a) Traduci dieci a scelta fra le seguenti quindici versioni. Se sei incorso nella sospensione del giudizio dovrai invece tradurle tutte 1) I cittadini illustri di Atene Atene vanta molti cittadini illustri, che però non sempre ottennero il giusto riconoscimento. Anticamente ad Atene c’erano molti ed illustri cittadini come filosofi, poeti, retori e generali. Tra i filosofi ricordiamo Socrate, Platone ed Aristotele; fra i poeti Sofocle ed Euripide, fra i retori Demostene ed Eschine, fra i generali Temistocle e Pericle. Da Socrate molti, e non solo Ateniesi, erano istruiti nella filosofia e si rivolgevano alla virtù; i drammi di Sofocle ed Euripide davano piacere agli spettatori inteatro e procuravano grande gloria ai poeti tragici. Nell’agorà di Atene anche molti retori parlavano pubblicamente e consigliavano le cose utili alla città; il popolo prestava attenzione soprattutto a Demostene ed Eschine. Fra gli strateghi è famoso Pericle. Infatti il governo di Pericle era ritenuto l’epoca d’oro di Atene. Ad Atene non sempre i cittadini illustri ottenevano onore; molti infatti, perseguitati ingiustamente, erano ostracizzati o erano puniti con la morte. 2) Il significato dei sogni Fin dall'antichità si è sempre cercato di dare ai sogni un'interpretazione razionale. Attraverso i sogni è possibile conoscere la volontà degli dei e molte cose utili alla vita degli uomini. Secondo gli interpreti dei sogni, dunque, sognare di avere lunghi e bei capelli è buono per tutti, ma soprattutto per una donna; anche per l’uomo è buono, se è un sapiente, un sacerdote, un indovino, un re e un arconte. Sognare di avere setole di porco comporta violenti rischi per la vita; allo stesso modo, sognare di avere crini di cavallo significa schiavitù e miseria. Sognare di bere acqua fredda è buono per tutti, acqua calda significa per tutti malattie ed impotenza. Un coccodrillo significa pirata o assassino. Guerra e le opere della guerra significano per tutti difficoltà e sventure, eccetto che per i soldati. Lavorare la terra o seminare o piantare piante è buono per coloro che sono sposati da poco e per coloro che non hanno figli. La sposa infatti è come la terra coltivata, i coniugi come contadini, i figli come germogli. da Artemidoro 3) Lamone trova un bambino abbandonato Un pastore trova un bambino abbandonato, nutrito da una capra. Lo raccoglie e lo porta alla moglie da allevare come proprio figlio. C’è una città dell’isola di Lesbo, Mitilene, grande e bella. Fiumi e ponti di pietra bianca e levigata abbelliscono la città. Non lontano da Mitilene c’è un campo di un uomo ricco e vasti pascoli. Nei campi un capraio, di nome Lamone, pascola le capre e un bel giorno vede una cosa davvero strana: una capra spesso lascia il capretto neonato e corre in una radura e poi ritorna dopo poco tempo. Il capraio tiene d’occhio quell’andare e venire della capra e si avvicina alla radura: trova un neonato maschio. Dunque il capraio si meraviglia moltissimo per il fatto e per le fasce del bambino: infatti sono molto ricche. Vicino al bambino trova anche una fibbia d’oro ed un pugnaletto col manico d’avorio. E dapprima vuole portare via i segni di riconoscimento ed abbandonare il bambino. Poi si vergogna e lo porta a casa; la moglie accoglie volentieri il piccolino e lo cresce come fosse un figlio proprio. da Longo Sofista 4) Atene si arrende a Sparta Gli Spartani impongono ad Atene dure condizioni di pace, ma si oppongono alla proposta degli alleati di distruggere la città. Nell’assemblea dei Lacedemoni c’erano sia Teramene sia gli altri ambasciatori degli Ateniesi, plenipotenziari riguardo alla pace e gli alleati degli Spartani. Mentre i Corinzi e i Tebani e molti altri richiedevano di non concedere la pace agli Ateniesi, ma di distruggere la città, i Lacedemoni invece ribattevano che non bisognava cancellare dalla faccia della terra una città greca, degna di grandi lodi per il valore dimostrato contro i barbari a beneficio della Grecia