ASL PESCARA
CORSO di FORMAZIONE per OPERATORE SOCIO
SANITARIO
ELEMENTI DI ETICA E
DEONTOLOGIA
ARGOMENTI…
• LINEE ETICHE PER L‟OSS
• A COSA CI SI RIFERISCE QUANDO SI PARLA
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DI ETICA, VALORI MORALI, PRINCIPI ETICI?
CAMPI DI APPLICAZIONE
LE FONTI NORMATIVE E LE LINEE GUIDA
DIRITTI DEGLI UTENTI
PRINCIPI SOTTOSTANTI ALL‟ETICA E ALLA
DEONTOLOGIA
COMPORTAMENTI
LIVELLI DI RESPONSABILITA‟ ETICA PER GLI
OSS
METODOLOGIA PER L‟ANALISI ETICA
DEONTOLOGIA, CD INFERMIERE 2009
ETC
LINEE ETICHE PER L‟OSS
• Tra gli aspetti che concorrono a tracciare la figura
dell‟operatore socio sanitario, un ruolo importante è
attribuito all‟etica, alla deontologia, ai codici
deontologici…
• Astrattezza? Scarsa concretezza?
• Un punto cardine, basilare, su cui poggiare
l‟operato quotidiano
Perche’ ?
• Norme di legge:tutela della privacy,
segreto professionale, etc.
• Diritti dell‟utente, del malato, del
morente…
• L‟evoluzione scientifica e tecnologica…
• L‟allocazione delle risorse. Equità e
giustizia
Perche’ ?
• Bisogni in rapida trasformazione,
sempre più articolati e complessi
• Società in rapida trasformazione sul
piano culturale, politico, economico
• Società multietnica e multiculturale
Etica: bussola per l’orientamento verso la
persona ed il bene comune
ETICA
• Idea nebulosa…
• Regole da seguire…
• Comportamento corretto…
Banalizzazione del concetto!!!
ETICA
Scienza della condotta umana, intesa
come dottrina del fine a cui tende il
comportamento e dei mezzi atti a
raggiungere tale fine
• Movente della condotta stessa
• Mira alla definizione della nozione di
bene, ravvisato nella felicità, nel
piacere, nell’utile…
ETICA = “ethos”
• Modo di comportarsi, costume,
norma, regola di vita
Parte della filosofia che prende in
esame le azioni umane, i valori, i
principi cui esse si ispirano o si
dovrebbero conformare
Riflessione etica
• Ricercare un senso profondo e umano
nel proprio operato quotidiano …
• Ricerca e conoscenza di se‟
• Valore e significato alle proprie azioni
ETICA
Aumento della domanda etica e dell’istanza di
umanizzazione della medicina, personalizzazione
delle cure… centralità della persona
Acquisizione competenze tecniche, relazionali,
etiche per operare scelte fondate
Carattere asimmetrico, interattivo, relazionale:
responsabilità operatore verso destinatario:
sintesi etica dei diritti con l’etica della cura
ETICA
Si riferisce ad una dimensione
basilare della nostra vita,
ovvero l’appartenere alla
comunità umana
ETICA
Prima che una scienza che si occupa
dei doveri, della correttezza delle
azioni, il suo principale compito è
aiutare l‟uomo a prendere coscienza
del senso della propria vita e di quella
degli altri, nella prospettiva del
mantenimento di quello che possiamo
considerare l‟ambiente umano
“AMBIENTE UMANO”
•
•
•
•
Persone
Relazioni interpersonali
Vita sociale
Vita civile…
Assicuriamo che le scelte, le decisioni,
le azioni poste in essere, possano
svilupparsi in modo corretto rispetto
al valore e alla dignità di ogni singolo
uomo
ETICA
• L‟etica non può comunque prescindere da un
altro aspetto fondamentale rappresentato
dalle NORME
• …non solo come disposizioni che limitano la
libertà, ma CRITERI GUIDA per
l‟interpretazione, nelle singole scelte, di
cosa significhi realizzarsi come persona e
unitamente tutelare la dignità delle persone
verso cui si esercita il proprio operato
ETICA
Le REGOLE ETICHE offrono ad ognuno
di noi, intesi come operatori, indicazioni
precise senza le quali correremmo il
rischio di cadere in una qualche forma di
ingiustizia o di atteggiamento
disumanizzante
ETICA e OSS
• L‟operatività dell‟OSS si esplica in
contesti connotati da intensa
relazionalità
• Fulcro dell‟attività: l‟assistenza alle
persone
• Garanzia: massima qualità di vita !
ETICA
• Agire eticamente significa riflettere
sulle azioni che hanno come effetto il
“BENE” delle persone
• Nuovi problemi nel campo assistenziale
e sanitario hanno messo in crisi valori
consolidati: l‟approccio alla salute, alla
malattia,alla sofferenza, alla morte,
alla qualità della vita…
ETICA
• Gli stessi individui li esprimono in
maniera diversa e sempre dinamica…
gli operatori non possono prescindere
dal tenerli in considerazione nella loro
attività assistenziale
ETICA
• L‟azione di assistenza ASSISTERE =
(dal latino ad-sistere)
la radice della stessa parola
suggerisce l‟idea di “stare accanto a
qualcuno”
• Efficacia (rapporto risultati/obiettivi)
• Efficienza (rapporto risorse/risultati)
• Qualità delle prestazioni erogate
Si deve tradurre nel quotidiano:
• Un continuo aumento delle conoscenze
attraverso la formazione e
l‟aggiornamento
• Un aumento delle capacità di
discernimento fra le varie situazioni
• L‟agire sempre nell‟interesse della
persona
STRUMENTI ETICI INDISPENSABILI
• Riflessione
• Discernimento morale
• Azione
• Interesse verso la persona che assistiamo
VALORI
• I comportamenti etici si esprimono
attraverso i VALORI, comuni a tutti
gli individui che vivono in una
determinata società…
• Linguaggio comune: tutto ciò che è
riconosciuto degno di apprezzamento e
dunque desiderabile in una prospettiva
etica, in quanto vero, bello o buono;
bene
(S.Battaglia, Utet)
VALORI
• Famiglia, agenzie educative,
esperienze vissute, legge…
• Alcuni valori e principi non sono da
tutti condivisi e accettati, pur
tuttavia noi riflettiamo e
memorizziamo quei valori e quei
principi che la nostra società di
appartenenza individua come universali
L‟UOMO
• E‟ natura, ma anche cultura; biologia e
persona
• E‟ un insieme di tratti psichici, sociali,
spirituali, di valori
• Ognuno è un mondo a sé
• L’universalità dei valori morali è
evidenziato in uno dei documenti più
importanti e più contrastati della storia,
la Dichiarazione universale dei diritti
dell’uomo (1948)
• Difficoltà nella stesura di questo
documento è legato alla difficoltà di
conciliare posizioni, valori, idee
contrastanti, esattamente come spesso
accade nel lavoro quotidiano
• ETICA si occupa di questo: di principi e
valori di riferimento di diritti e doveri,
di situazioni concrete, di scelte e
comportamenti
ETICA
• OGNI ESSERE UMANO è UN ESSERE
ETICO
• Ha dentro di sé la capacità di
riflettere su cosa lo spinge ad una
scelta piuttosto che ad un‟altra,
UTILIZZANDO I VALORI CHE GLI
APPARTENGONO
ETICA come ESSENZA dell‟ESSERE
UMANO
• Qualunque professione che si occupa
dell‟uomo non può non considerarla
• Non solo principi e norme…“umanità”
• Persone nella loro interezza e unicità,
ognuno PORTATORE di VALORI e
PRINCIPI che hanno PARI DIGNITA‟
ed AUTOREVOLEZZA dei MIEI
Etica esiste perché:
• l‟UOMO è un SOGGETTO ETICO…
• COSCIENZA MORALE che gli
permette di distinguere il bene dal
male…
AGIRE in MODO ETICO
• Non uno slogan
• Attenzione, riflessione, qualità, non
immodificabili…rinnovamento
• Bisogni, esigenze…continuo
adattamento
• Tradurli in comportamenti concreti
ETICA
• Tutto ciò fa parte di un proprio bagaglio
culturale, di informazioni acquisite
attraverso la formazione e approfondite
poiché esperite nella pratica quotidiana
• Il lavoro … è un intreccio tra l‟esercizio di
competenze di tipo tecnico-operativo e
l‟assistenza alla persona in situazione di
disagio, difficoltà, malattia
BIOETICA
(POTTER,anni „70 del XX secolo)
• “E‟ l‟etica applicata alla biomedicina, ossia
al dominio della biologia e della medicina.
Studio sistematico dei problemi morali
connessi ai viventi,alla ricerca scientifica e
alla prassi di cura”
• Coniugare conoscenze scientifiche, e
applicazioni tecnologiche sull‟uomo, con la
cultura umana, proteggendola dai pericoli di
possibili manipolazioni...tutela della dignità
ETICA
Argomenti, riflessioni,,,
valutazione sul valore e sulla qualità
del proprio operato, in una relazione
assistenziale con un essere umano che
in quel momento specifico è stato
affidato alle nostre cure, relazione
che chiama in causa non solo la
persona assistita, ma anche l‟OSS e la
struttura entro cui questo opera
ETICA
• Lavoro subordinato …ma che incide
sul benessere psico-fisico delle
persone
• Mentalità medico- centrica
Valore chiave dell’etica degli OSS
TUTELA della PERSONA umana
affidata alla vostra cura, alla
vostra competenza, operativa e
professionale
PERSONA:
• L‟uomo nella sua individualità e singolarità
• Essere unico ed irripetibile, soggetto
originario di diritti e doveri
• Essere singolare che costruisce se stesso
attraverso una trama sempre più ampia di
relazioni con altri esseri umani dalla
primissima infanzia e per tutta la sua vita
• L‟individuo matura la coscienza di sé e del
proprio valore, del proprio io, con e
attraverso la relazione con l‟altro
PERSONA ed ETICA
Tutelare il valore della persona
non in senso astratto, ma
attraverso quelle relazioni umane
grazie alle quali ognuno acquisisce
coscienza di sé come essere
UNICO e IRRIPETIBILE
RELAZIONI…
• Lavoro quotidiano di assistenza al
paziente che in quel preciso momento
esprime una dipendenza dagli altri più
o meno grande
• L‟essere umano è un essere limitato,
necessita dell‟altro, tanto più quando
una malattia fisica o psicologica lo
affligge…
• Perde autonomia anche nel gestire
cose che fino a poco prima erano
effettuate in maniera istintiva….
RELAZIONI…
• Situazioni particolari, “intime”…
• OSS è chiamato a svolgere il suo
lavoro nella consapevolezza del limite
personale di alcune funzioni che fanno
nascere nuovi bisogni a cui solo altre
persone possono far fronte…
DIGNITA‟
• Lo stare accanto ad una persona, che
è momentaneamente o durevolmente in
difficoltà, non la priva della dignità di
cui ha goduto sino a prima, anche se
più o meno limitata da un disagio
psico-fisico
• Il modello etico più appropriato per
operare è sicuramente il modello etico
della cura
CURA:
“Prendersi cura”, “custodire”
la persona nella sua interezza
che sta vivendo una particolare
situazione di disagio legato alla
malattia, all‟infermità
momentanea o permanente
CURA
• Assistere una persona, “curarla”, vuol
dire RISPONDERE ad un suo
BISOGNO
• Non solo arrecare un beneficio ad una
parte del suo corpo, ma contribuire al
suo benessere totale … considerando
l‟individuo nella sua dimensione olistica
contribuendo a dargli una qualità di
vita adeguata
CURA
L‟assistito, il paziente, il cliente,
ci deve apparire non un
problema da risolvere e gestire,
ma una “PERSONA DA CURARE”,
perchè anche in una situazione di
difficoltà e quindi di dipendenza non
perde la dignità di cui è dotata
2 Principi: Rispetto, Responsabilità
Chiarificatori di cosa significhi
mettere al centro del nostro operato
la persona in situazione di disagio e
difficoltà,cosa comporti il fatto di
agire come operatore che si fa carico
del prendersi cura dell‟altro
2 Principi: RISPETTO
RESPONSABILITA‟
• Sottolineano due momenti
complementari di sviluppo della
relazione con l‟altro
• Come pormi di fronte ad un altro
individuo che da me dipende?
RISPETTO (dal latino “respicere”)
“Guardare un altro”
guardare con attenzione, cercando e
trovando la sua umanità
• Non è solo non interferire con le
altrui convinzioni …
• Assume un atteggiamento fortemente
contrassegnato dalla relazione
interpersonale
RISPETTO
Prestare attenzione al valore, alla
dignità di quella specifica
persona, considerandola nella sua
globalità, senza ridurla ad oggetto
delle mie prestazioni a motivo
della sua particolare patologia e
necessità
RISPETTO
• Importanza del rispetto esaltata dallo
stato di malattia
• Disagio: “rottura” della vita
precedente: benessere fisico-psichico
alterato
• Limitazioni fisiche e non solo
RISPETTO
• Modificazioni aspetto esteriore
• Scollamento dalla propria
immagine
• Ripensare ad un „immagine di sé …
• Ripensare alla sua esistenza …
gestione del tempo, degli spazi,
degli affetti …
RISPETTO
• Deficit fisico, psichico e operativo
• Rischio di spersonalizzazione
• Tutela della persona, della sua
fragilità e del suo equilibrio
compromesso
RESPONSABILITA‟
• Deve o dovrebbe generare
comportamenti etici
• Collegata al verbo “rispondere”
alla capacità di rispondere
RISPONDERE
• Rispondere delle proprie azioni e delle
loro conseguenze
(significato giuridico, penale)
• Agire secondo i limiti delle mie
competenze professionali
(codici deontologici ed etici)
RISPONDERE
• Dare una risposta ai bisogni dell’altro,
soluzione positiva ad un problema
(intervento assistenziale)
• Dare una risposta per qualcuno o al
posto di qualcuno
(grado più alto di responsabilita’)
RESPONSABILITA‟
• Totalità
• Continuità
• Corresponsabilità
RESPONSABILITA‟
Totalità=
assunzione di responsabilità
della persona nella sua
interezza, nella sua globalità
ed integrità fisica e
psicologica
RESPONSABILITA‟
Continuità=
di azioni, poste in essere in modo
coerente, protratte nel tempo,
supportate anche da un legame di
fiducia fra operatore ed utente
RESPONSABILITA‟
CORRESPONSABILITA‟=
(responsabilità comune)
considera la “cura” come un processo
che chiama in causa le competenze e
le responsabilità di ogni operatore,
necessitando di un‟efficace modalità di
coordinamento
CORRESPONSABILITA‟
• La prassi curativa è oggi
cambiata, processo che chiama in
causa le competenze e le
responsabilità di ognuno
• Pluralità di interventi coordinati in
un lavoro di équipe per una presa
in carico totale della persona
EQUIPE….
• Gruppo di persone che opera in forma
cooperativa per il raggiungimento di uno
scopo o di un fine comune
• E‟ formata da un gruppo di professionisti
che lavorano insieme per la produzione di
servizi, ognuno avente differenti ruoli,
funzioni, responsabilità, ma garanti, per la
propria professione, di gestire con maggiore
efficienza ed efficacia, l‟aspetto ad esso
deputato
EQUIPE
• Frutto del lavoro di équipe è l‟elaborazione
di un progetto globale, nel nostro caso
assistenziale- curativo, che riguardi la
persona nella sua interezza
• Rappresenta una risorsa indispensabile per
la gestione delle diverse tipologie di cura e
di assistenza rivolta ad un‟utenza
diversificata e a cui occorre garantire una
risposta adeguata ai diversi bisogni espressi
LAVORO D‟EQUIPE
• Dilemma etico: diverse visioni!
• Interrogarsi? Fonti normative, etiche
e deontologiche?
• Analisi metodologicamente corretta…
LAVORO D‟EQUIPE e OSS
• Sviluppare capacità di analisi e
riflessione
• Interagire correttamente all‟interno
del gruppo
• Importante risorsa nella gestione del
rapporto assistenziale
MODELLO ETICO FONDAMENTALE
• CENTRALITA‟ della PERSONA
• RISPETTO
• RESPONSABILITA‟
PATTO TERAPEUTICO
Un‟immagine…
rappresenta un‟azione comune,
la responsabilità condivisa degli
operatori, ognuno per la propria
competenza, per far fronte alle
necessità dell‟utente
Favorire la “coscienza personale”
•
Definire il proprio ambito di
COMPETENZE all‟interno del quale ognuno
deve maturare un senso di responsabilità
•
Assicurare margini di AUTONOMIA pur
sotto il controllo di chi ha la
responsabilità del vostro operato
•
Maturare una propria SPECIFICITA‟ di
compiti
ASL PESCARA
CORSO di FORMAZIONE per OPERATORE
SOCIO SANITARIO
ETICA,DIRITTO,
DEONTOLOGIA
PROBLEMI e VALORI…
• Nuove problematiche in campo sanitario ed
assistenziale hanno messo in crisi alcuni dei
valori che si credevano consolidati in
passato…
• Le persone, benché appartenenti ad una
stessa cultura, ad uno stesso territorio,
che si trovano ad esperire uno stato di
bisogno o di sofferenza, esprimono eguali
valori in maniera molto differente e
dinamica
PROBLEMI e VALORI…
• Comporta, per gli operatori di assistenza,
una ricerca sempre nuova e particolare, di
atteggiamenti rivolti al singolo utente, di
assistenza consona alle diverse realtà
• Assistenza costantemente rivista e
corretta?
Calibrarla ad ogni singolo paziente, nel
riconoscimento dell’irripetibilità e singolarità
dell’individuo
COME?
Nel lavoro quotidiano di assistenza,
parlare di etica significa utilizzare la
riflessione, il discernimento morale e
l’azione come strumenti indispensabili
per agire per il bene delle persone con
le quali ci relazioniamo aiutandole,
supportandole a sviluppare la loro
autonomia
COME?
• Formazione ed aggiornamento:
aumento della conoscenza
• Affinare le capacità di
valutazione delle diverse realtà
• Agendo sempre per il “bene” della
persona
D.leg.n.502/92 e 517/93
• Aziendalizzazione, valutazione
qualitativa dei servizi erogati,
centralità della persona
• Da utente “assistito”, connotazione
passiva, a “vendere” un servizio:
utente-cliente (tassazione diretta o
indiretta)
• Partecipazione e consapevolezza alle
cure: soggetto attivo, informato
D.leg.n.502/92 e 517/93
L’attuale impostazione dell’assistenza
medico-sanitaria, basata sulla qualità
e tendente a valutare la “customer
satisfaction”, impone di avere, con
l’utente-cliente, un dialogo continuo
sui suoi bisogni e sulla qualità
percepita delle prestazioni ricevute
COMPLIANCE VERSUS CONSENSO
“Buon paziente” è un soggetto osservante,
passivo e delegante.
Nel rapporto professionale è il
professionista che stabilisce ciò che è bene
e ciò che è male per il cliente.
Quest’ultimo non ha altra scelta che
rimettersi a tale giudizio … la
subordinazione del cliente all’autorità
professionale conferisce al professionista un
monopolio di giudizio”
(E. Greenwood)
COMPLIANCE VERSUS CONSENSO
• Accettazione incondizionata delle
cure e degli interventi
• Ospedalizzazione
• “Ignoranza” sugli effetti e sugli
esiti dei trattamenti…
COMPLIANCE VERSUS CONSENSO
• Paternalismo, atteggiamento benevolo di
fondo … ha fatto insorgere dubbi sulla
possibilità che altri potessero valutare e
decidere
• Tutto ciò ha generato un percorso
attraverso il quale si è passati dal modello
del paziente a quello dell’ utente e di
conseguenza dalla compliance al consenso
COMPLIANCE VERSUS CONSENSO
• Status di utente … rapporto alla pari con
l’operatore sanitario
• Vuole vedere soddisfatta la sua esigenzadiritto all’informazione, alla partecipazione
al processo decisionale …
• L’operatore sanitario non è più autorizzato
a decidere per l’utente, ma deve chiedere a
lui di attenersi alle sue scelte
Dilemma etico nella pratica quotidiana:
• Difficoltà, problematicità nella scelta
di un comportamento eticamente
corretto (2 principi entrano in conflitto)
• Valori morali o convinzioni personali
entrano in conflitto con i valori-diritti
dell’utente e/o con gli obblighi
professionali
Dilemma etico nella pratica quotidiana:
• La soluzione non può scaturire da una
meccanica, un’automatica applicazione dei
principi universali !
• Riflessione, discussione in équipe
• Esaminare gli elementi reali e particolari
della situazione.
• Percorso metodologico di analisi etica del
caso
DILEMMA ETICO?
• Importante, utile, avere dei principi
di riferimento, non assoluti, guide per
assunzione decisioni e compiere azioni
morali
• Pratica medica, infermieristica, ha
individuato alcuni principi fondamentali
per lo sviluppo del giudizio etico che
sono entrati nel linguaggio
internazionale della bioetica medica
DILEMMA ETICO?
Prima di predisporre un qualsiasi
intervento, interrogarsi,
attingendo informazioni dalle
FONTI normative se esistono, da
quelle deontologiche che vincolano
ed orientano le nostre scelte
FONTI
 Normative
 Etiche
 Deontologiche
 Morali
per cercare soluzioni che vadano a
vantaggio della persona
DILEMMA ETICO?
Analisi deve essere
METODOLOGICAMENTE CORRETTA:
a) garantire che vengano prese in
considerazione tutte le differenti
visioni del problema, nonché le
conseguenze …
b) ogni operatore sanitario deve saper
sviluppare capacità di analisi e
riflessione sulle questione etiche, in
modo da poter interagire con i colleghi
in modo corretto apportando il suo
contributo nel servizio
Problem solving
1)
2)
3)
4)
5)
Riconoscere il problema
Raccogliere dati
Identificare quali siano i valori in gioco
Confrontare le norme
Analizzare il problema in base ai principi
etici
6) Decidere secondo coscienza
7) Agire
8) Riflettere su ciò che si è fatto
DILEMMA ETICO?
