13 LA PROVINCIA SABATO 12 DICEMBRE 2015 Economia TOCCANDOFERRO «Tutta l’azienda è gestita dal computer: qualità, manutenzione, magazzino, vendite e acquisti, solo per citare alcuni esempi significativi. Una soluzione del genere era un sogno. Oggi è realtà». Piero Dell’Oca, presidente e amministratore delegato di Tecnofar Spa [email protected] Tel. 0342 535511 Fax 0342 535553 Nasce a Gordona la fabbrica 4.0 L’iniziativa. Ogni passaggio del processo produttivo sarà connesso a internet per il controllo delle operazioni Il progetto della Tecnofar: «Innovazioni sempre più fondamentali per rispondere alle esigenze di mercato» GORDONA STEFANO BARBUSCA Ogni macchina è connessa a internet, ogni dato è a disposizione in tempo reale, con benefici sia per l’azienda, sia per i clienti. Ecco le caratteristiche della fabbrica tutta digitale che sta per nascere a Gordona. Tecnofar, società del settore metalmeccanico attiva dal 1956 a Delebio, è pronta a concentrare la propria sede e la produzione che coinvolge ben centoventi dipendenti nell’area industriale della Valchiavenna, dove è presente con uno stabilimento da circa dieci anni. Non sarà un semplice spostamento di macchine e uomini. L’obiettivo è anche la creazione di una fabbrica 4.0, dove ogni istante del processo produttivo sarà connesso a internet. Una fabbrica connessa Piero Dell’Oca, presidente e amministratore delegato di Tecnofar Spa ha ben chiari i motivi di questa scelta. Si va nella direzione della quarta rivoluzione industriale, quella dell’interconnessione e dei sistemi intelligenti: la fabbrica che fa dialogare i macchinari, gli uomini e i prodotti. Sistemi di stabilimenti collegati in rete che creano un unico processo produttivo. «Avere un’azienda cablata, che sfrutta internet per raccogliere e trasmettere i dati sulla produzione, è una condizione necessaria per garantire un servizio completo al cliente – spiega Dell’Oca -. Questa innovazione è sempre più fondamentale per rispondere alle esigenze di mercati di alto livello, ad esempio sui tempi di consegna. Già ora abbiamo a disposizione queste informazioni, ma le ricaviamo da rilevazioni manuali prodotte da operai che danno input al siste- ma». A Gordona sono previste rilevanti novità per l’azienda che con quattro divisioni produce tubi, macchine automatiche d’assemblaggio e prodotti medicali. Sempre più spesso nelle fabbriche tutte le apparecchiature sono governate da un Plc, un controllore per industria specializzato in origine nella gestione o controllo dei processi industriali. Esegue un programma ed elabora i segnali digitali e analogici provenienti da sensori e diretti agli attuatori presenti . Controllo in tempo reale «Per ogni pezzo si può conoscere la situazione in ogni preciso momento, si possono prevedere i tempi necessari per completare la lavorazione e le caratteristiche del prodotto fino alla fine del processo. I benefici sulla qualità del servizio ai clienti sono evidenti. Nel nostro nuovo stabilimento stiamo puntando su linee completamente cablate: ogni macchina manderà un impulso al sistema. Non ci sarà più l’intervento di persone per la trasmissione di dati». Come evidenziato in varie occasioni, anche a Gordona si presenta il problema determinato dall’assenza della fibra ottica. Il Consorzio delle imprese dell’area industriale sta cercando soluzioni alternative. Dell’Oca è attivo alla Tecnofar da trentatré anni. «Da quando cominciai sono cambiate moltissime cose. All’inizio mi occupavo dell’utilizzo delle nuove tecnologie per la contabilità. Ora tutta l’azienda è gestita dal computer: qualità, manutenzione, magazzino, vendite e acquisti, solo per citare alcuni esempi significativi. Una soluzione del genere, era un sogno. Oggi è diventata realtà». Il nuovo stabilimento Tecnofar a Gordona: internet servirà per raccogliere e trasmettere dati sulla produzione Apitech e le competenze La tecnologia in azienda Nelle fabbriche si punta sull’innovazione partendo dall’utilizzo di internet in ogni fase del processo produttivo. Negli ultimi mesi anche in provincia di Sondrio si sono sviluppati analisi e progetti dedicati a quella che viene descritta come una vera e propria rivoluzione industriale. Come rileva Piero Dell’Oca, che oltre a dirigere Tecnofar