zecche I. ricinus presentata in questa tesi di dottorato hanno dimostrato che: - La prevalenza annuale di B. burgdorferi nell’area di studio è del 23% circa. La zona biogeografia a più alto rischio d’infezione è risultata la zona del Carso goriziano, dato confermato anche da un modello matematico presuntivo del rischio per B. burgdorferi elaborato tramite GIS. Inoltre, la genotipizzazioe ha rilevato che B. afzelii è la specie prevalente. - Il virus TBE, la cui dimostrazione in I. ricinus viene qui dimostrata per la prima volta in FVG, è distribuito sul territorio con una prevalenza più elevata nell’area alpina, seguita dall’area prealpina, da entrambi i lati del confine italo-sloveno. Il sequenziamento ha consentito di identificarlo come appartenente al sottotipo Westrn European TBE, poco virulento. - Confrontando la distribuzione di Borrelia e virus TBE si nota un andamento inverso delle prevalenze: è evidente un incremento di infettività per Borrelia da nord a sud est, mentre, al contrario, la presenza del virus TBE è massima nelle valli del FVG settentrionale e tende a diminuire avvicinandosi al sud est della regione. - Rickettsia appare distribuita uniformemente nelle zecche di tutta l’area di studio con una prevalenza annuale di 4.5% - 6.1%; i picchi di prevalenza sono stati rilevati nella parte centrale della regione FVG, a cavallo delle aree alpina e prealpina. Per la prima volta è stata dimostrata la presenza delle specie R. helvetica e R. monacensis in regione FVG e nel territorio sloveno dell’area transfrontaliera. Queste due specie sono equamente distribuite ed entrambe patogene per l’uomo. Inoltre, è stata identificata per la prima volta in Italia la specie R. limoniae in un campione proveniente dall’area alpina. - E’ stata riscontrata una distribuzione disomogenea di Anaplasma con valori di prevalenza compresi tra 0.7% e 1.6% . - Questo è il primo studio che dimostra la presenza di Babesia nel territorio regionale del Carso. L’analisi filogenetica ha identificato le specie B. divergens e Babesia EU1, entrambe patogene per l’uomo. Nonostante la bassa prevalenza riscontrata (0.8 % - 1.1%), va considerata la possibilità di coinfezioni con Borrelia. - La circolazione, di zecche pluriinfette nell’area di studio, dimostra il problema della trasmissione simultanea all’uomo di più di un agente patogeno attraverso un unico morso. 134 Discussione e conclusioni - Il sistema multiplex PCR, che consente l’amplificazione contemporanea di Borrelia, Rickettsia, Anaplasma e Babesia, ha dimostrato di essere uno strumento rapido e specifico nell’individuare le coinfezione di agenti patogeni in I. ricinus e in campioni biologici di pazienti. In conclusione possiamo affermare che i risultati di questa indagine hanno permesso di valutare il rischio di malattie trasmesse da I. ricinus, ossia borreliosi di Lyme, encefalite TBE, anaplasmosi HGA, rickettsiosi, babesiosi, e fornito un quadro della situazione epidemiologica in regione FVG e area transfrontaliera slovena. Inoltre, è stato possibile fornire una panoramica delle specie presenti, alcune identificate per la prima volta in queste aree. Crediamo che questi dati potranno essere utili nell’applicare normative di sorveglianza per coadiuvale la prevenzione nella popolazione residente, come già si sta facendo per la vaccinazione contro il virus TBE nelle località ad alto rischio. I risultati di questo studio sono pubblicati sul sito del laboratorio “Rischio d’infezione per borreliosi di Lyme ed altre malattie trasmesse da zecca: creazione di mappe di rischio” (dfp.units.it/spirochete/indice.html) e sulle pubblicazioni riportate in “Prodotti della ricerca”. 135 Bibliografia BIBLIOGRAFIA Bibliografia 18. BIBLIOGRAFIA Aberer E, Kersten A, Klade H, Poitschek C, Jurecka W (1996) Heterogeneity of Borrelia burgdorferi in the skin. Am. J. 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Virol. 70:3108–3117. 