Maria Rosa Formentin Biblioteche e circolazione libraria all’età di Augusto. L’età classica e poi ellenistica non conoscono vere e proprie biblioteche pubbliche, per la tipologia di libri e di testi in esse conservati e perché la consultazione era destinata a cerchie più o meno ristrette. E questo vale anche per le grandi istituzioni di Alessandria e di Pergamo. A Roma invece, già la tarda repubblica ma soprattutto l’età imperiale vedono la nascita di un pubblico colto e alfabetizzato e quindi la diffusione di un commercio librario non più legato a circuiti chiusi. Nascono quindi biblioteche private, talora cospicue, legate spesso al collezionismo di opere letterarie e anche l’idea di biblioteca pubblica. Dopo la prima del 39 a.C., pensata già da Cesare, ucciso prima che il suo progetto potesse realizzarsi, nel 28 a.C. Augusto fonda la seconda biblioteca pubblica a Roma nel portico del tempio di Apollo sul Palatino. L’organizzazione delle stanze e dei libri all’interno, riferita da Svetonio, diventa il prototipo delle biblioteche della capitale e delle province. Ad Augusto si deve anche la fondazione di un’altra biblioteca, nel portico di Ottavia, nel 23 a.C.