Ultima chiamata per Atene

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DOSSIER ULTIMO SPETTACOLO
Ultima chiamata D
per Atene
La disoccupazione spinge i greci a emigrare,
giovani laureati lasciano il paese, alcuni per
sempre. Il paese più antico d’Europa diventerà
presto il paese più vecchio d’Europa, con effetti
sull’economia, la previdenza e la sanità.
di Edward Hugh
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imitri ha 30 anni, una laurea in archeologia, e anni di precariato mal pagato
trascorsi negli scavi nei pressi di Micene. Ora sogna un posto come insegnante di
greco antico presso l’Università di Istanbul.
Ride, l’ erede di Leonida, è diventato un emigrante in cerca di fortuna alla corte dei discendenti di Serse.
Come Dimitri, sono migliaia i greci che sognano di andare all’estero. Secondo uno studio
recente, il 70% dei laureati vuole emigrare,
30.000 di loro sono arrivati n Germania, migliaia hanno scelto la Svezia, altri ancora l‘Inghilterra. 2000 medici svedesi sono, in realtà,
greci emigrati. Al progetto Aibus Eads di Tolosa
east european crossroads
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GRECIA
REUTERS/CONTRASTO/JOHN KOLESIDIS
lavorano oltre 70 ingegneri
aerospaziali nati ad Atene.
In Grecia tutto sembra
vicino al collasso. Negli
ospedali mancano i medicinali salvavita. La Sanco
non rifornisce più gli ospedali greci, da mesi insolventi. A farne la spesa sono
i malati di tumore: quelli
ricchi si faranno curare
all’estero, i poveri rimangono nelle corsie dell’ospedale ad ascoltare medici e
infermieri che allargando le
braccia gli fanno coraggio.
Nelle montagne brulle della
Tessaglia sono moltissimi i
villaggi disabitati: costruzioni di pietra bianca, dove
vagano ormai solo alcuni
vecchi.
L’economia greca appare
una storia ininterrotta di sofferenze. Nel 2012 si è contratta per il quinto anno consecutivo e le previsioni non
migliorano. Verso la fine di
quest’anno l’economia greca si sarà ridotta del
25% rispetto al livello massimo raggiunto nel
2007, ovvero raggiungerà lo stesso livello nel
quale si trovava all’inizio del secolo. Naturalmente, il calo della produzione si è tradotto in
un corrispondente calo del Pil pro-capite, vale
a dire, in un drammatico abbassamento del tenore di vita. La contrazione dell’attività economica colpisce tutti i settori della società. La
produzione industriale è scesa al 70% del livello toccato nel 2005 e le vendite al dettaglio
sono scese al 75%. L’unico settore in positivo
è quello dell’export che la Commissione europea stima continuerà a crescere nel 2013 del
10% per il quarto anno consecutivo.
numero 47 maggio/giugno 2013
A questo contribuisce il turismo. Le prenotazioni per la Grecia da Gran Bretagna, Germania e Olanda per quest’estate sono aumentate del 10% secondo le ricerche di mercato
del gruppo Gfk. Per un paese nel quale il turismo rappresenta circa un quinto della produzione e occupa un lavoratore su cinque, questa
è una buona notizia.
Le cifre della Grecia si presentano terrificanti. Tutti sanno che i politici greci hanno
speso a dismisura nascondendo i dati reali
anno dopo anno. Non è difficile capire perché
i cittadini greci tendano a considerare l’evasione delle tasse un diritto acquisito… I passi
avanti per rendere più efficace la raccolta fiscale sono stati lenti e dolorosi e di recente i
revisori della Ue e dell’Fmi hanno nuovamente criticato la Grecia per non essere riuscita a correggere la fallimentare gestione della
raccolta fiscale. Nonostante i vari tentativi di
rimettere in ordine il bilancio greco a suon di
pacchetti di salvataggio e di ristrutturazioni
del debito, quest’ultimo non ha smesso di lievitare, passando dal circa 120% del Pil del
2008 al 170% alla fine del 2012. Cifre che
continuano a espandersi. Tant’è che lo scorso
ottobre, nonostante qualche dimessa protesta
dell’Fmi, la Troika (Ue, Fmi e Bce) ha accettato
un terzo accordo in virtù del quale la Grecia
ha ottenuto altri due anni per conseguire gli
obiettivi fissati per il suo debito e il deficit. Il
paese ora deve porsi l’obiettivo di un rapporto
debito Pil del 120% entro il 2020, in altre parole, riportarsi allo stesso punto dove si trovava all’inizio della crisi.
