Materiale destinato solamente a Clienti Professionali. È vietata la sua diffusione con qualsiasi mezzo presso il pubblico. E’ cambiato il vento sui mercati? 4 Giugno 2013 Per maggiori informazioni sul programma Market Insights, visitare il sito www.jpmam.it/ITA/MarketInsights Introduzione Nelle ultime settimane si è assistito a un ritorno di volatilità sui mercati. L’indice VIX è risalito dai minimi, i mercati azionari hanno corretto e i tassi di interesse di alcuni mercati core, Stati Uniti e Germania, sono risaliti dai minimi storici. Di seguito riportiamo un’analisi di cosa è cambiato nel sentiment degli investitori e quali sono le preoccupazioni che alimentano questa fase di cautela. E’ solo una correzione o qualcosa di più serio? • Alcuni commenti del Governatore della Banca Centrale statunitese (Fed) hanno alimentato il timore che la Fed possa rallentare l’allentamento Quantitativo (QE) prima del previsto. Alcuni dati economici di rafforzamento dell’economia del paese hanno accreditato questa idea. Lo stimolo monetario non resterà per sempre, ma forse non ci sono ancora elementi sufficienti per ipotizzare un rientro a breve. Maria Paola Toschi Global Market Strategist J.P. Morgan Funds • La borsa giapponese ha realizzato una performance impressionante. L’indice Nikkei, da metà Novembre scorso al massimo del 22 Maggio è salito di oltre l’80% (in valuta locale). La correzione successiva è stata altrettanto violenta. A oggi l’indice ha perso il 15%, scendendo del 7% in una sola seduta. Ad alimentare il rally è stata la politica di stimoli monetari della Banca del Giappone (BOJ) che ha svalutato lo Yen con l’obiettivo di rilanciare la crescita e alimentare l’inflazione. Tuttavia a maggio qualcosa non ha funzionato. I tassi sulle obbligazioni giapponesi, hanno cominciato a salire, anzichè scendere, penalizzando quei settori del mercato azionario più esposti al rialzo dei tassi, come banche e assicurazioni. La BOJ ha appena iniziato lo stimolo monetario. Lo yen potrà ancora indebolirsi, ma la banca centrale dovrà gestire meglio la volatilità sui mercati obbligazionari per rendere il programma di QE più efficace e credibile. • Il mondo emergente continua a fornire segnali ciclici contrastanti. La settimana scorsa la Cina ha rilasciato un dato dell’indice PMI inferiore a 50, la soglia che divide espansione da rallentamento. Il Brasile ha annunciato un dato di crescita del PIL del primo trimestre inferiore alle attese. Gli investitori sono ancora incerti sul futuro dei paesi emergenti, ma i trend strutturali restano molto forti. Potrebbe essere un momento favorevole per accumulare posizioni sugli indici emergenti in attesa di una ripresa di attenzione su queste aree. • In positivo l’Europa sta facendo progressi nel percorso di de-leveraging e stabilizzazione. La Commissione Europea ha esteso le scadenze sulla riduzione dei deficit a Spagna, Francia e Olanda e ha tolto l’Italia dalla procedura di deficit eccessivo. Il processo di rilancio dell’Unione Monetaria prosegue e resta l’attenzione per la graduale ripresa di questi mercati. Materiale destinato solamente a Clienti Professionali. È vietata la sua diffusione con qualsiasi mezzo presso il pubblico. E’ cambiato il vento sui mercati? 