eosinofili. ti i L t f i t l l tt f i 1

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Ecco un elenco delle principali molecole su cui si basa l’immunità innata.
Il lisozima ((vedi più
p avanti).
)
Le betalisine sono peptidi prodotti dalle piastrine, che possiedono proprietà tossiche nei
confronti di gran parte dei batteri Gram-positivi di cui distruggono la membrana
plasmatica.
Le batteriocidine sono proteine ad azione battericida che funzionano come gli
antibiotici. Sono prodotte dai batteri che colonizzano il nostro tratto intestinale. Esse
agiscono bloccando la proliferazione dei batteri e provocandone la morte per degranulazione
d l DNA e inibizione
del
i ibi i
della
d ll sintesi
i t i del
d l DNA o dell’RNA,
d ll’RNA e delle
d ll proteine.
t i
La tufsina è un piccolo peptide costituito da quattro aminoacidi che stimola l’attività dei
macrofagi.
Le defensine sono dei peptidi ad attività citotossica verso un gran numero di batteri,
virus e funghi (miceti). Possono considerarsi come degli antibiotici naturali ad ampio
spettro. Sono in grado di permeabilizzare la membrana che avvolge i batteri Gramnegativi ed i virus. Le defensine sono presenti nella cute,
cute nell
nell’epitelio
epitelio respiratorio,
respiratorio nella
parotide, nella cavità orale ed anche all’interno dei granuli dei granulociti neutrofili ed
eosinofili.
La lattoferrina e la transferrina sono proteine che legano il ferro libero presente
nell’organismo e trasportarlo verso le cellule degli organi dove esso è necessario. Queste
due proteine sottraggono il ferro ai microbi, inibendone le loro attività enzimatiche.
Entrambe le proteine possono anche distruggere la membrana esterna dei batteri Gramnegativi
ti i. La
L transferrina
t
f i sii trova
t
nell sangue mentre
t lla lattoferrina
l tt f i principalmente
i i l
t nelle
ll
secrezioni delle mucose (saliva, lacrime, latte) e nei granuli dei granulociti neutrofili.
1
Il sistema lactoperossidiasi-tiocianto-H2O2 porta alla formazione di radicali di ossigeno in
grado di denaturare le proteine dei microbi. E’ un importante sistema antimicrobico naturale
perchè
hè causa il rallentamento
ll t
t della
d ll fermentazione
f
t i
dei
d i microrganismi
i
i i Gram-negativi
G
ti i. Si trova
t
principalmente nella saliva e quindi svolge la sua funzione antibatterica a livello della cavità
orale.
Gli interferon (interferoni) sono proteine ad attività antivirale. Il loro nome deriva dalla
funzione che essi svolgono e cioè quella di attivare nella cellula infettata delle proteine che
interferiscono con la sintesi proteica del virus e quindi con la capacità dei virus di replicarsi.
Quindi essi non svolgono
Q
g
un’azione distruttiva diretta nei confronti del virus ma indiretta in
quanto impediscono a questo di avere a disposizione gli enzimi che gli servono per replicarsi.
Gli interferoni vengono prodotti dalle cellule del’immunità innata (monociti e macrofagi)
e da quelle dell’immunità acquisita (linfociti).
Anche la coagulazione del sangue, con l’attivazione delle piastrine, costituisce un segnale che
attiva vari meccanismi dell’immunità innata.
Il sistema del complemento è costituito da una serie di proteine circolanti nel sangue, ad
attività
tti ità enzimatica.
i ti
Queste
Q
t proteine
t i sii attivano
tti
l’una
l’
dopo
d
l’altra
l’ lt con un meccanismo
i
molto
lt
complesso a cascata in seguito al riconoscimento di particolari zuccheri caratteristici della
parete batterica oppure in seguito al riconoscimento di complessi tra anticorpi e batteri (vedi
più avanti). Il legame di una delle proteine del complemento al batterio (opsonizzazione)
rende quest’ultimo riconoscibile dalle cellule specializzate nella fagocitosi (monociti e
macrofagi). Inoltre, il meccanismo di attivazione del complemento porta alla formazione di
fattori in grado di richiamare nel luogo dell’infezione i granulociti neutrofili ed i monociti.
I fi
Infine,
le
l proteine
t i del
d l complemento
l
t sono in
i grado
d di creare dei
d i verii e proprii buchi
b hi sulla
ll
superficie dei microbi portandoli a morte per lisi osmotica.
2
Nonostante l’efficacia degli involucri, le invasioni dei microbi sono un
evento frequente. I microbi o le particelle estranee penetrando all’interno
dell’organismo possono recare danno in diversi modi. Per difendersi
l’organismo ha evoluto dei meccanismi di difesa che vengono attivati
immediatamente, appena viene percepita l’invasione (meccanismi
dell’immunità innata). Solo quando questi meccanismi non sono efficaci
ad eliminare l’invasione entrano in gioco i meccanismi dell’immunità
acquisita.