Comitati etici: organi di consultazione e
riferimento per problemi etici nella
pratica clinica o ricerca biomedica
Obiettivi: - tutela diritti
- sicurezza e benessere dei
soggetti partecipanti a
sperimentazioni cliniche
FONTI
1) ETICA
2) DIRITTO
3) DEONTOLOGIA
1) ETICA =
“ethos”:
comportamento, costume, consuetudine
Branca della filosofia che studia i
fondamenti oggettivi e razionali
che consentono di assegnare ai
comportamenti umani uno stato
deontico, ovvero la distinzione fra
ciò che è buono e ciò che non lo
è, fra moralmente leciti o
inappropriati
ETICA
• I fondamenti sono OGGETTIVI e non
soggettivi e sono altresì RAZIONALI
e non emotivi, emozionali
• Permette la distinzione fra
comportamenti umani buoni, giusti,
moralmente leciti, rispetto a quelli
ritenuti cattivi o moralmente
inappropriati
ETICA
• Si pone quindi come una CORNICE di
RIFERIMENTO, fissa dei canoni, dei
confini entro cui possiamo agire
• E’ riflessione che si sviluppa per
giungere ad esprimere un giudizio di
valore, di giusto-ingiusto, in ordine ad
un determinato comportamento
ETICA
Giustificazione razionale delle
valutazioni morali:
tentativo di fornire le ragioni per cui
esprimiamo una certa valutazione e
quindi il perché adottiamo una certa
condotta
ETICA
• Concezione dell’etica: insieme di
ragioni che ispirano o dovrebbero
ispirare le azioni umane
• Intesa come conoscenza, scelta
personale di criteri, come il bene il
giusto, il corretto da porre alla base
del nostro operare quotidiano
ETICA
• E’ la tendenza umana a fare il “bene”,
ad agire per il bene dell’altro
• “Bene” : tutto ciò che agli individui
appare desiderabile e considerato
come fine ultimo da raggiungere
(aspetto etico)
• “Azione buona”, “fare del bene”…
azioni che rispondono a regole morali
ETICA
•
•
•
•
•
Si occupa di:
principi
valori
diritti e doveri
coscienza
scelte, comportamenti reali, quotidiani
ETICA
• Ci dice quali sono i comportamenti
ritenuti buoni e quelli non buoni
• Ci aiuta ad orientarci nelle scelte nella
realtà di tutti i giorni
ETICA
• Non conoscenza astratta di norme e
principi che regolano il nostro lavoro …
• … pratica quotidiana nei
comportamenti e nella concretezza
• Considerare le persone nella loro
interezza e unicità, ognuno portatore
di valori e principi che hanno pari
dignità ed autorevolezza anche se
differenti dai miei, purchè non lesivi
di quei valori universali propri di ogni
uomo
ETICA
• Comprende tutti quei comportamenti
che caratterizzano una professione e
che in quanto tale promuove
un’attitudine alla dedizione a certi
valori e gerarchie di valori
• Può essere descrittiva se descrive un
comportamento
• Normativa o prescrittiva se fornisce
indicazioni
ETICA
Insieme di comportamenti vissuti in una
cultura per poi diventare propriamente
etica: riflessione critica sui
comportamenti vissuti
Non registra solo i comportamenti, ma
li analizza elaborando norme
comportamentali condivise dal gruppo
sociale
ETICA
• Un comportamento etico implica
riflettere sulle azioni che hanno come
effetto il “bene” delle persone che
siamo chiamati ad assistere nel nostro
lavoro di tutti i giorni
• … una riflessione critica sui
comportamenti
ETICA
Disciplina che trova specificità
nell’occuparsi dell’uomo e dei suoi
bisogni di salute, promuovendo
l’autonomia personale, andando ad
attivare le risorse della persona che
ci è affidata
ETICA e MORALE
Il termine etica, così come moralità,
è usato in relazione a cosa sia giusto
e cosa sbagliato rispetto ad un’azione,
una decisione e spesso utilizzati come
sinonimi…. il confine è labile
MORALE:
( “Mos”= costume, abitudine,
equivalente latino della parola etica)
• Modo di agire e di comportarsi di un
singolo individuo o di un determinato
gruppo umano, in un tempo ed in luogo
specifico
• Insieme di valori, ideali, norme, costumi
che regolano il vivere sociale, ritenuti
buoni per cui socialmente accettati e
condivisi
MORALE
• Indica l’insieme di quei valori, norme e
costumi individuali o gruppali
(Si preferisce usare il termine etica
per fare riferimento all’intento
razionale, filosofico, di fondare la
morale intesa come disciplina)
ETICA e MORALE
• Etica: tentativo di giustificare
razionalmente tali valori ed ideali
• Teoria ragionata del bene e del male,
dei valori e dei giudizi morali
• Momento di riflessione sul valore delle
azioni umane
• Ricerca fondamento di liceità sulle
norme fondamentali che regolano
l’agire umano
ETICA e MORALE
Riassumibili come:
ricerca del senso direttivo
dell’agire
ETICA
• Mira al convincimento interiore
• Mira all’universalità in tutte le
società
• Vale in tutti i tempi
ETICA
• Riguarda l’individuo
• Garante è la sua coscienza
VALORE
• Criterio di giudizio utilizzato nelle
scelte
• Riguarda più aspetti:
morale, culturale, professionale…
• Valori e comportamenti…
VALORE
• Tutto ciò che è degno di
apprezzamento in ambito etico;
mutevole a seconda degli individui e
delle epoche storiche
• Linguaggio comune: tutto ciò che è
riconosciuto degno di apprezzamento e
dunque desiderabile eticamente in
quanto vero, buono, bello…
VALORE
• Designa ciò per cui una cosa è degna
di essere perseguita nelle scelte
personali e difesa, apprezzata,
condivisa dalle norme sociali
• Ogni persona ha una sua “scala di
valori”, gerarchica, modificabile. E’ la
visione della vita di un uomo, di un
gruppo
• Valore come guida: solo se
interiorizzato! (contraddizione)
VALORE
• I comportamenti quotidiani, le scelte,
le azioni, rispondono ai valori
• Le dinamiche relazionali interpersonali
sono conseguenza, manifestazione, del
nostro sistema valoriale che deve
essere responsabilmente assunto
L’uomo: soggetto etico, porta in sé
valori di riferimento che ha acquisito:
 educazione parentale
 ambiente
 contesto dove è nato e cresciuto
 religione di appartenenza
 relazioni significative con gli altri
 esperienza
 etc…
VALORI
• Individuo e società cambiano “volto
morale” a seconda dei valori che sono
posti al centro
• Soggetti all’evoluzione storica, alle
condizioni di vita materiale e culturale
• Pluralismo etico nella società:
coesistenza di persone che esprimono
giudizi morali e comportamenti diversi
PRINCIPI e VALORI
• I principi e i valori etici a cui facciamo
riferimento nella nostra vita
quotidiana non sono sempre valori
morali universali …
• Benché richiamino a concetti come
l’eguaglianza, la libertà, la giustizia,
l’autodeterminazione, non sono, nella
politica mondiale, termini a cui tutti i
popoli guardano con eguale riferimento
quando agiscono nei confronti di altri
individui
UNIVERSALITA’ di VALORI
Il concetto di UNIVERSALITA’ dei
valori morali è evidenziato nella
DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI
DIRITTI DELL’UOMO dell’ONU del
1948…
Problemi e difficoltà … molteplici
aspetti culturali … diverse aspirazioni
dei paesi che alla dichiarazione hanno
partecipato …
UNIVERSALITA’ di VALORI
• La difficoltà di ragionare su di un
terreno comune, rispetto ad alcuni
principi e valori morali, non è così
lontana dal nostro vissuto…
• Ogni giorno è difficile trovare un
“accordo universale” fra uomini…
• Flussi migratori… culture, religioni,
profondamente differenti dalla nostra
e con le quali dobbiamo però
interagire quotidianamente
UNIVERSALITA’ di VALORI
• L’incontro con l’altro non è il più delle volte
volontario, ma predeterminato da altre
situazioni, nel nostro caso la malattia, il
disagio …
• Relazionarsi con persone che ci pongono di
fronte a questioni, dilemmi, richieste,
situazioni che impegnano la nostra coscienza
ed il nostro modo di agire
• Mediazione fra quelli che sono i nostri
principi e valori ed i loro
VALORI e COMPORTAMENTI
• COERENZA fra valori e
comportamenti
• Coerenza e congruità facilitano il
“pensare etico”
• Maggiore credibilità
VALORI e COMPORTAMENTI…
Alcuni di questi comportamenti sono
ritenuti positivi dalla società e dalla
cultura, altri sono regolamentati da
leggi dello Stato…
(Italia: vietata l’eutanasia, la morte
anticipata e programmata anche in
situazioni di profonda sofferenza o
per un sentimento di estrema pietà…)
VALORI e COMPORTAMENTI…
Condivisi nella cultura contemporanea,
sanciti dall’ordinamento giuridico come
riferimento etico
Costituzione: C. di valori



persona umana è centrale
garanzia diritti inviolabili dell’uomo
eguale dignità umana sulla quale si fondano
i diritti, riconosciuti e garantiti
VALORI e COMPORTAMENTI…
Altre regole comportamentali le
troviamo:
 Codici deontologici
 Carta dei diritti dell’uomo
 Carta dei diritti del malato
 Carta dei servizi sanitari
 etc
L’UOMO è un insieme di aspetti…
Quest’ultimi rendono un uomo diverso
dall’altro, non solo per l’aspetto fisico e
biologico, ma per gli aspetti soprattutto
spirituali, culturali che si esprimono
attraverso parole come:
 libertà
 autocoscienza
 morale
 credo religioso
 aspirazioni ed obiettivi
 rapporti con gli altri
ETICA
… è soprattutto la parte più intima
dell’uomo soggetta a riflessione …
l’individuazione di quei principi, di quei
valori etici fondamentali che sono
condivisi e rispettati da tutti gli
individui anche se appartenenti a
culture e società diverse fra loro
ETICA
• Ogni essere umano un essere etico
poiché possiede dentro di sé la
capacità di riflettere e discernere su
ciò che lo spinge o meno a fare una
scelta
• L’etica è l’essenza dell’essere umano,
è ciò che maggiormente lo connota
come tale, tutte le professioni che si
occupano dell’uomo non possono non
prenderla in considerazione nella sua
accezione più ampia
AGIRE ETICO… due momenti
a) Analisi introspettiva e riflessiva
b) Esteriorizzazione dei comportamenti
e delle azioni
• Coerenza fra comportamento e valore
• Agire etico quotidiano aumenta la
credibilità dell’operatore, stimolo
all’emulazione…
a) PROCESSO RIFLESSIVO
Ideale professionale = “bene” del paziente
Senso morale
Giustizia
Valori
Principi
Imprescindibile dall’esercitare una
professione qualitativamente
accettabile
•
•
•
•
b) ESTERIORIZZAZIONE DI AZIONI
COMPORTAMENTI
PROCESSO DECISIONALE
•
•
•
•
•
•
•
Conoscenze tecniche
Responsabilità
Competenze
Abilità personali
Obiettivi
Budget
Ambiente
AGIRE in MANIERA ETICA…
Per gli operatori significa che i valori,
umani e morali, universalmente
riconosciuti, sono stati introiettati
profondamente nella nostra vita e
tradotti in comportamenti pratici
nell’attività assistenziale
AGIRE in MANIERA ETICA…
• Riflessione continua, scoperta, attenzione,
qualità nelle prestazioni, ma anche
cambiamento, non è detto che ciò che oggi
va bene andrà bene anche in futuro
• Le regole non sono rigide e definitive …
l’impegno di doversi adattare a nuove
situazioni, a nuovi dilemmi …
AGIRE in MANIERA ETICA…
Sebbene rimangono invariati i valori di
riferimento, cambia il nostro modo di
agire, di approcciarci di fronte
all’evoluzione delle conoscenze
scientifiche, ai cambiamenti della
società, alle esigenze sempre nuove
degli individui
2) DIRITTO
E’ l’insieme di norme a carattere
prescrittivo che la legge impone
all’obbligo, al rispetto per tutti i
cittadini
Chi le infrange è soggetto a sanzioni
così come stabilite dalla legge e punito
dagli organi competenti dello Stato
che ad essi sono preposti
DIRITTO
• E’ la normativa costituzionale,
civile e penale
• Nel contesto lavorativo dobbiamo
anche riferirci alle normativa
vigente in campo amministrativo
e disciplinare riguardante il
lavoro
DIRITTO
• E’ prescrittivo
• Prevede l’adesione esteriore
• E’ locale
DIRITTO
• E’ di un popolo …
• Vale in quel momento
• In giurisprudenza segna
l’interpretazione della legge in
situazioni concrete
• E’ in continua evoluzione
DIRITTO
• Riguarda i cittadini …
• Garante è lo Stato
3) DEONTOLOGIA = o etica deontologica,
“deon” = dovere
• Complesso di norme etico-sociali
concerneti un gruppo professionale
• Mira a disciplinare i comportamenti
che si devono tenere nello svolgimento
dell’attività professionale
• Insieme di principi e doveri che i
professionisti devono rispettare
nell’esercizio professionale a tutela
propria e dei propri clienti
DEONTOLOGIA
Dall’anno 2000 anche l’OSS possiede
un documento, approvato dalla Giunta
Provinciale di Trento, in cui sono
fissati gli specifici orientamento
deontologici per tale operatore
DEONTOLOGIA
• La deontologia si pone a metà fra il
diritto e l’etica
• Da una parte si basa sui diritti etici e ne
usa e sviluppa il linguaggio, dall’altro
regolamenta il comportamento del
professionista con norme prescrittive e
ne sanziona le azioni non conformi
attraverso gli Ordini i Collegi
DEONTOLOGIA
• Riguarda i professionisti
• Garanti sono gli Ordini e i Collegi
(enti di diritto pubblico il cui
compito è la tutela della qualità di
una professione)
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
• L’insieme di regole comportamentali,di
norme etico-sociali, il cosiddetto “
codice etico,” di una specifica
categoria professionale
• Mira a disciplinare i comportamenti
che si devono tenere nello svolgimento
dell’attività professionale
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
L’insieme dei principi e dei doveri
che i professionisti devono
rispettare nell’esercizio della loro
professione a tutela propria e dei
loro clienti
(I medici, gli infermieri, gli avvocati, devono,
nell’esercizio della loro professione, attenersi ad un
codice comportamentale il cui scopo è quello di non
ledere la dignità o la salute del soggetto)
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
• Approfondisce, garantisce e rafforza
l’ethos
• Serve più da guida che da controllo
• Guida il professionista nello sviluppo
della propria identità
• E’ l’insieme di criteri, di norme su ciò
che si deve farlo e come farlo
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
• E’ una scelta per l’autodeterminazione
dei gruppi sociali
• E’ l’espressione dell’etica professionale
in quanto traduce le istanze morali
delle prestazioni e della attività
professionali, specialmente per ciò che
riguarda i destinatari delle medesime
CODICE DEONTOLOGICO
E’ l’insieme delle regole di
comportamento e della deontologia
professionale di una categoria,
sotto forma di articoli
CODICE DEONTOLOGICO
• Corpus di regole di autodisciplina a cui
conformarsi
• In linea di principio indipendenti sia
dall’etica, sia dalle legge,
predeterminate dai professionisti al
fine di garantire il buon funzionamento
sociale della professione
CODICE DEONTOLOGICO
Vincolante per tutti gli
appartenenti a quel determinato
gruppo o “ordine” professionale
che a tali norme devono
conformare la propria condotta
professionale
CODICE DEONTOLOGICO
• Violazioni: comportano provvedimenti
di diversa severità che vanno dalle
ammonizioni sino alla sospensione
temporanea o alla radiazione dall’albo
• Alcune di queste norme, previste dai
C.D., costituiscono OBBLIGHI
GIURIDICI ben precisi, riconosciuti
dalle legge vigente
CODICE DEONTOLOGICO
• Le sanzioni delle infrazioni alla
deontologia non sono né di natura
morale (colpa), né giuridica (crimine)
• Carattere disciplinare
• C.D. non è una fonte primaria di
diritto, ma ha un carattere
extragiuridico che impegna i membri
del gruppo professionale al suo
rispetto
3 AMBITI:
• NORMA DEONTOLOGICA
• NORMA GIURIDICA
• NORMA ETICA
NORMA DEONTOLOGICA
• Caratteristica di una precisa
professione
• Deriva dalle tradizioni, dalle singole
espressioni che una professione porta
con sé, ma anche dalla specificità
delle responsabilità morali a cui quella
professione deve sottostare
NORMA DEONTOLOGICA
Si richiama fortemente alle
direttive, alle linee guida e
agli orientamenti, in campo
morale, dei Comitati centrali
per la bioetica che esprimono
pareri su alcune situazioni…
NORMA DEONTOLOGICA
Una norma deontologica non
può e non è mai in contrasto
con una legge vigente dello
Stato, anche se può entrarvi
in collisione
NORMA DEONTOLOGICA
CLAUSOLA di COSCIENZA
(articolo 8 c.d. infermieri 2009,
Comitato di Bioetica, 2004)
“Pillola del giorno dopo”
NORMA DEONTOLOGICA
Pronunciamento in merito alla legittimità, da
parte dell’operatore sanitario, di ricorrere
all’obiezione di coscienza in caso di
prescrizione e /o somministrazione della
medesima
C. Di C., un principio guida al quale far
ispirare un comportamento etico nel caso in
cui non sia riconosciuta dalla legge
NORMA DEONTOLOGICA
OBIEZIONE di COSCIENZA:
 è un fenomeno etico
 un diritto personale ed inalienabile
della persone a seguire la propria
coscienza in piena libertà e senza
costrizioni, sempre salvaguardando il
bene comune
NORMA DEONTOLOGICA
• Non entra in collisione con la legge…
(IVG, 1978)
• C. D. dei medici proclama la non
disponibilità di quest’ultimo all’IVG se
non nei termini previsti dalla legge
• Opportunità di avvalersi dell’obiezione
di coscienza
NORMA DEONTOLOGICA
• Riguarda i professionisti di una
determinata categoria
• I garanti sono gli Ordini e i Collegi
• Benché non una vera legge, andandosi
a situare fra questa e l’etica,
regolamenta e norma i comportamenti
dei professionisti come lo fosse
NORMA DEONTOLOGICA
• E’ la dimensione etica dell’agire
morale di un professionista
• Espressione del carattere
umanitario di tutte le professioni
sanitarie
NORMA GIURIDICA
• Si richiama alla Costituzione
italiana, alle leggi vigenti, ai
regolamenti
• Riguarda i cittadini, garante è lo
Stato
• E’ prescrittiva, prescrive un
comportamento, un atteggiamento,
prevedendone l’adesione esteriore
NORMA GIURIDICA
• E’ locale, vale solo all’interno dei
confini di quel paese
• Vale in uno specifico momento, può
essere modificata
• La giurisprudenza è in costante
evoluzione e permette l’interpretazione
della legge nei casi concreti
NORMA GIURIDICA
• Non tutto è includibile in una
norma…
• Spesso la regolamentazione
avviene in una fase successiva
al dibattito etico e
deontologico
NORMA GIURIDICA
•
•
•
•
Procreazione assistita:
Usa, coppia di coniugi…
Inseminazione da banca del seme…
Affitto dell’utero
Legislazione per il riconoscimento di
paternità e maternità!
NORMA ETICA
• Deriva dai valori morali insiti e
profondi di una professione,
sottolineandone le qualità morali
dell’agire quotidiano
• Riguarda l’individuo e la sua coscienza;
non vi sono garanti esterni
• Essa mira al convincimento interiore,
all’universalità di alcuni principi in ogni
società ed è valevole in tutti i tempi
PENSARE ETICO
•
•
… Partire da un’analisi, da una
riflessione introspettiva, su come
debba essere esercitata una
professione
Seconda fase è l’esteriorizzazione
dei comportamenti e delle azioni,
ovvero le decisioni operative e
relazionali
PROCESSO RIFLESSIVO
• Ideale professionale:
il “BENE” del PAZIENTE
• Senso morale, giustizia, valori,
principi
Da esso discende il :
PENSARE ETICO e il PROCESSO
DECISIONALE
dato da:
 responsabilità
 competenze
 conoscenze
 obiettivi
 ambiente
 budget
ETICA e DEONTOLOGIA
L’etica caratterizza e dà
forza alla deontologia
professionale, garantendone la
qualità dell’intervento, sia di
carattere tecnico, sia
relazionale o educativo
ETICA e DEONTOLOGIA
Non vi può essere regola
deontologica se prima non si è
riflettuto su quali siano i valori
morali che una professione si è
data e persegue, nello sviluppo
della specifica identità
professionale e nel rispetto della
persona assistita
ASL PESCARA
CORSO di FORMAZIONE per
OPERATORE SOCIO SANITARIO
FONTI NORMATIVE E
LINEE GUIDA
Età dei diritti (N.Bobbio)
“ Dei diritti dell’uomo si è parlato e si
continua a parlare…
molto più di quel che si sia riusciti
finora a fare per riconoscerli e
proteggerli effettivamente, cioè
per trasformare aspirazioni, nobili
ma vaghe, richieste giuste ma
deboli, in diritti in senso proprio”
DIRITTI UMANI
Bisogni essenziali della persona
che devono essere soddisfatti
affinchè la stessa possa
realizzarsi dignitosamente
nell’integralità delle sue
componenti materiali e spirituali
DIRITTI UMANI
In ragione della ESSENZIALITA’,
la legge riconosce questi bisogni
come DIRITTI FONDAMENTALI
e fa obbligo sia alle pubbliche
istituzioni, a cominciare da quelle
dello stato, sia agli stessi titolari
dei diritti, di RISPETTARLI
DIRITTI UMANI
• Non sono una creazione, un artificio
legalistico!
• Dato preesistente la legge scritta e
pertanto non può da questa né essere
creata, né essere scritta
• RICONOSCIMENTO !
• I diritti umani appartengono al
“patrimonio genetico” di ogni individuo
e non sono un accessorio !
ETICA DEI DIRITTI
Identifica la riflessione sui
diritti degli utenti che la
società, cosiddetta civile, ha
posto in risalto nel tempo e
nella storia
ETICA DEI DIRITTI
• Quali sono le leggi, le norme, le linee
guida che la società si è data per vedere
rispettati i diritti di tutti quei cittadini
che ne fanno parte
• Quali sono le modalità di approccio
assistenziale che hanno come obiettivo il
rispetto dei diritti della persona anche in
situazioni di complessità elevata
“Protetti” a livello costituzionale e/o a livello
internazionale dalle dichiarazioni dei diritti
Campo sempre più ampio:
 libertà civili (persona e sue attività)
 diritti politici (partecipazione vita dello
stato)
 diritti economici-sociali-culturali
 diritti di solidarietà (delle minoranze e dei
popoli; diritti collettivi: d. alla pace, allo
sviluppo, all’ambiente)
DIRITTI UMANI
Ambito ideologico-normativo in rapida
espansione, obiettivo preciso:
ACCRESCERE LA SALVAGUARDIA
DELLA DIGNITA’ DELLA PERSONA
Essenza dottrina diritti umani è il
concetto di
DIGNITA’
Dopo 2°guerra mondiale
• Riconoscimento giuridico
internazionale dei diritti umani
• Adozione degli stessi nelle
Costituzioni democratiche in
forma sempre più specifica ed
avanzata
Dopo 2°guerra mondiale
Posti in essere strumenti volti a
proteggere i diritti fondamentali
dell’UOMO in QUANTO TALE,
cioè PERSONA UMANA e non in
quanto cittadino, diritti
riconosciuti a tutti indistintamente
Riconoscimento giuridico
internazionale diritti umani
• 1945: Carta delle Nazioni Unite,
istituzione ONU
• 1948 Dichiarazione universale
diritti dell’uomo: lista dei diritti
civili, politici,economici, sociali e
culturali della persona
Dichiarazione universale
diritti dell’uomo: assunto
“Tutti gli uomini nascono liberi ed
eguali in dignità e diritti
Essi sono dotati di ragione e di
coscienza e devono agire gli uni
verso gli altri in spirito di
fratellanza”
(art. 1)
Dichiarazione universale diritti
dell’uomo
Risoluzione = raccomandazione!
Non legge internazionale,
dichiarazione è priva di effetti
obbligatori
Importanza etico-politica enorme,
prima tappa della codificazione
dei diritti dell’uomo
DICHIARAZIONE UNIVERSALE
DEI DIRITTI DELL’UOMO
Una delle fonti basilari da cui
partire per parlare di
quest’ampio universo
rappresentato dai diritti
dell’uomo
DICHIARAZIONE UNIVERSALE
DEI DIRITTI DELL’UOMO
10 dicembre 1948
Assemblea Generale delle Nazioni
Unite …
approvò e proclamò la D. dei D.
dell’U. in difesa di quei valori ritenuti
universali per la totalità degli uomini,
indipendentemente dall’appartenenza
etnica, culturale e religiosa
DICHIARAZIONE UNIVERSALE
DEI DIRITTI DELL’UOMO
Processo lungo … difficoltà nella
stesura … governanti dei paesi, hanno
dovuto trovare un punto d’incontro
comune …
concezioni filosofiche differenti e a
volte diametralmente opposte
(USA; INDIA ; URSS (ex) …)
DICHIARAZIONE UNIVERSALE
DEI DIRITTI DELL’UOMO
Nonostante le molteplici difficoltà
iniziali la dichiarazione è diventata un
caposaldo, il fulcro, di ogni riflessione
inerente i diritti dell’uomo in tutto il
mondo moderno, ma anche delle
decisioni pratiche da porre in essere
per quelle azioni che coinvolgono gli
esseri umani
DICHIARAZIONE UNIVERSALE
DEI DIRITTI DELL’UOMO
• Non più una concezione stato-
centrica, ma una nuova,
centrata sull’uomo
• Gli articoli facenti parte la
dichiarazione sono 30…
DICHIARAZIONE UNIVERSALE
DEI DIRITTI DELL’UOMO
Preambolo: l’accento al riconoscimento
della DIGNITA’ a tutti i membri
della “famiglia umana” e l’inalienabilità
dei loro diritti, eguali per tutti
Tale dignità costituisce il fondamento
della libertà, della giustizia e della
pace nel mondo
DICHIARAZIONE UNIVERSALE
DEI DIRITTI DELL’UOMO
LIBERTA’ :
• di credo
• dal timore del bisogno…
• come più alta aspirazione umana
DICHIARAZIONE UNIVERSALE
DEI DIRITTI DELL’UOMO
La D. come ideale da
perseguire per ogni stato, per
ogni nazione, che deve
salvaguardare tali diritti anche
tramite la legislazione, le
norme giuridiche
DICHIARAZIONE UNIVERSALE
DEI DIRITTI DELL’UOMO
Ogni INDIVIDUO ha diritto, senza
distinzione alcuna di razza, colore,
sesso, lingua religione, opinione
politica, origine nazionale, sociale, di
nascita:
• alla vita
• alla libertà di pensiero, coscienza,
religione, opinione, espressione
• alla sicurezza della propria persona
DICHIARAZIONE UNIVERSALE
DEI DIRITTI DELL’UOMO
• al riconoscimento della personalità
giuridica
• rispetto della vita privata
• ad un tenore di vita dignitoso per
sé e per la propria famiglia
• Alla Dichiarazione universale sono
seguite sempre più articolate
“convenzioni giuridiche” internazionali,
sia sul piano mondiale, sia sul piano
continentale
• Convenzioni giuridiche specifiche:
discriminazione razziale, tortura,
bambini, donna, disabilità (ratifica
Italia 2009)
• 2000 Carta dei diritti fondamentali
dell’UE, dal 2009 giuridicamente
vincolante
COSTITUZIONE della REPUBBLICA
ITALIANA
Fonte molto importante per ciò che
concerne i diritti dell’uomo e del
cittadino italiano
… tre gli articoli che enfatizzano sui
diritti inviolabili significativi anche in
ambito sanitario e assistenziale:
art n. 2, 3 e 32
COSTITUZIONE della REPUBBLICA
ITALIANA
ART 2:
“La Repubblica riconosce e
garantisce i diritti inviolabili
dell’uomo…”
COSTITUZIONE della REPUBBLICA
ITALIANA
La legge fondamentale del nostro Stato
ha come principio il rispetto dei diritti
dell’uomo radicati in una concezione
antropologica di carattere umanistico:
tutti gli uomini hanno un corredo
essenziale di diritti perché hanno
pari dignità
COSTITUZIONE della REPUBBLICA
ITALIANA
Tradizione storica e filosofica …
GIUSNATURALISMO
l’idea di fondo è l’esistenza di diritti
naturali, cioè appartenenti per natura
all’uomo che precedono l’esistenza
dello Stato, che quindi non li crea, ma
li deve semplicemente riconoscere e
soprattutto garantire
COSTITUZIONE della REPUBBLICA
ITALIANA
I diritti naturali, proprio perché
costitutivi della natura umana, non
sono legati alla cittadinanza specifica,
appartengono agli italiani non perché
tali, ma perché uomini
Ciò è importante perché lo stato è
obbligato a garantirli a tutti evitando
la deriva nazionalistica
COSTITUZIONE della REPUBBLICA
ITALIANA
Il riconoscimento e la garanzia dei
diritti non vale solo per l’individuo
considerato singolarmente, ma
anche inserito nei contesti sociali
(ambito dei diritti sociali)
L’art. 2 rimanda chiaramente alla
Dichiarazione Nazioni Unite
COSTITUZIONE della REPUBBLICA
ITALIANA
ART. 3
“Tutti i cittadini hanno pari dignità
sociale e sono uguali davanti alla
legge, senza distinzioni di sesso,
di razza, di lingua, di religione, di
opinioni politiche, di condizioni
personali e sociali”
COSTITUZIONE della REPUBBLICA
ITALIANA
Compito dello Stato è la rimozione
di tutti gli ostacoli economici e
sociali che limitano di fatto la
libertà e l’eguaglianza …
COSTITUZIONE della REPUBBLICA
ITALIANA
ART 32 :
“La Repubblica tutela la salute
come diritto fondamentale
dell’individuo e nell’interesse
della comunità e garantisce
cure gratuite agli indigenti”
COSTITUZIONE della REPUBBLICA
ITALIANA
Nessuno può essere obbligato ad un
determinato trattamento sanitario …
Inviolabilità del diritto alla salute e
alla libertà di scelta rispetto a
questioni inerenti la vita personale, a
meno che non sussistano obblighi di
legge
(TSO, malattie infettive, etc, bene
collettivo deve essere prioritario
rispetto a quello del singolo )
ART 32
Si parla di individuo, non di
cittadino!
