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LA PROVINCIA
SABATO 12 DICEMBRE 2015
Economia
TOCCANDOFERRO
«Tutta l’azienda è gestita dal computer: qualità, manutenzione,
magazzino, vendite e acquisti, solo per citare alcuni esempi
significativi. Una soluzione del genere era un sogno. Oggi è realtà».
Piero Dell’Oca, presidente e amministratore delegato di Tecnofar Spa
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Nasce a Gordona la fabbrica 4.0
L’iniziativa. Ogni passaggio del processo produttivo sarà connesso a internet per il controllo delle operazioni
Il progetto della Tecnofar: «Innovazioni sempre più fondamentali per rispondere alle esigenze di mercato»
GORDONA
STEFANO BARBUSCA
Ogni macchina è connessa a internet, ogni dato è a disposizione in tempo reale, con
benefici sia per l’azienda, sia per
i clienti. Ecco le caratteristiche
della fabbrica tutta digitale che
sta per nascere a Gordona. Tecnofar, società del settore metalmeccanico attiva dal 1956 a
Delebio, è pronta a concentrare
la propria sede e la produzione
che coinvolge ben centoventi dipendenti nell’area industriale
della Valchiavenna, dove è presente con uno stabilimento da
circa dieci anni. Non sarà un
semplice spostamento di macchine e uomini. L’obiettivo è anche la creazione di una fabbrica
4.0, dove ogni istante del processo produttivo sarà connesso a
internet.
Una fabbrica connessa
Piero Dell’Oca, presidente e amministratore delegato di Tecnofar Spa ha ben chiari i motivi
di questa scelta. Si va nella direzione della quarta rivoluzione
industriale, quella dell’interconnessione e dei sistemi intelligenti: la fabbrica che fa dialogare i macchinari, gli uomini e i
prodotti. Sistemi di stabilimenti
collegati in rete che creano un
unico processo produttivo.
«Avere un’azienda cablata, che
sfrutta internet per raccogliere
e trasmettere i dati sulla produzione, è una condizione necessaria per garantire un servizio
completo al cliente – spiega Dell’Oca -. Questa innovazione è
sempre più fondamentale per
rispondere alle esigenze di mercati di alto livello, ad esempio sui
tempi di consegna. Già ora abbiamo a disposizione queste informazioni, ma le ricaviamo da
rilevazioni manuali prodotte da
operai che danno input al siste-
ma». A Gordona sono previste
rilevanti novità per l’azienda che
con quattro divisioni produce
tubi, macchine automatiche
d’assemblaggio e prodotti medicali. Sempre più spesso nelle
fabbriche tutte le apparecchiature sono governate da un Plc,
un controllore per industria specializzato in origine
nella gestione o controllo dei
processi industriali. Esegue
un programma ed elabora i segnali digitali e analogici provenienti da sensori e diretti agli attuatori presenti .
Controllo in tempo reale
«Per ogni pezzo si può conoscere la situazione in ogni preciso
momento, si possono prevedere
i tempi necessari per completare la lavorazione e le caratteristiche del prodotto fino alla fine del
processo. I benefici sulla qualità
del servizio ai clienti sono evidenti. Nel nostro nuovo stabilimento stiamo puntando su linee completamente cablate:
ogni macchina manderà un impulso al sistema. Non ci sarà più
l’intervento di persone per la
trasmissione di dati».
Come evidenziato in varie occasioni, anche a Gordona si presenta il problema determinato
dall’assenza della fibra ottica. Il
Consorzio delle imprese dell’area industriale sta cercando
soluzioni alternative.
Dell’Oca è attivo alla Tecnofar da trentatré anni. «Da quando cominciai sono cambiate
moltissime cose. All’inizio mi
occupavo dell’utilizzo delle nuove tecnologie per la contabilità.
Ora tutta l’azienda è gestita dal
computer: qualità, manutenzione, magazzino, vendite e acquisti, solo per citare alcuni esempi
significativi. Una soluzione del
genere, era un sogno. Oggi è diventata realtà».
Il nuovo stabilimento Tecnofar a Gordona: internet servirà per raccogliere e trasmettere dati sulla produzione
Apitech e le competenze
La tecnologia in azienda
Nelle fabbriche si punta sull’innovazione partendo
dall’utilizzo di internet in ogni
fase del processo produttivo.
Negli ultimi mesi anche in provincia di Sondrio si sono sviluppati analisi e progetti dedicati a
quella che viene descritta come
una vera e propria rivoluzione
industriale.
Come rileva Piero Dell’Oca,
che oltre a dirigere Tecnofar guida la sezione provinciale di Api,
un progetto centrale è Apitech.