Ma perché dobbiamo difenderci? In che modo i microbi creano danno?
Oltre a competere per le risorse energetiche dell’organismo che
invadono, i microbi creano danno perché producono tossine di varia
natura che danneggiano le cellule ed i tessuti. I virus, invece, penetrando
all’interno delle cellule, si replicano e fuoriescono dalla cellula
distruggendola. Alcuni di essi utilizzano la membrana plasmatica della
cellula come struttura di rivestimento del loro capside (struttura
glicoproteica in cui è contenuto l’acido nucleico del virus).
In altri casi il danno è dovuto all’attivazione di una risposta
immunitaria esagerata che non si spegne e che quindi provoca uno
stato di infiammazione cronica, con danni da immunocomplessi
(vedi più avanti) e, in alcuni casi, attivando la distruzione autoimmune
delle cellule dell’organismo invaso.
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Quando i microbi riescono a superare le barriere della cute e delle
mucose, entrano in azione i meccanismi di difesa del sistema immunitario.
Esistono due diverse strategie di difesa che operano in tempi e con
meccanismi propri: l’immunità innata o naturale e l’immunità
adattiva o acquisita. I meccanismi dell’immunità innata, intervenendo
subito rappresentano la prima linea di difesa, mentre i meccanismi
dell’immunità
dell
immunità adattativa intervengono solo più tardivamente.
tardivamente I
meccanismi dell’immunità innata ed acquisita si complementano,
cooperano e si regolano in maniera reciproca.
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L’immunità innata è caratterizzata da meccanismi di difesa presenti
negli individui fin dalla nascita e che si attivano rapidamente. Questi
meccanismi vengono attivati quando viene riconosciuta una molecola
tipica del mondo microbico. Le molecole riconosciute dalle cellule
dell’immunità innata sono utilizzate da vari microbi diversi ma assenti
nell’organismo umano.
Una volta percepita la presenza di queste molecole, le risposte
immunitarie innate entrano in atto nel giro di qualche ora o di un giorno.
Queste caratteristiche rendono la reattività innata efficace verso le
infezioni continue da parte di basse concentrazioni di microbi differenti,
come capita quotidianamente respirando, bevendo, lavandosi i denti…
Le risposte dell’immunità innata hanno la caratteristica di non lasciare una
memoria immunitaria, cioè vengono attivate tutte le volte come se
fosse la prima volta.
L’immunità
à innata è basata sull’azione antimicrobica di molecole presenti
in tutti i nostri liquidi organici (sangue, latte, lacrime, saliva…) e
sull’azione dei vari tipi di cellule presenti nei tessuti o circolanti nel
sangue.
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Il lisozima protegge dalle infezioni batteriche distruggendone la parete cellulare.
E stato scoperto da Fleming nel 1922 per caso.
E’
caso Si racconta che Fleming avesse un forte
raffreddore che durava da parecchi giorni: decise allora di prelevare un campione delle
proprie secrezioni nasali e di incubarlo su piastre per la coltura batterica, per valutare
l'eventuale crescita di colonie batteriche. Il giorno seguente, mentre stava analizzando le
colonie dei batteri cresciuti, una sua lacrima cadde inavvertitamente sulla piastra di coltura. Il
giorno dopo, si accorse che i batteri erano cresciuti ovunque, tranne che dove il giorno
precedente era caduta la lacrima. Pensò allora che nella lacrima potesse esserci una sostanza
ad azione antibiotica naturale
naturale, responsabile della morte dei batteri o dell'inibizione
dell inibizione della loro
crescita: in effetti verificò in seguito che si trattava di un enzima capace di distruggere le
cellule batteriche e lo battezzò, lisozima, a causa della sua caratteristica capacità di lisare
(uccidere) i batteri.
L’azione litica svolta dal lisozima dipende dalla capacità di questo enzima di scindere il
legame glucosidico beta 1-4 che si forma tra gli zuccheri che costituiscono la parete
batterica. Il lisozima rompe queste catene di zuccheri, distruggendo l'integrità strutturale
della parete cellulare e quindi i batteri esplodono per la loro stessa pressione interna.
Il lisozima si torva in elevate concentrazioni nelle lacrime, nella saliva e nelle secrezioni
nasali dove svolge una efficace azione antibatterica in queste zone molto esposte alle
infezioni. Il lisozima è anche prodotto dai granulociti e dai monociti all’interno dei granuli
citoplasmatici o all’interno dei lisosomi. Quello che si trova nei granuli viene rilasciato e
contribuisce all’eliminazione dei batteri non ancora internalizzati dalle cellule; quello
all’interno dei lisosomi, invece contribuisce alla “digestione”
g
delle molecole fagocitate.
g
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