Salute fruibile nella sua accezione
più ampia
Generale diritto alla vita e
all’integrità fisica
La Repubblica tutela la SALUTE…
• Diritto inalienabile dell’individuo
• Appartiene all’uomo in quanto tale
• Deriva dal più universale diritto alla
vita e all’integrità fisica di cui
rappresenta una delle declinazioni
positive
• S.è situazione oggettiva da tutelare
La Repubblica tutela la SALUTE…
• S. come fondamentale diritto verso lo
Stato chiamato a predisporre mezzi e
programmi …
• Art. 32: diritto alla libertà
individuale… Cure gratuite agli
indigenti. Tutela della salute come
elevazione della dignità sociale ed
interesse collettività
SALUTE
• Definizione OMS: ampio concetto di
ben-essere nelle tre dimensioni della
vita
• Dichiarazione di Alma-Ata (1978):
salute come obiettivo sociale
fondamentale, responsabilità dei
governi
• Carta di Ottawa (1986): salute come
risorsa fondamentale per raggiungere
ben-essere individuale e collettivo
SALUTE
• Ampio concetto. Visione olistica,
integrale, di ben-essere individuale e
collettivo
• Bene essenziale per sviluppo sociale,
economico, personale
• Aspetto fondamentale qualità della
vita
• Determinanti salute, modificabili e non
(fattori ambientali, sociali, economici,
stili di vita, disponibilità e accesso a
servizi di qualità)
COSTITUZIONE della REPUBBLICA
ITALIANA
•
•
•
•
•
Altri articoli fanno riferimento a
diritti quali :
dignità
rispetto fede religiosa
riservatezza delle comunicazioni
libertà personale
inviolabilità del domicilio
COSTITUZIONE della REPUBBLICA
ITALIANA
Articoli 13. 16, 17, 21
riferibili ai cosiddetti
DIRITTI CIVILI o diritti di libertà
=
insieme di libertà e prerogative
garantite al cittadino dallo Stato a cui
appartiene (singolo o assiciazioni)
DIRITTI CIVILI
Garanti, per il cittadino,
dell’intangibilità della sua libertà,
dalla quale deve essere esclusa
qualsiasi intromissione da parte dello
Stato
DIRITTI DEGLI UTENTI
Negli ultimi trent’anni si sono andate
costituendo e concretizzandosi una
serie di azioni che hanno come scopo
basilare la TUTELA dei DIRITTI
FONDAMENTALI dei CITTADINI,
che per svariate motivazioni, si
trovino a dover accedere al SSN e ai
suoi presidi, oppure a strutture che
accolgono persone anziane o portatrici
di handicapp…etc
DIRITTI DEGLI UTENTI
CARTE dei DIRITTI del MALATO,
hanno seguito questa crescita
esponenziale, andando a vigilare,
sorvegliare, le eventuali situazioni in
cui si ravvisino casi di negligenza,
omissione dei diritti, etc
DIRITTI DEGLI UTENTI
Responsabilità ravvisabili a livello:
1) legislativo, se non sufficientemente
consono a regolamentare diritti e
doveri delle persone
2) individuale, come operatore sanitario;
3) organizzativo, quando il suo operato
non pone al centro, come priorità
assoluta, la persona e il suo bisogno
D.Leg. 502/1992
• Istituzione delle aziende
sanitarie locali e delle
aziende ospedaliere
• Sistema organizzativo dei
servizi
D.Leg. 502/1992
Ha effettuato un riordino per ciò che
concerne la disciplina in ambito
sanitario …
Chiaro il riferimento ad un sistema
organizzativo dei servizi a supporto e
miglioramento della prestazioni e della
tutela dei diritti dei cittadini
D.Leg. 502/1992
“Clienti”: consapevolezza che le persone si
rivolgono alle strutture sanitarie, socio
sanitarie per ricevere:
• servizio affidabile
• facoltà di scelta fra le diverse opzioni ed
orientamenti della struttura
Cliente-Persona: chi esprime un bisogno
Cliente-Cittadino: chi è portatore di diritti
inerenti la salute e doveri verso a collettività
Persona come paziente,
unica dimensione: passiva vs
consapevolezza e partecipazione =
attore delle scelte
Persona come utente,
contenerla in un unico ruolo: mero
usufruitore di un servizio
CITTADINO-UTENTE
Mutata sensibilità nel rapporto medicopaziente
D.L. 502/1992
• Centrale il problema della valutazione
qualitativa dei servizi erogati alla
persona
• METODO di GARANZIA della
QUALITA’ offerta
• Assegna un ruolo forte agli enti
erogatori di servizi per orientare la
propria mission nel fornire una buona
qualità ai cittadini-utenti
D.L. 502/1992
La sanità, più di altre
organizzazioni, deve poter
erogare servizi di qualità, in
quanto offre servizi indispensabili
per la totalità della popolazione
L. n. 241/90
Ottimizzazione servizi erogati
Principi di efficienza e trasparenza
Detta principi e stabilisce regole
che valgono soprattutto nei
rapporti fra cittadini ed
amministrazioni
L. n. 241/90
Nasce la CARTA DEI SERVIZI:
tutela dei cittadini-utenti
Non come semplice riconoscimento
formale di garanzie, ma come
attribuzione ai medesimi di potere di
controllo diretto sulla qualità dei
servizi erogati
CARTA DEI SERVIZI
Documento di ogni P.A. che è tenuta a
fornire ai propri utenti
Fornisce modalità, criteri, strutture
attraverso cui il servizio viene
attuato, diritti e doveri, modalità e
tempi di partecipazione
Fondamentale per il principio di
trasparenza
D.L. 502/1992
Art. 14:
ribaditi i temi cardine della Carta
dei Servizi in riferimento a materia
di partecipazione e tutela dei
diritti dei cittadini
D.L. 502/1992: art. 14:
•
•
•
•
•
•
personalizzazione delle cure
umanizzazione
diritto all’informazione
indicatori di qualità
diritto al reclamo
impegno da parte delle ASL a rilevare
e analizzare segnali di disservizio ed
individuarne i responsabili
D.L. 502/1992
La verifica del rispetto degli standard
individuati deve essere promossa
periodicamente e realizzata anche in
collaborazione con le organizzazioni
dei privati cittadini
D.L. 502/1992
Lo Stato tutela, in questo modo, i
cittadini che si trovano nelle
condizioni di dover accedere, a
vario titolo, alle strutture poste
in essere dal SSN
CARTA dei SERVIZI
Patto fra strutture del SSN e i
cittadini
Obiettivi generali:
l’incidere sul rapporto fra
cittadini-utenti ed amministrazioni
eroganti servizi, andando ad
individuare alcuni nodi importanti
su cui agire
CARTA dei SERVIZI
Nella parte dedicata ai suoi
principi fondamentali, la Carta
si richiama ad altri articoli
della Costituzione italiana:
n.31, 33 e 34
CARTA dei SERVIZI
Benchè ogni ASL definisca
delle proprie carte, specifiche
per la propria realtà,tutti i
modelli di Carta dei Servizi
devono contenere dei principi
fondamentali, stabiliti dalla
direttiva citata, essi sono:
CARTA dei SERVIZI
EGUAGLIANZA:
di diritto all’accesso ai servizi
E’ vietata qualsiasi discriminazione
nell’erogazione dei servizi e delle
prestazioni per motivi legati a
sesso, razza, lingua, religione,
opinioni politiche, condizioni psicofisiche e socio-economiche
CARTA dei SERVIZI
IMPARZIALITA’:
i servizi, le prestazioni sanitarie,
vengono erogati dall’ASL, tramite
i suoi dipendenti, secondo criteri
che rimandano ad obiettività,
equità, regolarità
Divieto di ingiustificate
discriminazioni nell’erogazione
CARTA dei SERVIZI
CONTINUITA’:
Occorre garantire continuità e
regolarità dei servizio anche quando
presenti situazioni particolari (tensioni
sindacali, scioperi, etc) nel rispetto
della deontologia professionale e dei
principi stabiliti dalla legge italiana
(sanzionabile l’interruzione di servizio)
CARTA dei SERVIZI
DIRITTO DI SCELTA :
tra i diversi erogatori di servizio
Il cittadino è libero di scegliere
dove farsi curare purchè
strutture comprese nel SSN
CARTA dei SERVIZI
PARTECIPAZIONE :
fa riferimento alla gestione
partecipata, come previsto dalle
legge, di tutti i soggetti responsabili
dell’attuazione della Carta dei servizi:
la Direzione generale e sanitaria di
una ASL, il personale in senso più
ampio, le organizzazioni di volontariato
a tutela dei diritti
CARTA dei SERVIZI
EFFICACIA ED EFFICIENZA:
Rapporto risultati ottenuti/obiettivi
prefissati
Rapporto risorse impiegate/risultati
ottenuti
CARTA dei SERVIZI: INDICATORI
•
•
•
•
Strumenti per l’autovalutazione e la
verifica
dell’efficienza gestionale:
Personalizzazione-umanizzazione delle
cure
Garanzia del diritto all’informazione
Qualità delle prestazioni alberghiere
Andamento attività di prevenzione
CARTA dei SERVIZI
• Per la particolare tipologia di
prestazioni sanitarie che l’Azienda è
tenuta ad offrire, deve avere un
forte orientamento ad assicurare alti
livelli di qualità che siano finalizzati
alla diagnosi e alla terapia
• I criteri di efficienza e di efficacia
utilizzano tutti gli strumenti idonei per
un buon andamento del lavoro che
comprenda la piena collaborazione di
tutti
CARTA dei SERVIZI ASL PE
Missione
• Promozione, mantenimento,
miglioramento stato di salute, come
diritto fondamentale della persona e
interesse della collettività …
• Assicura disponibilità di accesso a
diverse tipologie di assistenza,
servizi, prestazioni.. nel rispetto di
efficienza, economicità, efficacia …
CARTA dei SERVIZI ASL PE
Visione, Obiettivi
• Perseguimento della tutela della salute…
• Realizzazione di un sistema organizzativo
appropriato, efficiente, adeguato, di
qualità, rispetto alle esigenza dei cittadini e
dei loro bisogni
• Orientamento all’umanizzazione
dell’assistenza e alla soddisfazione di
cittadini ed operatori … ottimizzazione delle
risorse
CARTA dei SERVIZI ASL PE
• Centralità del cittadino utente
• Soddisfazione del beneficiario
• Sviluppo di rapporti di fiducia e
comprensione dei reciproci punti di
vista
CARTA dei SERVIZI ASL PE
• Informativa sulle strutture e sui
servizi
• Azienda sul territorio
• U.O., ambulatori e servizi, cure
primarie
• Numeri di emergenza, P.S.
CARTA dei SERVIZI ASL PE
Informazione, accoglienza e tutela
Diritti:
1) Cura, premura, attenzione, rispetto
dignità e proprie convinzioni
2) Identificazione dei “curanti”
3) Informazione completa, comprensibile
in merito a diagnosi, terapia,
prognosi
CARTA dei SERVIZI ASL PE
Informazione, accoglienza e tutela
4) Consenso informato al cliente
5) Segreto professionale
(dati sensibili)
6) Diritto al reclamo
CARTA dei SERVIZI ASL PE
Informazione, accoglienza e tutela
Doveri
(partecipazione diretta, rispetto verso
la comunità, miglioramento della
qualità ):
1) Comportamento responsabile,
rispetto degli altri, collaborazione
2) Rispetto degli ambienti, delle
attrezzature
CARTA dei SERVIZI ASL PE
Informazione, accoglienza e tutela
3) Comportamenti verso gli altri
4) Rispetto orari, riposo…
CARTA dei SERVIZI ASL PE
• Standard, impegni, programmi e
strumenti di verifica
• Gruppo per la valutazione della qualità
• Formazione operatori: impegno
certificazione UNI EN ISO
9000/2000 (2005) = sistemi gestione
qualità
CARTA dei SERVIZI ASL PE
Programmi : Audit civico fra S.S.
regione Abruzzo, Cittadinanza attiva,
=
forma di partecipazione dei cittadini per
la valutazione qualitativa dei servizi
ASL PESCARA
CORSO di FORMAZIONE per
OPERATORE SOCIO SANITARIO
PRINCIPI ETICI E
LAVORO QUOTIDIANO
Rapporto con l’utente…
Difficoltà…
Agire pensando al bene dell’utente:
“fare il bene dell’altro”
Accettare ciò che la persona vuole per
sé, rispettando e tutelando i diritti
degli utenti e se incongruenze?
Rapporto con l’utente…
Ogni nostro comportamento fa
riferimento a principi
Nessuna scelta è agita se non
confrontandosi, ragionando, sui
principi basilari della scelta stessa
Rapporto con l’utente…
Comportamenti degli operatori si
basano su precisi principi di
riferimento
Non è possibile, non è efficace
compiere un scelta se non si è
ragionato sui principi alla base di
scelte e comportamenti …
Rapporto con l’utente…
Etica e principi di riferimento
diventano il punto da cui
partire per prendere decisioni
che riguardano noi stessi o gli
altri
L’analisi etica è necessaria :
1) chiaro conflitto tra due o più principi
2) competizione fra principi, uno è
dominante sull’altro
3) situazioni che creano disagio morale
all’operatore
4) situazioni di difficile definizione, non
facile prendere decisioni eticamente
giuste
Rapporto con l’utente…
Nel lavoro quotidiano situazioni di
“crisi” fra utente ed operatore …
“Difficoltà” che dobbiamo risolvere nel
più breve tempo possibile e nella
maniera più efficace ed efficiente
Rapporto con l’utente…
La risoluzione dei problemi parte quasi
sempre dagli operatori … convinti di agire
per il bene del paziente!
L’intenzione di fare del bene: relativa a ciò
che noi pensiamo, non sempre corrisponde a
ciò che pensa l’utente
La nostra intenzionalità, benché supportata
dalle migliori intenzioni, non sempre si
mostra in sintonia con quella altrui
Rapporto con l’utente…
Persona terminale chiede gli venga fatto
tutto il possibile per salvarlo, ma non
conosce la gravità della malattia …
Parenti non vorrebbero rianimarlo …
Medici non propensi all’accanimento
terapeutico
Verità all’utente? Autonomia delle
decisioni?
Famiglia? …
Rapporto con l’utente…
Rispetto e tutela dei diritti degli
utenti: accettazione di ciò che la
persona desidera per sé
… può essere in netto contrasto
con il nostro modo di concepire il
bene
Nel contempo tener conto delle
proprie conoscenze e competenze
scientifiche e professionali
Problemi più frequenti:
1) Visioni diverse
L’utente propone una soluzione
ad un problema
diametralmente opposta
all’operatore
Problemi più frequenti:
2) Priorità
L’utente classifica le sue
priorità con una modalità
incongrua, che lui ritiene
importanti, ma tali non sono
per l’équipe assistenziale
Problemi più frequenti:
3) Problemi di accettazione
L’utente pone in essere delle
soluzioni per risolvere i suoi
problemi di salute, sociali,
spirituali, di vita in genere,
che non collimano con quelle
degli operatori
Problemi etici
La ricerca di ciò che sono le “giuste”
azioni, quelle considerate “buone” in
un determinato contesto, può far
sorgere, nel personale deputato
all’assistenza, tutta una serie di
interrogativi complessi di non semplice
risoluzione
Problemi etici
Principi e conoscenze vs principi e
richieste persona
1) assecondare l’utente mettendo a
tacere i miei principi?
2) operare secondo quello che il mio
modo di vedere il problema, non
tenendo in considerazione ciò che
richiede l’utente ?
Problemi etici: che fare?
Ciò che mi chiede l’utente?
Ciò che mi suggerisce la mia
coscienza e la mia esperienza?
Non faccio nulla perché ritengo di
non avere la responsabilità ad
agire?
ETICA
Ricorrere ad un ragionamento etico,
secondo una metodologia precisa e
definita, mi permette l’identificazione
dei principi etici prevalenti in quel
contesto ed in quella situazione
Aiuta a prevedere i risvolti positivi e
negativi che da tale decisioni possono
scaturire
PRINCIPI
Al fine di un’attenta valutazione dei
bisogni e delle soluzioni nella scelta
delle azioni da porre in essere, prima
di iniziare una qualsiasi attività
assistenziale, dobbiamo fare
riferimento a PRINCIPI basilari che ci
permettono utili considerazioni e ci
indirizzano nella scelta
PRINCIPI
Non considerarli assoluti
Guide per assunzione decisioni e
conseguenti azioni
Pratica medica-infermieristica,
assistenziale, ha individuato alcuni
principi fondamentali per lo
sviluppo del giudizio etico
PRINCIPI
E’ opportuno che una volta deciso
il percorso da intraprendere
questo sia fatto dall’intero gruppo
di lavoro e in maniera continuativa
(coerenza,continuità)
Simulazione
La sig.ra Rossi deve eseguire RCS
Procedure diffuse dal servizio di
radiologia:
• pulizia intestinale il giorno precedente
l’esame e la mattina dell’esame
• dieta leggera la sera
• digiuno il giorno dell’esame
Simulazione
Il giorno precedente l’OSS ed
infermiere procedono per la toeletta
intestinale
La signora Rossi rifiuta: troppo
traumatica
L’infermiere e l’OSS, dopo essersi
consultati, decidono di effettuare una
preparazione più blanda
Simulazione
Il giorno successivo la sig.ra
non può eseguire l’esame!!!
Non adeguatamente preparata
Simulazione
RISPETTO della VOLONTA’
dell’utente:
Principio di Autonomia
Rifiuto di espletare la preparazione
intestinale
perché ritenuta troppo traumatica
Simulazione
ASSECONDAMENTO, da parte
degli operatori, della volontà dell’
utente per non arrecarle disagi
Il loro voler agire per il bene
dell’utente:
Principio di Beneficità
Simulazione
Il NON aver potuto eseguire
l’INDAGINE diagnostica si
ripercuote sull’utente stesso, ma
anche sugli altri che vedono
allungarsi i tempi di attesa:
Principio di Giustizia
• Gli operatori non hanno tenuto nella
giusta considerazione le loro
conoscenze circa le modalità di
preparazione per una simile indagine
diagnostica e l’importanza di seguire le
linee guida indicate dal servizio
• Con il loro atteggiamento hanno
arrecato comunque un disagio
all’utente che dovrà ripetere l’esame
• Non si sono avvalsi della loro
professionalità e responsabilità
assistenziale
• Non hanno cercato di convincere
l’utente cercando di spiegarle perché
era necessario rispettare le procedure
• Allungato tempi di attesa per altri
utenti
PRINCIPIO DI AUTONOMIA :
autos = sé
nomos = legge
Riferita all’idea di autogoverno
Autonoma capacità di operare una
scelta libera da imposizioni
esterne
PRINCIPIO DI AUTONOMIA
• Diritto che compete alla persona
di decidere responsabilmente se
accettare o rifiutare un
trattamento proposto
• Per l’operatore: agire in maniera
rispettosa dell’utente e della sua
dignità
PRINCIPIO DI AUTONOMIA
Aiutare la persona:
prendere decisioni autonome,
ad autodeterminarsi circa le proprie
volontà,
creare le condizioni ottimali per
permettergli di esprimersi al
meglio anche approvando o
rifiutando gli interventi, inerenti
la sua salute, che gli vengono
proposti
PRINCIPIO DI AUTONOMIA
Rispetto della persona come
soggetto autonomo
=
prendere atto che le loro
scelte originano da valori e
convinzioni personali
PRINCIPIO DI AUTONOMIA
Si lega al diritto di ogni persona di:
essere informata
di dare il proprio consenso o meno alle
decisioni mediche ed assistenziali che
la riguardano, consenso che deve
sempre essere palesato prima di
qualsiasi intervento assistenziale e
sanitario
PRINCIPIO DI AUTONOMIA
In nessuna situazione una persona deve
subire la decisione altrui senza aver
dato il suo consenso
Nel contempo la medesima ha il diritto
a ricevere tutti i dovuti trattamenti,
necessari in quel momento, per curare
il suo stato di malattia
PRINCIPIO DI AUTONOMIA
Oltre al diritto al consenso e
all’informazione, affinchè le persona si
renda consapevole circa le sue
decisioni, si aggiunge un ulteriore
diritto, quello di RIFIUTARE le CURE
MEDICHE, il diritto a decidere di
non farsi curare
(tranne casi previsti per legge)
PRINCIPIO DI AUTONOMIA: problemi
Capacità variabili, da parte delle
persone assistite, di essere autonome:
 fattori limitanti interni: livello di
coscienza, capacità mentale, età, etc
 fattori limitanti esterni ambiente,
disponibilità di risorse, quantità e
qualità indicazioni offerte per
compiere scelte
PRINCIPIO DI AUTONOMIA
… una riflessione
in ospedale, nelle strutture, scarsa
informazione su ciò che si va a
compiere e soprattutto il perché una
tale manovra o indagine diagnostica,
viene a presentarsi come necessaria
PRINCIPIO DI AUTONOMIA
Informazione sufficiente ?
… accogliere paure, timori, rispondere
alle domande
Spesso gli operatori che
quotidianamente svolgono una
determinata attività pensano che sia
routinaria, banale, così non è per
l’utente !!!
PRINCIPIO DI AUTONOMIA
Condividere con la persona paure,
ansie, preoccupazioni, è un modo
per rispettarla, per rispettare la
sua autonomia, la sua libertà e la
sua dignità
Vuol anche dire considerarla nella
sua unicità ed irripetibilità
PRINCIPIO DI AUTONOMIA
… un’eguale bisogno di salute
la risposta non può essere data in
maniera uniforme, a tutti
indistintamente
… interventi basati sulla specifica
persona
(Illness)
PRINCIPIO DI AUTONOMIA
… persona: suoi bisogni reali in una
scala che non corrisponde alla nostra…
Rischio di soffocare la possibilità di
espressione … o di opporsi ad una
decisione proposta dall’operatore
PRINCIPIO DI AUTONOMIA:
RISPETTO DELLA PERSONA
Rapporto asimmetrico operatoreutente:
è il primo ad avere una forza
maggiore!
… utilizzata non per trasformare
l’utente in soggetto passivo!
Le conoscenze tecnico-scientifiche
dell’operatore, la sua autorevolezza,
le abilità di cui dispone, devono
servire non per manipolare una
situazione o ottenere un consenso, ma
per permettere all’assistito di
continuare a esser autonomo e
consapevole nelle decisioni
PRINCIPIO DI AUTONOMIA
• Stimolarlo nelle sue effettive
capacità, non sostituirsi…
il pretesto: le cose fatte da noi
saranno migliori ed in tempi più
brevi
• Non infantilizzare l’assistito,
evitare di utilizzare espressioni
affettuose standardizzate che
non tengano conto della sua
peculiarità
• Comunicare ciò che si sta facendo
• Valutare le sue reazioni rispetto
al nostro operato
• Garantirgli che possa, in ogni
momento, esprimersi
PRINCIPIO DI AUTONOMIA
La cura di una persona non è
semplicemente un agire tecnico o
l’applicazione di un protocollo, ma
è cura di una singola persona nella
sua particolarità e soggettività
PRINCIPIO DI BENEFICITA’
O FARE IL BENE ALTRUI :
Vi rientrano le azioni che
devono tendere a realizzare il
massimo bene delle persone,
nel più totale rispetto della
loro volontà e preferenze
PRINCIPIO DI BENEFICITA’
O FARE IL BENE ALTRUI :
DOVERE di operare per il bene
Impegno morale di ogni operatore
di realizzare il massimo bene delle
persone a lui affidate, nel
rispetto delle altrui volontà e
preferenze
PRINCIPIO DI BENEFICITA’
O FARE IL BENE ALTRUI :
Agire in maniera tale che le
conseguenze dell’intervento
sanitario ed assistenziale risultino
a vantaggio del bene della persona
nella sua integrità personale
PRINCIPIO DI BENEFICITA’
O FARE IL BENE ALTRUI :
Può includere anche
l’ingiunzione di non fare il
male, prevenirlo o curarlo
PRINCIPIO DI BENEFICITA’
Azioni orientate alla realizzazione
del bene della persona singola e
del suo interesse
• Diritto ad essere assistito da
persone competenti
• Diritto a ricevere interventi
personalizzati e coerenti con i
suoi bisogni
PRINCIPIO DI BENEFICITA’
• Diritto alla salvaguardia della sua
dignità, comprensiva dell’evitare il
dolore, la sofferenza ed il disagio
creato dall’intervento
PRINCIPIO DI BENEFICITA’
… azioni decise ex ante, prima di metterle
in pratica
… devono essere da tutti condivise
Ogni membro di un gruppo porta con sé una
sua personale visione della realtà, un suo
modo di interpretare le situazioni quotidiane
Diverse e molteplici le soluzioni che ogni
operatore apporta al problema
Necessario il CONFRONTO, onde evitare di
andare ad agire in modo discontinuo ed
approssimativo
PRINCIPIO DI BENEFICITA’
Il dover agire per il bene di una
persona ha precise connotazioni
professionali
Non sempre nella situazione di poter
affrontare da soli una decisone …
necessario coinvolgere l’équipe di
lavoro dove si trovano più
professionalità e competenze
Coinvolgere la persona
PRINCIPIO DI BENEFICITA’
Situazioni simili non sempre uguali …
a confronto nessuna è l’esatta replica
dell’altra, le persone mutano: valori,
contesto di riferimento, paure
Ogni intervento deve essere pensato per
quella persona, coerentemente con i
suoi bisogni salvaguardandone la
dignità
PRINCIPIO DI BENEFICITA’
“Fare il bene”?
… ATTENZIONE alle persone e al
loro stato di bisogno, manifesto o
meno
Problema non viene palesato …
sensibilità, esperienza ci permettono di
cogliere richieste di aiuto quando
velate, camuffate, negate
PRINCIPIO DI BENEFICITA’
Attenzione alla persona assistita
Tutela della salute =
significativa comprensione dei
vissuti, della speranze, delle
paure della persona
Coltivare capacità di ascolto,
dialogo, sensibilità psicologica,
tatto… non disgiunte da quelle
tecnico-professionali
PRINCIPIO DI BENEFICITA’
EVITARE SOFFERENZA, DOLORE, sia
esso fisico che psicologico
EVITARE l’UMILIAZIONE e
PRIVAZIONE
EVITARE il DISAGIO creato
dall’intervento assistenziale
PRINCIPIO DI BENEFICITA’
Anche le azioni più semplici, quotidiane,
vanno inquadrate in un progetto più
ampio che contribuisca ad assicurare il
bene e la qualità assistenziale
Qualità della relazione fra utente ed
operatori contribuisce a rafforzare la
conoscenza, la fiducia reciproca, la
partecipazione attiva
PRINCIPIO DI BENEFICITA’
• Dimostrare interesse e partecipazione
al vissuto dell’utente ci consente di
rispondere meglio ai suoi bisogni dando
risposte adeguate
• Diversificare la prestazione in
rapporto ai bisogni soggettivi concreti
dell’utente
PRINCIPIO DI BENEFICITA’
Interessa un aspetto etico
particolare ed importante per
l’OSS e per tutte le altre figure
professionali nella quotidianità
lavorativa:
GESTIONE delle INFORMAZIONI
nei LUOGHI di LAVORO
TUTELA della PRIVACY
• Legge di riferimento … riservatezza
dei dati sulla persona assistita
• Importante !!!
