Calcolo delle probabilità 30 maggio 2017 This book is the result of a collaborative effort of a community of people like you, who believe that knowledge only grows if shared. We are waiting for you! Get in touch with the rest of the team by visiting http://join.wikitolearn.org You are free to copy, share, remix and reproduce this book, provided that you properly give credit to original authors and you give readers the same freedom you enjoy. Read the full terms at https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/ Indice 1 Concetti Base 1 1.1 Il modello matematico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 1.2 La funzione di probabilità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2 1.2.1 2 La probabilità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2 Calcolo Combinatorio 2.1 6 Principi fondamentali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3 Fonti per testo e immagini; autori; licenze 6 7 3.1 Testo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7 3.2 Immagini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7 3.3 Licenza dell’opera 7 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Capitolo 1. Concetti Base 1/7 Capitolo 1 Concetti Base 1.1 Il modello matematico Il modello matematico Definiamo esperimento aleatorio un’osservazione relativa a un qualsiasi fenomeno il cui esito non sia prevedibile con certezza. Per dare un modello matematico si seguono tre passi: 1. Si identifica un insieme Ω che contiene tutti i possibili esiti dell’esperimento in esame e lo si definisce spazio campionario (in inglese sample space). Per esempio se l’esperimento aleatorio fosse il lancio di un dado a 6 facce potremmo scegliere Ω = {1, 2, 3, 4, 5, 6} , se invece fosse il lancio n volte di una moneta, chiamando T e C i due esiti possibili si avrebbe Ω = {T, C}n . Osserviamo in primo luogo che la scelta di Ω non è univoca poiché esso non deve contenere tutti e soli gli esiti dell’esperimento. 2. Si stabilisce l’evento in esame, cioè si fa un’affermazione riguardante l’esito dell’esperimento aleatorio la quale può essere verificata per alcuni esiti e non verificata per altri. Matematicamente è identificato con un sottoinsieme A di Ω che contiene tutti e soli gli esiti per cui l’evento si verifica. Per esempio nel caso del dado potremmo considerare l’evento: “esce un numero pari” e indentificarlo con l’insieme A = {2, 4, 6} , nel caso del lancio della moneta potremmo studiare l’evento: “esce testa al primo lancio” e identificarlo con l’insieme A = {T } × {T, C}n−1 . Se Ω è finito o numerabile posso scegliere come eventi tutti i suoi sottoinsiemi, tuttavia se Ω è più che numerabile dovremo restringerci ad alcuni sottoinsiemi per escludere casi patologici. Occorre dunque specificare una classe A ⊆ P(Ω) di sottoinsiemi che considereremo come eventi. Richiederemo che la classe A sia una σ -algebra, cioè che: 1)Ω ∈ A 2)A ∈ A ⇒ Ac ∈ A ∪ 3)A1 , A2 , ..., An , ... ∈ A ⇒ An ∈ A n∈N Risulta dunque necessario per