Molti si chiederanno com’è potuto accadere
che i conti del paese esplodessero in questo
modo. La spiegazione non è difficile: se il Pil
scende drasticamente e il debito aumenta, la
proporzione tra la parte del Pil rappresentata
dal debito e il Pil stesso schizza verso l’alto.
Tuttavia, i soli problemi fiscali e del deficit
non spiegano perché la Grecia si trovi nel pa-
DOSSIER
Y Atene, una delle
manifestazioni che si
è tenuta nei primi
mesi del 2013.
Il malcontento della
popolazione è alto: il
forte calo dell’attività
economica sta
colpendo tutti i settori
della società.
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DOSSIER ULTIMO SPETTACOLO
Un’idea di cui si parla da tempo,
che tuttavia necessita di un benestare da parte di Bruxelles. Comunque sia, qualcosa deve essere fatto e
quando il progetto europeo parla di
una “condivisione del peso delle
difficoltà tra i partner” intende esattamente questo. I vantaggi sarebbero
ovvi, o per dirla con le parole del
ministro per lo Sviluppo greco,
Costis Hatzidakis, “queste zone darebbero una spinta all’economia
reale creando un regime speciale in
grado di attrarre investimenti e generare esportazioni.”
Uno dei fallimenti dell’euro nel
suo primo decennio di esistenza è il
non aver saputo creare un mercato
del lavoro unificato. Le cose stanno
cambiando. Di fronte a livelli di disoccupazione giovanile superiori al
50%, molti giovani greci stanno lasciando il paese per andare a lavorare
altrove in Europa. Se questo esilio
sarà temporaneo, l’impatto sarà sicu-
se da una parte i salari sono scesi
drammaticamente, i prezzi hanno
continuato a salire superando la media dell’eurozona. La conseguenza
è che la domanda interna continua
a precipitare, anche se le esportazioni e il turismo migliorano. La zavorra della prima cancella i benefici
dei secondi.
Non sorprende che qualcuno abbia ipotizzato come soluzione l’uscita
della Grecia dall’euro, ma l’ipotesi
avrebbe dei risvolti tragici per i
greci. Comunque la si pensi politicamente, solo la famigerata Troika
può salvare la Grecia dalla bancarotta, altrimenti i politici corrotti potrebbero farla affondare nel mare di
slogan populisti.
Ora però che la Grecia sta facendo la sua parte è arrivato il momento che anche l’Europa faccia di
più. Una mossa utile potrebbe essere permettere al paese di stabilire
delle zone economiche speciali.
Grecia
Indicatori politici
AREA: 131.957 Km2
POPOLAZIONE: 10.767.827
massimo
rischio
FORMA DI GOVERNO:
Repubblica parlamentare
SUFFRAGIO:
Universale (18 anni)
CAPO DI STATO:
Karolos PAPOULIAS (Marzo 2005)
CAPO DI GOVERNO:
Antonis SAMARAS (Giugno 2012)
PIL NOMINALE:
$ 241,1 mld (stima 2013)
INFLAZIONE:
0,4% (stima 2013)
DISOCCUPAZIONE:
29,5% (stima 2013)
DEBITO PUBBLICO/PIL: 181,1% (stima 2013)
Il Governo di coalizione,
guidato da giugno 2012 dal partito
di centro-destra Nuova Democrazia,
risulta piuttosto instabile.
