Alta tecnologia per il telescopio LBT Ciro Del Vecchio, Luca Fini INAF – Osservatorio Astrofisico di Arcetri Il telescopio LBT è diverso da tutti gli altri: ogni suo particolare è stato progettato in modo da ottenere prestazioni mai raggiunte fino ad ora. Le soluzioni adottate consentono di superare gran parte delle limitazioni che caratterizzano le osservazioni da terra ma, senza l'impiego delle più moderne tecnologie nei campi della meccanica, dell'ottica e dell'elettronica, non sarebbe stato possibile ottenere uno strumento della qualità richiesta. Il telescopio è dotato di due grandi specchi di 8,4 metri di diametro montati su un'unica struttura; questo si traduce in una grande capacità di “raccolta” della luce e consente, combinando fra loro i due fasci luminosi, di ottenere immagini di nitidezza pari a quella di un telescopio di dimensioni assai maggiori. Ottiche adattive LBT è frutto di una collaborazione fra alcune istituzioni statunitensi e la comunità astronomica italiana, inizialmente rappresentata dall'Osservatorio di Arcetri, dove tutt'ora risiede l'ufficio del progetto. Successivamente un consorzio di istituti astronomici tedeschi si è unito al progetto e, per parte italiana a partire dal 2001, la gestione è stata assunta dall'Istituto Nazionale di Astrofisica. Nelle prossime pagine saranno brevemente descritte alcune delle “sfide tecnologiche” che sono state affrontate nel corso della progettazione e della realizzazione del telescopio LBT, con particolare riguardo alle parti che hanno coinvolto direttamente la comunità astronomica italiana in stretta collaborazione con alcune realtà industriali. Struttura Strumenti Specchio primario Supporti idraulici e motori Strumenti Come è fatto il telescopio LBT Tutti i moderni telescopi utilizzano specchi come elementi ottici principali. Un classico telescopio ha due specchi: un primario ed un secondario, come nello schema mostrato in figura. Il primario ha lo scopo di raccogliere la luce proveniente dall'oggetto osservato: per questo deve essere più grande possibile. Il diametro dello specchio primario ha inoltre un altro importante effetto: tanto maggiore è il diametro quanto maggiore è il potere risolutivo del telescopio, ovvero la sua capacità di separare e distinguere oggetti vicini. Il secondario invece serve per “collocare” il fuoco del telescopio in un punto più facilmente accessibile: il fascio luminoso viene riflesso indietro e raggiunge l'osservatore (in realtà uno strumento elettronico) attraverso un foro al centro del primario. Schema ottico di telescopio Il telescopio LBT è abbastanza simile ad un binocolo: è costituito da due telescopi classici montati accanto ed ha quindi una capacità di raccolta di luce pari alla somma dei due. Inoltre, nella sua configurazione più innovativa, può essere usato in modo interferometrico: i fasci ottici dei due telescopi, opportunamente ricombinati ed analizzati, possono in tal modo produrre immagini con un livello di dettaglio pari a quello di un telescopio di dimensioni assai maggiori. Schema ottico di LBT La struttura La qualità delle osservazioni dipende fortemente dalle prestazioni della struttura meccanica del telescopio: qualunque deformazione o vibrazione durante l'osservazione si traduce nella degradazione dell'immagine ottenuta. Il telescopio deve quindi essere particolarmente rigido e leggero, in grado cioè di minimizzare le deformazioni dovute al movimento ed alle variazioni di temperatura e le vibrazioni causate dal vento e dai motori. Per questo motivo particolare cura è stata posta nella progettazione della struttura meccanica del telescopio. Il telescopio LBT in fase di montaggio Ne è risultata una geometria non convenzionale, che ricorda assai poco quella degli altri telescopi. Anche la finitura delle superfici ha un ruolo: molte parti metalliche sono ricoperte di alluminio per migliorare gli effetti termici; le parti restanti sono state verniciate in “rosso