Regione Piemonte - Assessorato alla Sanità
L’INFLUENZA:
CONOSCERLA
PER COMBATTERLA E
PREVENIRLA
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INDICE DEGLI ARGOMENTI
LA SINDROME INFLUENZALE
Che cosa è l’influenza?
Chi si ammala di influenza?
Quali sono i sintomi?
Cosa bisogna fare quando si ha l’influenza?
Quando è necessario chiamare il medico?
Chi è più a rischio di complicazioni?
EPIDEMIOLOGIA DELLA SIDROME INFLUENZALE
La sindrome influenzale.
Le pandemie influenzali.
Modalità di trasmissione.
Incidenza.
PREVENZIONE E PRECAUZIONI
Cosa bisogna fare per evitare di ammalarsi di influenza?
Come si fa a prevenire l’influenza?
Quando vaccinarsi?
Come si fa a ridurre il rischio di malattie respiratorie?
Come proteggersi dalle malattie respiratorie?
Come evitare di diffondere il virus?
Quando possono rientrare a scuola i bambini dopo
avere avuto l’influenza?
LE PREVISIONI PER QUEST’ANNO (2004-2005)
Che cos’è un’epidemia e cosa una pandemia?
Ci dobbiamo aspettare una pandemia o una grande epidemia quest’anno?
E’ vero che i bambini devono essere vaccinati contro l’influenza?
E’ vero che la vaccinazione anti influenzale protegge contro la SARS?
A PROPOSITO DI INFLUENZAAVIARIA
Che cos’è l’influenza aviaria?
Come si infetta l’uomo?
Ci sono stati altri casi di influenza aviaria, oltre a quelli segnalati in
estremo oriente in questo periodo?
Esiste un rischio potenziale di pandemia influenzale?
Esistono restrizioni per i viaggi e precauzioni da adottare per evitare
l’infezione?
E’ disponibile un vaccino efficace contro il virus dell’influenza aviaria
H5N1?
E’ utile la vaccinazione antinfluenzale?
Sono disponibili farmaci per il trattamento dell’influenza aviaria?
Le carni di pollame commercializzate in Italia sono sicure?
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L’influenza: conoscerla per
combatterla e prevenirla
Come tutti gli anni, con l’arrivo dell’autunno, torna a
trovarci una fastidiosa vecchia conoscenza: l’influenza. Secondo le prime stime degli esperti l’epidemia potrebbe avere una maggiore diffusione rispetto all’anno
scorso ed interessare circa 5 milioni di italiani.
I ceppi virali responsabili di “Panama”, così è stata
battezzata l’influenza del 2004-2005, arrivano da Mosca, dalla Nuova Caledonia e da Hong Kong; solo quest’ultimo è “nuovo”, mentre gli altri due ceppi sono già
da tempo conosciuti.
L’andamento e la gravità dell’epidemia influenzale dipenderà da quale di questi tre virus avrà la meglio sugli altri due. Sebbene siano più preoccupanti le
complicanze che la malattia in sè, la Sanità Pubblica
regionale ha affinato programmi di prevenzione ed intervento che si basano sulla vaccinazione dei soggetti
a rischio e sul corretto uso dei farmaci.
Le vaccinazioni sono iniziate a metà ottobre ma, considerato il clima particolarmente mite del primo periodo
autunnale, potranno proseguire anche fino ai primi
giorni di dicembre.
Per ridurre le conseguenze legate all’aggressione del
virus possono essere utili anche alcune precauzioni igieniche in grado di contrastare la diffusione dell’infezione e la gravità dei sintomi nelle persone colpite. Il tutto, anche per limitare ai casi di effettiva necessità il
ricorso alle strutture sanitarie, con minori disagi anche
per i pazienti.
La Regione Piemonte mette a disposizione questo opuscolo ricco di informazioni e buoni consigli ricordando
che il vaccino è gratuito, presso le Asl, per le categorie
per le quali è raccomandata la prevenzione.
Valter Galante
Assessore alla Sanità
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LA SINDROME INFLUENZALE
CHE COS’E’ L’INFLUENZA?