guida la sezione provinciale di Api, un progetto centrale è Apitech. Si tratta di percorso che consente di intercettare competenze tecnologiche di una rete di ricercatori italiani, austriaci, tedeschi e francesi e di portarle direttamente negli stabilimenti. Anche le piccole realtà, quindi, possono accedere a conoscenze all’avanguardia per migliorare il processo produttivo. Di “scouting tecnologico”, finalizzato ad avvicinare ricerca- tori e imprese per rispondere a specifiche esigenze. «Per un piccolo imprenditore è molto difficile rivolgersi ai centri di ricerca o alle università con l’obiettivo di ricevere un supporto all’innovazione – spiega Dell’Oca -. Non si sa quale ateneo e dipartimento scegliere e spesso i tempi non sono compatibili con quelli delle imprese. Con Apitech ci sono vari vantaggi: i costi sono predefiniti e partono da tremila euro, la risposta personalizzata arriva nel giro d’un paio di mesi e uno staff di esperti indirizza l’azienda verso il ricercatore più adeguato al compito da svolgere». Non sono mancati esempi di ve- ra e propria applicazione di “internet delle cose”, quello degli oggetti connessi tra loro attraverso il web, dagli smartphone alle lavatrici, dagli smartwatch ai termostati, con alcuni esempi brillanti e made in Valtellina. Questo mercato ora vale 1,55 miliardi di euro in Italia. Nel 2014 si contavano otto milioni di oggetti connessi tramite Sim cellulare (+33% sul 2013) per un valore di 1,15 miliardi, al quale si aggiunge il mercato delle app che usano tecnologie di comunicazione diverse, come Wireless, WiFi e Bluetooth, pari a 400 milioni. nuto i livelli a cui ci aveva abituato, so che si è dispiaciuto per noi. È normale perché siamo cresciuti insieme. Ricordo quando eravamo stella promessa, lì ho capito quanti sacrifici siano necessari per raggiungere il top, ripartiremo da qui per portare il nostro ristorante ai livelli che ci spettano continuando a lavorare alla ricerca della qualità». Per tornare nel gotha della cucina italiana, al Jimmy’s altra novità: la sala e la cantina. «Un ristorante deve poter contare su una cantina di livello, abbiamo affidato la sala a un altro giovane, Riccardo Pariani, per coniugare una carta dei vini con tante etichette di produttori locali e altre bottiglie blasonate». Jimmy Bosoni carte in regola per togliersi delle grandissime soddisfazioni insieme a tutti noi - continua Bosoni-. Ora stiamo rivisitando il menù, si vedrà la sua mano, non mancheranno i piatti del territorio, ma sarà molto rivoluzionato rispetto ad oggi». All’Aprica sono abituati a fare dei programmi a lungo raggio, come dimostra la conquista della stella alcuni anni fa con un giovanissimo chef Antonio Borruso, che si è detto molto rammaricato per il fatto che il Jimmy’s abbia perso la stella, quindi la strada per tornare grandi la conoscono bene. «La nostra filosofia non cambia, continueremo a puntare sulla qualità e su alcuni prodotti a km 0. Sono molto contento per Borruso che ha mante- Il Jimmy’s perde la stella «Ma sempre più qualità» Cucina Periodo di cambiamenti al ristorante aprichese e la Guida Michelin resta in attesa di conferme La notizia della mancata conferma della stella Michelin da parte del ristorante Jimmy’s di Aprica è stata presa con lo spirito giusto. Alla base della motivazione secondo il titolare Gianmarco Jimmy Boso- ni i tanti cambiamenti avvenuti in questo ultimo anno, sia in cucina che in sala. «Nel corso dell’ultimo anno abbiamo effettuato una serie di cambiamenti molto importanti, complice anche l’apertura di un nuovo ristorante a Fortaleza in Brasile, dove è andato a lavorare anche mio figlio Thomas che si è occupato sin da subito della cucina, dopo che aveva raccolto il testimone da Antonio Borruso nelle cucine del Jimmy’s con la conquista della stella- spiega da Aprica -. La serietà di una guida come la Michelin si vede anche da questi dettagli, era normale che con una serie di cambiamenti in cucina venisse messa in discussione la conferma della stella». Ora la cucina è stata affidata a Carlos Moscoso, giovane di ventisei anni proveniente dalla zona di Varese. «È un ragazzo molto promettente, chiaramente vista la sua giovane età deve fare esperienza ma ha i numeri e le S.Bar. Marco Bormolini