Ferrari” come augurio di successo. Il telescopio LBT in fase di montaggio La struttura - 2 Il progetto della struttura meccanica di LBT ha richiesto un lungo processo di ottimizzazione effettuato utilizzando ampiamente metodi di calcolo agli elementi finiti. Dopo aver esplorato le geometrie più promettenti, si realizza un modello matematico sulla base del quale vengono calcolate le flessioni e le vibrazioni previste. La successiva analisi dei risultati suggerisce le modifiche da apportare al modello per migliorarne le prestazioni. Tutto il processo viene ripetuto più volte fino a raggiungere il risultato desiderato. Si è ottenuta in tal modo una struttura ad elevata "rigidità intrinseca" e dunque poco sensibile alle sollecitazioni dinamiche, poco deformabile sotto l'azione del proprio peso e dei carichi (specchi, strumenti, etc.) e con una massa complessiva di poco più di 600 tonnellate. La deformazione massima tra specchio primario e specchio secondario non supera mezzo millimetro, e tutta la struttura risulta sostanzialmente indifferente alle variazioni di temperatura tra notte e giorno, essendo costruita con elementi strutturali internamente cavi, con uno spessore quasi ovunque non superiore a 8 millimetri. Poiché l'accuratezza richiesta è dell'ordine dei millesimi di millimetro, la posizione degli elementi ottici viene controllata elettronicamente per compensare gli errori residui. Gli studi strutturali per LBT sono stati svolti presso l'osservatorio di Arcetri. I risultati sono poi stati trasmessi alle ditte che li hanno tradotti nei disegni esecutivi per la costruzione. I supporti ed i movimenti Il telescopio si muove ruotando per 270o verso destra e verso sinistra, intorno ad un asse verticale (azimuth) e per 90o intorno ad un asse orizzontale (elevazione). Il movimento è azionato da otto motori, quattro per l'azimut e quattro per l'elevazione. PATTINO Per garantire la massima regolarità e accuratezza nel movimento, il telescopio LBT viene supportato mediante pattini ad olio: il telescopio non si muove su ruote, ma scivola su un sottile strato di olio. MOTORE Motore e supporto sull'asse di elevazione MOTORE I grandi settori verticali dell'asse di elevazione agiscono come binari appoggiati su coppie di pattini curvi. Tutta la struttura di elevazione poggia a sua volta su quattro “zampe”, costituite anch'esse da quattro pattini ad olio che scivolano su di un grande binario circolare ancorato al pilastro che sostiene l'intero telescopio. PATTINO Motore e supporto sull'asse di azimuth Lo specchio primario Lo specchio primario è l'elemento principale di ogni telescopio astronomico. Il telescopio LBT ne ha due, ciascuno di 8.40 metri di diametro e circa 16 tonnellate di peso. Si tratta degli specchi monolitici più grandi mai realizzati fino ad oggi. La deposizione del sottilissimo strato di alluminio che costituisce la vera superficie riflettente sarà effettuata direttamente a bordo del telescopio, utilizzando una apposita campana di alluminatura, realizzata per consentire di ripetere spesso questa operazione senza dover smontare gli specchi primari. Gli specchi primari di LBT sono stati costruiti e lavorati otticamente presso le strutture dell'università dell'Arizona, utilizzando tecniche innovative in ogni fase della lavorazione per garantire l'estrema qualità indispensabile per un telescopio di queste dimensioni. Lo specchio primario - 2 Lo specchio è realizzato in borosilicato (il comune vetro pyrex) con una struttura a nido d'ape, per garantire insieme leggerezza e rigidità. Per la fusione viene utilizzato un forno rotante, in modo che la superficie superiore del blocco di vetro si avvicini già in partenza alla forma parabolica desiderata. La fusione del vetro ed il successivo lento raffreddamento richiedono circa 3 mesi di tempo, durante i quali la temperatura deve essere accuratamente regolata. Il forno rotante al momento della chisura Dopo la fusione lo specchio grezzo