Si tratta di percorso che consente di intercettare competenze
tecnologiche di una rete di ricercatori italiani, austriaci, tedeschi e francesi e di portarle direttamente negli stabilimenti. Anche le piccole realtà, quindi, possono accedere a conoscenze all’avanguardia per migliorare il
processo produttivo.
Di “scouting tecnologico”, finalizzato ad avvicinare ricerca-
tori e imprese per rispondere a
specifiche esigenze. «Per un piccolo imprenditore è molto difficile rivolgersi ai centri di ricerca
o alle università con l’obiettivo
di ricevere un supporto all’innovazione – spiega Dell’Oca -. Non
si sa quale ateneo e dipartimento scegliere e spesso i tempi non
sono compatibili con quelli delle
imprese. Con Apitech ci sono
vari vantaggi: i costi sono predefiniti e partono da tremila euro,
la risposta personalizzata arriva
nel giro d’un paio di mesi e uno
staff di esperti indirizza l’azienda verso il ricercatore più adeguato al compito da svolgere».
Non sono mancati esempi di ve-
ra e propria applicazione di “internet delle cose”, quello degli
oggetti connessi tra loro attraverso il web, dagli smartphone
alle lavatrici, dagli smartwatch
ai termostati, con alcuni esempi
brillanti e made in Valtellina.
Questo mercato ora vale 1,55
miliardi di euro in Italia. Nel
2014 si contavano otto milioni di
oggetti connessi tramite Sim
cellulare (+33% sul 2013) per un
valore di 1,15 miliardi, al quale si
aggiunge il mercato delle app
che usano tecnologie di comunicazione diverse, come Wireless,
WiFi e Bluetooth, pari a 400 milioni.
nuto i livelli a cui ci aveva abituato, so che si è dispiaciuto per noi.
È normale perché siamo cresciuti insieme. Ricordo quando
eravamo stella promessa, lì ho
capito quanti sacrifici siano necessari per raggiungere il top, ripartiremo da qui per portare il
nostro ristorante ai livelli che ci
spettano continuando a lavorare alla ricerca della qualità».
Per tornare nel gotha della
cucina italiana, al Jimmy’s altra
novità: la sala e la cantina. «Un
ristorante deve poter contare su
una cantina di livello, abbiamo
affidato la sala a un altro giovane, Riccardo Pariani, per coniugare una carta dei vini con tante
etichette di produttori locali e
altre bottiglie blasonate».
Jimmy Bosoni
carte in regola per togliersi delle
grandissime soddisfazioni insieme a tutti noi - continua Bosoni-. Ora stiamo rivisitando il
menù, si vedrà la sua mano, non
mancheranno i piatti del territorio, ma sarà molto rivoluzionato rispetto ad oggi».
All’Aprica sono abituati a fare
dei programmi a lungo raggio,
come dimostra la conquista della stella alcuni anni fa con un giovanissimo chef Antonio Borruso, che si è detto molto rammaricato per il fatto che il Jimmy’s
abbia perso la stella, quindi la
strada per tornare grandi la conoscono bene. «La nostra filosofia non cambia, continueremo a
puntare sulla qualità e su alcuni
prodotti a km 0. Sono molto contento per Borruso che ha mante-
Il Jimmy’s perde la stella
«Ma sempre più qualità»
Cucina
Periodo di cambiamenti
al ristorante aprichese
e la Guida Michelin
resta in attesa di conferme
La notizia della mancata conferma della stella Michelin da parte del ristorante
Jimmy’s di Aprica è stata presa
con lo spirito giusto. Alla base
della motivazione secondo il titolare Gianmarco Jimmy Boso-
ni i tanti cambiamenti avvenuti
in questo ultimo anno, sia in cucina che in sala. «Nel corso dell’ultimo anno abbiamo effettuato una serie di cambiamenti
molto importanti, complice anche l’apertura di un nuovo ristorante a Fortaleza in Brasile, dove
è andato a lavorare anche mio figlio Thomas che si è occupato
sin da subito della cucina, dopo
che aveva raccolto il testimone
da Antonio Borruso nelle cucine
del Jimmy’s con la conquista
della stella- spiega da Aprica -.
La serietà di una guida come la
Michelin si vede anche da questi
dettagli, era normale che con
una serie di cambiamenti in cucina venisse messa in discussione la conferma della stella».
Ora la cucina è stata affidata a
Carlos Moscoso, giovane di ventisei anni proveniente dalla zona di Varese. «È un ragazzo molto promettente, chiaramente vista la sua giovane età deve fare
esperienza ma ha i numeri e le
S.Bar.
Marco Bormolini
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