La sindrome influenzale è un’infezione delle vie respiratorie,
soprattutto del naso, della gola e dei polmoni.
E’ causata da più di duecento ceppi e specie virali che determinano sintomi tipici, ma aspecifici per il singolo agente. Questi virus cambiano continuamente: così ogni anno il ceppo virale predominante in circolazione è diverso da quello degli anni
precedenti.
Ci sono 3 tipi di virus influenzali: A, B e C. La maggior parte delle
epidemie di influenza è causata dai virus di tipo A.
Spesso le persone che pensano di avere l’influenza hanno solo un
brutto raffreddore. La cosiddetta “influenza intestinale” è un’infezione gastrointestinale causata da virus diversi da quelli dell’influenza e, in alcuni casi, è una scorciatoia diagnostica per tossinfezioni
alimentari di origine incerta.
I virus influenzali si diffondono facilmente da una persona all’altra.
CHI SI AMMALA DI INFLUENZA?
Tutti possono ammalarsi di influenza. I tassi più elevati di malattia si hanno di solito nei bambini in età scolare.
II numero di ammalati ogni anno dipende in gran parte dalla quantità di soggetti che sono suscettibili al virus circolante. II numero
di suscettibili dipende, a sua volta, dal numero di persone che si
sono infettate negli anni precedenti con virus simili a quello circolante, derivandone uno stato di immunità.
I virus influenzali cambiano continuamente. Quando il cambiamento è molto rilevante i soggetti immuni sono pochissimi e il
virus si diffonde liberamente provocando grandi epidemie influenzali. Fortunatamente questa eventualità si verifica molto raramente, nel corso delle cosiddette “pandemie”, quando la malattia può interessare simultaneamente milioni di persone nel
mondo.
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QUALI SONO I SINTOMI?
Possono variare da persona a persona, ma solitamente negli adulti e negli anziani consistono in:
febbre (temperatura superiore a 38,5°C);
almeno un sintomo respiratorio:
tosse;
naso che cola;
gola arrossata;
respirazione difficoltosa;
sintomi generali:
brividi
dolori muscolari (persino intorno agli occhi)
mal di testa
debolezza
Nei bambini la malattia è di solito caratterizzata dalla febbre associata a segni e sintomi respiratori.
COSA BISOGNA FARE
QUANDO SI HA L’INFLUENZA?
La maggior parte delle persone ammalate non richiede un vero
e proprio trattamento. Essendo una malattia virale gli antibiotici
non servono (a meno che il medico non li ritenga necessari per
curare complicazioni batteriche) e la terapia consiste nel limitare i sintomi.
Bisogna stare a casa a riposo (questo riduce anche la diffusione della malattia).
Bisogna bere molti liquidi per evitare la disidratazione (dovuta alla febbre).
Per il controllo della febbre e per il sollievo della
sintomatologia dolorosa è indicato l’uso di antipiretici e anti
infiammatori non steroidei. Il paracetamolo e l’ibuprofene
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sono raccomandati per la loro relativa sicurezza ed efficacia
nei bambini.
Non dare aspirina ai bambini per evitare il rischio di una
rara e grave complicazione neurologica chiamata sindrome di
Reye.
Alimentarsi in modo equilibrato e corretto (privilegiando
cibi facilmente digeribili, abbondando in frutta e verdura).
Non fumare.
QUANDO E’ NECESSARIO CHIAMARE IL MEDICO?
Quando ci si sente improvvisamente peggio;
quando si ha la febbre oltre 39°C per più di 2 giorni;
quando il respiro diventa affannoso;
quando si hanno forti dolori alla testa, alle orecchie, al
viso o ai denti;
quando si ha una tosse persistente produttiva (con catarro);
quando c’è un grave mal di gola;
se si sta male per più di 10 giorni;
CHI E’ PIU’ A RISCHIO DI COMPLICAZIONI?
Gli anziani hanno un rischio maggiore di conseguenze gravi
come la polmonite, perché spesso hanno altre patologie, che
riducono la resistenza all’infezione. Inoltre, negli anziani, la
risposta immunitaria può essere meno efficace.
