84-87 Grecia hugh bis_Layout 1 10/04/13 21:48 Pagina 84 DOSSIER ULTIMO SPETTACOLO Ultima chiamata D per Atene La disoccupazione spinge i greci a emigrare, giovani laureati lasciano il paese, alcuni per sempre. Il paese più antico d’Europa diventerà presto il paese più vecchio d’Europa, con effetti sull’economia, la previdenza e la sanità. di Edward Hugh 84 imitri ha 30 anni, una laurea in archeologia, e anni di precariato mal pagato trascorsi negli scavi nei pressi di Micene. Ora sogna un posto come insegnante di greco antico presso l’Università di Istanbul. Ride, l’ erede di Leonida, è diventato un emigrante in cerca di fortuna alla corte dei discendenti di Serse. Come Dimitri, sono migliaia i greci che sognano di andare all’estero. Secondo uno studio recente, il 70% dei laureati vuole emigrare, 30.000 di loro sono arrivati n Germania, migliaia hanno scelto la Svezia, altri ancora l‘Inghilterra. 2000 medici svedesi sono, in realtà, greci emigrati. Al progetto Aibus Eads di Tolosa east european crossroads 84-87 Grecia hugh bis_Layout 1 10/04/13 21:48 Pagina 85 GRECIA REUTERS/CONTRASTO/JOHN KOLESIDIS lavorano oltre 70 ingegneri aerospaziali nati ad Atene. In Grecia tutto sembra vicino al collasso. Negli ospedali mancano i medicinali salvavita. La Sanco non rifornisce più gli ospedali greci, da mesi insolventi. A farne la spesa sono i malati di tumore: quelli ricchi si faranno curare all’estero, i poveri rimangono nelle corsie dell’ospedale ad ascoltare medici e infermieri che allargando le braccia gli fanno coraggio. Nelle montagne brulle della Tessaglia sono moltissimi i villaggi disabitati: costruzioni di pietra bianca, dove vagano ormai solo alcuni vecchi. L’economia greca appare una storia ininterrotta di sofferenze. Nel 2012 si è contratta per il quinto anno consecutivo e le previsioni non migliorano. Verso la fine di quest’anno l’economia greca si sarà ridotta del 25% rispetto al livello massimo raggiunto nel 2007, ovvero raggiungerà lo stesso livello nel quale si trovava all’inizio del secolo. Naturalmente, il calo della produzione si è tradotto in un corrispondente calo del Pil pro-capite, vale a dire, in un drammatico abbassamento del tenore di vita. La contrazione dell’attività economica colpisce tutti i settori della società. La produzione industriale è scesa al 70% del livello toccato nel 2005 e le vendite al dettaglio sono scese al 75%. L’unico settore in positivo è quello dell’export che la Commissione europea stima continuerà a crescere nel 2013 del 10% per il quarto anno consecutivo. numero 47 maggio/giugno 2013 A questo contribuisce il turismo. Le prenotazioni per la Grecia da Gran Bretagna, Germania e Olanda per quest’estate sono aumentate del 10% secondo le ricerche di mercato del gruppo Gfk. Per un paese nel quale il turismo rappresenta circa un quinto della produzione e occupa un lavoratore su cinque, questa è una buona notizia. Le cifre della Grecia si presentano terrificanti. Tutti sanno che i politici greci hanno speso a dismisura nascondendo i dati reali anno dopo anno. Non è difficile capire perché i cittadini greci tendano a considerare l’evasione delle tasse un diritto acquisito… I passi avanti per rendere più efficace la raccolta fiscale sono stati lenti e dolorosi e di recente i revisori della Ue e dell’Fmi hanno nuovamente criticato la Grecia per non essere riuscita a correggere la fallimentare gestione della raccolta fiscale. Nonostante i vari tentativi di rimettere in ordine il bilancio greco a suon di pacchetti di salvataggio e di ristrutturazioni del debito, quest’ultimo