Biblioteca medioevale e umanistica a confronto Fino al XII secolo la biblioteca consisteva in uno spazio destinato alla conservazione dei libri ed era priva di qualsiasi funzione sociale. Era prerogativa quasi esclusiva egli ordini religiosi che istruivano così coloro che frequentavano le scuole monastiche. Spesso la lettura era strettamente congiunta alla scrittura in quanto i libri erano materialmente realizzati dagli amanuensi, dai miniatori e dai legatori. Lo sviluppo delle università , la crescita economica delle città , i nuovi ordini religiosi (dominicani, francescani, carmelitani) favorirono la produzione di libri e la loro circolazione. Nacquero le biblioteche aperte al pubblico in cui i libri erano incatenati ai banchi per consentire una lettura individuale dei codici. Mutarono anche gli spazi architettonici entro i quali venivano ospitate le biblioteche e accanto ai testi ecclesiastici vennero ospitati anche testi in lingua straniera, sul modello di Federico II. Da Federico II in poi nella biblioteca confluivano le esperienze più diverse, testi di tradizione greca, latina, orientale, o di lingua romanza che rispondevano alle esigenze del nuovo ceto “borghese” Successivamente saranno le stesse famiglie signorili a stimolare la produzione di libri in quanto la cultura e l’istruzione verranno considerate fondamentali nella società del 1400. Un esempio su tutti è quello di Cosimo de’ Medici che nel 1440, sceglie come consulenti prestigiosi umanisti per fondare due prestigiose biblioteche. Questo patrimonio di volumi e i testi classici di Cosimo il Vecchio andarono a formare il primo nucleo della biblioteca Laurenziana che fu accresciuta dai figli Piero Giovanni ed infine da Lorenzo il Magnifico. La biblioteca Laurenziana,accolta nei locali progettati da Michelangelo su incarico del papa Clemente VII (Giulio de’ Medici) venne aperta al pubblico nel giugno 1571