Istituto Nazionale di Astrofisica Tunguska 1908: un asteroide

Bologna, 28 gennaio 2008
Istituto Nazionale di Astrofisica
Osservatorio Astronomico di Bologna
Richiesta di finanziamento alla Fondazione CARISBO
Tunguska 1908: un asteroide colpisce la Terra,
quando il prossimo?
Proposta per la realizzazione di un convegno scientifico e di due incontri divulgativi con
sessioni dedicate al mondo scientifico, agli studenti delle scuole medie e superiori e a tutti i
cittadini interessati, e di una mostra in occasione dell’anniversario dell’evento di Tunguska e
dei pericoli di possibili collisioni della Terra con corpi celesti.
Il grande interesse per gli asteroidi, sino ad ora ristretto agli astronomi e alle persone di scienza, si è
recentemente esteso e moltiplicato tra il grande pubblico in seguito all’attenzione rivolta dai massmedia verso il pericolo di un impatto fra uno di questi corpi vaganti e il nostro pianeta.
La formazione del Sistema solare
Molte volte, nella storia del Sistema solare, questi eventi sono accaduti.
La formazione dei pianeti terrestri del Sistema solare è stata causata dall’accrescimento violento di
asteroidi di piccole e grandi dimensioni, tutto questo in non più di 100 milioni di anni. Gli impatti
sono proseguiti anche dopo la formazione dei pianeti, con una frequenza massima nel primo
miliardo di anni di vita del Sistema solare, per poi scemare negli anni successivi. Le superfici
tormentate di Mercurio e della Luna sono un buon esempio dell’esistenza di questi fenomeni e ci
raccontano la storia della formazione del Sistema solare. Sulla Luna, nel solo emisfero visibile dalla
Terra, si contano oltre 300000 crateri con un diametro superiore al chilometro!
Nel luglio del 1994 abbiamo avuto la possibilità di osservare in “diretta” l’impatto della cometa
Shoemaker-Levy 9, disgregata in una ventina di grossi frammenti, sulla superficie di Giove.
Sulla Terra il numero di crateri noti non è molto alto, a causa dell’erosione provocata dagli agenti
atmosferici o dai movimenti geologici. Un esempio famoso è certamente il Meteor Crater in
Arizona dal diametro di 1,2 chilometri e databile a circa 49000 anni fa.
I NEO
Attualmente una piccola frazione di corpi del Sistema solare segue orbite che possono portarli in
prossimità del nostro pianeta. Sono i Near Earth Objects (NEO): oggetti che transitano ad una
distanza minore di 0,3 Unità Astronomiche dal pianeta (l’Unità Astronomica vale circa 149 milioni
di chilometri). Se la minima distanza del NEO, con un diametro di almeno 150 metri, scende sotto
le 0,05 UA (7,48 milioni di chilometri, 19,4 volte la distanza media Terra-Luna) allora diventa un
Potentially Hazardous Object (PHO). I PHO attualmente noti sono circa 560, ma il loro numero
aumenta continuamente, a mano a mano che si scoprono nuovi oggetti.
Nonostante le piccole dimensioni dei NEO se confrontate con il diametro terrestre (12756
chilometri), l’impatto con un piccolo corpo che si muove ad alta velocità (decine di chilometri al
secondo), può portare alla formazione di un grande cratere con effetti devastanti anche per l’intero
pianeta. In ogni caso l'atmosfera terrestre ci protegge dai NEO più piccoli, per intenderci quelli con
un diametro dell'ordine di una decina di metri; questi corpi, durante l’attraversamento
dell’atmosfera, raggiungono temperature talmente elevate che sublimano prima di raggiungere il
suolo.