non ha smesso di lievitare, passando dal circa 120% del Pil del 2008 al 170% alla fine del 2012. Cifre che continuano a espandersi. Tant’è che lo scorso ottobre, nonostante qualche dimessa protesta dell’Fmi, la Troika (Ue, Fmi e Bce) ha accettato un terzo accordo in virtù del quale la Grecia ha ottenuto altri due anni per conseguire gli obiettivi fissati per il suo debito e il deficit. Il paese ora deve porsi l’obiettivo di un rapporto debito Pil del 120% entro il 2020, in altre parole, riportarsi allo stesso punto dove si trovava all’inizio della crisi. Molti si chiederanno com’è potuto accadere che i conti del paese esplodessero in questo modo. La spiegazione non è difficile: se il Pil scende drasticamente e il debito aumenta, la proporzione tra la parte del Pil rappresentata dal debito e il Pil stesso schizza verso l’alto. Tuttavia, i soli problemi fiscali e del deficit non spiegano perché la Grecia si trovi nel pa- DOSSIER Y Atene, una delle manifestazioni che si è tenuta nei primi mesi del 2013. Il malcontento della popolazione è alto: il forte calo dell’attività economica sta colpendo tutti i settori della società. 85 84-87 Grecia hugh bis_Layout 1 10/04/13 21:48 Pagina 86 DOSSIER ULTIMO SPETTACOLO Un’idea di cui si parla da tempo, che tuttavia necessita di un benestare da parte di Bruxelles. Comunque sia, qualcosa deve essere fatto e quando il progetto europeo parla di una “condivisione del peso delle difficoltà tra i partner” intende esattamente questo. I vantaggi sarebbero ovvi, o per dirla con le parole del ministro per lo Sviluppo greco, Costis Hatzidakis, “queste zone darebbero una spinta all’economia reale creando un regime speciale in grado di attrarre investimenti e generare esportazioni.” Uno dei fallimenti dell’euro nel suo primo decennio di esistenza è il non aver saputo creare un mercato del lavoro unificato. Le cose stanno cambiando. Di fronte a livelli di disoccupazione giovanile superiori al 50%, molti giovani greci stanno lasciando il paese per andare a lavorare altrove in Europa. Se questo esilio sarà temporaneo, l’impatto sarà sicu- se da una parte i salari sono scesi drammaticamente, i prezzi hanno continuato a salire superando la media dell’eurozona. La conseguenza è che la domanda interna continua a precipitare, anche se le esportazioni e il turismo migliorano. La zavorra della prima cancella i benefici dei secondi. Non sorprende che qualcuno abbia ipotizzato come soluzione l’uscita della Grecia dall’euro, ma l’ipotesi avrebbe dei risvolti tragici per i greci. Comunque la si pensi politicamente, solo la famigerata Troika può salvare la Grecia dalla bancarotta, altrimenti i politici corrotti potrebbero farla affondare nel mare di slogan populisti. Ora però che la Grecia sta facendo la sua parte è arrivato il momento che anche l’Europa faccia di più. Una mossa utile potrebbe essere permettere al paese di stabilire delle zone economiche speciali. Grecia Indicatori politici AREA: 131.957 Km2 POPOLAZIONE: 10.767.827 massimo rischio FORMA DI GOVERNO: Repubblica parlamentare SUFFRAGIO: Universale (18 anni) CAPO DI STATO: Karolos PAPOULIAS (Marzo 2005) CAPO DI GOVERNO: Antonis SAMARAS (Giugno 2012) PIL NOMINALE: $ 241,1 mld (stima 2013) INFLAZIONE: 0,4% (stima 2013) DISOCCUPAZIONE: 29,5% (stima 2013) DEBITO PUBBLICO/PIL: 181,1% (stima 2013) Il Governo di coalizione, guidato da giugno 2012 dal partito di centro-destra Nuova Democrazia, risulta piuttosto instabile. 