154 Prodotti della ricerca PRODOTTI DELLA RICERCA Pubblicazioni on-line: • sito dfp.units.it/spirochete/indice.html, “Rischio d’infezione per borreliosi di Lyme ed altre malattie trasmesse da zecca: creazione di mappe di rischio” Organizzazione Congressi: • Convegno 12 Maggio 2006, Auditorium Biagio Marin, GRADO “Mappa del rischio per Borreliosi di Lyme ed altre malattie trasmesse da zecche nel Friuli Venezia Giulia e nella zona transfrontaliera con la Slovenia: un anno di ricerche. − Mappa del rischio infezioni da zecche in regione FVG e fascia transfrontaliera slovena. Cinco Marina − Dinamica della distribuzione di Ixodes ricinus nel Friuli Venezia Giulia e nell’area transfrontaliera Italia/Slovenia. Boemo B., Mignozzi K., Cinco M., Floris R., Menardi G., Bandi M. e Altobelli A. − Individuazione e genotipizzazione di Borrelia burgdorferi e virus TBE nel Friuli Venezia Giulia ed area transfrontaliera Italia/Slovenia, mediante tecniche PCR. Floris R., Menardi G., Bandi M., Mignozzi K., Boemo B., Altobelli A. e Cinco M. − Rischio da infezione da zecca nell’area transfrontaliera. Mignozzi K., Boemo B., Floris R., Menardi G., Bandi M., Cinco M. e Altobelli A. − Individuazione degli habitat favorevoli a Ixodes ricinus e produzione di una mappa di rischio mediante l’impiego di dati biofisici (satellitari), banche faunistiche e la carta dei sistemi ecologici del Friuli Venezia. Altobelli A., Mignozzi K., Boemo B., Floris R., Menardi G., Bandi M. e Cinco M. Prodotti della ricerca Lavori pubblicati o in corso di stampa − First detection of TBE virus sequences in Ixodes ricinus from Friuli Venezia Giulia (Italy). New Microbiologica, 29,147-150, 2006. Floris R., Altobelli A., Boemo B., Mignozzi K. and Cinco M.. − Spatial risk assessment to tick Ixodes ricinus transmitted infections in Northeastern Italy and transborder Italia/Slovenia territory. Int J Med Microbiol. 298 (Suppl 1), 211-217, 2008 Cinco M., Floris R., Menardi G., BoemoB., Mignozzi K. and Altobelli A. − Detection and genotyping of Borrelia burgdorferi in the trans-boprder area between Italy and Slovenia and evaluation of co-infection wit Anaplasma phagocytophilum in ticks. Int J Med Microbiol. 298 (Suppl 1), 121-124, 2008. Menardi G., Floris R., Mignozzi K., Boemo B., Altobelli A., Cinco M. − Spatial risk assessment for Lyme borreliosis in Friuli Venezia Giulia (Italy). Int J Med Microbiol. 298 (Suppl 1), 125-128, 2008. Altobelli A., Boemo B., Mignozzi K., Bandi M., Floris R., Menardi G., Cinco M. − Detection and Identification of Rickettsia Species in the Northeast of Italy. Vector Borne Zoonotic Dis 2008 Jul 18. [Epub ahead of print]. Floris R, Yurtman AN, Margoni EF, Mignozzi K, Boemo B, Altobelli A, Cinco M − First detection of Babesia EU1 and Babesia divergens-like in Ixodes ricinus ticks in north-eastern Italy. Parassitologia (submitted) Floris R., Cecco P., Mignozzi K., Boemo B., and Cinco M. Tesi di laurea: − Tesi sperimentale in microbiologia, laureanda Chiara Urbani, relatore Prof.ssa Marina Cinco, “Lyme borreliosi del Friuli Venezia Giulia: prevalenza nelle zecche vettrici e rischio di infezione”, anno accademico 2006-2007. − Tesi sperimentale in microbiologia, laureanda Paola Cecco, relatore Prof.ssa Marina Cinco, correlatore Dott. Romina Floris, “Individuazione di Babesia spp. in zecche Ixodes ricinus del Carso triestino mediante tecniche molecolari”, anno accademico 2007-2008. − Prodotti della ricerca Partecipazione a Congressi: • Workshop: “Cross border Activities - Good practices for Better Health”, EUREGIO, 20-21 January 2006 in Bielefeld, Germany. − Spatial risk assessment for Lyme borreliosis and tick-borne encephalitis (TBE) in the trans-border area between Italy and Slovenia: preliminary results. Cinco M., Altobelli A., Boemo B., Floris R. and Mignozzi K. • 34° Congresso Nazionale della Società Italiana di Microbiologia, Palazzo Ducale Genova, 15-18 Ottobre 2006. − Individuazione e genotipizzazione molecolare di B. burgdorferi in pazienti affetti da borreliosi e in zecche Ixodes ricinus: confronto ospite-vettore in Regione Friuli Venezia Giulia. Floris R., Menardi G., Bandi M., Mignozzi K., Boemo B., Altobelli A., Marina C. − Determinazione del rischio potenziale di infezione per borreliosi di Lyme ed encefalite TBE in regione Friuli Venezia Giulia Menardi