I gruppi ad alto rischio includono gli individui affetti da malattie cardiache, respiratorie o immunitarie, che li rendono
più vulnerabili all’influenza e più facilmente aggredibili da altre malattie respiratorie.
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EPIDEMIOLOGIA DELLA
SINDROME INFLUENZALE
LA SINDROME INFLUENZALE
L’influenza è una malattia respiratoria acuta dovuta alla infezione
da virus influenzali. È una malattia stagionale che, nell’emisfero
settentrionale, si verifica durante il periodo invernale. Il primo isolamento di virus influenzale nell’uomo risale al 1933 in Inghilterra
(ma in precedenza erano stati isolati virus influenzali da polli e da
suini). Da allora, ne sono stati identificati tre tipi differenti, costituenti il genere Orthomixovirus: il virus tipo A e il virus tipo B,
responsabili della sintomatologia influenzale classica, e il tipo C,
di scarsa rilevanza clinica (generalmente asintomatico).
Alla base della epidemiologia dell’influenza, vi è la marcata
tendenza di tutti i virus influenzali a variare, cioè ad acquisire
cambiamenti nelle proteine di superficie che permettono loro
di aggirare la barriera immunitaria della popolazione che in passato ha subito l’infezione influenzale. Questo significa che le
difese messe a punto dall’organismo contro il virus dell’influenza
dell’anno precedente non sono più efficaci per il virus dell’anno successivo.
Per questi motivi, la composizione del vaccino deve essere aggiornata tutti gli anni e la sorveglianza è fondamentale per preparare il vaccino per la stagione successiva, in base ai ceppi che
hanno avuto maggiore diffusione nell’ultimo periodo epidemico.
LE PANDEMIE INFLUENZALI
Le pandemie si verificano ad intervalli di tempo imprevedibili e
in questo secolo sono avvenute nel 1918 (Spagnola, sottotipo
H1N1), nel 1957 (Asiatica, sottotipo H2N2) e nel 1968 (Hong
Kong, sottotipo H3N2). La più severa, nel 1918, ha provocato
almeno 20 milioni di morti.
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È comunque importante sottolineare che la comparsa di un ceppo
con proteine di superficie radicalmente nuove, quindi di un virus
influenzale completamente diverso da quelli precedenti, non è di
per sé sufficiente per dire che si è verificata una pandemia. Occorre anche che il nuovo virus sia capace di trasmettersi da uomo
a uomo in modo efficace.
MODALITA’ DI TRASMISSIONE
Il virus influenzale, generalmente acquisito attraverso il contatto
con altre persone infette, si trova sia nella saliva sia nel muco
delle vie respiratorie e può penetrare nell’organismo attraverso
le mucose (bocca, occhi e naso).
Il virus può essere trasmesso per via aerea dal momento del
contagio fino ai tre-quattro giorni successivi ai primi sintomi.
Questi si manifestano a distanza di uno-quattro giorni dall’infezione; quindi il virus può essere trasmesso anche da persone
apparentemente sane.
Si diffonde molto facilmente negli ambienti affollati.
INCIDENZA
La frequenza con cui insorgono casi di influenza, pur essendo
assai diversa da epidemia a epidemia, si aggira per lo più intorno al 10 - 20% della popolazione generale.
Il sistema di sorveglianza epidemiologica e virologica ha stimato, lo scorso anno, un’incidenza nella popolazione generale pari
al 3%, mentre nella fascia di età tra 0 e 14 anni, che è quella più
colpita, l’incidenza è stata circa del 11%. Tali valori rappresentano il livello più basso di incidenza degli ultimi cinque anni.
Durante le pandemie l’incidenza può raggiungere anche il 50%
della popolazione generale.
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PREVENZIONE E PRECAUZIONI
COSA BISOGNA FARE
PER EVITARE DI AMMALARSI DI INFLUENZA?
In generale:
dormire a sufficienza;
mangiare in modo sano e regolare (dieta equilibrata abbondando in frutta e verdura);
fare esercizio fisico regolare;
chiedere al proprio medico informazioni sulla opportunità della vaccinazione.