approcciarsi al calcolo delle probabilità avere delle nozioni di teoria della misura. Capitolo 1. Concetti Base 2/7 3. Fissati uno spazio campionario Ω e una σ -algebra A su Ω si assegna un “grado di fiducia” a ciascun evento A ∈ A , espresso mediante un numero P (A) ∈ [0, 1] detto probabilità dell’evento A . Matematicamente di definisce una funzione P : A → [0, 1] detta probabilità che soddisfi determinate proprietà: (a) P (Ω) = 1 , cioè la probabilità che l’esito dia uno degli esiti possibili è chiaramente massima. (b) A, B ∈ At.c.A ∩ B = ∅ ⇒ P (A ∪ B) = P (A) + P (B) detta proprietà dell’additività finita. Facendo uso di un’interpretazione frequentista potremmo dire che, qualora sia possibile ripetere l’esperimento un numero elevato di volte nelle medesime condizioni e in modi indipendenti, la probabilità di un evento P (A) si identifica con la frequenza di volte in cui tale evento di verifica cioè P (A) = (numero di volte in cui si verifica l’evento A)/(numero di ripetizioni). Mediante questa interpretazione risulta perfettamente logica la seconda proprietà. Possiamo ora estendere questa proprietà a un numero infinito di eventi: ∀(An )n∈N ⊆ A tali che Ai ∩ Aj = ∅ ∀i ̸= j ⇒ P ( ∪ An ) = n∈N ∑ P (An ) n∈N Ora che abbiamo fissato le notazioni definiamo la coppia (Ω, A) spazio misurabile, e la terna (Ω, A, P ) spazio di probabilità. 1.2 La funzione di probabilità 1.2.1 La probabilità Definizione (Probabilità): La probabilità è una funzione P : A → [0, 1] tale che: 1. P (Ω) = 1 2. ∀(An )n∈N ⊆ A tali che Ai ∩ Aj = ∅ ∀i ̸= j ⇒ P ( ∪ n∈N An ) = ∑ n∈N P (An ) Proposizione Da queste due seguono altre proprietà: • P (∅) = 0 • ∀A, B ∈ A t.c. A ∩ B = ∅ ⇒ P (A ∪ B) = P (A) + P (B) Dimostrazione: ∪ Si ha che ∅ = n∈N An ove An = ∅ ∈∑A∀n , e dunque ∑ sono disgiunti. Per P (A ) = la proprietà (ii) si ottiene che P (∅) = n n∈N P (∅) ∈ [0, 1] . n∈N Capitolo 1. Concetti Base 3/7 ∑ Se per assurdo P (∅) > 0 si avrebbe n∈N P (∅) = +∞ dunque dovrà essere P (∅) = 0 . Sia ora A1 = A, A2 = B e An = ∅ ∀n > 2 . Abbiamo così creato una successione (A∑ n )n∈N ⊆ A di insiemi disgiunti, ottenendo dunque ∪ P (A ∪ B) = P ( n∈N An ) = n∈N P (An ) = P (A) + P (B) + 0 = P (A) + P (B) Da queste proprietà si deduce che la probabilità non è altro che una misura su (Ω, A) con massa totale pari a 1. Dunque in generale avendo uno spazio di misura (Ω, A, µ) finito, cioè con µ(Ω) < +∞ , possiamo sempre definire una probabilità ponendo P (A) = µ(A)/µ(Ω) ∀ A ∈ A . Ciò significa che probabilità e misure finite sono uguali a meno di una costante moltiplicativa, tuttavia il calcolo delle probabilità non risulta solo un caso specifico della teoria della misura, poiché ci si pongono domande ben diverse. Definizione (Densità discreta): Sia Ω un insieme generico. Una funzione p : Ω → R+ si dice densità discreta se soddisfa: • p(ω) ≥ 0 ∀ω ∈ Ω ∑ • ω∈Ω p(ω) = 1 Osservazione: Affinché una somma (probabilmente infinita) di termini positivi sia finita è necessario che E = {ω ∈ Ω : p(ω) ̸= 0} sia un