4 Giugno 2013 Gli stimoli monetari della Fed restano ampi Il Giappone è all’inizio del percorso di allentamento A Dicembre 2012, nel documento ufficiale del FOMC (Federal Open Market Committee) si leggeva che la Fed era pronta a tenere i tassi eccezionalmente bassi fino a quando il tasso di disoccupazione fosse ritornato al 6,5% (ora è al 7,5%) e il tasso di inflazione almeno lo 0,5% al di sopra del livello di lungo termine auspicato dalla Fed stessa, ovvero il 2%. Con questa dichiarazione la Fed ha legato lo stimolo monetario all’evoluzione dell’economia senza tuttavia fornire elementi sul timing e sulle modalità della exit strategy. Gli ultimi dati economici positivi, inclusa la crescita degli occupati ad un trend di oltre 200.000 nuovi addetti al mese, ha alimentato l’idea che ci siano le condizioni per la Fed per rallentare gli acquisti di titoli che al momento ammontano a 85 miliardi al mese. L’attesa di un rallentamento del QE prima del previsto, ha prodotto una correzione dei mercati obbligazionari. Il tasso d’interesse sui Treasury a 10 anni ha compiuto un forte balzo portandosi al di sopra del 2,0%. L’annuncio della nuova era di politica economica e monetaria dei due leader Abe e Kuroda ha avuto un impatto memorabile sullo yen che si è svalutato del 20% verso il dollaro in 6 mesi. Ciò ha indotto un rally davvero impressionante dell’indice Nikkei che è salito dell’80% fino al massimo del 22 Maggio. L’obiettivo della BOJ era proprio alimentare la ripresa tramite la svalutazione valutaria e sostenere le esportazioni. Ma anche spingere consumi e investimenti e fare uscire il paese dal lungo periodo di deflazione. Tutto ciò ha funzionato fino a metà maggio. Da quella data i tassi dei governativi giapponesi hanno cominciato a salire anzichè a scendere. Ciò ha determinato una fase di volatilità sui mercati obbligazionari e una forte correzione sul mercato azionario soprattutto di quei settori, come banche e assicurazioni, che sono penalizzati dai rialzi dei tassi. Al momento il tasso di disoccupazione e quello d’inflazione sono ancora lontani dai target indicati dalla Fed. Non ci sono quindi elementi convincenti a supporto dell’idea che la Fed possa cambiare a breve l’ammontare di acquisti che sta effettuando sui mercati. Ma il QE non sarà per sempre. Nel prossimo futuro è possibile che i dati di miglioramento dell’economia statunitense possano essere accompagnati da un rialzo dei tassi, proprio perchè gli investitori sono molto nervosi su come e quando lo stimolo monetario verrà gradualmente ritirato. L’effetto sui mercati obbligazionari statunitensi del rientro di QE sarà negativo, ma quale potrà essere l’effetto sui mercati azionari? E’ vero che questi ultimi sono stati sostenuti dalla liquidità. Ma è anche vero che quando lo stimolo monetario della Fed sarà ritirato, l’economia sarà più forte e la crescita degli utili delle società potrà riprendere. I mercati azionari potrebbero quindi trovare nuova linfa per crescere, grazie a un ciclo economico e degli utili societari più solidi. Perchè i tassi salgono nonostante gli acquisti della BOJ? Perchè sono influenzati da altri fattori e soprattutto da aspettative di rafforzamento della crescita e di rialzo dell’inflazione, ovvero proprio dagli obiettivi che si è posta la BOJ. In questo contesto la BOJ deve mettere a punto in maniera più efficace il programma di acquisti in modo da ridurre la volatilità e controllare meglio i tassi. Ciò renderà il progetto di “Abenomics” più credibile. Infatti il QE, ovvero il programma di acquisti della BOJ sui titoli, è appena iniziato e c’è quindi ampio spazio perchè la strategia di stimolo monetario si rimetta in carreggiata. Lo yen ha ancora spazio per svalutarsi e la borsa potrebbe ripartire. Le azioni giapponesi sono poco presenti sia nei portafogli globali che in quelle delle famiglie giapponesi e potrebbe esserci ampio spazio per aumentare l’esposizione. Il rialzo dei tassi ha molteplici ripercussioni trasversali su altre asset class. Infatti il rialzo dei tassi sui Treasury potrebbe ridurre l’interesse per alcune classi di attivo i cui valori sono stati sostenuti dalla ricerca di rendimento, magari con operazioni di carry sul dollaro. In ques’ottica il rialzo dei tassi dei Treasury è stato accompagnato da un ampliamento degli spread delle obbligazioni del debito dei Mercati Emergenti. Gli spread potrebbero continuare ad ampliarsi mano a mano che i tassi statunitesi tenderanno a normalizzarsi e si ridurrà la forte propensione alla ricerca di fonti alternative di reddito. Nonostante ciò, i tassi delle obbligazioni core, visti in una prospettiva di lungo termine, e nonostante i rialzi dell’ultima settimana, restano ancora estremamente bassi (vedi grafico a lato). 