intera. Dunque offrivano la pace a siffatte condizioni: abbattere le mura, consegnare le navi ai Lacedemoni e riammettere gli esuli ad Atene. Dunque Teramene e gli altri ambasciatori riportavano queste proposte ad Atene: gli Ateniesi dunque accettavano la pace. E non molto tempo dopo gli esuli ritornavano e cominciavano a distruggere le mura con grande buona volontà; ritenevano infatti che quel giorno fosse l’inizio della libertà della Grecia. da Senofonte 5) La vita degli uomini primitivi Gli uomini primitivi conducevano una vita molto dura, esposta all'inclemenza del clima e alle insidie delle bestie feroci. I primi uomini, non conoscendo le cose utili per la vita, vivevano con fatica; essendo ancora senza vesti e privi di case, erano costretti a dormire sugli alberi ed erano completamente ignari del cibo che viene dall’agricoltura. Poiché, ignorando anche la raccolta del cibo di origine selvatica e proveniente dalla caccia, non mettevano da parte i frutti per i periodi di carestia, infiniti fra i mortali morivano negli inverni per il freddo e la mancanza di cibo, molti poi erano anche sbranati dagli animali selvatici. Dopo poco però, imparando dall’esperienza, si rifugiavano nelle grotte durante l’inverno, respingendo fuori gli animali selvatici, e immagazzinavano i frutti. Dopo la scoperta del fuoco e delle altre cose utili all’esistenza, in poco tempo scoprivano anche le tecniche e le altre cose giovevoli alla vita comune. 6) L'oltretomba Nell'Ade le anime dei buoni vengono mandate nei Campi Elisi, quelle degli empi invece nel luogo dei tormenti. Nell’Ade Plutone e Persefone regnano e hanno il potere su tutte le cose. Ci sono anche due giudici, Minosse e Radamanto, figlio di Zeus. Questi, sottoponendo ad esame preventivo le anime che discendono dalla terra, esaminano con attenzione le colpe e le benemerenze di ciascuno. Come infatti le ferite lasciano le cicatrici nei corpi, così anche le azioni malvage imprimono marchi sulle anime. I giudici dunque inviano gli uomini buoni e giusti nella pianura Elisia come in una colonia, dove le anime godono di continua felicità. I malvagi sono inviati invece nella regione degli empi, dove sono puniti e tormentati per sempre da tormenti di ogni genere. 7) La statua di Zeus a Olimpia La statua di Zeus a Olimpia era meravigliosa non solo per la preziosità dei materiali di cui era fatta, ma anche per il grande valore artistico. La statua di Zeus ad Olimpia è una meraviglia non solo per l’Ellade, ma per tutta la terra abitata. Il dio è seduto su un trono adornato d’oro e di avorio; ha sulla testa una corona che rappresenta rami d’olivo. Nella mano destra porta una Vittoria, fatta d’orio ed avorio, con una fascia ed una corona sul capo; la sinistra del dio impugna un bello scettro, variamente decorato con minerali di ogni genere. Sullo scettro c’è un’aquila posata d’oro. Il dio ha d’oro anche i sandali e il mantello. Il mantello ha anche piccole immagini e, fra i fiori, sono raffigurati i gigli. Il trono è variamente decorato d’oro, pietre preziose ed avorio. Sopra il dio ci sono anche animali incisi e piccole statue. da Pausania 8) Le donne pagate per piangere Alcune donne, assoldate per piangere, manifestano segni di grande dolore; meglio fingere il dolore, che soffrire la fame. Delle donne piangevano per denaro la morte della figlia di un uomo ricco; dunque si strappavano i capelli, si graffiavano le guance, si stracciavano le vesti per il dolore. Un viandante allora, arrivando lì e vedendo il grande dolore, si meraviglia e, provando pietà per le donne, dice: “O sventurate, perché piangete così infelicemente non per una disgrazia vostra ma di un altro?”. Le donne rispondono: “Non meravigliarti, straniero, se non piangiamo per una disgrazia nostra ma altrui; preferiamo infatti piangere adesso per un dolore artificiale piuttosto che domani per una fame reale”. 