Durante la stagione influenzale:
evitare il contatto con chi ha l’influenza;
lavarsi le mani molto spesso e non toccarsi la bocca, il
naso e gli occhi;
non condividere con altre persone oggetti personali,
come asciugamani e posate.
COME SI FA A PREVENIRE L’INFLUENZA?
Vaccinarsi è il modo migliore di prevenire e combattere l’influenza. Il Ministero della Salute raccomanda la vaccinazione a:
1 tutte le persone di età pari o superiore a 65 anni;
2 i soggetti in età infantile o adulta affetti da: malattie croniche
di tipo respiratorio o polmonare (asma compresa), malattie
metaboliche croniche, diabete mellito, disfunzioni renali,
immunodepressione dovuta o meno ai farmaci, patologie del
sangue, sindrome da cattivo assorbimento intestinale, fibrosi
cistica, malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi, quando sono previsti interventi
chirurgici di una certa complessità;
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3 i soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo;
4 il personale di assistenza o i contatti familiari di soggetti ad
alto rischio;
5 i bambini reumatici sottoposti a prolungata somministrazione
di acido acetilsalicilico e a rischio di sindrome di Reye in
caso di infezione influenzale;
6 personale che, per motivi professionali, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali, cioè gli addetti agli impianti avicoli di allevamento e
macellazione. La vaccinazione non protegge contro l’influenza
aviaria ma serve ad evitare che, in caso di infezione contemporanea con virus umano e aviario, si formino nuovi pericolosi ceppi virali.
II vaccino antinfluenzale ha un’ottima efficacia nei confronti di virus influenzali
antigenicamente simili a quelli utilizzati nella sua
preparazione. Non può invece avere effetto
su virus di altro tipo e, di conseguenza, ha
bassa efficacia pratica, qualora la sindrome
influenzale in corso sia causata prevalentemente da virus non influenzali o da virus influenzali
totalmente diversi.
Pur con questi limiti, la vaccinazione rimane il cardine della
prevenzione dell’influenza nella popolazione anziana, dove si
associa a una riduzione di eventi maggiori, comprese
l’ospedalizzazione e la mortalità.
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QUANDO VACCINARSI?
Il periodo ottimale per l’avvio delle campagne di vaccinazione
antinfluenzale è, per la nostra situazione climatica, a partire dalla
metà di ottobre fino alla fine di novembre. Un anticipo della
somministrazione del vaccino antinfluenzale potrebbe, soprattutto nelle persone anziane che presentano risposte immunitarie meno
valide, avere come conseguenza un calo della protezione proprio
in corrispondenza del picco epidemico stagionale.
COME SI FA A RIDURRE
IL RISCHIO DI MALATTIE RESPIRATORIE?
Al momento non ci sono prove di efficacia su interventi che possono proteggere specificamente dall’influenza.
Ci sono tuttavia alcune precauzioni generali (per proteggersi o per
diminuire la possibilità di diffusione) che vanno bene anche per le
altre affezioni respiratorie, compreso il normale raffreddore. La
base di queste precauzioni è il controllo dell’infezione per impedire che il virus si trasmetta da una persona all’altra.
COME PROTEGGERSI
DALLE MALATTIE RESPIRATORIE?
Bisogna evitare il contatto diretto con le persone colpite da
una malattia respiratoria, in particolare nel periodo di
contagiosità;
lavarsi le mani in modo approfondito (con acqua e sapone
oppure con alcool), soprattutto dopo essere entrati in contatto con oggetti che sono stati toccati da una persona con una
malattia respiratoria (specialmente fazzoletti e fazzolettini di
carta);
evitare di toccarsi viso prima di essersi lavati bene le mani;
se ci si prende cura di una persona con una malattia respiratoria, bisogna stare attenti il più possibile ad evitare il contatto
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con la bocca e le mani. Attenzione quindi agli oggetti che toccano la bocca e il naso, come i fazzoletti e i bicchieri;
per aiutare qualcuno a soffiarsi il naso o a pulirsi il viso occorre indossare i guanti (e poi buttarli stando attenti a non toccarne la superficie esterna togliendoli) oppure occorre lavarsi
le mani subito dopo e scrupolosamente.