insieme finito o numerabile. Possiamo dunque definire una densità discreta scegliendo l’insieme E ⊆ Ω finito o numerabile in cui vogliamo che sia non nulla, ponendo p(ω) = 0∀ω ∈ / E e definendo p(ω)∀ω ∈ E . Definizione (Probabilità discreta): Sia Ω un insieme generico su cui è definita una densità discreta p . Si definisce probabilità discreta associata ∑ alla densità p la probabilità P : P → [0, 1] definita ponendo ∀A ⊆ Ω P (A) := ω∈A p(ω) . Proposizione Tale definizione è ben posta, cioè la funzione P è effettivamente una probabilità. Dimostrazione: Si ha innanzitutto che P (Ω) = 1 per definizione di densità discreta. Sia ora (An )n∈N ⊆ P(Ω) : Ai ∩ Aj = ∅ ∀i ̸= j =⇒ ( ) ∑ ∪ ∑ ∑ ∑ ∑ ∑ p(ω) = P (An ) P( An ) = p(ω) = p(ω)+ p(ω)+... = n∈N ω∈ ∪ n An ω∈A1 ω∈A2 n∈N ω∈An n∈N Proposizione Sia (Ω, P(Ω), P ) uno spazio di probabilità finito o numerabile, allora P altro non è che la probabilità discreta associata alla densità di probabilità p definita da p(ω) = P ({ω})∀ω ∈ Ω . Dunque se un esperimento aleatorio ha un insieme di esiti finito o numerabile è prassi definire la probabilità di ogni singolo esito ω ∈ Ω e da questa ricavare la Capitolo 1. Concetti Base 4/7 probabilità degli eventi visti come insiemi di esiti favorevoli. Proposizione Sia (Ω, A, P ) uno spazio di probabilità. allora vale che: • ∀A, B ∈ A : A ⊆ B si ha che P (B\A) = P (B)−P (A), in particolare P (A) ≤ P (B) • P (Ac ) = 1 − P (A) • ∀A, B ∈ A si ha che P (A∪B) = P (A)+P (B)−P (A∩B), in particolare P (A∪ B) ≤ P (A) + P (B) Dimostrazione: Si ha che: • Se A ⊂ B possiamo scrivere B = A⊔(B\A) dunque P (B) = P (A)+P (B\A) da cui P (B \ A) = P (B) − P (A) . • P (Ac ) = P (Ω A) = P (Ω) − P (A) = 1 − P (A) . • In generale possiamo scrivere B = (A ∩ B) ⊔ (B \ A) quindi P (B) = P (A ∩ B) + P (B \ A) da cui si ricava P (B \ A) = P (B) − P (A ∩ B) . Scrivendo ora A ∪ B = A ⊔ (B \ A) si ottiene P (A ∪ B) = P (A) + P (B \ A) = P (A) + P (B) − P (A ∩ B). Osservazione: Siano A, B, C tre eventi generici. Allora si ha che P (A ∪ B ∪ C) = P ((A ∪ B) ∪ C) = P (A ∪ B) + P (C) − P ((A ∪ B) ∩ C) = = P (A ∪ B) + P (C) − P ((A ∩ C) ∪ (B ∩ C)) = = P (A ∪ B) + P (C) − (P (A ∩ C) + p(B ∩ C) − P (A ∩ B ∩ C)) = = P (A) + P (B) + P (C) − P (A ∩ B) − P (A ∩ C) − P (B ∩ C) + P (A ∩ B ∩ C). Proposizione (Principio di inclusione-esclusione): ( ∀A1 , ..., An ∈ A =⇒ P n ∪ i=1 ) Ai = n ∑ k=1 (−1)k+1 · ∑ P J⊂{1,..,n},|J|=k ∩ Aj j∈J Definizione Siano (An )n∈N sottoinsiemi di Ω e sia A un altro sottoinsieme di Ω . Scriveremo: • An ↑ A per indicare che An ⊂ An+1 ∀n ∈ N e A = diremo che An converge dal basso verso A . ∪ n∈N An , in tal caso Capitolo 1. Concetti Base 5/7 • An ↓ A per indicare che An ⊃ An+1 ∀n ∈ N e A = diremo che An converge dall’alto verso A . ∩ n∈N An , in tal caso Proposizione Valgono le seguenti proprietà: 1. An ↑ A ⇔ Acn ↓ Ac 2. se An ↑ A e Bn = An ∪ Ac ⇒ Bn ↑ Ω ∪ ∪ 3. siano (Cn ) generici e sia An = ni=1 Ci ⇒ An ↑ A := i∈N Ci 4. se An ↑ A e Bn = An \ An−1 (posto A ∪0n= ∅ ⇒ B1 =∪A1 ) =⇒ Bn ∩ Bm = ∅ ∀n ̸= m cioè i Bn sono disgiunti e i=1 Bi = An , i∈N Bi = A . Teorema Sia (Ω, A) uno spazio misurabile e sia P : A → [0, 1] tale che P (Ω) = 1 e P sia finitamente additiva, cioè P (A ⊔ B) = P (A) + P (B) se A ∩ B = ∅. Allora le seguenti condizioni sono equivalenti: 1. P è una probabilità, ossia è σ -additiva. 