G, Floris R, Bandi M, Mignozzi K, Boemo B, Altobelli A, Cinco M. • IX International Jena Symposium on Tick-borne diseases. Jena, 15-18 March 2007, in Jena (Germany). − Spatial risk assessment and prediction to tick (Ixodes ricinus) transmitted infections in North-eastern Italy and transborder Italia/Slovenia territory. Cinco M., Floris R., Menardi G., Boemo B., Mignozzi K. and Altobelli A. − Detection of TBE virus in Friuli Venezia Giulia region (Italy) and evaluation of co-infection with Borrelia burgdorferi and Anaplasma phagocytophilum in ticks. Floris R., Menardi G., Bandi M., Mignozzi K., Boemo B., Altobelli A. e Cinco M. − Detection and genotyping of Borrelia burgdorferi in the trans-border area between Italy and Slovenia and evaluation of co-infection with Anaplasma phagocytophilum in tick. Menardi G., Floris R., Bandi M., Mignozzi K, Boemo B. Altobelli A. and Cinco M. − Spatial risk assessment for Lyme borreliosis in Friuli Venezia Giulia (Italy). Altobelli A., Boemo B., Mignozzi K., Bandi M., Floris R., Menardi G., Cinco M. XXI ciclo dei Dottorati di Ricerca - Università degli Studi di Trieste MESSA A PUNTO DI METODICHE MOLECOLARI PER LA RICERCA E L’IDENTIFICAZIONE DI AGENTI PATOGENI TRASMESSI DA ZECCHE IN IXODES RICINUS E NELL’UOMO Riassunto La zecca Ixodes ricinus, molto diffusa in Friuli Venezia Giulia, rappresenta il vettore principale responsabile della trasmissione del morbo di Lyme (Borrelia burgdorferi), anaplasmosi (Anaplasma phagocytophilum), rickettiosi (Rickettsia spp.), babesiosi (Babesia spp.) e del virus dell’encefalite TBE (tick-borne encephalitis). La regione Friuli Venezia Giulia è stata già dichiarata zona endemica per la borreliosi di Lyme; di recente cinque casi clinici di anaplasmosi sono stati descritti nell’alto Friuli, mentre negli ultimi anni si è rilevato un incremento costante dei casi di encefalite TBE. Vari casi di rickettiosi e babesiosi sono stati registrati di recente in Europa, compresi in territori confinanti con la nostra regione. Lo scopo di questo lavoro di dottorato è stato quello di creare una mappa del territorio regionale che identifichi le zone a rischio per tutti e cinque gli agenti patogeni al fine di ridurre i casi d’infezione e facilitare la diagnosi considerando anche la possibilità di contrarre co-infezioni. La ricerca di sequenze genomiche dei patogeni di interesse è stata effettuata impiegando varie tecniche di biologia molecolare. Sono state analizzate le zecche raccolte in 38 stazioni della regione FVG durante il biennio 2005-2006. La prevalenza di B. burgdorferi è stata valutata amplificando lo spazio intergenico 5S-23S e i campioni positivi sono stati genotipizzati tramite un nuovo sistema PCR-RFLP diretto verso il gene plasmidico ospA ideato nel nostro laboratorio. La presenza del virus TBE è stata dimostrata applicando la tecnica nested-RTPCR specifica per la regione non codificante all’estremità 5’ dell’RNA virale, seguita da sequenziamento per l’identificazione del sottotipo. Per la ricerca di A.phagocytophilum sono stati scelti dei primer specifici per il gene epank1, mentre la presenza di Rickettsia spp. è stata constatata amplificando il gene per la subunità 16S ribosomiale; i campioni positivi sono stati sequenziati per identificare le specie. La presenza di Babesia spp. è stato condotto su campioni di zecche provenienti dalla zona del Carso raccolti negli anni 2006-2007. Lo screening è stato effettuato applicando una nested-PCR specifica per il gene per la β-tubulina associato ad una PCR specifica per il gene 18S rRNA. I positivi sono stati identificati tramite sequenziamento seguito da analisi dell’omologia ed elaborazione di due alberi filogenetici. La prevalenza d’infezione annuale di B. burgdorferi è stata del 23,3 % nell’anno 2005 e 22,9 % nell’anno 2006; la zona fitoclimatica a più alto rischio d’infezione è risultata l’area del Carso. La genotipizzazione ha dimostrato la prevalenza di B. afzelii (54.9%) rispetto a B. garinii (31.7%) e B. burgdorferi s. s. (6%) e il 3.6% di una specie denominata pattern P1. Il virus TBE è stato rilevato in gran parte delle stazioni