COME EVITARE DI DIFFONDERE IL VIRUS?
Chi ha una infezione respiratoria, può limitare la diffusione del
virus:
coprendosi il naso e la bocca con un fazzoletto quando
starnutisce e tossisce;
lavandosi bene le mani dopo aver usato il fazzoletto (di
stoffa o di carta);
buttando i fazzoletti di carta usati nella pattumiera subito
dopo averli utilizzati (e non lasciandoli in giro);
lavandosi le mani prima di mangiare o di bere e dopo essere andato in bagno;
rimanendo a casa a riposo quando la malattia è ancora
attiva (con febbre e altri sintomi evidenti);
evitando comunque di frequentare alcuni luoghi (come gli
ospedali, le scuole, i luoghi di lavoro) quando si è nella fase
in cui si starnutisce e tossisce molto;
rimanendo lontani dalle persone che soffrono di asma, fibrosi
cistica o altre malattie polmonari, perché per loro il raffreddore e l’influenza possono essere più gravi;
ricordando che, per gli adulti, il periodo di infettività comincia qualche giorno prima della comparsa dei sintomi e perdura sino a quattro giorni dopo la guarigione;
ricordando che per i bambini il periodo di infettività potrebbe essere ancora più lungo.
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L’individuo affetto da influenza può trasmettere il virus già
alcuni giorni prima dell’inizio dei sintomi e sino ad alcuni giorni
dopo.
QUANDO POSSONO RIENTRARE A SCUOLA
I BAMBINI DOPO AVERE AVUTO L’INFLUENZA?
Le linee guida per il controllo delle infezioni non prescrivono
particolari periodi di allontanamento da scuola ma è
raccomandabile (sia per evitare complicazioni sia per ridurre la
diffusione della malattia) che un bambino ritorni a scuola soltanto alcuni giorni dopo la completa guarigione.
LE PREVISIONI PER QUEST’ANNO (2004-2005)
CHE COS’E’ UN’EPIDEMIA
E COSA UNA PANDEMIA?
Si ha un’epidemia quando in una determinata comunità o zona
geografica si ha un numero di casi di malattia in eccesso rispetto a quanto ci si potrebbe aspettare.
Una pandemia è una grande epidemia che avviene in un’area
molto ampia e di solito riguarda una grande parte della popolazione. Nel XX secolo ci sono state pandemie nel 1918 (la
Spagnola), nel 1957 (l’Asiatica), nel 1968 (l’Hong Kong).
Le pandemie sono scatenate dai cambiamenti spontanei e imprevedibili nelle proteine antigeniche di superficie del virus dell’influenza. Queste mutazioni avvengono ad intervalli irregolari
e portano allo sviluppo di nuovi sottotipi di virus influenzali.
Poiché la maggior parte delle persone non ha ancora avuto la
possibilità di rendersi immune, l’infezione può diffondersi con
facilità.
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CI DOBBIAMO ASPETTARE UNA PANDEMIA
O UN’EPIDEMIA QUEST’ANNO?
Non ci sono ragioni per supporre che ci possa essere una pandemia
quest’anno. L’Organizzazione Mondiale della Sanità sorveglia la
situazione mondiale con grande attenzione e non ci si attende una
pandemia.
I ceppi virali presenti nella composizione del vaccino di quest’anno, fanno prevedere un’epidemia con caratteristiche molto simili a
quella dello scorso anno: bassa incidenza ed esordio ritardato.
E’ VERO CHE I BAMBINI DEVONO ESSERE
VACCINATI CONTRO L’INFLUENZA?
Al momento non esistono prove scientifiche che sostengano la
utilità della vaccinazione generalizzata dei bambini sani e nessuna
nazione europea ha finora raccomandato questa pratica.
Gli studi utilizzati per giustificare l’introduzione della vaccinazione
da parte di alcuni paesi extraeuropei (come gli USA), sono oggetto di controversia sia per quanto riguarda la loro qualità sia per
quanto riguarda l’indipendenza dei loro autori dalle ditte produttrici di vaccino.
E’ VERO CHE LA VACCINAZIONE ANTI
INFLUENZALE PROTEGGE CONTRO LA SARS?