Normata da una legge, ma anche per
le implicazioni derivanti dal rapporto
operatore-utente che deve essere
basato sulla fiducia, sul rispetto,
connotato da “delicatezza”
TUTELA della PRIVACY : legislazione Italia
• Articoli della costituzione: 15-21
“La libertà e la segretezza della
corrispondenza e di ogni altra forma
di comunicazione sono inviolabili”
“Tutti hanno diritto di manifestare
liberamente il proprio pensiero…”
• Codice Penale
TUTELA della PRIVACY : legislazione Italia
Legge 196/2003 : “ Codice in materia
di protezione dei dati personali “ …
a cui si fa riferimento come diritto
del singolo …
“Chiunque ha diritto alla protezione dei
dati personali che lo riguardano”
TUTELA della PRIVACY: legge 196/03
• La legge disciplina la gestione delle
informazioni, (trattamento dei dati …
raccolti, elaborati, modificati,
cancellati etc)
• L’art 1 riconosce il diritto di ognuno
alla protezione dei dati personali che
lo riguardano, rientrante nei DIRITTI
della PERSONALITA’
TUTELA della PRIVACY: legge 196/03
La persona deve essere a conoscenza:
 autore/i del trattamento
 come e con quali fini
 soggetti a cui possono essere ceduti
(art. 7 Diritto di accesso)
Il trattamento dei dati avviene dopo
consenso dell’interessato
TUTELA della PRIVACY: legge 196
Trattamento con il consenso dell’avente
diritto
Scopo non impedire il trattamento dei
dati, ma evitare che ciò avvenga
contro la volontà dell’avente diritto
Definisce i diritti dell’interessato, le
modalità di raccolta, gli obblighi di chi
raccoglie, chi detiene, chi utilizza …
TUTELA della PRIVACY : legge 196
•
•
•
•
•
La legge suddivide i dati in personali,
identificativi e SENSIBILI:
salute e vita sessuale
origine razziale/etnica
convinzioni religiose/filosofiche
opinioni politiche
adesione a partiti, sindacati,
organizzazioni
TUTELA della PRIVACY : CONSENSO
Obbligatorio per chi esercita la
professione sanitaria e per gli
organismi sanitari pubblici, il
trattamento dei dati personali solo
con il CONSENSO dell’INTERESSATO
e se questi dati sono indispensabili per
perseguire una finalità di tutela della
salute o di incolumità fisica
dell’interessato
TUTELA della PRIVACY
Le organizzazioni sanitarie devono
predisporre misure idonee a garanzia
del rispetto dei diritti, delle libertà
fondamentali e della dignità del
paziente, nonché del segreto
professionale
TUTELA della PRIVACY
• Identificazione numerica
• Distanze di cortesia
• Non assumere notizie riguardanti la salute
dell’ utente in situazioni promiscue…
• Informazioni telefoniche
• Chiedere all’ utente se vuole che alcuni
familiari siano informati del suo stato di
salute e chi nello specifico…
• Regole di condotta rispetto al segreto
professionale uguali per tutti
PRINCIPIO DI NON MALEFICITA’
(O NON MALEFICIENZA)
OBBLIGO: evitare di fare del male
Mettere in atto comportamenti atti
a prevenire o, almeno, a ridurre,
i rischi di nuocere alla persona
assistita, evitando, per quanto
possibile, sofferenza psichica e
psicologica
“Primum non nocere”
PRINCIPIO DI GIUSTIZIA :
Da un punto di vista generico tale
principio afferma che casi simili
dovrebbero essere trattati in modo
simile
Fa riferimento alla DISTIBUZIONE
EQUA delle RISORSE economiche,
umane, di mezzi e di tempo disponibili
in quel contesto ed in quel momento
PRINCIPIO DI GIUSTIZIA
Agire in maniera tale da evitare
discriminazioni, salvo che le
differenze siano rilevanti per il
trattamento o giustificate
PRINCIPIO DI GIUSTIZIA
NON dare a tutti in modo eguale,
ma
dare a tutti in maniera equa in
rapporto alle diverse e reali
condizioni di bisogno di ciascuno
PRINCIPIO DI GIUSTIZIA
• Costante attenzione di ciascun
operatore ad agire con senso di
giustizia
• Corretta rilevazione dei diversi
bisogni e conseguente oculata e
ben programmata distribuzione
delle risorse affinchè nessuno
venga penalizzato
PRINCIPIO DI GIUSTIZIA
• La giustizia va costantemente esercitata,
nei confronti di tutti gli utenti afferenti al
servizio
• Realtà lavorative caotiche, fisicamente
pesanti da sopportare … si tende a risolvere
le situazioni nella maniera più veloce
possibile andando ad incidere negativamente
sulle capacità residue degli utenti e
generando situazioni di dipendenza
PRINCIPIO DI GIUSTIZIA
• Dipendenza dell’utente, un’ ulteriore
condizione di disagio
• … aggravamento del peso assistenziale,
aumento delle risorse per farvi fronte … un
circolo vizioso negativo per la persona, per
l’organizzazione
• I bisogni devono essere raccolti per
permettere un’adeguate programmazione
delle attività e la distribuzione equa delle
risorse, senza penalizzare situazioni e
persone
PRINCIPIO DI GIUSTIZIA
• Saper ascoltare
• Sapersi relazionare, interpretare i
bisogni
• Sviluppo di capacità che in casi di
difficoltà relazionale permettano di
cogliere anche le piccole sfumature …
PRINCIPIO DI GIUSTIZIA
Carichi di lavoro eccessivi, personale
scarso, routine organizzativa …
Valorizzati per la velocità, per l’efficienza
Scarso interesse alla dimensione relazionale
emotiva:tempi molto più lunghi
Rispettare il principio di giustizia è porre
al centro della nostra relazione d’aiuto la
persona nella sua unicità, nel rispetto di una
giusta redistribuzione delle risorse per tutti
gli utenti afferenti alla struttura
PRINCIPIO DI GIUSTIZIA
• Corretta programmazione e distribuzione del
lavoro individuale
• Assicurare interventi equi ed imparziali,
(simpatia, gratificazione)
• Attenzione particolare a quelle persone che
vivono situazioni particolari di disagio,
marginalità, abbandono da parte dei
famigliari … discriminazione positiva verso
soggetti più deboli
• Rispetto della privacy
Principi, impossibilità al consenso
Persona ha perso la capacità di verbalizzare
il suo consenso-dissenso rispetto alle cure
che le vengono date
Impossibile arrivare a creare le condizioni
per avere un consenso informato … difficile
incidere sui principi in particolare per ciò
che riguarda l’autonomia e
l’autodeterminazione nelle scelte di natura
sanitaria
Principi, impossibilità al consenso
• … agire basandoci sulle indicazioni che
ci giungono dalle direttive anticipate
• … coinvolgere i familiari o le figure di
riferimento rappresentative per la
persona, interrogarle su quelli che
sono stati manifestati come desideri
prima che giungesse l’incapacità di
farlo
Principi, impossibilità al consenso
INTERPRETAZIONE che l’équipe di
cura fa del problema e dei desideri
dell’utente, tenendo conto dei suoi
convincimenti, oltre ad un’attenta
valutazione delle competenze
professionali
Soggettività dell’operatore
(valutazione effettuata: obiettività e
lucidità)
Principi, impossibilità al consenso
• Scelte: valutate ed approvate dall’intera
équipe di cura dopo un confronto fra
operatori, ognuno con il suo contributo etico
e professionale
• Se in precedenza sono stati ravvisati “fatti”
che ci possono far capire in che direzione
agire, anche attraverso una comunicazione
non verbale o in contesti diversi o
attraverso il racconto di persone che
stavano vicine all’utente, occorre farlo
presente
RISERVATEZZA
• Natura confidenziale delle
informazioni, non tutte pertinenti per
il nostro lavoro, registrarle?
• R. durante l’effettuazione dei colloqui
• R delle informazioni, la privacy
• Utilizzo di strumenti informatizzati
CONTENIZIONE
• Nei confronti delle persone anziane,
incapaci, gli operatori hanno l’obbligo morale
e giuridico di proteggere le persone a loro
affidate da pericoli ambientali, fisici e
psicologici, garantendone la sicurezza
• La contenizione è un problema molto
complesso … solo su prescrizione medica e
quando realmente necessario
CONTENIZIONE:
• “Assiste la persona non autosufficiente
utilizzando, qualora ne sussista la necessità
di tutela, misure di controllo solo secondo
prescrizione medica”
• Il dovere di custodia e di protezione si
collega al diritto alla sicurezza delle
persone non autosufficienti, ma si scontra
con il diritto alla libertà e all’autonomia e a
volte con il diritto alla dignità
CONTENIZIONE
Scontro fra più principi:
P. di Beneficità: necessità della
contenizione
VS
P. di Autonomia e Autodeterminazione:
diritto della persona alla libertà di
movimento e di decisione
Altri principi …
PRINCIPIO DI VERIDICITA’
dovere di dire la verità, di non mentire
alla persona assistita ed ai familiari
Sincerità nella comunicazione tra
componenti dell’équipe
PRINCIPIO DI VERIDICITA’
• Realtà lavorativa due casi emblematici:
UTILIZZO di PLACEBO, NON
RIVELAZIONE della DIAGNOSI
La prima è ingannevole e può pregiudicare il
rapporto utente-operatore
• La seconda … il medico non comunica,
l’infermiere, l’OSS non possono farlo …
PRINCIPIO DI FEDELTA’
• F. ai propri incarichi, non venir
meno a questa e agli impegni
assunti
• Doveri inerenti il rapporto di
fiducia operatore-assistito,
compresi quelli previsti dalla legge
PRINCIPIO DI VULNERABILITA’
( 1998)
ambito bioetico, inteso come limite
intrinseco e fragilità della
condizione umana
(Autonomia, Integrita’, Dignita’)
Altri principi …
• Centralità persona umana:
aspirazione ad una qualità di “vita
buona” nelle varie fasi della vita
• Dimensione sociale della vita e del
lavoro di cura: impegno
dell’operatore a ricercare e
sostenere le relazioni positive,
valorizzando le risorse
dell’individuo e dell’équipe di
lavoro
Altri principi …
• Dimensione istituzionale: la qualità
della vita necessita di condizioni
istituzionali che favoriscano il
reale ben-essere dell’individuo e
dell’operatore
• Impegno tecnico-operativo: solida
formazione e valide conoscenze
anche a livello interdisciplinare
ASL PESCARA
CORSO di FORMAZIONE per
OPERATORE SOCIO SANITARIO
CURARE E PRENDERSI
CURA
Cura: ambiti semantici
• Campo medico: terapia,
trattamento, guarigione
• Campo “altro”: prendersi cura,
sollecitudine, attenzione,
interesse verso un‟altra persona
“To cure”: guarire, sanare;
disease = malattia oggettiva,
affezione patologica
“To care”: prendersi cura di
qualcuno, preoccuparsene;
illness = malattia
malattia vissuta soggettivamente,
afflizione, stato di sofferenza
CURE e CARE
Condizione umana: insieme dei due
aspetti
L‟operatore sanitario è chiamato a
rispondere ad entrambi e a far
COESISTERE, nel proprio agire
personale, il momento tecnicoscientifico della cura terapeutica
“saper fare”, con il momento
relazionale della cura esistenziale
“saper essere”
• Cura: nascita e per tutta la vita;
cura di sé, degli altri
• Mito di Cura: simbolo potente
della vulnerabilità che
caratterizza l‟essere umano,il
bisogno radicale di essere
sostenuto dalla cura
Cura “accompagna” l‟uomo…
… ha modellato l‟uomo con
dedizione, preoccupazione,
responsabilità:
dimensioni costitutive dell‟essere
umano
“Prendersi cura di qualcuno è un’attività
antica, silenziosa, lenta e quotidiana…
Sta nell’ombra dei momenti che escono
dall’ingranaggio… arriva cura come
presenza avvolgente, consolante,
sensibile, accoglie paure, fragilità,
affanni. Accogli i dubbi, la ricerca di
senso, la paura della finitudine, la
vergogna di un corpo bisognoso e
difettoso, a volte dolente e scomodo”
PRENDERSI CURA
• Atteggiamento relazionale che porta
ad aprirsi all‟altro, riconosciuto come
persona, avente valore
• Attenzione, accoglienza, ascolto,
rispetto, apertura vs pregiudizi e
stereotipi
• Modalità, approccio, comportamento
verso la persona “tutta”
PRENDERSI CURA: assunzione responsabilità
•
•
•
•
Cura competente
Cura interessata
Cura attenta
Cura “custode”
Forte coinvolgimento degli operatori
“Curare è un gioco complesso e
contraddittorio… conoscenze tecniche e
stati d‟animo, emozione e sensibilità,
capacità d‟immedesimazione e
d‟introspezione”
DIMENSIONE ETICA DELLA CURA
Prendersi cura, pratica relazionale che
impegna chi ha cura nel fornire:
energie, competenze, tempo per
soddisfare bisogni materiali e non
dell‟altro
Assunzione di responsabilità =
rispondere nella “giusta misura”
all‟altro con
responsività, disponibilità emotiva e
cognitiva, empatia, ascolto,
competenza tecnica…
COMUNICAZIONE:mettere in comune
“E‟ impossibile non comunicare”
Elemento essenziale mediante il quale si
realizza la relazione interpersonale
Condivisione,mettere in relazione
Modalità attraverso la quale si
instaurano, si strutturano, i sviluppano
le relazioni sociali e si afferma il sè
COMUNICAZIONE:mettere in comune
• C.verbale: parole/significato simbolico
comprensione
• C. non verbale: sguardo, gestualità,
•
movimenti del corpo…
• C. paraverbale: tono della voce,pause,
silenzi…
2 piani: contenuto e relazione
Comunicazione efficace:
• Osservare, ascoltare, stabilire contatto
•
•
•
•
fisico
Prestare attenzione a contenuto/relazione
Verificare la comprensione del significato
ed il senso che ha per la persona
Verifica della comprensione degli ostacoli
della persona
Manifestare empatia, rispondenza emotiva,
partecipazione al vissuto dell‟altro
RELAZIONE D‟AIUTO
• Rapporto fra due persone:
persona/operatore
• Relazione interpersonale, “incontro”
• L‟operatore: tramite “l‟esserci”, il
“condividere”, il “prendersi cura,
fornisce aiuto… necessario: capacità,
competenza, controllo e “regia” del
processo di aiuto…
RELAZIONE D‟AIUTO
• Autenticità: presenza chiara di fronte
all‟altro. Autoconoscenza,
accettazione di sé
• Considerazione positiva: non porre
condizioni all‟accettazione o al
mantenere una positiva disposizione
verso la persona cui è rivolto l‟aiuto
RELAZIONE D‟AIUTO
• Empatia:”entrare” nello schema di
riferimento dell‟altro (intenzionalità,
delicatezza). Mettersi nei panni
dell‟altro senza processi di
identificazione e proiezione
Sospensione del giudizio, astenersi da
pretese di un sapere tecnicoscientifico
INFORMAZIONI PERSONALI
… comportamento corretto …
OBBLIGO da parte degli operatori al
mantenimento della RISERVATEZZA di
tutte quelle informazioni che riguardano la
SFERA PRIVATA di un individuo,
utilizzandole solo dopo il suo consenso anche
quando è stato il medesimo a richiedere
assistenza e cura
INFORMAZIONI PERSONALI
TRASMISSIONE e l‟UTILIZZO delle
INFORMAZIONI tra i vari operatori
deve avvenire per un unico scopo:
l‟INTERESSE dell‟ASSISTITO,
garantire la continuità assistenziale
INFORMAZIONI PERSONALI
Passaggio di consegne in cui si trasmettono
informazioni riguardanti:
 condizioni psico-fisiche dell‟utente
 in corso terapie particolari o preparazioni in
vista di esami strumentali
 se necessità di particolare assistenza
dovuta all‟insorgenza di sintomi, ad esempio,
la febbre, il dolore, etc.
INFORMAZIONI PERSONALI
… si entra nella vita dell‟utente
Diversamente sarebbe difficile
conoscere i reali bisogni di una
persona e impossibile fornirgli
l‟assistenza di cui necessita nel miglior
modo possibile e con la continuità che
l‟intervento assistenziale deve avere
come fondamento essenziale
INFORMAZIONI PERSONALI
L‟accedere alla sua sfera personale e
corporale deve venir fatto nella
maniera più rispettosa possibile,
basando il proprio comportamento su
quelli che sono i dettami dell‟etica e
della deontologia professionale
INFORMAZIONI PERSONALI
“ comportamento riservato”
questa riservatezza risiede
nel rispetto dell‟altro, rispetto
non solo formale, ma di
“fatto”, quotidiano
INFORMAZIONI PERSONALI
… spesso il lavorare con persone che
ci sono estranee ci allontana da
questa dimensione
… pensiamo a fare il nostro lavoro al
meglio possibile, ma non ci caliamo
nella soggettività dell‟assistito …
FIDUCIA
Il rispetto ci porta a stabilire
un rapporto basato sulla
fiducia con la persona assistita
che deve essere reale,
tangibile e non fittizio
RISERVATEZZA
“Caratteristica di ciò che è
improntato alla discrezione, al
rispetto del segreto e dell‟intimità e
può associarsi, se riferito ad una
persona, a tutto ciò che concerne il
ritegno, la serietà”
(Devoto,Oli, 2002)
• Bisogno di intimità e riservatezza
aumenta in condizioni di fragilità e
sofferenza
• Dovere morale e professionale, obbligo
degli operatori
• Chi sperimenta il rapporto di aiuto
deve poter contare su questo impegno
costante alla riservatezza, al rispetto
della personalità, dell‟intimità, al
rispetto del proprio corpo…
PUDORE
Primo aspetto di riservatezza
“Senso di avversione e difesa nei
confronti degli aspetti equivoci e
morbosi del sesso, ritegno e vergogna”
(Devoto, Oli)
Scienze umane: il pudore non si limita
all‟ambito sessuale, ma investe l‟uomo
in tutte le sue dimensioni: fisiche ,
psichiche, spirituali
PUDORE
• Problematica importante è l‟incontro
ed il rapporto con l‟altro
• Manifestazione tipicamente umana,
(non esiste nel mondo animale)
• Si colloca alla “frontiera” fra sé e
l‟altro, esiste all‟interno di ogni
relazione
SENSO del PUDORE
SENSO del PUDORE, sentimento della
VERGOGNA che la persona prova
durante alcune pratiche assistenziali
e/o cliniche
(persona anziana, donne mussulmane,
adolescenti, etc)
SENSO del PUDORE
• Esercizio della pratica!
• Se il pudore investe la relazione con
l‟altro non può che tradursi in
esperienza di attenzione, di attesa, di
rispetto
• Tecnicismo = prezioso; rischio di
intrusività ed invasività, stabilire un
rapporto di intimità
Intervento di aiuto: necessario ma
ferisce il
pudore della persona assistita e provoca
umiliazione
Consapevolezza del disagio
Operatori: incontro con la persona,
oggettivazione del corpo e tecnica,
routine, difficile equilibrio!
… nel limite del possibile, attuare
le modalità dopo aver concordato
con l‟utente i tempi e i modi
dell‟intervento assistenziale,
soprattutto per quelli che vanno
ad incidere sull‟intimità e sul
pudore
PUDORE: rispetto
• Obbligo morale
• Sancito dal Codice di procedura penale
(ispezioni corporali)
specifiche raccomandazioni per far
diminuire l‟imbarazzo di chi si trova
costretto, per più motivi, a doversi
denudare davanti ad estranei
VERGOGNA
Analogie con il tema del
pudore
Sentimento della vergogna è
strettamente legato alla
corporeità, in particolar modo
quando si è totalmente
dipendenti da altri
VERGOGNA
Vergogna: deformazione del proprio
corpo, impossibilità a rispettare gli
impegni, condizioni di dipendenza, non
autosufficienza, mancanza di
autonomia…
Linguaggio del corpo come premessa alla
conoscenza e decifrazione
VERGOGNA
Vergogna, ma anche impotenza,
impossibilità a dire di no!
• Perché non si è in grado di fare
diversamente
• Perché l‟operatore è visto come colui
che in quel momento ha potere e verso
il quale non ci si può opporre
• A volte lo stesso viene idealizzato
come il risolutore dei propri problemi
… attività assistenziali quotidiane, la
“violazione” dell‟intimità fisica diventa
“violazione” dell‟intimità psicologica
… sottile linea fra ciò che il mondo
dell‟utente e ciò che è il nostro lavoro
… non può fare lo stesso con noi
… lo interroghiamo, lo denudiamo,
fisicamente e psicologicamente !
CONDIVISIONE DEGLI SPAZI
Le persone devono forzatamente
condividere questa condizione con gli
altri utenti; condividere gli spazi
comuni porta al problema
dell‟INVASIONE dello spazio privato
dell‟individuo
Violazione della privacy
La persona perde la capacità di
esprimere il suo punto di vista
perché deve sottostare agli
interventi assistenziali così come
previsti e proposti
Laddove possibile, permettere
all‟utente di continuare a
mantenere le sue abitudini, i suoi
ritmi di vita …
Il rispetto del pudore e
dell‟intimità devono diventare una
pratica quotidiana: un modo di
essere al di là dei nostri doveri,
una consuetudine, rispetto dei
codici etici e deontologici
SEGRETO
… aspetto fondamentale nel rapporto
con l‟utente, relativo a tutto ciò che
lo riguarda
Ha un fondamento etico: la difesa del
“suo mondo”
Ulteriore esigenza:
RELAZIONE fondata su di un
rapporto di FIDUCIA reciproca
La segretezza: presupposto
indispensabile affinchè si instauri un
rapporto di fiducia
SEGRETO
Obbligo di mantenere il segreto su
tutto quanto si viene a conoscenza
per ragioni del proprio lavoro o
professione
In particolare per le professioni
sanitarie è diventato imperativo
morale!
SEGRETO PROFESSIONALE
Giuramento di Ippocrate
“Tutto ciò che io avrò veduto
ed udito io lo tacerò e lo
conserverò come un
segreto …”
SEGRETO
• Tutto ciò che non deve essere
divulgato, circostanza o notizia
attinente la sfera intima del soggetto
• Vincolo etico e deontologico prima
ancora che giuridico
• Vincola l‟operatore a non rivelare ciò
che abbia udito, visto o in qualche
modo appreso in virtù del rapporto
fiduciario con la persona assistita
SEGRETO PROFESSIONALE
Comportamento quotidianamente
orientato alla RISERVATEZZA:
dovere!
Riservatezza deve sfociare nel preciso
obbligo al SEGRETO PROFESSIONALE
Tutela la libertà e la sicurezza dei
rapporti professionali
SEGRETO PROFESSIONALE
• E‟ il segno della nostra professionalità
• Denota il rispetto che abbiamo verso
l‟altro
• La riservatezza delle notizie dimostra
l‟intima convinzione di dover dare una
risposta concreta alla fiducia che
l‟utente ripone in noi
SEGRETO PROFESSIONALE
E‟ da ritenersi un comportamento
assolutamente non etico, deprecabile,
utilizzare le informazioni in nostro
possesso in modo diverso da quello
strettamente inerente la nostra
attività
Lo stesso si può dire quando si fanno
allusioni a certe notizie …
SEGRETO PROFESSIONALE
… l‟obbligo al mantenimento del
segreto su tutto ciò di cui si viene a
conoscenza all‟interno del proprio
ambito lavorativo e professionale
… è sufficiente che si manchi a
quest‟obbligo per una sola notizia ed
una sola volta per essere punibili …
SEGRETO PROFESSIONALE:
fondamenti giuridici
Art 622 Codice Penale
chiunque, avendo notizie in virtù del
proprio stato,della propria
professione, di un segreto, lo riveli,
lo diffonda senza giusta causa e lo
impiega a proprio o altrui profitto,è
punito, e se da ciò ne deriva
nocumento: sanzioni
(1993 sono considerati nocumento anche i
supporti informatici che contengano dati,
programmi etc)
SEGRETO PROFESSIONALE:
fondamento deontologico
• Ogni operatore sanitario deve inoltre
far riferimento al proprio codice
deontologico, come piena assunzione di
responsabilità personale, nel rispetto
della fiducia che l‟utente ha in noi
riposto …
• C.D. infermieri 2009 art. 26, 28
SEGRETO PROFESSIONALE
Al segreto professionale sono tenuti
tutti coloro che, in virtù del proprio
stato, vengono a conoscenza di alcune
informazioni :
• studenti
• sacerdoti
• consulenti esterni …
SEGRETO PROFESSIONALE:
• In ragione della propria professione
e/o della propria arte:
ausiliari
OSS, prima e dopo l‟ espletamento del
tirocinio …
• Gli impiegati in virtù del proprio
ufficio
SEGRETO PROFESSIONALE
Diffondere le notizie viene considerato,
dal Codice penale,alla stregua di un
FURTO di COSE PRIVATE,
per cui sottoposte a precise normative
dello Stato
Non è furto di cose private denunciare
malattie infettive contagiose …
prioritario salvaguardare la collettività
dalla possibile diffusione della
malattia ritenendolo un bene maggiore
al bene del singolo
• Tutto ciò di cui veniamo a conoscenza
sui nostri assistiti NON può essere
OGGETTO di CONVERSAZIONE con i
nostri familiari, amici, colleghi di altri
reparti o servizi diversi dal nostro
• Solo per motivi assistenziali ci è
permesso il rapporto giornaliero con i
nostri colleghi e sempre in virtù della
continuità assistenziale
La trasmissione delle informazioni è
finalizzato al piano d‟assistenza e
avviene con le altre figure
professionali che come noi sono tenute
al mantenimento del segreto
professionale
Eticamente parlando l‟impegno al
segreto è uno dei più vincolanti
… da atto ad una querela da parte
dell‟utente mettendo in atto un
procedimento di tipo penale nei
confronti del trasgressore
A tutt‟oggi in Italia sono poco
frequenti casi di denuncia di violazione
del segreto professionale
Un‟attenta osservanza del principio?
Più imputabile alla difficoltà oggettiva
di un utente alla denuncia di un
operatore o servizio di cui ha bisogno
in quel momento!