2. P è continua dal basso, ossia An ↑ A ⇒ P (An ) ↑ P (A) 3. Se An ↑ Ω ⇒ P (An ) ↑ 1 4. P è continua dall’alto, ossia An ↓ A ⇒ P (An ) ↓ P (A) 5. Se An ↓ ∅ ⇒ P (An ) ↓ 0 Dimostrazione: 1) ⇒ ∪ 2) Sia An ↑ A e sia Bn = An \ An−1 , allora i Bn sono disgiunti e An e n∈N Bn = A . Allora si ha P (A) = P ( ∪ Bn ) = n∈N = lim P ( N →∞ N ∪ n=1 ∑ P (Bn ) = lim n∈N N →∞ N ∑ ∪n i=1 Bi = P (Bn ) = n=1 Bn ) = lim P (AN ) =⇒ P (AN ) ↑ P (A) N →∞ 2) ⇒ 3) è banale poiché 3) è un caso particolare di 2). 3) ⇒ 2) si ha perché se An ↑ A posto Bn = An ∪ Ac ⇒ Bn ↑ Ω e dunque P (Bn ) Capitolo 2. Calcolo Combinatorio Capitolo 2 Calcolo Combinatorio 2.1 Principi fondamentali Per calcolo combinatorio si intendono le tecniche utilizzate per contare il numero di elementi di un dato insieme. Lavoreremo essenzialmente con insiemi finiti. Indicando con |A| la cardinalità dell’insieme A si ha che: 1. Se A = B ∪ C e B ∩ C = ∅ allora |A| = |B| + |C| . 2. Se A = B × C allora |A| = |B||C| . 3. Più in generale se A = A1 × A2 × · · · × An allora |A| = |A1 ||A2 | . . . |An | . Definizione Dati k ∈ N e A insieme finito si dicono disposizioni con ripetizione di k elementi estratti da A le funzioni f : {1 . . . k} → A o equivalentemente gli elementi di Ak (poiché questi insiemi sono in corrispondenza biunivoca) Osserviamo innanzitutto che esse non sono altro che sequenze ordinate di k elementi scelti dall’insieme A in cui ciascun elemento può comparire più volte. Ci sono esattamente |A|k disposizioni con ripetizione di k elementi estratti da A . 6/7 Capitolo 3. Fonti per testo e immagini; autori; licenze 7/7 Capitolo 3 Fonti per testo e immagini; autori; licenze 3.1 Testo • Corso:Calcolo delle probabilità/Concetti Base/Il modello matematico Fonte: https: //it.wikitolearn.org/Corso%3ACalcolo_delle_probabilit%C3%A0/Concetti_Base/Il_modello_ matematico?oldid=28111 Contributori: Alice Roitberg, Alessandro Longo, WikiToBot, M.bona e Move page script • Corso:Calcolo delle probabilità/Concetti Base/La funzione di probabilità Fonte: https://it.wikitolearn.org/Corso%3ACalcolo_delle_probabilit%C3%A0/Concetti_Base/La_ funzione_di_probabilit%C3%A0?oldid=28113 Contributori: Valsdav, Alice Roitberg, ScimmiaSpaziale, Alessandro Longo, WikiToBot, M.bona e Move page script • Corso:Calcolo delle probabilità/Calcolo Combinatorio/Principi fondamentali Fonte: https://it.wikitolearn.org/Corso%3ACalcolo_delle_probabilit%C3%A0/Calcolo_Combinatorio/ Principi_fondamentali?oldid=28107 Contributori: M.bona, Move page script e Anonimo: 1 3.2 Immagini 3.3 Licenza dell’opera • [Project:Copyright Creative Commons Attribution Share Alike 3.0 & GNU FDL] • Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0