9) I due muli e i ladri La vicenda dei ladri che derubano il mulo col carico prezioso e risparmiano quello col carico di scarso pregio insegna che talvolta la ricchezza può portare dei pericoli. Due muli trottano insieme, l’uno portando ceste piene d’oro e di ricchezze, l’altro sacchi pieni d’orzo. Mentre il mulo che porta l’oro avanza orgoglioso scuotendo un campanello risonante, l’altro segue con un’andatura lenta e posata. All’improvviso appaiono i predoni, feriscono il mulo che porta le ricchezze e portano via a forza tutto il bottino ma risparmiano l’altro per lo scarso valore dell’orzo. Quando i delinquenti se ne vanno, il povero mulo spogliato del carico e pieno di ferite piange dicendo: “Ben mi sta! Infatti, siccome ero troppo orgoglioso per il prezioso carico, non mi rendevo conto che le grandi ricchezze sono soggette a molti rischi ed insidie. Tu invece, poiché sei povero, non ricadi mai nei pericoli”. 10) Semiramide vuole conquistare l'India Dopo un lungo periodo di pace Semiramide vuole muovere guerra all'India, una regione molto fertile e ricca di risorse naturali. Semiramide, avendo grande potenza, dopo una pace duratura desiderava compiere un’impresa illustre in guerra. Informata dunque che il popolo degli Indi era grande ed abitava una terra vasta e bella, progettava di fare una spedizione contro l’india con un grande esercito. La terra indiana si distingue per grandezza e bellezza, è bagnata da moti fiumi da molte parti e produce due raccolti all’anno; perciò ha grande abbondanza delle cose utili per vivere e produce continuamente immenso benessere per gli abitanti. Si dice che mai in India si verifichi carestia o rovina dei raccolti per il buon clima dei luoghi. Ha anche un incredibile quantità di elefanti, e gli elefanti indiani sono molto superiroi a quelli che si trovano in Libia per vigore e forza fisica; inoltre ci sono oro, argento, ferro, rame e poi una grande quantità di minerali di ogni genere e anche di quasi tutte le altre cose che tendono al lusso e alla ricchezza. Il re degli Indi aveva allora una folla innumerevole di soldati e molti elefanti. 11) Ciro in Cappadocia Ciro marcia attraverso la Cappadocia con l'esercito, eliminando chi lo insidia ed evitando di cadere nell'agguato tesogli dai nemici. Ciro insieme agli altri soldati si spinge attraverso la Cappadocia verso Dana, città famosa e prospera. Allora attendeva per cinque giorni e là Ciro uccideva un Persiano di nome Megaferne, funzionario regio, e un altro grosso calibro fra i funzionari, dicendo che tramavano insidie. Da là muoveva alla volta della Cilicia; la via d’accesso era una strada carrareccia in salita e difficile da percorrersi se i nemici ostacolavano. Si diceva anche che ci fosse Siennesi sulle alture a custodire la via d’accesso; Ciro perciò aspettava nella pianura tutto il giorno. Ma l’indomani Siennesi lasciava le alture e dei messi vennero da Ciro dicendo che la strada era priva di rischi per l’esercito. Ciro discendeva in una bella pianura, irrigua e piena di alberi di ogni genere e viti; inoltre la terra produceva anche sesamo, miglio, sorgo, frumento ed orzo in abbondanza. da Senofonte 12) I Greci attraversano il fiume Centrite I Greci arrivano al fiume Centrite e lo attraversano suddividendo le truppe in tre parti, per evitare di essere còlti di sorpresa dai nemici durante la traversata. I Greci sostavano tutto il giorno nei villaggi sparsi sulla pianura vicino al fiume Centrite, che separa l’Armenia e la regione dei Carduchi e progettavano che Chirisofo attraversasse per primo il fiume con la metà dell’esercito, l’altra metà restasse ancora con Senofonte, gli animali da soma e la massa dell’esercito attraversassero il fiume passando nel mezzo. La strada per il guado non era lunga. Dopo che furono lungo le rive del fiume, Chirisofo prendeva le armi per primo, con la testa incoronata e calzando i sandali e ordinava ai locaghi di condurre i battaglioni in fila, un po’a destra, un po’ a sinistra. E i soldati, attraversando, cantavano il peana e levavano alto il grido di guerra, e arrivavano