deve essere sottoposto alla lavorazione ottica, che porterà la superficie riflettente alla qualità richiesta. La lavorazione viene effettuata mediante un'apparecchiatura realizzata appositamente e che consiste in un disco rotante che viene deformato durante la rotazione, in modo da mantenerlo perfettamente tangente alla superficie. Questa operazione richiede 12 ulteriori mesi di lavoro. Lo specchio primario di LBT durante la lavorazione ottica La cella del primario La cella del primario è la struttura destinata a contenere e sostenere lo specchio primario ed a collegarlo rigidamente al resto del telescopio. Si tratta di una struttura estremamente complessa in quanto deve provvedere 164 supporti, ciascuno controllato elettronicamente, per distribuire la forza che sostiene lo specchio. La forza viene variata quando il telescopio cambia posizione, per impedire che lo specchio si deformi a causa del proprio peso. La cella contiene poi tre punti fissi che determinano esattamente la posizione dello specchio, ma che devono essere costruiti in modo da cedere in caso di terremoto, per evitare rotture. La cella di LBT durante la lavorazione La cella contiene anche circa 1700 ugelli che soffiano aria a temperatura controllata dentro ciascuna delle cavità del nido d'ape, in modo da mantenere la temperatura del vetro uniforme in tutto lo specchio. Tutto questo serve ad impedire deformazioni dovute a differenze di temperatura nel vetro. Dopo l'assemblaggio di tutte le apparecchiature negli appositi fori, la struttura della cella vista dall'interno appare assai affollata! L'interno della cella con i dispositivi di sostegno del primario La struttura meccanica della cella del primario e parte dei componenti attivi sono stati progettati e realizzati in Italia. L'università dell'Arizona ha curato la parte riguardante i sostegni, incluso il software di controllo. La campana di alluminatura La superficie riflettente dello specchio primario è costituita da un sottilissimo strato di alluminio depositato sulla faccia superiore dello specchio. La deposizione deve essere ripetuta almeno una volta all'anno, per evitare che la superficie diventi opaca, e deve avvenire in un ambiente ad alto grado di vuoto. La campana di alluminatura nelle ultime fasi di lavorazione Per evitare di dover smontare i grandi specchi primari ad ogni nuova alluminatura il progetto prevede di utilizzare una campana di alluminatura da montare direttamente sopra la cella del primario. La campana di alluminatura montata sopra la cella Si tratta sostanzialmente di un grande coperchio che consente di effettuare il vuoto all'interno della cella e che contiene le apparecchiature per la deposizione dell'alluminio. Lo studio e la progettazione delle apparecchiature ausiliarie per l'evacuazione e la deposizione dell'alluminio sono stati svolti dall'università dell'Ohio. La cupola Impianti ausiliari Controllo termico Edificio rotante Uno strumento delicato e complesso come un telescopio deve essere adeguatamente protetto dall'ambiente esterno, anche perché il sito si trova in alta montagna. L'edificio ha però molte altre funzioni: protegge il telescopio dal vento durante le osservazioni, permette di controllare la temperatura al suo interno, consente di regolare il flusso di aria nell'intorno del telescopio. Ciascuno di questi fattori contribuisce a migliorare la qualità delle osservazioni La cupola - 2 Anche la “cupola” di LBT è originale: non ha infatti la classica forma a semisfera, ma è un cubo che avvolge strettamente il telescopio, ruotando con esso durante il movimento. Per garantire la giusta ventilazione nell'intorno del telescopio, la “cupola” è dotata di aperture regolabili che consentono l'aggiustamento ottimale della temperatura interna durante le osservazioni. Seguendo il movimento del telescopio, tutta la parte superiore dell'edificio ruota appoggiata su quattro grandi carrelli che ne sostengono il peso di circa 2000 