Annuncio NASA: ecco le sette meraviglie di Trappist

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Scienze della Terra
Annuncio NASA: ecco le sette
meraviglie di Trappist-1
Stefano Dalla Casa
23 febbraio 2017
Ancora una volta l’anticipatissimo annuncio NASA di mercoledì scorso non ha rivelato la
scoperta di vita extraterrestre, ma non ha comunque lasciato delusi. Intorno a Trappist-1,
una stella a 39 anni luce nella costellazione dell’Acquario, orbitano sette pianeti. Tutti e sette
hanno dimensioni simili alla Terra e, come quest’ultima, sono probabilmente rocciosi. Tre si
trovano nella cosiddetta zona abitabile, cioè a una distanza sufficiente dalla stella per
permettere la presenza di acqua allo stato liquido in superficie, ma gli scienziati non
escludono che questo sia possibile anche sugli altri quattro, almeno in alcune zone. Con
Trappist-1 viene stabilito il record di mondi simili alla Terra intorno a una singola stella, e la
scoperta si è guadagnata a buon diritto la copertina di Nature , ma come è avvenuta?
I periodi orbitali dei sette pianeti che ruotano attorno a Trappist-1 paragonati a quelli dei satelliti
galileiani di Giove e ai quattro pianeti più interni del sistema solare (Immagine: Nature )
Transiting Planets and Planetesimals Small Telescope, per gli
amici TRAPPIST
Il nome della stella, e per estensione del suo sistema planetario, deriva da un telescopio
dell’Osservatorio la Silla (Cile). Gestito dall’Università di Liegi in Belgio (non è un caso che
l’acronimo omaggi l’ordine monastico, e la sua birra) è stato costruito appositamente per la
caccia agli esopianeti. Trappist-1 è quindi la prima stella dove il telescopio ha scoperto la
presenza di pianeti. Come ci ha spiegato il cacciatore di esopianeti Davide Cenadelli, uno dei
metodi più comuni per scoprire nuovi mondi è il metodo dei transiti: quando un pianeta
passa davanti alla sua stella la luminosità catturata dai telescopi diminuisce, ed è proprio in
questo modo che i nuovi esopianeti hanno rivelato la loro presenza. Già a fine del 2015 gli
scienziati di Trappist avevano le prime prove di un sistema planetario con almeno tre pianeti,
e presto altri strumenti furono puntati verso Trappist-1. Nell’estate del 2016 anche il
telescopio spaziale Spitzer ha cominciato le osservazioni, scoprendo ben altri 4 pianeti e
definendo molte caratteristiche degli altri.
Abitabile, ma non necessariamente abitato…
Se i sette pianeti di Trappist-1 sembrano simili al nostro (almeno per alcuni versi), i nostri Soli
sono parecchio diversi. Trappist-1 è infatti una stella nana ultrafredda, dieci volte più piccola
della nana gialla intorno alla quale orbitiamo. Tutti i pianeti di Trappist-1 le orbitano molto più
vicino di quanto non faccia il nostro Mercurio, eppure solo tre sono abbastanza vicini da
rientrare nella tradizionale definizione di zona abitabile. Le prossime osservazioni ci diranno
qualcosa in più sulla presenza di acqua, ma anche questo non sarebbe sufficiente a
concludere che il mondo è abitato da qualche forma di vita. Se immaginiamo che la vita su un
altro mondo debba essere simile alla nostra (in realtà non ne abbiamo idea) allora questi
pianeti porrebbero comunque diverse sfide: per esempio, è probabile che mostrino al Sole
sempre lo stesso emisfero, una condizione ritenuta sfavorevole per l’emergere della vita. Per
buona misura il SETI è già in ascolto.
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Immagine in apertura e immagine box: NASA
TAG
esopianeti, NASA, Spitzer, Trappist, Trappist-1
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