senza rischio all’altra riva. 13) La vita dei beati Secondo gli antichi, dopo la morte le anime dei giusti conducono un'esistenza felice in un'isola incantevole. Secondo gli antichi, dopo la morte gli uomini giusti e pii vivono in un’isola grande e meravigliosa. Là i beati non cessano di trascorrere il tempo in graziosi simposi, mangiando molte e deliziose carni di animali di ogni genere e pesci. Alcuni dialogano in compagnia di illustri filosofi sotto una grande quercia oppure fanno ginnastica o cantano o intonano canti corali in prati fioriti. L’isola ha un’aria profumata produce molti e gradevoli frutti e tutte le cose utili per una vita felice. Per tutto il giorno si odono graziosi canti di uomini ed usignoli. La notte poi, sopraggiungendo con grande silenzio, porta a tutti dolce sonno. Così dunque si dice che i beati trascorrano tutto il tempo. 14) Dafni viene salvato da Cloe Dafni cade in una buca predisposta per catturare una lupa, ma viene salvato dall'intervento di Cloe. Una lupa affamata alleva i cuccioli nei boschi vicini e rapisce spesso capre anche dai greggi vicini; ha bisogno infatti di molto cibo per il nutrimento dei figli. I pastori dunque preparano larghe trappole contro la lupa e scavano profonde fosse, e distendono sopra le fosse pezzi di legno e rametti e poi nascondono il tutto con la terra. La lupa però si accorge del rischio e sfugge dalle trappole; molte capre e pecore cadono invece nelle fosse e muoiono. Dafni, inseguendo un capro che vaga nel bosco, cade senza accorgersi in una buca. Allora incomincia a piangere ed a chiamare a gran voce per chiedere aiuto. Allora cloe, che pascola un gregge non lontano, ode il ragazzo che grida; subito chiama un bovaro dai campi vicini per avere aiuto ed arriva alla buca. Il bovaro corre di buon grado, getta giù una lunga fune nella buca e tira su Dafni e lo salva. da Longo Sofista 15) Alessandro marcia verso il Granico Alessandro marcia verso il fiume Granico, quando gli osservatori gli annunciano che di fronte ci sono i Persiani già schierati; quindi schiera anche lui le truppe per la battaglia. Alessandro marciava verso il fiume Granico con l’esercito schierato, avendo con sé la falange doppia degli opliti, tenendo i cavalieri sulle ali e le bestie da soma dietro a seguire; gli esploratori dei nemici li conduceva Egeloco, insieme ai cavalieri armati di sarissa e parte dei soldati leggeri. E Alessandro per caso distava poco dal fiume Granico e quelli che muovevano in fretta dai punti di osservazione/guardia annunciavano che dall’altra parte del Granico c’erano i Persiani, schierati come per combattere. Allora anche Alessandro schierava l’intero esercito con l’intenzione di combattere; Parmenione invece riteneva che fosse bene accamparsi sulla riva del fiume così come si trovavano. Non pensava infatti che i nemici si avvicinassero ai Macedoni. da Arriano Scipione salva il padre Scipione, alla sua prima esperienza militare in campo aperto, salva il padre, meritandosi un encomio solenne davanti a tutti. La prima impresa illustre di Pompeo fu suo padre intraprese la battaglia di cavalleria contro Annibale dalle parti del fiume chiamato Ticino. Allora infatti Publio, che aveva sedici anni e combatteva per la prima volta in campo aperto, vedeva in battagliail padre circondato dai nemici insieme a due o tre cavalieri e dapprima esortava quelli che stavano assieme a lui ad aiutare il padre, poi, dato che quelli erano un po’esitanti ed intimoriti per il gran numero dei nemici, si slancia personalmente in modo audacissimo e temerario contro quelli che accerchiavano (il padre). Dopo di questo, i nemici si fanno da parte impauriti, Publio invece, salvo in modo inatteso, per primo acclama personalmente il figlio come salvatore mentre tutti lo odono. L'educazione vale di piu della ricchezza Per compiere delle imprese importanti non basta essere ricchi: infatti prima bisogna saper distinguere le azioni buone da quelle cattive, e questo si