2 Nota: frequenza settimanale. Fonte: Tullett Prebon, J.P. Morgan Asset Management. Dati al 30 Maggio 2013. Materiale destinato solamente a Clienti Professionali. È vietata la sua diffusione con qualsiasi mezzo presso il pubblico. E’ cambiato il vento sui mercati? 4 Giugno 2013 I dati economici di alcuni paesi emergenti stanno deludendo Nell’ultimo periodo i dati economici di alcuni paesi emergenti sono stati ancora deludenti. In Cina la produzione industriale e le vendite al dettaglio hanno deluso. Ma soprattutto l’indice Flash PMI del settore manifatturiero è sceso sotto al valore di 50, che divide l’area che contraddistingue espansione da rallentamento. Questo dato ha ancora alimentato incertezza sul sentiero di sviluppo del più importante paese emergente. Più di recente anche il Brasile ha annunciato il dato di crescita del PIL del primo trimestre inferiore alle attese di mercato mostrando che il paese, nonostante gli sforzi della Banca Centrale di tagliare i tassi e indebolire la valuta, è ancora vulnerabile. I Mercati Emergenti stanno soffrendo non solo di un più fragile ciclo economico globale, ma anche di cambiamenti interni. Per la Cina ciò è evidente. Infatti, dopo la transizione politica, il paese sta ancora impostando nuovi modelli di crescita e sviluppo, più graduali e meno esposti a rischi di surriscaldamento. Inoltre alcuni emergenti sono penalizzati dai trend moderati dei mercati delle materie prime a cui sono fortemente legate le loro sorti. Pensiamo tuttavia che le dinamiche domestiche di molti paesi emergenti siamo ancora estremamente forti e di lunga durata. L’attuale fase di disaffezione verso i mercati emergenti potrebbe rappresentare un momento favorevole per impostare una fase di accumulazione puntando su una futura ripresa di attenzione da parte degli investitori. Positiva evoluzione in Europa In positivo l’Europa sta facendo progressi nel percorso di de-leveraging e rilancio. Non si può ancora parlare di crescita economica, le banche non stanno ancora allentando i cordoni del credito. Tuttavia ci sono segnali più rassicuranti che sembrano sostenere la tesi che il peggio sia alle spalle. La Commissione Europea ha esteso le scadenze sulla riduzione dei deficit a Spagna, Francia e Olanda e ha tolto l’Italia dalla procedura di deficit eccessivo. Ciò alimenta l’idea che il processo di stabilizzazione possa proseguire. La BCE potrebbe decidere qualche nuovo intervento come un nuovo taglio dei tassi, anche se questa azione avrebbe un effetto limitato. Inoltre potrebbe annunciare tassi negativi sui depositivi di liquidità e magari potrebbe avere allo studio qualche intervento mirato a stimolare il rilancio del credito alle piccole e medie imprese. 