tonnellate. Allo scopo di impedire che il movimento della cupola possa trasmettere vibrazioni, il binario che la sostiene è appoggiato su un pilastro separato da quello su cui è montato il telescopio. Poiché è importante che durante le osservazioni il telescopio sia sempre alla stessa temperatura dell'aria circostante, durante il giorno la cupola deve stare chiusa e la sua temperatura deve essere regolata in base alla previsione della temperatura serale, per evitare l'eccessivo riscaldamento dovuto all'irradiazione solare. Uno dei quattro carrelli che sostengono la cupola Ottiche adattive Uno dei “punti di forza” di LBT è costituito dall'uso di sistemi ottici adattivi che hanno lo scopo di compensare le distorsioni dell'immagine causate dalla turbolenza dell'atmosfera. In questo modo la qualità dell'immagine ottenibile con un telescopio a terra si avvicina (e talvolta supera) quella ottenibile mediante strumenti orbitanti. fronte d'onda corretto fronte d'onda distorto ri co st ru tt specchio semitrasparente camer a sci en ti fi ca specchio deformabile Un sistema adattivo è costituito da un sensore di fronte d'onda, che misura la deformazione dell'onda luminosa proveniente dalla stella; da un ricostruttore, ovvero uno speciale computer che calcola le deformazioni da applicare allo specchio; e da uno specchio adattivo che, deformandosi, compensa le deformazioni del fronte d'onda. or e sensore di fronte d'onda Tutto il ciclo di operazioni, dalla misura del fronte d'onda alla deformazione dello specchio, si ripete mille volte al secondo, in modo da stare al passo con la velocità di variazione della turbolenza atmosferica. Nel caso di LBT il sensore di fronte d'onda occupa una delle stazioni focali, nelle vicinanze dello strumento scientifico, in modo da utilizzare parte della luce dell'oggetto osservato (o di una stella nelle immediate vicinanze). L'elemento deformabile è lo stesso specchio secondario del telescopio, costituito da una sottile lamina di vetro dotata di attuatori elettromagnetici. La posizione degli attuatori viene controllata da centinaia di microcomputer specializzati che realizzano anche le funzioni del ricostruttore. Secondario adattivo e ricostruttore Secondario adattivo e ricostruttore Sensore di fronte d'onda Sensore di fronte d'onda Il sensore di fronte d'onda Utilizza una porzione della luce dell'oggetto osservato, oppure la luce di una stella vicina, per misurare la distorsione del fronte d'onda causata dalla turbolenza dell'atmosfera. Fascio luminoso dal telescopio Piramide a base quadrata Specchio Ottica regolabile (zoom) Piano del CCD La parte ottica è costituita da una piramide che suddivide l'immagine in quattro porzioni. La valutazione delle distorsioni si basa sulla differenza delle quattro immagini, calcolata in circa 700 punti mediante un apposito circuito elettronico. Il risultato di questa operazione fornisce 1400 valori numerici che rappresentano l'entità della deformazione in ciascun punto. Sulla base di questi valori, il ricostruttore calcola le posizioni di ciascuno dei 672 attuatori dello specchio secondario. CCD Il sensore utilizzato è un CCD, analogo a quelli usati per le telecamere digitali, ma specializzato per questo uso. In particolare vengono selezionati CCD che hanno alta sensibilità, in modo da consentire di utilizzare anche stelle deboli, ed alta velocità di generazione dell'immagine in quanto i tempi tipici di variazione della turbolenza impongono di modificare la forma dello specchio fino a 1000 volte al secondo. Inoltre il CCD viene mantenuto a bassa temperatura, per diminuire il “rumore elettronico” e migliorarne quindi le prestazioni. Piramid e Il sensore di fronte d'onda assemblato in laboratorio Tutta l'apparecchiatura, esclusa la camera CCD, è stata progettata e realizzata in Italia sotto la supervisione dell'osservatorio di Arcetri. Lo specchio secondario adattivo È uno degli elementi più innovativi di LBT. Tutti gli altri