SEGRETO PROFESSIONALE:
fondamenti giuridici
Altre norme fanno riferimento al
dovere specifico di riservatezza come
il Codice Cassese del 1994
… il lavoratore si deve astenere dal
diffondere informazioni pubbliche che
possono andare a ledere l‟immagine
della Pubblica Amministrazione
SEGRETO D‟UFFICIO
DPR n. 3/1957
riguardante i doveri del pubblico
dipendente, in cui si fa specifico
riferimento al segreto d‟ufficio,
articolo poi modificato nel 1990 con
la legge 241
SEGRETO D‟UFFICIO
Art.n 326 Codice Penale
… il pubblico ufficiale o incaricato
che violi i doveri inerenti le sue
funzioni o il suo servizio, che riveli
notizie che devono rimanere segrete o
ne agevoli la loro conoscenza
abusando, in tal modo, della sua
autorità, è punibile
SEGRETO D‟UFFICIO
Pubblici ufficiali/incaricati di
pubblico servizio:
 impiegati dello Stato o di altro ente
pubblico che prestano
permanentemente o temporaneamente
un pubblico servizio
 ogni altra persona che presta
permanentemente o temporaneamente,
gratuitamente o con retribuzione,
volontariamente o per obbligo, un
pubblico servizio
SEGRETO d‟UFFICIO
La punizione è ancora più grave della
precedente riguardante il segreto
professionale
La procedura avviene per ufficio,
senza che vi sia la denuncia da parte
della parte lesa
SEGRETO d‟UFFICIO
… la rivelazione del segreto d‟ufficio
lede la dignità della professione che
un operatore svolge, la dignità del
malato, ma diventa un reato contro la
Pubblica Amministrazione che ha
precise finalità da perseguire a nome
e per conto dello Stato
GESTIONE DELLE INFORMAZIONI
NEL GRUPPO DI LAVORO
La gestione delle informazioni
all‟interno dell‟équipe assistenziale
riguarda più ambiti: salute, sfera
emotiva, affettiva, sociale,
spirituale
GESTIONE DELLE INFORMAZIONI
NEL GRUPPO DI LAVORO
Al segreto e alla riservatezza
delle informazioni non fanno
riferimento solo le leggi dello
Stato, ma anche le Carte dei
diritti del malato
Art. 14 legge 502/1992
GESTIONE DELLE INFORMAZIONI NEL
GRUPPO DI LAVORO
DISTINGUERE fra ciò che è “segreto” e
ciò che sono le informazioni di cui ci
avvaliamo per offrire assistenza
Non tutte le informazioni che riguardano
l‟utente sono necessarie per il nostro lavoro
Alcune volte sono confidenze che non
aggiungono o tolgono niente all‟intervento
assistenziale
(HLA)
GESTIONE DELLE INFORMAZIONI NEL
GRUPPO DI LAVORO
… utente affetto epatite di tipo B
(trasfusione di sangue? tossicodipendente?)
Portatore di una patologia trasmissibile;
adozione di misure che impediscano la
trasmissione …
Come l‟abbia contratta non è un
„informazione rilevante per l‟équipe, mentre
per l‟utente può essere molto importante
mantenere la privacy sulle sue precedenti
abitudini di vita, perché fonte di vergogna o
perché teme un giudizio negativo
GESTIONE DELLE INFORMAZIONI NEL
GRUPPO DI LAVORO
Spesso le informazioni più segrete vengono
rivelate al personale che quotidianamente è
più a stretto contatto con l‟utente
… ancora presente sudditanza verso il
medico, l‟atteggiamento dell‟utente è “down”
rispetto a quest‟ultimo … il medico è
presente per archi temporali esigui,
soprattutto se confrontati con quelli di altri
professionisti
GESTIONE DELLE INFORMAZIONI NEL
GRUPPO DI LAVORO
Queste “confidenze” sono spesso legate a
situazioni di necessità … alleggerire le
tensioni interne, confidandosi con gli
operatori con cui maggiormente ha
sviluppato un rapporto di fiducia
Fiducia : l‟utente è certo che tali
informazioni non saranno divulgate al di
fuori del contesto in cui si trova o con
persone estranee
GESTIONE DELLE INFORMAZIONI NEL
GRUPPO DI LAVORO
Nel passare le consegne tra un turno
e l‟altro occorre selezionare le
informazione e fornire solo quelle
inerenti l‟assistenza e la sua
continuità
GESTIONE DELLE INFORMAZIONI NEL
GRUPPO DI LAVORO
Nessuna informazione deve essere
data ad altri operatori che non siano
parte del gruppo di lavoro, nè
all‟esterno della struttura lavorativa
GESTIONE DELLE INFORMAZIONI NEL
GRUPPO DI LAVORO
Quando vi sono dubbi, conflitti, che
nascono dalla natura delle informazioni che
abbiamo ricevuto, può essere difficile dire
quali siano veramente utili o meno per il
nostro lavoro
In questi casi è sempre necessario il
confronto con il gruppo, con il proprio
referente
GESTIONE DELLE INFORMAZIONI
VERSO UTENTE E/O FAMILIARI
• Ambito molto delicato e
complesso, interessa il PROBLEMA
della VERITA‟
• Dire la verità? Non dirla? Come
dirla? Problemi quotidiani che
generano interrogativi etici e
morali molto forti
GESTIONE DELLE INFORMAZIONI
VERSO UTENTE E/O FAMILIARI
L‟informazione circa la diagnosi
(identificazione della malattia),la
prognosi (previsione sul decorso e
sull‟esito della malattia), le
decisioni terapeutiche, sono di
ESCLUSIVA COMPETENZA
MEDICA
GESTIONE DELLE INFORMAZIONI
L‟infermiere può fornire
chiarimenti, può approfondire
l‟argomento qualora richiesto ma
mai prima che sia avvenuto il
colloquio fra medico, utente e suoi
familiari se richiesti
GESTIONE DELLE INFORMAZIONI
• OSS: confrontarsi con gli infermieri circa le
informazioni che sono state date all‟utente
e se questo ha chiesto ulteriori chiarimenti
sulle sue condizioni di salute
• Fondamentale è avere un comportamento
univoco
• Tutto il personale deve essere a conoscenza
di ciò che l‟utente sa e ciò che non sa,
mantenendo una linea comune
GESTIONE DELLE INFORMAZIONI
• Le informazioni da dare all‟utente
devono essere coerenti e precise per
tutti
• La coerenza deve palesarsi anche fra i
messaggi verbali e quelli non verbali
che vengono trasmessi all‟utente e alla
sua famiglia
GESTIONE DELLE INFORMAZIONI
Diagnosi di malattia
Sino a che il medico non comunicherà
l‟esatta diagnosi all‟utente e alla sua
famiglia, ogni operatore, se interrogato,
mantiene un linguaggio neutro …
Cerca per quanto possibile di tranquillizzare
la persona … né mentire, né banalizzare
Lo scopo è di non creare dubbi e tensioni
all‟utente e alla famiglia
… rapporto di lealtà e stima indispensabile
GESTIONE DELLE INFORMAZIONI
• Risposte non univoche creano paura,
disorientamento, apprensione, non fiducia
• Le INFORMAZIONI devono essere
COMPLETE, CORRETTE, ESAURIENTI
• Solo in questo modo potremmo chiedere
all‟utente un suo coinvolgimento responsabile
alle decisioni che lo riguardano
GESTIONE DELLE INFORMAZIONI
• Domande a cui non sapete e/o non potete
rispondere? Demandate a chi di competenza
• OGNI OPERATORE ha PROPRIE
COMPETENZE e RESPONSABILITA‟
• Ognuno di questi contribuisce ad informare
l‟utente per il suo ambito di competenza
all‟interno dell‟organizzazione in cui lavora
GESTIONE DELLE INFORMAZIONI
Trovare le GIUSTE PAROLE…
ogni utente è un mondo a sé
PAROLE APPROPRIATE a quella persona
affinché sia messo nella condizione di
capire e comprendere le informazioni
al meglio
GIUSTE PAROLE
… il personale medico
Utilizzo di parole incomprensibili,
terminologie astruse, scarsissima
aderenza a ciò che è il vissuto della
persona che ci sta di fronte …
(anziani, extracomunitari, analfabeti…)
GIUSTE PAROLE
… il livello emotivo, al momento della
comunicazione di una diagnosi, tanto
più se grave, è sempre alterato
Le persone hanno paura, sono
ansiose, recepiscono una minima parte
delle informazioni
Non unica comunicazione
GIUSTE PAROLE
Il codice deontologico del Medico è
molto preciso per ciò che concerne
l‟informazione:
• utilizzo della forma personalizzata
• tener conto del livello culturale
• evitare terminologia eccessivamente
tecnica
GIUSTE PAROLE
… tener presente il grado di
emotività, anche in relazione alla
prognosi, verificare quali sono le reali
capacità dell‟utente di discernere in
modo da renderlo capace di una
maggiore lucidità possibile per
comparare benefici, rischi, alternative
GIUSTE PAROLE
• VERIFICARE il grado di COMPRENSIONE
della persona assistita è una priorità
• Se pensiamo che questa non abbia capito a
sufficienza tornare sull‟argomento,
modificando, se occorre, il linguaggio
• Se presenti meccanismi di difesa di rifiuto,
di allontanamento, di sublimazione, ci
avvaliamo del supporto psicologico
GIUSTE PAROLE
• Non vogliamo far del male all‟utente
riportandolo alla realtà … dobbiamo renderlo
partecipe della sua malattia ed aiutarlo
nella gestione quotidiana del problema
• Esistono pazienti che non vogliono essere
informati, lo esplicitano all‟ingresso …la
comunicazione viene fatta, su apposita
indicazione , al familiare, situazioni limite …
Molto più difficile è la gestione!
RISPETTO DELLA SFERA PRIVATA:
significa
• Dare una risposta concreta alla fiducia
riposta negli operatori
• Continuità assistenziale: trasmissione di
informazioni osservate e raccolte durante il
proprio lavoro a coloro che hanno diretta
responsabilità sull‟utente
• Gli operatori gestiscono e trasmettono le
informazioni di loro competenza dopo averle
concordate con l‟équipe di lavoro
ASL PESCARA
CORSO di FORMAZIONE per
OPERATORE SOCIO SANITARIO
ASPETTI PROBLEMATICI
NELL’APPROCCIO A PERSONE
IN CONDIZIONI DI
“DIVERSITA’”
NURSING TRANSCULTURALE
Un aspetto che può far sorgere
problemi di ordine etico è
l’ALTERITA’
Sebbene viviamo nell’era della
globalizzazione, degli interscambi, il
rapporto con la diversità è diventato
altamente problematico
• L’esperienza professionale degli
operatori sanitari è attraversata da
continue presenze dell’altro…
• A queste relazioni interpersonali
rispondiamo in maniera differente e a
ciascuno in forma singolare
• Entrare in relazione con l’altro implica
entrare in contatto con un’altra
identità, con qualcuno che è “diverso”
Il confronto con la diversità: fattore
essenziale della nostra evoluzione
come persone
Faticoso confronto quotidiano con il
“differente da sé”: ognuno sviluppa la
propria identità in un duplice
percorso:
differenziazione/identificazione
confronto/dialogo
scontro/incontro
fatica/arricchimento
ALTERITA’
Essere “altro”
Contrario di identità
Qualcosa, qualcuno di distinto e di
eterogeneo
Eterogeneo: che ha natura o
proprietà
differenti
ALTERITA’ e DIVERSITA’
Attribuite non all’individuo singolo in
quanto essere differente da un altro,
ma solo ad alcuni aspetti caratteristici
che lo rendono dissimile rispetto
all’omologazione del gruppo
La presenza del “diverso” nella società
genera conflitti, manda in crisi il
normale funzionamento del sistema,
condiziona in modo forte
ALTERITA’ e DIVERSITA’
Spesso vista in chiave negativa,
pericolo, minaccia della propria
identità
Presenza del diverso genera
sentimenti di sospetto, ansia,
paura
• Percepire la differenza non come un
limite ma come valore, risorsa, diritto
• Incontro con l’altro: scontro, mai
discriminazione
• Pregiudizio non avallato da fatti ma da
opinioni, condiziona fortemente le
nostre relazioni sociali, ostacolando il
contato con l’altro
Pregiudizio non è innato!
Suo fondamento nelle influenze
familiari, ambientali, sociali
Educarci ed educare alla differenza
Cultura dell’accoglienza
vs
omogenizzazione culturale
Perché ciò avvenga:
• Porci come elementi centrali della
•
•
•
•
•
•
relazione
Ascolto e dialogo
Ricerca comune
Capacità critica di porsi domande
Empatia
Attivare reti di discussione
Uscire dagli schemi, essere creativi,
divergenti
Tanti “volti” della diversità
Dis-vertere = volgere in opposta
direzione
Non somiglianza, scostamento da una
norma, da ciò che è comune e diffuso
Accezione il più delle volte negativa!
Etnia e cultura
Patologie (malattia mentale, AIDS…)
Specifiche tipologie hanno creato
classificazioni per fornire cornice
di riferimento
1° fondamento per avvicinarsi
all’altro è dato dalla conoscenza a
cui seguono riconoscimento e
rispetto
ALTERITA’ CULTURALE
• Flussi migratori in aumento (esplosione
demografica, ricerca di lavoro, asilo
politico, etc).
• Non fenomeno provvisorio e
temporaneo bensì dinamico, in
progressione
• Trasformazione profonda della nostra
società (multiculturale, pluralistica)
31/12/2008:
ISTAT 6,5% immigrati
Parole chiave dell’immigrazione:
eterogeneità, dinamicità,
strutturalità
Ultimo quinquennio: numero
stranieri più che raddoppiato
(nuovi nati, seconda generazione
apporterà trasformazione e
cambiamento)
• Italia: paese poco abituato al
confronto con la diversità
• Immigrati vivono in condizioni di
marginalità economica, sociale,
relazionale. Crisi identità
individuale
• Barriere giuridiche, burocratiche
ma soprattutto culturali. Ostilità,
esclusione, discriminazione !
• Problemi pratici
Percorsi di integrazione
Promozione di una convivenza
costruttiva:
accettazione e rispetto del
diverso
riconoscimento identità culturale
dialogo, collaborazione, ottica di
reciproco arricchimento
Difficili da gestire quando investono i valori
base della nostra identità collettiva (difficile
negoziazione e mediazione): religione, sesso
tradizioni…
Impegno reciproco al superamento, diversità
come opportunità
2007: Carta dei valori e della cittadinanza e
dell’integrazione
2005: Convenzione Unesco su protezione e
promozione delle diversità culturali
• Qualunque sia la storia migratoria
rappresenta uno sradicamento
dalla propria cultura (crisi
identità)
• Momento faticoso, doloroso,
patogeno in termini fisici e
psicologici
• Migrazione come fattore di rischio
per la salute
ALTERITA’ CULTURALE
L’alterità culturale ci rende tutti
unici ed irripetibili
Non assistiamo le civiltà in
astratto o una cultura in
generale, noi assistiamo persone,
cioè “portatori di cultura” che
manifestano caratteristiche
specifiche di quella cultura
ALTERITA’
… considerazione:
riconoscere che i problemi legati
all’alterità non stanno nella
percezione di una differenza, ma
risiedono nelle discriminazioni che
da questa possono nascere
ALTERITA’
Saper discriminare se questa
differenza costituisce un motivo di
lecita tolleranza o intolleranza
La diversità diventa rilevante quando
è alla base di una discriminazione
ingiusta che non dipende dalla
diversità ma dalla presenza di ragioni
per cui il trattamento di eguali risulta
diseguale
(Principio di Equità e di Giustizia)
CULTURA
E’ soprattutto quest’ultima a creare
maggiori problemi!
C. Geertz : “Un elefante invisibile”
grossa ed ingombrante in tutte le cose
della vita ma talmente
onnicomprensiva che nemmeno ci
accorgiamo della sua influenza!
CULTURA
Insieme di conoscenze, di
credenze, di leggi, acquisite
dall’uomo all’interno di una
specifica società e trasmesse
di generazione in generazione
CULTURA
Serie di caratteristiche
specifiche di una società o di
un gruppo sociale in termini
spirituali, materiali,
intellettuali, emozionali
CULTURA
… possiamo immaginarla come:
mappa
che ci orienta nell’ambiente, nel
rapporto con le persone,
che crea significato,
cornice morale entro cui agire
CULTURA, cornice
morale
Definisce:
sistema di valori etici condivisi
cosa sia la dignità
per quali cose occorre provare
vergogna oppure no (es. la nudità)
quali sono le cose importanti…
CULTURA
Per comunicare, relazionarsi con
l’ambiente esterno e soddisfare i
bisogni degli individui ogni cultura è
dotata:
• lingua
• concezioni
• metodologie strumenti e tecniche
• Lingua: struttura l’apparato psichico
percettivo (neve eschimesi, assenza di
alcuni termini)
• Concezioni: reicarnazione, ritorno,
malocchio. I processi di cura sono
culturalmente segnati
• Metodologie strumenti e tecniche
(Africa: non domande dirette;
sciamani)
CULTURA
• … serve anche a produrre senso e
questo a produrre credenze
condivise per i membri di una
determinata comunità
• Senso, credenze generano “reti”
ed appartenenza
• Noi – Loro …
CULTURA
PAZIENTE GHANESE:
rifiuto del taglio cesareo …
Agli occhi della sua cultura una sorta di
non assolvimento dei propri doveri
Umiliazione !
Rassicurazione del marito e della
comunità …
CULTURA
PAZIENTE SENEGALESE :
la placenta è considerata il “fratello
maggiore del neonato”
Anche dopo la nascita mantiene un forte
“potere” nei confronti di madre e figlio
Essiccata, conservata, triturata, usata
come medicinale
CULTURA
• Donne africane: figlio è
considerato l’incarnazione di un
antenato
• Riti
• L’attribuzione del nome avviene
dopo molti giorni… il “giusto” nome
• Mediatore culturale
•
•
•
•
•
Uomini in sala parto
Ecografia
Concezione della morte
Concezione della malattia
Rapporto con la cultura del Paese
ospitante
CARE
Il “care” ricerca la
comprensione di quella che è la
richiesta assistenziale e
propone piani assistenziali
partecipativi e specifici a quel
singolo utente …
BISOGNI
Un’ eguale bisogno può manifestare:
DIMENSIONI OGGETTIVE
(biologiche e fisiologiche)
SOGGETTIVE
(psicologiche e socioculturali)
BISOGNI
I bisogni assistenziali possono
essere:
IMPLICITI
ESPLICITI
Diverse modalità di manifestarsi
BISOGNI
La rilevazione della dimensione
soggettiva dei bisogni è
essenziale, poiché sono
situazioni non generalizzabili
NURSING TRANSCULTURALE
• Teoria aa.’60 secolo scorso
• M. Leininger
• Si occupa della diversità e
dell’universalità dell’assistenza
transculturale
NURSING
• Florence Nightingale, 1860 …
nurse
• “Infermieristica”…
• Tutte quelle attività
caratteristiche della professione
infermieristica che ne connotano
lo status
N.T. o TEORIA della DIVERSITA’ e
dell’UNIVERSALITA’ dell’ASSISTENZA
Studia le diverse culture e
subculture mondiali in
riferimento al loro
comportamento assistenziale,
nei confronti dei malati, dei
valori inerenti la salute
N.T. o TEORIA della DIVERSITA’e
dell’UNIVERSALITA’ dell’ASSISTENZA
Diverse culture ma:
• l’assistenza agli esseri umani è un
fenomeno universale
• i processi assistenziali sono essenziali
per la nascita, la crescita la
sopravvivenza …
• il nursing è un fenomeno transculturale
N.T. o TEORIA della DIVERSITA’e
dell’UNIVERSALITA’ dell’ASSISTENZA
Nel contempo:
• la cultura rende la visione del mondo e
dei valori diversa
• modifica le pratiche di cura, di
autocura ed assistenziali
• il concetto di salute, cura, guarigione
sono strettamente legati ai valori
culturali
NURSING TRANSCULTURALE
Obiettivo di poter creare un
corpo scientifico e umanistico di
conoscenze che ci permetta di
agire con persone di cultura
diversa
NURSING TRANSCULTURALE
Disciplina pratica:
rispondere ai bisogni assistenziali
dell’uomo senza prescindere però dalla
conoscenza della persona, della sua
storia, della sua cultura
Efficacia, efficienza, adeguatezza,
rispetto
NURSING TRANSCULTURALE:
(M.Leininger)
Non una teoria diversa o
slegata dal nursing
comunemente interpretato,
ma un ampliamento del campo
prospettico nella comprensione
dei bisogni dell’uomo
NURSING TRANSCULTURALE
Uno degli imperativi per chi
occupa di assistenza:
RELAZIONE
utente professionista!
NURSING TRANSCULTURALE
Occorre ricercare la
comprensione dialogica delle
rispettive alterità che
permetta di superare i
pregiudizi di entrambi
NURSING TRANSCULTURALE
Si cerca di giungere ad un
compromesso
 Persona: richiesto di partecipare
attivamente alla ricerca della salute
 Operatori: fornire risposte adeguate
ai suoi bisogni non più o non solo
fisici, ma anche culturali, ovvero
rispondere ai significati simbolici e
spirituali
NURSING TRANSCULTURALE:
2 “scenari assistenziali”
1. Riguarda la percezione della diversità,
dell’alterità fra culture. Persona ed
operatore si incontrano e si scoprono
differenti
Concerne il :
• COSA
• COME
• QUANDO
• DOVE
• CHI … (della pratica assistenziale)
NURSING TRANSCULTURALE:
2 “scenari assistenziali”
2. Riguarda il conflitto fra valori
In situazioni particolari si entra in
conflitto sul significato morale di un
atto assistenziale
Concerne il :
• PERCHE’ (della pratica assistenziale)
investe i valori, il significato che tale
pratica ha per la persona
NURSING TRANSCULTURALE
Reazioni:
CHIUSURA:
la propria cultura di riferimento è
vista come l’unica accettabile, la
migliore
Sentimenti di negazione, “non esisti”,
o di paura, reazione xenofoba
NURSING TRANSCULTURALE
Reazioni:
CHIUSURA:
allattamento con il biberon e/o
latte in polvere è migliore
dell’allattamento al seno
NURSING TRANSCULTURALE
Reazioni
RELATIVISMO:
impossibile ogni confronto e ogni scambio,
ogni cultura va rispettata e salvaguardata
Atteggiamento di grande rispetto?
Rischio di conflitto … si rinuncia a dare
giudizi su alcuni tratti della diversità anche
quando si tratta di situazioni esasperate
NURSING TRANSCULTURALE
Reazioni:
RELATIVISMO:
casi in Italia in cui genitori si sono
rivolti a strutture specializzate per far
praticare l’infibulazione alla figlia
NURSING TRANSCULTURALE
Infibulazione:tipico caso di
conflitto di valori!
In presenza di un conflitto occorre
cercare una soluzione che sia da
entrambi le parti accettata
NURSING TRANSCULTURALE
Soluzione: serio confronto
… non solo di mettersi d’accordo
sui mezzi di realizzazione di un
valore comune, ma sullo stesso
valore
NURSING TRANSCULTURALE
• Per operare in maniera efficace
occorre essere consapevoli della
propria eredità culturale che mi aiuta
nella comprensione, ma può essermi di
ostacolo
• Tale comprensione mi deve permettere
di rispettare differenze e somiglianze,
reagendo in modo appropriato al “dono
della diversità” (M. L)
NURSING TRANSCULTURALE
Perché l’infibulazione?
Che significato ha per i
genitori?
Quali le motivazioni?
NURSING TRANSCULTURALE
• Il dialogo … coinvolgimento di famiglie
della stessa etnia che già hanno
affrontato il problema
• Fornire informazioni sui possibili
rischi, sulle complicanze, sul danno
fisico e psicologico provocato
NURSING TRANSCULTURALE
• La legislazione…
• Indagare se una tale operazione è
più rituale che altro
• Il “marchiarsi” come simbolo di
appartenenza ad una cultura…
NURSING TRANSCULTURALE
Scarificare, in anestesia, la
vulva della bambina…
… riconoscimento della loro
identità culturale
NURSING TRANSCULTURALE
Basilare la relazione!
No agli stereotipi, all’asetticità del
rapporto, al giudizio lapidario,
dove solo una cultura sentenzia
ciò che è buono e ciò che non lo è
NURSING TRANSCULTURALE
• … continue trasformazioni della
società,del tessuto sociale, nei
comportamenti, negli atteggiamenti,
nell’assistenza
• Confronto culturale
• Ridisegnare la cultura assistenziale,
sanitaria in rapporto a nuovi bisogni
NURSING TRANSCULTURALE
• Convivenza di molteplici etnie in uno
stesso territorio solleva innumerevoli
problemi
• Una sfida alla riflessione etica e
giuridica
• Le differenti concezioni del mondo e
della vita mettono in crisi alcuni
principi, ad esempio uguaglianza e
differenza
NURSING TRANSCULTURALE
Permette:
Annullamento dell’estraneità
Affronta il problema dell’alterità sia nel
momento diagnostico:
“qual è il
problema?”
Sia nel momento prescrittivo:
“come posso
aiutarlo/a?”
NURSING TRANSCULTURALE
• Permette il confronto fra le
differenze e le affinità fra culture
inerenti l’assistenza agli esseri umani
• Fine: offerta di assistenza sanitaria
culturalmente congruente, utile e
valida, basata sulla comprensione e
sulla competenza
NURSING TRANSCULTURALE
“Quello di cui le persone hanno più
bisogno per crescere, rimanere in
salute e sopravvivere o affrontare
la morte, è l’umanizzazione
dell’assistenza”
(M. Leinenger)
NURSING TRANSCULTURALE
1° principio:
rispetto dell’essere umano
indipendentemente dall’appartenenza
culturale o etnica
Principio dell’eguaglianza di ogni uomo in
quanto tale … auspicabile,
universalmente
condiviso
NURSING TRANSCULTURALE
2° principio:
principio della Differenza!
Integrazione col precedente!
Rispetto della specificità di ogni
cultura senza però cadere nel
relativismo!
NURSING TRANSCULTURALE
Straniero:
non estranietà da emarginare ma
alterità di cui comprendere le ragioni
(e non solo accettare!)
Fondamentale: formazione
Cultura dell’accoglienza nel rispetto
della deontologia e nell’osservanza della
legge
DIRITTO alla SALUTE?
… sulla carta!
Possibilità di accesso ai servizi sanitari
Difficoltà di interpretare in termini
culturali il disagio psico-sociale
Bisogni: urgenti (nuova immigrazione)
neo-accoglienza (recente
stabilizzazione)
radicamento (antica immigraz.)