campionate nel 2005 con punte di presenza anche del 70%, soprattutto nelle stazioni situate ad altitudini più elevate (area alpina). Questa è la prima dimostrazione della presenza del virus in FVG. L’analisi di sequenza lo ha identificato come appartenente al sottotipo Western European TBE. L’analisi per la presenza di A. phagocytophilum ha evidenziato una prevalenza annuale del 1,6% nell’anno 2005 e 0,7 % nel 2006, con una distribuzione disomogenea sul territorio. Il sequenziamento dei positivi ha confermato la specie. La media annuale di infezione per Rickettsia spp. è stata del 4% nell’anno 2005; nel 2006 è stata riscontrata una distribuzione sul territorio paragonabile a quella dell’anno precedente, con una incremento della prevalenza annuale al 6,1%. I picchi di prevalenza sono stati riscontrati nella parte centrale della regione FVG, a cavallo delle aree alpina e prealpina. L’analisi di sequenza ha evidenziato, per la prima volta in regione FVG, la presenza delle specie R. helvetica e R. monacensis, entrambe patogene per l’uomo; in un campione proveniente dall’area alpina è stata rilevata una specie omologa a R. limoniae. La prevalenza media di infezione di Babesia spp. è risultata del 0.8% nel 2006 e 1.1% nel 2007. Tramite l’analisi di omologia e la creazione di alberi filogenetici sono state identificate la specie patogena Babesia EU1 e una specie altamente omologa al gruppo B. divergens/B. capreoli, potenzialmente patogena. Questi dati dimostrano per la prima volta la diffusione di Babesia spp. anche sul versante italiano dell’area transfrontaliera. Inoltre, sono state individuate zecche coinfette da due o tre agenti patogeni, soprattutto dal virus TBE e B. burgdorferi, il che suggerisce una possibile trasmissione simultanea all’uomo di patologie diverse con una probabile complicazione del quadro clinico. Gli screening basati su grandi numeri necessitano di tecniche rapide come l’uso di una multiplex PCR che favorisce la tempestività dei risultati, sia nell’analisi del vettore, sia in campo diagnostico, così come riportato in letteratura per la diagnosi di infezioni miste. L’ ultima parte di questo studio ha riguardato, perciò, la progettazione di un sistema di multiplex PCR in grado di rilevare la co-presenza del DNA di Borrelia, Rickettsia, Anaplasma e Babesia con un’unica amplificazione. Questo sistema ha dimostrato di essere uno strumento rapido e specifico nell’individuare le coinfezione di agenti patogeni trasmessi da zecche in I. ricinus e in campioni biologici di pazienti con presunta pluriinfezione. In conclusione possiamo affermare che questa indagine ha permesso di valutare il rischio di malattie trasmesse da I. ricinus, in regione FVG e area transfrontaliera slovena fornendo un quadro più chiaro della situazione epidemiologica, soprattutto in base all’identificazione delle specie circolanti, alcune rilevate per la prima volta in queste aree. I risultati di questo studio sono pubblicati sul sito del laboratorio “Rischio d’infezione per borreliosi di Lyme ed altre malattie trasmesse da zecca: creazione di mappe di rischio” (dfp.units.it/spirochete/indice.html) allo scopo di renderli usufruibili dai cittadini e, quindi, contribuire almeno in parte alla prevenzione dell’infezione di malattie trasmesse da zecche tramite la conoscenza del territorio. Dottoranda: Relatore/Tutor: Dr.ssa Romina Floris Prof.ssa Marina Cinco RINGRAZIAMENTI Voglio ringraziare la Prof.ssa Marina Cinco che mi ha sempre seguita e consigliata in questi tre anni di dottorato rendendo possibile la realizzazione di questa tesi. Un grazie a tutte le colleghe con le quali ho collaborato, in particolare la Dr.ssa Marialisa Bandi, la Dr.ssa Ayse Nur Yurtman e la Dr.ssa Giulia Menardi. Ringrazio la Dr.ssa Katja Mignozzi, la Dr.ssa Barbara Boemo e il Dr. Alfredo Altobelli per tutto il lavoro svolto nella raccolta e classificazione delle zecche, nonché per le elaborazioni statistiche dei risultati molecolari. Un grazie anche alla regione Friuli Venezia Giulia che ha finanziato questo studio tramite il programma P.I.C. INTERREG IIIA ITALIA/SLOVENIA 2000-2006.