57 50 minimo rischio 0 40 43 Sicurezza 42,8 anni Greci ortodossi 98%, Musulmani 1,3%, altri 0,7% Efficacia governativa ETÀ MEDIA: RELIGIONE: Europeye Research Team 100 Stabilità politica sticcio in cui è. La radice del problema sta nella perdita di competitività subita dal paese durante gli anni della folle spesa di Stato. Secondo le stime di Eurostat, durante il primo decennio di questo secolo, l’economia greca ha perso un 20% circa di competitività rispetto al paese benchmark per l’euro che è la Germania. I greci hanno acquistato una grande quantità di beni importati e il deficit delle partite correnti è diventato massiccio. L’introduzione dell’euro poggiava sulla convinzione generale che la moneta unica avrebbe reso più semplice la convergenza verso un prototipo comune, mentre nessuno immaginava che potessero svilupparsi tali squilibri dei prezzi e dei costi, come poi si è verificato. Si è riflettuto poco su quanto sarebbe stato difficile correggerli a posteriori. Risolvere gli squilibri si sta rivelando molto più difficile perché, Corruzione Indipendenza della giustizia 94 98 su 176 Paesi su 144 Paesi Valori di riferimento: primo paese Norvegia, ultimo paese Somalia Qualità della burocrazia minimo rischio 2 massimo rischio EIU, ONU, WB, WEF, WHO, Heritage Foundation, Transparency International, Global Peace Index 86 east european crossroads 84-87 Grecia hugh bis_Layout 1 10/04/13 21:48 Pagina 87 GRECIA UPI PHOTO / EYEVINE/CONTRASTO ramente positivo. Se invece l’economia greca non riuscisse a riprendersi e questa emigrazione diventasse permanente, l’effetto sul paese peggiorerebbe ulteriormente la situazione. Una maggiore mobilità della forza lavoro in tutta l’area euro è essenziale per il futuro della moneta comune, ma, salvo che non si adottino delle misure minime per una sanità e una previdenza comuni in Grecia, i sempre maggiori costi che imporrà l’assistenza a una popolazione anziana dipendente in continua crescita dovranno essere sostenuti da una forza lavoro che invece si restringe. La Grecia ha una delle culture più antiche d’Europa e presto avrà anche una delle popolazioni più vecchie del continente. Manca solo stabilire chi si prenderà cura dell’ospizio greco. I vecchi hanno bisogno di cure, in assenza delle quali deperiscono, si deprimono e, a volte, si lasciano morire. Indicatori sociali all sh ar e ol s °I 1 Business Environment Disordini sociali a di M lan in °F 1 d an a n ua °R sl °I da er izz v °S 1 1 1 78 a minimo rischio 4 massimo rischio Forte malcontento sociale dovuto all'aumento della disoccupazione e alla riduzione dei salari. 28 Popolazione in carcere molto basso 65 71 82 144° Algeria Distribuzione della ricchezza 179° Eritrea 190° Qatar, Arabia Saudita, Vanuatu Spesa sanità pubblica/PIL % di seggi Libertà di stampa occupati da donne nei Parlamenti nazionali Disparità di genere Fuga di cervelli numero 47 maggio/giugno 2013 su 185 Paesi (1° Singapore, 185° Rep. Centrafricana) Maggiori ostacoli: avviare un’attività, protezione degli investitori. (ogni 100.000 abitanti) (indice Gini) 190° Qatar Facilità nel concludere affari \ Risolvere gli squilibri sociali ed economici sta diventando molto difficile: se da una parte i salari sono scesi drammaticamente, dall’altra i prezzi hanno continuato a salire superando la media dell’eurozona. molto alto 1 123 135° Yemen DOSSIER 34,3 Tasso di alfabetizzazione 97% 96 Competitività globale su 144 Paesi (1° Svizzera, 144° Burundi ) Abbonamenti a telefoni cellulari 1° Norvegia (25,8) Ultimo Comore (64,3) 106 (ogni 100 persone) Saldo migratorio (netto) Utenti di internet 154.004 53,4 (ogni 100 persone) 117 Libertà economica su 177 Paesi (1° Hong Kong, 177° Corea del Nord) 87