Essere & benessere | Come mi curo * [email protected] La tradizione millenaria di adeguare la terapia alla persona si avvicina all'obiettivo, man mano che la scienza avanza \ Ufi -ly.:-jK Progressi medici Arrivano i farmaci personalizzati di Silvio Garattini direttore Istituto di ricerche farmacologiche "Mario Negri", Milano S i parla molto in questo periodo di medicina personalizzata. Come mai? Non è sempre stato uno dei principali obiettivi della medicina trovare il farmaco giusto per la malattia di quel particolare paziente, in modo che possa essere somministrato alla dose più piccola e per il tempo più breve possibile, pur mantenendo l'efficacia? È proprio così, ma oggi si parla di medicina personalizzata, perché abbiamo più farmaci disponibili per curare la stessa malattìa e molta più tecnologia per raggiungere una maggiore precisione. Una delle tecnologie da utilizzare di più, rispetto a quanto non si faccia oggi nella medicina corrente, è la farmacocinetica. È infatti relativamente facile misurare la concentrazione di qualsiasi farmaco nel sangue; ciò permette di sapere, ad esempio, se le concentrazioni sono molto basse perché il farmaco non è stato assorbito o se sono molto alte perché il farmaco non è stato metabolizzato o eliminato. Queste informazioni sono molto importanti, perché permettono di aggiustare le dosi per quella particolare persona, aumentando le probabilità di essere efficace e diminuendo le probabilità di effetti tossici. La farmacocinetica è anche parti- colarmente importante per stabilire la giusta dose nelle persone anziane, nei bambini e nelle donne che spesso differiscono dai maschi adulti per la capacità di metabolizzare le medicine. Un altro sviluppo importante è dato dalle nuove conoscenze sulle caratteristiche dei geni. L'analisi genomica permette, soprattutto nel caso dei tumori, di identificare i bersagli su cui agiscono i farmaci antitumorali. Ad esempio, la presenza nel tumore di recettori degli estrogeni ad alta densità può evitare la chemioterapia per ricorrere invece a irauamenti ormonali che sono meglio tollerati. La presenza di un recettore noto con il nome di HER-2 permette di utilizzare con probabilità di successo anticorpi monoclonali specifici contro questo recettore. Non basta tuttavia conoscere la presenza del gene per un determinato recettore. Occorre anche sapere se il gene ha subito mutazioni; in questo caso il recettore potrebbe non essere sensibile a un anticorpo o a un farmaco che agisce solo sul recettore normale. Avere queste informazioni significa spesso evitare a un paziente terapie che sarebbero inefficaci o tossiche. Infine, la disponibilità di più farmaci per la stessa indicazione terapeutica permette di evitare forme di tossicità. Ad esempio, se il paziente ha un problema di insufficienza renale, il medico cercherà di somministrare qualcosa che non venga eliminato per via renale. Se un paziente ha a un'altra malattia concomitante, ad esempio un problema cardiaco, si sceglierà un farmaco che non influenzi la funzionalità cardiaca e così vìa. Inoltre, consultando le tabella di interazione, si eviterà la somministrazione contemporanea di farmaci che tendono ad annullarsi o, al contrario, a indurre forme di tossicità. Così, la tradizione millenaria di adeguare la cura alla persona si avvicina all'obiettivo, man mano che migliorano le conoscenze e le tecnologie mediche. O marzo 2016 | BenLssere | 39 GARATTINI