Nessuna istituzione, nazionale o internazionale, ha mai raccomandato l’uso della vaccinazione anti influenzale a scopo di prevenzione o controllo della SARS.
In Italia il Ministero della Salute non
ha modificato le proprie raccomandazioni e l’Istituto Superiore di Sanità ha chiaramente affermato l’assoluta inesistenza di prove scientifiche di utilità della vaccinazione
antinfluenzale nei confronti della
SARS.
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A PROPOSITO DI INFLUENZA AVIARIA
CHE COS’È L’INFLUENZA AVIARIA?
E’ un’infezione virale che può interessare gli uccelli selvatici e
domestici come polli e tacchini, provocandone la morte. E’ causata da virus influenzali di tipo A che possono infettare anche
altri animali (quali maiali, cavalli, delfini, balene) e l’uomo.
La maggior parte dei virus influenzali aviari non provoca sintomi o provoca sintomi attenuati negli uccelli selvatici; tuttavia, il tipo di sintomatologia negli uccelli varia in relazione al
ceppo virale e al tipo di volatile. L’infezione da alcuni virus A
(per esempio, alcuni ceppi H5 ed H7) può causare epidemie
estese ed elevata mortalità tra alcune specie di selvatici e di
uccelli domestici, compresi polli e tacchini.
Alcuni uccelli acquatici fungono da serbatoi del virus, ospitandolo
nell’intestino anche senza mostrare una sintomatologia evidente
ed eliminandolo con le feci. Gli uccelli infetti eliminano il virus con
la saliva, con le secrezioni respiratorie e con le feci. Il contatto di
uccelli suscettibili con questi materiali, o con acqua contaminata
da questi, determina la trasmissione dell’infezione. La trasmissione fecale-orale è la modalità di infezione più comune.
COME SI INFETTA L’UOMO?
Normalmente i virus dell’influenza aviaria non infettano gli uomini, tuttavia sono state riportate segnalazioni di infezioni umane e
focolai epidemici fin dal 1997.
I casi di influenza aviaria nell’uomo hanno riguardato soltanto
soggetti che avevano avuto contatti diretti con animali infetti
(allevatori, macellatori, persone che allevavano polli presso le
loro abitazioni, veterinari).
L’influenza aviaria nell’uomo provoca una sintomatologia che va
da una sindrome simil influenzale a infezioni oculari, polmonite,
difficoltà respiratorie ed altre complicanze gravi che possono mettere a rischio la vita.
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CI SONO STATI ALTRI CASI DI INFLUENZA
AVIARIA OLTRE A QUELLI SEGNALATI IN
ESTREMO ORIENTE IN QUESTO PERIODO?
Le segnalazioni confermate di virus dell’influenza aviaria sono:
1997: a Hong Kong, il virus dell’influenza aviaria tipo A(H5N1)
infettò sia polli sia uomini.
1999: a Hong Kong, casi di influenza aviaria tipo A(H9N2) furono confermati in 2 bambini.
2003: due casi di influenza aviaria A(H5N1) si manifestarono tra
i membri di una famiglia di Hong Kong che aveva soggiornato per un breve periodo in Cina.
2003: nei Paesi Bassi, durante un’epidemia di influenza tra il pollame, furono rilevati più di 80 casi umani di influenza da
virus A( H7N7) in allevatori e loro familiari.
2004: 16 casi umani in Thailandia e 27 in Vietnam.
Le indagini condotte fino a questo momento su tutti questi casi
indicano che la trasmissione inter-umana dell’infezione, per quanto sia possibile, non risulta ancora dimostrata.
ESISTE UN RISCHIO POTENZIALE DI PANDEMIA
INFLUENZALE?
Tutti i virus influenzali mutano. E’ possibile che anche un virus dell’influenza aviaria subisca una mutazione tale da acquisire la capacità di infettare gli uomini e diffondersi da persona a persona. Siccome tali virus non infettano comunemente gli uomini, la popolazione non è immune, o lo è debolmente. La circolazione di un
nuovo virus verso cui la popolazione non è immune crea il presupposto per l’inizio di una pandemia influenzale.