telescopi della stessa classe introducono i componenti adattivi nelle vicinanze dello strumento, sul piano focale. Utilizzando lo specchio secondario, invece, si diminuisce drasticamente il numero di componenti ottici, migliorando la qualità dell'immagine. Immagine complessiva Il secondario adattivo – 2 ESAPODO ELETTRONICA DI CONTROLLO DISCO SPECCHIO FORATO SOTTILE Il secondario adattivo è costituito da uno specchio sottile (1.6 mm) del diametro di 91 cm a cui sono incollati 672 magneti. I corrispondenti 672 attuatori elettromagnetici sono alloggiati in un disco di vetro forato, assai più spesso dello specchio per garantire la necessaria rigidità. Al di sopra dello specchio sono disposti i circuiti elettronici che calcolano le posizioni degli attuatori 1000 volte al secondo e regolano continuamente la forza applicata allo specchio. Tutta l'apparecchiatura è supportata da una struttura (esapodo) composta da sei bracci controllati elettronicamente che consentono di aggiustarne la posizione con estrema precisione. L'elettronica di controllo è costituita da 168 microcomputer, ciascuno dei quali pilota quattro attuatori. Inoltre tutti i computer insieme vengono utilizzati come ricostruttore, per calcolare la forma ideale dello specchio. I dati per i calcoli vengono inviati dal sensore di fronte d'onda mediante un canale a fibra ottica in grado di trasmettere 2 Gbit per secondo. Tutte le operazioni vengono coordinate da un computer posto nella sala di controllo, parecchi piani più in basso nell'edificio. I contenitori dell'elettronica del secondario adattivo Tutto il sistema, escluso lo specchio sottile, fornito dall'università dell'Arizona, è stato progettato e realizzato nell'ambito di una collaborazione fra l'osservatorio di Arcetri e alcune ditte italiane. I laboratori L'interno della camera bianca I primi test al banco ottico mostrano l'effetto del sistema di ottiche adattive sull'immagine simulata di una stella. Particolari della torre solare Per la realizzazione del sistema di ottiche adattive l'osservatorio di Arcetri si è dotato di una camera bianca, ovvero un locale con temperatura, umidità e contenuto di polveri strettamente controllati per l'assemblaggio dei delicati componenti. Inoltre, per consentire le indispensabili misure e verifiche dell'intera apparecchiatura, prima che venga spedita alla destinazione finale sul monte Graham, è stato necessario realizzare un laboratorio ottico di dimensioni adeguate. Per questo è stata utilizzata la torre originariamente destinata solo alle osservazioni solari, dotandola di un tubo a temperatura ed atmosfera controllate. Immagine distorta dalla tubolenza atmosferica Immagine corretta Gli strumenti La funzione di un telescopio consiste sostanzialmente nel raccogliere la luce dell'oggetto osservato e nel convogliarla in uno strumento in grado di misurarne le caratteristiche. Una delle peculiarità di LBT è quella di poter accogliere numerosi strumenti contemporaneamente, attivando l'uno o l'altro in tempi molto brevi per mezzo di vari bracci meccanici che ne modificano la configurazione. Questo costituisce un grande vantaggio perché consente di scegliere di volta in volta lo strumento più adatto alle particolari condizioni atmosferiche del momento. Una seconda, assai importante, peculiarità è rappresentata dal modo interferometrico, ovvero l'opportuna combinazione dei due fasci ottici del telescopio che consente di ottenere risultati analoghi a quelli ottenibili con un telescopio del diametro di 23 metri. Disposizione degli strumenti a bordo di LBT La camera LBC CRIOSTATO RIVELATORE CABLAGGI RUOTA PORTAFILTRI LENTE N. 6 LENTE N. 5 LENTE N. 4 LENTE N. 3 CUSCINETTO DEL DEROTATORE LENTE N. 2 Il primo strumento che sarà operativo a bordo di LBT è la camera di primo fuoco. Si tratta di un apparecchio installato direttamente nel fuoco del primario (nelle vicinanze dello specchio secondario), in grado di prendere immagini a grande campo in bande