NURSING TRANSCULTURALE
Rispetto della dignità umana
purchè la specificità culturale non
sia in contrasto con i principi della
democrazia, della laicità dello
Stato, con l’esigenza di tutela
psico-fisica dell’individuo
L’INCONTRO con il MALATO di
AIDS
• Storia recente, prevenzione e cura in
costante evoluzione
• Non guaribile
• Non categorie a rischio, ma
comportamenti a rischio!
• Stranieri: accedono più tardi ai servizi
per la diagnosi e la cura, molti
scoprono la malattia molto in ritardo
AIDS
• Non è solo una malattia infettiva!
• Corpo e mente, affetti, vita di
relazione
• Sessualità
• Cambia l’immagine di sé
• Cambia il rapporto con gli altri
Diverse realtà…
Sieropositivi e malati conclamati
…esperienze di disagio ed emarginazione
Handicap permanenti
Problematiche sociali, luoghi di cura,
allontanamento dalla famiglia, reinserimento
lavorativo…
• Carcere
• Pazienti terminali
•
•
•
•
Tematiche più diffuse
• Tema della morte
• Implicazioni della sfera sessuale ed
affettiva
Permangono forti tabù e consolidate
difficoltà nell’affrontarle
Difficoltà all’accettazione
(anche persona malata)
STIGMATIZZARE
…molto è stato fatto…
Attribuire un’etichetta:
“mercificazione” della persona
Paura ed ignoranza
Diritti malato di AIDS
• Tutela di tutto ciò che attiene la
sfera personale. Fondamentale
• Diritto all’assistenza sanitaria: in
ridiscussione il concetto di adeguata
assistenza anche a rischio degli
operatori! (USA; E. Sgreccia)
• Italia:rischio non può pregiudicare il
diritto all’assistenza sanitaria ad alcun
paziente
(L. 135/1990, art. n°5)
Diritti malato di AIDS
Diritto alla riservatezza
(art. n° 5 L. 135/90)
Garanzia da parte degli
operatori, di adottare tutte le misure atte a
preservare tale diritto:
notificazione (comunicazione di
sieropositività solo al diretto interessato)
esecuzione test anti-HIV (consenso scritto o
per motivi di necessità clinica)
• Divieto per il datore di lavoro pubblico
di svolgere indagini volte a definire la
sieropositività di un dipendente in
vista dell’instaurazione di un rapporto
lavoro
• Diritto alla Riservatezza è
riconosciuto, nel nostro ordinamento,
come fondamentale per la convivenza
civile
PRENDERSI CURA…
• Forte coinvolgimento emotivo,
•
•
•
•
•
•
adeguatamente gestito
Assunzione comportamenti/atteggiamenti
positivi ed efficaci per la persona, non
stressanti per l’operatore
Rispetto; costanza, discrezione, pazienza
Empatia ed ascolto
Ricchezza personale, recupero…
Evitare il giudizio
Reazioni psicologiche persona e familiari
L’INCONTRO CON IL MALATO
PSICHICO
“STRUMENTI DI LAVORO”
Attitudini personali
Apertura mentale
Flessibilità
Apprendimento e costante formazione
Osservazione ed ascolto
• Competenza ed educazione alla
relazione col paziente: aspetti base
• Oggetto della relazione: mente che
contemporaneamente emette e riceve
informazioni
• Comprendere le reazioni, il disagio…
• Capacità di analisi dei propri vissuti,
delle proprie risonanze emozionali…
• Intrinseco valore terapeutico della
relazione!
• Utilizzo alla stregua di un farmaco:
attenzione e competenza,
potenzialmente non privo di effetti
collaterali
• Funzione terapeutica è implicita nel
ruolo professionale
• Relazione interpersonale è lo
strumento terapeutico
Relazione terapeutica, alleanza t.,
legame t.,
“particolare condizione che occorre
stabilire fra operatore e persona
malata per attuare e perseguire il
progetto terapeutico
personalizzato cioè la risposta ai
bisogni del paziente sulla base di
un modello biopsicosociale della
malattia mentale”
(Serracchiaroli, Turella)
• Radicale modificazione della relazione
operatore-persona
• Dal modello tradizionale, esclusività
del principio di beneficità, sostituzione
col principio di autonomia
• Rivendicazione del primato
dell’autodeterminazione della persona
e di un’alleanza terapeutica
comprensiva di cura e prendersi cura
• Tutela soggettività del malato
psichiatrico: condizione indispensabile
per costruzione e sviluppo della libertà
(esigenza etica!)
• Equivoci pericolosi:”aiutarlo a divenire
libero” = ripristino della
comunicazione, ascolto
• Valore etico dell’ascolto; l’incontro con
l’altro vs narcisismo ed onnipotenza
Diritti…
• Riconosciuti tutti i diritti degli
altri membri della comunità,
indipendentemente dal fatto che
siano concretamente esercitabili
• Particolare vulnerabiltà:
rafforzamento del riconoscimento
come persone e cittadini,
concretamente difeso e
promosso…
Diritti…
• Trattamento privo di coercizioni e
•
•
•
•
•
rispettoso della dignità umana
Eliminazione ad ogni forma di
discriminazione nel trattamento
Non subire alcun abuso fisico/psichico
Riservatezza
Tutela dalle conseguenze di forme di
autodistruttività
Realizzazione di condizioni ottimali di
degenza e comunicazione
Matti da legare!
Problema che accompagna la risposta
della società alla malattia mentale
Contenizione:
“insieme di mezzi fisici-chimiciambientali che, in qualunque maniera,
limitano la capacità di movimenti
volontari dell’individuo
C.fisica
C. farmacologica
Matti da legare!
Lesione primo fondamento società civile:
libertà individuale, viola l’autonomia e
la dignità personale
Eufemismo? Definizione alternativa?
Legare = violenza
Contenere = necessità assistenziale
Dove il limite? La giustificabilità
terapeutica?
• 1800: discussione, dibattito sulla
contenizione (motivi clinici, non etici o
giuridici)
• Italia: 1904 E. Belmondo; R.D. 1909
bando quasi totale della contenizione,
non seguito da comportamento
concreto (casi eccezionali,
autorizzazione scritta medica
indicante natura e durata del mezzo
di corcizione…)
• L.180/1978: abolizione contenizione
nei manicomi, sua prima connotazione
caratterizzante
Riferimenti giuridici
Costituzione: art. n° 13 e n° 32
C. fisica= atto coercitivo vs libertà
personale
Ammessa: provvedimento di vigilanza
custodia, prevenzione e cura
Tutela vita umana e salute della persona
di fronte a comprovata incapacità di
intendere e volere che renda
inattendibile ogni scelta e
manifestazione della persona
Riferimenti giuridici
Codice Penale
Contenizione è giustificata
Art. 51: “Esercizio ad un diritto o
adempimento ad un dovere”
Art. 54: “Stato di necessità”
Contenizione è dovuta
Art. 589: “Omicidio colposo”
Art. 590: ”Lesioni personali”
Art. 591:”Abbandono di persone minori o
incapaci”
Contenizione ingiustificata
• Sostenuta da motivazioni di carattere
disciplinare
• Sopperire a carenze organizzative
• Convenienza personale sanitario
Reati:
Sequestro di persona
Violenza privata
maltrattamenti
Contenizione ingiustificata
Danni alla persona per utilizzo mezzi di
contenizione
(asfissia, lesioni traumatiche, etc)
Reati:
Responsabilità colposa
Lesioni personali colpose
Deontologia: motivazione e
documentazione
C.D. medico 2006: art. 51
“…salvo in caso di necessità, nel rispetto della
dignità e nei limiti della legge”
C.D. infermiere 2009: art. 30
“…sia evento straordinario, sostenuto da
prescrizione medica o da documentate
valutazioni assistenziali”
Contenizione: atto sanitario
assistenziale
• Prescrizione di competenza medica
• Per la sua validità: discussione e
valutazione in équipe
• Valutazione multidimensionale
all’interno di un progetto assistenziale
individualizzato
• Esistenza stato di necessità
emergenza, urgenza
STATO di NECESSITA’
Situazione caratterizzata da
improrogabilità dell’intervento per la
salvaguardia della salute dell’individuo
e/o di chi gli sta intorno
Non applicando il mezzo di tutela:
abbandono di incapace
(Non legittima ciò che è illecito, ma lo rende
impunibile per il contesto in cui tale atto si
compie!)
PRINCIPIO di PROPORZIONALITA’
Adeguatezza di intervento nei
confronti dei rischi cui il
soggetto, o altri, andrebbero
incontro non intervenendo
• Obbligo ad atti sanitari: assenza di
consenso, attiva opposizione della
persona
• Necessità di contenimento
dell’aggressività ove altro mezzo si è
reso inefficace
Interventi di carattere:
ambientale
relazionale
farmacologico
• Obiettivo: la contenizione nella
pratica clinica mai un’esigenza
irrinunciabile (fallimento)
• 1999 Consiglio direttivo di
Bioetica del Consiglio d’ Europa:
Proporzionalita’
Formazione personale…
L’INCONTRO CON LA DISABILITA’
• Disabilità: differenti limitazioni
funzionali fisiche, intellettuali,
sensoriali; transitorie, permanenti
• Handicap: perdita o limitazione delle
opportunità di partecipazione alla vita
comunitaria alla stregua degli altri
Definisce svantaggio, il non poter
accedere a particolari situazioni ed
attività
DISABILITA’
• Limitazioni funzionali
• Riduzione di spazi di autonomia
personale
• Riduzione opportunità di
integrazione sociale
DISABILITA’
Intervento educativo-riabilitativo integrale
(CNB):
attuazione di un progetto individuale dopo
valutazione del deficit, delle potenzialità
della persona:
• Bisogno di benessere psicofisico
• Bisogno di relazione
• Bisogno di individualità
• Bisogno di accrescere le competenze
• Non approccio esclusivamente
tecnico ma fortemente connotato
dalla relazionalità
• Partecipazione attiva della
persona, motivazione
• Sostegno psicologico
Capacità di lettura dei bisogni
Ascolto empatico
Disponibilità al dialogo
Riconoscimento risultati raggiunti
e stimolazione alla collaborazione
terapeutica
• Autonomia personale
•
•
•
•
• Riabilitazione fisica e della
•
•
•
•
persona
Continuità interventi
Interventi tecnici ed educativi
Rendere la persona soggetto delle
sue scelte
“Fare insieme” , non per a, o
qualcuno
METODOLOGIA PER
L’ANALISI ETICA
… abbiamo affrontato più tematiche,
analizzandole anche attraverso
molteplici punti di vista, il giuridico,
l’etico, etc,
… concentrandosi sulle specificità del
ruolo dell’OSS all’interno di un
progetto assistenziale
… Abbiamo anche visto come spesso
insorgano problemi a causa dei
conflitti fra doveri dei professionisti,
ragioni dell’utente, etica, deontologia
e diritto
METODOLOGIA di ANALISI ETICA e
RAGIONATA
Se osserviamo i problemi attraverso
quest’ottica possiamo notare che le
decisioni finali non sono mai il risultato
delle idee di un singolo, ma sono
oggettive, una sorta di mediazione fra
molte idee e soluzioni apportate da
ogni operatore rispetto alla specifica
competenza
METODOLOGIA di ANALISI ETICA e
RAGIONATA
Soluzioni che rispecchiano il lavoro
d’équipe e che hanno in comune una
logica condivisa che coniughi:
• diritti delle persone
• comportamenti degli operatori
• che tenga conto del senso del bene
DILEMMA ETICO
Nasce:
• dalla contrapposizione fra la mia
coscienza e quella dell’altro
• dalla necessità di trovare un
accordo fra principi, valori,
responsabilità giuridiche e
deontologiche
METODOLOGIA di ANALISI ETICA e
RAGIONATA
Decisioni critiche: l’applicazione di
una metodologia di analisi etica deve
tener presenti alcuni presupposti
generali
1. Identificazione della criticità della
situazione e del conflitto etico che
caratterizza quella realtà
METODOLOGIA di ANALISI ETICA e
RAGIONATA
Individuazione dei principi
etici in conflitto in quella
specifica situazione
2.
METODOLOGIA di ANALISI ETICA e
RAGIONATA
3. Mettere in evidenza tutti i
ragionamenti e le argomentazioni
collegate che ogni operatore
coinvolto deve fare per la
comprensione del problema
METODOLOGIA di ANALISI ETICA e
RAGIONATA
4. Ipotizzare le possibili
soluzioni e valutarne le
conseguenze
CONTRASTO fra PRINCIPI
PRINCIPIO di AUTONOMIA:
qualsiasi decisione riguardante la
singola persona assistita deve essere
presa tenendo in considerazione la sua
autonomia che si esplica decidendo,
scegliendo e perseguendo le decisioni e
le scelte assunte dall’operatore
PRINCIPIO di AUTONOMIA:
• Ogni essere umano ha pari valore e
uguale diritto in ogni situazione della
vita
• Ha diritto al rispetto della dignità a
prescindere da qualsiasi condizione
esterna, sesso, reddito, status
sociale, etc.
PRINCIPIO di BENEFICITA
Qualunque decisone presa si fonda
su questo principio, ovvero ha
l’obiettivo di fare il bene della
persona e rispondere ai suoi
bisogni fisici, psicologici, sociali,
spirituali, etc
PRINCIPIO di GIUSTIZIA
La distribuzione delle risorse deve
avvenire in modo equo ed imparziale,
in accordo con quelli che sono i reali
bisogni della persona
Ogni attività diagnostica e terapeutica
deve essere applicata in modo
adeguato, anche tenendo conto della
limitatezza delle risorse
OSS
Benché a voi sia richiesto di attenervi
all’osservanza delle indicazioni, ciò non
significa che non dobbiate utilizzare il
vostro senso critico e morale, non
dobbiate rilevare situazioni che sono
in contrasto con quelli che sono i
doveri assistenziali e di tutela della
persona
DECISIONI
In linea di massima, nell’assunzione di
decisioni si procede :
• Individuazione del PRINCIPIO MIGLIORE
da applicare dopo un’attenta riflessione che
preveda gli effetti che da tale decisione
scaturiranno
• il principio etico individuato vale solo per
quello SPECIFICO CASO, non generalizzare
DECISIONI
•
•
Valutare ogni singolo caso come un
CASO A SE’, le situazioni possono
assomigliarsi, ma non sono mai simili
Predisporre le soluzioni in modo che
vengano ACCETTATE
dall’INTERESSATO, meglio se sono
decisioni CONDIVISE
Inoltre …
Le strategie assistenziali sono in
continua EVOLUZIONE e sempre
MIGLIORABILI
Devono essere rivalutate nel
tempo rispetto alle modificazioni
delle situazioni
L’OSS deve attenersi a quelle che
sono le prescrizioni …
Non deve mai creare condizioni che
vadano a creare situazioni
sfavorevoli nel rapporto di fiducia
fra operatori, pazienti e loro
familiari
Può farsi portavoce delle richieste
che vengono dal pazienti
In casi di particolare difficoltà
l’équipe può fare riferimento
anche ad altri organismi
predisposti dalle legge come i
Comitati di Bioetica
Utilizzare una metodologia che ci
permetta di giungere ad attivare
soluzioni e scelte che rispettino le
persone e salvaguardino la loro
dignità è un OBBLIGO per tutti
gli OPERATORI e per l’intera
ORGANIZZAZIONE
• L’équipe è il nucleo fondamentale per la
progettazione degli interventi di tutti gli
operatori. Solo in questo modo possiamo
garantire coerenza e responsabilità
• Le conseguenze e gli effetti di ogni nostra
decisione dovrebbero essere valutati
attentamente prima di ogni nostro
intervento
ESEMPIO
• RSA, turno di lavoro, malattia
di un operatore …
• Attività assistenziale ed
organizzativa …
• Conflitti fra principi etici …
• Principio di Autonomia:
utilizzo di sistemi e mezzi
contenitivi che limitano la libertà
personale
Non consenso da parte degli
utenti
Non indicazione medica
• Principio di Giustizia:
le attività assistenziali individuate
vanno a discapito degli utenti
Non dovuta sorveglianza
Utilizzo di risorse non idonee
• Principio di Beneficità:
Gli operatori hanno agito nell’
esclusivo interesse degli utenti o
più verso interessi di ordine
organizzativo?
Conseguenze
Tre tipologie di conseguenze:
1. assistiti, utenti
2. operatori
3. organizzazione
Conseguenze utenti
• Privazione del principio di
Autonomia
• Mancato coinvolgimento degli
utenti
• Non rispetto della dignità
• Reale sorveglianza?
Conseguenze operatori
• Non rispetto degli Orientamenti
deontologici professionali : lesione
dignità dell’utente
• Discriminazioni verso i pazienti
• Attuazione di misure di controllo e
contenitive solo su prescrizione e non
per disagi organizzativi
• Non attivazione di altre risorse …
Conseguenze sull’organizzazione
• Risoluzione del problema attuale … immagine
del servizio
• Qualora situazioni non risolvibile attraverso
la loro competenza e responsabilità
ricorrere ad altri …
• Mancanza di indicazioni, di linee condivise in
situazioni analoghe … solo le vere emergenze
non rientrano nella prevedibilità
ASL PESCARA
CORSO di FORMAZIONE per OPERATORE SOCIO
SANITARIO
ASPETTI ETICI NELLA CURA DELLA
PERSONA ANZIANA
• Italia: popolazione anziana in costante
aumento
• Rispetto a ciò che avveniva in passato
considerazione complessivamente
negativa
• Stereotipo: antitesi con l’orientamento al
successo che caratterizza le nostre
odierne società








Disposizioni psicologiche, tendenze
comportamentali, anziani considerati:
mentalmente rigidi
orientati al passato
senza progettualità
poco disposti all’innovazione
ostinati, collerici, suscettibili
poco adattabili
tendenti al vittimismo
esigenti, in continua ed eccessiva richiesta di
assistenza
• Anziani: patrimonio per la società
• Identificazione della memoria culturale di
una popolazione
• Risorsa umana attiva
• Contributo di energie e di esperienze di
cui avvalerci
RICERCA CLINICA E SOCIALE
Persone in età anagrafica avanzata in
buone condizioni psico-fisiche
Fragilità fisica e psicologica, necessita di
maggiore tutela nell’osservanza dei diritti
personali, sanciti per la totalità dei
cittadini
MEDICINA della COMPLESSITA’
Manifesto cura anziano OMS
“HIGH TECH, HIGH TOUCH”
L’unico modo serio e moderno per la cura della
persona anziana è l’utilizzo
della massima tecnologia possibile
accompagnata
da una profonda e sentita umanità
Anziano cronico non autosufficiente
• Malattia cronica: evento pervasivo della
persona
• Descrizione classica: sintomatologia e
comportamenti = riduttivo
• Comprensione complessiva di una vita diversa:
unico approccio significativo
• L’assistenza a questa tipologia di persone
rappresenta una “sfida” per le professioni
sanitarie e sociali
Anziano cronico non autosufficiente
• All’interno della condizione di anzianità
definizione di cronicità e non autosufficienza
• Non facile definire, anche in ambito
gerontologico, lo status di “cronicità”, non
accezione univoca e ben determinata
• Difficile demarcazione fra malattia acuta e
malattia cronica
Curtin e Lubkin
Malattia cronica:
“Presenza irreversibile, con aggravamento
o latenza, di stati di malattia o di
deterioramento che impegnano tutto
l’ambiente umano nell’assistenza, nel
mantenimento dell’autonomia o delle
funzioni vitali e nella prevenzione di
nuovi handicap”
 Approccio più globale, di tipo
biopsicosociale, a tale stato rispetto a
modalità descrittive più rigide legate a
criteri di ordine temporali
 Le malattie croniche interessano nel
contempo il controllo del corpo, la
nozione di identità, i rapporti
interpersonali
 “Cronico” = relativo al tempo
indica malattia a a decorso prolungato
Non autosufficienza:
“Condizione personale di chi non è in
grado di provvedere a sé stesso, se non
con l’aiuto continuo e permanente di
altre persone, a causa di malattia o più,
cioè della rottura del suo equilibrio fisico,
psichico, sociale”
• Lo stato di non autosufficienza aggiunge al
concetto di cronicità quello di impedimento
alla gestione della propria vita quotidiana
• Malato cronico-non autosufficiente = malattia
protratta nel tempo (rottura equilibrio
biologico, psicologico e sociale) a cui si associa
l’incapacità di provvedere a se stessi se non
con l’aiuto di terzi e l’incapacità di esprimere
le proprie esigenze
• Condizione di anzianità del soggetto
cronico non autosufficiente: ulteriori
rischi sanitari
• Naturale degrado capacità funzionali di
difesa e di energie psico-fisiche + deficit
generalizzati propri dell’età , soggetto è
più esposto ad ulteriori forme morbose
DIRITTO alla SALUTE
Anziano cronico non autosufficiente:
non pensabile l’assunzione del concetto base di
salute assimilabile ad assenza di malattia
Vari tentativi di definire salute-malattia in
riferimento all’età anziana… esigenza
concreta:
stabilire regole per l’impiego di risorse
nell’ambito delle cure
DIRITTO alla SALUTE
Aumento esponenziale della popolazione
anziana crea squilibrio tra la crescente
domanda di cure e la disponibilità
limitata di risorse
Tale scarsa disponibilità induce a stabilire
delle priorità nel sistema generale delle
cure
(Principio di Beneficità, Principio di Equità
e Giustizia)
Non autosufficienza…
Fisica
Sociale: origina da
perdite affettive
solitudine
mancanza di ruolo
senso di inutilità
abbandono, caduta dei processi di solidarietà
Non autosufficienza… bisogni
• Non sentirsi abbandonato, escluso,
isolato
• Mantenimento della comunicazione
• Sentire ed esprimere il senso di una
progettualità
• Mantenimento dell’autostima, del
rispetto e della dignità del corpo
• Vicinanza emotiva
BEN-ESSERE
Lavoro con persone disabili, cronici, affetti
da disagi, benessere deve essere visto
come:
“Processo e ricerca di equilibri tra il
sistema delle relazioni fisiche, psichiche,
sociali della singola persona rispetto a se
stessa ed al suo contesto dotato di
senso”
• Anziano cronico non autosufficiente vive in
maniera drammatica la sua condizione di
dipendenza
• Destino ineluttabile
• Sensazione di vuoto esistenziale
• Non superamento, né eliminazione della
dipendenza
• Protezione: constatazione della
vulnerabilità e dipendenza
• Cum-patior: sentire insieme; lasciarsi
penetrare dai bisogni e dalla sofferenza
altrui
• Necessità del farsi carico dei bisogni
altrui
• Malattia come momento destabilizzante
• Impone un nuovo modo di esistere, di
pensare alla propria condizione
• Nuova, a volte spiacevole, sensazione
della propria identità fisica e psichica
• Dolore fisico, disfunzionalità, disabilità,
esperienza della sofferenza come
domanda di senso dell’esistenza
MALATTIA
• Tutte le relazioni subiscono un mutamento
profondo
• Malattia: un “osservatorio” nel quale la
persona è chiamato nuovamente a sentire, a
vedere, ad assumere la realtà sotto un’altra
prospettiva
• Modificato rapporto con il proprio corpo, con
il tempo, con la parola
• Umiliante regressione ad una dipendenza,
impotenza, “consegnati” ad altri…
MALATO
Esperienza:
•
•
•
•
•
Fragilità
Finitezza
Distanza
Estraneità da sé e dagli altri
Accettazione dei limiti
MALATTIA
Morbilità prevalente: tipo cronicodegenerativo
Terapia sintomatica o mirata a rallentare
l’evoluzione
Modello di cura incentrato sulla cura:
inadeguato!
MALATTIA
Sostenere le possibilità e le opportunità
per l’anziano di riconsiderarsi,
riposizionarsi, riprogettare la propria
esistenza, in rapporto ai limiti imposti
dalla mutata situazione, inserendo nel
proprio vissuto anche la malattia quale
esperienza in un orizzonte di senso
RELAZIONE D’AIUTO
Partendo dall’ascolto empatico…
 Superamento delle reazioni immediate: ansia,
paura/collera, aggressività, depressione
 “Accompagnamento” verso l’adattamento alla
malattia
 Consapevolezza dei limiti, riprogettare il
proprio essere nel mondo
RELAZIONE D’AIUTO
Raggiungimento/mantenimento del miglior
livello possibile di vita dell’anziano malato
cronico non autosufficiente si realizza
attraverso protocolli operativi basati:
 globalità/interdisciplinarità degli interventi
 riattivazione di tutte le capacità/potenzialità
psico-fisiche-sociali dell’anziano
RELAZIONE D’AIUTO





Ogni intervento si fondi sul riconoscimento
nell’anziano di caratteristiche connotate da
un’elevata :
complessità
variabilità delle condizioni psico-fisiche
fragilità
assoluta specificità
unitarietà della persona
INTERVENTI





Diversificato
Specializzato
Unitario
Flessibile
Personalizzato
Prima dell’anziano viene l’uomo…
Integrità dell’essere umano
Riconoscimento della soggettività,
dell’autodeterminazione, dell’autonomia,
della competenza, qualunque possano
essere o essere state le sue condizioni
PROGETTAZIONE INTERVENTI
• Mettere l’uomo al centro della “cura”
• Sostegno nella riprogettazione della propria esistenza
in rapporto alle possibilità, limiti imposti dalla
malattia
• Trovare un senso, rielaborazione
• Soggetto e non oggetto: tenere conto dei valori, delle
esperienze, del contesto di vita
• Destinatario della relazione di aiuto e co-attore,
corresponsabile
• Soggetto di diritti, portatore di bisogni, vissuti, saperi
OSS
Traduzione di questi principi i prassi operativa,
difficoltà oggettive
 Operare con e a favore della persona anziana
con limitazioni
 Riconoscere bisogni espliciti o inespressi
 Sostituirsi in parte o del tutto, affiancarlo nel
fare
 Labile il confine: aiuto/prevaricazione,
sostituzione valori, fini
POTERE
In tale aspetto il tema dell’etica trova il proprio
momento di sintesi e verifica
Nell’esercizio professionale è sempre necessario
domandarsi per ogni atto compiuto:
il potere è stato esercitato nella consapevolezza
dei limiti che il professionista della salute deve
auto-darsi per realizzare gli obiettivi
professionali?