Tunguska, 30 giugno 1908
Quando si parla del pericolo di collisioni della Terra con corpi celesti l’esempio più conosciuto è,
senza dubbio, l’evento di Tunguska in Siberia. Si riferisce ad un’esplosione di potenza stimabile in
10-15 Megatoni avvenuta il mattino del 30 giugno 1908 al di sopra del fiume Podkamennaya, con la
distruzione di 2150 chilometri quadrati di tundra siberiana (ovvero un’area di oltre 50 chilometri di
diametro). La zona di devastazione, partendo da Bologna, raggiungerebbe Ferrara, Modena e forse
anche Forlì. Nel 1930 Shapley fu il primo a suggerire che l’evento di Tunguska potesse essere
provocato dall’impatto di una cometa, successivamente Leonid Kulik propose, nel 1940, l’ipotesi
asteroidale. Nel luglio del 1999 una spedizione scientifica italiana dall’Università di Bologna andò
in Siberia per raccogliere dati e campioni. Dai recenti studi su quei dati ad opera di Luca Gasperini
ed i suoi colleghi (ISMAR-CNR) risulta che il lago Cheko, un piccolo specchio d'acqua di 500
metri di diametro, situato ad una decina di chilometri dall'epicentro dell'esplosione del 1908, può
essere il cratere causato dall'impatto di un “frammento” di circa cinque metri, sopravvissuto
all'esplosione principale. Questa scoperta potrebbe contribuire anche alla comprensione degli effetti
dell'impatto di un asteroide o una cometa con la Terra.
Pericolo per la Terra?
I NEO sui 50 metri di diametro possono dare luogo ad eventi tipo quello ricordato di Tunguska. Se
cadono su regioni abitate il numero di vittime può essere molto elevato, ma la catastrofe è regionale
e senza effetti sul larga scala. Per asteroidi di diametro superiore ai 1500 metri l’effetto di
devastazione raggiunge la scala planetaria per via delle polveri immesse in atmosfera e il numero di
vittime potenziali è stimabile in un quarto della popolazione mondiale. Con NEO dai 10 chilometri
in su, come quello responsabile dell’estinzione dei dinosauri, 65 milioni di anni fa, si rischia
l’estinzione della specie umana.
Nel 2004, gli scienziati che studiano i NEO, hanno confermato la scoperta di un “nuovo” asteroide,
da sempre esistito nei racconti leggendari della civiltà umana. Si chiama 2004MN4, comunemente
conosciuto come Apophis. Lungo 390 metri, potrebbe colpire la Terra nel 2036. La certezza, invero,
si avrà solo nel 2029. Secondo alcuni calcoli preliminari, dovrebbe cadere alle 21:20 (ora di
Greenwich) del 13 aprile 2036. La preoccupazione degli scienziati, quindi, non è solo di capire se
l’asteroide cadrà sulla Terra, ma anche di preciso quando si verificherà l’impatto. La sua potenza,
infatti, potrebbe essere pari a quella di 65 mila bombe atomiche.
Sono soprattutto queste teorie catastrofiste che hanno cercato di dare una spiegazione alle grandi
estinzioni che periodicamente hanno caratterizzato l’evoluzione biologica del nostro pianeta e la
possibilità, inoltre, che un futuro impatto possa modificare l'attuale forma di vita a lanciare
l’allarme. Lo scontro con un asteroide è una paura latente del nostro inconscio collettivo. Lo
dimostra il successo di pellicole cinematografiche come Armageddon e Deep Impact che hanno
raccontato storie in cui questa paura diviene reale. Ma il successo di queste pellicole è discutibile,
perché poco in loro può dirsi “scientifico”.
Per passare dal cinema, con il solito lieto fine holliwodiano d'obbligo, alla realtà scientifica, si
propone la realizzazione di una manifestazione che dedichi attenzione a questo problema di portata
planetaria e nello stesso tempo che sia una rivisitazione della grande catastrofe di Tunguska
avvenuta 100 anni fa.
Ma, visto che il rischio di impatto è qualcosa di cui è doveroso occuparsi, il convegno può anche
essere un’occasione per farsi un'idea precisa della reale pericolosità di queste cadute: quali sono gli
oggetti realmente pericolosi che possono impattare la Terra; con quale frequenza si verificano
questi eventi; quali ne sono le conseguenze; qual è la probabilità per ciascuno di noi di essere
vittima di una catastrofe di questo genere; come cominciare a predisporre misure di difesa.
Le iniziative e tempi di realizzazione
1) Sessioni per le scuole.
Nelle aule dell’area CNR del Navile, presentazioni degli avvenimenti di Tunguska e del pericolo
asteroidi per la Terra riservate agli studenti delle scuole medie e superiori nelle mattine di giovedì
23 e venerdì 24 ottobre. Con possibilità di ripetere gli incontri nelle giornate successive qualora ci
sia una ampia richiesta da parte delle scuole.