dello spettro che vanno dall'ultravioletto fino all'infrarosso e dotato di una camera CCD da 36 Mpixel. LENTE N. 1 SCHERMO Schema ottico-meccanico di LBC La prima delle due camere, che copre le bande dall'ultravioletto al blu, è stata recentemente installata sul braccio rotante a bordo del telescopio ed è pronta ad entrare in funzione immediatamente dopo l'inaugurazione del telescopio prevista per il 16 ottobre 2004. La seconda, che estende la copertura di banda al vicino infrarosso, sarà installata quando il secondo specchio di LBT si renderà disponibile. La prima camera LBC installata al telescopio Le due camere LBC sono il frutto di una collaborazione fra gli osservatori di Arcetri, Padova, Roma e Trieste. L'uso interferometrico di LBT La principale caratteristica che rende unico LBT è il fatto di essere stato ideato per funzionare come un grande interferometro. Quando i fasci dei due specchi vengono adeguatamente combinati, il telescopio raggiunge la stessa risoluzione di un telescopio di 23 metri di diametro. LINC-NIRVANA, uno dei più avanzati strumenti progettati per LBT, ha lo scopo di sfruttare questa caratteristica per osservazioni nell'infrarosso e nel visibile. La configurazione ottica prevede l'uso di due specchi terziari che deviano il fascio riflesso dagli specchi secondari verso il centro del telescopio dove viene collocato lo strumento vero e proprio. LINC-NIRVANA è frutto di una collaborazione fra vari istituti astronomici italiani e tedeschi. Altri strumenti per LBT MODS: è un doppio spettrometro a molti oggetti per le bande ottiche; è in grado cioè di misurare spettri di più stelle contemporaneamente. I due strumenti, progettati e costruiti presso l'università dell'Ohio, saranno collocati ai fuochi gregoriani, ovvero al di sotto dei due specchi primari. PEPSI: è costituito da due polarimetri ottici/infrarossi, collocati ai due fuochi gregoriani, che alimentano, mediante fibre ottiche, un grande spettrografo ad alta risoluzione collocato in una stanza al di sotto del telescopio. Viene realizzato da un gruppo di istituti tedeschi. LBTI: è un interferometro per le bande infrarosse specializzato per l'osservazione di pianeti extrasolari. Viene sviluppato da un gruppo di istituti americani nel quadro di un progetto NASA per lo studio dei sistemi planetari. LUCIFER è uno strumento infrarosso che consente sia acquisizione di immagini che di spettri. Sarà collocato ad una delle stazioni focali che delle si trovano nella zona intermedia fra gli specchi primari. È in avanzato stadio di realizzazione da parte di un gruppo di istituti tedeschi. Automazione ed informatica Il telescopio LBT con i suoi strumenti è un'apparecchiatura estremamente complessa il cui funzionamento deve essere accuratamente coordinato: senza il massiccio impiego di tecniche di automazione, non sarebbe nemmeno pensabile di riuscire a portare a termine una osservazione. Tutta l'attività del telescopio viene comandata mediante un gruppo di computer che interagiscono con i sistemi di controllo delle singole apparecchiature. Ogni punto del telescopio è raggiungibile tramite vari rami di una rete locale, tutta basata su fibre ottiche, che consente di collocare le apparecchiature di calcolo e di controllo nelle posizioni più opportune pur mantenendole in stretta comunicazione con l'intero sistema. Tutte le operazioni di gestione vengono effettuate a partire dalla sala di controllo, collocata parecchi piani più in basso del telescopio, dove si troveranno gli astronomi e gli operatori addetti alle manovre del telescopio e degli strumenti. Schema della rete locale al telescopio Lo sviluppo del software necessario al buon funzionamento di tutto l'osservatorio è, dal punto di vista organizzativo, una delle attività più complesse in quanto è necessario che tutte le parti, sviluppate da vari gruppi diversi, con differenti tecniche ed utilizzando diversi sistemi operativi, interagiscano perfettamente fra loro.