POTERE
• Il potere: senso di onnipotenza, sentimento
negativo, inquina la relazione d’aiuto
• Riconoscimento del proprio senso di
vulnerabilità, delle proprie mancanze
• Ineluttabilità “bisognosità” degli altri
• Scambio reciproco
AIUTO: AZIONE/RELAZIONE
• Aiuto si esprime non solo attraverso
un’azione, ma anche, e soprattutto, attraverso
una relazione
• Non cosa faccio o do all’altro, ma ciò che
accade nella relazione con l’altro
• 2 modalità di aiuto che portano a
conseguenze diverse poiché sostenute da 2
prospettive diverse
AIUTO: AZIONE
• Prospettiva organo-centrica
• Osservazione quasi esclusiva della patologia,
dell’organo malato
• Persona: passiva, si aspetta un intervento
concreto
• Operatore: responsabile ed artefice del suo
processo di guarigione
AIUTO: RELAZIONE
• Prospettiva antropo-centrica
• Osservazione dell’altro nel suo essere persona
• Persona: responsabile, artefice, partecipa
attivamente al suo processo di guarigione
• Operatore: non cosa fare ma come porsi nei
confronti dell’altro. Catalizzatore di processi
• L’operatore che si limita all’aiuto-azione, che
aderisce agli stereotipi non opera la
“sospensione del giudizio”
• Tutti gli anziani sono uguali
• Assistenza uniforme e preconfezionata, non
attenzione alle peculiarità
ATTIVAZIONE POSITIVA RELAZIONE
D’AIUTO
1) OSSERVAZIONE
• riconoscere e distinguere un anziano dall’altro,
liberarsi da pregiudizi e stereotipie
• Conoscenza dell’anziano, della sua famiglia,
delle caratteristiche della sua malattia
• Patologie riconoscono evidenze cliniche
comuni, le loro espressioni sono caratterizzate
dal vissuto della persona malata
ATTIVAZIONE POSITIVA RELAZIONE
D’AIUTO





2) ASCOLTO
Accogliere la storia di vita dell’anziano
Ascolto, come strumento relazionale, richiede
esercizio e sensibilità
Aprirsi al confronto
Offrire tempo ed opportunità
Osservazione del non verbale
ATTIVAZIONE POSITIVA RELAZIONE
D’AIUTO
3) INCONTRO
Punto di arrivo del lavoro di
personalizzazione
L’operatore è chiamato ad offrire:
Rispetto
prossimità non alterità
Intangibilità dell’altro, non altero, non mi
relaziono
Attenzione
All’altro, al suo mondo, alla sua cultura, ai suoi
bisogni, manifesti ed inespressi
Capacità di ascoltare il non detto
Comprensione
Ulteriore passo di vicinanza, dopo il rispetto
Com-prendere
Aiuto
Dimensione operativa nella prossimità
“CURA” dell’OPERATORE
• Prima che tecnicamente competente deve
essere una disposizione generale nei confronti
dell’altro
• Cogliere i bisogni: entrare in relazione
• Relazione assistenziale responsiva
• Bene: non è mai affermazione di sé;
permettere all’altro di trovare la propria
dimensione di ben-essere
“CURA” dell’OPERATORE
• Indifferenza: radice dell’ingiustizia
• L’altro nella sofferenza, lo rende più
difficile da sopportare, perché percepisce
di non essere tenuto in considerazione
“Nella rottura dell’indifferenza, che accade
quando si ha cura, si attualizza l’evento
etico”
ETICA NEL LAVORO QUOTIDIANO
RIFLESSIONE
DISCERNIMENTO MORALE
AZIONE
 Strumenti indispensabili per agire
nell’interesse delle persone, supportandole,
dove possibile, nelle scelte autonome di vita
 Condivisione, nell’équipe, di valori e principi
etici che orientino la relazione e l’assistenza
 Impegno continuo di azioni “migliori” per
salvaguardare dignità, integrità autonomia
CONTENIZIONE
Contenizione:
“insieme di mezzi fisici-chimici-ambientali
che, in qualunque maniera, limitano la
capacità di movimenti volontari
dell’individuo
C.fisica
C. farmacologica
CONTENIZIONE
Lesione primo fondamento società civile: libertà
individuale, viola l’autonomia e la dignità
personale
Eufemismo? Definizione alternativa?
Legare = violenza
Contenere = necessità assistenziale
Dove il limite? La giustificabilità terapeutica?
CONTENIZIONE
Sotto un profilo teorico l’uso della
contenizione è un comportamento
concettualmente, culturalmente,
assistenzialmente antigeriatrico
Geriatria e contenizione:
due realtà antitetiche
• Geriatria: obiettivo di promuovere e
mantenere l’autosufficienza e la qualità della
vita attraverso la riabilitazione ed il recupero
delle funzioni
• Contenizione: esprime limitazione e
restrizione delle possibilità psicomotorie del
soggetto
Il suo utilizzo solo per patologie che
richiedono la contenizione come “ cura” o per
elevato e prevedibile rischio di patologie
specifiche per mancata contenizione
L’ERRORE…
Contenere per custodire,
utilizzo di tecniche di privazione della
libertà fisiche individuali del cittadino per
ignoranza sul tema, superficialità alle
risposte, incapacità di comprendere
l’inadeguatezza comportamentale del
malato, per motivi contingenti le
strutture, le unità operative…
CONTENIZIONE
• Riferimenti giuridici
• Indicazioni deontologiche
• Dettato di natura etica
L’adozione di un trattamento di contenizione
deve essere:
motivato
documentato
limitato nel tempo
CONTENIZIONE







Suo utilizzo è estrema ratio di un processo
precedente suddiviso in più fasi:
Valutazione quadro clinico multidimensionale
Esistenza stato di necessità
Individuazioni soluzione alternative
Evidenza di situazione di emergenza/urgenza
Salvaguardia della dignità personale
Individuazioni soluzioni tecniche
Sussistenza del principio di proporzionalità
CONTENIZIONE
Ultima, mai unica soluzione!
Stato di necessità: ovviare al consenso
informato
Es. nutrizione parenterale ev, paziente
agitato
Principio di proporzionalità:
Es. paziente agitato aggredisce altri utenti
CONTENIZIONE: CRITERI
•
•
•
•
•
•
•
Prescrizione medica
Tempo di applicazione
Modalità di applicazione
Causa di applicazione
Intervallo di controllo (ogni mezz’ora circa)
Rivalutazione
Consenso parenti; non vincolante, né
obbligatorio, dovrebbe sancire un’alleanza
terapeutica tra operatori, pazienti, familiari
CONTENIZIONE: CRITERI
DOCUMENTAZIONE!
“Scrivi quello che fai, fai quello che
scrivi”
Alla stregua di qualsiasi altro atto
terapeutico!
Visibilità!
CONTENIZIONE: CRITERI
• Soggetto controllato e rivalutato, specie
se vengono meno i fattori che hanno
determinato l’atto contenitivo
• Mai un processo statico, ma dinamico
• Rivalutare: perseguimento obiettivi =
mettere in sicurezza la persona e gli altri
CONTENIZIONE
 Il ricorso a tale atto sia in ambito ospedaliero,
sia in residenze socio-sanitarie, è ampiamente
diffuso
 Aumenta sistematicamente in relazione ad:
età del paziente
severità del danno cognitivo
 C. in ambito geriatrico tende a divenire
permanente
ISTITUZIONALIZZAZIONE
Sradicamento dal contesto socio-culturale e
familiare, variazioni abitudini, orari
disorientamento spazio-temporale:
aumentano l’aggressività verbale e fisica
Istituzionalizzazione incide pesantemente sulla
privacy e sulla percezione neurosensoriale,
facendo insorgere, in soggetti con ridotta forza
fisica e scarsa incidenza personale, sentimenti
di inadeguatezza
CONTENIZIONE
• Causa più addotta: sorveglianza
• Inefficace nel gestire l’aggressività, la
confusione mentale, i comportamenti
disturbanti, che non di rado, aumentano
• Non riduce necessariamente l’incidenza di
cadute pericolose, a volte ne accentua gli esiti
(tentativi di liberazione)
CONTENIZIONE
• C. incauta, mal posta e protratta nel tempo:
danni fisici e psichici
• Perdita di autostima, regressione
comportamentale
• Altri ospiti, pazienti “conviventi”
• Assenza di rispetto e dignità
CONTENIZIONE
Mancanza di professionalità, operatori lasciati
soli,
senza regole, certezze, soluzioni, alternative;
carenze organizzative
Alternative possibili:
• Componenti umane: ascolto, empatia
• Componenti organizzative: interventi di più
ampio respiro, soprattutto economico-sociale




Essenziale dare maggiore considerazione:
Fattori fisici dell’anziano: correzione deficit
sensoriali, uso corretto dei farmaci
Fattori psico-sociali: conforto, relazione,
comunicazione
Fattori riabilitativi: riattivazione, terapia
occupazionale
Fattori ambientali: ausili, ambienti idonei
DEMENZA
Patologie degenerative del cervello
caratterizzate da un decorso cronico,
invalidante, irreversibile
Impegno assistenziale non ad un ripristino di
stato di salute antecedente, ma “gestione”,
nella maniera più adeguata possibile, al fine
del mantenimento di una qualità di vita
Rappresenta una delle sfide principali per chi si
occupa di anziani
DEMENZA
“Diversamente abile”
Mantiene una serie di abilità
Queste per potersi esprimere necessitano
di un contesto fisico, sociale, psicologico,
ambientale, specifico, studiato per la
specifica situazione
“Diversamente abile”
Soddisfazione di peculiare esigenza: costituzione
di “nuclei”idonei per tali malati
Ambienti strutturati ed organizzati adeguati,
“protesici” alle abilità residue, rispetto ai
propri comportamenti, con personale
appositamente formato
In tali contesti i soggetti devono potersi
comportare ed esprimere, nella misura
possibile, senza vincoli chimici e fisici
“Diversamente abile”
Interventi centrati sulla routine, sull’efficienza,
sulla standardizzazione
vs
pratiche di cura e di assistenza che tengano
conto dei reali bisogni, dei ritmi di vita, di
preferenze e valori
Migliore gestione dell’aggressività, del rifiuto,
della fuga, dello stato confusionale
Etica del prendersi cura
•
•
•
•
•
Rispetto identità e dignità
Prestazione e relazione
Supporto emotivo
Assistenza flessibile, sicura
Ascolto, osservazione, empatia,
comunicazione
• Tempi e ritmi dell’altro
• Giusta vicinanza/distanza
Etica del prendersi cura
• Promozione della massima autonomia
quotidiana, favorendo l’esercizio e lo sviluppo
di capacità alternative ed il potenziamento di
quelle residue
• Rafforzare l’immagine positiva di sé, anche
adeguando gli obiettivi da raggiungere alle
effettive capacità
Etica del prendersi cura
• Valorizzare i risultati conseguiti
• Minimizzare disabilità, sintomi, agendo sia nei
confronti dell’anziano, sia sull’ambiente fisico
e relazionale dove vive
• Predisporre e mantenere un ambiente
funzionale, confortevole, senza rischi e con
minime limitazioni della sua libertà
• Offrire supporto psicologico e conforto ad
anziano e familiari
Etica del prendersi cura
Condizioni operative stressanti, l’operatore deve
far ricorso:
 Competenze personali = consapevolezza delle
proprie emozioni, padronanza di sé, empatia,
conoscenza delle patologie
 Competenze sociali = propensione relazionale,
cooperatività, comportamenti e strategie per
far fronte a situazioni stressanti
Etica del prendersi cura






Buona assistenza sono fondamentali:
Motivazione
Preparazione professionale
Capacità di lavorare in équipe
Condivisione obiettivi e responsabilità col
gruppo
Prevedere momenti di supporto
Disponibilità al coinvolgimento di familiari e
volontari
L’ACCANIMENTO TERAPEUTICO
Un tentativo, il più delle volte vano, di
procrastinare la morte di un paziente
Una forzatura del “far vivere” quando
non è più possibile …
Un atteggiamento che denota una “fuga”
verso gli aspetti ipertecnologici della
scienza a fronte però di un successo il più
delle volte nullo
Danno arrecato alla persona, alla sua
dignità e volontà
Ancor meno dell’ infermiere, dell’OSS, il medico
sembra accettare l’idea della morte e dell’
“accompagnare” alla morte e che né una, né
l’altra, siano svilenti per la professione di
alcuno
… può anche denotare una difficoltà di
rapportarsi con la persona morente per cui è
più semplice l’interagire con un macchinario,
usare la tecnologia
Difficile trovare una linea di demarcazione
fra ciò che è accanimento terapeutico,
intervento d’urgenza e stato di necessità
Quest’ultime sono evenienze in cui
medico è obbligato, per legge, ad
intervenire anche senza il consenso del
paziente
Codice Penale
Articoli che impongono al medico di
intervenire in caso di necessità o di
urgenza per salvare la vita …
Non vi sono leggi che impongono
l’accanimento terapeutico!
… fatto in maniera sproporzionata al caso
clinico per le risorse impiegate
… nella stragrande maggioranza dei casi
porta solo a posticipare di poco la morte
… l’assoluta assenza del rispetto della
dignità del morente
La questione etica è un punto dolente in
ambito sanitario e sempre più spesso si
trova al centro di dibattici che
interessano non solo i diretti
responsabili, ma anche l’opinione
pubblica, organismi di rappresentanza dei
cittadini, gli studiosi di etica, etc
… è compito medico stabilire lo stato di
salute di una persona e gli interventi da
attuare … anche in quest’ambito
intervengono i diritti del morente.
In particolare:
• Ho il diritto di morire in pace e con
dignità
• Ho il diritto a non morire solo
I diritti del morente partono da un
presupposto fondamentale:
la PARI DIGNITA’ fra le persone e i curanti
Volontà, desideri della persona malata
hanno lo stesso peso, lo stesso valore,
della conoscenza clinica e medica
manifestata dal curante
Cosa significa morire dignitosamente?
• Non abbandonare il paziente perché
terminale, perché non può più guarire….
• Continuare, fin dove possibile, a portare
avanti la relazione d’aiuto, facendosi
carico dei problemi che quotidianamente
insorgono
• … non farlo stare solo, senza gli affetti
della famiglia
C.D. medico
il medico deve ASTENERSI dall’ostinazione
in trattamenti di cui non si possa
fondatamente attendersi un beneficio
per la salute e/o un miglioramento della
qualità della vita
C.D. dell’infermiere
…deve tutelare la volontà dell’assistito e
porre dei limiti agli interventi che non
siano proporzionati alla condizione
clinica e coerenti con ciò che lui ha
espressamente dichiarato rispetto alla
qualità della vita
C.D. dell’infermiere
… assisterà qualunque sia la condizione
clinica e comunque sino al termine della
vita, riconoscendo come importanti il
conforto ambientale, psichico,fisico,
relazionale e spirituale oltre che la
palliazione
“Successo delle cure mediche non va
valutato solo in base a statistiche di
sopravvivenza,
ma anche in base alla qualità nel
processo del morire e della relazione
umana coinvolta in ciascuna morte”
Trattamenti inappropriati per eccesso
•
•
•
•
•
•
Limiti: ragionevolezza, efficacia clinica, senso
Danni fisici/psichici alla persona
Annullamento dignità
Aumento delle sofferenze ai familiari
Iniqua distribuzione delle scarse risorse
Frustrazione nell’équipe di cura
CURE COMPASSIONEVOLI
•
•
•
•
•
Riflessione e rapporto con la morte
Essere sinceri, presenti, “in ascolto”
Ambiente adatto (la porta chiusa)
Disponibili a perdere il controllo!
Facilitare, nei familiari, le decisioni del
fine vita
CURE PALLIATIVE
• Serie di interventi terapeutici ed assistenziali
finalizzati alla cura di malati la cui malattia di
base non risponde più a trattamenti specifici
• Fondamentale è il controllo del dolore, la
gestione dei problemi psicologici, sociali e
spirituali
• Obiettivo: il raggiungimento della migliore
qualità di vita possibile per il malato e la sua
famiglia
PATTO INFERMIERE-CITTADINO
Documento molto importante per la
professione infermieristica
Punto 15 recita:
“Io mi impegno a starti vicino quando
soffri, quando hai paura, quando la
medicina e la tecnica non bastano”
ORIENTAMENTI per OSS
• Non concetti specifici al tema
• l’OSS concorre ad una valutazione attenta dei
problemi insieme alle altre figure professionali allo
scopo di sviluppare un progetto assistenziale e di
cure palliative peculiare per quella persona
• Riferisce a persona competente qualsiasi circostanza
che possa in qualche modo pregiudicare l’assistenza
o la qualità delle cure, in particolar modo per ciò che
concerne gli effetti sulle persone
OSS
• … presenti i conflitti di tipo morale
• coinvolto nel processo decisionale prima e
nell’assistenza dopo, al fine di evitare che
alcune problematiche possano avere un
risvolto critico sull’attività assistenziale e sul
rispetto dell’umanità di ogni persona
• E’ un dovere etico e deontologico di ogni
operatore parlare e confrontarsi con i colleghi
(argomento complesso e delicato)
PRINCIPIO ETICO di AUTONOMIA
• Prevede che se la persona abbia chiaramente
espresso il desiderio di non volere subire
trattamenti terapeutici che lui ritiene
sproporzionati alla situazione, riceva dal
medico una risposta onesta rispetto alle
finalità degli interventi che deve attuare e
decidere in merito
• Se gli interventi sono palesemente inutili
occorre evitarli ed attuare solo quelle cure che
rendono meno o per nulla doloroso il fine vita
PRINCIPIO ETICO di GIUSTIZIA
• Prevede che in situazioni di risorse limitate,
dove fondamentale è il contenimento dei costi
per permettere a tutti le cure più idonee al
caso, ci si interroghi quanto sia etico investire
risorse umane e materiali in cure costose
inutili
• Tali investimenti non sono di giovamento né
alla scienza, non producono nulla, né tanto
meno alla dignità del morente
CHIESA
… opinione circa l’accanimento
terapeutico
il medico non ha l’obbligo di ricorrere
a “mezzi eccezionali” per il
mantenimento in vita di un paziente
terminale
MEZZI ECCEZIONALI?
• La velocità con cui la medicina è progredita, la
tecnologia sempre più sofisticata,
l’introduzione di nuovi farmaci, di nuove
modalità terapeutiche rende sempre più
difficile dire cosa siano i mezzi eccezionali!
• Ambiguità!
• L’eccezionalità può essere tutto, occorre
rapportarla a quella situazione, a quella
persona, a quel contesto
ACCANIMENTO TERAPEUTICO
Situazioni molto complesse dove il
medico si trova quasi del tutto solo a
dover prendere decisioni
… si avvale dell’aiuto dei Comitati etici
FAMIGLIA
• Il più delle volte, rappresenta un tramite
importante, un valore aggiunto nel progetto
terapeutico assistenziale
• Scelte mediche:
non ricopre alcun ruolo, decisione
sull’attuazione degli interventi è di precisa ed
unica competenza dell’individuo, così come lo
le decisioni inerenti la sospensione di alcune
cure e/o di interventi che sono diventati inutili
• Coinvolta, a livello informativo, se la
persona da il consenso, quando ancora
in grado di esprimere le proprie opinioni
• Altre volte vengono interpellati quando
ciò non è più possibile, quando il
paziente ha perso coscienza, per
conoscere le sue volontà
Coinvolgere la famiglia, nella fase del fine
vita, è un orientamento che dovremmo
perseguire in maniera molto decisa
soprattutto per il morente, al di là delle
indicazioni dei codici deontologici
LA SOSPENSIONE DELLE CURE
… l’altra faccia della medaglia, opposta
all’accanimento
Le condizioni della persona sono tali
che nessuna terapia, nessuna cura
medica, è in grado di modificare la
situazione
Quale e dove il limite?
Domanda di non facile risposta, sempre
demandata al medico
Sospendere le cure non significa però
abbandonare il paziente …
non lo si può più guarire, ma lo si può
ancora curare
GUARIRE e CURARE
• NON sinonimi!
• GUARIRE :
“ridare la salute”, recuperarla perché
affetti da una patologia da cui poi si
guarisce
• CURARE :
“fare oggetto di cura”, è prendersi cura
CURE PALLIATIVE
La decisione di sospendere le terapie
implica, per contro, un potenziamento
delle cure palliative:
INTERVENTI TERAPEUTICI FINALIZZATI
ALLA CURA ATTIVA DI QUEI PAZIENTI LA
CUI MALATTIA DI BASE NON RISPONDE
AI TRATTAMENTI SPECIFICI
CURE PALLIATIVE
Scopo primario:
 dare e mantenere una qualità di vita
accettabile
 di fornire sostegno conforto fisico,
psicologico, relazionale e spirituale sino
alla morte alla persona e alla sua famiglia
CURE PALLIATIVE
La finalità è mutata, non più la
guarigione, ma il massimo
sollievo, fisico e psicologico alla
persona giunta al fine vita
OBIETTIVI
Attivare manovre, procedure, attività
atte ad alleviare il dolore e la
sofferenza nel suo duplice aspetto:
fisica e psicologica
Assistenza connotata da un’elevata qualità ed
attenzione, tanto più se il paziente non è più
in grado di relazionarsi con l’esterno
Attenzione all’igiene personale, al
posizionamento per evitare l’insorgenza di
ulcere da decubito, nella predisposizione di un
ambiente il più consono al rispetto del
morente e alla sua dignità
Evitare, nel limite del possibile, complicanze e
sofferenze inutili
Soprattutto la gestione del dolore deve
diventare prioritaria!
Nelle cure palliative è fondamentale
controllare il dolore e sintomi collaterali,
oltre alla gestione dei problemi
psicologici, sociali e spirituali
CURE PALLIATIVE: CARATTERISTICHE
Globalità nell’intervento
… scopo principale il controllo del
dolore, non si limita al controllo dei soli
sintomi fisici, ma si occupa del paziente
nella sua globalità
(supporto psicologico, relazionale, sociale e
spirituale)
L’intensità dell’ assistenza globale deve
mostrarsi in grado di rispondere a
domande di bisogno specifiche e
tempestive, efficaci ed adeguate al
modificarsi della situazione di malattia
• Qualità delle prestazioni erogate
• Pieno rispetto dell’autonomia
residua del paziente che va stimolata
e mantenuta il più possibile
• Pieno rispetto dei suoi valori
• Valorizzazione delle risorse del paziente,
della famiglia e di tutto il tessuto sociale
in cui è inserito
• Molteplicità delle figure professionali e
non che concorrono all’espletamento
delle cure palliative
• Continuità nelle cure e nell’assistenza
sino alla morte
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
C. D. medico:
specifico riferimento alla continuità delle cure,
anche quando il malato sia considerato
inguaribile… il medico non può abbandonare il
malato, ma deve assisterlo per lenirne la
sofferenza fisica e psichica…
In caso di compromissione dello stato di
coscienza deve proseguire nelle terapie di
sostegno finchè ragionevolmente utile…
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
C.D.Infermiere
Assiste la persona in qualunque condizione
fisica-clinica si trovi e fino al fine vita,
riconoscendo l’importanza del conforto
ambientale, fisico, psicologico,
relazionale e spirituale…
Patto infermiere-cittadino
PRINCIPIO di BENEFICITA’
• … maggiore rilevanza!
• Assistenza di qualità e mantenendo un
rapporto costante ed attento con la persona
morente
• Aiutare, confortare, non soffocare le lecite
paure, garantire un clima organizzativo
connotato da continuità e partecipazione
• Consentire la presenza dei familiari e delle
persone significative garantendo, anche a
quest’ultime, supporto e sostegno
DIRITTI DEL MORENTE
Progressi rapidi e costanti della
medicina nascondono minacce per i
diritti fondamentali dell’uomo
Tecnicismo vs umanizzazione
Non poter guarire non vuol dire non poter
curare!
• Rispetto sue volontà
• Informazione, non informazione
• Diritto alla dignità
• Sollievo dalle sofferenze
• Preparazione psicologica alla morte
Prolungamento della vita non è
l’obiettivo esclusivo
Non anticipare la morte
Formazione del personale
CARTA dei DIRITTI della PERSONA ANZIANA
La persona ha il diritto:
 Sviluppare/conservare propria individualità e
libertà
 Conservare e veder rispettare le proprie
credenze, opinioni, sentimenti
 Conservare le proprie modalità di condotta…
CARTA dei DIRITTI della PERSONA ANZIANA
 Conservare la libertà e scegliere dove
vivere
• Essere accudita e curata nell’ambiente
che meglio garantisce il recupero…
• Di vivere con chi desidera
• Di avere una vita di relazione
CARTA dei DIRITTI della PERSONA ANZIANA
• Di essere messo in condizioni di
esprimere proprie attitudini ed
originalità
• Di essere salvaguardato da ogni
forma di violenza fisica e/o morale
SOCIETA’ ed ISTITUZIONI hanno il DOVERE
• Rispetto dell’individualità, riconoscimento dei
bisogni e realizzazione interventi adeguati con
riferimento alla qualità di vita e non all’età
anagrafica
• Rispetto di credenze, opinioni, sentimenti
anche quando anacronistici…
• Rispetto delle modalità di condotta… evitare
di correggere e dirigerle
SOCIETA’ ed ISTITUZIONI hanno il DOVERE
• Rispetto della libera scelta di vivere al proprio
domicilio… sostegno… se impossibile
accoglienza conservando alcuni aspetti
dell’ambiente di vita precedente
• Accudire e curare l’anziano al domicilio. Diritto
al ricovero ospedaliero e riabilitativo…
• Favorire la convivenza persona anzianafamiliari…
SOCIETA’ ed ISTITUZIONI hanno il DOVERE
• Evitare ogni forma di ghettizzazione…
• Fornire la possibilità di realizzare proprie
attitudini…
• Contrastare ogni forma di sopraffazione e
rprevaricazione
• Operare anche nelle situazioni più
compromesse… clima di
accettazione/condivisione/solidarietà
ASL PESCARA
CORSO di FORMAZIONE per OPERATORE SOCIO
SANITARIO
ASPETTI ETICI alla PERSONA
SOFFERENTE e in FASE TERMINALE
CURE PALLIATIVE e UMANIZZAZIONE
delle CURE
Malato terminale
Persona affetta da patologia cronica
evolutiva in fase avanzata per la quale
NON esistono o sono SPROPORZIONATE
terapie aventi l’obiettivo di stabilizzare la
malattia e/o di prolungare
significativamente la vita
Malato terminale
• Non un paziente come gli altri!