57
50
minimo
rischio
0
40
43
Sicurezza
42,8 anni
Greci ortodossi 98%,
Musulmani 1,3%, altri 0,7%
Efficacia governativa
ETÀ MEDIA:
RELIGIONE:
Europeye Research Team
100
Stabilità politica
sticcio in cui è. La radice del problema sta nella perdita di competitività subita dal paese durante gli
anni della folle spesa di Stato. Secondo le stime di Eurostat, durante
il primo decennio di questo secolo,
l’economia greca ha perso un 20%
circa di competitività rispetto al
paese benchmark per l’euro che è la
Germania. I greci hanno acquistato
una grande quantità di beni importati e il deficit delle partite correnti
è diventato massiccio.
L’introduzione dell’euro poggiava sulla convinzione generale
che la moneta unica avrebbe reso
più semplice la convergenza verso
un prototipo comune, mentre nessuno immaginava che potessero svilupparsi tali squilibri dei prezzi e
dei costi, come poi si è verificato.
Si è riflettuto poco su quanto sarebbe stato difficile correggerli a posteriori. Risolvere gli squilibri si sta
rivelando molto più difficile perché,
Corruzione
Indipendenza
della giustizia
94
98
su 176 Paesi
su 144 Paesi
Valori di riferimento: primo paese
Norvegia, ultimo paese Somalia
Qualità
della burocrazia
minimo
rischio
2
massimo
rischio
EIU, ONU, WB, WEF, WHO, Heritage Foundation, Transparency International, Global Peace Index
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east european crossroads
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GRECIA
UPI PHOTO / EYEVINE/CONTRASTO
ramente positivo. Se invece l’economia greca non riuscisse a riprendersi
e questa emigrazione diventasse permanente, l’effetto sul paese peggiorerebbe ulteriormente la situazione.
Una maggiore mobilità della forza lavoro in tutta l’area euro è essenziale
per il futuro della moneta comune,
ma, salvo che non si adottino delle
misure minime per una sanità e una
previdenza comuni in Grecia, i sempre maggiori costi che imporrà l’assistenza a una popolazione anziana
dipendente in continua crescita dovranno essere sostenuti da una forza
lavoro che invece si restringe. La
Grecia ha una delle culture più antiche d’Europa e presto avrà anche
una delle popolazioni più vecchie
del continente. Manca solo stabilire
chi si prenderà cura dell’ospizio
greco. I vecchi hanno bisogno di
cure, in assenza delle quali deperiscono, si deprimono e, a volte, si lasciano morire.
Indicatori sociali
all
sh
ar
e
ol
s
°I
1
Business Environment
Disordini sociali
a
di
M
lan
in
°F
1
d
an
a
n
ua
°R
sl
°I
da
er
izz
v
°S
1
1
1
78
a
minimo
rischio
4
massimo
rischio
Forte malcontento sociale dovuto all'aumento
della disoccupazione e alla riduzione dei salari.
28
Popolazione in carcere
molto
basso
65
71
82
144° Algeria
Distribuzione
della ricchezza
179° Eritrea
190° Qatar,
Arabia Saudita,
Vanuatu
Spesa sanità pubblica/PIL
% di seggi
Libertà di stampa
occupati da donne
nei Parlamenti nazionali
Disparità di genere
Fuga di cervelli
numero 47 maggio/giugno 2013
su 185 Paesi
(1° Singapore, 185° Rep. Centrafricana)
Maggiori ostacoli:
avviare un’attività,
protezione degli investitori.
(ogni 100.000 abitanti)
(indice Gini)
190° Qatar
Facilità nel
concludere affari
\ Risolvere gli squilibri
sociali ed economici sta
diventando molto
difficile: se da una parte
i salari sono scesi
drammaticamente,
dall’altra i prezzi hanno
continuato a salire
superando la media
dell’eurozona.
molto
alto
1
123
135° Yemen
DOSSIER
34,3
Tasso di
alfabetizzazione
97%
96
Competitività
globale
su 144 Paesi
(1° Svizzera, 144° Burundi )
Abbonamenti
a telefoni cellulari
1° Norvegia (25,8)
Ultimo Comore (64,3)
106 (ogni 100 persone)
Saldo migratorio (netto)
Utenti di internet
154.004
53,4 (ogni 100 persone)
117
Libertà
economica
su 177 Paesi
(1° Hong Kong, 177° Corea del Nord)
87
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