ESISTONO RESTRIZIONI PER I VIAGGI E PRECAUZIONI DA ADOTTARE PER EVITARE L’INFEZIONE?
Al momento attuale non vi sono indicazioni per limitare l’effettuazione di viaggi per e da paesi colpiti dall’influenza aviaria. Si consiglia in ogni caso, a titolo precauzionale, di evitare il contatto con
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gli animali (pollame e suini) qualora ci si rechi nei paesi interessati
e le zone rurali e i mercati dove vengono commercializzati animali
vivi. Inoltre, si raccomandano le norme di igiene personale, in particolare il lavaggio frequente delle mani con acqua e sapone.
E’ DISPONIBILE UN VACCINO EFFICACE CONTRO
IL VIRUS DELL’INFLUENZA AVIARIA H5N1?
No. Al momento attuale non sono disponibili vaccini, per uso
umano, contro il ceppo H5N1. L’Organizzazione Mondiale della
Sanità, con i laboratori facenti parte della rete globale di sorveglianza dell’influenza, sta lavorando per produrre un virus prototipo che costituirà la base per l’allestimento di un vaccino specifico.
E’ UTILE LA VACCINAZIONE ANTINFLUENZALE?
La vaccinazione antinfluenzale con il vaccino trivalente in uso nella
corrente campagna vaccinale, pur non conferendo una protezione
specifica verso il ceppo A(H5N1), è utile al fine di evitare la
coinfezione, ovvero la contemporanea infezione da virus influenzali umani e virus aviario e viene quindi praticata negli addetti agli
impianti avicoli di allevamento e di macellazione.
SONO DISPONIBILI FARMACI PER IL TRATTAMENTO DELL’INFLUENZA AVIARIA?
Si. Sono disponibili farmaci antivirali appartenenti a due diverse
classi, ma non tutti sono attualmente commercializzati in Italia.
Inibitori della M2: amantadina e rimantadina sono attivi nei confronti dei virus influenzali appartenenti al tipo A; di tali farmaci,
soltanto la amantadina è commercializzata in Italia. L’analisi iniziale dei virus isolati dai casi mortali di influenza H5N1 in Vietnam
indicano che il ceppo appare resistente agli inibitori della M2; sono
in corso ulteriori analisi per confermare la resistenza alla amantadina.
Inibitori della neuraminidasi: zanamivir ed oseltamivir. Attualmente soltanto lo zanamivir è commercializzato in Italia, mentre
l’oseltamivir dovrebbe esserlo a breve. Zanamivir ed oseltamivir
sono efficaci nei confronti sia dei virus di tipo A sia di quelli del
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tipo B. L’oseltamivir è stato impiegato nell’episodio di influenza
aviaria dei Paesi Bassi della primavera 2003, per prevenire l’infezione in operatori professionalmente esposti. I laboratori appartenenti alla rete globale di sorveglianza dell’influenza stanno lavorando anche per confermare l’efficacia degli inibitori della
neuroaminidasi verso i ceppi H5N1 attualmente circolanti.
LE
. CARNI DI POLLAME
COMMERCIALIZZATE IN ITALIA SONO SICURE?
Si. La salubrità delle carni di volatili prodotte in ambito comunitario o introdotte nell’Unione europea provenienti da Paesi
terzi, viene assicurata da un articolato sistema di verifiche, condotte in Italia da personale veterinario dipendente dal Sistema
Sanitario Nazionale, riassumibili in: controlli documentali e sanitari all’atto dell’introduzione di animali e carni sul territorio
dell’U.E., monitoraggio svolto presso gli allevamenti, attività
di ispezione e vigilanza presso i macelli, i laboratori di
sezionamento e gli esercizi commerciali.
Testi :
Servizio di Epidemiologia ASL 20 - Alessandria
Vittorio Demicheli
Donatella Tiberti
Roberto Raso
Progetto Grafico
Direzione Regionale Sanità Pubblica
Gianfranco Corgiat Loia
Claudio Marocco
Daniela Caracciolo
Stampa
Fratelli Bogliani - Torino
Pag. 20
Promozione Salute Piemonte