• Esito percorso noto
• Il tempo a disposizione:
dignità
senza sofferenza fisica e psichica
Malato terminale
• Assistenza operatori sanitari e familiari è
connotato da un forte impegno psicologico,
fisico
• Continue assunzioni di decisioni che
impongono professionalità, competenza,
ascolto
• Persona morente: unico e totale protagonista
delle scelte terapeutiche
Carta dei Diritti dei morenti
• Dignità di persona
• Rispetto dei suoi diritti, delle sue convinzioni
etiche e religiose
• Bisogni psicologici ed emotivi: certezza di non
essere abbandonati, certezza di ricevere cure
mediche adeguate, possibilità di essere
considerato soggetto in grado di ricevere
informazioni regolari, credibili, comprensibili
Carta dei Diritti dei morenti
• Partecipazione alle decisioni
• Diritto a non essere ingannato, risposte
veritiere
• Certezza di poter ottenere assistenza sanitaria
• Certezza di poter ottenere ascolto e presenza
• Sollievo dal dolore e dalla sofferenza
• Diritto a non morire solo, vicinanza famiglia
• Essere considerato persona sino alla morte
• Isolamento fisico e psicologico
• Malattia come crisi a livello biologico ed
esistenziale
• Malato terminale continua da essere
persona… mantenimento di relazionalità con
ciò che lo circonda, come dare significato al
compimento della propria vita
Etica dell’accompagnamento
• Dare un “senso”
• Aiutare a vivere fino all’ultimo istante,
riconoscendo i limiti della medicina,
decidendo di non intraprendere o
interrompendo trattamenti sproporzionati
• Vicinanza al malato, possibilità di esprimersi
• Spostamento dell’obiettivo: dalla cura al
prendersi cura
• Orientamento verso il trattamento dei sintomi
ed il sollievo del dolore
a) Alleviare la sofferenza fisica
• Costituisce priorità etica
• Angoscia del morire si somma all’angoscia
della sofferenza che precede la morte
• Dolore “totale”: specifiche peculiarità che
coinvolgono l’intera persona, anche quella
sociale e spirituale
• Non solo adeguata terapia antalgica,
approccio globale, forte relazionalità con
l’universo curante
Alleviare la sofferenza fisica
• Prospettiva dell’accompagnamento: terapia
del dolore è di enorme rilevanza etica
• Dolore cronico fase terminale comporta
l’alterazione della persona a vivere in quanto
tale, impedendo la dimensione specifica
dell’essere umano: la relazione
• Trattamento del dolore diventa prioritario
b) Bisogni da identificare e comprendere
Assunti strutturati/condivisi da tutti i bioeticisti:
 Bisogno di verità. Conoscenza dettagliata non
tanto della malattia, ma della prognosi
 Negare tale possibilità è negare la possibilità
di applicazione del principio di
autodeterminazione
 Dire, non dire? Valutazione dei tempi per ogni
singola persona: “venire alla sua verità”
Bisogni da identificare e comprendere
• Verità, ciò che corrisponde alla reale
situazione
• Possibilità di esternare senza vergogna
• Possibilità di comprendere ed elaborare
sentimenti di frustrazione, rabbia, angoscia,
paura, momento per sentirsi completamenti
accolti
• Finzione, banalizzazione
• La maggior parte dei pazienti vuole sapere la
verità
• Circa il 90% vuole informazioni precise e
dettagliate
• Il 25% vuole conoscere la diagnosi e gli aspetti
tecnici della malattia
• La totalità dei familiari vuole venire a
conoscenza della diagnosi
Congiura del silenzio
Ideologia dominante :
allontanare il più possibile l’idea della
morte dalla vita di ognuno di noi,
motivando questo atteggiamento
con la protezione della persona
stessa …
Congiura del silenzio
“Quello che ci manca, rispetto
alla morte, sono le parole
giuste”
C. Viafora
Congiura del silenzio
• Accordo trasversale tra operatori e familiari
per nascondere la verità
• Funzionale a chi assiste!
• Scopo addotto : protezione della persona
morente per fare in modo che il tutto avvenga
in silenzio, senza sofferenza fisica e psichica
Congiura del silenzio
• Il più delle volte la pantomima messa in
atto, viene interpretata anche dal
morente!
• … poco lucida, poco attenta a ciò che gli
accade intorno
• … proprio perché consapevole di essere
in una situazione particolare recepisce,
capta, sente …
Familiari …
non negare loro l’illusione di una morte più
dolce!
Neghiamo al morente di poter parlare, di
potersi esternare, di poter chiedere
aiuto, lo costringiamo a recitare!
Congiura del silenzio
… artefatto, finto, non spontaneo, tragico,
complesso da gestire, in primo luogo per
la persona morente
Morire non è più una cosa, per quanto
dolorosa, naturale,
ma diventa sconcia,
da nascondere, un tabù!
Congiura del silenzio
La morte accomuna …
Il “nostro tempo”
la reputa un fallimento
perché ci mostra la nostra impotenza
nonostante tutto …
Congiura del silenzio
• E’ sostanzialmente una MENZOGNA camuffata
da protezione
• E’ la nostra paura della morte, paura che si
sostanzia nei fatti e soprattutto nelle parole,
nelle NON PAROLE
• A chi serve di più?
• Chi protegge? Chi tutela?
NON INFORMAZIONE
• Il morente esprime il desiderio di non essere
informato
• In questo caso l’informazione a tutti costi è
dannosa come il silenzio …
• Qualunque sia la decisione è assolutamente
necessario che questa venga portata avanti
con coerenza da tutti gli operatori coinvolti
Bisogno di vivere la terminalità
• Dipende dalla possibilità di poter esternare i
reali sentimenti
• Supporto psicologico
• Disponibilità di operatori e familiari
• Impatto emotivo
Bisogno di stima
• Deterioramento prodotto dall’avanzamento
della malattia provoca auto-svalutazione
• Malato si percepisce in larga misura da come è
percepito dagli altri
• Linguaggio non verbale
• Conferma o amplificazione del proprio senso
di auto-svalutazione
Bisogno spirituale
• Non confuso con bisogno religioso
comune accezione del termine, anche se
può coincidere
• Sempre presente anche se non palesato
• CNB: accompagnamento spirituale =
“Processo interpersonale in cui vi è
l’impegno nell’aiutare la persona a
concludere il suo ciclo vitale, in maniera
costruttiva…”
Bisogno spirituale
• CNB = “…mantenimento del più alto
grado di comunicazione, ascolto,
accoglienza, consapevolezza dei dati
socioculturali e dei valori entro cui questo
si colloca”
• Spirituale: “…atteggiamento che nasce
da una radicata convinzione che ogni
persona è irripetibile e singolare.
L’accompagnamento spirituale è l’essere
Bisogno di tenerezza
Disposizione interiore alla tenerezza
Realizzazione del gesto etico della cura
Imparare nuovi gesti:
visibili, tangibili, semplici
vs
ipertecnicismo ed iperefficientismo
delle cure
Requisiti “strutturali” dell’operatore per far
fronte ai bisogni inespressi:
maturazione di atteggiamento sereno verso la
propria morte
acquisibile solo con “l’esperienza della morte”
attraverso gli altri
c) Cure proporzionate
• Principio di proporzionalità: “core”
dell’etica dell’accompagnamento
• Approccio “normativo” vs i due maggiori
pericoli delle cure del fine vita:
accanimento terapeutico, “approccio
vitalista”
abbandono delle cure, anticipazione della
morte
L’ACCANIMENTO TERAPEUTICO
“Persistenza nell’uso di procedure
diagnostiche e di interventi terapeutici,
allorchè è comprovata la loro inefficacia e
inutilità sul piano di un’evoluzione
positiva e di un miglioramento del
paziente sia in termini clinici che di
qualità di vita”
L’ACCANIMENTO TERAPEUTICO
Un tentativo, il più delle volte vano,
di procrastinare la morte di un
paziente
Una forzatura del “far vivere”
quando non è più possibile …
Un atteggiamento che denota una “fuga”
verso gli aspetti ipertecnologici della
scienza
a fronte però di un successo il più delle
volte nullo
Danno arrecato alla persona, alla sua
dignità e volontà
Ancor meno dell’ infermiere, dell’OSS, il medico
sembra accettare l’idea della morte e dell’
“accompagnare” alla morte e che né una, né
l’altra, siano svilenti per la professione di
alcuno
… può anche denotare una difficoltà di
rapportarsi con la persona morente per cui è
più semplice l’interagire con un macchinario,
usare la tecnologia
Difficile trovare una linea di demarcazione
fra ciò che è accanimento terapeutico,
intervento d’urgenza e stato di necessità
Quest’ultime sono evenienze in cui
medico è obbligato, per legge, ad
intervenire anche senza il consenso del
paziente
Codice Penale
Articoli che impongono al medico di
intervenire in caso di necessità o di
urgenza per salvare la vita …
Non vi sono leggi che impongono
l’accanimento terapeutico!
La questione etica è un punto dolente in
ambito sanitario e sempre più spesso si
trova al centro di dibattici che
interessano non solo i diretti
responsabili, ma anche l’opinione
pubblica, organismi di rappresentanza dei
cittadini, gli studiosi di etica, etc
I diritti del morente partono da un
presupposto fondamentale:
la PARI DIGNITA’ fra le persone e i curanti
Volontà, desideri della persona malata
hanno lo stesso peso, lo stesso valore,
della conoscenza clinica e medica
manifestata dal curante
C.D. medico
il medico deve ASTENERSI dall’ostinazione
in trattamenti di cui non si possa
fondatamente attendersi un beneficio
per la salute e/o un miglioramento della
qualità della vita
C.D. dell’infermiere
…deve tutelare la volontà dell’assistito e
porre dei limiti agli interventi che non
siano proporzionati alla condizione
clinica e coerenti con ciò che lui ha
espressamente dichiarato rispetto alla
qualità della vita
C.D. dell’infermiere
… assisterà qualunque sia la condizione
clinica e comunque sino al termine della
vita, riconoscendo come importanti il
conforto ambientale, psichico,fisico,
relazionale e spirituale oltre che la
palliazione
“Successo delle cure mediche non va
valutato solo in base a statistiche di
sopravvivenza,
ma anche in base alla qualità nel
processo del morire e della relazione
umana coinvolta in ciascuna morte”
Trattamenti inappropriati per eccesso
•
•
•
•
•
•
Limiti: ragionevolezza, efficacia clinica, senso
Danni fisici/psichici alla persona
Annullamento dignità
Aumento delle sofferenze ai familiari
Iniqua distribuzione delle scarse risorse
Frustrazione nell’équipe di cura
PRINCIPIO ETICO di AUTONOMIA
• Prevede che se la persona abbia chiaramente
espresso il desiderio di non volere subire
trattamenti terapeutici che lui ritiene
sproporzionati alla situazione, riceva dal
medico una risposta onesta rispetto alle
finalità degli interventi che deve attuare e
decidere in merito
• Se gli interventi sono palesemente inutili
occorre evitarli ed attuare solo quelle cure che
rendono meno o per nulla doloroso il fine vita
PRINCIPIO ETICO di GIUSTIZIA
• Prevede che in situazioni di risorse limitate,
dove fondamentale è il contenimento dei costi
per permettere a tutti le cure più idonee al
caso, ci si interroghi quanto sia etico investire
risorse umane e materiali in cure costose
inutili
• Tali investimenti non sono di giovamento né
alla scienza, non producono nulla, né tanto
meno alla dignità del morente
CHIESA
… opinione circa l’accanimento
terapeutico
il medico non ha l’obbligo di ricorrere
a “mezzi eccezionali” per il
mantenimento in vita di un paziente
terminale
MEZZI ECCEZIONALI?
• La velocità con cui la medicina è progredita, la
tecnologia sempre più sofisticata,
l’introduzione di nuovi farmaci, di nuove
modalità terapeutiche rende sempre più
difficile dire cosa siano i mezzi eccezionali!
• Ambiguità!
• L’eccezionalità può essere tutto, occorre
rapportarla a quella situazione, a quella
persona, a quel contesto
LA SOSPENSIONE DELLE CURE
… l’altra faccia della medaglia,
opposta all’accanimento
Le condizioni della persona sono tali
che nessuna terapia,
nessuna cura medica,
è in grado di modificare la situazione
Quale e dove il limite?
Domanda di non facile risposta, sempre
demandata al medico
Sospendere le cure non significa però
abbandonare il paziente …
non lo si può più guarire, ma lo si può
ancora curare
“E’ eticamente giustificabile l’interruzione
delle tecniche di prolungamento della
vita, quando la loro applicazione impone
fatica e sofferenza al paziente,
sproporzionalmente ai benefici che ne
possono trarre”
Linee guida OMS
Abbandono terapeutico
Atteggiamento e conseguente
comportamento di rinuncia in termini sia
di presenza psicologica che di interventi,
dinanzi ad un paziente terminale per il
quale un’evoluzione positiva del quadro
clinico non appare più possibile
Cure proporzionate
• Prospettive etica: nella lotta contro la malattia
non unico scopo la sopravvivenza fisica
• Valore che l’uomo è chiamato a realizzare, ma
non il più importante
• Dignità della morte: non applicazione di cure
sproporzionate ai risultati attesi
Lasciar morire: eutanasia?
• “Dolce morte”, la “buona morte”
• Giuridicamente: intenzionale e consapevole
azione che determina la morte di una persona
su richiesta esplicita o presunta, quando
questa si trova in condizioni di sofferenza ,di
inguaribilità o di prossimità alla morte
• Attiva = azione, passiva = omissione
Lasciar morire: eutanasia?
• Italia: illegale, equiparata all’omicidio, anche
quando il malato è consenziente
• Art 5. C.C. divieto di porre in essere atti di
disposizione del proprio corpo che possono
cagionare diminuizione permanente
dell’integrità fisica, o contrari alla legge, al
buon costume …
• Art. 579 C.P. omicidio del consenziente
• Art. 580 C.P. istigazione o aiuto al suicidio
Eutanasia: concetto di Futilità
Dall’eutanasia va distinta fra decisione di
interrompere il trattamento, quando
constatata la sua inutilità
(né utile, né opportuno all’obiettivo)
oppure sua futilità:
il trattamento ancorchè utile non è però
efficace a raggiungere l’obiettivo
MEDICAL FUTILITY
In medicina ogni trattamento deve avere
un obiettivo esplicitamente definito e
trasparente
Azione clinica non più in grado di essere
utile per ottenere specifico obiettivo
nei confronti di un paziente
Non è eutanasia:
 Terapia antalgica, che in fase terminale
può portare ad abbreviare la vita della
persona
 Sedazione profonda: eliminazione dello
stato di coscienza
 Astensione o interruzione di trattamenti
ritenuti inutili, futili ed inopportuni
Non è eutanasia:
• Rifiuto consapevole da parte del malato
di cure che lui ritiene sproporzionate
• Il distacco di mezzi di respirazione
artificiale a fronte di una morte cerebrale
accertata (?)
• La sospensione dell’alimentazione
artificiale se questo non determina
direttamente la morte (?)
d) Decodificare la richiesta di essere
aiutato a morire
• Frequente richiesta, consapevolezza
dell’irreversibilità
• Sofferenza. Variabile significativa nel rapporto
sofferenza/desiderio di morte, è data
dall’interazione sofferenza sentimenti di
disperazione e depressione
• Significati?
d) Decodificare la richiesta di essere
aiutato a morire
• Senso di abbandono di fronte al dolore e alla
malattia. Richiesta di aiuto ed ascolto
• Senso di inutilità, assenza di futuro,
dimensione necessaria per la progettazione
umana. Richiesta di senso
• “Camminare accanto”implica capacità di
decodifica, senza imposizioni, in un contesto
di relazione fatto di accoglienza
CURE PALLIATIVE
“La medicina delle cura palliative è e
rimane un servizio alla salute.
Non dunque una medicina per il morente e
per aiutare a morire,
ma una medicina per l’uomo, che rimane in
vivente fino alla morte”
S. Spinsanti
CURE PALLIATIVE
Medicina curativa ha espulso dal
proprio paradigma la morte;
non in grado di assistere il paziente
morente,
al contrario se ne allontana
espellendolo dai luoghi tradizionali di
cura
CURE PALLIATIVE
Assunzione della morte come esito finale
Obiettivo:
“prendersi cura”
qualità della vita rimasta
dignità nella morte
introduzione elementi di umanizzazione
dell’assistenza sanitaria
riportare la persona al centro dell’intervento
medico
CURE PALLIATIVE
• “Pallium” = mantello, protezione
• “Palliare” = coprire, avvolgere con un
mantello
• Cura attiva, globale, multidisciplinare per
pazienti affetti da malattia che non
risponde più ai trattamenti specifici e di
cui la morte è la diretta conseguenza
CURE PALLIATIVE
Scopo:
controllo dei sintomi
riduzione sofferenza fisica-psichica
raggiungimento della miglior qualità di
vita possibile per i pazienti loro famiglie
Ambiti di applicazione
• Fase terminale di patologie evolutive
irreversibili, per le quali terapie finalizzate alla
stabilizzazione o guarigione non sono né
possibili, né appropriate
• Sperimentazioni maggiori: malati oncologici,
malati di AIDS, in misura minore, nelle
malattie neurologiche
OMS
•
•
•
•
Affermano la vita
Considerano il morire evento naturale
Non accelerano, né ritardano la morte
Provvedono al sollievo del dolore di altri
sintomi
OMS
• Integrano aspetti psicologici-socialispirituali dell’assistenza
• Offrono supporto ai pazienti per aiutarli a
vivere più attivamente fino alla morte
• Offrono supporto alla famiglia durante la
malattia e nel lutto
CARATTERISTICHE
• Globalità intervento terapeutico, obiettivo:
qualità vita
• Valorizzazione delle risorse della persona,
della sua famiglia e del tessuto sociale in cui
sono inseriti
• Molteplicità figure professionali e non
coinvolte nel piano di cure
CARATTERISTICHE
• Rispetto autonomia e valori della persona
malata
• Pieno inserimento ed integrazione nella rete
dei servizi sanitari e sociali
• Alta intensità assistenziale: risposte specifiche,
tempestive, adeguate, efficaci
• Continuità delle cure sino all’esito finale
• Qualità delle prestazioni
SCOPO
Restituire dignità al morire,
mediante uno sforzo interdisciplinare
di miglioramento delle qualità di vita
del malato terminale e della sua
famiglia
• Rete integrata assistenziale
• Lavoro d’équipe multidisciplinare specializzata
e strutturata prioritariamente all’assistenza
domiciliare. Non sovrapposizione di ruoli,
integrazione
• Hospice; bassa tecnologia, altissimo livello di
prestazioni assistenziali
HOSPICE
• Regime di residenzialità
• Garanzia di prestazioni delle cure palliative
• Prestazioni complessive a livello sanitario,
assistenziale, alberghiero, erogate con
continuità nelle 24 ore a malati inguaribili, in
fase avanzata ed evolutiva di malattia
HOSPICE
• Luogo di cura: rigoroso approccio clinico e
scientifico + alta considerazione delle relazioni
umane ed emozionali
• Gestione percorso attraverso adeguato
controllo dei sintomi + mettersi di fronte alla
persona soffrente, confrontarsi con il senso
del periodo di fine vita e lutto dando loro
significato
HOSPICE
Deve garantire:
benessere psicologico e relazionale
confort ambientale
tutela della privacy
favorire presenza e partecipazione dei familiari
senza limiti nell’accesso
camere di degenze singole, possibilità di
pernottamento da parte dei familiari
HOSPICE
… nei nostri ospedali coloro che si trovano in
fase terminale vedono raddoppiata la loro
angoscia dal “sentirsi esclusi dalla comunità
dei viventi”
Curati sino alla fine da tecnologie avanzate,
custoditi in ambienti asettici, i morenti si
trovano spesso ad essere privati degli affetti
più cari che, a partire da un certo momento,
costituiscono l’unico, autentico aiuto
Italia: regolamentazione delle cure
palliative
• D.l. n. 450/1998: realizzazione su scala
nazionale di strutture dedicate,
prioritariamente per malati neoplastici
terminali
• D.m. 1999: 1° provvedimento legislativo per
dare risposta assistenziale malato terminale
Fissa obiettivi specifici/generali, strumenti,
modalità operative, monitoraggio
Italia: regolamentazione delle cure
palliative
• D.p.r. 2000: atto di indirizzo e
coordinamento; requisiti strutturali,
tecnologici, organizzativi minimi per
centri residenziali di cure palliative
• 2008: inserimento nei LEA; SSN
garantisce approccio
multidisciplinare/personalizzato ai malati
terminali (domicilio, hospice)
Italia: regolamentazione delle cure
palliative
• Estensione c.p. in ambito pediatrico: ambito
nuovo
• 2006: documento tecnico cure palliative
rivolte al neonato, bambino,adolescente;
ambiti e peculiarità
• 2008: documento tecnico c.p. pediatriche;
creazioni di reti assistenziali in tutte le regioni
Permanenza del bambino in ambiente
abituale di vita…integrazione sociale sia a
livello scolare che ludico
Confrontarsi con la morte
CNB
“il tema della morte… della fine della vita
umana, possiede rilevanza assoluta
primaria per l’autocomprensione
dell’uomo…
Tema fondamentale della nostra esistenza,
l’orizzonte che la circoscrive…
Nel nostro tempo sottaciuto, se non
addirittura rimosso”
Confrontarsi con la morte
• Filosofia cure palliative: riflessione sul morire
• Importanza dell’analisi delle fasi del morire=
componente fondamentale per una morte
meno traumatizzante
• Corretta terapia del dolore, ascolto, èquipe
specializzata, accompagnamento, buona
morte?
• Esperienza faticosa, dolorosa, angosciante,
traumatizzante. Buona gestione ma…
Confrontarsi con la morte
“Morte addomesticata”:
vissuta collettivamente, sacralizzata,
ritualizzata
“Morte rovesciata”:
Tabù, imbarazzo, disagio; perdita dei rituali,
delle tradizioni che accompagnavano le
parti della vita
“Morte rovesciata”
• Malato: non deve sapere, recita. Espropriato
della sua morte
• Morire: dato in “gestione” ad operatori
sanitari, a strutture sanitarie
• Fallimento, incidente
• Ghettizzata, abbandono
“Morte rovesciata”
“Cultura contemporanea si ossessiona a
negare la morte. Non avendo più parole
per far vivere socialmente la morte, si
tende ad affermare… lo zelo igienista che
mai come oggi ha indotto i morenti
dietro le quinte della vita sociale per
sottrarsi alla vista dei vivi…
Estensione della mentalità tecnicoscientifica volta alla programmazione e
al dominio”
Medicalizzazione del morire
• Zelo igienista ed attività di controllo: “morte
intubata”, esaltazione aspetti ipertecnologi…
“segno e deriva che il morire oggi subisce,
segno che immiserisce la civiltà che l’ha resa
possibile”
 Morte non è un evento, un percorso iniziato
molto prima
 Non ci sono copioni giusti e definitivi!
Confrontarsi con la morte
• Esperienza che riguarda il singolo, l’individuo,
la persona, anche se contrassegna l’identità di
specie
• Fondamentali: relazione, dialogo, dispositivi
strategici
• Adattamento alla malattia: diversi momenti
dell’elaborazione
E. Kubler Ross
Percorso psicologico del malato: 5 fasi
1) RIFIUTO: prima reazione alla scoperta della
malattia: meccanismo di difesa, negazione.
Impossibilità a pensare alla propria morte
2) COLLERA: “Perché proprio a me?”
proiezioni in altri della causa propria malattia
E. Kubler Ross
3) VENIRE a PATTI: fase del compromesso. Più
disposto ad accettare; consapevolezza che la
collera non modificherà il percorso.
“Contrattazione” con la vita. Sopravvivere ad
un evento significativo, importante
4) DEPRESSIONE: forte disperazione
all’instaurarsi di un peggioramento di sintomi
e condizioni generali. Reazioni molteplici
perdite
E. Kubler Ross
5) ACCETTAZIONE: “arriva un punto in cui la
morte viene come un gran sollievo e i
malati muoiono con minore difficoltà se
glielo si permette o se si aiutano a
distaccarsi gradualmente da tutti i
rapporti importanti della loro vita”
Confrontarsi con la morte
 Persona unica ed irripetibile, la fasi si
presentano secondo modi e tempi propri di
ognuno
 Sovrapposizione, alternarsi; percorso
fluttuante
 Operatori: capire e rispettare i diversi bisogni,
vicinanza
 Accompagnamento persona e familiari verso
un’elaborazione della separazione
Confrontarsi con la morte
• Esperienza professionale? Applicazioni
tecniche?
• Esperienza personale… morire non è cosa che
riguarda solo l’altro. Confronto con la propria
morte
• Risultato di tale confronto, emotivo, riflessivo,
di ricerca di significato, influenza l’attitudine
nei confronti della morte
Confrontarsi con la morte
• Confrontarsi o meno con le proprie paure,
differente modalità di accoglimento, di
accompagnamento
• Formarsi all’accompagnamento
• Condivisione con il malato la comune
condizione umana aiuta a mantenere un
equilibrio personale, ad essere autentici e
coerenti
Confrontarsi con la morte
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Morire nel dolore
Abbandono
Solitudine
Perdita controllo sul proprio organismo
Non vissuto, non terminato
Cure palliative
• Differenziarsi dalla medicalizzazione del
morire
• Logica opposta: “socializzazione” del morire,
istanza specifica etica dell’accompagnamento
• Diverso significato che si attribuisce al tempo
del morire: valorizzazione della fase terminale;
difficoltà; rientra nella storia della persona,
nella relazione
• “Un tempo da abitare con la parola e la
presenza”
Morte e perdita
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Stretta connessione
Perdita graduale o improvvisa
Perdita abilità, facoltà, controllo sul proprio
corpo e sulla propria vita, dipendenza; perdita
opportunità di fare ulteriori esperienze
Perdita di stato di assenza di dolore
Aumentano con l’avanzamento della malattia
Morte e perdita
• Aiutare il malato ad elaborare il lutto delle sue
perdite: parte integrante
dell’accompagnamento
• Accompagnare: arte e somma di conoscenze
• Lutto di sé stesso: compito arduo e svalutato
• La “congiura del silenzio”. Isolamento,
solitudine, angoscia
• Perdita irrecuperabile di momenti di
condivisione
Assistenza al malato
Efficacia e validità si misurano:
Attenzione costante ai suoi vissuti e parametri
biologici
Capacità di costruire relazioni interpersonali
costruttive e significative
Capacità dell’équipe di confrontarsi con la
propria impotenza a guarire,
ma potenza nel prendersi cura
Assistenza al malato
Capacità di elaborazione di un setting di
cure che non neghi il dolore, ma lo
affronti e restituisca al paziente come
affrontabile
Non considerazione della morte come
sconfitta
Restituire senso, dignità, rispetto