2) Mostra di meteoriti e reperti, dal giorno 23 ottobre e con apertura di dieci giorni.
Esposizione di una ricca collezione di meteoriti e numerosi reperti provenienti da Tunguska ed altri
luoghi di impatto. Accompagnerà questa esposizione la mostra sull’origine e evoluzione del
Sistema solare composta da 4 pannelli dedicati al Sole, ai suoi pianeti e alla loro nascita e
evoluzione, e diversi exhibit tra cui un modello del suolo di Marte, della struttura del Sole e una
bilancia grazie cui è possibile conoscere il proprio peso sulla Terra e sugli altri pianeti del Sistema
solare.
3) Un planetario digitale dove gli astronomi terranno lezioni e guide al cielo nei giorni di apertura
della mostra. Si tratta di una esperienza unica, che permette di vivere in modo realistico eventi
astronomici che diversamente sarebbero quantomeno difficili da osservare.
4) Quattro incontri dedicati al grande pubblico, due pomeridiani e due serali, il 23 e 24 ottobre. I
pomeriggi vedranno gli interventi di esperti sui temi seguenti: il Sistema solare e, in particolare, gli
asteroidi e le comete, lo studio dei meteoriti, i rischi di impatto tra un oggetto extraterrestre e il
nostro pianeta, i metodi per arginarli etc. Gli incontri serali saranno dedicati: la prima sera ad una
visione di filmati su Tunguska e al racconto delle spedizioni che gli scienziati hanno fatto per
cercare di capire i misteri dell’impatto e la seconda sera ad una riflessione a più voci sul pericolo
asteroidi e quali potranno essere le reazioni dell’umanità ad un futuro impatto, coinvolgendo esperti
della Protezione civile.
5) Saranno realizzati degli opuscoli informativi, con descrizioni e approfondimenti dei temi trattati e
i cui destinatari saranno gli studenti degli ultimi anni delle scuole medie.
I luoghi
L’iniziativa ha un target differenziato a seconda degli eventi proposti, per questo si è scelto di non
confinare l’insieme degli eventi in un solo luogo, ma di sfruttare gli spazi diversi che la città offre.
La mattina sarà dedicata alle sessioni rivolte agli studenti delle scuole medie e superiori e il luogo
più adatto per ospitare un alto numero di ragazzi è stato individuato nelle grandi sale multimediali
del CNR in via Gobetti 101. Il luogo ben si presta ad ospitare la mostra nell’ampia sala vetrata al
pian terreno della struttura. La mostra si dividerà in due sezioni: una dedicata al Sistema solare e
l’altra ai meteoriti con reperti unici al mondo.
Sempre negli stessi ambienti sarà allestito il planetario digitale.
Anche da un punto di vista logistico, il parcheggio e la zona in cui è situato il CNR offrono spazi
adatti ad accogliere pullman scolastici.
Gli incontri pomeridiani e serali sono invece rivolti al grande pubblico, per questo saranno ospitati
presso l’Aula Absidale di Santa Lucia, nel centro di Bologna e ben nota al pubblico di eventi
culturali.
Pagine Web dedicate all’iniziativa
www.bo.astro.it/universo/tunguska/
Organizzatori:
Osservatorio Astronomico di Bologna dell’Istituto Nazionale di Astrofisica
Dipartimento di Astronomia dell’Università di Bologna
Dipartimento di Fisica dell’Università di Bologna
Istituto di Scienze Marine (ISMAR) del CNR – Sede di Bologna
Museo Cielo e Terra, San Giovanni in Persiceto (BO)
Richiesta di finanziamento Fondazione CARISBO:
25.000euro
a copertura delle seguenti voci di spesa:
1) Mostra – trasporto delle strutture, allestimento e assicurazione dei reperti;
2) Rimborso spese di viaggio, vitto e alloggio per i relatori degli incontri;
3) Incontri serali – acquisto di copyright per proiezioni;
4) Stampa materiale informativo per le scuole;
5) Comunicazione e pubblicità – spot radiofonici, manifesti, volantini, pagine Web etc.
Altri finanziamenti:
INAF – OABO
ISMAR
8000euro
2000euro
Costo complessivo dell’iniziativa
35.000euro