3 Infine, la BCE non dovrà gestire exit strategy così difficili come la Fed, e questo a tempo debito potrebbe rivelarsi un vantaggio. Conclusioni e implicazioni di investimento • Negli Stati Uniti la disoccupazione e l’inflazione sono ancora lontane dai target della Fed e quindi a breve non sembrano esserci ancora le condizioni per un ritiro anche se graduale di QE. Tuttavia lo stimolo monetario non sarà per sempre. Miglioramenti economici potranno essere accompagnati da volatilità sui mercati obbligazionari e rialzi dei tassi che penalizzeranno i Treasury. • Le azioni statunitesi potrebbero soffrire meno a causa del rialzo dei tassi, perchè questo avverrà quando il ciclo economico del paese sarà più solido e credibile e potrà sostenere una ripresa di crescita degli utili. • Alcune asset class potrebbero soffrire indirettamente del rialzo dei tassi statunitensi. Tra queste, le obbligazioni dei paesi emergenti. Infatti potrebbe esserci meno interesse a effettuare operazioni di carry trade per indebitarsi nelle valute dei paesi a bassi tassi per investire nei paesi ad alti tassi. • In Giappone la BOJ ha appena iniziato il QE e quindi lo yen potrà ancora indebolirsi e la borsa potrà ancora salire. Tuttavia, la BOJ deve gestire in maniera più efficace le aspettative di rialzo della crescita, dell’inflazione e il rialzo dei tassi. In Giappone la ripresa economica è più incerta, rispetto al caso Stati Uniti, per questo il mercato azionario potrà rivelarsi più volatile anche a causa del recente rialzo troppo repentino. In positivo possiamo dire che i mercati azionari giapponesi sono stati a lungo totalmente assente dai portafogli globali e sono poco presenti nei portafogli delle famiglie giapponesi. Si stima che le azioni siano solo il 7% in media delle attività delle famiglie locali (rispetto a circa il 33% delle famiglie statunitesi). Ciò sostiene la tesi che ci sia ampio spazio per aumentarne la quota. • Il graduale processo di stabilizzazione in Europa potrà ancora alimentare una ripresa di interesse verso i mercati azionari europei che mostrano ancora delle valutazioni relativamente interessanti. E’ cambiato il vento sui mercati? 4 Giugno 2013 Materiale destinato solamente a Clienti Professionali. È vietata la sua diffusione con qualsiasi mezzo presso il pubblico. Il presente materiale é fornito a soli scopi informativi e pertanto le opinioni ivi contenute non sono da intendersi quali consigli o raccomandazioni ad acquistare o vendere investimenti o interessi ad essi collegati. Fare affidamento sulle informazioni nel presente materiale è ad esclusiva discrezione del lettore. Qualsiasi ricerca in questo documento è stata ottenuta e può essere stata considerata da J.P. Morgan Asset Management a suoi propri fini. I risultati di tale ricerca sono resi disponibili a titolo di informazione aggiuntiva e non riflettono necessariamente le opinioni di J.P. Morgan Asset Management. Stime, numeri, opinioni , dichiarazioni dell’andamento dei mercati finanziari o strategie e tecniche d’investimento eventualmente espresse rappresentano, se non altrimenti specificato, il giudizio di J.P. Morgan Asset Management, alla data del presente documento. Esse sono ritenute attendibili al momento della stesura del documento, potrebbero non essere esaustive e non se ne garantisce la accuratezza. Esse inoltre possono variare senza preavviso o comunicazione alcuna. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. Il valore degli investimenti e i proventi da essi derivanti possono variare secondo le condizioni di mercato. Non vi è alcuna garanzia che le previsioni si avverino. J.P.Morgan Asset Management è il nome commerciale della divisione di gestione del risparmio di JPMorgan Chase & Co. e delle sue affiliate nel mondo. Si rende noto che le linee telefoniche di J.P. Morgan Asset Management potrebbero essere registrate nonché monitorate a fini legali e di sicurezza. Si rende altresì noto che informazioni e dati personali sono raccolti, archiviati e processati da J.P. Morgan Asset Management secondo la EMEA Privacy Policy disponibile al sito http://www.jpmorgan.com/pages/privacy. Il presente materiale é emesso in Italia da JPMorgan Asset Management (Europe) Société à responsabilité limitée, Filiale di Milano, Via Catena 4, I-20121 Milano, Italia. 4