apprende con l'educazione. Socrate ammaestrava coloro che erano orgogliosi per la ricchezza e ritenevano di non avere per nulla bisogno dell’educazione, pensando che a loro la ricchezza bastava per realizzare ciò che volevano ed essere onorati dagli uomini, dicendo che uno è sciocco se pensa di riconoscere le cose utili e quelle dannose anche senza educazione, uno è sciocco se, pur non conoscendo queste cose, pensa, dato che si procura ciò che vuole per mezzo della ricchezza, di poter compiere le azioni che sono utili, uno è stupido se, pur non potendo compiere azioni utili ed agire bene, pensa di predisporre bene o almeno a sufficienza le cose che lo riguardano, sciocco se, pur non sapendo nulla, pensa, per via della ricchezza, di dare l’impressione di essere eccellente in qualcosa o, pur non sembrando eccellente in nulla, di godere di buona fama. Senofonte Atalanta Atalanta, dopo aver trascorso una fanciullezza selvaggia, al momento di prender marito impone ai pretendenti una prova molto difficile; è vinta da Melanione che sfrutta la sua vanità femminile. Il padre di Atalanta, desiderando figli maschi, la espone ma un’orsa vagante la allevava finchè dei cacciatori la trovavano e la crescevano presso di loro. Atalanta era adulta e continuava a cacciare in solitudine. In seguito, ritrovati i genitori, siccome il padre voleva convincerla a sposarsi, uscita dalla città, andata in un posto lungo uno stadio e piantato in mezzo un palo di tre cubiti, da lì mandava avanti il pretendente disarmato e lei invece correva armata; e per chi era stato lasciato indietro era prescritta la morte, il matrimonio per chi non era rimasto indietro. Dopo la morte di molti, Melanione, innamorato di lei, venne alla corsa portando delle mele d’oro ottenute da Afrodite e inseguito le gettava. La ragazza, fermandosi a raccogliere le mele gettate, perde la corsa. Dunque Melanione la sposava. Apollodoro Priamo si reca alla tenda di Achille Il vecchio re Priamo, protetto da Zeus, si reca alla tenda di Achille per chiedere la restituzione del corpo di Ettore. Achille non si piegava alle preghiere di Ettore ma, dopo averlo ucciso, legando il corpo al carro, lo trascinava attraverso la pianura, mostrando di non avere pietà del nemico né da vivo né da morto. E per undici giorni il cadavere giaceva nudo e insepolto. Al dodicesimo giorno Zeus, avendo pietà di Priamo, gli ordinava di aggiogare il carro e provare a persuadere Achille, dandogli un ricco riscatto, a restituire Ettore. Dunque Priamo, aggiogando il carro, ci caricava sopra splendidi pepli e dieci talenti d’oro; temendo l’ira di Achille, mescolava vino nel cratere e pregava Zeus così: “Zeus padre, tu dammi forza mandando un prodigio dal cielo”. E una grande aquila appare dalla destra. Allora il vecchio sale sul carro, lui insieme all’araldo, e si avvia alla tenda di Achille. Achille restituisce a Priamo il corpo di Ettore Guidato da Ermes, Priamo si reca da Achille che, accettato il riscatto, consola il vecchio re e gli restituisce il corpo del figlio. Ermes, messaggero di Zeus e araldo degli dei, stava in piedi vicino a Priamo e, spalancate le porte dell’accampamento, lo conduceva alla tenda di Achille. Dopo aver aperto anche la porta della sala regia, se ne andava sull’Olimpo. Priamo entrava e, prendendo le ginocchia di Achille, con molte lacrime lo supplicava di restituirgli il figlio. L’ira di Achille era caduta. Zeus infatti, mandandogli Teti, gli ordinava di accettare il riscatto. Dunque, facendo coraggio al vecchio, diceva: “Due vasi si trovano nella casa di Zeus, uno pieno di dolori, l’uno di beni e ad alcuni degli uomini dà tutti dolori, ad altri mescola dolori e beni. Così anche a te prima gli dei davano ricchezza e potenza e nobili figli; ora mescolano i dolori facendo morire Ettore. Che di certo un dio ti conduce qui, questo è chiaro. Dunque obbedisco agli dei e ti restituisco tuo figlio”. E mantenendo la promessa restituisce al padre il cadavere del figlio.